Videogiochi > Danganronpa
Ricorda la storia  |      
Autore: Subutai Khan    24/04/2019    2 recensioni
Tutti conosciamo la trama basilare del primo gioco.
Beh. Permettetemi questa palla curva.
[Questa storia partecipa alla challenge Uova di Pasqua, indetta dal gruppo Facebook Il Giardino di EFP. La traccia è la seconda dell'Uovo al Latte, Personaggio Buono Diventa Cattivo e Viceversa, con una spruzzata della seconda dell'Uovo alla Nocciola Inverti i Ruoli dei Personaggi]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Junko Enoshima
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Guardo la lapide. È semplice, con un epitaffio breve e senza foto.
Proprio come lo era lei, che è sempre stata l’opposto di come sono io. Sono sicura che non avrebbe voluto nulla di diverso.
Mi manchi, sorellina.
Vi appoggio un crisantemo. Da qualche parte ho letto che in certe parti dell’occidente è considerato il fiore dei morti, anche se qui ha tutt’altro significato e valore simbolico. Noi giapponesi lo consideriamo il fiore che meglio rappresenta la nostra gloriosa patria.
Entrambi i sensi sono appropriati.
Sei morta e sei un’eroina. Hai salvato la nazione, se non addirittura il mondo intero.
Mi sentirò in colpa per sempre nel non essere riuscita a fare di più per te. Non averti salvata sarà il mio eterno rimpianto e me lo trascinerò fino alla tomba.
Ma, in tutta sincerità, so che sei morta felice. Quel che sei riuscita a fare ha dato un’immensa importanza alla tua breve vita e specialmente al tuo trapasso.
Ok, basta tergiversare. Leggo la concisa frase che ti farà compagnia per il viaggio.

戦刃 むくろ
1994-2010
Ringraziatela

...sì, l’ultima parola l’ho messa io. Eri troppo modesta per pretendere un doveroso ringraziamento.
Di cosa sto parlando? È presto detto.
Io e Mukuro abbiamo avuto un’infanzia… difficile. Abbandonate presto dai quei pezzi di merda dei nostri genitori, siamo campate di espedienti in mezzo a una strada. Due bambine piccolissime costrette a rubacchiare, a fare l’elemosina e ad agire come bassa manovalanza della malavita locale per poter dare un morso a un tozzo di pane rinsecchito.
Bella roba, eh?
Per fortuna i nostri interessi ci tenevano a galla, se non altro mentalmente: io ero attratta tipo falena con la luce dai toni platinati e dalle bellissime donne nelle mie riviste di moda; tu divoravi Sherlock Holmes, Nero Wolfe e Hercule Poirot come fossero aria.
Poi i colpi di fortuna. Tu hai avuto l’occasione di lavorare su qualche piccolo caso, risolvendolo alla velocità della luce e cominciando a farti una discreta fama, mentre io sono riuscita a entrare nel giro delle modelle.
Seppur con lentezza, ci siamo risollevate dal pantano della miseria e della vita grama. Assieme, anche se ognuna nel rispettivo campo.
Sono passati alcuni anni. La nostra situazione è immensamente migliorata, anche perché andare peggio era difficile.
All’alba dei sedici anni, quando ormai eravamo entrambe stabili dal lato economico, ci è arrivata la richiesta di frequentazione all’accademia Kibougamine. Per chi non lo sapesse, la Kibougamine è la scuola per tizi geniali che invita i giovani virgulti pieni di talento per dar loro un’educazione appropriata.
Volevano me come Super Modella e te come Super Detective.
Avevamo qualcosa da perdere nell'accettare? No, per nulla.
Pertanto abbiamo accettato.
Ci siamo ritrovate nella stessa classe, la 78. I baci e gli abbracci che sono volati nel rivederci in pianta stabile dopo un po’ di tempo ve li risparmio.
Eravamo fuori di noi dalla gioia. E il resto dell’ambiente corroborava lo stato d’animo, perché i nostri compagni erano persone fantastiche e di gran compagnia. Tranne un paio di elementi, ma quale famiglia felice non ha la sua pecora nera?
Byakuya Togami era il primo. Super Erede dell’omonima Zaibatsu, megaricco, megaegocentrico e megastronzo. Ma va beh, in realtà era poca roba. Lui se ne stava sulle sue e noi si tendeva a ignorarlo, tranne le anime candide come Naegi e Oogami che ogni tanto provavano a tirarlo dentro. Venendo puntualmente rimbalzati, porelli.
L’altro...
Uff. Tentenno perché, col senno di poi, ci sarei dovuta arrivare ben prima.
Kyouko Kirigiri, Super Soldato. Reduce da una campagna di guerra, morte e distruzione in giro per il mondo dopo aver fatto parte di Fenrir. Fenrir, per coloro vissuti sotto una roccia, è la compagnia di mercenari più temuta e pericolosa al mondo. Solo i peggiori tagliagole possono ambire a farne parte e chi viene via difficilmente è una frequentazione raccomandabile.
Lei non faceva eccezione. Silenziosa, cupa, il classico tipo che apre bocca solo per portare sfiga o augurare l’esito peggiore. Il problema, al contrario di quell’altro campione di affabilità, è che non si teneva in disparte rispetto al nucleo sociale. Cercava di partecipare, nel suo peculiare modo. Facendo fare a tutti i maschietti vigorose e plateali toccate di palle quando si palesava.
Stupido, stupido senno di poi. Ti odio, lo sai? Adesso fai apparire tutto semplice, lapalissiano. All’epoca, nonostante gli allarmanti segnali, non sembrava una situazione meritevole di ulteriori spiegazioni: era una menagrama e tanto bastava.
Era persino la figlia del preside, anche se a quanto ne so non si parlavano da ere geologiche. Una piccola parte di me è incuriosita da questo fatto, vorrei saperne un po’ di più. Ehi, come ogni modella che si rispetti ho l’anima da pettegola e non me ne vergogno.
E mentre noi marinavamo nell’ignoranza tipo la carne di pollo per gli spiedini in salsa teriyaki, tu avevi già subodorato qualcosa. Che razza di Super Detective saresti stata, altrimenti?
Mi confidasti un po’ di dubbi nei suoi confronti, e io da brava scema li bollai come tue paranoie professionali: “Mukuro, smettila di vedere il peggio nella gente. Capisco che essere un’investigatrice ti porti a sezionare e analizzare ogni singolo comportamento di chi ti sta attorno, però il troppo stroppia. Dalle il beneficio del dubbio, suvvia. Visto che è stata in un’unità di militari e ha il corpo pieno di cicatrici, questo significa per forza che sia un brutto elemento? Poi ok, non sarà simpaticissima, ma i caratteri ostici esistono anche per le brave persone.”
“No Junko, non capisci. Il mio senso di detective trilla ogni volta che la vedo.”
“E che sei, la Donna Ragno col quinto senso e mezzo? Inoltre, è proprio così impossibile che tu possa sbagliarti su di lei?”
“No, non lo è. Non sai quanto spero tu abbia ragione…”
Naturalmente quella ad avere ragione eri tu. Ti ci ho già mandato a ‘fanculo, senno di poi?
Se non altro, incassato il due di picche della tua intelligentissima gemella, non ti sei data per vinta e hai continuato a guardarla di sottecchi e a prendere informazioni. Così facendo, sei riuscita a capire cosa in realtà stesse architettando.
Perché, dietro alla tutto sommato innocua facciata della tizia poco amichevole, Kyouko Kirigiri aveva piani terribili. Nel suo ristretto circolo di seguaci, difatti, era conosciuta con l’inquietante titolo di Ultimate Despair.
Voleva distruggere il mondo. O giù di lì, i dettagli mi sono sfuggiti.
Quando una settimana fa ti sei presentata trafelata in camera mia, ansimando e reggendo sotto al braccio le prove di quanto stavi affermando da mesi, sono caduta dal pero prendendo una culata clamorosa.
“O… o cristo, Mukuro! Ma ne sei… ne sei proprio sicura?”
“Mai stata più sicura in vita mia. Le foto e i tabulati parlano chiaro.”
“Per tutti i kami. Dobbiamo avvisare il preside! La polizia! L’esercito! Superman!”
La risatina che ti sei lasciata sfuggire alla battuta mi fa male ancora adesso: “Io preferisco Batman. L’unica opzione fattibile fra quelle che hai presentato è il preside, ed è già stato un buco nell’acqua. Si ostina a pensare che ce l’abbia con sua figlia per un qualche imprecisato sgarbo che mi avrebbe fatto, che mai la sua adorata bambina potrebbe anche solo concepire queste cose. Non ci aiuterà.”
“Cazzo! Cos’hai intenzione di fare, allora?”
“Fermarla.”
“Fermarla? Tu e quale esercito? Se finisci nelle sue grinfie ti apre la gola con uno stuzzicadenti. Sai di cos’è capace, non si sopravvive a Fenrir se non sei una macchina omicida.”
“Forse. Ma non posso lasciarla agire impunemente!”
“Cazzo cazzo cazzo cazzo… Mukuro, non fare pazzie. Ti farai ammazzare!”
Quando l’accademia sarà crollata come un castello di carte, porterò la mia disperazione al di fuori delle sue mura. Sarà più infettiva della spagnola. Della peste nera. Del Radical-6 in Virtue’s Last Reward. Tutti dovranno conoscerla, assaporarla in prima persona e affogarci dentro come i patetici vermi che sono. Vuoi che te ne legga un altro?”
“Ma porca eva, portali al commissariato più vicino! Ancora un po’ neanche Osama bin Laden parla così!”
“Credi che non ci abbia pensato di mio? Se mi ci azzardo, il preside mi butterà fuori a calci e si assicurerà che non possa prendere il diploma superiore in nessun liceo del paese. Tengo troppo a restare alla Kibougamine per affrontare la possibilità di un’espulsione.”
“Cos’è più importante, rimanere in questa scuola per fighette o respirare? Quando fai così sei insopportabile!”
“Ho deciso che non andrò alla polizia, punto. Dovrò inventarmi qualcosa.”
“Dannato mulo che non sei altro…”
Un’ora di litigio. E sapete cosa? Non me ne pento. Non la trasformerò in un idolo di perfezione solo perché non c’è più. Era testarda, fottutamente testarda. Se solo mi avesse dato retta, adesso non sarei qui a fare il suo elogio funebre.
Perché, nonostante tutta la mia buona volontà e il mio buon senso, non ci sono proprio riuscita. Non ne ha voluto sapere.
Troppo, troppo, troppo attaccata alla 78 per correre il rischio di privarsene.
Vorrei poter irrompere in camera di Naegi, dopo avergli sfondato la porta a calci, e rinfacciargli di essere una persona troppo bella e a cui è troppo facile affezionarsi. Vorrei tanto.
Ma sono obbligata al silenzio.
Mukuro Ikusaba è morta da eroina e nessuno lo può sapere, al di fuori di me e del preside Kirigiri. È stato lui a impormi il riserbo più assoluto sulla faccenda, minacciandomi pesantemente se mi fosse venuto lo sghiribizzo di parlarne. Non vuole che il buon nome di Kyouko venga infangato.
Per quieto vivere preferisco obbedire al diktat, ma brucia come un chilo di peperoncino di Cayenna.
Maledetto bastardo. Ti auguro tutto il male e il dolore del mondo, te li meriti.
Quindi cos’ho fatto? Sono rimasta ferma come un baccalà quando l’ho vista andarsene.
L’ho già detto che il senno di poi è un gran figlio di troia? Perché ora, sapendo quel che so, non lo avrei fatto mai. MAI.
Mezz’ora dopo mi è suonato il cellulare. Era Mukuro.
Ho risposto, aspettandomi una normale conversazione. Quel che ho avuto, invece, sono stati mugugni e gorgoglii poco identificabili.
Mi sono scapicollata in camera sua.
La porta era socchiusa.
Mi è salita l’angoscia.
Lo spettacolo… oh per la miseria porca…
Quella stanza era un pandemonio: le sedie rovesciate, il letto devastato, una finestra mezza rotta, tutti i fogli e le foto che mi aveva mostrato poco tempo prima sparpagliati in ogni dove.
E in mezzo a questo cataclisma c’erano i cadaveri di Mukuro e Kyouko.
Si erano ammazzate a vicenda.
Occazzo. Occazzo. Occazzo.
L’impulso iniziale è stato quello di precipitarmi su di lei per assicurarmi se i miei peggiori timori fossero realistici, ma in realtà non ce n’era bisogno. Non si muoveva e giaceva sul materasso, che si era magicamente tinto di rosso.
Neanche la baldracca aveva bisogno di conferme. Dalla mia posizione il collo piegato innaturalmente era evidentissimo.
Ho cominciato a sudare. Come un porco.
Agitazione. Disperazione. Agitazione. Agitazione. Disperazione.
Non sapendo come comportarmi, ho lasciato libere le braccia di fare quel che volevano e le infingarde hanno ben pensato di chiamare il preside. Ora me ne pento profondamente.
Gli ho intimato di venire da solo.
Mi ha trovata in lacrime sul corpo di mia sorella.
E quindi eccoci qui.
La versione ufficiale dice che Mukuro Ikusaba ha avuto un infarto ed è morta sola in camera sua. Kyouko Kirigiri, invece, è stata richiamata in Fenrir e ha deciso di andare a farsi tagliare un altro paio di dita. Oh, non ve l’avevo detto? Le mancava il pollice della destra, fra le altre cose.
Se non altro hai avuto giustizia in morte: tu sei stata seppellita dopo un onorevole funerale, con il resto della 78 che piangeva come fontane; la baldracca, per mantenere le apparenze, è stata fatta sparire da quel gran bastardo di suo padre senza troppi complimenti. Per quel che ne posso sapere l’ha personalmente ficcata dentro un bidone della spazzatura e ci ha dato fuoco.
Chissà, forse questo si poteva evitare. Anzi no, col piffero. Si poteva sicuramente evitare se solo una certa testona non mi avesse ignorata.
Bof. Sei stanca e depressa, Junko. Non metterti a cercare i se e i ma. La realtà è questa: Kyouko Kirigiri era un animale che non ha esitato a uccidere tua sorella pur di non avere ostacoli nei suoi piani di devastazione, il che mi porta a pensare che…
A niente. Non mi porta a niente.
Cosa me ne deve fregare, sul serio?
La mia adorata gemella non c’è più. È tutto ciò che mi interessa.
Sarà dura vivere sezionata a metà.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Danganronpa / Vai alla pagina dell'autore: Subutai Khan