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Autore: BulaBula    23/07/2009    7 recensioni

[Legata a 'Giuramento']

Si sa, Sasuke è debole; e Naruto è l'unico che riesca ad aiutarlo, a salvarlo sempre. Ma come ho già detto tante volte, anche Naruto è debole.
Per una volta, vorrei parlare della debolezza di Naruto, e del modo in cui reagirà Sasuke.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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C’erano dei giorni in cui anche Naruto, l’allegro, stupido e casinista Naruto, si svegliava con la luna storta; poteva capitare, no? Ovviamente non lo dava a vedere, ma in quei giorni sorridere e fare lo stupido gli costava parecchio.
Nonostante cercasse di non pensarci, sapeva bene che non sarebbe mai diventato Hokage. Almeno non finchè al consiglio ci sarebbero state quelle persone, quelle che SAPEVANO. Non erano come quelli di Suna, non avrebbero mai messo un mostro a capo del villaggio.
Oh, sì, perché loro lo ritenevano ancora un mostro. Non avevano mai smesso, nell’intimo dei loro cuori. Ufficialmente lui era l’eroe di Konoha, colui che aveva sconfitto Pain e che aveva salvato il villaggio; lui era colui che da essere il ragazzino che imbrattava la montagna degli Hokage era diventato uno dei ninjia più forti del villaggio. Ufficialmente.
In realtà ‘gli anziani’, i membri del consiglio, i ninjia più maturi, lo consideravano soltanto una forza portante, un contenitore, un mostro.
Certo, il loro atteggiamento nei suoi riguardi era cambiato, ma solo perché si erano resi conto che lui era effettivamente forte. Non lo rispettavano, ma lo temevano, se n’era reso perfettamente conto; avevano paura di lui, e credevano che se non si fossero comportati gentilmente lui si sarebbe potuto vendicare in qualche modo: era diventato forte, quindi magari riusciva a controllare Kyubi. Erano terrorizzati da questo.
Per questo non gli avrebbero mai permesso di diventare Hokage. Lo sapeva, e non poteva farci niente. D’altronde le uniche persone che lo avrebbero fatto diventare Hokage immediatamente erano quelle che appartenevano alla sua generazione, quelle che non avevano idea di ciò che lui fosse in realtà. Era anche per loro che Naruto sorrideva sempre e continuava a dire che sarebbe diventato Hokage, per non rovinare le loro illusioni, per non vedere le loro facce deluse, o, peggio, i loro sorrisi comprensivi. Sapeva che gente come Sakura non sarebbe fuggita via terrorizzata, ma gli avrebbe detto che lui non era un mostro, che lui era solo Naruto e altre cavolate varie. C’erano anche quelle persone. Come Iruka-sensei, che lo trattava come un figlio, ma cercava sempre di dimenticare che il mostro che c’era al suo interno aveva ucciso i suoi genitori.
Naruto inizialmente non capiva come avesse fatto l’uomo a passarci sopra, e solo in seguito aveva capito che cercava semplicemente di non pensarci. Le persone come lui lo facevano soffrire più di tutte.
Comunque, era un giorno di quelli. E, sfortunatamente, aveva una missione: qualche membro dell’ex-radice stava creando qualche problema a Konoha e dintorni, probabilmente cercando di vendicarsi per ciò che era successo al loro capo, e lui aveva il compito di trovarli e ricondurli all’ordine. Purtroppo il suo compagno di missione sarebbe stato Sasuke, quindi avrebbe dovuto fingere più del solito, per non farlo preoccupare e non metterlo in allarme: Sasuke aveva già tanti problemi da risolvere, ci mancavano soltanto i suoi sbalzi d’umore. E poi lui aveva deciso di aiutarlo, mica i ruoli si potevano ribaltare. No, avrebbe dovuto fingere attentamente, e nel caso avrebbe dato la colpa alla stanchezza.
Per fortuna Sasuke quando era in missione, specie durante un inseguimento, non parlava praticamente mai, quindi la situazione era relativamente semplice da gestire. Finalmente trovarono due ninjia accampati in una piccola radura circondata da alberi, e li riconobbero come quelli che stavano cercando; riuscirono a metterli al tappeto prima ancora che loro si accorgessero di qualcosa, ma rimasero all’erta; era impossibile che i ricercati fossero solo due.
Infatti, dopo qualche istante, la radura si riempì ai bordi di altri ninjia bene armati e sogghignanti.
I due ragazzi si appoggiarono l’uno alla schiena dell’altro, dividendosi implicitamente i nemici; erano molti, ma di certo non avrebbero avuto problemi a batterli, altrimenti Tsunade non li avrebbe mai mandati lì.
Uno dei ninjia sogghignò nuovamente.
-Tu guarda chi abbiamo... proprio i due responsabili della caduta del nostro capo...
-Devono davvero sottovalutarci se pensano di poterci sconfiggere mandando questi due pivelli.
Ognuno sentì la schiena dell’altro tendersi per la rabbia, ma stettero calmi: quelli lì li stavano solamente provocando, se fossero scoppiati avrebbero solo fatto il loro gioco.
-Tzè... il bambino degli Uchiha e la forza portante... patetico.
-Forse li hanno mandati da noi perché sanno già che perderanno.
-Già! Quale modo migliore per sbarazzarsi di uno sporco traditore e del mostro di Konoha?
Naruto spalancò gli occhi, sentendoli bruciare. La sua pazienza era già al limite, e quella era una giornata no, e quelle parole lo fecero esplodere dalla rabbia. Sapeva che non doveva, ma non riuscì a resistere. Sentiva le loro risate malvagie. Piene di scherno e derisione nei loro confronti. Come osavano? Li avrebbe fatto vedere che significava ridere di lui. Tanto più che aveva per un attimo creduto alle loro parole. Magari lo avevano mandato lì perché volevano eliminarlo...
Sentì un familiare calore diffondersi intorno al corpo, il volto bruciava, vedeva tutto rosso. Sentiva il potere irradiarsi intorno a sé, pronto a eliminare chiunque gli si fosse parato davanti. Detestava cedere a Kyubi, ed era da molto che non lo faceva, ma talvolta provava un senso liberatorio nel lasciarsi andare. Poteva tranquillamente smettere di pensare e sfogare i suoi istinti più animali, sfogare tutta la sua rabbia.
Non se ne rese nemmeno conto, e tutti i nemici erano stati fatti a brandelli. Sentiva l’odore pungente del sangue, e abbassando le mani le vide completamente rosse; l’aura intorno a lui era scomparsa, ma sentiva ancora gli occhi bruciare e i canini più appuntiti del solito. Se qualcuno lo avesse visto in quel momento, con quel volto bestiale...
-Naruto...?
Sussultò. Sasuke. Si era dimenticato di essere in missione con lui, preso dalla rabbia. Ora era lì, in mezzo alla radura, che lo guardava con gli occhi spalancati, colmi di... terrore? Disgusto? Stupore? Sasuke sapeva da tempo di Kyubi, ma di sicuro non l’aveva mai visto in quello stato orribile.
E ora? Cosa doveva fare? L’aveva visto! Proprio l’unica persona che non doveva vedere aveva visto!! Era la fine.
Si voltò di scatto e prese a fuggire nella foresta, cercando di allontanarsi quanto più possibile da Sasuke. Grazie al cielo non gli aveva fatto nulla, ma di sicuro il ragazzo non lo avrebbe più voluto vedere, non dopo quella dimostrazione. Naruto era un mostro, non poteva farci niente. Non era solamente il contenitore del mostro. Forse un tempo era stato così, ma in seguito, a mano a mano che la sua forza cresceva, il legame con il demone si era fatto sempre più stretto, e ora i mostri erano due. Solo che Sasuke non doveva saperlo.
Correva velocissimo, non come gli avevano insegnato all’accademia, ma in un modo animale, come le bestie selvagge; si fermò solamente quando fu certo di essersi allontanato abbastanza, il respiro pesantissimo, le lacrime che gli rigavano il volto. Lui era solo... un orribile mostro. E i mostri non potevano avere una famiglia, non potevano avere dell’affetto. Dovevano stare da soli, in un eremo, così non avrebbero mai fatto del male a nessuno. Forse doveva fare così, forse...
-Naruto.
Sasuke apparve dietro di lui, ansante e sporco di terra, gli occhi allucinati come quando erano nella radura.
-Non avvicinarti! Cosa credi di fare venendo qui?
Sasuke mosse un altro passo verso di lui.
-Na...
-Ti ho detto di non avvicinarti! – urlò – i tuoi occhi non vedono? Il tuo naso non sente l’odore del sangue? È disgustoso, no? È orribile, no? E allora perché non mi lasci in pace?
Si avvicinò ancora, allungando un braccio per toccargli una spalla; come poteva... come poteva desiderare di toccare una creatura orribile? Che cosa era? Forse voleva fingere che fosse tutto a posto? Voleva fingere di non aver visto niente? Non l’avrebbe permesso!
Gli diede un colpo fortissimo in mezzo al torace, facendolo volare a pochi metri da sé.
Tanto l’avrebbe perso comunque; tanto valeva farsi odiare da lui; doveva rovinare ogni cosa, così non avrebbe mai pensato di voltarsi ancora verso di lui. -Sparisci! Mi fai schifo! Non voglio vederti!
Se ne sarebbe andato per sempre, aveva deciso. Così non avrebbe mai fatto del male a nessuno, e nessuno avrebbe più dovuto fingere in sua compagnia. Se fosse stato da solo non avrebbe più perso nulla, non sarebbe stato più commiserato.
In realtà gradiva molto di più coloro che lo disprezzavano apertamente, rispetto a gente come Iruka-sensei, che faceva solo finta di apprezzarlo per quello che era. Oh, lui non metteva in dubbio che il sensei gli volesse bene, ma sapeva che tendeva a considerare la volpe come scissa da sé. Invece non era così: Naruto e Kyubi erano una cosa sola, nessuno poteva farci niente.
Lui non voleva l’amore forzato di nessuno; una cosa del genere... non gli interessava! Sarebbe stato meglio se tutti avessero avuto paura, anzi che tapparsi gli occhi parlando d’amore con aria da filantropi.
Si stupì quando sentì Sasuke afferrargli il braccio; non si era accorto che si fosse rialzato.
-Piantala di fare l’idiota!
-Che vuoi? Lasciami! Perché non capisci??
Non rendere tutto ciò... ancora più orribile... non farmi sentire più miserabile di quello che sono. Non starmi accanto per pietà.
-Esatto, non lo capisco! Non capisco e ho avuto paura, quando ti ho visto nella radura! Anche se so che sei sempre tu, la forma è diversa... mi ha fatto paura! Strinse ancora di più la presa, Naruto non riusciva a parlare.
-Però... tempo fa ti ho detto che tu non avresti mai potuto capire come mi sentivo, ricordi? Ma tu ci hai provato lo stesso, ci sei riuscito e mi hai salvato. Quindi, aiutami a capire. Voglio davvero provarci... sennò... non avrà senso! Dobbiamo preoccuparci insieme, soffrire insieme... dobbiamo vivere insieme, Naruto... quindi, dobbiamo provare a capirci l’un l’altro...
Naruto lo abbracciò di slancio, gli occhi colmi di lacrime.
-Va bene... va bene se non ami tutto di me. Va bene se hai paura.
Se Sasuke aveva paura, significava che aveva osservato il suo io orrendo.
Lo strinse ancora di più, affondando il viso nel suo collo, ignorando l’odore di sudore e sangue che li permeava.
-Però... non va bene. Avevo promesso che ti sarei stato sempre d’aiuto, e invece alla fine sono io che mi appoggio a te.
-Puoi farlo. Se sei solo tu a preoccuparti per me e mi impedisci di fare altrettanto, mi fai sentire inutile... vorrei che ti sentissi libero di venire da me, quando qualcosa non va. Anche se ti dirò che sei una palla, ascolterò i tuoi lamenti...e...
Lo interruppe, perché sapeva che stava per morire dall’imbarazzo. Sasuke non gli aveva mai detto niente di simile, e sapeva che enorme sforzo gli doveva esser costato. Andava bene così.
Gli sembrava assurdo che fino a qualche minuto prima fosse deciso ad allontanarsi dal villaggio e da tutti. Non poteva assolutamente mollare. Aveva ancora tante cose per cui lottare.
Quel ragazzo disadattato che non era in grado di esprimere i suoi sentimenti e che lo teneva tra le braccia, Sakura che alzava gli occhi da un libro e gli sorrideva, prima di dargli un pugno perché aveva interrotto la sua lettura, Kakashi-sensei che si scusava con un sorriso celato dalla maschera per i suoi continui ritardi, Iruka che gli sorrideva dietro una ciotola di ramen, la vecchi Tsunade che si addormentava sul tavolo sopra un plico di documenti da firmare, i ragazzi che lo avevano accompagnato per tutta la sua carriera di ninjia, dall’accademia all’esame dei chunin, fino a quel momento, il profilo della tomba dei caduti, sulla quale erano scritti i nomi di suo padre e del suo maestro.
Finchè avesse avuto qualcosa per cui lottare, non si sarebbe mai arreso. Certo, quella era la strada più difficile, ma lui era Naruto Uzumaki, non sceglieva mai la via facile.
Faceva parte del suo credo ninjia.




Uhm... non mi piace granchè. Avevo delle buone idee ma, come al solito, quando mi metto a scrivere non riesco mai a trasportarle completamente sul foglio... spero comunque che abbiate apprezzato.
Per una volta non parlo della debolezza di Sasuke, ma di quella di Naruto. Sono entrambi deboli, anche se in due modi diversi, ma quando uno è in difficoltà l’altro riesce sempre a tirarlo su. Si completano. Ed è per questo che penso che il SasuNaru sia la coppia migliore, perché non mi stancano mai e perché adoro scrivere su di loro, in ogni modo e con qualunque trama. Semplicemente, li trovo perfetti.
Questa qui la posto oggi, come regalo di compleanno per Sasuke: per una volta è lui che si rende utile a Naruto! Bravo bravo^^
Fatemi sapere, donne!^^
  
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