Capitolo 43
Emma e Snow si
sentirono improvvisamente afferrare dietro le spalle e, con una mano sulla
bocca, vennero trascinate dalle macerie a un nascondiglio segreto, buio,
illuminato solo da qualche torcia.
Cercarono di ribellarsi a quella presa, ma nonostante
non sapessero chi le avesse afferrate, avevano inteso che il loro scopo era
quello di allontanarle dal pericolo dei demoni incombenti.
Si domandavano però se questi rapitori avessero
buone o cattive intenzioni. Per quanto ne sapevano, potevano trattarsi di altri
demoni, che le aveva portate via, affinchè non
venissero trovate dagli altri. Sperarono però che fosse qualche anima buona,
intervenuta per salvare loro la vita.
Mille cose passarono loro per la testa, ma
Emma, qualunque il rapitore che l’aveva sorpresa alle spalle, con un rapido
scatto si libero, afferrò il braccio dello sconosciuto e con una mossa di difesa personale, lo atterrò
e bloccò, mettendosi un piede sul petto.
Snow si sentì liberare subito dopo e la voce del
suo rapitore si fece sentire.
“Emma calmati! Siamo noi!”
“David?” disse Snow
riconoscendo il marito dalla poca luce che veniva proiettata dalle fiaccole
appese sul muro.
Emma sussultò quando vide suo padre, temendo di
aver appena atterrato Killian, ma si sorprese
ulteriormente a quello che videro i suoi occhi. un grosso peso le sembrò
sparire dal cuore.
“Sempre pronta alla battaglia eh…mamma?”
Emma guardò l’uomo davanti a sé ancora un
secondo, poi lo abbracciò con tutta la forza che aveva in corpo “Herny! Grazie al cielo stai bene…ho temuto che tu…”
“Sto bene mamma, tranquilla!” disse Henry,
ricambiando l’abbraccio.
Emma si staccò dall’abbraccio, ma afferrò il
viso di Henry per ammirarlo ancora un po’. Fu David a svegliarla dall’ammirare
il figlio che non vedeva da tempo.
“Papà, stai bene? Gli altri?” chiese Emma
speranzosa.
Il sorriso di Davidi
morì e scosse la testa “Non sono qua Emma. Mi sono svegliato da solo vicino al
nostro castello e ho pensato che poteva essere un punto di ritrovo, ma quando son
giunto qua, ho visto le macerie e ho temuto il peggio. Non so cosa avrei fatto
se Henry non mi avesse trovato. Qui intorno è pieno di demoni.
“A proposito mamma, nonno mi ha raccontato
tutto quello che sta succedendo. Voglio aiutarvi.Ho qualche
idea su quali possono essere gli oggetti che rappresentano la foresta incantata
e farò di tutto per darvi una mano!”
Emma sorrise, ma presto si rese conto di
qualcosa di storto.
“Dove sono Lucy e tua moglie?” chiese
preoccupata.
“Loro stanno bene. Con l’aiuto di alcune fate
le ho mandate dove ancora tutto questo non è giunto. Io non ho potuto seguirle.
Non potevo abbandonare il popolo!” disse Henry, prima di ricevere una pacca
sulla spalla da suo nonno “Questo è mio nipote. Ha preso tutto da me!”
Emma sorrise “Mamma ha detto la stessa
cosa prima!” poi si fece seria. “Non
posso restare qui, devo andare a cercare Alice e Killian
e…”
Henry la fermò “Mamma aspetta, è pericoloso e
non…”.
“Non mi importa se è pericoloso Henry. Non posso
abbandonare la mia famiglia e…sei sposato e hai una figlia. Dovresti capire che
non posso stare ferma qui!”
“Lo so mamma e non volevo dire che devi stare
qui ferma a guardare le pareti, ma di organizzarci. Se dobbiamo uscire per
cercare la mia sorellina, approfittiamone anche per procurarci quello che ci
serve. Quindi propongo, prima di partire, di fare rifornimenti di cibo e di acqua. Poi possiamo
dare via alla missione salviamo i regni!”
Emma sorrise dolcemente nel sentire dare un
nome alla missione. Le faceva ricordare i bei tempi passati. I suoi ricordi
vennero interrotti quando vide qualcuno avvicinarsi a Henry. Lo avrebbe
attaccato se l’ombra che si stava muovendo non avesse chiamato suo figlio con
fare rispettoso, da farle intendere da che parte fosse chiunque si stesse
avvicinando.
“Maestà, abbiamo avvistato qualcun altro fuori
dal castello!”.
l’uomo giunse dalla profondità del nascondiglio
sotterraneo, che fece intendere alle nuove arrivate, che vi erano altre persone
al suo interno e fu proprio lì che Henry le condusse.
Vi era una camera molto grande, dove decine e
decine di persone erano sparpagliate in giro, su dei giacigli costruiti con
mezzi di fortuna.
Henry si avvicinò a quello che Emma comprese
essere un telescopio, che permetteva lui di controllare la situazione all’esterno.
Probabilmente era così che suo figlio le aveva trovate.
Vide henry sorridere a quello che vide e corse
fuori, seguito subito da tutta la famiglia. Sul volto di Emma apparve un
sorriso quando vide la sua bambina. Stava per chiamarla, ma Henry le fece cenno
di fare piano. Un passo falso e i demoni avrebbero trovato il loro nascondiglio
e sarebbero stati tutti quanti in pericolo.
“Sono lontane perché possiamo condurle all’interno
come avete fatto con noi. Se non possiamo chiamarle, come le avvertiamo? Anche
se le avvertissimo con un segno, non è detto che le bambine non si mettano ad
urlare per la felicità.” Disse Snow.
“So io come fare! Henry hai un a penna e un
foglio di carta?” chiese Emma.
“Eh,
veramente no! A cosa ti servono?” chiese l’uomo.
“Voglio scrivere un bigliettino a Regina e con
la magia farglielo volare lentamente vicino!” disse Emma.
Herny sorrise divertito.
“perché sorridi?”
“Emma tesoro, se con la magia puoi far volare
un fogliettino fino a Regina, puoi anche far apparire carta e penna!” disse Snow divertita.
Emma la guardò perplessa, poi alzando gli occhi
al cielo per non averci pensato, fece la magia.
Regina si guardava attorno spaventata. Vedere tutte
quelle maceri, non la rassicurava sulle condizione di suo figlio, della sua
consorte e della sua nipotina. Pensare che si trovassero tutti la sotto, le
fece accapponare la pelle.
“Mamma,
Henry non era a casa quando è venuto giù il castello vero?” chiese Roni, pensando la stessa cosa negativa della madre.
“Mio fratello non di fa sorprendere da un
castello ce viene giù. È più forte di così!” disse Alice “Almeno spero!” disse,
per poi voltarsi e vedere qualcosa avvicinarsi.
“Regina, cos’è?” chiese la bambina.
La donna vide un pezzo di carta volteggiare
verso di lei. Lo prese e lo lesse.
Alzò lo sguardo immediatamente alla ricerca di
qualcosa e quando lo vide sorrise.
“Cosa c’è scritto mamma?” chiese Roni.
“Venite con me, ma fate silenzio, i demoni non
devono sentirci, intesi?”.
Roni, Chloe e Alice
annuirono, ma non ci misero molto a vedere quanto aveva visto Regina. Ad Alice
scappò uno squittio prima di tapparsi la bocca e guardare Regina come a volersi
scusare.
La donna la incitò a continuare e quando finalmente
fu a portata di Emma, la bambina le saltò letteralmente addosso.
Regina invece corse da suo figli “Henry!” disse
una volta al sicuro. Lo abbracciò e lo ammirò esattamente come aveva fatto Emma
poco prima.
“Henry!” ci fu un urlò all’unisono fa parte
di Roni, Alice
e Chloe.
Le tre bambine gli furono addosso ed Henry fu
felice di stringerle a sé, anche la terza bambina che non conosceva.
Regina ed Emma si guardarono confuse al
comportamento di Chloe.
“Tu chi sei? Non mi sembra di conoscerti!”
disse Henry guardando Chloe.
Chloe abbassò lo sguardo “Oh bhe,
Alice e Roni mi hanno parlato molto di te e…dato che
Emma e Killian mi vogliono adottare, sei mio fratello
anche tu no?!”
Henry sbatte le palpebre curioso e guardando
Emma, chiese “C’è qualcosa che mi devi dire?”
“è una lunga storia e si, Killian
ed io pensavamo di adottare Chloe!” disse Emma,
alzando le spalle.
“Oh, ma è …è fantastico. Piacere di conoscerti!”
disse Henry stringendo la mano alla bambina, poi guardando Emma disse “Mi avevi
accennato al fatto che tu è Killian volevate
allargare la famiglia, ma pensavo che avreste provato in maniera tradizionale e…”
Henry non terminò la frase, che alle spalle della sua madre biologica, vide sua
madre, fargli segno adottiva di tagliare corto con l’argomento e dalla faccia
di Emma, potè comprendere che sua madre e Killian avevano avuto qualche problema nel concepire.
“Ma è meraviglioso, donare una famiglia a
chi non c’è l’ha, è un gesto magnifico e
io sono contento di avere una nuova sorellina!” disse Henry cercando di
cambiare discorso.
Emma sorrise, ma facendosi seria disse “Manca
ancora Killian e lui non ha poteri per difendersi!”
“Killian è
sopravvissuto a cose peggiori, non mi preoccuperei per lui!” disse David.
“Bhe io si! Vado a cercarlo!”
disse Emma prima di girarsi su sé stessa, ma il movimento rapido, la fece
gemere di dolore.
“Emma?” chiese Snow,
avvicinandosi a lei quando la vide appoggiarsi al muro. Cosa c’è che non va?”
Emma scosse la testa “Niente!”
“Non mentire mamma!” disse Henry.
“Ho avuto una fitta alla schiena. Devo aver
fatto un movimento sbagliato. ecco tutto! La fitta mi ha colta di sprovvista e
a volte può capitare! Non dovete pensare che a ogni mio gemito, io stia morendo!”
disse Emma infastidita.
“Scusa tanto Emma, ma prima stavi quasi per
svenire a causa della disidratazione, mi preoccupo eccome. Non è una cosa con
cui si scherza e l’assenza di acqua può provocare crampi ai muscoli, quindi
magari il tuo corpo non ha ancora recuperato e hai bisogno di riposa…” disse Snow.
“Non continuare ti prego. Berrò tutta l’acqua
del mondo se dovesse essere necessario, ma io andrò a cercare Killian.
“D’accordo, ma facciamo come ha detto Henry,
procuriamoci delle scorte di cibo, acqua e armi!” disse Snow,
non volendo lottare con la figlia, sapendo che era una causa persa. Ma non
poteva darle torto, avrebbe fatto la stessa medesima cosa al posto suo.
“Proporrei di lasciare le bambine qui sotto. Sono
al sicuro qui!” disse David.
“Ok, sono d’accordo anche io!” disse Regina,
mettendo a tacere qualsiasi tentativo di replica di Roni
a quell’affermazione e anche Alice potè fare poco.
Sua madre sembrava essere d’accordo. Restia a lasciarla, ma sapeva che la
bambina sarebbe stata più al sicuro lì, che con loro in superficie.
“Però sarei più tranquilla se qualcuno rimanesse
qui!” disse Emma.
“Rimarrò io!” disse Snow
“In effetti , non sono molto utile là fuori. Le mie frecce non hanno fatto
molto!” disse la donna “Inoltre in assenza di Henry, qualcuno dovrà pur
occuparsi della gente qui sotto e in quanto ex regina di queste terre, mi sento
responsabile!”
“Se Snow rimane,
rimango anche io!” disse David convinto.
Emma annuì, così come anche Regina ed Henry. Si
sentivano tutti più tranquilli a lasciare la bambine a loro.
Erano quasi tutti pronti ad andare, ma prima di
poter mettere piede fuori, Regina venne fermata dalle bambine.
“Regina, possiamo parlarti un attimo?” chiese Chloe.
“Certo, dimmi!” disse Regina.
“In privato!” disse Alice.
Emma sentì la richiesta di sua figlia e fu sopresa.
Regina era confusa tanto quanto Emma, si girò verso
di lei e con un cenno della testa disse “ Vi raggiungo subito.
Il viaggio iniziò in silenzio per non destare l’attenzione
dei demoni, ma appena giunti in un punto che sembrava apparentemente sicuro
Emma domandò “Cosa ti hanno detto le bambine?”
Regina sussultò alla domanda, nonostante si
aspettasse che prima o poi la salvatrice avrebbe tirato fuori l’argomento.
“Niente di importante. Roni
voleva dirmi una cosa, ma si vergognava e Alice e Chloe
hanno fatto da intermediari.
“Ah va bene!” disse Emma, non staccando gli
occhi da Regina.
“Cosa c’è?” chiese infatti il sindaco
sentendosi osservata.
“Ti devo ricordare con chi stai parlando? Riesco
a vedere che mi stai mentendo, inoltre mi
stai appiccicata come se dovesse succedermi qualcosa! Te lo chiedo un’altra
volta. Cosa ti hanno detto le bambine?”
Regina sospirò “è vero. Ti ho detto una bugia,
ma è un segreto. Le bambine vogliono che questa cosa rimanga fra me e loro e
non ho alcuna intenzione di infrangere questo segreto. Mi dispiace!”
Emma sembrava delusa dalla risposta. Non perché
Regina non voleva cosa si erano dette, ma la feriva il fatto che Alice non
fosse andata da lei. Aveva un segreto con lei e non vi erano mai stai misteri
fra loro due.
Regina sembrò capire cosa passasse per la testa
della salvatrice e aggiunse “non è come credi. C’è un motivo per cui Alice non
ti ha voluto dire niente. Diciamo che è una sorpresa e non voleva rovinartela,
ma ha anche bisogno del mio aiuto!”
Emma vide che questa volta non era una bugia e
si accontentò, anche se non riusciva a capire perché le bambine volessero farle
una sopresa proprio in quell’istante.
Regina riprese a parlare, cambiando però il
discorso “Emma, mi sai spiegare come mai gli inferi si sono impossessati
così in fretta della foresta incantata? Siamo
partiti solo da pochi giorni e gli altri paesi stavano bene, come mai qui è
diverso?”
“Non lo so. Il fatto che in una decina di
giorni o giù di li sia successo tutto questo, mi fa pensare che il tempo sia
agli sgoccioli!” rispose Emma.
“Una decina di giorni? Mamme volete scherzare? La
situazione qui è così da un paio di mesi non da giorni!”
Emma e Regina sussultarono “Come scusa?”
“è così, quando siete partite da Storybrooke?” chiese Henry.
“Fine ottobe!” disse
Regina.
“Siamo a fine marzo mamma!” disse l’uomo,
sorprendendo le due donne.
“In alcuni reami il tempo passa in modo
diverso, ma…il tempo a Oz dovrebbe essere uguale. A meno
che…” incominciò Regina
“Il paese delle meraviglie. Lì il tempo non esiste. Chissà quanto tempo
siamo stati in quel mondo. A noi è
sembrato a malapena un giorno, ma in realtà è passato tantissimo tempo!”
“Quindi anche Storybrooke
sarà in queste condizioni!” disse Regina.
“Tranquilla, Robin e Roland staranno bene!”
disse Emma.
“Mamme, a mezza giornata di cammino dovrebbe
esserci la pianta di fagioli. Se abbiamo la fortuna di non incontrare nessuno e
continuami di questo passo, potremo essere lì in tre ore.
“Cosa stiamo aspettando? Muoviamoci!” disse
Emma. Per poi passare in testa seguita da Regina ed Henry.