Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: LazyBonesz_    21/05/2019    1 recensioni
Levi lo guardò per qualche altro secondo prima di ritornare sul letto, afferrando il lenzuolo per coprirsi. Cercò di addormentarsi inutilmente e fino alle sei rimase a rigirarsi sul materasso fino a svegliare l’altro. Eren aprì i grandi occhi verdi, mostrando un’espressione assonnata quando sollevò leggermente il viso dal cuscino.
‘’Non riesci a dormire?’’, borbottò con la bocca impastata dal sonno, chiudendo gli occhi per via della luce flebile che entrava dalla finestra.
‘’No ma tu continua pure.’’
‘’Non so se sia possibile.’’
‘’E perché?’’, mormorò Levi, sentendo la testa dell’altro poggiarsi sul proprio petto scoperto.
‘’Perché sei troppo bello la mattina e… e non posso perdermelo’’, sussurrò Eren senza aprire gli occhi, sembrando sul punto di addormentarsi nuovamente. Levi alzò gli occhi al cielo e iniziò ad accarezzare i capelli castani del ragazzo, giocando con qualche ciocca ribelle. Chissà quando avrebbe imparato a pettinarsi.
‘’Non mi stai neanche guardando’’, rispose dopo qualche secondo immaginando che fosse più addormentato che sveglio. Non ci fu nessuna risposta e così Levi chiuse gli occhi, cercando di riprendere sonno. Dopo qualche secondo si sentì la voce dell’altro.
‘’Nei miei sogni si.’’
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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21 luglio

 

 

Kuchel Ackerman aprì la porta, ritrovandosi davanti un ragazzo che la superava di cinque centimetri buoni e con due grandi occhi verdi che risaltavano sulla carnagione abbronzata. Ormai era quasi un abitudine ritrovarselo davanti almeno due volte a settimana. Eren si sfilò le scarpe e indossò le pantofole che usava solitamente quando andava a trovare Levi.
‘’Ciao, Eren, studiate assieme anche oggi?’’, domandò la donna, scostandosi di lato per far entrare il giovane. Il ragazzo annuì con un sorriso che lei ricambiò immediatamente. Le faceva piacere che Levi passasse del tempo con qualcuno e con Eren sembrava più rilassato, meno indifferente a tutto ciò che lo circondava. 
‘’Chissà se riesci a convincerlo ad andare al mare’’, sospirò Kuchel, chiudendo la porta per fermare l’aria afosa di luglio. Dentro il grande appartamento nel centro di Odaiba, uno dei quartieri più ricchi di Tokyo, non si risparmiava certamente sull’aria condizionata che era presente in ogni stanza.
‘’Ci proverò’’, disse Eren mentre si dirigeva verso il corridoio che portava alla zona per la notte. La casa di Levi è davvero enorme, pensò il ragazzo che finalmente raggiunse la camera del suo fidanzato. Aprì la porta e come al solito lo trovò chinato su un enorme libro per i test d’ammissione universitari. Chiuse la porta dietro di sé e si appoggiò ad essa, lasciando cadere per terra la cartella che usava per la scuola.
‘’Hai intenzione di studiare per tutte le vacanze?’’, domandò, ritrovandosi lo sguardo scocciato di Levi su di sé. Aveva quell’espressione irritata quasi sempre ma ad Eren ne regalava anche altre, molto più piacevoli. 
‘’E’ per l’università, lo sai’’, disse poggiandosi sullo schienale della sedia in pelle dall’aria costosa. Eren annuì e gli si avvicinò, sistemandosi contro la scrivania scura. Allungò una mano verso il libro enorme e lo chiuse, facendo sbuffare l’altro.
‘’Quando dirai a tua madre che stiamo assieme? So che non lo sa perché non mi avrebbe fatto tenere la porta chiusa.’’
‘’Da quando stiamo assieme?’’, domandò Levi, sollevando un sopracciglio sottile. 
‘’Da quando hai iniziato a provarci mentre mi davi ripetizioni.’’
‘’Mai fatta una cosa del genere. E ora lasciami studiare, moccioso’’, sbuffò Levi, aprendo nuovamente il tomo davanti a sé. Si chinò tenendo una matita in mano che usava per indicare la parte che stava leggendo. Eren osservò la frangia scura che ricadeva in avanti e poi fece scivolare lo sguardo sul resto del suo corpo, vestito da abiti freschi data l’afa di quelle giornate. A un certo punto gli venne voglia di stuzzicarlo sia perché era divertente irritarlo, sia perché non avevano un contatto intimo da giorni. Scese dall’ampia scrivania e si infilò sotto di essa, mettendosi tra le gambe di Levi.
‘’Non provarci’’, fece questi, tenendo le gambe chiuse nonostante il tocco leggero di Eren su i suoi pantaloncini in tuta. Strinse la presa sulla matita e continuò a leggere, sforzandosi di non tirare un calcio al ragazzo sotto la scrivania. Purtroppo sapevano entrambi come sarebbe andata a finire. Eren era quasi più testardo di lui e sopratutto, era instancabile.
Il più giovane raggiunse il bordo dei pantaloncini e iniziò ad abbassarli mentre lasciava una serie di baci contro un ginocchio, cercando di far allargare le gambe a Levi. Dato che sembrava deciso a resistere, iniziò ad attuare le maniere forti e premette una mano sul cavallo dei pantaloncini dell’altro. Ancora nessuna reazione.
Con le dita toccò il membro del ragazzo, ben coperto da due strati di vestiti. Massaggiò la pelle coperta senza smettere di baciare una sua gamba, soffermandosi in un punto per morderlo e succhiarlo. A quel punto sentì un sospiro di Levi.
‘’Eren, per favore…’’, mormorò cercando di sembrare scocciato ma il suo corpo lo tradiva dato che il più giovane poteva sentire il suo membro eccitarsi sotto la propria mano. Infilò le dita direttamente nei suoi boxer e riprese ad accarezzare l’erezione quasi del tutto formata. Con fatica raggiunse la punta di essa e ci passò sopra un polpastrello con delicatezza, senza premere troppo.
‘’Ohi, ragazzino, c’è mia madr-‘’, Levi si interruppe per lasciarsi sfuggire un sospiro quando Eren riuscì ad abbassargli i pantaloni assieme ai boxer bianchi. Si lasciò scivolare in avanti, ormai non aveva più senso fermarlo, non quando aveva iniziato a passare la sua lingua sopra la propria pelle sensibile. Levi afferrò i capelli castani dell’altro fra le dita, costringendolo a guardarlo per poter notare quegli occhi verdi su di sé. In essi poteva leggere varie emozioni e notò come si socchiusero quando gli strinse le ciocche fra le dita. Eren emise un mugolio e schiuse le labbra rese rosse dai baci di prima.
‘’Ora non riesci più a fermarmi?’’, domandò con un tono basso, respirando contro l’erezione dell’altro che divenne ancora più sensibile, se possibile. La voce del più giovane causò brividi di piacere a Levi che scosse la testa, non essendo in grado di ammetterlo con le parole.     
Finalmente la lingua bagnata di Eren si mosse sul suo membro, dando attenzioni ad ogni parte di esso per poi soffermarsi sulla punta che avvolse fra le sue labbra morbide. Solo guardare quella scena avrebbe potuto portare Levi al limite in pochi secondi. Allargò maggiormente le gambe e premette le dita sulla nuca dell’altro, costringendolo ad avvolgere la sua erezione con la propria bocca. 
Levi si morse il labbro inferiore per cercare di fare meno rumore possibile ma era difficile trattenersi davanti a gli occhi lucidi di Eren che lo fissavano, e alla forma del proprio membro che poteva intravedere contro una sua guancia. Socchiuse gli occhi e inclinò la testa, iniziando a provare la solita sensazione prima di un orgasmo. Il formicolio piacevole partì dal suo basso ventre per poi scorrere su tutto il suo corpo, iniziando a farlo sentire sempre più leggero.
‘’Eren, allontanati…’’, mormorò faticosamente, cercando di trattenersi ancora per qualche secondo. Il più giovane lo guardò con un’espressione compiaciuta e allontanò la bocca per concentrarsi solo sulla sua punta.
‘’Vieni per me’’, sussurrò seducente, portando una mano sul resto del membro per continuare a stuzzicarlo. Mosse la lingua sull’estremità ancora una volta e, a quel punto, Levi non resistette e raggiunse l’apice del piacere, riuscendo a sporcare le labbra dell’altro. 
Eren si scostò per mettersi seduto sul grembo di Levi che stava ancora cercando di riprendersi. Avvolse le braccia attorno al suo collo e fece strusciare il proprio bacino contro una sua coscia ancora scoperta, facendogli capire che anche lui aveva bisogno di un piccolo favore.
L’altro sembrava disposto ad assecondarlo un’altra volta finché entrambi non sentirono la voce di Kuchel oltre la porta. 
‘’Eren, rimani per cena?’’, domandò la donna, senza aprire, fortunatamente. Il più giovane guardò l’altro che alzò gli occhi al cielo prima di annuire.
‘’D’accordo, signora Ackerman’’, rispose con voce strozzata dato che Levi aveva appena poggiato una mano su i suoi pantaloni. Kuchel non sembrò notarlo e si allontanò dalla stanza.
‘’Sembra proprio che dovrai tenertela’’, disse Levi, abbassando lo sguardo su i jeans chiari di Eren che si alzò, permettendo all’altro di rivestirsi. 
‘’Vado a cambiarmi.’’ Levi camminò verso il bagno, trattenendo uno dei suoi rari sorrisi causati dall’espressione delusa del ragazzo. Aprì la porta del bagno e poi si voltò, sospirando.
‘’Dai, muoviti, abbiamo cinque minuti prima di andare a cena.’’
Eren non se lo fece ripetere due volte e trasformò la sua espressione affranta in una molto più soddisfatta.

 

23 luglio

 

Eren e Levi erano seduti in una panchina davanti alla baia di Tokyo, entrambi con un gelato in mano. Il sole stava quasi per tramontare e regalava un suggestivo momento per chiunque stesse passando nella zona. 
Levi alzò lo sguardo sul ragazzo al suo fianco, osservando come i suoi occhi verdi diventassero quasi dorati grazie alla luce del sole. Sembrava intento a guardare l’acqua che si scontrava con la sabbia della spiaggia. A Levi venne voglia di sorridere e lo fece, nascondendolo con una cucchiaiata del suo gelato.
‘’Armin mi ha chiesto se volessimo andare nella sua casa al mare’’, disse Eren, distogliendo lo sguardo dalla baia per portarlo sul ragazzo al proprio fianco. Guardò Levi speranzoso, mordicchiandosi anche un labbro.
‘’Devo studiare e odio la spiaggia.’’
Eren sbuffò e avvolse un braccio dell’altro con le proprie mani, dopo aver poggiato la coppetta del gelato al proprio fianco.
‘’Ha una casa fantastica e ho voglia di andarci. Non puoi farlo per me? Non staremo tutto il giorno in spiaggia’’, mentì il giovane sapendo benissimo quante ore avesse passato al mare negli anni precedenti.
‘’Puoi andarci.’’
‘’Voglio andarci con te’’, mormorò Eren, alzandosi poco dopo per andare a buttare le coppette di entrambi. Cercò di non far vedere la propria espressione all’altro, sapendo che non sopportava quando piagnucolava e si lamentava di qualcosa. Levi era piuttosto freddo con chiunque e lo era spesso anche con Eren. Cercava di esserlo, almeno, dato che stava diventando sempre più difficile nascondere i propri sentimenti. Da un po' era riuscito ad ammettere a sé stesso che la loro relazione stava diventando una cosa importante ogni giorno che passava. Si vedevano spesso anche solo per studiare e scambiarsi qualche bacio innocente, piano piano Eren era entrato nella routine di Levi che ormai non riusciva più a farne a meno. Aveva imparato anche a sopportare i lati del suo carattere che trovava insopportabili in chiunque non fosse lui.
Quando tornò Levi gli prese una mano e lo fece avvicinare a sé, lasciando che si sistemasse fra le proprie gambe.
‘’Se vengo promettimi che non mi costringerai a stare in spiaggia tutto il giorno’’, disse con tono serio, portando le mani su i fianchi del ragazzo in piedi.
L’altro non riuscì a nascondere un enorme sorriso e prima di rispondere prese fra le mani il viso pallido di Levi, facendo poi unire le loro labbra. Per una volta Levi fu disposto a continuare il bacio in pubblico, forse perché erano rimasi solo loro nella zona. 
Le loro bocche si mossero lentamente per qualche secondo prima che Eren si staccasse, aprendo i grandi occhi verdi.
‘’Te lo prometto e poi è l’occasione per stare più tempo in camera’’, mormorò con un sorrisetto, accarezzando le ciocche scure dell’altro che alzò gli occhi al cielo.
‘’Sei il solito moccioso, non riesci a resistere neanche un giorno’’, lo prese in giro, facendo scorrere le dita sotto la maglietta azzurra del ragazzo, toccando la sua pelle calda e morbida come sempre. In realtà gli piaceva il fatto che Eren lo provocasse spesso ma non glielo avrebbe mai detto per non sentirlo vantarsi.
‘’Non mi pare di averti sentito lamentare quando mi sono messo su di te ieri notte’’, disse Eren, facendo ricordare ad entrambi il piccolo pigiama party nella stanza del più giovane. Levi sbuffò e abbassò lo sguardo, pizzicando un fianco dell’altro per infastidirlo. 
‘’Comunque si parte la prossima settimana quindi ti tocca studiare il doppio visto che non ti farò aprire libro’’, concluse il più giovane, chinandosi ancora una volta per baciare un orecchio dell’altro con dolcezza.

 

29 luglio

 

Il viaggio fino al paese marittimo di Armin sarebbe durate qualche ora in treno. Avevano deciso di partire il pomeriggio inoltrato per evitare le ore più calde e sarebbero arrivati per l’ora di cena. 
“Quindi lui è il tuo fidanzato?”, domanda scettica Mikasa, parlando di Levi che ora si trovava nel bagno del treno. Eren annuì, scostando lo sguardo dal finestrino a sua sorella. Non sembrava esattamente felice della sua risposta. 
“Sicuro che tenga a te?” 
Il ragazzo sbuffò, ripensando a quanto lei fosse protettiva nei suoi confronti. Quando erano più piccoli cercava di proteggerlo da ogni situazione, una volta gli aveva anche impedito di andare in bicicletta dopo che era caduto, sbucciandosi malamente un ginocchio. 
Ora che erano più grandi evitava di protestare quando Eren faceva qualche stupida scelta però la commentava ogni volta, sopratutto quando riguardava Levi. Ai suoi occhi sembrava non gli importasse poi così tanto del fratello dato che per il poco tempo che lo aveva sentito parlare erano usciti solo insulti dalla sua bocca. 
Levi ritornò dopo pochissimo tempo e con un’espressione schifata sul viso. 
“Ci hai messo poco...”, commentò Eren con confusione. 
“Il bagno era troppo sporco.”
Il più giovane annuì, trattenendo una risata e riprese a guardare fuori dal finestrino, notando che finalmente si potesse vedere il mare. La luce calda della fine della giornata si rifletteva sulle acque tranquille. C’era ancora qualcuno sulla spiaggia e ciò fece venire ai più piccoli una gran voglia di buttarsi in mare dopo il caldo che avevano sofferto a Tokyo mentre preparavano le valige. 
Dal canto suo Levi si era portato ben due romanzi da leggere durante le ore che avrebbe passato sotto l’ombrellone. Uno di essi era già aperto sulle sue gambe. 
Un’ora più tardi il treno si fermò nella piccola stazione del paese dove avrebbero trascorso una settimana.
I quattro ragazzi scesero dal mezzo, trascinando le valige fino a raggiungere la solita vecchia auto del nonno di Armin. 
“Ben arrivati”, disse l’uomo, sinceramente felice di vederli. Il suo sguardo si posò su Levi poiché ancora non lo conosceva se non di nome. 
“Ah, tu sei l’amico di Eren, piacere.” Afferrò la mano di Levi e la strinse con la sua prima di occuparsi delle quattro valige. 
Riuscì a infilarne due nel portabagagli ma le rimanenti rimasero fra le braccia dei tre ragazzi a cui toccarono i posti posteriori. Fortunatamente la casa era piuttosto vicina alla stazione e il viaggio durò qualche minuto. 
La villetta si trovava sulla costa, assieme ad altre piccole case estive. Era una tipica casa giapponese totalmente in legno, con un giardino non molto grande ma perfetto per poter cenare la sera o prendere il sole nelle sdraio che il nonno aveva comprato appositamente. 
Quando arrivarono la cena era già pronta perciò la scelta delle camere fu rimandata a dopo. Fu un momento piacevole e anche Levi sembrò rilassarsi, riuscendo perfino a scambiare qualche parola con Mikasa senza irritarsi. 
Dopo aver mangiato i ragazzi salirono al piano di sopra dove si trovavano le due camere degli ospiti. Ogni anno Armin ed Eren dormivano assieme mentre Mikasa occupava l’altra stanza. Il nonno preferiva dormire al piano di sotto, probabilmente voleva lasciare uno spazio solo per i ragazzi. 
“Io e Levi prendiamo quella con il letto matrimoniale”, disse Eren, aprendo la porta per portare la sua valigia all’interno. Il suo ragazzo lo seguì, chiudendo la porta dietro di sé prima di capire se la stanza fosse ben pulita o meno. Non era molto grande e il letto occupava la maggior parte dello spazio. Davanti ad esso si trovava un armadio dove i due ragazzi infilarono le valige dopo aver tolto ciò che gli serviva per dormire. 
Eren si avvicinò alla finestra e decise di aprirla, sentendo l’odore del mare entrare nella camera. Poteva udire i grilli nelle campagne vicine ma anche il rumore delle onde davanti a sé. 
“Vengo qui da quando sono piccolo, conosco a memoria ogni posto e ogni storia su questo paese”, mormorò quasi a sé stesso. 
Levi gli si avvicinò per guardare a sua volta. 
“Però anche se vengo praticamente da dieci anni, è la prima volta che dormo in questa stanza”, disse voltandosi verso l’altro, trovandosi abbastanza vicino a lui da dover abbassare lo sguardo. 
“E sono contento che tu ci sia”, disse a bassissima voce, sentendo le guance accaldarsi dopo aver ammesso quelle parole. Levi incrociò il suo sguardo e si sollevò sulle punte dei piedi per baciarlo. 
Allungò le mani verso la nuca dell’altro e lo attirò a se per fargli capire che non aveva intenzione di staccarsi. Si baciarono con lentezza mentre le loro mani si accarezzavano a vicenda. Eren afferrò i suoi fianchi e lo fece indietreggiare verso il grande letto, facendolo poi cadere sul materasso. 
Levi soffocò un gemito sulle labbra morbide dell’altro prima di avvolgere una gamba attorno a un suo fianco e ad attirarlo su di sé. 
“A te fa piacere essere qui?”, domandò Eren all’improvviso, dopo aver fermato il bacio. Levi era quasi tentato di riprendere per poter rispondere alla domanda con un gesto invece che con le parole ma lo sguardo del ragazzo lo bloccò. Sembrava aver bisogno di sentirselo dire. 
“Si, so che è un posto importante per te e aver deciso di farmelo conoscere mi ha reso felice”, mormorò con serietà, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. 
Eren sorride ampiamente e si chinò per baciare la mascella dell’altro, lasciando una scia di baci umidi che finivano sul suo collo. 
“Ti sei meritato un premio”, sussurrò tra un bacio e l’altro, scivolando sempre di più verso una spalla dove non era coperta dalla canottiera grigia. Levi avvolse le dita fra i capelli castani che gli solleticavano parte del collo in modo piacevole. 
“Solo per quella frase?”, sussurrò il più grande, distendendosi meglio sul letto matrimoniale. 
Eren sollevò lo sguardo e si sistemò a cavalcioni sul bacino dell’altro, cingendo i suoi fianchi con le proprie cosce.  Con le mani accarezzò il petto coperto e annuì con convinzione. 
“Si perché so che odi parlare dei tuoi sentimenti e se lo fai è perché è qualcosa di serio.” 
Levi sentì le proprie guance scaldarsi e cercò di nasconderlo girando il viso ma Eren lo notò. Iniziò a ridacchiare, riuscendo ad ottenere un leggero schiaffo da parte dell’altro. 
“Scusa, è strano vederti in imbarazzo.”
Levi alzò gli occhi al cielo e afferrò le spalle dell’altro per attirarlo a sé, zittendolo con un altro bacio. Di baci se n’erano dati parecchi ma ogni volta era come se fosse la prima volta. Eren si sentiva al posto giusto e Levi si rilassava, bloccando il suo solito atteggiamento distaccato. Portava le mani ovunque sul corpo dell’altro, cercando di tenerlo vicino a sé come se ne avesse bisogno. Al più giovane non dispiaceva anzi adorava sentire Levi così vicino e sapere che fosse lui stesso a volerlo. 
Eren passò le mani sotto la canottiera dell’altro, sentendo la pelle rabbrividire al proprio tocco. Massaggiò i suoi fianchi e mosse i propri leggermente, creando uno sfregamento fra le loro parti intime. 
“E-eren…”, ansimò Levi, girando il viso per poter fermare il bacio. Lasciò cadere le proprie braccia contro il letto e permise all’altro di fare ciò che voleva mentre la solita sensazione di piacere si formava sul proprio basso ventre. 
Eren lo guardò con gli occhi lucidi per l’eccitazione. Aveva aspettato giorni per trovarsi da solo con Levi che lo aveva evitato per poter studiare. Gli occhi verdi lo fissavano desiderosi e si muovevano su ogni parte del corpo dell’altro, catturando ogni lembo di pelle libera con lo sguardo. Le labbra gonfie, le gote arrossate per l’eccitazione, la canottiera scomposta sull’ addome, i capelli arruffati. Ogni cosa rendeva a Eren difficile resistere. 
“Ragazzino, smettila di fissarmi e fai qualcosa...”, borbottò il più grande, inarcando i fianchi verso l’altro che sembrò risvegliarsi dal suo stato di trance. Come ogni volta che si imbarazzava, sapeva che le sue orecchie sarebbero diventate rosse. Armin e Mikasa lo prendevano sempre in giro per questo. 
Si morse il labbro inferiore e si sfilò la maglietta leggera, facendo la stessa cosa con quella di Levi per poi chinarsi sul suo petto davvero poco abbronzato. Lasciò una serie di baci umidi, soffermandosi in più punti per mordere e succhiare la pelle chiara. Ogni volta che creava un nuovo segno rosso, poteva sentire il più grande agitarsi sotto di sé. 
Continuò a marchiare quella pelle candida per mettere in chiaro a chi appartenesse il ragazzo sotto di sé. Levi non sembrò dispiacersi, anzi continuava a soffocare dei gemiti tenendo le labbra strette fra di loro, non volendo farsi sentire da Armin e Mikasa nell’altra stanza. I suoi sforzi furono nulli quando Eren si mosse dentro di lui, facendo aumentare i gemiti di entrambi che cercavano di fermarli tra un bacio e l’altro. 

 

 

30 luglio 

 

Il calore del sole entrava dalla finestra rimasta aperta dalla sera prima e colpiva i corpi dei due ragazzi stesi sul letto. Il leggero lenzuolo copriva parte del bacino di Levi e una gamba di Eren per poi rimanere attorcigliato su sé stesso. Da fuori si sentivano le urla dei bambini al mare e il rumore delle onde che si infrangevano sulla sabbia bollente. 
Eren iniziò a svegliarsi quando sentì qualcuno bussare alla porta. Si passò una mano fra i capelli più arruffati del solito e cercò di dire qualcosa inutilmente. Levi rispose prima di lui. 
“Ci stiamo vestendo”, borbottò contro il cuscino dopo essersi sdraiato a pancia in giù. Eren ridacchiò e si mise seduto, scostando il lenzuolo dalla propria pelle che aveva un leggero strato di sudore nei punti in cui era stata coperta. 
“Muovetevi che stiamo andando al mare!”, esclamò la voce di Armin, seguita da un rumore di passi lungo la scala, segno che fosse sceso al piano di sotto. 
Eren scivolò fuori dal letto e, senza vestirsi, uscì dalla camera per andare nell’unico bagno al piano di sopra. Quando Levi si accorse della cosa decise di raggiungerlo, infilandosi dei boxer prima di uscire dalla camera. Prese con sé anche i vestiti di Eren per evitare che qualcuno lo vedesse nudo. 
Raggiunse il bagno e trovo Eren che smanettava con la vecchia doccia per far uscire acqua tiepida. 
“Secondo round?”, domandò il più giovane quando si accorse dell’altro che scosse prontamente la testa con un’espressione scocciata. 
“Ti ho portato il cambio, ti sembra il caso di girare nudo?”
Sollevò un sopracciglio e lasciò i vestiti sopra il mobile in legno, davanti alla doccia. Poi si guardò allo specchio e si accarezzò i segni rossi che stavano svanendo. Sbuffò quando sentì Eren ridacchiare e allora decise di raggiungerlo nella doccia. Si sfilò i boxer e spostò la tenda per trovarsi davanti al più giovane che si stava insaponando la pelle abbronzata. Il suo sguardo scivolò sul suo petto liscio e invitante perciò premette la bocca su di esso. Non diede tempo a Eren di reagire perché succhiò con decisione quel lembo di pelle. Si staccò e continuò sul suo collo, sentendo il profumo del bagnoschiuma. Decise di lasciare un altro segno rosso su quella pelle fin troppo perfetta, vendicandosi della notte prima. 
Eren lo attirò a sé, avvolgendo i suoi fianchi con le proprie braccia. Levi si accorse dell’erezione dell’altro che premeva sulla propria pelle e allora si staccò. 
“Non credo proprio”, mormorò con un sorriso divertito e gli diede le spalle per potersi lavare. 
“Sei uno stronzo”, sospirò Eren prima di uscire dalla doccia, afferrando un asciugamano che strofinò sulla propria pelle per asciugarla. 
Dieci minuti dopo si trovava sotto l’ombrellone a subire i commenti schifati di Mikasa e quelli divertiti di Armin su i propri succhiotti. Levi si godeva la scena dal giardino della villetta dove stava leggendo uno dei due libri che aveva portato con sé, nascondendo la propria pelle con una comoda maglietta bianca. 

 

31 luglio

 

Levi decise che la terza notte lui ed Eren non avrebbero fatto nulla. Per due giorni aveva subito gli sguardi omicidi di Mikasa e qualche battuta di Armin. Anche suo nonno aveva iniziato ad avere qualche sospetto sulla loro presunta amicizia. 
Inoltre Eren faceva un gran chiasso quando raggiungeva l’orgasmo: la notte prima i suoi due amici avevano anche battuto contro la parete. In quel momento Levi aveva deciso di prendersi una pausa dalle voglie instancabili del proprio ragazzo. Glielo aveva detto la mattina, sbagliando perché erano ore che Eren cercava di stuzzicarlo, alternando comportamenti provocanti a espressioni deluse. 
Per fortuna Armin riuscì a salvare la situazione senza neanche sapere di averlo fatto. 
“Che ne dite di fare il bagno stanotte?”, propose dopo essere entrato nel salone dove gli altri ragazzi si stavano riposando dopo pranzo. Eren stava esibendo la migliore espressione da cane bastonato mentre Levi lo evitava totalmente, concentrandosi sul libro poggiato sulle proprie ginocchia. Invece  Mikasa guardava la televisione, cambiando canale ogni tre minuti. 
Eren cambiò totalmente umore e annuì. Era una di quelle cose che aveva sempre sognato di fare ma gli anni scorsi erano troppo piccoli per poter ottenere il permesso dal nonno. 
Anche Mikasa accettò mentre Levi rispose con un semplice “no grazie.”
“Per una volta che ti fai un bagno con me”, brontolò Eren, sollevando una mano per colpire un ginocchio dell’altro. Levi voltò pagina prima di alzarsi e salire le scale per il piano di sopra.
“Vado a riposarmi un po’”, disse senza guardare nessuno dei tre. Salì al piano di sopra e a quel punto Mikasa fece iniziare la ramanzina che teneva per sé da quando erano arrivati. 
“Non mi piace come ti tratta, sembra che voglia stare con te solo per...”, si interruppe, notando le orecchie rosse di Eren. 
“Ti sbagli, non gli piace mostrarlo in pubblico ma lo so che ci tiene a me.”
Mikasa spense la televisione e si avvicinò al fratello, sedendosi al suo fianco sul divano. Anche Armin li raggiunse, poggiandosi su uno dei due braccioli. 
“Allora perché deve essere così scontroso?”
“È fatto così ma dimostra di tenerci in altri modi... e non solo sessuali”, mormorò Eren, abbassando lo sguardo sulle proprie mani, “l’altra sera mi ha detto di essere felice di aver accettato di venire e so quanto gli è costato ammetterlo perché odia parlare di sentimenti e cose del genere.”
Armin poggiò una mano sulla spalla dell’amico e accennò un sorriso. 
“Se ti rende felice allora va benissimo così. In ogni caso Mikasa sarà pronta ad ucciderlo nel caso ti dovesse ferire.”
Mikasa non sembrò molto convinta del compromesso che avevano trovato ma cercò di trattenersi, dopotutto Eren sembrava davvero felice e non si lamentava del comportamento particolare del ragazzo. 
Levi evitò il fidanzato per tutta la giornata ma alla fine decise di raggiungerlo in spiaggia per la nuotata notturna. Non avevano neanche bisogno di luci artificiali poiché il cielo era ben scoperto e la luce della luna bastava per illuminare la spiaggia. 
Eren ed Armin erano appena usciti dall’acqua calda grazie alla luce della giornata. Mikasa era rimasta sulla spiaggia e osservava l’acqua del mare piuttosto tranquilla quella notte. 
Levi raggiunse i tre amici e il primo ad accorgersi della sua presenza fu proprio Eren. Lo guardò per qualche secondo ma poi abbassò il viso, fissando i propri piedi immersi nella sabbia fresca della riva. Armin decise di allontanarsi per lascarli da soli e raggiunse Mikasa, sedendosi al suo fianco per intraprendere una qualche conversazione. 
“Ora hai voglia di vedermi?”, mormorò Eren, continuando a tenere lo sguardo basso. L’altro lo raggiunse e gli prese una mano con un po’ di fatica, avrebbe voluto non farsi vedere da nessuno in quel momento. 
“Sei un moccioso”, ribattè Levi senza dire altro. A quel punto Eren gli lasciò la mano e puntò lo sguardo su di lui, rivelando della leggera delusione. 
“No, non lo sono. Io sono in grado di ammettere quello che provo per te e non mi nascondo e-“
Il suo discorso sconclusionato fu interrotto dalle labbra di Levi. Eren si staccò e cercò di dire qualcosa, apparendo piuttosto confuso. 
“Non nascondo quello che provo per te, idiota. Stavo cercando di evitare i tuoi ormoni da quindicenne”, ammise Levi, trattenendo un sorriso divertito davanti all’espressione dell’altro. 
“Anche tu dovresti essere come me, non sei molto più grande”
“Infatti ma odio gli sguardi dei tuoi amici ogni mattina.”
“Quindi il problema è il tuo imbarazzo?”
Eren si lasciò sfuggire una risata e allungò una mano per accarezzare una guancia candida dell’altro. Attirò il suo viso al proprio e avvolse le sue labbra con le proprie, baciandolo con una dolcezza nuova per entrambi. Levi si rilassò grazie alle carezze e avvolse le braccia attorno al collo del più alto, schiudendo la propria bocca per approfondire il bacio. Le loro lingue si scontrarono, toccandosi e accarezzandosi a vicenda. Levi si lasciò andare e intrecciò le dita fra le ciocche castane e umide dell’altro. 
Dopo lunghi istanti si staccarono, avendo bisogno di prendere fiato e anche per evitare di creare uno spettacolo davanti agli altri due amici. 
Eren si voltò verso di loro e notò che se ne fossero andati con suo grande piacere. Portò le mani sul petto dell’altro e senza esitare lo spinse verso l’acqua. Levi cadde, sussultando, alzandosi velocemente poco dopo.
“Io ti ammazzo stanotte, moccioso”, sbottò, strizzando la maglietta con le proprie mani. Eren rise per la scena, notando come si fosse scomposto con quel gesto. Camminò verso l’acqua e afferrò un braccio dell’altro per trascinarlo con sé. Serviva a qualcosa essere il più alto fra i due. Riuscì a portarlo dove l’acqua raggiungeva i loro fianchi. 
“Mi sto trattenendo dal picchiarti.”
“Non credo, lo avresti già fatto. Ti piace stare qui.”
Levi sospirò e poi rivolse un sorriso a Eren, uno dei suoi rari sorrisi. Con quel gesto confermò le parole del ragazzo, gli piaceva stare lì e ora erano anche da soli. 
Eren si immerse fino alle spalle e costrinse l’altro a fare la stessa cosa. Non sembrò infastidito, nemmeno quando avvolse le braccia attorno al suo collo, bagnando la sua pelle resa ancora più chiara grazie alla luna. Un paio di labbra umide gli baciò il viso con dolcezza, soffermandosi in un punto sulla sua mascella. 
“Non voglio fare nulla, mi va bene anche stare semplicemente qui a baciarti”, mormorò Eren, continuando a baciare e ad accarezzare la pelle morbida di Levi. L’altro sembrava godersi quelle attenzioni, aveva chiuso gli occhi e non aveva nemmeno la fronte corrugata come al solito. Aveva un’espressione rilassata, i suoi lineamenti affilati sembravano più delicati grazie ai gesti di Eren. 
Continuò con la serie di baci, dando attenzioni a ogni parte non coperta, concentrandosi in alcuni punti e sfiorandone altri con le dita. Infilò le mani sotto la maglietta e mosse i polpastrelli sulla pelle bagnata, liscia e fresca. Avvolse le braccia attorno al bacino dell’altro, stringendolo a sé in un abbraccio. Levi poggiò la fronte con una spalla di Eren, sentendosi esattamente nel posto giusto al momento giusto. 

 

1 agosto 


“Oh Dio, Eren, p-più forte...”, ansimò Levi, premendo una mano contro il muro piastrellato della doccia. Dietro di sé il più giovane accolse la sua richiesta, muovendosi con colpi decisi e forti, portando il corpo dell’altro a premere sulla parete umida. 
Una mano di Eren scivolò sull’addome dell’altro, toccando la pelle bagnata fino a raggiungere l’erezione perfettamente formata. Non ci mise molto prima di avvolgere la pelle, muovendo le dita su e giù, portando Levi a gemere senza riuscire a controllarsi. Premette una guancia contro il muro, inarcando la schiena per via delle spinte continue di Eren. Cercò di trattenersi ma era tremendamente difficile, sopratutto quando guardava l’espressione del più giovane, i suoi occhi desiderosi e lucidi per l’eccitazione. I capelli umidi che aveva portato all’indietro con la mano libera lo rendevano ancora più desiderabile. 
Levi sentì i primi liquidi scivolare sulle dita dell’altro che continuavano a toccarlo senza sosta, portandolo sempre più vicino a un forte orgasmo. 
Eren strinse la presa sul membro dell’altro, godendosi i piccoli gemiti che continuava a cercare di fermare nonostante fosse da soli in casa. 
“Adoro sentirti”, mormorò contro un suo orecchio, lasciando unire il proprio petto con la sua schiena bagnata e terribilmente calda. Cercò di catturare la sua espressione per ricordarla per sempre. Aveva gli occhi socchiusi, le guance rosse e un’assoluta espressione di godimento. 
Ormai non sapeva quanto avrebbe resistito e non smise di muoversi, facendo unire i loro corpi fino a creare il rumore della loro pelle che si scontrava. Lo scrosciare dell’acqua non riusciva a nascondere i loro gemiti sempre più forti. 
Le dita di Eren si soffermarono sulla punta del sesso dell’altro, stuzzicandolo fino a costringerlo a raggiungere l’apice del piacere. 
“N-non r-resisto”, gemette Levi e pochi istanti dopo sporcò la mano di Eren e parte delle piastrelle davanti a sé. Il più giovane non si trattenne più, sopratutto dopo quella visione eccitante del l’orgasmo del proprio fidanzato. In pochi colpi venne, poggiandosi al corpo dell’altro prima di scivolare fuori da esso. 
“Scusa, ti ho sporcato”, borbottò Eren, prendendo una spugna al suo fianco per poter pulire la pelle candida dell’altro. 
Levi si voltò, sentendosi ancora debole dopo ciò che era accaduto, e si appoggiò ad una spalla di Eren, rilassandosi sotto all’acqua calda. 
“Non importa.”
“Sei serio?”, domandò il più giovane con confusione, passando le dita fra le ciocche scure di Levi che borbottò qualcosa come “non farmici pensare.” 
Uscirono dalla doccia dopo essersi lavati e si asciugarono velocemente per poi scendere le scale. Avevano sentito gli altri entrare mentre si vestivano, fortunatamente. 
“Sei riuscito a studiare, Eren?”, chiese il nonno di Armin, portando a tavola il pranzo che aveva comprato mentre faceva la spesa. I suoi amici si scambiarono un’occhiata davanti alle guance rosse del ragazzo. 
Beh, se scopare equivale a studiare, pensò Eren arrossendo ancora di più. 
“Si, l’ho tenuto d’occhio per tutto il tempo mentre studiavo per il test d’ammissione”, disse Levi, rimanendo impassibile come al solito. 

 

2 agosto 

 

‘’Fra un mese ricomincia la scuola’’, sospirò Armin. muovendo i piedi nell’acqua per far muovere il materassino su cui si trovavano lui ed Eren. Il ragazzo al suo fianco annuì mentre teneva lo sguardo basso sull’acqua cristallina. Grazie ai raggi del sole potevano osservare il fondale sabbioso dove si intravedevano alcuni pesci, ogni tanto.
Era piena mattina e per questo Levi e Mikasa si trovavano sotto l’ombrellone che li proteggeva dal sole cocente delle undici. Stranamente Eren aveva convinto il ragazzo ad andare sulla spiaggia a quell’ora con la promessa che non l’avrebbe costretto a fare il bagno.
‘’Levi è il migliore del suo anno, giusto?’’ Eren si riscosse dai propri pensieri e sollevò lo sguardo su Armin, annuendo.
‘’Probabilmente lo è di tutta la scuola, studia anche troppo secondo me’’, rispose, ripensando a quando gli aveva chiesto di dargli qualche ripetizione di matematica. Quando si era accorto di non essere in grado di passare gli esami del primo trimestre aveva guardato la classifica dei migliori studenti del liceo e si era rivolto a Levi per chiedergli un miracolo. All’inizio era stata dura sopportare il suo carattere difficile ma era molto bravo a spiegare, inoltre la matematica era la sua materia preferita.
‘’Ancora non capisco come avete fatto a creare una relazione, è praticamente il tuo opposto’’, commentò Armin con una risata che coinvolse anche il suo amico.
‘’Non ne ho idea, ci vedevamo spesso perché ero una frana ma non credevo che mi potesse piacere. Forse è stata la sua amica a farmi rendere conto dei miei sentimenti, non saprei.’’
‘’Quale amica?’’
‘’Hanji, è in classe con lui. Ci ho parlato una sola volta mentre lo cercavo e ha scherzato su una possibile relazione tra di noi.’’ Eren sollevò le spalle, ringraziando mentalmente la strana amica di Levi che lo aveva spinto a flirtare con lui. 
Nel mentre Armin era riuscito ad arrivare alla riva con il materassino rosa di Mikasa. I due amici scesero da esso e si sedettero sul bagnasciuga per prendere il sole, godendosi l’acqua fresca del mare contro le proprie gambe.
‘’Credo che Mikasa stia iniziando a capire cosa c’è fra di voi’’, disse Armin lanciando un’occhiata all’amica che aveva smesso di guardar male Levi al suo fianco, ‘’me ne ha parlato ieri notte.’’
‘’Cosa ha detto?’’
‘’Beh, ha accettato il suo modo di fare anche se ti insulta praticamente sempre, e ha notato che dimostra di tenere a te in modo diverso dal nostro. Si vede dai gesti anche se non lo dice.’’
Eren annuì con un sorriso, ricordando le volte in cui Levi aveva fatto qualcosa per lui nonostante non fosse nelle sue corde come baciarlo alla baia, ammettere di essere contento di essere lì, aver fatto il bagno con lui e avergli preso la mano davanti agli amici. Lo dimostrava quando lo spingeva a studiare, quando lo fissava dopo un suo solito insulto per capire se si fosse offeso o quando gli portava l’asciugamano in bagno sapendo che lo dimenticava sempre. Andava bene così la loro relazione, non avevano bisogno di parlare di sentimenti ogni sera o di scambiarsi mille carezze al giorno. Inoltre ogni sorriso e tocco di Levi era speciale per Eren, sapendo di essere l’unico a cui venivano dati.
‘’Ti sei incantato?’’, domandò Armin ridendo ed Eren scosse la testa, arrossendo per essere stato scoperto.
‘’Andiamo a lavarci che fra poco si mangia’’, esclamò l’amico, alzandosi per tornare verso la casa del nonno.

 

3 agosto


Dopo un’intera settimana di sole l’ultimo giorno si prospettava nuvoloso e piovoso. Dalla mattina presto aveva iniziato a tirare un vento burrascoso che aveva fatto sbattere le finestre nella villetta di Armin. Uno di questi rumori aveva svegliato Levi verso le cinque del mattino, a pochi minuti dall’alba. Sospirò alzandosi per chiudere la finestra, sapendo bene che non sarebbe riuscito a prendere sonno, non a quell’ora. Invece Eren sembrava dormire alla grande occupando più della metà del letto con i suoi arti. Aveva steso un braccio verso il cuscino di Levi e piegato una gamba che prima era poggiata contro quella dell’altro. Il viso era rivolto verso il posto lasciato vuoto da poco.
Levi lo guardò per qualche altro secondo prima di ritornare sul letto, afferrando il lenzuolo per coprirsi. Cercò di addormentarsi inutilmente e fino alle sei rimase a rigirarsi sul materasso fino a svegliare l’altro. Eren aprì i grandi occhi vedi, mostrando un’espressione assonnata quando sollevò leggermente il viso dal cuscino.
‘’Non riesci a dormire?’’, borbottò con la bocca impastata dal sonno, chiudendo gli occhi per via della luce flebile che entrava dalla finestra.
‘’No ma tu continua pure.’’
‘’Non so se sia possibile.’’
‘’E perché?’’, mormorò Levi, sentendo la testa dell’altro poggiarsi sul proprio petto scoperto.
‘’Perché sei troppo bello la mattina e… e non posso perdermelo’’, sussurrò Eren senza aprire gli occhi, sembrando sul punto di addormentarsi nuovamente. Levi alzò gli occhi al cielo e iniziò ad accarezzare i capelli castani del ragazzo, giocando con qualche ciocca ribelle. Chissà quando avrebbe imparato a pettinarsi i capelli.
‘’Non mi stai neanche guardando’’, rispose dopo qualche secondo immaginando che fosse più addormentato che sveglio. Non ci fu nessuna risposta e così Levi chiuse gli occhi, cercando di riprendere sonno. Dopo qualche secondo si sentì la voce dell’altro.
‘’Nei miei sogni si.’’
Qualche ora più tardi Eren era completamente sveglio e aveva deciso di mangiare in camera dato che era impossibile andare al mare. Si era svegliato con il rumore della pioggia contro il tetto e dopo non molto aveva visto qualche lampo in lontananza. 
Scese le scale dopo aver indossato una maglietta e raggiunse la cucina completamente vuota. Il nonno doveva trovarsi in salone, si svegliava sempre presto per mangiare in silenzio e per poter leggere tranquillamente. Sembrava quasi il comportamento di Levi.
Prese un piatto in cui sistemò del pane tostato con la marmellata alle fragole che aveva trovato in frigo. Con la mano libera prese direttamente una bottiglia di succo all’arancia e salì le scale per tornare nell’intimità della camera.
Levi si doveva essere appena svegliato dato che si stava sistemando i capelli scuri con le dita, restando seduto contro la testiera del letto.
‘’Buongiorno!’’, esclamò Eren, salendo sull’ampio letto per raggiungere il fidanzato, stando attento a non far cadere il contenuto del piatto sulle lenzuola.
‘’Ohi, devi urlare anche quando mi sveglio’’, brontolò Levi mentre portava lo sguardo su ciò che Eren aveva portato. Corrugò la fronte e indicò la bottiglia.
‘’Non penserai mica che berrò direttamente da lì.’’
‘’Non ti fai questi problemi quando mi baci’’, ridacchiò Eren, allungando il piatto verso il ragazzo che afferrò uno dei due toast ignorando completamente la provocazione.
‘’Cerca di non sporcare tutto, moccioso’’, lo apostrofò Levi, notando le prime briciole cadere dal toast dell’altro. Dopo aver mangiato Eren riuscì a mettersi sulle gambe dell’altro, impedendogli di alzarsi.
‘’Fuori piove tantissimo, possiamo rimanere in camera tutto il giorno’’, propose il più giovane, passando le dita sulle spalle nude del ragazzo davanti a se, disegnando dei cerchi con gli indici. Fuori iniziò a piovere con ancora più forza e un tuono fece anche sobbalzare Eren.
‘’Si, a studiare però, non possiamo sempre fare sesso.’’
‘’Ieri non lo abbiamo proprio fatto’’, borbottò Eren che era riuscito a portare le mani sull’addome di Levi.
‘’Ti ho fatto una sega e tu un pompino, era praticamente del sesso. E poi dovresti iniziare i compiti estivi.’’ Levi prese le mani dell’altro per allontanarle da se. Poi riuscì a scansarsi dal suo corpo per mettersi in piedi e raggiungere la propria valigia.
‘’Si ma non lo facciamo dalla volta nella doccia e quando torneremo tu studierai tutto il tempo.’’
‘’Smettila di protestare’’, lo rimproverò freddamente Levi non volendo cedere alle sue lamentele. Prese il cambio dalla valigia e uscì dalla stanza per andarsi a fare una doccia. Quando tornò l’espressione mogia di Eren non era svanita.
‘’Si può sapere che problema hai?’’, domandò Levi sospirando, poggiando l’asciugamano che aveva usato per i capelli, sopra una sedia dopo averlo piegato.
‘’Ho paura.’’
‘’Di cosa? Di dimenticarti come si scopa?’’
‘’No. Non voglio tornare a Tokyo domani.’’
Il più giovane si alzò dal letto per prendere dei vestiti puliti, aveva bisogno di farsi una doccia e di evitare Levi per qualche minuto. Inoltre non sembrava aver capito il vero problema.
Uscì dalla camera e raggiunse il bagno, sentendo le voci dei suoi amici al piano di sotto che discutevano di un problema di matematica. Fantastico, anche loro volevano studiare. Si chiuse nel bagno e raggiunse la doccia, lasciando cadere gli abiti per terra. Una volta che l’acqua divenne calda abbastanza si mise sotto di essa, ripensando alla settimana prima di partire. Lui e Levi non si erano visti praticamente per niente, solo per studiare in biblioteca un pomeriggio. Lo sapeva che era importante e molto difficile il test d’ammissione ma era abituato a vederlo ogni giorno a scuola e molti pomeriggi. Gli era mancato parecchio in quella settimana e aveva contato anche i secondi che lo dividevano dal viaggio estivo. E ora stava per terminare.
A un certo punto sentì la porta aprirsi e si sbrigò ad asciugarsi le lacrime velocemente quando capì che fosse Levi.
‘’H-ho quasi finito se devi usare il bagno’’, balbettò Eren con voce tremante. Non ci fu nessuna risposta. Forse è uscito dal bagno, pensò il ragazzo poco prima di vedere la tenda plastificata muoversi. Dietro di essa apparve Levi completamente nudo.
‘’Stavi piangendo?’’, domandò assottigliando lo sguardo, chiudendo la tenda per non bagnare completamente ogni cosa. Eren si limitò ad abbassare lo sguardo sulle mattonelle della doccia. 
‘’Sei davvero un moccioso’’, mormorò Levi prima di avvolgere le braccia attorno all’altro, finendo sotto la doccia assieme a lui.
‘’Non volevo, scusa’’, disse il più giovane con un filo di voce, nascondendo il proprio viso su una spalla dell’altro, riuscendo ad abbassarsi leggermente.
‘’Lo vuoi capire che a me piace stare con te, si o no?’’ 
Eren nascose un sorriso per il tono scocciato di Levi nonostante la frase dolce che aveva appena pronunciato.
‘’Ma passerai tutto il tempo a studiare e non ci vedremo praticamente mai.’’
‘’La scorsa settimana l’ho fatto solo per poter stare più tempo possibile con te, per non dover aprire libro in questa. Quando torneremo studierò come ho sempre fatto e ci vedremo come abbiamo sempre fatto’’, disse Levi, addolcendo il proprio tono mentre accarezzava la testa bagnata di Eren. Il ragazzo sollevò il viso e fece scontrare le proprie labbra con quelle dell’altro in un casto bacio a stampo. 
‘’Dato che ormai siamo qua…’’, sospirò Levi scostandosi da Eren il tanto giusto per mettersi sulle ginocchia, trovandosi il bacino dell’altro quasi davanti al viso.
Eren quasi strabuzzò gli occhi quando vide la lingua del ragazzo muoversi sul proprio membro non ancora eccitato, per il momento. Si appoggiò al muro dietro di sé e iniziò a respirare con fatica, godendosi i baci caldi sulla propria pelle. Una mano di Levi iniziò a dedicarsi a buona parte del suo membro, accarezzandolo con decisione per renderlo eccitato. Nel mentre poggiò il viso contro una  sua coscia, godendosi le espressioni del suo viso ogni volta che stringeva il suo sesso fra le dita.
In quel momento Eren giurò di non aver mai visto qualcosa di più perfetto di Levi in quella posizione.

 

5 agosto

 

Il nonno di Armin accompagnò i ragazzi fino alla stazione ferroviaria, fermandosi in uno dei tanti posti liberi. Scesero dall’auto e raggiunsero l’unico binario presente dove aspettarono il treno che sarebbe passato a minuti.
‘’Dovreste venire qui anche in primavera, ci sono parecchi festival che potrebbero piacervi’’, disse l’anziano signore proprio mentre si poteva sentire il loro treno in arrivo. 
‘’Prima dobbiamo convincere Eren a non rimandare lo studio alle ultime settimane’’, rise Armin, trascinando la valigia verso il loro vagone. Uno alla volta abbracciarono suo nonno e per ultimo rimase Levi.
‘’Vi ringrazio per avermi ospitato’’, disse con tono gentile prima di ricevere un grosso abbraccio dal nonno. Ere avrebbe pagato milioni per poter guardare l’espressione sconvolta del ragazzo.
‘’Mi raccomando, tienitelo stretto, è un bravo ragazzo.’’
Quando Levi si allontanò Eren lo vide annuire verso il nonno e poi anche loro salirono sul treno, andando ad occupare i primi posti liberi che trovarono.
Il viaggio durò qualche ora e quando arrivarono il sole aveva cominciato a tramontare. Armin fu il primo ad andarsene assieme ai suoi genitori. Levi stava aspettando il taxi che sua madre gli aveva mandato e così Eren e Mikasa rimasero ad aspettare alla fermata. 
Eren si sedette sulla propria valigia, poggiando la testa su un braccio dell’altro che era rimasto in piedi.
‘’Cosa ti ha detto il nonno?’’, domandò curiosamente, cercando di non farsi sentire da Mikasa dietro di loro.
‘’Che sei un idiota e non devo esserti amico.’’
‘’Infatti non sei mio amico’’, rispose prontamente Eren, ridendo per la battuta del fidanzato. Di solito non ne faceva mai.
‘’Dimmi la verità’’, provò nuovamente, abbassando il viso per mordergli una mano. Levi la sollevò e riuscì a colpirgli la nuca, facendolo quasi cadere dalla valigia su cui non era perfettamente seduto.
‘’Levi, ti odio’’, sbuffò mettendosi in piedi per evitare di far una brutta fine.
‘’Mi ha detto di tenerti stretto’’, disse dopo qualche minuto di silenzio in cui Eren aveva rinunciato a scoprirlo. Aggrottò la fronte e poi arrossì completamente, mordendosi il labbro inferiore.
‘’Sa che stiamo assieme…’’, mormorò imbarazzato, ripensando a tutte le cose che non doveva assolutamente sapere.
‘’E quindi?’’
Levi lo fissò con un sopracciglio alzato e poi si sollevò sulle punte verso di lui per baciargli le labbra. E lo fece davanti alle decine di persone che si trovavano nella stazione. 
‘’Preparati perché mia madre ci proibirà per sempre di tenere la porta chiusa’’, sussurrò Levi sulla sua bocca che riprese a baciare innocentemente per qualche istante. Quando si staccò il taxi era arrivato e salì al suo interno, lasciando un Eren completamente esterrefatto alla stazione.

   
 
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