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Autore: DanieldervUniverse    04/06/2019    1 recensioni
Alla dea Atena, una bella mattina, giunge la notizia che qualcosa di terribile, grottesco e buffo è successo ai suoi fidati cavalieri d'oro. Allo stesso momento, Issei Hyodo, giovane adolescente giapponese allupato e circondato da un harem leggendario, sta confrontandosi su dei cambiamenti fisici piuttosto evidenti. Il legame tra i due fatti non è casuale ma rischia di degenerare...
Genere: Comico, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gold Saints
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell’Autore: Questa è una One-Shot di anticipazione. Nel caso l’idea piaccia, potrei continuarla. Recensite, seguite o favorite (o tutti e tre insieme) se vi interessa.


La dea Atena stava prendendo un tè all’aria aperta, all’Altura delle Stelle. Era una tranquillissima mattinata: un po’ di foschia sbiadiva i raggi del sole e tirava una piacevole brezza che rinfrescava l’ambiente. Quando Mylock la venne a chiamare, sussurrandole all'orecchio l'accaduto, la ragazza fu sul punto di sputare il tutto in modo poco cerimonioso. Fortunatamente ebbe la prontezza di spirito di controllarsi, ripetendosi che doveva essere tutto un malinteso, e ringraziò il maggiordomo per averla informata dell’urgenza. L’uomo si fece indietro e la dea finì con calma il proprio tè, godendosi gli ultimi attimi di tranquillità prima di quella che probabilmente sarebbe stata una dura giornata. Poi si alzò, prendendo con sé lo scettro divino, e si diresse verso la tredicesima casa.
-Gran Sacerdote- chiamò una volta raggiunta la destinazione.
-Entrate pure mia dea- rispose lui, con tono pensante e affrettato. Lady Isabel, o come era il suo nome di battesimo Saori Kido, entrò trovando Saga senza copricapo e intento a camminare avanti e indietro di fronte al trono. I capelli scuri, ultima testimonianza di Arles, gli ricadevano sparsi sulle spalle, agitandosi come fruste ogni volta che si voltava bruscamente.
-Gran Sacerdote, perdonate il mio ritardo- esordì la ragazza. Saga si arrestò di colpo, scuotendo il capo.
-Non serve che vi scusiate, mia dea. Anzi, mi congratulo che abbiate ricevuto la notizia con tanta calma- le disse l'omone, andandole incontro e inchinandosi di fronte a lei. Sarà stato per i loro trascorsi non rosei, ma Saga la metteva sempre in soggezione (nonostante si fosse inchinato, era comunque alto quasi quanto lei).
-Allora è vero?- chiese Saori.
-Ogni parola- rispose Saga, alzandosi. La ragazza rimase di stucco: una cosa del genere non era mai successa prima, e soprattutto non aveva mai coinvolto i suoi guerrieri più potenti, i Cavalieri d'Oro.
-Desidero conferire con i Gold. Immediatamente- disse, tornando a rivolgersi all’uomo.
-Subito dopo aver fatto rapporto si sono chiusi nelle rispettive case, e non rispondono ai richiami- rispose mesto Saga, sospirando -Non saprei come biasimarli, una cosa del genere è… una circostanza alquanto imbarazzante.
-O forse avevano solo fretta di andare a rimirarsi- commentò ironicamente una voce tonante dall’ombra. La ragazza scorse tra le ombre della casa la silhouette del Cavaliere della Bilancia, appoggiato ad parete.
-Sei ancora qui?- chiese Saga, sorpreso.
-Certo che sì. Non lascerei mai un mio pupillo a gestire una tale situazione di crisi senza un paio di consigli- replicò il veterano -Sono sicuro che adesso risponderanno al richiamo della dea Atena, Lady Isabel. Li convochi.
La dea annuì. La ragazza si volse verso il trono del Gran Sacerdote, e finalmente si accorse dei cinque cavalieri di bronzo Seiya, Crystal, Sirio, Shun e Ikki, muti e costernati.
-Perché loro non dicono niente?- chiese.
-Ho dovuto privarli del senso del gusto- rispose Saga -Non la smettevano di ridere.
-È così tanto ridicolo?
-Oh sì- commentò Dohko, probabilmente ghignando. Saga andò a sedersi sul trono, infilandosi il copricapo per calarsi nella sua veste ufficiale, mentre Dohko abbandonò la sua posizione rilassata e assunse una posa eretta e impettita.
-Miei fidati Cavalieri d'Oro, la dea Atena chiede aiuto, venite a me!- li chiamò Saori, toccando terra con lo scettro e scatenando un riverbero di luce che si diffuse per tutto il Santuario, trasportando la sua voce fin nell’angolo più remoto del complesso. Poi iniziarono a passare i secondi: uno, due, cinque, dieci, venti, quaranta, un minuto...
-Ah, a quanto pare li ho sopravvalutati- commentò Dohko, con una nota ironica. Ma a Saori non sfuggi il tono più dolce e fluente. Incuriosita, Isabel si volse verso di lui e si trovò davanti un Cavaliere della Bilancia dalle forme più sode e gentili, il tacco dello stivale dorato molto più sottile del solito e una scollatura che evidenziava quella che si poteva definire una terza di seno. Per non parlare del volto femminile: il mento più gentile e gli zigomi morbidi. In sintesi, Dohko era diventato una donna in toto.
-Wow- commentò la dea -Come ho fatto non accorgermene?
-Sono un vecchio di 273 anni: anche se possiedo il corpo di un ventenne conosco più di qualche trucco per mascherarmi- spiegò il combattente, sorridendo con delicatezza -Anzi, forse dovrei dire...
-No, va benissimo se continui a riferirti a te come un uomo. Lo preferisco- lo fermò Atena, a disagio. Dohko le passò teneramente una mano tra i capelli, con occhi materni, e Saori indietreggiò, colta di sorpresa.
-Qualcuno mi ha convocato?- intervenne una voce sognante, intromettendosi senza preavviso.


Issei Hyodo, un tempo un fiero, mediocre e allupato studente di liceo, con una capigliatura di folti capelli castani alzati e spettinati, fissava desolato il suo nuovo corpo nello specchio. Issei non era mai stato un ragazzo eccessivamente bello, ma tutto sommato, con una seconda abbondante e un didietro ben sodo, era diventato una ragazza con cui sarebbe volenterosamente uscito. Con un sospiro, unì i capelli a coda di cavallo con un nastro verde, e rimirò la sua immagine con la divisa femminile.
-Smettila di lamentarti, partner. Non c’è niente di male ad essere una ragazza- fece la voce di Draigh, emanata dal sigillo verde sul suo braccio destro. Il Dragone Rosso dell’Ovest non poteva fare a meno di incoraggiarlo come meglio poteva, ma senza tante speranze di riuscirci dato che il giovane si sentiva l’umore ben sotto le scarpe.
-Stai buono Draigh. Tu non hai idea di quello che sto passando- fece Issei, avendo difficoltà a riconoscere la sua voce.
-Sul serio osi dirmi questo dopo tutte le umiliazioni che mi hai fatto subire?! Dragone delle Tette Issei! In più di diecimila anni non ho mai subito un’offesa simile!
Poi il dragone si mise a piangere. Con difficoltà, il ragazzo si trascinò fuori dal bagno, tenendo la sua cartella in mano, e rimase pietrificato dal trovarsi davanti l'intero gruppo. Oltre a Rias, Xenovia, Akeno, Koneko, Kiba, Asia e Gaspar, che già abitavano con luilei, la neo-ragazza si trovò di fronte anche Irina e Rossweisse. Erano rimaste tutte indietro per accompagnarlo… ehm accompagnarla a scuola nel suo nuovo stato.
-E-ehi- balbettò Issei, a mo di saluto. Il gruppo era molto eterogeneo, dato la natura mista dei vari membri: Koneko era uno spirito gatto, Rossweisse una ex-valchiria, Irina un angelo, Akeno un angelo caduto meticcio, Asia un ex-suora, Xenovia un ex-guerriera sacra, Gaspar un vampiro... ce ne erano tante da dire su una simile banda. Ma a lui… cioè a lei non era mai importato granché data la sovrabbondante quantità di ammiratrici del gentil sesso che aveva guadagnato diventando un membro della schiera di Rias, la loro Lady demone.
-Come va oggi?- chiese in quel momento la demonessa, aggiustando la camicia di Issei con il solito sguardo sereno e positivo.
-Eh, meglio- mentì lui, con un sorriso imbarazzato.
-Issei-kun, sei stato così coraggioso con quei ceffi d'oro, grazie!- intervenne Akeno, afferrandogli il braccio destro e affondandolo cordialmente tra i sui seni.
-Akeno!- esclamò Rias, mentre Issei veniva allontanato da lei.
-Issei-san, grazie del tuo sacrificio- aggiunse Asia, correndo ad abbracciarlo.
-Già, gli hai dato una bella lezione- fece Xenovia.
-Issei grande eroe!- disse Irina, facendogli l'occhiolino.
-Anche se sei un pervertito mi fa piacere che tu non sia morto- si limitò a proferire Koneko, con tono piatto.
-Akeno!- intervenne di nuovo Rias, afferrando Issei per l'altro braccio e attirandola a se, imitando l’amica -Lascialo andare, non serve che tu gli stia così vicino.
-Arah arah, non essere gelosa con lui- replicò la prima.
-Oh no, ci risiamo- balbettò Gaspar, filando a nascondersi dietro a Koneko.
-Ehi ehi ehi, Buchou, Akeno-san, pausa!- le interruppe Issei, facendole arrestare al volo -Ecco... ehm... preferirei se andassimo a scuola normalmente.
Il gruppo rimase a fissarlo per qualche secondo, prima di ricominciare a parlottare tutti assieme, accondiscendendo alla sua richiesta. Effettivamente lui… lei… Oh, era così imbarazzante decidere adesso. Il ragazzo aveva passato una settimana recluso in camera, rifiutando di vedere chiunque nella speranza di dover convivere con questa nuova realtà. Ma era rimaste tutte lì per fargli forza nonostante egli stesso si vergognasse della cosa. Kiba era sempre stato sicuro della sua immagine quindi cambiare sesso non sembrava averlo scalfito. Gaspar era un travestito quindi…
-Issei!- disse Rias, facendolo ritornare alla realtà.
-Tutti ci stanno aspettando fuori. Andiamo?.
La rossa demonessa gli offrì la mano, accennando uno dei suoi smaglianti sorrisi che gli facevano sempre venire le palpitazioni (e qualcos’altro…). Rimase a fissarla per qualche secondo, lasciando che la sua immagine gli facesse forza, poi sorrise a sua volta, accettando l’offerta.


-Bersagli in movimento- disse una donna sulla trentina, con dei capelli biondi e ricci, seduta ad un maid café di fronte alla casa da cui era appena uscita la comitiva.
-Ricevuto ci muoviamo- disse dopo alcuni secondi di attesa -Shura...



-Shura.



-Shura!
-Sto mangiando, non vedi?- rispose la sua compagna, una donna mora e vestita in modo altrettanto anonimo, prima di prendere una piena cucchiaiata di un gelato di zabaione, panna e vaniglia.
-Si può sapere perché ci metti tanto? Andiamo, si stanno allontanando!- insisté Aioria.
-Un attimo che finisco- rispose con tranquillità la spagnola, prendendo un altra vorace cucchiaiata.
-Ehm...- fece una cameriera, timidamente -Le signore vogliono lasciare il tavolo?
-No, gradirei un secondo- rispose subito Shura, offrendole la coppetta vuota.
-Assolutamente no! Dobbiamo muoverci!- protestò Aioria, sbattendo con veemenza una mano sul tavolo, spaventando sia la cameriera che i clienti seduti attorno.
-Aioria, ma che problemi hai?- chiese Shura, decisamente infastidita.
-Giuro, sei peggio di mio fratello con i Souvenir!- replicò la Saint del Leone
-Guarda caso lo abbiamo mollato davanti ad uno di quei negozi- rispose con calma l’altra, protendendosi sul tavolo per fissare l’amica faccia a faccia.
-Non farmi infuriare Shura.
-Non tentarmi Aioria.
Una rosa andò a piantarsi sul tavolo, facendo voltare le due.
-Se le signore hanno finito di consumare, sarebbero pregate di pagare e andarsene- disse una cameriera con dei lunghi capelli azzurri e una rosa in bocca, con voce vagamente irritata, sopraggiunta in quel momento. Aioria e Shura ammutolirono brevemente, notando quanto Aphrodite fosse altera, oltre che sexy nella divisa.
-Vorreste per favore risolvere la questione pacificamente?- chiese la cavallerizza dei pesci, ancora più minacciosa. Le altre due si lanciarono uno sguardo, prima di assumere un sorriso tutt'altro che rassicurante.
-Ehi ragazze! Dove siete!?- gridò Aioros, arrivando stracarica di Peluche, oggettini di antiquariato e collane, e facendo rabbrividire all’istante le due piantagrane.
-P-paga l-lei!- esclamarono in coro Aioria e Shura, prima di filarsela.


Mentre Aioros restava a lavare i piatti in cucina, piangendo, Aphrodite tornò nella sala principale.
Un poco gli dispiaceva che un Saint di tale statura fosse stato costretto a quelle mansioni per colpa dei due perdigiorno, ma data la missione che gli era stata assegnata dal Gran Sacerdote doveva mantenere le apparenze. Lo staff era stato reclutato dal Santuario, prendendo elementi giovani, locali e magari con l'esperienza appena necessaria a gestire il posto, per rendere il tutto meno sospetto e più credibile. Lui doveva solo spiare l’attività in città, preferibilmente senza attirare troppo l’attenzione lanciando rose come una mitragliatrice. Ma quando ci voleva, ci voleva: certi clienti non sapevano nemmeno cos’era il decoro, specialmente gli uomini di mezza età (ma anche i suoi compagni, come poco prima, erano un pessimo esempio di educazione).
-Chiedo scusa- l’interruppe all’improvviso un nuovo cliente, cogliendolo di sorpresa nonostante fosse sempre all’erta. Il cavaliere realizzò di non riuscire nemmeno a percepire il suo cosmo; lo sconosciuto probabilmente era più potente di quanto si sarebbe detto a guardarlo. Era uno strano individuo, che indossava un impermeabile scuro sopra un completo fucsia, che feriva gli occhi solo a guardarlo. Il volto esprimeva sicurezza e anche una certa dose di divertimento, come se avesse visto qualcosa oltre l’apparenza che gli provocava divertimento. I capelli erano di un biondo sporco che faceva accapponare la pelle.
-Si signore, cosa posso fare per lei?- rispose come da copione il cavaliere, sorridendo a trentadue denti e cercando di far rilassare il cliente.
-O che sorriso smagliante. Gradirei parlare con il direttore- rispose lo sconosciuto, mantenendo un tono cortese.
-Oh, il direttore al momento non può ricevervi: è impegnato a…
-Per favore, sappiamo entrambi perché sono qui- replicò l’uomo -Ho un… “affare” da riportare ai diretti responsabili, credo che sia nei nostri reciproci benefici evitare di…- fece una rapida pausa per guardarsi attorno -Evitare di scatenare un’altra guerra sacra. Non trovi, Aphrodite?
Il cavaliere soppresse il tentativo di attaccare perché era ben cosciente che questo individuo non era un umano ne un essere di basso rango.
-Se quello che avete da dire non andrà a genio non aspettatevi una seconda chance per negoziare- disse con freddezza, prima di indicare la strada al misterioso individuo verso l’ufficio del direttore.
-Hanno mandato me per assicurare il maggior successo di questa trattativa- rispose l’uomo, seguendolo senza fare storie.
L’ufficio del capo era momentaneamente lo sgabuzzino, che stavano ancora finendo di arredare, ma per fortuna era già abbastanza privato da permettere conversazioni riservate.
-Maestro Sion- disse Aphrodite dopo aver aperto la porta: l’interno era ancora tenuemente illuminato dalla lampada da comodino e la piccola finestra in alto a sinistra; c’erano ancora tutti gli scatoloni del trasloco, vuoti o meno, sparsi qua e là, e la scrivania era già piena di carte. Sull’unica sedia nella sala sedeva un anziano uomo, con il corpo asciutto e solido come quello di un ragazzo, dei lunghi capelli bianchi e una tunica di lino da viaggiatore. Mancavano solo il capello e lo zaino di vimini.
-Holà- salutò il nuovo arrivato -Mi presento: sono Azrazel, leader degli Angeli caduti. Vengo per conto dell’Alleanza.
Il nuovo arrivato entrò senza invito, ma Sion fece cenno ad Aphrodite di lasciarlo passare.


AN: Non è stato esattamente uno scritto facile, troppo confusionario e ovviamente in grado di dare tante informazioni ma tacendone ancora di più. Ma se l’idea di vi intriga e provate curiosità per sapere se ci sarà un seguito, fatemelo sapere. Alla prossima. Ciao.

  
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