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Autore: MonicaX1974    26/04/2019    0 recensioni
Attenzione! SPOILER! Si consiglia la lettura solo dopo aver letto "The beginning".
Approfondimenti, momenti inediti, restroscena e spin-off, in questo libro troverete tutto quello che ancora non sapete su Harry, Chloe e tutti gli altri protagonisti dai quali proprio non riesco a separarmi.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Hazel

È come scivolare dolcemente sulle onde: è questo l'effetto che mi fa questa meravigliosa macchina, al volante della quale c'è un Jordan casual e disinvolto, che dà l'impressione di essere completamente rilassato e a suo agio, mentre guida nel traffico di Boston.

È piacevole il leggero sottofondo del rumore del motore che accompagna il tragitto non propriamente silenzioso, ma nemmeno pieno di chiacchiere.
È piacevole il suono della sua voce che, di tanto in tanto, si fa sentire, mentre mi illustra le caratteristiche principali della sua città.
È piacevole la stazione radio che ha scelto, il cui volume è così basso da essere a malapena udibile, ma abbastanza alto da capire che sia musica jazz.
Ed è piacevole voltarmi a guardarlo, per fermare il mio sguardo sul suo sorriso, sulle sue fossette, e sulla sua espressione tranquilla.

Jordan Styles è incredibilmente galante, educato, affascinante, e davvero non capisco come possa essere single. Non che la cosa mi dispiaccia, anzi, sapere che è ancora disponibile mi fa sperare di avere una possibilità, quello che mi preoccupa davvero è che spero di essere alla sua altezza, sia a livello intellettuale - perché ho potuto capire quanto sia intelligente - sia a livello personale.

Jordan ha cinque anni più di me e potrebbero anche non sembrare molti, ma lui è un uomo di mondo, con diverse esperienze alle spalle, io sono una piccola maestra d'asilo, che è uscita poche volte da Montréal, la cui più grande preoccupazione è assicurarsi che i bambini abbiano mangiato e che non si prendano per i capelli.

«Siamo arrivati», dice d'un tratto, distogliendomi dai miei pensieri.

Osservo il paesaggio fuori dal finestrino, poi torno a guardare lui con aria confusa, perché non vedo l'ombra di alcun locale qui fuori.

«Dove siamo?», gli domando stranita.

«A casa mia», afferma con un adorabile tono imbarazzato, «non pensare subito male», dice ancora, «è solo che volevo avere l'opportunità di parlare con te senza la confusione della gente intorno...» Sulle mie labbra si apre lentamente un sorriso e Jordan sembra rilassarsi, perché sorride anche lui, adesso. «Quello è un sì?», chiede, come a volere un'ulteriore conferma.

«È un sì», dico, per poi vedere le sue spalle rilassarsi, «più precisamente è un "sì, Jordan, hai avuto un'idea grandiosa"». Imito una stupida voce per sottolineare il concetto, cosa che lo fa ridere.

A quel punto sganciamo le cinture di sicurezza, scendiamo dall'auto, ed entriamo nell'edificio. Jordan saluta quello che credo sia il portiere e l'uomo risponde con un "buonasera dottor Styles", accompagnato da un gran sorriso. Infine entriamo in ascensore, dove non trattengo un sorriso al ricordo di ciò che mi ha raccontato Chloe, di lei e Harry che si sono baciati qui dentro, mentre lui teneva le porte bloccate. Arriviamo poi al suo appartamento in silenzio, in una salita fatta di tanti, veloci, ma intensi, sguardi.

«So che è fin troppo ordinato», dice lui, quando varchiamo la soglia dell'ingresso, e io mi ritrovo a guardarlo con aria confusa.

«Di solito ci si scusa per il disordine», gli dico, per poi tornare ad osservare l'ambiente intorno a me, mentre ci togliamo i cappotti, ed effettivamente mi rendo conto che l'appartamento è immacolato, bianco, pulito, e profumato.

Sembra una casa di quelle da copertina, dove tutto è al posto giusto, senza un granello di polvere. Decisamente bella, ma assolutamente impersonale: l'unica cosa che fa capire che lui abita qui, è la fila di foto che riempie l'intero ripiano del mobile sistemato tra i due divani, al quale mi sto avvicinando. In ogni cornice c'è Harry, in molte c'è anche lui, a varie età - in un paio, quello che mi sembra suo padre. Posso dire, senza quasi ombra di dubbio, che la vita di Jordan è basata sul suo lavoro e su suo fratello.

«Non so dirti quanto gli voglio bene». La voce emozionata di Jordan alle mie spalle mi fa voltare verso di lui e riesco a scorgere nei suoi occhi chiari tutto l'amore per suo fratello minore. «Mi ha fatto disperare, arrabbiare, preoccupare, poi mi ha consolato, mi ha fatto ridere, e mi è stato vicino... Mi ha riempito di orgoglio, con grandi e piccole conquiste, per poi farmi stare in pensiero durante i suoi periodi più bui, e quando ha incontrato Chloe l'ho visto lentamente rinascere e...» Si ferma per un attimo, ma io non riesco a dire niente, perché è talmente grande l'emozione che le sue parole hanno scaturito in me, che sto ancora trattenendo il fiato, mentre non riesco a smettere di guardarlo negli occhi. «Dio, parlo di mio fratello come se fosse mio figlio!», esclama alla fine, con un tono di voce carico di amarezza, poi si volta e cammina senza fretta verso la cucina.

Lo seguo senza dire niente, resto a qualche passo da lui quando apre il frigo per prendere un paio di bottigliette d'acqua e passarmene una.

«Grazie», gli dico, poi entrambi ci appoggiamo al ripiano della cucina, l'uno accanto all'altra, bevendo qualche sorso d'acqua restando in silenzio.

Credo che Jordan abbia bisogno di qualche momento per raccogliere le idee, perché l'ho visto provato dopo le parole che ha pronunciato poco fa, così aspetto che si decida a parlare, e non devo nemmeno aspettare molto.

«Se n'è andata dall'altra parte dell'Oceano, si è rifatta una vita, e non l'è importato niente di quelli che ha lasciato al di qua dell'Atlantico». Non credo di sbagliare se penso che si stia riferendo a sua madre, ma non ho il coraggio di interromperlo con qualche stupida domanda. «Ha lasciato un bambino di undici anni ad occuparsi del fratellino di sei e di suo padre. Ha lasciato che un bambino di undici anni smettesse di fare il bambino e imparasse a fare l'adulto da un giorno all'altro, senza una guida, senza uno straccio di consiglio. È scappata e ha lasciato tutto in mano a quel bambino...» Di nuovo silenzio, poi si volta e mi guarda. «Mi ha privato della spensieratezza, dei giochi, del sorriso... Mi ha impedito di vivere la mia vita, costringendomi a vivere la sua...» Continua a parlare con un tono amareggiato, ma stranamente calmo.

«Credo sia normale essere arrabbiati...», gli dico, per fargli capire che capisco il suo punto di vista, che non lo giudico e non lo biasimo per ciò che prova.

«Già... sono arrabbiato con lei perché è sparita da un giorno all'altro senza lottare, né per sé stessa, né per gli altri. Sì è arresa alle difficoltà ed è scappata, per fare cosa? Un'altra famiglia! Questo è inaccettabile...» Il suo tono di voce si alza leggermente, lasciando trapelare un minimo quello che si sta tenendo dentro, forse da troppo tempo.

Io e Jordan abbiamo instaurato da subito un buon legame, abbiamo parlato come se ci conoscessimo da sempre, e la sua rivelazione conferma che questa non è solo una mia impressione, che anche lui ha avuto le mie stesse sensazioni, altrimenti non credo che mi avrebbe confidato qualcosa di così personale.

«Non sono nessuno per giudicare, né tua madre, né nessun altro, ma capisco il tuo punto di vista e se hai voglia di sfogarti ancora, puoi farlo, mi piace ascoltarti», gli dico, poggiando una mano sul suo braccio senza rendermene conto, ma evidentemente a lui non sfugge questo leggero contatto, perché il suo sguardo si abbassa sulle mie dita, ferme sul tessuto del suo maglioncino chiaro.

D'un tratto questo contatto mi sembra inopportuno, così tolgo la mano, per appoggiarla sul bordo del ripiano tra me e lui. Jordan segue anche quel movimento, i suoi occhi scorrono lenti da quel punto, risalendo lentamente, fermandosi nei miei. Sono bellissimi, carichi di emozioni, e decisamente intensi, è come se fosse in grado di farmi provare ciò che prova lui, come se potessi fare miei i suoi sentimenti, coinvolgendomi completamente in un momento solo suo.

«Hai ragione, Hazel, avrei bisogno di sfogarmi», afferma con un tono di voce più basso, «avrei bisogno di parlare con qualcuno, perché finora tutti si sono occupati di Harry, del piccolo di casa... Nessuno si è preoccupato di sapere se Jordan stesse bene, perché il mio comportamento responsabile era dovuto, e non lo dico per gelosia nei confronti di mio fratello, ma ero piccolo anch'io, ho sofferto anche io, e avrei davvero bisogno di parlare...», posa la bottiglietta alla sua destra, si volta verso di me, che non ho ancora smesso di guardarlo negli occhi, del tutto rapita da lui e dalle sue parole, «ma non voglio farlo adesso...», la sua mano arriva leggera sul mio viso, con una piccola carezza, infilandosi appena tra i capelli, «perché adesso ho voglia di baciarti, Hazel...» Il mio nome, pronunciato dalla sua voce bassa, con così tanta intensità, sembra essere il nome più bello del mondo, come se non avessi potuto chiamarmi in altro modo, come se non volessi più sentirlo pronunciare da nessun altro a parte lui.

Mi guarda per un paio di secondi, accertandosi di avere il mio consenso, poi si avvicina, continuando a tenere gli occhi fissi nei miei, e io ci provo a continuare a guardarlo, ma è tutto così intenso che, quando le sue labbra arrivano sulle mie, sono costretta a chiuderli, concentrandomi solo sul contatto delle sue mani sul mio viso, sulla morbidezza del suo maglioncino sotto le mie dita, e sulla forza con cui la sua bocca si sta appropriando della mia. È un bacio travolgente, nel quale sta riversando le emozioni che ha appena provato: sento la rabbia sulla sua lingua, attraverso i piccoli morsi che i suoi denti stanno infliggendo alle mie labbra, sento il bisogno di conforto nel mondo in cui mi sta stringendo a sé, e sento il suo desiderio quando le sue mani si spostano sulla mia schiena, a palmo aperto, per portarmi ancora più vicina al suo corpo: sono senza fiato, ma non rinuncerei a tutto questo per nessun motivo al mondo.

«Di solito sono meno istintivo e più razionale», sussurra sulle mie labbra, allontanandosi leggermente solo con il viso: il mio corpo è ancora ben stretto tra le sue braccia.

«Di solito non vado a casa di qualcuno appena conosciuto». Sembra che continuiamo a ripetere lo stesso concetto, come a volerlo ribadire a noi stessi e all'altro, per far capire quanto tutto questo sia al di fuori del nostro ordinario, quanto sia coinvolgente, al punto tale da stravolgere le nostre abitudini, il nostro modo di essere, perché la persona che abbiamo davanti è talmente irresistibile da non poter fare altrimenti. 

«Volevo davvero parlare con te», mi dice senza lasciarmi andare, né fisicamente, né con lo sguardo, e io non ho alcuna intenzione di allontanarmi da qui, da lui, da tutto questo.

«E io volevo davvero restare ad ascoltarti», ammetto sincera, perché mi piace stare ad ascoltare ogni cosa che esce dalla sua bocca.

«Ma possiamo sempre farlo più tardi, no?» Le sue labbra sono sempre più vicine, il mio corpo aderisce al suo, e ora ho voglia di sentire la morbidezza della sua pelle, dei suoi capelli, perciò faccio scorrere le mani su di lui, mentre gli rispondo con, ormai, un filo di voce.

«Già, possiamo farlo più tardi...» Mi toglie ancora il fiato quando mi bacia di nuovo, stavolta con più energia, mentre la sua rabbia si trasforma in passione. 

Poi le sue labbra, dopo essersi appropriate avidamente delle mie, dopo aver percepito chiaramente il suo sapore sulla mia lingua, si spostano al lato della mia bocca, poi a lato del viso, continuando a spostarsi, fino ad arrivare sotto all'orecchio, poi al collo, facendomi azzerare del tutto il cervello, lasciandomi concentrare soltanto sulla bollente scia di brividi e pelle d'oca che la sua bocca provoca a contatto della mia pelle.

Con la mente nel completo black out, mi ritrovo presto sul suo letto, e non ho la minima idea di come ci sono arrivata, ma non importa, perché lui è sopra di me, ora lo guardo mentre mi sfila il vestito e torna a baciarmi, torna ad infliggermi quella meravigliosa tortura delle sue labbra sul mio corpo, riprendendo da dove aveva appena lasciato, continuando a scendere, arrivando sulla clavicola. 

«Sei la mia novità, Hazel...», le sue labbra tornano sulla mia pelle, in mezzo ai seni.

«Novità?», domando con un filo di voce.

«In una vita terribilmente monotona...», sfiora l'ombelico con le labbra, mentre la sua mano risale lungo il fianco, «fatta di lavoro...», chiudo gli occhi quando la sua bocca arriva al di sotto dell'ombelico, «di un fratello impegnativo...», trattengo il fiato quando la sua mano abbassa la spallina del reggiseno, nello stesso momento in cui le sue labbra sono appena al di sopra del bordo degli slip, «e di tante responsabilità...», poi lascio andare un gemito prolungato quando la sua bocca affonda nella mia carne, risucchiando un piccolo lembo di pelle.

«Jordan...», non so nemmeno perché ho pronunciato il suo nome, ma lui deve aver gradito, dato che torna a baciarmi facendo il percorso inverso, arrivando di nuovo sulle mie labbra, per appropriarsene con più prepotenza.

«Più tardi, Hazel...», sussurra poi, tornando a scendere con la bocca, «abbiamo detto che parleremo più tardi...»

Spengo il cervello, lascio prevalere l'istinto, permettendo a lui, e a me stessa, di essere irrazionale, passionale, lasciandomi dominare dalle sensazioni che provo, che Jordan sta scatenando al mio corpo in fiamme.

E non sono mai stata così felice di essere così assurdamente irrazionale.  
 

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SPAZIO ME

Buonsalve belle persone!

Ed ecco come si è conclusa la serata di Jordan e Hazel, apparentemente controllati e razionali, cedono in fretta al loro desiderio. Veniamo a conoscenza di come si senta Jordan nei confronti della madre, decisamente più incattivito rispetto a suo fratello minore, ed è chiara la sua volontà di non riprendere alcun contatto con la mamma.

Il resto della serata lo lascio alla vostra fervida immaginazione (vedo tutte le vostre faccine pervy mentre vi immaginate Jordan e Hazel presi follemente l'uno dall'altra).

Grazie a tutte per essere qui, spero di aggiornare presto, ma come alcune di voi già sanno mi sono lanciata di nuovo in una nuova avventura e sono di nuovo presissima da tutti questi personaggi che urlano nella mia testa. 

VERRò PRESTO INTERNATA A CAUSA DI TUTTE LE VOCI CHE SENTO

Vi voglio bene, tantissimo, e grazie ancora per tutto. Vi aspetto al prossimo aggiornamento ❤️

Eeeee niente, buona lettura 😍

   
 
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