Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Ricorda la storia  |      
Autore: Degonia    22/07/2009    1 recensioni
Era un sogno, e non sarei stato io a rubarglielo.
Osservai la notte oltre i vetri della finestra: anche lei guardava i due amanti ora ritrovatisi.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jared Leto, Matt Wachter, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando lo vidi entrare spezzai in due una delle mie bacchette in quello stesso pugno che tempo fa lo colpì in pieno volto.

Bobby mi guardò sorpreso: ero solito romperle in un altro frangente e con una folla di persone in adorazione verso mio fratello.
Rimasi immobile nella stessa posizione di prima, mentre Adam dei ‘Corps’ si avviava verso colui che aveva appena varcato la soglia, dandogli il benvenuto.
Avrei voluto tirargli in testa quello che restava della mia bacchetta. La guardai. Poi decisi che la violenza non risolveva le cose: non l’aveva fatto a quel tempo e non lo avrebbe fatto adesso; anche se ... è sempre un opzione.
Si avvicinò a Brooks e lo salutò come se fossero fratelli.
Continuai a fissarlo, ma in realtà non lo vedevo.
La scena che continuava a passarmi davanti agli occhi non faceva parte di quel presente.
Era come un nastro registrato: continuava a ripetersi.
Mi imposi di smetterla.
Girai il volto dall’altra parte e dissi qualcosa di stupido a John che in quel momento aveva notato il ‘nuovo arrivato’.
Ci conoscevamo tutti lì, prima o poi c’era sempre stata un’occasione per suonare con questo o con quel musicista, eravamo uniti come una famiglia (almeno quando suonavamo): quando ero su quel palco, il mio sangue fluiva assieme al loro, un enorme magia ci avvolgeva e tutti i colori si incontravano in un solo punto; il nero ci faceva da fondo.
Ma adesso che era arrivato lui, sarebbe stata la stessa cosa?
In realtà non è odio quello che provo nei suoi confronti, ma è un totale disprezzo come persona.
Il basso lo sa suonare e anche troppo bene, per i miei gusti!
Ma ciò non cambia quello che mi ha fatto, che ci ha fatto, che GLI ha fatto!
Speravo che non venisse nella mia direzione e mi salutasse come stava facendo con gli altri; ma ovviamente io non sono mio fratello e visto che il mondo che non ruota attorno a me...

“Ciao Shan” disse sorridendomi e inclinando leggermente la testa.
Questa abitudine lo rende così carino, o almeno questo era solito pensare Jared.
Vorrei ignorarlo ed uscire da questa stanza il prima possibile, ma l’idiota che è in me, apre la bocca pronunciando un “Ciao” sconveniente.
Bobby dall’alto della sua minuta statura, si avvicinò a Matt e gli saltò quasi letteralmente addosso facendomi sorridere. Bobby si affezionava subito alla gente -.-“ forse troppo, ma mi ha salvato da quell’imbarazzante saluto che stava per diventare qualcosa di violento.
Solo per aver pensato che, rivolgendomi la parola dopo così tanto tempo e in quel modo cordiale, risolvesse tutto, l’avrei preso a pugni e premetto che sono una persona pacifica.

E cosa fecero i cari ‘Corps’ e compagni?
Uscirono da quella stanza lasciandomi con la mia bacchetta rotta, un paio di tamburi e Matt.
Peggio di così non poteva andare.
“Nervoso?” mi chiese lui indicando la bacchetta.
Lo guardai torvo.
Non sapevo se lo faceva apposta o se si era fatto di brutto prima di entrare qui, per cui non mi riconosceva o comunque sia non ricordava ciò che era accaduto; quando il telefono squillò.
Sapevo chi era: quella suoneria odiosa e senza senso, avrebbe potuto solo essere sua; anche perché aveva scaricato personalmente questa stupida canzoncina solo per inserirla furtivamente nel mio Blackberry e usarla come suoneria personalizzata esclusivamente per il suo numero.
Comunque sia, guardai il display.
Il suo nome lampeggiava incessante.
“Non rispondi?” chiese quieto.
Lo guardai serio.
Poi premetti il pulsante verde, portai il cellulare all’orecchio e risposi: “Pronto”
-Ehi, perché dici ‘pronto’...sai già chi sono” disse, sembrava felice.
“Si, ma di solito si dice così” dissi mentre guardavo l’uomo accanto a me.
-Vabbè- ^-^ -Sai...- cominciò a raccontarmi quello che aveva fatto, dopotutto era dalla mattina presto che non ci vedevamo ed erano già le 3.00 del pomeriggio u.ù troppo tempo.
Più che altro, penso che non avesse nessuno che lo ascoltasse e lui odia questo; deve sempre parlare e farsi ascoltare e, visto che Tomo quel giorno non era disponibile, a qualcuno doveva pur ‘rompere’.
-Allora quando iniziate?- volle sapere all’improvviso.
“Eh? Iniziamo...??”
-Si! Quando iniziate? Alle nove come sempre?”
Speravo di aver capito male.
“Ehm sì, a quell’ora, ma perché ti interessa?”
Sbottò -Come perché!? Vengo a vederti questa sera!!” sorrideva.
Lo sapevo anche se non potevo vederlo.
‘No!’ avrei voluto urlare, ma mi trattenni.
Guardai Matt.
La situazione si stava complicando.
“Non vieni mai, perché proprio questa sera?”
-Perché non ho di meglio da fare e proprio perché non vengo mai, oggi voglio venire-
“Ehm, ma sai che forse non riesci più a trovare i biglietti. Penso che ci sia già il tutto esaurito da giorni” mi stavo arrampicando sugli specchi, in realtà lui non aveva bisogno di un biglietto.
-Ma cosa dici? Sono in centro a fare shopping e ho già incrociato un paio di negozi dove li vendevano e non erano affatto esauriti! Infatti ne ho presi ben tre-
“Ehm, tre?” °_°
-Si!-
“Con chi vieni?”
-No no! Non sono per me. Brent mi ha chiesto di comprarglieli, sai che fa collezione di biglietti dei concerti, vero? (XD oddio, ma come m’è venuta questa?? XP nda) In più ha detto che forse viene con la sua nuova fiamma, quindi due per loro e uno per la sua collezione-
“...ah, ecco...” monosillabai.
Avevo sempre trovato il suo ‘hobby’ strano, ma non potevo negare la qualità grafica di alcuni biglietti.
“Ma perché non ne hai acquistato uno anche per te?”
-E perché mai dovrei togliere la possibilità ad un’altra persona di venire al concerto. Perché, ammettiamo che io avessi comprato quel biglietto e che una persona ci tenesse più di me ma fosse arrivata troppo tardi ...”
Non lo feci finire di parlare: “Ok ok Jay, ho capito”
-... tanto io ci entro lo stesso, giusto?- mi domandò. Era una domanda stupida.
“Quindi verrai?” volevo una conferma sicura.
Poi sarei andato nel panico più totale.
-Shan che cosa mi stai nascondendo? Perché non vuoi che venga??-
Mi aveva beccato in pieno.
Aveva sempre un ottimo fiuto per questo genere di cose.
“Ma no Jared, che dici...non è questo e che... beh, vedi...”
-C’è qualcuno che non vuoi che incontri??”
Colpito e affondato.
Rimasi in silenzio.
Strozzatemi!
“No no” dissi veloce “Non è questo”
-Ah, ho capito...c’è Cameron con il suo fidanzato, giusto? Dai Shan, lo sai che non penso più a lei, ok, a volte sì, ma non ci posso fare nulla, il nostro tempo insieme è finito e...-
Continuò a parlare.
Non lo interruppi.
Matt era lì vicino e speravo che non fiatasse.
Jared conosceva fin troppo bene il suo tono di voce e l’avrebbe riconosciuto subito.
-Ok, allora...- disse mentre sentii qualcuno che imprecava e la voce di mio fratello di rimando:
“Fanculo stronzo!! E aspetta, non vedi che sto parlando di cose importanti!?”
Probabilmente era in auto e stava ‘rallentando’ il traffico.
Poi sentii l’auto che, ad alta velocità, lo sorpassava.
E poi la voce di Jared vicino al telefono: -Non sanno proprio guidare!!- u.ù
Era strano, di solito Jared non guidava poi così piano.
“Non hai la BMW?” chiesi. Forse aveva preso l’altra macchina.
-Certo che sì! Ma sono rimasto senza idrogeno” >.< “e sto cercando di arrivare al distributore producendo meno inquinamento possibile-
“Ah” dissi comprensivo.
Dovete sapere che la BMW serie 7 ad idrogeno ha due serbatoi: uno ad idrogeno e un altro a benzina; perché visto che i distributori di idrogeno sono rari, se si rimane senza, si può decidere di usare la super.
Mentre la mia conversazione andava avanti e Jared mi raccontava di quello che aveva comprato, Matt prese il suo basso dalla custodia e collegandolo all’amplificatore, provò qualche nota.
John gli aveva fornito la sua ‘parte sonora’ di quella serata.
Jared sentì.
-Chi c’è lì con te?-
“Chi c’è? Ehm, è uno nuovo” mentii “non lo conosci. E’ arrivato da poco”
-Come si chiama?- volle sapere Jared.
Aveva la curiosità intrinseca nel sangue.
“Ehm, non lo so...vabbè Jared, allora non vieni, giusto?”
-Come non lo sai! Suonerà con te e non conosci il suo nome? Dai passamelo-
“Che? Vuoi che ti faccia parlare con un perfetto sconosciuto?”
-Certo che sì. Così poi non sarà più sconosciuto-
La sua teoria faceva acqua da tutte le parti.
“Ehm... devo andare!”
Dovevo chiudere quella chiamata che stava diventando troppo pesante.
-Come? Di già...beh dai, allora ci si vede questa sera. Penso di arrivare prima e di venire a romperti un po’ nel backstage, ok?-
“Eh? Pure!”
-Certo! E poi è da molto che non vedo Bobby; quel ragazzo è troppo fuori. Mi piace!-
“Ok come vuoi” in realtà avrei voluto impedirgli di venire, ma non potevo di certo dirgli la verità, almeno non per telefono.
-Ci si vede fratellone!!-
“Sì. Ciao” conclusi chiudendo la chiamata.

Ero fottuto.
Avevo poco tempo e dovevo inventarmi qualcosa per non farli incontrare.
Riflettevo, quando Matt mi rivolse ancora la parola: “Come sta?”
Gli lanciai un’occhiataccia sinistra.
“Meglio da quando tu non ci sei più” dissi freddo.
Volevo ferirlo.
In realtà sapevo che aveva sofferto anche lui, ma l’istinto protettivo verso mio fratello mi accecava.
“Mi piacerebbe...” cominciò, ma non gli feci finire la frase.
“Non provare neanche lontanamente a chiedermi una cosa simile!”
Mi chiesi se davvero voleva prenderle o se era totalmente stupido.
“Perché no, io...”
“Tu cosa? Vuoi vederlo davvero?” cominciavo ad alterarmi “Dopo quello che gli hai fatto? Dopo avergli mentito per così tanto tempo??”
“Lo sai che non mentivo, io lo am...”
“Smettila” urlai “Che cazzo dici!! Stai zitto”.
Sbattei così forte la bacchetta sul tamburo davanti a me, che temetti di aver fatto un bel buco.
Il suono risuonò fin nella stanza accanto assieme alle mie urla e Bobby si affacciò alla porta sibilando un “Che succede ragazzi?” che io udii a malapena.
Avevo esagerato?
No!
“Che cazzo ci sei venuto a fare qui dentro? Ti annoiavi forse? La tua mogliettina non ti soddisfa più? Non provare ad avvicinarti mai più a noi! Se solo proverai a cercarlo questa volta ti ammazzo sul serio!”
Qualche altro aveva raggiunto Bobby sulla porta.
Ovviamente non capivano di cosa io stessi parlando.
Sapevano che Matt era stato un membro dei MARS e conoscevano anche la ‘scusa’ ufficiale.
Inoltre, penso che fosse la prima volta che mi vedevano in quello stato; di solito ero calmo e allegro con tutti. Non litigavo mai, né mi arrabbiavo.
Matt abbassò gli occhi, poi chinò la testa verso il basso quando lo presi per la maglia e lo sbattei contro il muro alle sue spalle.
Gli ringhiai contro.
La situazione stava degenerando.
Adam afferrò le mie braccia cercando di calmarmi.
Ero accecato dalla rabbia.
John mi tirò indietro “Che cazzo fai?” era quasi un rimprovero.
Decisi che dovevo uscire da quella stanza, mentre sentii Brooks che chiedeva a Matt se stava bene.
Buttai per terra l’ultimo pezzo di bacchetta con cui avevo minacciato Matt e mi diressi verso l’esterno dell’edificio.
Dovevo placare i miei bollenti spiriti.
Uscii fuori e con la schiena contro il muro, scivolai per terra.
Avrei voluto avere un fottuto pacchetto di sigarette in quel momento ma, ovviamente, ne ero sprovvisto.
Chiusi gli occhi e ascoltai il suono della città.
Aveva un che di magico e di melodiosamente assordante.
Rimasi così, immobile nella mia stabilità fino a quando qualcuno si frappose tra me e il sole
facendomi ombra.
“Vuoi?” mi chiese Bobby, l’avevo riconosciuto dai suoi sgargianti pantaloni a strisce nere e verde fluo.
Presi una sigaretta dal suo pacchetto e la infilai in bocca.
Poi mi si sedette accanto.
“Non l’accendi?” chiese.
“No” risposi.
“Come vuoi” disse mentre il fumo usciva copioso dalla sua bocca.
Non era mai invadente, non nelle questioni private almeno, ma questa volta era diverso: avevo coinvolto anche gli altri.
Guardando davanti a se mi chiese “Beh, allora, che cosa ti è preso? Che ti ha fatto quel ragazzo?”
Risposi con poche parole che non ammettevano replica: “Ha fatto soffrire una persona a me cara”.
Guardò verso il sole con gli occhi semichiusi: “Mh...ho capito” disse poco convinto “Rientriamo?”
Mi guardò.
Amavo il suo ‘non chiedere’, il fatto che non si impicciasse troppo degli affari altrui.
Si alzò stiracchiandosi e schiacciò la sigaretta sotto al tacco della scarpa destra.
Poi tese una mano verso di me.
La afferrai.
Poco dopo eravamo tutti nella stessa stanza.
Dovevamo provare.
Tanti ‘strumenti musicali’ si alternavano in un ritmo preciso e selvaggio attorno a noi piccoli umani.
Il mio stato primordiale veniva fuori, mi sentivo invaso da una forza barbarica; rozza, selvaggia e primitiva: ero ‘Shanimal’ al 100%. Jared non avrebbe potuto trovare soprannome migliore.

Il pomeriggio passò veloce.
John dava ordini a destra e a manca come un generale.
Noi, le sue truppe lo seguivamo.
Sapete, la particolarità di questo gruppo consiste nel fatto che gli strumenti utilizzati per produrre musica sono insoliti: si va dalla normale batteria con tutti i suoi ‘ornamenti’ a oggetti come secchi, attrezzi da cucina, bidoni di alluminio riciclato per l'immondizia, contenitori per la pioggia e strumenti tipici delle bande musicali.
Che dire: c’è un po’ di tutto.
Tranquilli, sappiamo bene quel che facciamo.
Provai il mio pezzo mentre vedevo John che sbraitava contro Bobby perché non seguiva la parte assegnatagli. E non credete di certo che Bobby se ne stia zitto! Se li vedeste, potreste pensare che stanno litigando, ma in realtà fanno così tutte le volte, quindi nessuno ci fa più caso.
Inoltre John è molto intransigente, anche se in ogni ‘parte’ che ci assegna c’è sempre un mezzo foglio vuoto: si sarà dimenticato di scrivere??
Assolutamente no!
In poche parole ci dà carta bianca su alcuni fronti e ciò è molto stimolante, anche perché nessuno segue di pari passo il ‘copione’ studiato da John.
La sera del concerto arrivò presto.
Per tutto il pomeriggio non avevo rivolto la parola a Matt e mi ero concentrato solo sulla mia musica. Gli altri componenti del gruppo si erano divisi tra chi parlava con me e chi con Matt: c’era un po’ di tensione, ma John e Bobby sapevano come far partecipare tutti quanti; sono mitici. In realtà quando conobbi John per la prima volta credevo fosse un tipo tutto tatuaggi e niente cervello.
Ok, so anch’io che non si guarda un libro dalla copertina ma... tutto cambiò quando ci presentarono e incominciammo a parlare: matto! Sclerato anche lui all’ennesima potenza XD mi piace! E’ una brava persona, come lo sono anche tutti gli altri qui: Adrian, Byron, Brooks e poi i mitici Corps; è grazie al progetto di Bobby, Adam e Frank che tutti noi possiamo condividere la nostra passione su un unico palco.

L’orologio appeso al muro del camerino segnava le 8 e 50 pm e Jared non si era ancora fatto vedere. Che ci avesse ripensato? Che avesse trovato qualche bella ragazza con cui passare la notte?
Speravo che fosse così, che non venisse più, anche se odiavo tornare a casa a notte fonda e sentire gli ‘orgasmi’ della tipa di turno provenire dalla stanza degli ospiti al secondo piano; perché sapete, Jared non porta mai le ‘donne’ nella sua stanza, o almeno non quelle di una notte. Dice che è un luogo troppo personale per mostrarlo a chiunque e su questo non ha torto.
Mi persi per qualche minuto nei miei pensieri, fino a quando non sentii il dito di qualcuno sfiorarmi la guancia sinistra: Adam aveva cominciato a ‘dipingere’ i poveri presenti. Con in mano un enorme barattolo di cerone nero, che a me pareva più tempera, se ne andava saltellando in giro per i vari camerini a distribuire il suo tesoro.
Mentre gli altri se lo passavano a strisce un po’ sulle braccia e un po’ sul volto, io ero solito ‘dipingere’ entrambi e completamente: lasciavo libere solo le mani, per ovvie ragioni, e un leggero contorno attorno agli occhi, dopo di che sarei stato solo un’ombra, solo musica e ritmo sotto i fari dei riflettori.

Per la prima oretta del live, ci alternavamo a suonare; di solito quattro o cinque di noi erano sul palco e a turno uno andava via per far entrare qualcun altro, tutto questo senza fermarci un secondo. Il pubblico non doveva accorgersi di nulla, anche se era quasi impossibile visto il via-vai che si creava. Quando arrivò il mio turno, salii rapido sul palco e mi posizionai davanti a due bidoni di alluminio dove cominciai a trasformarmi: quelle curve armoniose di un paio di cilindri...le adoravo! Ma quel giorno, avevo anche altro a cui pensare.
Cercai Jared tra il pubblico, ma l’unico che riconobbi fu Brent con un’esuberante biondina al seguito; come riesce a cambiarne una a notte ancora non me lo spiego, voglio dire... ok! I gusti sono gusti, ma Jared scopa molto meno di lui, eppure...tra loro due non c’è confronto; e se riesco a vederlo io, figuriamoci una donna.
In seguito, Byron prese il mio posto e io passai ad una vera batteria. Poco dopo, in realtà erano già passati venti minuti ma per me era stato un secondo, John mi fece segno di uscire: ero completamente assorto e stavo togliendo visibilità agli altri. Quando gli passai accanto, mi diede una pacca sulla spalla destra; mi voltai a guardarlo e lui guidò il mio sguardo verso la porta socchiusa del locale: Jared Leto, in tutto il suo splendore, aveva appena fatto la sua comparsa!

Sorrisi complice a John, mentre lui mi avvertiva che tra quindici minuti ci sarebbe stato il ‘finale’: in poche parole, tutti insieme a suonare sul palco!
Una cosa magnifica, ma quel giorno era una vera e propria tragedia.
Jared l’avrebbe visto, riconosciuto e riamato! Dovevo impedirlo...ma come?
Sembrava che il corso degli eventi avesse già preso una piega inaspettata.

Dal backstage vidi Jared che si avvicinava a Brent facendosi spazio tra la folla e gli parlava, ma probabilmente Brent non sentì molto, circondato da quel ‘casino’ che avvolgeva la sala.
Pensavo che mio fratello non mi avesse notato e invece guardò fisso nella mia direzione e mi fece la linguaccia... -.- tipico di lui, è perennemente un bimbetto. Lo salutai alzando leggermente la mano destra. Vidi, tra una luce e l’altra, che mi sorrise. Va bene, lo ammetto, un po’ mi è mancato...ma solo un po’ u.ù

Il gran finale venne e ci scatenammo tutti sulla pista: il palco, gli strumenti, erano parte di noi, non più un limite fisico, ma un estremità sonora.

--

Il mio Blackberry segnava le 12.30 am, ero nel mio camerino: il concerto era finito e cercavo, con pochi risultati, di togliermi quella ‘cosa’ nera che Adam ci aveva fatto mettere sulla pelle.
Ricordai che diceva che era anti-acqua...e adesso come me la tolgo? Non posso mica uscire così! Ma dovevo sbrigarmi e cercare Jared, perché probabilmente, dopo aver salutato Brent e la sua ‘nuova fiamma’, sarebbe venuto qui a cercarmi e speravo che non incontrasse nessuno lungo il corridoio.
Non dovevano incontrarsi!
Con un prodotto trovato in camerino e molto cotone, riuscii a dare alla mia pelle il suo colore naturale. Poi feci una doccia veloce: adoravo sentire su di me l’acqua fredda dopo un esibizione, era un toccasana per le mie membra stanche ed eccitate.
Uscii e indossai un paio di jeans scuri con una maglia senza maniche grigia, New Balance ai piedi e, guardandomi per qualche secondo allo specchio, strofinai ancora i capelli bagnati con l’asciugamano; poi di corsa, mi allontanai dal camerino, sarei tornato dopo a riprendere la mia roba, ora dovevo cercare Jared prima che lui trovasse qualcun altro.

Corsi lungo il corridoio per metà illuminato: gli altri camerini erano quasi tutti vuoti, la maggior parte dei miei compagni era già andata via, sentivo solo i Corps chiacchierare animatamente nella loro cabina. Erano sempre i soliti, credo che avessero delle DURACEL incorporate.
Alla fine del corridoio che stavo percorrendo, ce n’era un altro perpendicolare a questo; lì sulla destra, la terza porta, era quella del camerino di Matt.
Rallentai quando arrivai in prossimità del bivio: avevo paura di quello che avrei potuto vedere.
Mentre i bagliori della Città degli Angeli invadevano le finestre coi loro colori, svoltai a destra e mi bloccai. Quella poca oscurità mi nascondeva ai loro occhi, ma a differenza di me, loro erano perfettamente visibili sotto i neon verdastri che illuminavano le mura sinistre del corridoio: Jared se ne stava impalato di fronte a Matt!

Mi nascosi dietro al muro.
Cosa stavo facendo? Cosa stavano facendo??
Nessuno dei due si muoveva: si guardavano soltanto.
Erano trascorsi più di due anni da quando si erano lasciati nel peggiore dei modi e adesso si rincontravano qui e mentre loro ‘morivano’, io mi sentivo uno schifo: avrei dovuto dirgli chiaro e tondo il perché non volevo che venisse, non avrei dovuto mentirgli.
Matt aprì la bocca dicendo qualcosa che fu, prontamente, celato dal rumore delle auto che sfrecciavano sulla strada vicina. Sentii un impercettibile ‘Jared’ pronunciato dalle labbra del bassista, mentre l’altro lo fissava ancora immobile. A cosa stava pensando Jared in quel momento?
Cosa avrebbe voluto che io facessi? Me ne stavo fermo a guardare la scena senza intervenire.
Matt allungò un braccio verso mio fratello sfiorandogli il volto, Jared fece un passo indietro: non voleva ancora essere toccato, amato, ferito e poi abbandonato!
Si scambiarono un paio di battute, o meglio, sembrava che fosse solo Matt a parlare, prima che si avvicinasse a Jared.
Mio fratello indietreggiò ancora finendo contro il muro e parte di una grande finestra.
Continuavano a guardarsi. Matt si avvicinò ancora a Jared, i loro due corpi quasi combaciavano, il suo ex-leader aveva la testa poggiata contro il freddo muro e gli occhi ora, rivolti verso l’alto. Matt si abbassò leggermente e mentre lo abbracciava, chinò la testa verso l’incavo del collo di Jared.
I suoi capelli biondini sfiorarono le labbra dell’altro.
Ancora una volta rimasero immobili.
Io guardavo la scena pietrificato.
Jared non si muoveva, né lo abbracciava, né lo allontanava.
Anche lui aveva voluto quel momento: un istante che fosse solo loro come, in passato, ce n’erano stati tanti? Lo voleva ancora? Ne ero sicuro.
Minuti interminabili trascorsero per me come se fossero lunghissime ore, per loro, brevi secondi.
Ero sicuro che nessuno dei due parlasse: fuori il silenzio regnava sovrano.
Poi Matt prese l’iniziativa e allontanò il suo volto da Jared, lo sciolse dal suo abbraccio e ... lo baciò.
Un bacio lieve, sottile, leggero, delicato.
Jared, libero da quell’abbraccio avrebbe potuto spostarsi quando voleva, avrebbe potuto usare le mani e allontanarlo da lui, avrebbe potuto correre; Matt gli aveva dato una scelta e Jared aveva scelto, seppur inconsciamente, di volere quel bacio.
Troppo a lungo gli era mancato.
Troppo a lungo era rimasto fermo nel passato, a ricordare il suo bacio, il suo sorriso, il suo profumo.
Era un sogno, e non sarei stato io a rubarglielo.
Osservai la notte oltre i vetri della finestra: anche lei guardava i due amanti ora ritrovatisi.

Ma pochi minuti dopo il piccolo Leto urlava, sbraitava contro Matt, contro quel bacio.
La maschera caduta, ora si era riformata e svettava su Jared: il suo orgoglio, la sua dignità, scaraventate ancora una volta nell’oblio, ora reclamavano la loro posizione.
Jared attaccava Matt, lo scherniva.
Urlava parole che non capivo, frasi coperte dallo scrosciare della pioggia che aveva cominciato, fitta e imponente, a bagnare la città.
Jared agitava le braccia, Jared che ora era in piedi senza il sostegno del muro.
Jared che... scivolò a terra, Jared che veniva bagnato dalla pioggia che fredda, entrava dalla finestra semi aperta.
Jared che ora chinava la testa guardando il suolo.
Jared che non avrebbe mai più rivisto Matt.

La luce era saltata: dei lampi diedero il benvenuto ad un forte tuono che si abbatté sulle nostre teste.
Camminai malinconico verso mio fratello.
Matt era fuggito via, rifugiandosi nel suo buio camerino.
Jared si era portato le ginocchia al petto: la testa china, gli occhi nascosti dai capelli, la schiena bagnata dalle gocce di pioggia.
Mi avvicinai a lui e lo avvolsi tra le mie braccia.
Non sapevo cosa fare, non sapevo se avesse voluto il mio conforto in quel momento, perché purtroppo era l’unica cosa che potevo dargli: io non ero Matt, non avrei potuto donargli ciò che desiderava.
Gli imposi di alzare la testa, di guardarmi.
Lo fece e vidi che aveva gli occhi lucidi, ma ... non piangeva!
“Scusami” pronunciai serio e a bassa voce.
Jared mi guardò; poi dissentì con un movimento dolente della testa.
Non proferì parola.
Mi guardò ancora e poi avvolse le sue braccia attorno al mio collo, abbracciandomi forte.
Restammo lì immobili.
Lo odiavo!
Ancora una volta lo detestavo.
Ancora una volta ... lo sentii distintamente attraverso la porta, anche lui piangeva.

END


Dego piange, piangeeeee ç__________ç Non so se lo sapete, ma il 30 Giugno 2009, Matt ha collaborato con gli ‘Street Drum Corps’ ad un loro progetto, quindi, immagino che quando ci saranno dei live di gruppo, Matt potrebbe anche partecipare e ... incontrerebbe sia Shannon che Jared (<- se quest’ultimo va a vedere il concerto del fratello).

20 Luglio 2009




Allora, vi spiego per chi non lo sapesse,
gli “Street Drum Corps” sono formati da:

Bobby Alt
Adam Alt
Frank Zummo

Quando la band si riunisce con altri musicisti per dei concerti, a loro 3 si aggiungono:
John Sawicki (degli ‘STOMP’)
Byron McMackin (dei ‘PENNYWISE’)
Adrian Young (dei ‘NO BOUBT’)
Brooks Wackerman (dei ‘BAD RELIGION’)
Shannon Leto (dei ‘30 SECONDS TO MARS’)
Qui Shannon (centrale) con gli ‘Street Drum Corps’

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: Degonia