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Autore: Castle_of_cards    20/06/2019    1 recensioni
"Il futuro è davvero già scritto?"
Anno 2023. Il mondo è dominato dalle Sentinelle, giganteschi robot che danno la caccia sia ad umani che mutanti. La speranza sembra perduta, ma è davvero così? Gli X-men di Charles Xavier esistono ancora, e vogliono provare a cambiare le cose: ci riusciranno?
AU di X-men: Giorni di un futuro passato, in cui non è possibile viaggiare nel tempo.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: questa è la prima fanfiction che abbia mai scritto in vita mia ed è nata dopo aver visto il film "X-men: Giorni di un futuro passato" e aver pensato cosa sarebbe successo se non ci fosse stata la possibilità di viaggiare nel tempo. So che il mio stile di scrittura non è proprio il massimo, ma come ho già detto è la prima volta che scrivo una vera e propria storia, quindi se avete consigli sono ben accetti. Buona lettura!




Aiuto!”

Lasciatemi stare!”

Vi prego, non fatemi del male!”

 

Charles Xavier, conosciuto anche come Professor X, sentiva queste ed altre voci mentre era collegato alla postazione di Cerebro del Blackbird, che espandeva la portata della sua mente a tutto il mondo. Sentire queste voci lo riempiva di tristezza ogni volta: il suo sogno di convivenza tra umani e mutanti era andato in frantumi, ed ora migliaia di mutanti soffrivano. Nonostante tutti i suoi sforzi, era stato un evento del passato che non era riuscito a prevenire a portare a quello che si trovava ad affrontare oggi. A volte si domandava cosa sarebbe successo, se avesse almeno solo provato a riportare Raven sulla giusta strada, prima dell’assassinio di Bolivar Trask. Tuttavia, scacciava subito quel pensiero: il passato è passato, e non si può tornare indietro.

 

Per il momento, si stava concentrando sul suo obbiettivo: doveva trovare qualcuno in particolare e stava setacciando tutto il mondo con Cerebro. Ad un certo punto, notò un frammento di pensiero proveniente da un monastero abbandonato in Cina.

 

Qui, professore!”

 

“Professore?” chiese Ororo, detta Tempesta, notando il cambiamento di espressione del suo mentore, che da concentrato ora appariva più rilassato.

 

“Li ho trovati.” disse Xavier con tono calmo, e le coordinate del luogo comparvero sul radar del Blackbird. Ororo non perse tempo e iniziò a seguirle.

 

“Dici che accetteranno, Charles?” chiese Logan, noto anche come Wolverine, che era seduto sul sedile dietro di lui e stava, come al solito, fumando un sigaro.

“Abbiamo degli obbiettivi comuni, Logan.” gli rispose Charles” Se vogliamo sperare di raggiungere dei risultati concreti, avremo bisogno di tutto l’aiuto possibile, e sono sicuro che sia così anche per loro.”

“E se invece preferissero tentare di rimanere sulla loro strada?” chiese Erik “Magneto” Lensherr, il suo vecchio amico-nemico che si era pentito delle sue azioni in passato e cercava di redimersi unendosi alla sua causa “Sai com’è, le Sentinelle rintracciano più facilmente i gruppi di mutanti numerosi”

Charles non rispose: come al solito, il suo vecchio amico vedeva tutto in una luce pessimistica.

“Ci siamo” annunciò Ororo, che stava iniziando la sequenza di atterraggio davanti all’antico monastero.

 

Una volta che furono scesi tutti dal Blackbird, si trovarono di fronte ai loro tre ex-studenti: Bobby Drake, Kitty Pryde e Piotr Rasputin.

“Professore, ce l’ha fatta!” disse entusiasta Kitty, contenta di rivedere delle facce familiari dopo diverso tempo. Il professore le sorrise in risposta. Anche lui era contento di rivederla.

“Ciao, ragazzino” disse Logan, rivolto a Bobby. “Ciao, Logan” disse Bobby, che ricambiò il saluto e subito dopo andò ad abbracciare Ororo.

“Allora, come è andata la trattativa?” chiese Erik “Vogliono unirsi a noi o no?”.

Bobby ripensò all’obbiettivo della loro missione. I tre erano stati mandati a rintracciare un gruppo di mutanti ribelli guidati da un certo Alfiere, e convincerli ad unirsi alla loro squadra, che portava ancora lo stesso nome di quando tentavano di favorire una convivenza tra umani e mutanti: gli X-men.

Trovare Alfiere e la sua squadra non era stato facile, poiché apparivano e scomparivano in diverse parti del mondo con incredibile velocità, praticando attacchi di guerriglia a strutture dell’MRD o delle Trask industries. Neanche guadagnarsi la loro fiducia era stato facile, e aveva comportato la partecipazione a diverse missioni rischiose.

 

“Prima di dare una risposta definitiva” rispose Bobby “hanno detto che volevano assicurarsi di alcune cose.”

“Per esempio?” domandò Logan. “Per esempio, assicurarsi del fatto che non siamo solo un’altra banda di disperati con tante speranze ma pochi mezzi” rispose Piotr “e che le cose che diciamo siano vere”

Dopo aver detto questo, guardò verso il Professore, che sentendo questo rispose: “Capisco...”.

Dopotutto, per il resto del mondo, Charles Xavier era morto nel 2006, ucciso dalla Fenice, la personalità distorta di Jean Grey.

 

“Bhe, andiamo a convincerli, allora!” esclamò Logan “Dove sono?”

“Dentro al tempio.” rispose Kitty “Vi ci portiamo”.

 

Insieme, il gruppo si diresse verso la parte più interna del tempio. Sul tetto, un giovane uomo con lunghi capelli neri e delle strisce nere sotto agli occhi faceva la guardia, con lo sguardo fisso sull’orizzonte. Davanti all’entrata del tempio li aspettavano una donna con i capelli rosa e gli occhi verdi e un ragazzo ispanico vestito con una tuta verde. La donna sussurrò qualcosa al ragazzo e quello entrò di corsa all’interno dell’edificio.

 

Quando furono tutti davanti al portone del tempio, Bobby presentò i nuovi membri del gruppo. “Lei è Clarice, detta Blink, la teleporter della squadra. Grazie a lei copriamo grandi distanze in pochissimo tempo.” disse.

“È un piacer conoscervi” rispose Blink.

“Quello sul tetto è Warpath. Non mi ha detto il suo nome.” continuò Bobby. “Riesce a vedere le Sentinelle arrivare anche da molti chilometri di distanza. È un membro essenziale della squadra.”

 

E meno male che temono che siamo noi, i disperati!” pensò Logan, riflettendo sul gruppo di mutanti che gli si parava davanti.

Di certo ammetteva il coraggio di questi ragazzi nel tentare di ostacolare le Sentinelle, attraverso i loro attentati, ma gli mancava un’organizzazione che permettesse piani con effetti più a lungo termine, cosa a cui invece gli X-Men stavano cercando di arrivare. Si capiva che non erano del tutto speranzosi di poter cambiare le sorti di questa guerra.

Spero che siano abbastanza ragionevoli da accettare,” continuò a pensare “altrimenti causerebbero solo un rallentamento dei nostri piani, che è proprio quello che non ci serve!”

 

Mentre Logan buttava nella neve il suo sigaro ormai consumato, il ragazzo ispanico tornò indietro.

Dietro di lui camminava un uomo di colore con dei lunghi dreadlock sulla testa e un mantello rosso sulle spalle. Aveva con sé un fucile nero e una grossa cicatrice a forma di M gli sfregiava il volto.

 

“Sono Lucas Bishop,” si presentò “Ma forse mi conoscete come Alfiere”. Alfiere guardò i nuovi arrivati, notando un volto familiare. “Quindi era tutto vero.” disse poi “Lei è vivo, professore.”

“Ebbene si.” rispose Xavier “Ho oltrepassato la sottile linea che divide l’uso dall’abuso dei propri poteri, e li ho usati per prendere il controllo di un corpo cerebralmente morto. Ma l’ho fatto per uno scopo ben preciso.”

“Che sarebbe?” chiese il capo dei ribelli.

“Fermare la guerra!” rispose prontamente Xavier “Dovete sapere che, prima degli eventi di Alcatraz, avevo ricevuto delle notizie spaventose dal mio vecchio amico Henry McCoy, rappresentate dei mutanti al Senato, nonché una delle prime vittime delle Sentinelle. Queste sono state create da Lawrence Trask, figlio di Bolivar, uno scienziato che tra gli anni 60 e 70 aveva condotto esperimenti sui mutanti, finché non venne ucciso da uno di noi.”

Mentre raccontava, Charles dovette sforzarsi di non piangere, ripensando ai suoi amici: Hank, che come lui aveva passato tutta la sua vita a combattere per la convivenza, Sean, che era stato vittima dei grotteschi esperimenti di Trask, Raven, sua sorella, che aveva percorso una strada di violenza e di vendetta.

 

“Lawrence premeva affinché il governo accettasse la creazione di questi robot, in modo da condurre una politica più restrittiva verso i mutanti,” continuò “ma non le sue idee non vennero neppure prese in considerazione… fino, ovviamente, ad Alcatraz.

Capì che ciò che stava avvenendo avrebbe cambiato radicalmente l’opinione pubblica verso i mutanti, quindi decisi di rimanere, così da potermi preparare in caso la situazione fosse peggiorata, rimanendo nell’ombra. E ho fatto bene: qualche anno dopo Alcatraz, il nuovo presidente diede il via libera a Trask per la costruzione di massa delle Sentinelle.”

“E cosa c’entriamo noi in tutto questo?” chiese Blink

“Ci serve tutto l’aiuto possibile per attuare il nostro piano.” rispose il professore.

“Ovvero?” chiese Alfiere.

“Tutte le macchine hanno qualcosa che le fa muovere.” rispose Xavier “Negli anni in cui sono rimasto nell’ombra, grazie sempre al mio amico Henry, riuscii a carpire un’informazione cruciale. Un nome: Master Mold, il cervello centrale delle Sentinelle.”

“Lei sa dove si trova?” era la domanda dell’intero gruppo di mutanti ribelli, che però venne espressa solo da Alfiere.

“Al momento no, purtroppo.” era la risposta del professore “Per questo motivo ho bisogno di aiuto. Per trovarlo, dovremo non solo prepararci ad affrontare le centinaia di Sentinelle che saranno di guardia, ma anche ad affrontare pericolose missioni per recuperare le informazioni necessarie. Solo così potremmo salvare il mondo, sia per i mutanti che per gli umani”.

Alfiere assunse improvvisamente un’espressione arrabbiata: “Gli umani!” esclamò”Gli stessi che ci hanno sempre disprezzato e temuto. Questa” disse, indicando la cicatrice a forma di M “è solo l’ultimo dei loro insulti. Il loro odio li ha portati a distruggere il pianeta. Perchè dovrei combattere per loro?”

 

Dopo un attimo di silenzio fu, inaspettatamente, Magneto a parlare per primo: “Il rancore non serve a nulla. Fidati di me, ragazzo, l’ho vissuto in prima persona, per gran parte delle mia vita. Immagino che tutti voi sappiate chi io sia” disse, rivolgendosi all’intera squadra di Alfiere “e cosa io abbia sempre affermato: che la guerra era inevitabile, che gli umani non ci avrebbero mai accettato. Alla fine ho avuto ragione, ma non ne sono per niente felice.” affermò, tristemente “Al contempo invece, sono contento di dire che mi sbagliavo, su alcune cose. Da quando le Sentinelle hanno iniziato ad attaccare gli umani con gene X latente, abbiamo combattuto con loro fianco a fianco. Alcuni ci hanno temuto, in passato. Ma questa è stata un occasione per capire che, alla fine, facciamo tutti parte di una stessa umanità. Finalmente, forse per la prima volta in vita mia, capisco il significato della speranza, perché sono sicuro che sarà questa la società da cui, una volta finito tutto, ricominceremo.”

 

Alfiere e i suoi compagni sembrarono riflettere un attimo sulle parole di Magneto: era possibile ricominciare davvero, dopo tutta la distruzione che era avvenuta? Ricominciare in una società in cui umani e mutanti convivessero insieme?

 

Dopo poco, però, le loro menti tornarono a concentrarsi su cosa stava avvenendo nel presente, e il ragazzo ispanico prese la parola: “Anche se decidessimo di venire con voi, come facciamo a muovere una vera e propria guerra alle Sentinelle se loro riescono a trovare praticamente qualsiasi mutante sulla Terra? Per quanto ci nascondiamo, alla fine ci trovano sempre. Inoltre, possono copiare i poteri, il che li rende decisamente mortali. Durante un raid a Budapest c’è mancato poco che non morissimo. E non credo che il vostro jet sia abbastanza grande da portare un esercito di mutanti.”

“Sunspot ha ragione.” disse Blink “Saremmo un gruppo molto numeroso. Saremmo come un faro e loro delle falene gigantesche e letali”

 

Tuttavia, il professore non perse la sua calma,e rispose in tono pacato, sorridendo: “Come vi ho già detto, avevo dei contatti presso il governo degli Stati Uniti. Quindi, in preparazione a questo momento, sono riuscito a procurarmi alcuni giocattolini.”

All’improvviso, dal tetto del tempio, Warpath gridò: “Ehi, arriva qualcosa!”

“Vi hanno seguito!” ringhiò Alfiere, preparandosi a combattere.

“Calma, ragazzo. Abbassa il fucile” gli disse semplicemente Logan

Infatti, poco dopo, Warpath placò ogni timore: “Non sono Sentinelle. Arriva dall’alto, da sopra le nuvole!”

 

Alla fine, dalla fitta coltre di nuvole presente costantemente giorno e notte a causa del terribile inquinamento, sbucò ciò che Warpath era riuscito a vedere prima di tutti. Ad Alfiere ricordò una nave portaerei, solo che non era in acqua, ma nel cielo, volando grazie a quattro eliche poste su ogni lato del gigantesco veicolo. Era enorme e si stava dirigendo verso di loro.

 

Vedendo le loro facce stupite, Magneto sorrise e disse: “Quindi, volete venire o no?”

   
 
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