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Autore: Tigre Rossa    23/04/2019    1 recensioni
[She-Ra e le principesse guerriere]
[She-Ra e le principesse guerriere]“Adora . . . Adora. . . ”
Inizia tutto con un timido lamento, quasi impercettibile, accompagnato da un lieve fruscio delle coperte sottili.
La voce che piange nella notte aumenta piano piano d’intensità, fino a quando un grido angosciato strappa l’aria, troppo basso per svegliare l’intera stanza, ma troppo straziante per restare del tutto inascoltato.
“Adora!”
“Catra!”
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Catra si sveglia di scatto, ansimando e sudando freddo. Non grida; non grida nel sonno più da anni, ormai. Ma il nome di Adora è sulle sue labbra, come la notte prima, e la notte prima ancora.
Si volta d’istinto, ma Adora non è lì, a rassicurarla come ogni volta dopo un brutto sogno. Non è più lì da un bel po’, perché quello non è un brutto sogno. È la realtà, per quanto amara e dolorosa possa essere.
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Solo una piccola storia senza pretese in attesa della seconda stagione.
La natura del rapporto tra Catra e Adora è volutamente indefinita, per lasciare al lettore libertà di interpretazione.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Promesse nella notte

 

 

 

 


Le piccole promesse in cui ci impegniamo prima di addormentarci, quando ci svegliamo sono già dimenticate.
-Khaled Hosseini-

 


 

 


“Adora . . . Adora. . . ”

Inizia tutto con un timido lamento, quasi impercettibile, accompagnato da un lieve fruscio delle coperte sottili.

La voce che piange nella notte aumenta piano piano d’intensità, fino a quando un grido angosciato strappa l’aria, troppo basso per svegliare l’intera stanza, ma troppo straziante per restare del tutto inascoltato.

“Adora!”

“Catra!”

La bambina dalla voce spezzata si mette a sedere di colpo, soffocando un ultimo grido, i grandi occhi spalancati nel buio con un terrore tale riflesso nelle iridi feline da far pensare che veda ben altro oltre l’oscurità. Resta così, immobile, con il petto che si alza ed abbassa in fretta e le labbra che le tremano impercettibilmente, a fissare il buio, fino a quando una voce, gentile e preoccupata, non la chiama di nuovo.

“Catra?”

La piccola si volta lentamente verso la propria destra e lì, accovacciata al suo fianco, una bimba dai lunghi capelli dorati ricambia il suo sguardo con gli occhioni azzurri colmi di apprensione.

“Stavi gridando nel sonno, ho cercato di svegliarti.” sussurra piano Adora, in modo che nessuno dei loro compagni possa destarsi a causa della sua voce “Stai bene?”.

Catra stringe le labbra. È giovane, ma ha vissuto in quel posto abbastanza a lungo da imparare che non le è permesso mostrare nessun segno di debolezza. Ma, mentre tenta di scuotere la testa in segno di diniego, una lacrima le riga a tradimento una guancia.

Gira in fretta il viso, ma l’altra ha già visto quella testimone silenziosa della sua fragilità.

Così, si fa più vicino a lei e si affretta a rassicurarla “Ehi, ehi. Non devi nascondere le tue lacrime. Non con me.”.

Con una manina le fa delicatamente girare nuovamente il viso verso di lei e le asciuga dolcemente la lacrima, per poi prendere, nonostante gli artigli sguainati, le mani dell’amica tra le sue “Non devi fare sempre la forte. Stai tranquilla. Ci sono io, qui con te.”.

A quel punto, Catra crolla.

Guarda l’altra bambina per un momento e strappa le mani dalle sue, per poi abbracciarla con tutta la forza che ha in corpo, senza nemmeno pensare al rischio di poterle fare male.

Ma la bionda non si lamenta, né tenta di sottrarsi a quel contatto. È così raro e così inaspettato, e capisce dal modo disperato in cui si stringe a lei che ne ha davvero bisogno, così semplicemente si limita a rispondere all’abbraccio ed ad accarezzarle piano la schiena in lenti movimenti circolari, nel tentativo di calmarla.

Quando le sembra che il respiro affannoso sia rallentato almeno un pochino, osa chiedere, senza smettere di accarezzarle la schiena “Che cosa stavi sognando?”.

La piccola si immobilizza e, dopo qualche momento di esitazione, si tira indietro sciogliendo l’abbraccio senza osare incontrare il suo sguardo.

“Non c’è niente di vergognoso nel fare brutti sogni, lo sai vero?” chiede ancora, cercando di spronarla a sfogarsi “Succede a tutti. Io ho perso il conto delle notti che . . .”

“Ho sognato te.” sbotta all’improvviso, interrompendola e lasciandola senza parole. Ancora senza guardarla, stringe i pugni con così tanta forza da farsi male e continua, la voce appena spezzata “Ho sognato che decidevi di andartene da qui. Ti ho vista fare i bagagli ed andartene, e per quanto ti inseguissi tu non ti sei fermata ad aspettarmi. Ti ho chiamata, ma non ti sei nemmeno voltata a guardarmi. Te ne sei andata, lasciandomi qui da sola.”.

Adora sente per un attimo il proprio cuore fermarsi a quelle parole e subito, come se non riuscisse a sopportare nemmeno il pensiero che la sua migliore amica sia così triste e spaventata a causa sua, la rassicura con decisione “Era solo un sogno, Catra. Solo un brutto sogno. Non farei mai una  cosa del genere.”.

Solo in quel momento i grandi occhi felini della bambina cercano di nuovo i suoi, di scatto, come se non osassero credere a quelle parole “Davvero?” chiede con un filo di fiato.

La bionda annuisce, nella maniera più naturale nel mondo, ma dentro di lei qualcosa urla in agonia nel rendersi conto che Catra crede davvero che lei la lascerebbe così, come se non fosse nulla. “Ma certo. Sei tutto quello che ho.” esclama, portandosi una mano al petto “Come potrei mai lasciarti? Mi farebbe troppo male.”.

La piccola la studia, quasi cercando di capire se quella è la verità o no. “Lo prometti?” chiede a bruciapelo, la voce in un sussurro.

“Che cosa?”

“Di non lasciarmi mai.” mormora piano, come se ogni parola pesasse più del mondo intero “Promettimelo.”.

Adora esita, ferita dal fatto che l’altra abbia bisogno di una promessa per credere a qualcosa che per lei è semplicemente certo. Ma stanno crescendo in un luogo che le ha insegnato a non fidarsi di niente e nessuno, nemmeno di loro stesse.

Catra si fida di lei, nonostante tutto e tutti, e lo sa anche lei, ma per non lasciare che i dubbi fioriscano come erbacce selvatiche ha bisogno di promesse. Ne ha già chieste,in passato, fin da quando erano piccolissime ed avevano appena scoperto di non avere nessuno se non loro stesse, in quel luogo privo di serenità. E lei non ha mai avuto paura a farne.

Così, pronuncia l’ennesimo giuramento, certa che non verrà mai il momento in cui verrà messo alla prova e che anche se dovesse arrivare, saprebbe restare fedele alla propria parola.

“Ma certo, lo prometto. Non ti lascerò mai.” le sussurra, prendendo una della mani ancora serrate tra le sue “E se mai dovessero separarci, tornerò da te a qualsiasi costo.”.

A quel punto, finalmente, Catra sorride. È un sorriso piccolo, fragile, sul punto di infrangersi, ma c’è, e questo risolleva l’anima di Adora.

La bambina sorride a sua volta e poi le dice, con tono dolce “Su, ora cerca di tornare a dormire. Vedrai che non avrai altri brutti sogni.”.

Le lascia la mano e fa per scivolare via, ma l’altra le afferra velocemente il polso, trattenendola. Al suo sguardo interrogativo abbassa appena la testa ma osa chiedere, con un timidezza insolita “Posso dormire con te, questa notte? Non credo che riuscirei ad addormentarmi, senza di te.”.

Adora si sente stringere il cuore in una stretta calda e rassicurante, e si limita ad annuire.

Con la mano di una ancora stretta attorno al polso dell’altra, le due scivolano dal letto di sopra fino a quello inferiore. Si infilano sotto le coperte e la più grande le rimbocca alla più piccola, per poi stendersi di fronte a lei. Si addormentano così, una manina di Adora stretta attorno al mignolo di Catra, e la coda di Catra attorcigliata attorno alla caviglia destra di Adora.

Questa è solo la prima delle notti che passeranno l’una accanto all’altra, ma loro non lo sanno.

Come non sanno nemmeno che, non troppi anni dopo, quelle notti non si ripeteranno mai più.

 

 

 


Catra si sveglia di scatto, ansimando e sudando freddo. Non grida; non grida nel sonno più da anni, ormai. Ma il nome di Adora è sulle sue labbra, come la notte prima, e la notte prima ancora.

Si volta d’istinto, ma Adora non è lì, a rassicurarla come ogni volta dopo un brutto sogno. Non è più lì da un bel po’, perché quello non è un brutto sogno. È la realtà, per quanto amara e dolorosa possa essere.

La ragazza si porta le gambe allo stomaco, nascondendo il viso contro le ginocchia. Non vuole che nessuno dei suoi compagni, svegliandosi, veda quelle lacrime che non riesce a trattenere. Non vuole che nessuno sia testimone della sua debolezza.

Perché lei è debole, e fragile, e così vicina al punto di rottura. Ma non permetterà a nessuno di vederlo, non permetterà a nessuno di avvicinarsi abbastanza per toccare con mano la sua fragilità. Lo ha già fatto una volta, e non commetterà mai più lo stesso errore.

Perché quello che una volta era solo un brutto sogno, il sogno più brutto di tutti, è diventato realtà.

Adora se n’è andata davvero, infrangendo quella promessa e tutte quelle che aveva fatto prima di quella. Se n’è andata, senza nemmeno pensare a lei, senza nemmeno cercare di ricordare quelle parole su cui lei aveva costruito quasi tutta la sua vita.

Perché Adora è sempre stata ed è ancora tutto ciò che Catra ha. Ma, evidentemente, per Adora lei non lo è più da molto tempo.

Adora era il suo raggio di sole in mezzo a tutta quella oscurità, e ora quelle principesse e la loro maledetta ribellione l’hanno portato via da lei, lasciandola al buio da sola.

Dorme ancora nel suo letto, perché si illude ancora che profumi di lei, che profumi di loro, anche se l’ha distrutto, anche se è passato così tanto tempo dall’ultima volta in cui hanno dormito insieme. Dorme ancora lì, quasi con la folle speranza che al suo risveglio Adora sarà di nuovo lì, addormentata, al suo fianco come dovrebbe essere.

Ma dentro di sé sa di dover smettere di illudersi. Non accadrà mai niente di tutto questo.

Adora è una principessa ormai. Appartiene al nemico, alla ribellione, e a tutto ciò che le è stato insegnato ad odiare. E lei la detesta. La detesta con tutto il suo cuore per questo.

La detesta perché ha deciso di intraprendere una nuova strada senza di lei, sacrificando tutte le loro promesse per intraprenderlo.

La detesta perché, nonostante quel dolore sordo e straziante che le lacera l’anima giorno e notte, continua a sognare di vederla tornare da lei.

Si asciuga le lacrime con stizza, costringendosi a cancellare quei pensieri. Torna a stendersi, decisa a cadere in un sonno senza sogni, dove gli occhi di tutto ciò che ha perduto non la tormenteranno ancora ed ancora.

Prima di chiudere le palpebre e lasciare che il buio scenda su di lei, giura a se stessa ancora una volta di dimenticarla, di dimenticare colei che le ha dato una ragione per continuare a lottare per tanti anni, di dimenticare lei e il proprio cuore ferito a morte.

Ma sa già che, la mattina dopo, appena aprirà gli occhi, il suo primo, istintivo gesto sarà voltarsi dove dormiva Adora, nella folle certezza che almeno questa volta sarà lì.

Perché, e lo ha imparato a sue spese, le promesse fatte prima dell’oblio del sonno svaniscono nella notte, e di loro non restano che sussurri nel vento, fantasmi di ciò che sarebbe dovuto essere.

 

 

A distanza di miglia e di una vita intera, Adora non dorme. Si limita a fissare il nulla nell’oscurità, in compagnia dei rumori della notte.

Ormai, anche grazie a Glimmer e Bow, si è abituata a dormire in una stanza che non sia piena zeppa di altri ragazzini, su un letto che sia più di una scomoda brandina condivisa.

Ma, nonostante tutto, non si è ancora abituata a dormire senza Catra.

E dubita che ci riuscirà mai.

A volte, durante il giorno, le sembra quasi di essere riuscita a dimenticarla. O almeno di aver dimenticato il legame indissolubile che le lega e che il suo ammutinamento e la trasformazione in She-ra hanno reso fragile e malsano. E, presa com’è dalle infinite missioni, dalle risate di Bow e dai sorrisi di Glimmer, ci crede quasi.

Ma poi, quando scende la notte e resta sola con se stessa, Catra e tutto ciò che per lei è stato ritornano prepotentemente a fare confusione nella sua anima, a scombinarle i pensieri, ad accoltellarle il cuore.

Per seguire il suo destino, ha dovuto lasciare indietro la prima e per lungo tempo unica cosa bella che la vita le abbia dato. Non ha avuto scelta, ne è consapevole.

Ha cercato di farglielo capire, di convincerla a seguirla lungo quella strada, ma Catra ha visto tutto questo solo come un orrendo tradimento. E di notte, quando rivede i suoi occhi feriti in sogno, anche lei lo percepisce in quel modo.

È per questo che trascorre tante notti insonni, nonostante la stanchezza e la compagnia dei suoi nuovi amici. Una parte di lei, straziata e sanguinante, si è smarrita, e lei ne conosce bene il nome.

È tormentata dalla sua colpa. È tormentata dalle sue promesse infrante.

Aveva promesso che si sarebbe presa cura di lei. Che sarebbe rimasta al suo fianco. Che non l’avrebbe lasciata.

Ha ferito la persona che le ha insegnato cosa significa avere qualcuno da proteggere. L’ha abbandonata in mezzo alle tenebre, consapevole di ciò di cui sono capaci, e ha lasciato che le marchiassero, che la rendessero una di loro.

Ma lo vede, che non l’hanno ancora fatta loro del tutto. Riesce a scorgerlo, nei brevi scontri in cui si ritrovano a fronteggiarsi, loro che una volta avrebbero preferito strapparsi il cuore piuttosto che farsi del male. A volte, tra un attacco e l’altro, scorge ancora una luce, una flebile scintilla, solo un frammento di ciò che una volta le illuminava lo sguardo, ma c’è ancora.

Ed è quella scintilla, più di ogni cosa, che la tiene sveglia la notte.

Perché, fino a quando quella scintilla continuerà a spendere, fino a quando potrà vedere che nonostante tutto Catra non è cambiata, non davvero, ed è solo ferita e sola e smarrita, lei sa di avere ancora una possibilità di mantenere almeno una delle sue promesse.

Quella di tornare da lei.

Ma non tornerà da lei per restare al suo fianco in quell’Orda che ha fatto solo del male ad entrambe, no.

Tornerà da lei per strapparla una volta per tutte da quelle ombre, per impedire loro di farle ancora del male.

Tornerà da lei per portarla via, e farà in modo che lei lo voglia davvero e che sia una sua scelta seguirla.

Tornerà per riprendersela, e questa volta non lascerà che scivoli via da lei ancora.

Questa è la sua promessa adesso. E farà qualsiasi cosa per restarci leale e mantenerla, e lotterà per far sì che non si infranga come tutte le altre.

Arriverà una nuova notte in cui non sarà più costretta a vivere in un eterno brutto sogno, e in cui il letto non le sembrerà più così vuoto.

  
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