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Autore: LadyPalma    15/05/2019    1 recensioni
SPOILER 8X03
E se nella scena finale, Davos avesse raccolto la collana di Melisandre e per qualche ragione il contatto dell'oggetto con il suo corpo (e solo il suo) fosse in grado di mantenerla in vita? Se il destino della Donna Rossa fosse nelle mani del Cavaliere delle Cipolle, lui deciderebbe di ucciderla o di darle un'altra possibilità? Potrà lui mai essere in grado di perdonarla?
Un tentativo di creare una storia d'amore tra due personaggi che si sono sempre odiati, forse solo perché non si sono mai capiti.
Melisandre/Davos
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davos Seaworth, Melisandre di Asshai
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Onion - Davos/Melisandre'
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6. 

Quando Davos aprì gli occhi la mattina successiva, la prima cosa che vide fu la schiena di Melisandre che veniva ricoperta del consueto abito rosso cremisi. Forse fu proprio il rumore dei movimenti della donna a svegliarlo, ancor prima che il servitore passasse a bussare a tutte le porte dei cavalieri in partenza. Del resto, era comprensibile che lei volesse andare via prima di quel momento. Era un tacito accordo quello di lasciare  quella notte come un segreto, più per non rovinare quel momento che per un'eventuale vergogna della situazione, a dire il vero.
Poteva forse una notte cambiare tutto l'odio che c'era stato tra loro? In quei momenti mentre la fissava di spalle rivestirsi e sistemarsi i capelli, lui si sentì di rispondere intimamente di sì.
Perché in quei momenti si ritrovò a desiderare di non dover partire. Gli parve quasi di avere un motivo per restare.
Non disse nulla; aspettò pazientemente in silenzio che lei si voltasse verso di lui e lo trovasse sveglio. In effetti, non dovette aspettare molto e quando i loro sguardi si incrociarono, lei accennò un sorriso. Curvandosi su di lui, gli posò una mano sul viso.
"Mi sembra un bel modo di lasciarci. Manterrò la mia parola, non ci vedremo... In cambio voi restate vivo giù al sud"
La sua voce era un sussurro, ma non si riusciva a intuire nessuna particolare sfumatura di emozione. Le lacrime erano sparite dal suo viso insieme alla fragilità e alla tristezza, per lasciare spazio a un'espressione indecifrabile.
Davos non si aspettava nulla di diverso, sapeva che quella notte aveva rappresentato il loro primo vero incontro e allo stesso modo anche il loro momento di addio. Lui sarebbe potuto non sopravvivere alla battaglia e morendo, anche lei, la cui vita era legata a lui tramite il rubino, sarebbe morta. Ma anche nel caso in cui lui fosse sopravvissuto e tornato a Grande Inverno, sapeva che lei molto probabilmente non sarebbe stata lì al suo ritorno. Viva sì, ma non lì.
Erano questi i termini dell'accordo che lui stesso aveva voluto: la teneva in vita in cambio di non dover più sopportare la sua presenza.
Lei glieli aveva appena ricordati e sembrava pronta a mantenerli. Del resto era troppo tardi per cambiarli. E forse era troppo pericoloso pensare alla possibilità di farlo.
Era pericoloso pensare a come adesso non gli sarebbe dispiaciuto rimanere in vita e mantenerla in vita solo per vederla di nuovo.
Era pericoloso e anche a suo modo doloroso. Perché il conflitto interiore delle emozioni che provava verso di lei si era solo acuito.
La odiava, si disse, ma intanto le prese la mano dalla sua guancia e gliela strinse.
Avrebbe dovuto vederla morta, provò a ripetersi, mentre si metteva a sedere e, con le mani ancora intrecciate, avvicinò lentamente il suo viso a quello di lei, fino a far sfiorare le loro labbra.
"Addio, Ser Davos" gli sussurrò lei, con un leggero e breve bacio.
Lui non rispose - né al bacio, né alle parole. Preferì restare in silenzio mentre lei abbandonava la stanza senza voltarsi neanche una volta.
Non poteva perdonarla.
Era questa l'unica frase negativa vera che era rimasta dopo quella notte. Ma purtroppo era l'unica che riguardava non i suoi sentimenti ma il suo onore. E quello era qualcosa che non sarebbe mai potuto cambiare nel giro di una notte.

 
***
 
Nel giro di poche ore tutti i cavalieri, i soldati e i Lord erano partiti e il castello si era praticamente svuotato. A parte i domestici, restavano Lady Sansa, Brienne, Bran e Gendry, che era stato legittimato e aspettava di scoprire l'esito della guerra per poter occupare la terra che ora gli spettava in qualità di Lord.
Melisandre era rimasta momentaneamente come ospite, ma aveva già deciso che quel soggiorno non sarebbe durato a lungo. La sua missione era finita ma la sua vita no e in qualche modo doveva trovare un altro obiettivo. Quale non lo sapeva, ma doveva essere lontano da lì, perché aveva una promessa da mantenere. Non vederla mai più era l'unica vera cosa che Davos le avesse chiesto e lei lo avrebbe accontentato, specialmente dopo quella notte che la faceva sentire ancora più in debito con lui.
Per la prima volta, aveva messo in dubbio la necessità delle azioni della sua vita e il buon fine dei dolori che aveva provato.
Per la prima volta, si era sentita amata, perché anche se lui diceva di odiarla, di certo non era stata mai odiata così.
Per la prima volta, aveva pianto.
Quella notte era servita a cementare lo strano sentimento che già aveva iniziato a provare verso quell'uomo e quel sentimento era allo stesso tempo il motivo per cui voleva restare e il motivo per cui sapeva di dover andare via.
"Con tutta questa pace non sembra che la vita abbia trionfato sulla morte"
La voce alle sue spalle la fece sussultare, ma un sorriso le affiorò sulle labbra quando, voltandosi, si trovò di fronte la più giovane delle ragazze Stark. Era davvero agile e impercettibile nei movimenti, non le riusciva difficile credere di come neanche il Re della Notte si fosse accorto di lei.
"Lady Arya, non credevo foste rimasta al castello"
Qualcosa in quella frase fece corrucciare il volto di Arya e non tardó a manifestarlo.
"Non c'è bisogno adesso di essere così formali, Donna Rossa" le disse, rigettando allo stesso tempo l'uso del voi e l'appellativo di Lady. Poi si avvicinò di più, ponendosi al suo fianco davanti al parapetto che dava sul cortile. "Farò ancora in tempo a raggiungerli, non è troppo tardi..."
"Ma qualcosa ti trattiene"
"Gendry è stato nominato Lord di Capo Tempesta"
"Così ho sentito dire"
"E mi ha chiesto di sposarlo"
Arya rivelò quell'informazione così importante senza mezzi termini e con lo sguardo ancora fisso sul cortile deserto e innevato. Ostentava indifferenza eppure nel tono si intuiva una richiesta di aiuto che Melisandre poteva capire; quello che non capiva era però perché fosse proprio diretta a lei.
"Perché lo stai dicendo a me?"
La ragazza si voltò per guardarla e i suoi occhi esprimevano quello smarrimento ancora più del tono.
"Mi hai detto una volta cosa fare, ora forse puoi farlo di nuovo. Non posso fare la lady, non è il mio ruolo, ma non posso neanche più essere nessuno. Sono così stanca di essere nessuno"
Sorprendentemente, Melisandre ridacchiò leggermente, ma era una risatina di incredulità e non di scherno.
"Non posso dirti cosa fare. Non posso dirti se devi sposare il tuo giovane Lord fabbro. Posso dirti però che la tua missione è finita con la battaglia contro gli Estranei, così come è finita la mia, e sei libera di prendere qualsiasi decisione"
"Ma ho ancora dei nomi sulla lista..."
"Dei nomi che non è tuo compito eliminare. Una volta ti ho detto che avresti chiuso occhi marroni, occhi verdi e occhi blu. Ce l'hai fatta, Arya Stark... Chi vorresti uccidere ancora dopo aver annientato la morte stessa?"
Melisandre l'aveva afferrata delicatamente per le spalle e la guardava dritto negli occhi con un tiepido sorriso. Non conosceva quella ragazzina molto bene, se non per quanto aveva sentito di dire di lei e il poco che aveva visto, però si era rivelata essere la persona che aveva cercato per tutta una vita e che l'aveva liberata dalla schiavitù della sua missione durata centinaia di anni. Ciò era bastato per creare tra loro un legame particolare, come provava il fatto che Arya si era imposta per difenderla quando Davos avrebbe voluto ucciderla. Ecco perché ora la Donna Rossa non poteva che provare una sorta di affetto per lei e sperare che almeno lei, che era ancora molto giovane e non aveva fatto ancora nessun imperdonabile errore, avrebbe potuto vivere il resto della sua vita in un modo diverso.
"Tu ami Gendry?" aggiunse dopo qualche istante di silenzio.
Arya esitò solo un istante prima di annuire con decisione.
"Bene. Allora, resterai?"
Arya restò in silenzio, probabilmente soppesando quel consiglio, ma quando parlò non fu che per fare una domanda a sua volta.
"E tu? Anche la tua missione è finita... Tu cosa farai adesso?"
La donna non dovette riflettere a lungo sulla risposta, l'aveva ormai chiara nella sua mente.
"Cercherò un nuovo obiettivo per passare i miei ultimi giorni dato che Ser Davos ha deciso di lasciarmi vivere" rispose, non potendo evitare di incrinare quasi impercettibilmente la voce nel pronunciare quel nome. "aspetterò qui di sapere l'esito della battaglia per il trono e poi me ne andró. Verso Essos, forse tornerò a Asshai, dove tutto è iniziato"
"Spero troverai quello che cerchi" disse Arya, con un cenno di saluto.
Si voltò e iniziò infatti ad avviarsi con il suo solito passo felpato, salvo poi ripensarci e voltarsi di nuovo indietro.
"Melisandre?"
"Sì?"
"Tu sei mai stata innamorata?"
A quella domanda, la donna abbandonò la sua solita espressione controllata e spalancò leggermente gli occhi, manifestando sorpresa. Non era una domanda assurda e non era la prima volta che le veniva posta. Ma non se l'aspettava in quel momento, non da quella ragazzina che sembrava leggere dentro le persone tanto quanto una volta si vantava di riuscirci lei; non dopo la nottata che aveva vissuto e la decisione che aveva preso.
Amore? In circa trecento anni di vita lo aveva visto manifestarsi in tante forme, ma sulla sua pelle non lo aveva mai provato. Da quando era diventata sacerdotessa del Signore della Luce, aveva deciso che l'amore era qualcosa di irrilevante per una persona come lei.
Eppure adesso sembrava sconvolta e la risatina sprezzante che di solito faceva nel sentir parlare d'amore le morì in gola.
Cos'era cambiato? Niente. O forse tutto.
Ma alla fine ridacchiò comunque, non di compassione verso qualcun altro, ma verso se stessa.
Stavolta non era assurda la domanda.
Ma la risposta.
"Forse sì"


 

NDA: E niente, la storia finisce qui con i due sfortunati amanti che si salutano e non si rivedono più.
Scherzo, purtroppo per voi questa storia avrà come minimo altri 6/7 capitoli quindi dovrete sopportare la mia presenza ahah Melisandre sta realizzando di essersi forse innamorata del suo nemico di vecchia data, ma quali saranno i sentimenti di Davos? E davvero lei è pronta ad andarsene per sempre o qualcosa la costringerà a restare? Rispondere a queste domande è l'obiettivo dei prossimi capitoli insomma. Spero vi sia piaciuto il momento Melisandre/Arya, è un rapporto che ho intenzione di sviluppare un pochino in questa storia.
Piccola nota: non prendo in considerazione gli eventi dopo la 8x03, come avrete potuto intuire già dalla storyline di Arya. 
Al prossimo capitolo!
   
 
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