Cap.1
Riflessi davanti al camino
Il
rispettato, ammirato, venerato, adorato
La
Fiamma dell'Ira, il furioso sparo, l'odiata ambizione
Sarò
il vero regnante
La
stanza era rischiara dalla luce
rossastra emanata dalle braci del camino e dalle fiamme che la legna
alimentava
al suo interno.
Squalo
le guardava, allungando la mano
verso una di esse, corrugando la fronte.
Takeshi
fece capolino dall'angolo della
stanza.
"'Yo"
salutò.
Avanzò
verso il camino e allungò le mani
verso le fiamme, riscaldandole.
Squalo
rabbrividì, riscuotendosi.
"Takeshi..."
disse con voce
roca.
Takeshi
lo guardò, con un sorriso sul
volto.
"Sì,
sensei?".
Squalo
si strinse le spalle con il
braccio sano e si voltò, appoggiandosi al muro candido,
accanto all'immenso
caminetto.
"Non
ti aspettavo... Oggi non c'è
allenamento.
Voooi,
ero perso tra i miei dannati
pensieri".
Si
passò la lingua sui denti candidi e
aguzzi. "... e le mie preoccupazioni".
Takeshi
scrollò le spalle.
"Quando
non ti vedo troppo tempo,
mi preoccupo per te! Per questo ti vengo a cercare!".
Squalo
ticchettò con il tallone contro
la parete.
"Dannazione,
moccioso. Ho parecchio
su cui riflettere senza che ti ci metta anche tu" borbottò.
<
Se non faccio il punto della
situazione, mi dimentico che prove devo cercare e la situazione
è già
abbastanza incasinata > pensò.
Takeshi
ridacchiò e si sedette davanti
al camino.
"Posso
aiutarti! Dimmi
tutto!".
Squalo
iniziò a camminare avanti e
indietro per la stanza, la schiena leggermente curva, giocherellava con
la sua
protesi, mentre le fiamme si riflettevano sulla sua lama.
“Vooooi!
Pensavo al fatto che Byakuran
viene da un’altra dimensione. Al contrario di Genkishi, di
Kykio e di tutti
quelli che conosce, viene da un altro mondo e mi chiedo chi
sarà Byakuran nella
nostra di dimensione. Non sono riuscito ancora a trovarlo.
Voih!
Mi
chiedo cosa fare con la Yuni che si è
infiltrata da quel futuro disastrato. Mi sembra così
dannatamente inquietante e
il nostro capo del Cedef si vede che ne ha paura, dovremmo intervenire.
Inoltre
mi chiedo come fermare la gemmazione di Aria e come mai nel nostro
tempo Yuni
sia una bambina vera. Perché qui Aria è incinta
di Gamma?! La Yuni del futuro
era la rinascita di Aria… Penso tu sappia la faccenda della
dea che nasce dal
chicco di caffè.
Dino
ti ha ferito e la dovrà pagare per questo,
ma dobbiamo anche liberarlo dall’ipnosi di Reborn.
Quest’ultimo nega di esserne
la vera causa e non capisco.
Inoltre…
sono preoccupato per Tsuna. Per
quanto quel tonno possa crescere, non diventerà mai uno
squalo. Ha le pinne
gialle e gli occhioni!
Quando
si è riunito, dopo essersi
triplicato, ha accettato solo due parti di sé, eppure era
completo. Pochissimo
tempo dopo si è ritrovato di nuovo il terzo incomodo dentro,
ergo è una
possessione. Chi lo dice al BakaBoss che dobbiamo liberare il moccioso
da una
possessione?!” rispose Squalo tutto d’un fiato.
<
Per non parlare del controllo ai
suoi poteri che si sta allentando, presto il suo vero Cielo
esploderà. Inizierà
a ricordare il suo vero passato. Quando la doll di sensei, con il
teletrasportatore, tornava a casa da lavoro ogni sera per rivedere la
sua amata
Nana. Quando Sawada Timoteo lo chiamava nipote e gli faceva i
complimenti.
Dannazione,
mi sono sempre chiesto se il
nostro Timoteo sia il gemello del Nono o peggio, conoscendo Iemitsu.
Vooooi!
Mi domando se Sawada si
ricorderà del fatto che ero io ad occuparmi di lui. Lo
portavo al parco
divertimenti prima del terremoto, lo salvavo dalle sue insensate paure
anche
degli animali, mi mostrava cosa imparava di nuovo dall’asilo
o da scuola.
Il
Nono ha legato il suo dimenticare a
uno shock, quando gli ha bloccato i poteri: gli ha fatto dare fuoco al
cagnolino dei vicini. Però questo non mi rassicura per
niente > rifletté.
Takeshi
lanciò un fischio.
"Beh,
non so per Byakuran e la Yuni
del futuro, ma per quanto riguarda Aria secondo me dovresti considerate
che
forse lei non è una gemma ma la figlia di Luce avuta con
Reborn. E a proposito
di Reborn, credo neghi perché non voleva Dino mi ferisse,
d'altronde mi vuole
bene. E per Tsuna ... beh, Xanxus dovrà saperlo se
è posseduto, e sono certo
che vorrà risolvere".
Squalo
fece una risata gelida.
"Boss
del cazzo sono convinto che
vorrà risolvere. Vuole sempre risolvere tutto da quando si
è rimesso in
piedi...".
Digridnò
i denti.
“Voooooooi!
Non
finisce mica qui, sai?!
Il
Boss mi sente sempre meno suo ed io
mi sento come se stessi sprofondando. Quella testa di cazzo allora si
lascia
sempre più guidare dall’ira, come se dandomi fuoco
riuscisse a risvegliarmi dal
mio intorpidimento.
No!
Ne ricava soltanto che litighiamo
sempre di più, senza sosta. Odio come mi tratta,
cazzo!” sbraitò Squalo. Si
passò le mani sul volto, aveva il battito cardiaco
accelerato e gli occhi
lucidi. Raggiunse la parete con un calcio e urlò. “È
arrivato a chiamarmi ‘puttana’, merda!
Di quel baka che amavo non resta solo che l’ombra che si
palesa ogni tanto. Gli
sto sfuggendo perché non voglio accettare la
realtà!” sbraitò.
<
Lo so cosa pensa, che non sono suo,
ma appartengo a questo stupido sonno gelido in cui cado. Ogni tanto si
ricorda
chi eravamo, parla di matrimonio, ma in queste condizioni sarebbe la
parodia
del nostro sogno > pensò.
“Non
riconosco nemmeno me, sto
diventando un cane obbediente come tutti gli altri Capitani dei
Varia!”.
Digrignò i denti ed ansimò, le fiamme nel camino
crepitavano.
Takeshi
incrociò le braccia.
"E
se anche lui venisse posseduto?
Si comporta così da dopo il congelamento, potrebbero averne
approfittato per
introdurre una presenza estranea! Secondo me dovremmo per prima cosa
lavorare
su Xanxus e impedire venga soggiogato dalle volontà del
Nono, e solo poi
potremmo fare il resto".
Squalo
scivolò lungo il muro e cadde
seduto a terra.
"Di-dici?
Però perché anche io sono
diverso?" esalò.
Takeshi
agitò l'indice in aria.
"Se
cambia il Cielo, i suoi
Guardiani lo seguono. La tua anima dipende da Xanxus, se lui non
è più se
stesso allora anche tu torni quello che eri prima di lui".
Gattonò
fino a Squalo e poggiò la mano
su quella del maggiore.
"Vedrai
che rimetteremo le cose a
posto e vi sposerete come sognate".
<
Potrebbe essere stato posseduto
durante l'incoronazione che poi è saltata, quando si sono
resi conto che
ghiacciargli il cuore non bastava > rifletté Squalo.
"Voiiii,
non sono mai stato così.
Penso
siano i sensi di colpa..."
brontolò.
Strinse
la mano di Takeshi nella
propria.
"Ti
ricordi quando parlammo del
fatto che volevo battere Xanxus?" lo interrogò.
Takeshi
annuì.
"Certo.
Vuoi sconfiggerlo per
costringerlo a tirare fuori cos'è davvero".
Squalo
gli posò la testa sulla spalla.
"Voooi,
sono contento tu abbia
capito, moccioso. In fondo sei idiota quanto me e capisci al volo i
miei piani
inutilmente macchiavellici.
Non
sarebbe urgente per liberarlo
provarci?
Ho
paura che la sua ira lo
distrugga" esalò.
Takeshi
gli carezzò i capelli argentei
con tocco leggero.
"Credo
di sì. Forse dovresti
trovare la forza di batterlo al più presto".
Squalo
ridacchiò gelido.
"V-o-i...
mi serve un
miracolo" esalò.
Takeshi
gli posò un bacio sulla fronte.
"Tu
sei un piccolo miracolo. Hai
già tutto quello che ti serve".
Suoerbi
inspirò il forte odore del
bagnoschiuma di Takeshi.
*Superbi
"Dici
che la dea vuole possedere
Yuni per sposare Sawada?" domandò.
Takeshi
mugugnò.
"Vuole
sposare la possessione di
Tsuna, al massimo" disse.
Squalo
si portò la mano di Takeshi al
petto e borbottò: "Sawada dovrebbe sapere chi sono i
guardiani delle sue
varie fiamme, lo difenderebbero".
Takeshi
sospirò, annuì e gli carezzò il
petto.
"Sì,
dovrebbe. Forse dovresti
presentarglieli".
Squalo
gli posò un bacio sulla fronte.
'Tu
sei il suo mare, diciamo la sua
pioggia divina, non ti metterà da parte" lo
rassicurò.
Takeshi
arrossì e sorrise.
"Lo
so. Ma adesso pensiamo a te.
Dobbiamo ideare una strategia per battere Xanxus".
<
Dovrei ammetterlo, anche se è così
piccolo e il mio vero migliore amico, quello che Dino non è
mai stato >
pensò Squalo.
"Voiii.
Come convinciamo boss a
combattermi? Non penso voglia farmi veramente del male".
Rabbrividì
sentendo lo scoppiettare del fuoco, il rossore delle fiamme creava dei
giochi di
luce sulla sua figura pallida.
Takeshi
lo abbracciò.
"Gli
diciamo che sei serio e vuoi
sfidarlo davvero. Se gli dimostri la tua determinazione non
potrà dirti di
no".
Squalo
gli strofinò il naso contro il
suo e gli sorrise.
"Nah,
per lui conta solo la sua
gelosia" borbottò.
Takeshi
gli carezzò una guancia.
"Allora
fallo ingelosire al punto
da accettare la sfida".
Squalo
si staccò da lui e si mise in
piedi, incrociando le braccia al petto, ricominciando a camminare.
"Vooi...
Mi ci vedi? Io non sono
tipo" brontolò.
Takeshi
si morse il labbro, si alzò in
piedi e gli si mise di fronte.
"E
se mi baciassi? Dovrebbe
andare".
Squalo
sganciò la spada dalla protesi e
utilizzò l'indice di questa per indicarlo.
"Non
ci pensare neanche!
Se
ti baciassi sarebbe solo per amore,
tu ti meriti il meglio!" sbraitò.
Arrossì
vistosamente. "Inoltre sei
fidanzato!".
Takeshi
sorrise diventando rosso.
"Grazie,
ma sarebbe solo un bacio,
e poi a me tu piaci".
Superbi
chinò all'indietro il capo in
una cascata di capelli argentei e avvertì il battito
cardiaco accelerare.
"Ti
meriti solo baci
importanti" esalò.
Takeshi
alzò le spalle.
"Da
te sarebbe sempre
importante".
Squalo
si sfilò gli stivali, raggiunse
la pila di legno e ne gettò uno nel camino.
"Voi...
Tutto questo è
imbarazzante" sussurrò.
<
Inoltre non penso che Xanxus
apparirebbe a un semplice bacio > rifletté.
Takeshi
lo raggiunse, accennò un
sorriso.
"Cosa
vuoi fare?" lo
interrogò.
Squalo
giocherellò con una ciocca di
capelli e le sue iridi color perla divennero liquide.
"N-non...
so" ammise,
abbassando lo sguardo.
Takeshi
lo abbracciò, gli carezzò i
capelli.
"Io
sono qui per te, qualsiasi cosa
tu scelga".
Squalo
s'irrigidì quando gli accarezzò
la ciocca più voluminosa.
La
porta si aprì con un calcio, Takeshi
scattò all'indietro e Xanxus avanzò.
"Quella
è la mia ciocca, e la mia
feccia".
Squalo
si abbracciò a Takeshi e
impallidì.
"Boss"
esalò.
Xanxus
lo raggiunse, lo strattonò e lo
abbracciò, stringendolo al suo petto.
"Sei
mio".
Superbi
gli premette il viso contro il
petto. "Non fare l'idiota".
Takeshi
deglutì.
<
Lo faccio per Squalo > si disse.
Avanzò,
guardò Xanxus negli occhi.
"Se
non lo sfidi, te lo porterò
via" dichiarò.
Xanxus
inarcò un sopracciglio.
Squalo
rabbrividì e si staccò da Xanxus,
mettendosi davanti al ragazzino.
"Guai
a te se provi a
minacciarlo" ringhiò.
Takeshi
scrollò le spalle.
"Ti
sta già perdendo, qualcuno
dovrà pur farglielo notare".
Xanxus
digrignò i denti.
"E
sia. Ti sfido, feccia".
Squalo
avvertì un brivido freddo
percorrergli la schiena e il battito cardiaco gli decelerò
bruscamente.
"Allora
scendi. Ci vediamo in
cortile per lo scontro" ordinò.
<
Se è posseduto non posso fidarmi
non faccia male ad uno dei suoi mocciosi. Ho sempre paura possa ferire
i più
piccoli come Sawada > rifletté.
Xanxus
lo seguì in cortile, Takeshi gli
corse dietro.
<
Funzionerà. Sensei lo batterà e
Xanxus scofiggerà la possessione per sconfiggerlo >
si rassicurò.
Xanxus
stava con le mani nelle tasche,
un broncio sul volto delicato e gli occhi cremisi socchiusi.
Takeshi
guardava lui e Squalo, seduto in
terra poco lontano dai due.
"Taki,
vammi a prendere la spada.
Mi fido di te" disse Squalo a Yamamoto.
Takeshi
corse in casa, Xanxus lo guardò
sparire oltre l'uscio. Strinse le labbra, sfiorando le pistole.
<
Spero non mi costringa a sparargli
> pensò.
Takeshi
tornò reggendo una spada.
Squalo
si sganciò la protesi,
lasciandola precipitare a terra e prese la spada che Yamamoto gli
porgeva,
facendola roteare.
<
Da dove diamine l'ha tirata fuori
la mia vecchia spada? Credevo di averla persa tra le cianfrusaglie in
camera
mia > pensò, puntandola verso Xanxus.
"Voooi!
Guai a te se mi
sottovaluti" lo minacciò.
Xanxus
sfoderò le pistole, le roteò e
sogghignò.
"Vuoi
farti male, feccia?".
Squalo
balzò, utilizzò come base il
tronco di un albero e roteò in aria, facendo ondeggiare i
lunghi capelli
argentei, rise mostrando i denti aguzzi e tentò di tagliarlo
in due con un
fendente dall'alto.
Xanxus
si spostò di lato, la spada gli
tagliò un pezzo del cappotto. Xanxus sparò vicino
alla spalla di Squalo.
Alcuni
capelli di Squalo divennero
cenere. Superbi si abbassò e cercò di spazzargli
i piedi.
Xanxus
saltò all'indietro, tentò di
colpirlo con un calcio e poi con un pugno.
Squalo
schivò saltando all'indietro,
sulle punte dei piedi nudi. Dei quadratini di metallo si staccarono
dalla sua
lama, si conficcarono nel terreno e si crearono delle torri di fiamme
della
pioggia, acqua iniziò a invadere il giardino, fino a
renderlo un basso
laghetto.
Squalo
scomparve dietro una di queste
torri, ricomparve alle spalle di Xanxus.
Xanxus
si girò di scatto tirando una
gomitata, inciampò in avanti e rotolò in terra.
Si rimise in piedi e gettò le
pistole, accese le Fiamme dell'Ira.
Squalo
saltò per evitare la gomitata, ma
altre scaglie metalliche si staccarono dalla sua spada, colpirono
Xanxus ed
esplosero, creando una nuvola di veleno violetta.
Xanxus
creò una barriera di Fiamme
dell'Ira, ne uscì fuori con il cappotto strappato.
Alzò lentamente il capo, gli
occhi brillarono di cremisi.
"Quindi
sei serio" disse, con
voce profonda.
Le
sue fiamme diradarono il gas.
Gli
occhi di Squalo erano liquidi,
mentre il Varia rabbrividiva.
"Lo
sono sempre stato" esalò
il Capitano.
Xanxus
espirò a testa bassa. Ritirò le
Fiamme, scattò in avanti e andò alle spalle di
Squalo. Lo afferrò per le spalle
e lo strinse contro di sé.
"Perché
vuoi battermi, mia
Regina?".
Takeshi
sobbalzò.
<
Sta funzionando! > pensò.
Squalo
rischiò di perdere la presa sulla
spada.
La
riafferrò con forza e la conficcò nel
terreno, creando un'onda d'urto che investì entrambi,
sfruttò lo sbilanciamento
per liberarsi.
"Regina
di cosa?!
Voiii!
Sono il tuo Capitano dei Varia,
se mai mi andrà bene salirò a rango di braccio
destro" sbraitò.
<
Non devo perdere la motivazione,
neanche se mi sento morire, neanche se mi sento un traditore, neanche
se penso
che potrei ferirlo >. Alcuni frammenti di terreno gli avevano
graffiato la
pelle pallida.
Xanxus
si scrollò di dosso la terra,
aveva alcuni graffi sul volto.
"Sei
mia moglie, diventerai Regina
quando io diventerò Re" dichiarò.
Avanzò
a passo lento verso di lui.
"So
perché lo fai. Ti
conosco".
Dei
segni si crearono intorno agli occhi
di Superbi.
<
Dio quanto era bello quando eravamo
solo noi, centomila volte mi sono gettato sul tuo letto solo per
trovare le tue
braccia. Il tuo amore mi ha salvato, non riuscivo a difendermi dalla
tua
dolcezza, ma ci siamo persi nel vento > pensò Squalo.
"Tu
vuoi fare il boss! Non hai mai
chiesto altro, per far contento il vecchio!".
Digrignò
i denti e scattò in avanti.
<
Ho aspettato così tanto il tuo
ritorno. Ho rinunciato a quello che volevo e poi un po' alle volte
anche a me
stesso, cedendo alle mie paure. Tornerei tra le tue braccia anche solo
per
dirti quanto mi manchi, ma... >.
Dalla
sua spada si dipanarono fendenti
di fiamme della tempesta.
Xanxus
schivò i fendenti con movimenti
rapidi, stringendogli il braccio e la spalla del moncherino,
poggiandola fronte
sulla sua.
"È
vero, ho rinunciato a me stesso
per il Nono, e peggio, ho rinunciato a noi. Ma ora ti vedo, amore mio.
Vedo la
tua decisione e la tua disperazione".
"Lasciami!"
gridò Squalo con
voce stridula e tono disperato. Fece vorticare la spada nella sua mano
e
investì entrambi con le fiamme della sua pioggia,
rallentando i loro movimenti.
Raggiunse Xanxus con una testata, arrossandogli la fronte abbronzata.
Lacrime
copiose solcarono il viso
affilato di Superbi.
Xanxus
gli portò con un movimento lento
il braccio ai fianchi.
"Ho
finito per lasciarci
sprofondare, lasciarci perdere. Ora sono qui".
Squalo
gli graffiò la guancia con la
spada.
"V-voi-i...
Combatti! Perché dovrei
credere che hai deciso di fare il re e non il boss?". Cercò
di urlare, ma
la sua voce era stridula. La sua intera figura in ombra, tranne gli
occhi, che
rilucevano vitrei a causa delle lacrime.
Xanxus
sentì gocce di sangue scivolare
sulla guancia, rallentate dalla Pioggia.
"Perché
è quello per cui sono nato,
e più importante quello che voglio fare. Voglio costruire e
proteggere il
nostro piccolo sogno, con i nostri figli e nipoti, e il nostro popolo".
Il
petto si Squalo si alzava e abbassava
in modo irregolare, facendo ondeggiare la catenella che portava al
collo.
"Perché
dovrei essere io la tua
regina se neanche mi senti tuo?" esalò Superbi, le gambe
rischiavano di
cedergli.
Xanxus
lo strinse contro di sé.
"Perché
ti amo. Perché io
appartengo a te e tu a me. È vero che ti sento lontano, ma
sono io a
distanziarmi da te. Non potrò mai sentirti mio se prima non
sono me
stesso".
Squalo
lasciò cadere la spada e gli
avvolse il collo con il braccio, chiuse gli occhi e lo baciò
all'angolo della
bocca.
Aveva
le labbra umide di lacrime.
Xanxus
spostò appena il capo per sentire
le labbra di Squalo sulle sue, ricambiò il bacio sentendo il
salato delle
lacrime sulla lingua.
Takeshi
sorrise, vedendoli baciarsi.
<
Finalmente questo regno avrà un Re
e una Regina > pensò.