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Autore: adorvlou    30/04/2019    0 recensioni
Era il febbraio del 1922 quando Miss Collins, figlia di una famiglia benestante londinese, vide per la prima volta quel giovane di cui tutta Londra parlava negli ultimi tempi.
Come ogni domenica mattina Elèna era solita sedersi su una panchina sotto il viale alberato vicino Buckingham Palace per rilassarsi con una buona lettura.
Mr Harry Styles, era il nome del giovane ragazzo che tanto desiderava conoscere. La descrizione che avevano fatto di lui non gli rendeva giustizia, era molto di più: elegante, posato, una bellezza fuori dal comune. Elèna non aveva mai conosciuto nessuno come lui.
Le passò a pochi metri di distanza, ma le bastò guardarlo negli occhi una sola volta affinché ne rimanesse totalmente affascinata.
"So che è sbagliato amare qualcuno che non si conosce.
So che è sbagliato desiderare l'uomo di un'altra donna,
ma io provo per lui ciò che i poeti hanno sempre scritto nelle loro poesie: quel sentimento di appartenenza incondizionata, quella fiamma che arde dentro, senza mai spegnersi.
Ogniqualvolta i miei occhi incontrano il suo viso, il mio cuore accelera e sento il fuoco ardere sempre di più dentro me.
Non so se questo sia amore, ma so che è ciò che più
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mr. Styles notò che gli occhi della ragazza non smettevano di fissarlo. Andavano su e giù lungo la sua figura snella, mentre con una mano si sorreggeva alla porta in legno bianco di casa Collins.
Elèna stava ansimando, il petto si alzava ed abbassava troppo velocemente tanto che Harry stesso si spaventò. -Ero seduto a tavola con i miei genitori quando mi sono accorto che non era quello il posto in cui volevo trovarmi.- Il tragitto che divideva le case dei due giovani non distava molto, ma a vedere l'aspetto di Mr. Styles e a sentirne la voce, Elèna capí subito che era arrivato a piedi. -Ho corso fin qui senza fermarmi nemmeno un attimo. Ho chiesto a più di dieci passanti e tre negozianti dove potessi trovarla. Tutti mi hanno guardato come se fossi matto e probabilmente è ciò che pensa anche lei in questo momento, ma non mi importa.- La camicia bianca di Harry era in parte uscita dai pantaloni, tanto aveva corso, ma a lui non interessava apparire perfetto agli occhi di Elèna, sapeva che lei non lo avrebbe giudicato, e forse era quello il motivo per cui era stata proprio lei la prima persona che aveva sfiorato i suoi pensieri ripensando alla discussione con Adeline. -Non so come nè perché, ma ho sentito questo forte bisogno di vederla nuovamente e di parlarle, perché lei, Miss Collins, è l'unica con cui mi sento di poterlo fare ed è anche l'unica con cui vorrei stare in questo preciso istante.- Quando finì di parlare vide cambiare repentinamente l'espressione sul volto di Miss Collins, come se quelle parole l'avessero colpita particolarmente, come se fosse rimasta stupita dalla semplicità e dalla sincerità con cui erano state pronunciate. 
-Elèna, tutto bene?- Dal lungo corridoio che portava all'entrata principale si udì la voce di Mrs. Collins che non vedendo tornare la figlia, si era affrettata nell'andare a controllare la situazione. -Ele...- Non appena vide Mr. Styles poggiato allo stipite della porta, ansimate e la figlia immobile sull'uscio di casa si bloccò e sorrise. -Oh, scusatemi, non volevo interrompere.- Disse guardando la figlia che continuava a tenere lo sguardo fisso sulla figura del giovane. -Pensavo fosse successo qualcosa ma vedo che va tutto bene. Torno in cucina, buona giornata Mr. Styles.- La donna saluto Harry con un caldo sorriso e spostò lo sguardo sulla figlia sperando di poter incontrare i suoi occhi, ma non accadde. 
Harry ricambiò educatamente il saluto e Jocelyn scomparve fra i corridoi della casa.
Mr. Styles non sapeva cosa fare in quel momento. Elèna continuava a guardarlo quasi sconvolta, come se non potesse credere che tutto ciò che aveva davanti fosse reale. -Non era mia intenzione turbarla con le mie stupide parole, Miss Collins. Speravo solo potesse ascoltarmi e consigliarmi.- Ammise senza proferire altre parola ma continuando a cercare gli occhi della ragazza. 
Elèna si rese conto che non era educato lasciare un gentiluomo sulla soglia della porta e per di più senza proferire parola per tutto il tempo, ma le sembrava tutto così surreale. -Io...io non mi aspettavo una visita del genere.- Disse schiarendosi la voce. -Non vorrei sembrarle scortese, ma per quale motivo è qui?- Forse nel tentativo di non voler risultare scortese, lo fu ugualmente, ma in quel momento non riusciva a pensare ad altro se non alle parole del giovane e a ciò che aveva fatto per raggiungerla. 
-Se non è un momento adatto posso anche andare via e passare un'altra volta.- Rispose Harry sentendosi in imbarazzo. 
-No!- Esclamò a voce fin troppo alta. -No, non vada via.- Ripetè abbassando il tono di voce. 
-Se avete bisogno di parlare, la ascolto volentieri.- Concluse la frase con un sorriso cercando di recuperare il gesto scortese di prima. -Entri pure, potremmo metterci in salone.- Disse poi Elèna scostandosi dall'entrata e facendo spazio al ragazzo. 
Il volto di Harry si illuminò quando vide che Miss Collins si era mostrata disponibile ad ascoltare le sue parole. Da come lo aveva guardato tutto il tempo, aveva creduto che lo avrebbe cacciato via, sbattendogli la porta in faccia. -Siete molto gentile e mi dispiace essere venuto qui senza alcun preavviso. Non era mia intenzione disturbare il suo pranzo.- Si scusò mentre la ragazza lo accompagnava verso il grande salone.

Non era mai stato nella casa dei Collins, ma aveva provato ad immaginare come potesse essere. D'altronde erano una famiglia facoltosa e la loro dimora ne era la prova. 
Superato il lungo corridoio, la ragazza si fermò sulla destra di fronte ad una porta di legno intarsiato. Mr. Styles rimase affascinato dall'attenzione con cui erano stati riportati i dettagli sul legno. Elèna aprì la porta e la luce investì i volti di entrambi. Le grandi finestre che circondavano la sala lasciavano entrare la luce del sole, facendo sì che illuminasse tutta la stanza senza bisogno di dover accendere i lampadari, mentre le tende ricadevano morbide lungo i lati delle vetrate. Su tutta la parete di destra era incastonata una bellissima libreria contenete migliaia di libri. Era talmente alta che vi era la necessità di una scala per arrivare a prendere alcuni dei volumi presenti. Sulla sinistra, vi erano dei quadri; alcuni erano ritratti di famiglia, altri riproduzioni di dipinti famosi e, infine, un grande camino sopra al quale vi erano dei vasi pieni di bellissimi fiori. 
Al centro della stanza vi era un tavolino, anche quello di legno pregiato e due divani di un bellissimo bianco perla. Il pavimento in marmo e le pareti bianche rendevano la stanza ancora più spaziosa e luminosa.
Dal soffitto pendevano due lampadari che facevano luce anche da spenti tanto brillavano, e in fondo alla sala Harry non poté non notare un bellissimo pianoforte nero lucido. -È meraviglioso.- Il ragazzo stava ammirando lo strumento con degli occhi sognanti, tanto che Elèna riuscì ad immaginarlo seduto lì a suonare qualcosa per lei, mentre lo guardava appoggiata su una poltrona o sul pianoforte stesso. -Sapete suonarlo?- Chiese la sua voce calda interrompendo i pensieri di Miss Collins. 
La ragazza scosse la testa. -Non molto bene, ma mia madre è davvero brava. Ha provato più volte ad insegnarmi ma ho sempre dimenticato tutto troppo velocemente.- In cuor suo sperava che Harry le chiedesse di poter suonare qualcosa, ma sapeva che lui non era lì per dedicarle una canzone ma solo per il semplice bisogno di confidarle ciò che lo turbava tanto. 
-Io amo suonare. Ho imparato in così poco tempo che tutti sono rimasti sbalorditi. Hanno sempre creduto che io fossi un prodigio della musica, ma credo si sbaglino. I veri talenti sono altri.- Ammise dirigendosi verso quel pianoforte. -Suono anche la chitarra, ma il piano mi da emozioni del tutto diverse.- Harry ricordò quella volta in cui lui e Miss Adeline fecero un pezzo a quattro mani. Erano in perfetta sintonia, come se si trovassero in un corpo solo, come se le mani di lei appartenessero alle sue da sempre. 
-Qualcosa non va?- Elèna non poté non notare lo sguardo malinconico del giovane Styles. Si chiese a cosa stesse pensando e per quale motivo fosse così triste. -Se avete qualcosa di cui volete parlarmi, fatelo pure, non preoccupatevi.- Cercò di smorzare quell'aria tesa che si stava cominciando a creare e che detestava con tutta se stessa. Le cose con Mr. Styles cominciavano l a prendere una piega diversa e desiderava che non tornasse ad essere per lui una perfetta sconosciuta. 
Gli occhi malinconici di Harry si fissarono in quelli di Elèna che si impose di non abbassare lo sguardo e continuare a mantenere il contatto visivo. -Le va se suono qualcosa? Mi aiuta a distendere i nervi.- Harry sapeva bene che suonare il piano in quel momento non lo avrebbe aiutato a dimenticare ciò che era accaduto con Miss Adeline, ma sperò di poter smettere di pensare almeno per un attimo a tutte le cose tristi, sperava di perdersi nella musica. 
Elèna non poteva quasi crederci. Lui avrebbe suonato davanti ai suoi occhi, e anche se non avrebbe mai dedicato a lei quella canzone, poco le importava. -Sì, mi farebbe piacere ascoltarla suonare, Mr. Styles.
Il ragazzo sorrise e si adagiò sul seggiolino del pianoforte, chiuse gli occhi e le sue mani cominciarono a sfiorare delicatamente i tasti dello strumento. Erano movimenti dolci, come se stesse sfiorando il viso di qualcuno con la costante paura di poter fare del male a quella persona. La musica si disperse nella stanza, creando un'atmosfera magica. 
Elèna chiuse gli occhi e si lasciò cadere su di una poltrona, mentre la musica la trasportava ovunque. In quel momento era come se tutto il resto attorno a lei fosse scomparso, lasciando solo che i suoi occhi potessero vedere il piano e un giovane ragazzo intento a suonarlo con una passione che non aveva mai visto prima d'ora. Era come vedere un angelo. Le lunghe dita si muovevano rapidamente e il cuore di Elèna batteva forte, quasi come se volesse uscirle dal petto. Era questa l'emozione che aveva immaginato di poter provare sentendo quel ragazzo suonare. 
Quando Harry chiuse gli occhi, fu come se la mani sapessero già dove andare senza il bisogno di vedere i tasti. Quella melodia era già nella sua mente ancora prima che potesse guardare lo spartito. Suonava e suonava senza mai fermarsi, come se facendolo avrebbe rivissuto quei momenti felici che riempivano il suo cuore di luce. Ma tutto ciò che vedeva attorno a sé era il buio e così continuava ad accarezzare quei tasti come faceva con il viso della sua amata. 
Poi successe una cosa che lo lasciò stupito. Mentre la musica si disperdeva ancora in quella stanza piena di luce, Harry aprì gli occhi e la vide: Elèna era seduta sulla poltrona e ad occhi chiusi e con un leggero sorriso sul volto, lo ascoltava suonare. Un raggio di sole illuminava il suo volto appagato da quella dolce melodia. Il giovane sorrise al pensiero che ciò che stava facendo potesse far sentire bene qualcuno, così chiuse nuovamente gli occhi e continuò a suonare finché attorno a sé non vide più solo il buio, ma un piccolo spiraglio di luce.

Dopo aver terminato di suonare Harry ed Elèna parlano molto. Lui le raccontò ciò che era successo con Miss Adeline, riportando tutte le parole da lei pronunciate e spiegandole cosa avesse provato in quel momento. 
Elèna soffriva nel sentire quello che il giovane Styles aveva bisogno di raccontare, ma allo stesso tempo non riusciva a non pensare che Miss Adeline aveva deciso di non fare più parte della vita di Harry e che forse, in un giorno molto lontano, lui avrebbe finalmente avuto occhi abbastanza grandi per poter vedere anche lei. 
-Siete una persona meravigliosa.- Disse sinceramente Elèna guardandolo. -Non meritavate di soffrire così e vorrei potervi dire che con il tempo queste ferite si saneranno, ma chi sono io per darvi una simile certezza?- Non aveva mai provato i sentimenti che Harry aveva nei confronti di Miss Adeline e di conseguenza non poteva assicurargli che tutto sarebbe stato solo un ricordo con il passare del tempo. -Non ho mai amato nessuno come ha fatto lei con Miss Robinson e di conseguenza non posso dirvi che tutto passerà, che non soffrirà più ripensando a quei momenti, ma posso dirvi che l'amore fa soffrire, molto, ma se è vero troverà il modo di tornare, nonostante tutto.- Elèna rimase quasi sconvolta dalle sue parole. Non credeva di poter mai dare consigli sull'amore, proprio lei che non era mai stata innamorata e che provava dei sentimenti verso il ragazzo sedutole di fronte e al quale non riusciva a confessare ciò che sentiva nei suoi confronti. 
Gli occhi di lei corsero subito verso le fossette che comparvero agli angoli della bocca del giovane Styles. -Parlare con lei mi è sempre d'aiuto, anche quando l'argomento è difficile da affrontare. È l'unica persona con la quale riesco a parlare di tutto quello che mi passa per la testa senza dovermi sentire giudicato o in imbarazzo. È come se lei capisse tutto ciò che provo ancor prima che io gliene parli. Riesce a prendere i miei problemi e trasformarli in sorrisi e non potrò mai esserle abbastanza grato per questo.- Harry era felice di aver trovato qualcuno come Miss Collins. Sentiva che quella giovane ragazza era diversa da tutte le altre, aveva qualcosa in più, ma non riusciva a capire cosa. Non aveva mai incontrato qualcuno come lei, qualcuno che lo facesse sentire sempre nel posto giusto. Nemmeno con Miss Adeline riusciva a sentirsi così per tutto il tempo. Fra lui e Miss Collins si era creata un'intesa che lo meravigliava sempre di più e gli faceva piacere sapere di poter contrae sempre su qualcuno. 
I suoi occhi continuavano a guardare il viso dolce e sincero di Elèna mentre la sua bocca era rimasta incurvata in un sorriso che solo con lei era in grado di far nascere. 
Elèna Collins: estranea ma sempre così presente nei suoi pensieri. -Mi chiedevo se uno di questi giorni le andrebbe di pranzare insieme? Solo io e lei. Oggi sono arrivato qui in un momento inopportuno e vorrei scusarmi per come mi sono comportato. Non è stato corretto da parte mia disturbarla durante l'ora di pranzo.
Elèna era certa di quale risposta dare, ma sapeva bene che gli interessi di Mr. Styles non era uguali ai suoi. Lui voleva un'amica, una confidente con cui sentirsi al sicuro e poter parlare di tutto, ma la ragazza non era in grado di poter sentire ogni giorno ciò che Harry voleva raccontarle riguardo Miss Adeline. Era stato già difficile sopportare quelle parole. 
Lei non voleva la sua amicizia, ma il suo amore, e quello non lo avrebbe mai ottenuto. -Sarei molto felice di poter pranzare in sua compagnia, ma purtroppo questa settimana ho già degli impegni con la famiglia, probabilmente non saremo in città.- Era una bugia, un'enorme bugia, ma era anche l'unico modo che Elèna aveva per declinare quell'invito che tanto aveva desiderato ricevere, ma in circostanze del tutto diverse da quella. 
-Oh, è un vero peccato...- Rispose il giovane corrucciandosi in viso. -Beh, allora quando farà ritorno a Londra, se ne avrà voglia, la aspetterò per pranzare insieme.- Harry non poté nascondere a se stesso la delusione che provava in quel momento. Desiderava davvero passare un'intera giornata con Miss Collins, senza parlare di problemi di cuore o altro. Voleva solo conoscerla meglio e ringraziarla per tutto quello che aveva fatto per lui in così poco tempo. 
Non poteva inventare altre scuse, prima o poi sarebbe dovuta andare a pranzo con il giovane Styles e si sarebbe dovuta far forza. -Al mio rientro verrò di persona per confermare la mia presenza.- Finse un sorriso e sperò che Mr. Styles non si accorgesse che non aveva fatto altro se non mentire spudoratamente. 
I due giovani rimasero a parlare per qualche minuto finché Harry non fu costretto a dover andare via. I suoi genitori lo stavano sicuramente cercando preoccupati dal momento che non avevano idea del perché fosse fuggito di casa senza dare spiegazioni. -La ringrazio ancora per la sua gentilezza e la sua disponibilità, Miss Collins, e non le nascondo che non vedo l'ora di poterla incontrare la prossima settimana. Con lei il tempo sembra non bastare mai.- Prese la mano della ragazza e vi poggiò le labbra. -A presto.- Sorrise e andò via lasciando Elèna sulla soglia della porta. 
Gli occhi di lei continuavano a guadare la figura del giovane Styles allontanarsi lentamente mentre nella sua testa riecheggiavano le ultime parole da lui pronunciate: "Con lei il tempo sembra non bastare mai."
Quando gli occhi di Elèna non furono più in grado di vedere il giovane, chiuse la porta e si diresse nuovamente verso il salone.

Entrandovi si rese conto di quanto fosse diversa quella stanza senza la presenza di Mr. Styles. Senza la musica del piano, senza la sua voce. Così si diresse verso lo strumento e sedendosi provò a riprodurre la melodia che le era rimasta nella testa. -È molto bella.- La voce della madre interruppe Elèna che si voltò per guardarla. -Oh, non volevo farti smettere. È la prima volta che ti sento suonare davvero e con questa passione.- La ragazza in parte aveva mentito. Non era brava a suonare il piano come lo era il giovane Styles, ma nemmeno così pessima come gli aveva fatto credere. 
-Continua a passarmi per la testa e non riesco a dimenticarla.- Rispose Elèna sospirando. Ripensò alle mani del giovane che correvano da un tasto all'altro riproducendo la stessa melodia che lei stava suonando pochi secondi prima. 
Jocelyn si avvicinò alla figlia e le carezzò la testa con fare materno. -È quella che ha suonato Mr. Styles?- La donna non aveva mai visto quello sguardo perso sul volto della figlia prima di quel momento. Capì che qualcosa non andava quando l'aveva vista fissare Harry sull'uscio di casa. I suoi occhi dicevano tutto quello che la sua bocca non aveva il coraggio di pronunciare. -È per lui che rifiuti qualsiasi gentiluomo che mostri dei sentimenti verso te?
Elèna non sapeva se rispondere o meno alle domande della madre. Aveva paura di poter essere giudicata o non compresa. La sua amica le aveva dato più volte il suo parere e non aveva fatto altro che ferirla, nonostante cercasse di nasconderlo. -No, io e Mr. Styles siamo solo conoscenti. Ci siamo incontrati per la prima volta al compleanno di Miss Robinson.- Era già la seconda volta che mentiva a qualcuno nello stesso giorno e questo la faceva star male. -Poi ci siamo visti in altre occasioni, ma per pura casualità. Stiamo diventando amici, ma è tutto qui.- Pronunciò quelle ultime parole con una triste consapevolezza. Quella, forse, era l'unica cosa vera di tutto quello che aveva raccontato. Loro non erano nient'altro se non conoscenti. 
Jocelyn la guardò rattristata. Sua figlia le stava mentendo ma non aveva alcuna voglia di forzarla a dire la verità. Se avesse voluto raccontarle cosa stava accadendo veramente, lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà, quando avrebbe trovato le parole giuste e quando avrebbe chiarito la natura dei suoi sentimenti. -Va bene, tesoro mio. Sono felice che tu abbia trovato qualcun altro con cui passare il tuo tempo.- Sorridendo le diede un bacio sulla testa e andò via, lasciando Elèna seduta davanti a quel pianoforte. 

Non appena Harry fece rientro a casa i suoi genitori lo tempestarono di domande alle quali preferì non rispondere. -Harry!- La voce della madre rimbombò fra le pareti della cucina. -Non puoi pensare di alzarti nel bel mezzo del pranzo, correre via senza spiegazioni per poi tornare e non rispondere alle domande che io e tuo padre continuiamo a porti.- Non fu solo la sua voce ad esprimere il disappunto. La sua espressione ferma, decisa e contrariata fecero capire al giovane Styles che non poteva semplicemente andare via ignorando tutti. 
-Va bene!- Esclamò lui andandole incontro. -Vuoi delle spiegazioni? Vuoi sapere perché mi comporto in modo così strano?- Fece un profondo respiro e sputò la verità in faccia alla madre senza fare giri di parole. -Io e Adeline ci siamo lasciati. Ha deciso di troncare la nostra relazione perché i suoi sentimenti non erano più gli stessi di prima.- Solo in quel momento Harry si rese davvero conto che tutto quello che aveva costruito con Adeline era finito per sempre. Prima era solo un'idea, come se non fosse successo realmente. Come se fosse divenuto realtà solo dopo averlo urlato in faccia alla madre, quella di cui più temeva la reazione. E nello stesso momento si rese conto che non faceva così male come credeva. Soffriva, senza dubbio. Fino a poche ore prima era certo di voler passare la sua intera vita al fianco di Miss Adeline, ma ora non ne era più così certo. Forse ciò che lo induceva a credere che fosse lei la donna della sua vita era il fatto che ormai era già stato deciso tutto dalle famiglie, senza lasciare ai due la libertà di scegliere chi amare. 
La donna era sconvolta, non poteva credere alle parole appena pronunciate dal figlio -Com'è possibile? Sembravate così innamorati.- Rispose continuando a fissare Harry incredula. 
Il ragazzo sorrise scuotendo la testa. Non fu un sorriso di gioia, ma di rassegnazione, di consapevolezza. -Hai detto bene, sembravamo. Evidentemente fra i due ero io quello innamorato a tal punto da poter amare per due, facendoci sembrare una coppia inseparabile, felice. Ho sempre dato tutto me stesso ad una ragazza che non provava nemmeno la metà di ciò che sentivo io per lei.- I suoi occhi erano lucidi. Ripensare ad Adeline lo fece arrabbiare. Era stato così cieco da non accorgersi che la donna con la quale passava la maggior parte del suo tempo, non era mai stata innamorata come lo era lui. Le aveva dato così tanto e in cambio aveva ricevuto solo delusioni e tristezza e ricordi che lo avrebbero accompagnato per sempre, facendolo soffrire. 
-Non riesco a capire il perché del suo comportamento. C'è qualche altro giovane nella sua vita?- Domandò Pearl non riuscendo ad accettare l'idea che qualcuno potesse spezzare il cuore del suo amato figlio. 
Harry non rispose a parole, limitandosi ad accennare un 'sì' deluso con il capo. La madre sospirò e gli andò incontro stringendolo fra le sua braccia, o almeno tentò di farlo. Harry era troppo alto perché lei riuscisse ad abbracciarlo. -Mi dispiace così tanto, ma vedrai che troverai anche tu il vero amore e capirai che sarà quella giusta quando i tuoi occhi e il tuo cuore non potranno che pensare a lei.- Le parole di Pearl non riuscirono a risanare le ferite di Harry, ma lo convinsero che avrebbe amato ancora e che quella volta sarebbe stato per sempre. 

28 giugno 1922

Il tempo era volato senza che Elèna se ne rendesse conto.
Lei ed Harry non si erano incontrati più dopo quella visita inaspettata a casa Collins.
Dopo aver declinato l'invito di Mr. Styles con una bugia, aveva dovuto trovare una soluzione. Non poteva certo farsi vedere in giro, ma allo stesso tempo non poteva dire ai genitori che non aveva alcuna voglia di uscire di casa per un'intera settimana, così mentì anche a loro fingendo di essersi ammalata. 
Sapeva bene che il suo piano faceva acqua da tutte le parti, ma era la prima idea sensata che aveva avuto. 

Quella mattina si era alzata dal letto ed era scesa a fare colazione. Aveva detto di stare molto meglio e che la febbre era passata. I genitori le avevano creduto dal momento che non mostrava alcun segno di malessere. 
-Domani Mr. Lewis farà rientro in città. Sei felice?- Jocelyn le era seduta di fronte e poté vedere la reazione della figlia a quella domanda. Elèna strabuzzò gli occhi. Non ricordava dell'imminente arrivo del giovane Gabriel in città ma aveva informato la madre che avrebbe accettato l'invito e questa volta non poteva inventarsi alcuna scusa. 
Elèna si ricompose e si accorse che gli occhi della madre continuavano a fissarla in attesa di una risposta. -Sì, sono molto felice. Non vedo l'ora di incontrarlo e passare del tempo insieme.- Mentì spudoratamente, di nuovo. Dopo quelle poche ore passate con Harry, aveva pensato più volte di declinare l'invito diMr. Lewis, ma era troppo tardi. 

Era primo pomeriggio ed Elèna e i suoi genitori si trovavano sulla veranda a prendere un po' di sole quando qualcuno bussò alla porta d'ingresso.
Dei passi si fecero sempre più vicini: era la domestica. -Signorina Elèna, c'è un giovane che chiede di lei.- Disse la donna sorridendo e tornando dentro casa. 
La mente della ragazza corse subito verso Harry. Doveva sicuramente essere lui. Ma poi si ricordò della bugia che gli aveva detto. Lui sapeva che tutta la famiglia si trovava fuori città. Senza pensarci troppo si alzò e si diresse verso l'entrata. 
Il giovane la stava attendendo davanti la porta di casa. Quando la vide le sorrise e lei ricambiò. -Mr. Lewis.- Esordì lei confusa. -Non mi aspettavo di trovarla qui. Non doveva rientrare domani in città?
Il ragazzo mosse il capo in cenno di assenso. -Siamo riusciti a fare rientro un giorno prima e ci tenevo a farle una sorpresa. Spero di non averla disturbata.
Non l'aveva disturbata, le fece piacere vedere il giovane Gabriel, ricordava ancora di quanto si fosse divertita in sua compagnia e senza di lui quella serata sarebbe stata un disastro. -Sono molto felice di vederla e ci tengo a ringraziarla personalmente per i bellissimi fiori.- La mattina in cui li aveva portati lei dormiva ancora e ringraziarlo in quel momento le sembrava il minimo. Era stato davvero un bel pensiero da parte del ragazzo. -E le volevo anche dire che accetto volentieri il suo invito.
Sul volto del ragazzo apparve un'espressione piena di felicità. Forse credeva che Miss Collins avrebbe declinato l'invito inventassi qualche sciocca scusa, ma era andata diversamente. -Beh, se non le sembra troppo affrettata come proposta, potremmo andare anche adesso. Cosa ne pensa?- Propose il giovane felice di poter passare del tempo insieme alla bellissima Elèna.
La ragazza non sapeva cosa fare. Avrebbe preferito uscire con Mr. Lewis il giorno successivo ma allo stesso temp non voleva inventare l'ennesima bugia e così accettò l'invito. 
Elèna avvertì o genitori e in pochi minuti raggiunse Gabriel che la attendeva sul portico di casa. -Eccomi!- Esclamò sorridendo. Il ragazzo le porse il braccio e lei lo prese senza esitare. 
I due scesero le scale e si avviarono verso il bar. 

Harry non vedeva Elèna da una settimana e più passavano i giorni più sentiva la necessità di trascorrere del tempo con lei, ma purtroppo i Collins non si trovavano in città. 
Decise ugualmente di uscire e fare una passeggiata da solo, aveva bisogno di schiarirsi le idee. 
Prese la strada che una settimana prima aveva percorso correndo per arrivare da Elèna nella speranza che fossero tornati qualche giorno prima del previsto. Desiderava vederla con ogni cellula del suo corpo e questa sensazione non lo faceva stare male, per niente, anzi, gli procurava uno strano senso di gioia. 

Quando arrivò davanti casa dei Collins qualcosa attirò la sua attenzione; l'auto della famiglia era parcheggiata e le tende erano aperte abbastanza da lasciar intravedere l'interno della casa. Si fermò ad osservare bene e pensò che forse avevano fatto ritorno qualche giorno prima proprio come aveva desiderato.
Mentre tentava di capire se i Collins fossero o meno in casa udì delle voci e delle risate. Quando si voltò li vide: Elèna stringeva il braccio di un giovane ragazzo. A guardarlo meglio Harry si accorse che era proprio Mr. Lewis, lo stesso ragazzo con cui Elèna aveva ballato il giorno del compleanno di Miss Adeline. Si ricordò di averla guardata per qualche minuto quella sera. La vide sorridere e divertirsi e fu felice per lei. Ricordò anche di averle parlato poco dopo, esprimendo un ottimo parere verso Mr. Lewis, li trovava davvero perfetti insieme. Adesso, però, a vederli così vicini in un contesto completamente diverso e in una situazione differente, Harry sentiva qualcosa crescergli dentro: gelosia.
I due ragazzi stavano uscendo di casa e lei sembrava piuttosto felice. La vedeva ridere come non aveva mai fatto con lui. In quel momento sentì il cuore rompersi in mille pezzi e non ne capì il motivo o forse lo sapeva bene e cercava solo di ignorarlo perché non voleva soffrire, non era ancora pronto. Il ricordo di Adeline bruciava ancora dentro di lui, ma c'era qualcosa che lo spingeva a volersi trovare al posto del giovane Lewis. 
Per sua fortuna, Elèna non lo vide. Sarebbe stata una situazione imbarazzante e sarebbe sicuramente riuscita a notare che qualcosa in lui non andava. Miss Collins aveva questo strano potere di riuscire a capire qualsiasi cosa passasse per la mente di Harry solo guardando i suoi occhi. 
Era strano per lui sentirsi così, soprattutto dopo aver chiuso una storia che riteneva molto importante, eppure, Elèna era sempre il suo primo pensiero e ciò che lo faceva soffrire era avere la certezza che lui non avrebbe mai occupato un posto così importante nella vita di quella dolce ragazza. Lei non lo avrebbe mai guardato con occhi diversi da quelli che aveva con chiunque altro ragazzo, non avrebbe mai riso come faceva con Mr. Lewis, lui non avrebbe mai avuto l'onore e la possibilità di poter portare Elèna in giro per le strade di Londra in un contesto diverso da quello dell'amicizia. E si rattristò ancora di più quando gli tornarono alla mente le parole di Miss Collins. Il giorno in cui era stato a trovarla gli aveva promesso che al suo rientro sarebbe andata di persona a confermare la presenza all'invito da lui fattole, ma evidentemente preferiva passare del tempo con il giovane Gabriel che con lui.  
Furono proprio questi pensieri a far capire al giovane Styles che i suoi sentimenti per quella ragazza, fino a poco tempo prima estranea a lui, stavano mutando e che di lì a poco, se non li avesse controllati, lo avrebbero scottato.
Fu una voce a distrarlo dai suoi pensieri e a farlo sentire in totale imbarazzo: -Mr. Styles, cosa ci fate qui?

   
 
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