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Autore: LaraBennet    19/06/2019    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Jane_Eyre_(film_2011)]
"Si era inginocchiato davanti a lei, supplicando per qualcosa che adesso non le era più possibile concedergli".
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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     Le si era avvicinato, con gli occhi pieni di lacrime e l’aria implorante. Si era inginocchiato davanti a lei, supplicando per qualcosa che adesso non le era più possibile concedergli. Inganno, questo era il suo nome; menzogna, questa era la sua vita; crudeltà, questo era il suo amore. Lui –si disse– sarebbe stato l’ultimo a calpestare la sua dignità, il suo affetto, il suo cuore. L’ultimo, perché era stato il più spietato; l’ultimo perché non sarebbe mai più guarita da quella ferita, non sarebbe più guarita da lui, dal sentimento che con prepotenza e arroganza le aveva piantato nel petto, dentro le vene, in fondo all’anima. La supplicava ancora, proponendole di tradire se stessa per amor suo, di voltare le spalle alla sua integrità, di rinnegare tutto. E forse, una piccolissima parte di lei lo avrebbe anche fatto, avrebbe abbracciato lui e la sua immoralità; avrebbe accettato tutto, se solo in cambio di ciò lei avesse avuto la sua sincerità. Ma fin dall’inizio lui non aveva avuto intenzione di offrirle niente se non l’effimero appagamento del suo stesso egoismo. Non aveva niente da dare a lei, a lei che l’aveva considerata la sua piccola rivincita contro la falsità e la cattiveria del mondo, del suo mondo, fatto di sogni infranti e frustranti responsabilità. Una rivincita che aveva il sapore di un sacrificio, quello di lei e della sua innocenza. Non avrebbe mai accettato, quello non era amore, quello era un delitto, un atroce delitto che l’avrebbe uccisa per sempre. –A chi importa?– le diceva. A chi importa. Non a lui, non alle persone che sin dall’infanzia le avevano sbattuto in faccia tutto il loro disprezzo. A chi importa. –A me, importa a me–. Aveva il volto rigato di lacrime lei, mentre le mani di lui le cingevano il collo sottile; le faceva male. Le faceva male, e solamente il dolore sembrava essere l’unica cosa che lui era capace di farle provare, adesso. Le faceva male, ma poi la lasciò andare. Le poggiò la testa sul grembo e le afferrò la gonna. La voleva, la desiderava, con un’intensità che distruggeva entrambi. –È la vostra anima che voglio!–. E lui l’aveva, la possedeva, completamente; la sua anima gli apparteneva. Ma lei poteva vivere anche senza, doveva. Uscì da quella stanza senza guardarsi indietro, perdendo passo dopo passo piccoli frammenti di anima, schegge ormai indesiderate del suo essere; si raccoglievano tutte intorno a lui, a lui che ne era il loro odiato, caro padrone. Lui piangeva, piangeva per il suo rifiuto, l’unico vero, atroce, devastante rifiuto che ebbe mai ricevuto così brutalmente. Piangeva, Mr. Rochester piangeva.
     Jane invece iniziava a morire.

   
 
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