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Autore: lmpaoli94    17/06/2019    0 recensioni
Emanuele, ragazzo tranquillo, serio, tutto lavoro e casa che perde la testa per Elisa, ragazza introversa che pensa solo a divertirsi e non pensa minimamente al lavoro.
Quando quest’ultima decide di non lavorare più in un ristorante e soprattutto con il suo collega Emanuele, il giovane ragazzo se ne fa una ragione mettendosi l’anima in pace senza mai più pensare a lei e a tutti i momenti trascorsi in cui in ogni istante non faceva altro che corteggiarla ma senza successo.
Gli anni passano e il giovane ragazzo che di mestiere ha sempre fatto il cameriere, sposa la sua fidanzata storica dopo dieci anni di fidanzamento.
Tutto sembra andare per il meglio per Emanuele, ma quando sua moglie rimane incinta e partorisce una bambina, la povera donna muore tra le braccia dell’uomo.
Emanuele riesce a superare il trauma grazie a sua figlia, vivendo felici loro due da soli.
Ma il primo giorno di scuola elementare della bambina, Emanuele non poteva mai credere di ritrovare colei che gli ha fatto veramente battere il cuore, sconvolgendo ancora una volta la vita del giovane ragazzo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era da molto tempo che Emanuele non si sentiva così felice.
Dopo essere riuscito a conquistare il cuore di Elisa, il giovane ragazzo non riuscì a dormire dalla contentezza.
< Sveglia, dormigliona! Oggi si va a scuola! > gridò l’uomo rivolgendosi a sua figlia gettandosi nel suo letto.
< Papà, ma cosa fai? Sei forse impazzito? >
< Certo che no! >
Girando lo sguardo, Azzurra vide che erano appena passate le sette del mattino.
< E’ ancora prestissimo. Lasciami ancora dormire un po’. >
< Non se ne parla nemmeno > rispose l’uomo scoprendola < O ti alzi da sola, o sarò costretto a prenderti in braccio e a trascinarti in bagno. >
< Non osare, altrimenti… >
Ma l’uomo non diede ascolto a sua figlia, prendendola per le braccia e trascinandola fuori dal letto.
< Lasciami ti ho detto! > gridava disperatamente la bambina.
< Sai tesoro, non mi sentivo così da quando ho chiesto a tua madre di sposarmi… Quelli sì che erano bei tempi, ma presto conoscerai una nuova persona che avrà cura di te. >
< Non ho bisogno di altre persone che mi vogliono bene… Mi basti tu. >
< Fidati Azzurra, ti piacerà. >
< Si tratta forse della mia maestra? >
Emanuele rimase allibito sentendo quella domanda.
< E tu come fai a saperlo? >
< Vi ho visti ieri sera mentre vi sbaciucchiavate. Eravate disgustosi. >
< Sei ancora molto piccola, tesoro… Vedrai che tra qualche anno toccherà anche a te. >
< Non è il problema di baciarsi… è con chi l’hai fatto. >
< Che cosa vuoi dirmi? >
< Niente, lascia perdere > rispose la bambina scocciata entrando subito dopo in bagno.
< Azzurra, rispondimi immediatamente. >
< Lasciami prepararmi in pace. Altrimenti rischio di fare tardi come hai detto. >
< Abbiamo ancora molto tempo… Dimmi che cosa alberga nella tua mente. Non sei contenta che io e la maestra…? >
< Con tutte le persone che potevi trovare proprio la mia maestra?! Mi dispiace papà, ma io non approverò mai la vostra unione. >
Emanuele non riusciva a credere a quelle parole.
“Azzurra, ma perché fai così?”
Una volta uscita dal bagno, la bambina si recò in cucina per fare colazione.
< Azzurra, ma come… >
< Adesso basta parlarne. Sono ancora nel mondo dei sogni e ho bisogno di svegliarmi con calma. >
< Io non credevo che Elisa non ti piacesse… >
< E’ proprio perché mi piace che non voglio che la vostra unione vada avanti… Avrò pure sei anni papà, ma so come va il mondo di voi grandi quando si tratta di vivere in coppia… Prima vi fidanzate e alla minima cosa vi mollate. E io non voglio che tu faccia soffrire la mia maestra. Non potrei mai sopportarlo. >
< Azzurra, ti giuro su tua madre che non farei mai una cosa del genere. >
< Non giurare su di lei! Nemmeno mia madre vorrebbe questa unione. >
< Ma come… >
< Volevi sapere come la pensavo? Ecco la mia opinione… O me o lei. Decidi il prima possibile, d’accordo? Adesso possiamo andare a scuola. >
< Azzurra… non puoi chiedermi una cosa simile. >
< Hai sempre pensato a me, no? Perché allora non continui a farlo? Adesso preferisci la mia maestra a me? >
< Certo che no! Non ho mai detto questo… Tu rimarrai sempre mia figlia e di conseguenza verrai prima di ogni cosa. >
< Lo spero tanto… Comunque desidererei che tu e lei… >
< Perché vuoi vedermi triste? Che cosa ti ho fatto? >
< Te l’ho spiegato prima! >
< Tutto ciò è ridicolo > ribatté l’uomo smorzando un sorriso < Credevo di fare il tuo bene oltre che il mio… Ma vedo che sto sbagliando tutto. E solo perché non acconsenti a questa nostra unione… >
< Vedrai che è la decisione migliore per tutti. >
< Migliore per tutti o migliore per te? >
< Ascolta papà: prova a parlarne con la mia maestra. Senti un po’ cosa ti dice. Scommetto che lei questa notte ha pensato al vostro bacio e avrà capito di aver sbagliato. >
< No, non credo proprio… >
< Vedremo… Andiamo adesso? >
 
 
Per tutto il tragitto che aveva portato Emanuele alla scuola di sua figlia, il giovane uomo non aveva fatto altro che dare brutte occhiate a sua figlia rimanendo in silenzio.
“Deve essere gelosa… Non c’è altra soluzione.”
Anche la bambina non si era azzardata a dire una parola, pensando solo ai compiti che doveva finire e che si era dimenticata.
< Papà, quanto fa 10x0? >
< Ma come? Riesci a parlare come una bambina adulta e non sai fare una semplice operazione? >
< Lo sai oppure no? >
< Risolvitela da sola. Io non posso aiutarti. >
< Grazie tante > rispose la bambina sbattendo via il quaderno per terra.
< Raccoglilo immediatamente, altrimenti… >
< Non mi dai degli ordini! Sono troppo arrabbiata con te! >
< E lo stesso vale per me! >
Appena lo sguardo di Emanuele andò ad incrociare quello di Elisa, il giovane uomo si vergognò molto per il brutto spettacolo che stava dando con sua figlia.
< Ema, Azzurra… Ma perché state urlando? >
< Ti odio, papà! Non ti voglio più bene! >
< Ah sì? Solo perché non voglio aiutarti mi tratti così? >
< Tu non mi vuoi più bene. Ecco quello che sta succedendo tra noi due. >
< Non è vero. Io ti vorrò sempre bene. >
< Bugiardo! Oggi non venirmi a prendere… Non voglio più vederti > disse infine la bambina prima di entrare in classe arrabbiata come non mai.
< Ema, non dirmi che Azzurra ha scoperto di noi. >
Non rispondendo, il ragazzo si limitò a fare un respiro profondo e a toccarsi la testa in segno di disperazione.
< Accidenti, questa non ci voleva. >
< Non riesco a capire perché si comporta così… A meno che non sia gelosa… Non ci sono scuse che tengano al suo comportamento. >
< Ema, devi anche pensare che è cresciuta sola con te senza la madre. È naturale che si senta spiazzata vedendo suo padre baciare un’altra. >
< Mia figlia non l’ha mai vista sua madre. È morta subito dopo averla data alla luce… Ma perché non vuole qualcuno che stia accanto a me? Sono convinto che tu sia la persona adatta. >
< Ema, ci ho pensato molto e credo proprio che tua figlia abbia ragione. >
< Come? >
< Io non posso far parte della tua famiglia. Tu hai una figlia mentre io ho la mia vita e il mio lavoro da insegnante… >
< Da come l’hai detto sembra quasi una condanna a morte. >
< Spero che tu non la prenda male… >
< E come la dovrei prendere, scusa?! All’inizio mi illudi con il tuo bacio arrivando a casa mia nel bel mezzo della sera e adesso mi fai capire che è stato tutto un errore?! Ma cosa vi dice il cervello a voi donne?! >
< Cerca di capire me e tua figlia… E’ molto difficile per noi… >
< Sapete che vi dico? È meglio che tu e lei mi lasciate un po’ in pace. >
< Che cos’hai intenzione di fare? >
< E’ come se tu e lei vi siate coalizzate contro di me. Perché non posso essere felice come voglio io? Perché non posso essere libero e spensierato come gli altri uomini della mia età? >
< Ema, ti rendi conto che adesso stai parlando di tua figlia come un grosso peso da cui liberarti? >
< E anche se fosse? La sua nascita e la sua infanzia hanno occupato le mie giornate togliendomi sonno e speranze… Se solo Giada mi fosse rimasta accanto sarebbe stato tutto diverso. >
< Ed io e te non ci saremmo mai baciati > concluse la donna.
< Eli, lo sai che ti ho sempre amato. Sei tu che non volevi la nostra unione. >
< E non la voglio nemmeno ora. >
< Ma perché?! >
< Adesso basta discutere. Devo tornare in classe. >
< Aspetta un momento. Non abbiamo ancora finito > replicò l’uomo prendendola per il braccio.
< Invece abbiamo finito eccome. Lasciami! >
< Eli, ti prego… >
< Mi dispiace averti illuso, ma la tua vita è con Azzurra. Non con me. >
< Non posso avere tutte e due al mio fianco? >
< Ci vediamo più tardi quando verrai a riprendere tua figlia. >
< Non penso proprio… Adesso come non mai non voglio mai più rivedere mio padre. >
Vedendo che la bambina era rimasta sull’uscio della classe ad ascoltare la conversazione tra Emanuele ed Elisa, i due giovani ragazzi rimasero allibiti.
< Hai sentito tutto, Azzurra? >
< Abbastanza, papà… Sono un peso per te? Molto bene. Da questo momento andrò a vivere con nonna e nonno. Almeno loro non mi diranno mai che sono un peso. >
< Azzurra, ti prego… >
< No! Stai lontano da me! Non voglio più sentir parlare di te! Mai più! >
Emanuele non aveva mai visto sua figlia così esasperata e triste prima d’ora.
Aveva rovinato tutto per colpa di uno sfogo.
< Adesso vai, Ema. Proverò io a parlare con Azzurra. >
< Azzurra! Azzurra! >
< Ho detto vai! Vuoi forse farti sentire da tutti i bambini e docenti di questa scuola? >
< Dannazione! >
< Vedrai che risolveremo tutto. Stai tranquillo. Tu pensa al tuo lavoro… Fidati. >
Ma Emanuele non voleva andarsene per nessun motivo prima di non aver chiesto perdono a sua figlia.
< Rimanere qui non ti servirà a nulla. Anzi, peggiorerai solo la tua situazione. >
< Ma io… >
< Vai via ti ho detto. >
< Ok ok, me ne vado… Ma non finisce qui > disse infine stizzito il giovane ragazzo sbattendo la porta d’ingresso della scuola facendosi sentire da tutti i presenti.
   
 
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