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Autore: Rexam    21/05/2019    1 recensioni
Mentre lasciava il suo primo Concilio Ristretto e veniva portato nelle sue stanze da Ser Podrick Payne, Brandon Stark, primo del suo nome, re degli Andali e dei Sei Regni e protettore del Reame, non riusciva a smettere di sorridere.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aerys II Targaryen, Bran Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il Re Nero

Mentre lasciava il suo primo Concilio Ristretto e veniva portato nelle sue stanze da Ser Podrick Payne, Brandon Stark, primo del suo nome, re degli Andali e dei Sei Regni e protettore del Reame, non riusciva a smettere di sorridere. Perfino quando Podrick lo prese in braccio e lo aiutò a salire i gradini dell’alta torre del Re, continuava a sorridere. Quell’espressione imperscrutabile e lo sguardo onirico che aveva mantenuto fino a quel momento, se non altro per un vizio di forma, avevano fatto spazio ad un sentimento di sincera gioia. Appena il cavaliere lo ebbe lasciato solo, Brandon Stark si alzò dalla sedia a rotelle e mosse due passi verso l’ampia finestra. Il viso si contrasse in un ghigno malefico e una strana euforia lo pervase in tutto il corpo. Gli sembrava di sentire l’odore gelido e liberatorio della neve, il rumore di onde infrante mentre il suo pensiero vagava lontano, in luoghi in cui è impossibile entrare. Non in veste di te stesso almeno. Camminava su viali di rapsodie, su tele dal colore dell’inverno e della notte. Il colore dei suoi occhi preferiti. Rammentò il momento in cui la sua storia non scelse fra due sentieri che si biforcano, percorrendoli entrambi. Rivide l’altro se stesso sussurrare nell’orecchio di Aerys, il Re Folle. Lo vide contorcersi mentre, ad ogni parola, la sua essenza si assottigliava e naufragava. Guardò le sue ossa scavarsi e il volto farsi cadaverico, provando un misto di disgusto e delizia. Le sue iridi tingersi del colore del cristallo e dei diamanti. La voce spegnersi. Le parole gli sarebbero mancate per sempre, mai le emozioni. Quelle hanno addosso troppi preconcetti, troppe idee trascinate come macigni e catene intorno alle caviglie. Mentre osservava il Re della Notte ergersi dalla metamorfosi, cosciente del labirinto in cui si era perso e dell’umanità che aveva smarrito, Brandon Stark rammentò la sua nascita nel tempo attuale. Era come ritrovarsi all’interno del giardino del destino, in strade senza asfalto. L’unione di una vertigine con un’altra in mille suggestioni, senza mai raggiungere un risultato. Un incontrovertibile zero. Un guscio vuoto. Un involucro senz’anima. Sapeva, ovviamente, che il Re della Notte avrebbe cercato di fermarlo, che avrebbe resistito millenni in attesa di riprendersi la sua umanità. Per questo motivo fece in modo di allineare le pedine in accordo con le sue visioni. Rivelò a Jon Snow la sua stirpe Targaryen così da condurre alla distruzione Daenerys, nata dalla Tempesta, mentre l’erede veniva esiliato lontano. Diede ad Arya Stark la daga che avrebbe ucciso l’altra versione di sé, cosicché nessuno avrebbe potuto frapporsi fra lui e il Trono di Spade. E mentre osservava i frutti del suo astuto piano, negli alloggi privati del Re, il Corvo a Tre Occhi si avvicinò al camino con le proprie gambe. Accese il fuoco e sorrise al Signore della Luce che lo scrutava tra le fiamme.

«Hai visto vecchio amico? Alla fine ho vinto io.»

  
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