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Autore: Biohazard    06/04/2019    2 recensioni
La leggenda narra che molto tempo fa Dei e Demoni vivessero lontani, senza possibilità di entrare in contatto gli uni con gli altri, tranne che in determinati momenti temporali e sempre sotto l’occhio vigilie dei due sovrani. Tutti erano a conoscenza della ferrea legge divina e i due mondi non entrarono mai in contatto al di fuori dei tempi prestabiliti, almeno fino a quando il demone scimmia della guerra Oozaru e la dea della luna Blutz non s’innamorarono e dal loro amore nacque un bambino, un bambino bellissimo e dannato, dai capelli biondi e la coda di scimmia.
[FantasyAu!] [Goku/Vegeta]
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Goku, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 2







Vegeta sedeva sul giaciglio della stanza che gli era stata assegnata nel castello di Ravenwald, senza smettere di pensare a quello che era successo soltanto qualche ora prima. Afferrò la brocca d’acqua che gli era stata portata, scaraventandola con furia contro la parete. Non era l’ultimo saiyan come aveva sempre creduto, no, una misera terza classe si era salvata dall’epidemia ed era riuscita a tenergli testa.
“Maledizione!”
Era un affronto che non poteva assolutamente sopportare, lui Vegeta, il Principe dei Saiyan, aveva quasi rischiato di perdere contro il figlio di Bardack, la terza classe Kaharot! Suo padre si sarebbe coperto di vergogna al solo pensiero, perché per la prima volta, la sua superiorità era stata messa in discussione da una persona della sua stessa razza. Sapeva che Zarbon e Dodoria erano fortissimi, per non parlare di Freezer, ma era anche a conoscenza del fatto che i tre erano sostenuti da poteri oscuri e sconosciuti e che quindi, al momento, non aveva possibilità di batterli, non senza un qualche tipo di potere simile. Ma con Kaharot la faccenda era completamente diversa. Aveva rischiato di perdere, lui, il grande Vegeta, la furia nera, il guerriero più forte della sua razza.
Che umiliazione! Strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche. Com’era stato possibile? Da dov’era sbucato quel ragazzo? Perché era così forte? A che allenamenti si era sottoposto? Lo scontro era stato fermato dall’arrivo di Freezer, ma il suo orgoglio smaniava per un altro duello. Si toccò la spalla bendata: sarebbe guarito in un paio di giorni, ma non poteva fermarsi, voleva tornare ad allenarsi. Voleva combattere di nuovo contro la terza classe, anche se non sapeva quale sarebbe stato il suo destino.
Non aveva mai visto Freezer così infuriato, la vista di Kaharot sembrava avergli fatto perdere la ragione. Perché voleva vedere Zarbon e Dodoria? La situazione puzzava tremendamente. Aveva sempre odiato Freezer e aveva odiato anche suo padre, per essersi assoggettato ad una creatura del genere, ma suo malgrado, anche lui doveva inchinarsi al suo cospetto, come tutti gli altri. Almeno fino a che non avesse trovato un modo per annientarlo e allora lui sarebbe stato il guerriero più forte delle quattro regioni e avrebbe formato un esercito così potente da conquistare ogni cosa, tornando ad avere il ruolo che gli spettava per diritto di nascita, il ruolo di Re.
Un flebile bussare lo riscosse dai suoi pensieri.
“Avanti!”
Una giovane dai capelli corvini entrò nella stanza, reggendo tra le mani incatenate un vassoio di cibo. Vegeta fu sorpreso dall’arroganza del suo sguardo; lo stava sfidando, benché fosse ridotta ad una misera serva.
“Ehi, tu!” la ragazza sussultò “vedi di portarmi rispetto, hai capito? Quello sguardo non si addice a qualcuno che è appena diventato uno schiavo!"
La paura comparve sul volto della ragazza, nonostante cercasse di mantenere lo sguardo fiero.
“Dimmi per quale motivo, stupida ragazza, continui a sfidarmi?” la afferrò per il polso, facendola strillare di dolore, fino a che non fu in ginocchio ai suoi piedi.
“Questo è il vostro posto adesso!”
La sentì singhiozzare di umiliazione e per un secondo avvertì una certa empatia, perché anche lui odiava prostrarsi ai piedi di quella viscida lucertola. Sì, perché lui aveva visto in cosa si trasformava Freezer.
Lasciò andare la presa.
“Come ti chiami?”
“Chichi” rispose tra i singhiozzi “Sono… Ero la principessa di questa valle.”
Ora capiva lo sguardo d’odio che gli aveva rivolto.
“Mi dispiace dovervi informare che ogni cosa adesso appartiene a Lord Freezer, quindi il tuo titolo non vale più nulla,”
Proprio come quello di Vegeta, del resto… almeno per ora.
“Ora vattene,”
Alzandosi in piedi con gli occhi ancora rigati dalle lacrime, la ragazza uscì in silenzio, lasciandolo di nuovo solo. Doveva parlare con Freezer, voleva sapere cosa ne avrebbe fatto di quella terza classe, perché voleva essere lui, Vegeta, a togliergli la vita.
Mangiò in fretta, avrebbe richiesto udienza a Freezer il più presto possibile.


***** 
 
 
            “Siete due incapaci!” gridò Freezer, mentre lampi neri d’energia uscivano dalla sue mani. Zarbon e Dodoria non osarono fiatare, inginocchiati davanti al trono che era stato di Re Juma e su cui adesso stava Freezer.
“Mi avevate assicurato di aver ucciso i due marmocchi!”
“Beh, era solo un neonato, pensavamo sarebbe morto di stenti nel bosco…”
“È proprio questo il problema, voi non dovete pensare e prendere delle iniziative, dovete soltanto eseguire i miei ordini!”
Il tiranno tornò a sedersi, mentre cercava di riacquistare la calma. Il Saiyan sopravvissuto era un problema che poteva ancora risolvere e di cui si sarebbe occupato personalmente visto che non poteva fidarsi neanche dei suoi migliori sottoposti.
“L’allineamento dei pianeti è vicino e quindi dev’essere tutto pronto per il rituale. Non posso permettere che uno stupido scimmione spuntato dal nulla possa rovinare i miei piani! È per questo motivo che ho sterminato la popolazione saiyan! Presto i poteri sopiti di quella razza saranno risvegliati nel Principe Vegeta e io assorbirò la sua essenza, quella del leggendario guerriero super saiyan!”
Da più di vent’anni aspettava quel momento, nessuno glielo avrebbe rovinato. Doveva fare in modo che Vegeta stesse lontano dall’altro guerriero, lui era il prescelto, destinato a diventare il super saiyan della leggenda. Tra due mesi ci sarebbe stata la fatidica luna rossa, era un evento che si verificava ogni mille anni, quando la luna e il pianeta Marte si trovavano sullo stesso asse. L’unione dei due astri avrebbe risvegliato il potere latente di quella razza di scimmie, facendo in modo che il Principe acquistasse una potenza sovrannaturale, data dall’antico sangue che scorreva nelle sue vene: il sangue della Dea Blutz e del Demone scimmia Oozaru. Sì, perché l’allineamento dei pianeti era proprio legato a quel periodo temporale in cui Dei e Demoni potevano entrare in contatto e lui avrebbe usato il potere di Vegeta per aprire il portale dimensionale e liberare il Demone Garlic. Una volta esaurito il compito del principino, avrebbe risucchiato tutto il suo potere e avrebbe ottenuto così l’immortalità e il potere di assoggettare al suo volere l’intero pianeta, mentre Garlic avrebbe spodestato Re Enma, gettando l’equilibrio dell’universo nel caos.
“Stasera giustizieremo il saiyan, da quello che sono riuscito a sapere, interrogando alcuni abitanti, si tratta del più forte combattente dell’intera regione. La sua morte, oltre a liberarmi della sua presenza, darà un segnale ben preciso a questa gente:”
I tre cominciarono a ridere compiaciuti, senza accorgersi del Principe Vegeta nascosto fuori dalla porta e che con sgomento aveva ascoltato ogni cosa. Corse via, con il cuore colmo di rabbia e vendetta.
 
 
*****

 
Goku era seduto nelle celle del castello con le mani incatenate allo spesso muro di mattoni ai lati della testa. Aveva provato in tutti i modi a liberarsi, ma era ancora troppo provato dallo scontro con quella furia di Vegeta. Non sapeva come sarebbe finito lo scontro se Freezer non avesse fatto il suo ingresso, ma forse non sarebbe riuscito a vincere. Avvertiva acnora l’adranlina scorrergli nelle vene, mentre pensava allo scontro. Vegeta era veloce e forte, nonostante non avesse una grossa stazza. Chissà quanti guerrieri erano periti sotto le sue mani solo per aver fatto un banale errore di valutazione. Beh, non era quello il momento di pensarci, sperava solo che Crilin fosse riuscito a mettere in salvo Yamcha, insieme a Speedy e Bulma.
Bulma… ancora stentava a credere che una fata l’avesse vegliato nell’intero corso della sua vita. Era comparsa dal nulla, insieme alla spada e al medaglione raccontandogli tutta la verità. Più che raccontarla, gliel’aveva gridata in faccia, tra uno strillo agitato e un altro. Gli era stata simpatica fin da subito e si era guadagnata la sua gratitudine per aver seppellito suo padre con un incantesimo.
Sentiva ancora le lacrime pungergli gli occhi al ricordo di suo padre, non era stato in grado neanche di vendicarlo. E adesso cosa avrebbe fatto? Son Gohan aveva detto che lui poteva sconfiggere Lord Freezer, ma come? Sicuramente la prima cosa da farsi era trovare un modo per uscire da lì, anche perché non sapeva quando sarebbero venuti a prenderlo.
“Pst,”
Goku alzò lo sguardo, individuando di nuovo quella luce azzurra.
“Bulma!”
“Vuoi stare zitto, idiota! Vuoi che ci scoprano?”
“Scusa…” mormorò piano.
“Come stanno Crilin, Yamcha e…”
“Non abbiamo tempo adesso, devo portati fuori di qui. Con l’aura maligna di Freezer nei paraggi anche la mia magia è molto più debole. Dobbiamo muoverci!”
Le catene ai polsi di Goku si aprirono di scatto, così come la serratura della cella. Goku si guardò intorno con circospezione: due guardie stavano all’inizio del corridoio, ridevano e sghignazzavano, ignare della presenza del giovane saiyan. Goku le afferrò per il collo, facendo cozzare rumorosamente le due teste, una contro l’altra.
Stava già salendo le scale, quando Bulma le trasformò in uno scivolo, facendolo tornare al punto di partenza.
“Urca che male!” piagnucolò il guerriero, tastandosi il didietro “Perché lo hai fatto?”
“Dove credi di andare così?” gli gridò irritata la fata. “Si può sapere a che cosa stai pensando?”
“Vado fuori e li elimino tutti!”
“Ma dico io, ce l’hai un po’ di sale in zucca? Sono troppi e Freezer è ancora nel castello con i suoi scagnozzi. Pendi questi due e chiudili nella tua cella, poi mettiti l’armatura!”
“Eh?”
“Fai come ti dico e basta” gridò la fata, spazientita. “Mi domando come tu sia sopravvissuto finora!”
Goku ridacchiò, mentre trascinava le due guardie nella cella e poi s’infilò l’armatura più grande. Bulma si nascose dentro l’elmetto, tra i capelli di Goku.
“Cerca di uscire dal castello senza farti notare!”
“E la mia spada?”
“Non abbiamo tempo adesso!”
Era stupido, lo sapeva, aveva impugnato quell’arma solo una volta, ma era la sua e sapeva che entrambi i suoi due padri ne sarebbero stati orgogliosi.
Orgoglio, era un sentimento a cui non aveva mai dato importanza, ma adesso che sapeva chi era, non poteva fare a meno di sentirsi tale. Discendeva da una grande razza di combattenti ed era orgoglioso di esserlo. Per quello desiderava riavere la spada e il medaglione.
Camminò tra i corridoi teso come una corda di violino e con il cuore pesante come il piombo: vedere il castello ridotto a luogo di bivacco per i nemici era qualcosa di orribile. Vedeva i volti di tante persone conosciute, ora ridotte al fantasma di ciò che erano Non poteva fare nulla, se non scappare, perché la superiorità numerica del nemico era schiacciante. Neanche con la ribellione dei soldati di Ravenwald avrebbe avuto una possibilità. Cercò di tenere a freno la rabbia che gli incendiava l’animo, aiutato anche dalle parole di Bulma, ma perse definitivamente il controllo alla vista di un soldato che colpiva Chichi con un potente manrovescio, facendola cadere a terra.
Bulma, avvertendo le intenzioni del giovane, cercò immediatamente una soluzione e sussurrò all’orecchio del giovane saiyan “Se attacchi, morirete entrambi. Sei un soldato, no? Reclamala per te e portala via!”
Goku fece un profondo respiro, trovando la lucidità per capire il messaggio della fata. Si avvicinò minaccioso, con visiera abbassata e con una spinta allontanò il soldato dal corpo di Chichi.
“Smettila” ordinò perentorio, camuffando la voce “Avete sentito cos’ha detto Lord Freezer? Ha bisogno di schiavi in buona salute!”
Qualsiasi cosa l’uomo volesse ribattere, gli morì sulle labbra con un grugnito di disappunto. Goku afferrò malamente la ragazza con una stretta al cuore, costringendola a seguirlo.
Chichi aveva il volto rigato di lacrime e rosso per la rabbia e l’umiliazione.
“Dove mi state portando?”
Goku non rispose, cercando di allontanarsi il più possibile dai soldati. Quando furono nelle stalle, alzò la visiera dell’armatura e Chichi levò un gridolino di gioia, lanciandogli le braccia al collo, con il corpo scosso dai singhiozzi,
“Sono così felice che tu sia vivo!”
Con dispiacere la staccò da sé, non era quello il momento per piangere.
“Chichi dobbiamo scappare. Prendiamo un cavallo e…”
“Kaharot!”
Goku e Chichi trasalirono e il saiyan le fece subito scudo con il suo corpo. Erano nei guai seri, tra tutti, proprio Vegeta doveva scoprirlo? Non aveva recuperato ancora abbastanza forze per poterlo affrontare.
“Sei facile da seguire…”
Contro ogni aspettativa, Vegeta gli lanciò tra le braccia una sacca, mentre iniziava a sellare il cavallo. Goku strabuzzò gli occhi, mentre il suo sguardo cadeva sulla spada che un tempo era appartenuta a Bardack.
Vegeta gliel’aveva riportata e non sembrava volerlo attaccare. Lui, Chichi e persino Bulma lo fissavano interrogativi e confusi. Goku però tornò subito sull’attenti.
“Cosa vuoi?” domandò minaccioso “Perché questo?”
“Me ne sto andando Kaharot e ti do la possibilità di uscire di qui, ma voglio qualcosa in cambio,”
Goku lo fissò, ancora più perplesso nell’animo. Vegeta gli si avvicinò, fissandolo serio negli occhi “Devi giurarmi che combatteremo ancora, solo io e te! E vedremo veramente chi di noi due è il più forte!”
Il saiyan più giovane trasalì, ma poi un sorriso di sfida apparve sul suo volto.
“Non aspetto altro!”
Vegeta parve compiaciuto da quella risposta, ma non aggiunse altro, mentre saliva sul suo destriero nero come la notte.
“Lei, però deve restare,” sentenziò perentorio, indicando Chichi.
Goku sentì la ragazza tremare appena contro la sua schiena.
“Non se ne parla neanche, io non la lascio qui,”
“Che c’è Kaharot, non puoi allontanarti dalle sottane della tua promessa per un po’ di tempo?” Chichi nascose il volto per il rossore e la vergogna. Mentre Goku si grattò la testa con aria interrogativa.
“Chichi è una mia carissima amica e non voglio che resti qui, anche se non capisco cosa dovrei farmene delle sue sottane,”
 

*****
 
 
Vegeta rimase interdetto per qualche secondo, fissando con sguardo interrogativo l’altro saiyan, domandandosi se le sue grandi doti di guerriero fossero compensate da un’idiozia che rasentava il ridicolo. Possibile che non avesse colto realmente il significato della frase di scherno che gli aveva lanciato? Oppure stava solamente tentando di confonderlo? Comunque non aveva importanza adesso, dovevano muoversi e al più presto prima che Freezer fosse messo in allerta o qualcuno scoprisse che Kaharot non era più nella sua cella. La ragazza li avrebbe rallentati e di sicuro sarebbero stati guardati con sospetto se avesse annunciato un’uscita di ricognizione con una schiava sulla sella dell’altro soldato. L’aveva riconosciuta subito, la principessa di Ravenwald, era stata solo poche ore prima nella sua stanza per servirgli il pranzo ed era più che evidente che provasse dei sentimenti per l’altro guerriero. Ma non potevano portarsi un peso appresso.
“Devi lasciarla qui Kaharot!”
“No!”
“Non possiamo uscire senza farci notare con una schiava appresso, lo vuoi capire? Se ci tieni tanto potrai tornarla a prendere, ma adesso non è possibile,”
Era una bugia bella e buona, ma Vegeta non aveva tempo per discutere con Kaharot.
“Ha ragione lui, Goku.”
Vegeta rimase stupito, quando vide una piccola fata uscire da sotto l’elmo dell’altro guerriero.
“In un’altra situazione avrei potuto fare qualcosa, ma come ti ho già detto la mia magia è debole, il potere oscuro di Freezer è troppo forte,”
“Ora piantala Kaharot, monta in sella e cerca di non farci ammazzare!”
“Perché vuoi andare via, pensavo fossi uno degli uomini di Freezer. Hai quasi ucciso un mio amico, perché dovrei fidarmi di te e abbandonare Chichi?”
Avrebbe voluto assestargli un cazzotto in piena faccia, possibile che non capisse?
“Goku, va bene così…”
A parlare era stata proprio l’oggetto della disputa.
“Hanno ragione entrambi, sarei solo un peso e rischierei di farti catturare, Tenshing è ancora al castello insieme ad altri uomini fidati di mio padre, vedrai che andrà tutto bene,” cercava di sorridere, ma era evidente lo sforzo sui suoi lineamenti.
Vegeta la rispettò per quell’atto di coraggio, almeno lei non era una completa stupida.
“Kaharot, Freezer ha bisogno di schiavi, non ne conosco ancora il motivo, ma non tollera che questi vengano maltrattati più del dovuto dai soldati. Incorrerebbero in gravi punizioni e te lo posso garantire, perché io stesso ne ho inflitte molte.”
Dieci frustate di solito bastavano a far desistere chiunque, ma era ancora impresso nella mente di molti la punizione inflitta al soldato che aveva ucciso uno schiavo: era stato divorato vivo da una creatura orrenda agli ordini di Freezer e nessuno ci teneva a ripetere l’esperienza.
 “Chichi, sei sicura?”
“Non posso indossare un’armatura come te, forse non avrei neanche la forza di muovermi con tutto quel metallo addosso.” Era più risoluta di prima “Devi andare Goku, sono più che sicura che riuscirai a salvarci, tutti quanti. Sapere che sei vivo e che tornerai, mi dà grande speranza.”
In punta di piedi la ragazza diede un leggero bacio sulla guancia di Kaharot. Disgustato, Vegeta salì sul cavallo con un grugnito.
“Allora?”
Kaharot lo seguì, mentre la fata tornava a nascondersi sotto l’elmo.
“Tornerò, è una promessa,”
“Lo so, Goku,” Chichi sorrise, mentre Vegeta e Goku uscivano dalla stalla, in sella ai due destrieri.
Goku non si guardò indietro o i sensi di colpa lo avrebbero divorato.
Arrivarono alle mura del castello, davanti al ponte levatoio. C’erano quattro guardie all’ingresso e molte altre sulle mura e i torrioni.
“Voglio uscire per una ricognizione,” ordinò il principe dei saiyan alle guardie; nessuno sembrava aver notato elementi di sospetto, così alcuni minuti dopo stavano galoppando lontano e Goku non poté fare a meno di rabbrividire, osservando gli alberi appassiti e l’erba secca.
In lontananza udì il corno di pericolo e seppero di essere stati scoperti, avevano un buon vantaggio, ma dovevano farlo fruttare.
“Dove andiamo Kaharot? Tu sei cresciuto in queste terre, abbiamo bisogno di un posto in cui nasconderci,”
E Goku non ebbe bisogno di pensarci troppo per sapere che il posto migliore dove andare era un lago nascosto tra le insenature dei Monti Paoz, dove era certo avrebbe trova anche Crilin, dal Genio delle Tartarughe. Nel frattempo, per far perdere le loro tracce, conosceva una caverna nascosta tra gli anfratti delle montagne, era più vicina della dimora del Genio e avrebbe potuto offrirgli riparo per la notte.
“C’è una grotta non lontano da  qui e, se non ne conosci l’esistenza, è molto difficile trovarne l’ingresso, perché nascosto da una folta boscaglia.”
Bulma, nel frattempo era uscita dal suo nascondiglio e voleva affianco a Goku.
“Crilin è dal Genio, vero?”
“Sì,”
“Vai avanti Bulma, avvertili che stiamo arrivando per favore, nel frattempo faremo in modo di far perdere le nostre tracce,”
“Per quello non c’è problema,” rispose la fata, facendogli l’occhiolino.
Agitò la bacchetta e con stupore di entrambi i saiyan, le tracce dietro di loro scomparvero all’istante.
“Molto utile quella specie di zanzara fastidiosa che ti porti appresso!”
“Brutto buzzurro che non sei altro, il mio nome è Bulma e sono una fata!” rispose la creatura, facendo la linguaccia al principe dei saiyan.
“Come ti permetti tu, non sai chi sono io! Te la farò pagare cara, stanne pur certa!”
“Smettetela! Non è il momento adesso!”
Aveva appena finito di pronunciare quelle parole, quando fu buttato a terra da qualcosa.
Il cavallo nitrì spaventato e fu solo il tempestivo intervento di Vegeta a far sì che non scappasse nel folto nel bosco. Goku si ritrovò schiacciato al suolo da una bestia che non aveva mai visto; gli artigli della creatura gli penetrarono nella spalla già ferita e lanciò un gridò di dolore, mentre Vegeta attaccò il mostro senza pensarci due volte. In sella al suo cavallo, sguainò la spana, staccando di netto la testa alla creatura, un liquido blu viscoso colò addosso a Goku. Il ragazzo si levò di dosso la carcassa, tossendo poi si guardò la spalla ferita. Era profonda e stava perdendo molto sangue.
“Freezer deve essere furioso se ha richiamato questi mostri. Kaharot sali sul cavallo, dobbiamo andare! ADESSO!”
Goku si rialzò e salì in sella, con Bulma che lo fissava preoccupata.
“Bulma fai come ti ho detto, vai dal Genio e aspettami lì,”
“Goku sei sicuro che posso lasciarti solo…” gli si avvicinò all’orecchio “… con questo qui? Sei anche ferito. Lui non è come te, che hai il cuore puro. Vegeta è un assassino, ricordalo sempre; ti ha aiutato ad uscire, ma sono certa che lo abbia fatto per un suo tornaconto personale…”
“Tranquilla Bulma, ho tutto sotto controllo. Neanch’io mi fido di Vegeta, ma c’è il vecchio detto che dice il nemico del mio nemico è mio amico. Se è vero che cerca un torna conto non mi farà dal male, almeno per ora.” Le rispose.
Bulma, per nulla rassicurata, annuì e si librò in cielo, sparendo alla vista dei due uomini.
“Muoviti Kaharot!”
I due cavalcarono senza sosta per almeno un’ora, rallentando il ritmo solo per far prendere il fiato necessario ai cavalli. Giunsero al limitare dalla grotta poco prima che facesse buio. A Goku bruciava la spalla senza sosta e cominciava ad avere i sensi annebbiati a causa del troppo sangue perso. Cercò a tentoni l’entrata della grotta tra i folti rampicanti, fino a quando non avvertì un cedimento, rivelando l’ingresso.
“Porto i cavalli a bere e mangiare, non possiamo tenerli fuori, potrebbero dare nell’occhio. Tu raccogli della legna e accendi un fuoco. Già che ci sei fai un bagno veloce che quello schifo blu puzza da morire e lava la ferita prima che s’infetti.”
Vegeta si inoltrò nel bosco con i cavalli senza aggiungere altro. Era evidente a Goku che fosse abituato al comando e al rispetto che derivava da quel ruolo. Scosse la testa, iniziando a fare quello che gli era stato detto nonostante la stanchezza e il dolore delle ferite. Non si lamentò, non era nella sua natura, ma un rombo preoccupante del suo stomaco lo mise in all’erta. Era da quella mattina che non mangiava e adesso aveva una vera e propria fame da lupi. Sperava che Vegeta avesse preso qualcosa da castello, altrimenti sarebbe dovuto uscire a caccia, sperando di trovare qualcosa con cui rifocillarsi al più presto.


***** 
 
 
            Vegeta colpì velocemente alcuni pesci con un bastone appuntito che aveva ricavato poco prima. Ne aveva catturati già sei e sarebbero potuti bastare per quella sera. Li eviscerò velocemente e li lavò nell’acqua del fiume, eliminando sangue e budella. I cavalli si erano riposati e adesso stavano bevendo sul bordo del ruscello. Uscì dall’acqua e si asciugò velocemente infilandosi gli stivali di cuoio. Si era tolto la cotta di metallo, lasciandosi addosso solo le braghe e la camicia. Era quasi estate, ma l’aria serale era ancora umida e fredda, forse si sarebbe fatto un bagno anche lui, sentiva il sudore freddo incollato al corpo e la mente, adesso che erano momentaneamente fuori pericolo, non faceva che tornare a quello che aveva sentito uscire dalla bocca di Freezer. Era stato quel maledetto ad uccidere il suo popolo, la sua stirpe; era solo colpa sua se era diventato un re decaduto, senza sudditi ne un trono. Non solo era stato portato via sapendo che la sua vita sarebbe stata sacrificata. Lui era davvero il super saiyan della leggenda? Se Freezer lo pensava doveva essere per forza così, altrimenti non avrebbe sprecato tante energie per tenerlo in vita. La potenza del super saiyan, ne aveva sentito parlare in alcune leggende del guerriero dai capelli dorati e la coda di scimmia, dotato di poteri incredibili. Che fosse quello il destino a cui era destinato? Sconfiggere Freezer e i suoi mostri grazie al potere delle leggenda?
Sapeva in cuor suo di essere destinato a qualcosa di più grande e si sentì invadere d’orgoglio al solo pensiero. Aveva un solo problema, non sapeva assolutamente come risvegliare i suoi poteri. Freezer aveva parlato di allineamento dei pianeti, ma lui non sapeva nulla né di scienza né di magia. L’incontro con quella fata rompiscatole gli era sembrato più che sufficiente. Sapeva che le fate erano creature miti e solitarie che si occupavano dei boschi e dell’armonia tra le creature, di certo era una rappresentazione molto diversa da quella femmina isterica che aiutava Kaharot. Forse era meglio che rientrasse, aveva raccolto alcune erbe medicinali da applicare sulla ferita alla spalla. Da morto Kaharot non sarebbe servito a nulla, era in debito nei suoi confronti e questo lo metteva in una posizione di netto vantaggio. Il saiyan più giovane aveva l’aria di essere un vero sempliciotto e non aveva alcun dubbio che sarebbe riuscito a raggirarlo come voleva. Seguì la riva del fiume per tornare alla caverna, la notte era limpida e la luna brillava pallida nel cielo, permettendo a Vegeta di orientarsi nonostante la luce pallida del tramonto. Un forte scroscio d’acqua attirò la sua attenzione, fermò i cavalli, restando in silenzio. In lontananza vide la sagoma di Kaharot, che stava lavando via i residui di sangue secco dal proprio corpo, poi si immerse nell’acqua fino al collo levando un sospiro di sollievo.
Continuò la sua avanzata con i cavalli e poi lo chiamò.
“Ehi Kaharot, muoviti che ho fame non abbiamo tutta la nottata,”
“Ancora qualche minuti e ti raggiungo,” sentì dire mentre entrava nella grotta. Il fuoco era acceso, ma da fuori non si notava assolutamente. Molto bene, almeno la terza classe aveva avuto la decenza di scegliere un buon riparo, anche se non glielo avrebbe mai detto neanche sotto tortura.
Si sedette di fronte al fuoco, iniziando ad abbrustolire i pesci e pochi minuti dopo sentì i passi del saiyan più giovane fuori dalla caverna.
“Che profumino!”
“Era ora!” Sbottò il Principe dei saiyan “pensavo che fossi aff-, ma cosa stai facendo conciato così?”
“Così come?”
“Nudo! Razza di idiota senza pudore, non ti hanno insegnato nulla?” lo sguardo interrogativo con cui lo stava fissando l’ebete era lo stesso che aveva avuto quando gli aveva parlato di sesso davanti alla principessa Chichi.
“Scusa ho lavato i vestiti, puzzavano davvero e non mi sono portato dietro altri cambi. Inoltre siamo due uomini e non capisco che problemi tu ti stia facendo. Con mio padre ho sempre fatto il bagno senza alcun problema,”
Vegeta stentava a credere alle proprie orecchie, quel pervertito di una terza classe pensava davvero che fosse normale presentarsi nudi in presenza di altre persone. Distolse lo sguardo in imbarazzo, poi andò alla sacca e gli lanciò dritto in faccia un paio di braghe.
“Mettiti queste intano che i tuoi vestiti sono ad sciugarsi e sappi che non tollererò di vederti vagare nuovamente nudo come un verme in mia presenza. E soprattutto non sono qui per farti da balia!”
“Grazie,” disse l’altro coprendosi.
Vegeta tornò a sedersi davanti al fuoco, tolse il pesce che aveva finito di cuocere e iniziò a mangiare. Pochi secondi dopo, Kaharot era di fronte a lui e aveva iniziato a divorare con soddisfazione la propria parte.
“Urca che fame che avevo!”
Vegeta non parlò, ma osservò il giovano uomo davanti a sé di sottecchi. Kaharot mangiava rumorosamente e con gusto e per la prima volta sentiva di non voler incutere paura, non a questa persona.
Paura, quello era il sentimento che Vegeta suscitava nelle gente quando attraversava i villaggi, i paesani facevano attenzione a non incrociare il suo sguardo. Lui era la furia nera e aveva mietuto centinai di vite, conquistando terre e contee nel nome di Freezer.
Freezer, che lo aveva addestrato affinché diventasse un guerriero forte, capace e spietato. Non aveva mai provato sentimenti come la compassione, l’amicizia e, men che meno l’amore; non aveva mai avuto qualcuno di cui potersi fidarsi, che potesse chiamare compagno o amico. Da che aveva memoria era sempre stato solo.
Interruppe il silenzio, perché non voleva più avere simili pensieri.
“Qual è la nostra prossima destinazione?”
Kaharot alzò lo sguardo su di lui, la bocca piena e le guance paffute di cibo. Non poté reprimere una smorfia di disgusto, mentre l’altro ingoiava tutto in un sol boccone con un sospiro soddisfatto.
“Andremo dal mio vecchio maestro, il Genio delle Tartarughe, vive su un isolotto in mezzo al lago Tartaruga alle pendici dei Monti Paoz.  Il lago è spesso avvolto dalla nebbia e ci fornirà una buona protezione,”
Vegeta restò di nuovo in silenzio e Kaharot prese un altro boccone di pesce.
“Perché sei scappato e mi hai aiutato?”
Vegeta si domandò se poteva dirgli la verità. E per un secondo ci pensò davvero, ma non poteva, lui doveva fare affidamento solo su se stesso.
Sentimenti contrastanti si agitavano nel suo animo, decise quindi di raccontare solo quello che gli sarebbe tornato utile per il suo piano finale.
“I saiyan non sono stati sterminati da un’epidemia, è stato Freezer, è sempre stato lui e io, come uno stupido, ho creduto alle sue parole.”
Tremava di rabbia.
“Come credi che abbia fatto?”
“I Saiyan sono stati per generazioni un grande popolo guerriero e se Freezer è riuscito ad annientarci deve per forza aver fatto uso della magia nera. Quello he posso dirti è che non si tratta di un nemico normale. Può trasformarsi, io l’ho visto ed è qualcosa di ripugnante. Anche Zarbon e Dodoria hanno le stesse abilità, seppur la loro potenza sia ridotta rispetto alla sua. Freezer si serve di poteri oscuri, è solo quello che mi ha impedito di ridurlo a un colabrodo,”
“Urca, è davvero così forte?” domandò l’altro guerriero, l’eccitazione che traspariva dal tono di voce.
“Sì Kaharot,”
“Non vedo l’ora di battermi con lui!”
“Anch’io, voglio fargliela pagare, per tutto, ma non possiamo così, dobbiamo in qualche modo fare in modo di bloccare o eguagliare i suoi poteri. Nella nostra condizione attuale rischiamo di fare la fine degli agnelli al macello!”
“Domani parleremo con il Genio, sono sicuro che lui saprà consigliarci,”
“Lo spero bene Kaharot! Ora però riposiamoci, domani ci aspetta un'altra lunga giornata.”
“Aspetta!” Vegeta stava per andarsi a coricare e rimase bloccato in piedi davanti all’altro.
“Puoi raccontarmi di mio padre e del nostro popolo?”
 
 
  
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