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Autore: Angelica52    18/05/2019    3 recensioni
Ross è a Trenwit e Francis ne approfitta per parlare a Demelza
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO II
“ Sei, solo, Ross? “ ripetè Elizabeth
“ Scusami, ero sovrappensiero. Sì, Demelza è fuori  e Jeremy  con Proudie. Vado di sopra da Francis…”
“ Ross, sono tanto infelice” disse con voce flebile e dolcissima Elizabeth, guardando fuori dalla finestra e dandogli le spalle.
Un fulmine sembrò graffiare il cielo.
“ Perché? Ora Francis è fuori pericolo ,  sai che  Warleggan non metterà mai le mani su  Trenwith perché è innamorato di te , Geoffrey Charles sta bene…Cosa potresti volere di più? ”Ross aveva parlato con una leggera irritazione, di cui non riusciva a spiegarsi il motivo
“ Non hai capito , Ross, o fingi di non capire ? – esclamò girandosi verso di lui- Sono infelice per lo stesso motivo per il quale lo sei tu!” Gli  si era avvicinata e  gli aveva  poggiato la mano sul petto , fissandolo con quei suoi occhi azzurri, profondi e incredibilmente belli ; In America, durante le battaglie e quando era stato ferito  era a quegli occhi che aveva pensato per trovare la forza sopravvivere all’orrore, al sangue, allo spreco di giovani vite.
Un tuono molto forte squarciò l’aria e il vento cominciò a sibilare.
“ Mia moglie  è fuori e sta per iniziare a piovere …le  vado incontro”disse Ross, piano e visibilmente turbato.
Demelza era rientrata, senza che se ne accorgessero” Cosa avrà visto?” pensò Ross” Cosa avrà pensato?”
Elizabeth , calma e imperturbabile,le aveva sorriso con gentilezza.
“ Sono rientrata presto ,  sta per scoppiare un temporale”
Demelza guardava Ross negli occhi con un’espressione strana , dolente, ma indecifrabile; neppure lei riusciva a  capire quale tra i tanti sentimenti che la turbavano fosse il più forte : era arrabbiata, spaventata, sconcertata ,ma , forse, più di tutto quasi sollevata: aveva sempre saputo che Ross un giorno sarebbe tornato da Elizabeth ed era vissuta costantemente nella paura del suo fascino, della sua bellezza, eleganza e  raffinatezza; Demelza  si  sentiva incomparabilmente inferiore  a lei, che riteneva fosse  ineluttabilmente destinata a Ross. Da quando lo aveva conosciuto , da quando si erano sposati , nonostante tutto quello che li legava , era convinta  che , se Elizabeth  avesse fatto un cenno, Ross sarebbe corso  da lei;
“ Ecco. Il  momento è arrivato-si disse – è tutto finito ; ora comincerò a soffrire e piangere , ma smetterò di tremare  e tentare disperatamente  di  scacciare i sospetti, potrò smettere  di guardarlo mentre guarda lei o quando è taciturno, temendo di scoprire tracce dell’antico amore, sapendo  che vorrebbe essere altrove, non qui con me. Ora se ne andrà , Elizabeth  ha deciso e lui se ne andrà . Tutto è finito”
Il vento ora soffiava forte, sibilando in modo sinistro, la  pioggia  batteva sulle finestre,il  mare era gonfio e minaccioso e le onde sembravano scagliarsi furibonde sulla scogliera.
“ Vado di sopra a serrare bene le finestre , Ross,  sta per  arrivare la tempesta”disse Dem a voce bassa , trattenendosi dal piangere .
Proudie entrò nel salotto con una lettera del dott  Behenna per Elizabeth che, dopo averla letta, disse
 “ Zia Agata sta male e il dottore dice che ha bisogno di assistenza. A Trenwit non c’è nessuno di noi. Devo andare, Ross.”
Pronunciò queste parole con un tono forte , deciso e poi guardò Ross , aspettando che dicesse ciò che lei riteneva giusto e  inevitabile che dicesse.
Ross guardò fuori dalla finestra  e vide la natura  che pareva  impazzita e scatenata contro gli esseri umani, nuvole basse che gli sembrava lo schiacciassero al suolo, lampi improvvisi , tuoni lugubri e pioggia , che avrebbe voluto potesse ripulire il mondo  dal marciume, dalla  violenza ,dal  dolore , dalla morte . lo spettacolo della furia degli elementi lo coinvolgeva e lo turbava in modo particolare, quel giorno : gli sembrava un oscuro presagio del futuro  e  gli ricordava altre tempeste  e i profondissimi dolori del suo passato.
  Non  sarebbe voluto  andare a Trenwit ;non  poteva sottrarsi, ma non sarebbe voluto andare
 “Sta per scatenarsi  una tempesta ;non puoi andare da sola, Elizabeth,  . Ti accompagnerò io “
Poi rivolto a Demelza ,  accarezzandole il viso disse piano :” DEVO accompagnarla a Trenwith e DEVO vedere zia Agata, Demelza , lo capisci vero? . Tornerò appena passata la bufera”
“ Si , Ross”
 . Salirono tutti al piano superiore, Elizabeth per avvertire Francis , Ross e Dem per prendere l’oc
corrente per il viaggio. In camera, Ross si avvicinò alla moglie , abbracciandola.
Demelza lo guardò a lungo, come se  fosse l’ultima  volta, gli prese il viso tra le mani e gli diede un bacio, lungo , dolce e struggente.
“ Demelza , tornerò domani !” , le disse sorridendo
“ Sì, Ross”
Elizabeth lo aspettava ansiosa di partire, ma Ross passò prima da  Francis
“ Vado a Trenwith , zia Agata sta male ;è in arrivo una tempesta e non posso lasciare che tua moglie vada  da sola . Sarò di ritorno domattina molto presto “
“ Buona cavalcata”
Ross lo guardò ,a lungo e fisso negli occhi “ Tu sai che ci sono degli imperativi morali fra  gentiluomini e , soprattutto,  obblighi di lealtà   fra  consanguinei, vero?”
“ Sì”
“ Mi appello al tuo senso dell’onore”
“ Tu, invece, ritieniti libero” e chiuse gli occhi
Erano partiti. Demelza  rimase a guardarli dietro alla finestra mentre si allontanavano sotto la pioggia ,sferzati dal vento.
 “ Sono andati.  Auguriamo  loro un buon viaggio”
 La voce di Francis l’aveva fatta sussultare.
“ Dovresti essere a letto, hai ancora la febbre”
“  Preferisco  stare qui, accanto al camino e  parlare un po’ con te  , sorseggiando  un bicchiere di brandy . Sai , a  volte mi sembra di passare più tempo  a Nampara  che a Trenwith, perché spesso durante il giorno, ma soprattutto la  sera , quando il buio sembra  rendere  tutto ancora più triste , inutile e senza senso, trovo un po’ di pace e un perchè all’ esistenza   immaginandoti  seduta accanto al fuoco, proprio qui, o a curare il giardino o a suonare la spinetta”
 Poi con quel sorriso ironico e triste che Demelza  conosceva bene disse:
“ Mia moglie direbbe , anzi mi farebbe capire col suo silenzio , che sono uno sciocco; è strano ,  Elizabeth e Trenwith sono le cose che ho  creduto di amare un tempo  e da cui  ora vorrei fuggire  Sono simili :  sono belle ,ma  incapaci di dare calore,  sono  entrambe  solo  una bella facciata che ricopre una realtà deludente. Non amo né l’una e ne l’altra” _Poi  guardandola fisso negli occhi :
“ Amo Nampara.”
********
“ Se George Warleggan non fosse a Bristol, gli avrei chiesto di mandarmi la carrozza : detesto questo tempaccio, il vento , la pioggia…” sbottò Elizabeth, irritata e quasi offesa per l’affronto che subiva dalla natura.
Ross procedeva senza parlare, apparentemente attento ad evitare i pericoli della strada che cominciava ad allagarsi , ma , in realtà , sprofondato nei suoi pensieri: aveva visto lo sguardo di Demelza ed  ne aveva intuito la causa. Non c ‘era ribellione, rabbia o sospetto nei suoi occhi , ma solo una specie di addolorata , rassegnata certezza. Ross amava Demelza, era felice , almeno per quanto un animo perennemente lacerato come il suo poteva  esserlo , e la sua felicità era il riflesso di quella che, a dispetto di tutti i dolori, non mancava mai di rinascere in lei; sapeva che non avrebbe mai potuto farne meno come amante, moglie, amica, compagna e che era insostituibile ed indispensabile , eppure….
Eppure , talvolta, non poteva impedirsi di pensare ad Elizabeth, anche se non capiva cosa gli mancasse di lei
Era bella, ma Demelza non lo era di meno, anzi aveva una inconsapevole sensualità che lo attirava ancora moltissimo; era elegante e raffinata, ma sua moglie aveva una grazia naturale,spontanea che la rendeva  irresistibile ai suoi occhi e a quelli di  molti uomini ; sapeva bene che Elizabeth non sarebbe stata  la compagna adatta a lui, attratta com’era da  tutto ciò che  Ross non solo non condivideva , ma addirittura disprezzava, mentre Demelza credeva in tutto ciò per cui lui aveva lottato e rischiato, senza temere nulla, senza chiedere mai nulla , senza lamentarsi mai .Per molto tempo gli era parso di aver definitivamente accantonata Elizabeth fra i ricordi della gioventù, ma poi, dopo la morte di Julia, il crollo della miniera , quando i debiti e il senso di incertezza e precarietà lo avevano stravolto, lei era tornata nei suoi pensieri, pur senza riuscire a intaccare il suo amore e  la sua tenerezza per Demelza. Quando gli  aveva confessato di non averlo dimenticato, incurante di Francis e  sua moglie che erano poco lontani ,  nonostante il  turbamento  , ne aveva quasi disprezzato la doppiezza e  la falsità  che, ne era certo, mai Demelza avrebbe dimostrato.
 Eppure , anche se  non sapeva e non voleva pensare alla sua vita senza Demelza, Ross , pur volendolo, non  sapeva  smettere di pensare ad Elizabeth.
“ Siamo arrivati!  Ti prego, Ross , dammi il braccio .Mi fa paura questo vento … sembra  poter distruggere tutto  ;  dà ordine alla signora Tabb di accendere il camino e prepararci un tè bollente .Io vado a rimettermi in ordine: temo di sembrare un mostro! Più tardi andremo da zia Agatha”
 
 
********
 
Demelza si era chinata ad attizzare il fuoco perchè nella stanza  faceva molto  freddo, ma soprattutto  perché voleva dominare e nascondere l’imbarazzo  che provava per le  parole di Francis. Si era accorta che lui passava volentieri molto tempo a Nampara, che gli piaceva parlare con lei , che sembrava aver trovato l’entusiasmo, l’allegria, la voglia di fare che non aveva mai avuto prima .Non sapeva a cosa attribuire questo cambiamento e , forse, non si era mai soffermata ad indagarne le cause, ma giorno dopo giorno aveva colto  prima con incredulità ,poi con meraviglia l’intensità dei  suoi  sguardi   e  il tono della voce sempre dolcissimo quando si rivolgeva a lei . Ross non si era accorto di nulla perchè troppo preso dai problemi della miniera o forse perchè, pensava Demelza, per lui chi aveva Elizabeth non poteva desiderare altro.
 Entrambi si rendevano conto che quella sera si sarebbero parlati , sebbene per dire cose diverse  che avrebbero avuto effetti diversi : lui le avrebbe detto che l’amava,  aiutandola, forse,a capire finalmente il suo valore e lei, rifiutando il suo amore , avrebbe  ucciso la fiducia in sé stesso che Francis stava faticosamente recuperando.
 Perciò Dem sperava che  tacesse, che non continuasse a dire ciò che avrebbe voluto sentire da altre labbra, da un altro uomo  che ora era a Trenwith e si augurava che il loro rapporto , che non poteva essere da parte suo che fraterno , non si guastasse per parole  che sarebbe stato meglio non pronunciare
Francis , al contrario , non sembrava voler tacere :
“ La buona educazione , la “ morale “ dei miei pari  mi ha impedito giorni fa di dirti tutto ciò che avrei voluto e anche ora  mi imporrebbe di tacere, perché l’unica cosa che non perdonano è la verità dei sentimenti  Accettano  e sorridono  su tresche squallide, situazioni torbide, scandali vergognosi, dopo un po’ addirittura tendono a dimenticarli, purchè siano vissuti “con discrezione”,purchè la facciata , le regole, le convenzioni, le differenze sociali non vengano messe in discussione e tutto , apparentemente, rimanga come prima, come sempre. Ero così anch’io, sai? Ritenevo sconveniente ciò che non era consueto per il mio ceto, soprattutto il  disprezzo per le convenzioni, mentre accettavo, come innocenti evasioni, il gioco, le prostitute, debiti ,  purchè , si intende,fossero rispettate   le apparenze. E’ la verità , Demelza , che fa paura perché ci costringe ad uscire allo scoperto e  a rischiare .Io ho sempre avuto paura  di fallire ,perchè sono sempre stato  considerato un incapace, un  uomo la cui qualità maggiore era l’eleganza, un debole . Ero convinto di esserlo e che lo sarei stato sempre . Ma non lo sono,  Demelza . Ho capito che è il valore di ciò che cerchi che ti da il coraggio, è l’intensità con cui cerchi di conquistarlo  che ti rende forte. Demelza  io cerco te, voglio te  ; tu sei ciò che mi sta dando la forza di continuare a vivere, di non arrendermi alla banalità della vita, alla farsa dell’esistenza . Prova a pensare, Demelza, a come potrebbe essere la nostra vita insieme,liberi dalle paure che ci tolgono il respiro, dai fantasmi che ci tormentano , dai dubbi che ci assillano ; potremmo sentirci finalmente noi stessi , unici l’uno per l’altra , sicuri di ciò che ci lega e liberi di viverlo . Non voglio più aver paura di provare quello che provo, di rischiare, di essere quello che sono e di vivere apertamente ciò che sento. Se  il coraggio che ti manca , io ne ho per entrambi e,  per la prima volta nella mia vita , posso affrontare tutto “
 
   
 
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