Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: _MoonFlower02_    11/06/2019    0 recensioni
Fanfiction al di fuori della trama originale, NON contiene spoiler.
Ereri/Riren
Tratto dal testo:
"Blu.
Come il cielo che quel giorno era coperto da nuvole scure.
Giallo.
Come il sole che proprio non voleva saperne di splendere.
Verde.
Come il suo mantello, ora ricoperto dal rosso del sangue, forse suo, forse di qualcun altro."
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Ciò che ero solito amare, non amo più; mento: lo amo, ma meno; ecco, ho mentito di nuovo: lo amo, ma con più vergogna, con più tristezza; finalmente ho detto la verità. È proprio così: amo, ma ciò che amerei non amare, ciò che vorrei odiare; amo tuttavia, ma contro voglia, nella costrizione, nel pianto, nella sofferenza. In me faccio triste esperienza di quel verso di quel famosissimo poeta: “Ti odierò, se posso; se no, t’amerò contro voglia”.”
Petrarca, L’ascesa al Monte Ventoso.


Eren
Blu.
Come il cielo che quel giorno era coperto da nuvole scure.
Giallo.
Come il sole che proprio non voleva saperne di splendere.
Verde.
Come il suo mantello, ora ricoperto dal rosso del sangue, forse suo, forse di qualcun altro.
Grigio.
Come i suoi occhi taglienti puntati debolmente nei miei.
Sorreggevo il busto del capitano, sdraiato a terra senza forze. Aveva combattuto valorosamente quella battaglia, quasi fino alla fine. Poi a quanto pareva l’universo si era ricordato che nemmeno lui era invincibile e ne aveva preso atto.
Osservai apprensivamente le ferite profonde e i vari tagli da lui riportati, come se potessero guarire da un momento all’altro. Nemmeno la parte razionale di me poteva infatti accettare che, dopotutto, il soldato più forte dell’umanità fosse... umano. Un attimo prima lo vedevo volteggiare tra i giganti colpendoli alla nuca e l’attimo dopo era a terra, stremato da ferite ormai impossibili da ignorare.
“Dove sono tutti? Perché non c’è nessuno a soccorrerci?” Pensavo.
-“Eren”-
Una voce profonda mi riportò alla realtà e incontrai gli occhi del mio superiore. Mi sembrò di scoprire una parte di lui che non avevo mai visto, fatta di dolore, tormento e persino un velo di paura. Ma vedevo anche la consapevolezza, ed era quest’ultima a terrorizzarmi. Vedevo nel suo sguardo che Levi era consapevole di cosa stava per succedere, mentre io no. Non volevo esserlo.
L’uomo strinse i denti e chiuse gli occhi mentre una fitta più forte delle altre lo colpiva alla testa, al torace,... ovunque. Appena riuscì a riprendere fiato, cercò di continuare. Subito, però, non capii visto che Levi parlava una lingua a me sconosciuta. Una lingua che però faceva sembrare la sua voce roca ancora più dolce.
-“Tu avais bien fait malgré tout, morveux.”-
-“Capitano...”-
Cercai di interromperlo, ma non me lo permise.
-“Laisse-moi finir. Ce que je dois te dire n’est pas facile, mais je sais que pour moi il n'y a pas d'espoir et je veux être complètement sincère avec toi, et avec moi même aussi.”-
Levi continuò a parlare con quella voce sciolta e musicale che mi affascinava, ma che mi faceva soffrire ogni volta che si spezzava per il dolore. Ogni pausa, ogni respiro tremante che prendeva facevano crescere nel mio petto la paura e l’angoscia, facendomi sperare di poter ancora ascoltare la voce del mio capitano, guardarne gli occhi, sentirne il cuore.

Levi
Dolore.
Ma non solo dolore.
Paura?
Paura.
Rimpianti?
Sì.
Avevo infranto una delle mie regole auree che prevedeva il vivere senza di essi e dovevo assolutamente rimediare. Sapevo cosa sarebbe e non sarebbe successo di lì a poco e non volevo perdere tempo. Quello era il momento ideale, l’unico momento. L’unico di cui avessi bisogno. Non mi importava se Eren non avrebbe capito, anzi meglio così, volevo solo liberarmi di un peso che da troppo tempo mi opprimeva. Così, alla massima velocità che la mancanza di fiato mi permetteva, continuai:
-“Je ne saurais pas expliquer pourquoi, mais si je te vois heureux, je me sent bien. Quand tu es au bord des larmes, je voudrais seulement t’embrasser et te dire que tout va être bien. Chaque fois que je te vois combattre je prie pour que rien t’arrive et que tu puisses survivre. Je ne sais pas quand cette chose a commencé, mais malheureusement je sais quand elle va finir. Je ne m’attend pas que tu comprends, mais c’est bien comme ça. Je te demande seulement de ne m’oublier pas. 
Je voudrais m’assurer que même quand je ne serai plus là tu vas être bien, mais je ne peux pas. Je peux seulement espérer que dedans l’enfer il y aura une chance pour surveiller ces que nous aimons. Maintenant, morveux, cherche de ne mourir pas. Vive pour moi aussi."-
Lentamente ripresi fiato, visto che quel discorso mi aveva portato via molta energia.
Avevo confessato ciò che da tempo ormai mi tormentava, sentendomi più leggero. O magari era solo l’ingente perdita di sangue a darmi quell’impressione. La mia vista si offuscò, ma il dolore sembrò attenuarsi.
Era giunta dunque la mia ora?
Almeno non avevo rimpianti.
Ma volevo davvero morire così?
Certo che no.
Avevo paura?
Ovviamente. Dopotutto, tutti hanno paura della morte.
Con le mie ultime forze, portai una mano al viso del ragazzo accanto a me e cercai di asciugargli le lacrime.
Lacrime.
Per me?
-“Levi...”-
Lo sentii sussurrare con la voce spezzata poco prima che il mio braccio ricadesse inerme a terra. Sentii la vita scivolare via e tutto intorno a me si fece scuro. Almeno non faceva più male.
Strano, Eren non mi aveva mai chiamato per nome.

 
 
 
 
 
 
   
 
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