Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: JoiningJoice    21/05/2019    3 recensioni
Fugo era rimasto piacevolmente sorpreso dalla sua idea. Gli si era avvicinato, stringendosi nelle spalle, per domandargli sarcastico se quella non fosse la prima volta, per lui.
Gli aveva morso la spalla a sangue non appena Narancia aveva risposto che non lo era.
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Narancia Ghirga, Pannacotta Fugo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Its the end of the world (as we know it)

 

 

Stasera al solito posto, la luna sembra strana

Sarà che non ti vedo da una settimana

[]

Il tuo peccato è originale come i tuoi calzoni americani

Non fermare, ti prego, le mie mani

Sulle tue cosce tese chiuse come le chiese

Quando ti vuoi confessare

[Antonello Venditti Notte Prima degli Esami]

 

 

                Narancia ha dimenticato da ore quanto della pelle che sente addosso a sé appartenga al suo corpo, e quanto a quello di Fugo. Quando sposta le gambe, i muscoli intorpiditi dallimmobilità, le gambe di Fugo si spostano assieme alle sue. Sono un intreccio indistinguibile, stretti tanto da far male; e lodore che permea lintero abitacolo della Lancia di Fugo è quello umido del sesso, dei loro corpi stanchi, della pelle dei sedili consumata che assorbe il loro sudore. Pensa che quellodore dovrebbe dargli noia, ma tutto ciò che prova è un moto dorgoglio che si manifesta come una vampata di calore, dalle punte dei piedi al petto allidea di essere lartefice di quello splendido, dolce disastro.

                « Fugo. », chiama. La sua voce è roca, ha bisogno di bere. « Fugo, che ore sono? »

                In tutta risposta Fugo borbotta ringhia, quasi, incapace di elaborare nel sonno ma più che capace di dimostrare il proprio disappunto al pensiero di essere svegliato. Narancia sospira, affondando la testa nel sedile. Gli orologi sono rimasti sul cofano, abbandonati assieme al resto dei vestiti tranne le magliette, tende demergenza, strette nella morsa dei finestrini. È stata una sua idea, quella. Meglio evitare lavvicinarsi dei guardoni, anche se la probabilità che qualcuno si avvicini ad una macchina del genere parcheggiata sul lungomare è pressoché inesistente.

                Fugo era rimasto piacevolmente sorpreso dalla sua idea. Gli si era avvicinato, stringendosi nelle spalle, per domandargli sarcastico se quella non fosse la prima volta, per lui.

                Gli aveva morso la spalla a sangue non appena Narancia aveva risposto di sì.

                « Fugo, cazzo, mi devo alzare. Sto morendo di sete. », ripete, tentando di scrollarselo di dosso; dorme sul suo petto beato, ignaro, i capelli biondi mossi da ogni sospiro. Da un taglio netto al suo sonno sereno nel sollevarsi di colpo: Fugo emette un verso strozzato e cade tra i sedili anteriori e quelli posteriori, scomposto e nudo, gli occhi ancora chiusi. Narancia non lha mai visto in una posizione più ridicola ed umiliante, e non può fare a meno di ridere. Ride a crepapelle, singhiozzando, fino a che la mano di Fugo non afferra con furia omicida il suo volto, costringendolo a tacere.

                « Testa di cazzo. », lo sente borbottare. Non è ancora riuscito a districarsi del tutto dalla posizione in cui Narancia lo ha costretto. « Ti ammazzo. Ti faccio pentire di essere nato. »

                « Se riesci ad alzarti. », commenta; ha le guance strette tra le dita di Fugo, però, e le parole escono come un mugugno incomprensibile. Fugo sta aprendo finalmente gli occhi, lo guarda in volto e si solleva, a fatica, trascinandolo verso sé per aiutarsi quanto più possibile. Afferra le sue labbra tra le proprie senza finezza, riscoprendo il sapore della sua lingua contro la propria. Narancia protesta per un breve, debole secondo prima di maledire se stesso e la sua totale assenza di resistenza nei confronti di Fugo; arriva persino a lasciar scivolare le dita nella massa bionda e informe dei suoi capelli, tirandolo a sé. Si fermano solo quando i denti di Fugo si chiudono sulla sua lingua, forte abbastanza da farlo saltare via.

                « Questo è per il bel risveglio. », borbotta, asciugando una stringa di saliva scivolata sul mento. Narancia tiene una mano contro la bocca e ulula il proprio dolore. « Che ore sono? »

                « Che cazzo ne so! Era quello che ti stavo chiedendo! », urla, inciampando su ogni consonante. « E prendimi una bottiglietta dacqua, dio, che male! »

                Fugo, ancora in ginocchio sul fondo dellauto, tende il collo oltre i sedili anteriori. « È mattina. », deduce, guardando fuori dal finestrino.

                « Lacqua! »

                « Non rompere! », urla di rimando; afferra qualcosa dal sedile del passeggero e gliela lancia contro. Narancia accusa il colpo con la poca grazia che possiede: svita il tappo della bottiglia e ne tracanna il contenuto mentre alza il dito medio in direzione di Fugo. Ad occhi chiusi non lo nota avvicinarsi, almeno non fino a quando le sue dita non si posano sulle sue gambe. Abbassa il viso nella sua direzione e lo osserva, intento a fissare la linea sottile tra le sue cosce nude come nascondesse la verità sulla vita.

                « Che guardi? », domanda, confuso. Fugo inclina appena il capo; si china a baciare la pelle calda delle cosce senza il minimo preavviso. Narancia stringe la bottiglietta fino a sentirla incrinarsi sotto la sua morsa.

                « Hai delle gambe bellissime. », commenta Fugo una parola corrispondente ad un bacio che risale dalla zona attorno alle sue ginocchia fino al bacino, ogni bacio corrispondente ad un mugolio sommesso da parte di Narancia. « Le tieni strette come fossi una signorina. »

                Le labbra di Fugo raggiungono il suo membro morbido, vi posano sopra piccoli baci umidi. Narancia inclina il capo allindietro; una mano stringe di nuovo i capelli di Fugo, laltra tenta di afferrare il sedile. « Non sono una signorina », borbotta ma la voce acuta già diventa un sospiro, non lo aiuta. Non guarda, ma sente: la saliva di Fugo che scivola sul suo sesso, le sue dita che si stringono e lo massaggiano e il suo sorriso, perfido, nel prevalere sulla sua volontà: sente soprattutto quello. Si volta in tempo per notare che è finalmente riuscito a rialzarsi, in tempo per vederlo sedersi a cavalcioni sopra di lui mentre lo dirige verso di sé; le braccia di Narancia stringono la sua schiena, affonda dentro di lui. Allimprovviso sono di nuovo una cosa sola, un intreccio inscindibile. È il suo turno di premere la guancia contro il petto di Fugo e sentire il battito del suo cuore, il ritmo dei suoi sospiri.

 

                « Narancia. »

                Narancia apre un occhio. Ama sentire Fugo schiacciarlo col suo corpo, ma ama ancora di più addormentarsi su di lui sentirsi piccolo, e sentire di starlo proteggendo da un pericolo inesistente, facendogli scudo col suo intero corpo. Mugola per far capire a Fugo che è sveglio, piacevolmente consapevole del suo sesso ancora eretto che preme contro il suo bacino.

                « Davvero non è la tua prima volta? »

                La domanda è posta in un sussurro così lontano dal Fugo che conosce da essere più simile ad un urlo: Narancia sussulta, colto alla sprovvista. Si volta, il mento che preme contro il petto dellaltro. Fugo non lo sta guardando: ha la testa posata sul sedile, guarda in alto.

                Tutto quanto sa di loro.

                « Era la prima volta con », “…con qualcuno che amo., pensa. Suona così semplice, liberatorio, ma non è quello che dice. « con un ragazzo. »

                Il silenzio di Fugo è, di nuovo, un grido silenzioso. « Capisco. », borbotta; sembra deluso, ma non aggiunge altro, e si addormenta con le dita che affondano nei suoi capelli scuri.

 

 

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In this house we stan venditti, jojo e la fugonara (soprattutto la fugonara)

 

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Alla prossima!

-Joice

   
 
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