Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Hiddlesthug    27/06/2019    0 recensioni
[AU!Ereri | Parent!Levi] [+20.5k words]
Il piccolo supermercato in cui Eren lavora si trova di fronte ad una scuola materna, ed in un noioso pomeriggio autunnale osserva i genitori attendere il suono della campana per poter abbracciare i propri figli.
La sua attenzione viene attirata da un uomo rimasto fin'ora in disparte dagli altri genitori, e dalla bambina che corre fra le sue braccia.
`
Dal secondo capitolo:
“Quante volte ti ho detto che non devi allontanarti da me quando siamo fuori casa? Se lo fai un'altra volta ti verrò a prendere a scuola col passeggino.” la rimprovera il padre, indifferente all’espressione terrorizzata comparsa sul viso della piccola.
“Ormai sono grande per il passeggino, ho quasi cinque anni!”
“Ne hai fatto quattro lo scorso mese.” precisa il padre ed Eren scoppia a ridere, non riuscendo più a trattenersi.
“Cosa trovi di così divertente, moccioso?” domanda Levi e se uno sguardo potesse fulminare qualcuno, Eren sarebbe già polvere.»
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note Autrice:
Piccola curiosità:
Quando ho iniziato a scrivere questa fanfiction ho impiegato più tempo a scegliere il nome della bambina che il titolo della storia, scegliendo infine il nome di Akiko, perché è formato da due kanji che uniti hanno il significato di «bambino scintillante, brillante». Ho immaginato Isabel e Farlan insieme a letto, che fantasticavano sulla loro bambina e su quante cose le avrebbero potuto insegnare e mostrare. Erano indecisi fra Akiko e Yōko, che può significare «figlia del sole, figlia dell'oceano o figlia delle foglie», decidendo infine per il primo.
Quando Farlan ha preso in braccio la bambina per la prima volta è scoppiato a piangere dalla gioia, dicendo poi ad infermieri e amici (a chiunque si trovasse di passaggio) quanto fosse bella la sua bambina.



 
Little Titan Market



 


"Non ti ho invitato per fissare vecchie foto sospirando, come due vecchi alla fine delle loro vite." interrompe i suoi pensieri il padrone di casa. "Vuoi vedere Daredevil, o preferisci aspettare che sorga il sole?" domanda alzando un sopracciglio, ed Eren scoppia a ridere: da quando ha iniziato a conoscere Levi sempre di più ha imparato a distinguere le varie espressioni del suo svolto.

Ad alcuni da l'impressione di un uomo apatico ed indifferente, ma in molti dicono la stessa cosa riguardo Mikasa, ed Eren sa per esperienza personale che sua sorella è tutto tranne che indifferente. 

"Iniziamo Daredevil." sorride, afferrando poi la ciotola di popcorn e patatine fra le mani dell'uomo.

"Non sono solo per te, sono per tutti e due." lo avvisa Levi, con sguardo minaccioso.

"Tranquillo, non mangerò tutto io. Forse." risponde il ragazzo, dandogli un bacio sulla guancia e correndo a sedersi sul divano prima che l'uomo possa dire qualcosa.

"Stupido moccioso." borbotta Levi accendendo la tv, sperando che il suddetto 'moccioso' non noti il rossore sul suo viso.

Speranza vana, visto che il sorriso del ragazzo è appena diventato più grande.

~

 

Tre episodi dopo le ciotole sono già vuote, e appena finisce l'episodio Levi si alza per riempire.

"E quindi sarebbe lui quel Wilson Fisch di cui tutti in città hanno paura di pronunciare anche solo il nome? Non mi sembra così spaventoso." domanda Levi, osservando l'uomo sullo schermo.

"Aspetta prima di parlare." risponde Eren ridendo, avendo già visto l'intera stagione.

"Se mi spoileri qualcosa ti butto fuori casa." lo avverte, mentre si siede di nuovo al suo fianco.

"Non lo farò." ride il ragazzo. "Grazie." sorride, prendendo un pugno di patatine dalla ciotola.

"Hai intenzione di finirle di nuovo tutte tu? O pensi di lasciarmene alcune?" sbuffa Levi.

"Non lo so..." sussurra Eren, fingendo di pensarci su per poi baciargli di nuovo una guancia.

"Eren, non puoi fare così ogni volta." sospira Levi, passando distrattamente una mano sulla guancia.

"Ma funziona sempre, quindi..." sussurra, abbassandosi nel divano per poter appoggiare la testa sulla spalla dell'uomo.

"Hai sonno? Possiamo continuare domani, o un'altra volta." domanda Levi, sentendo il ragazzo sbadigliare.

"Nono, continua. Volevo solo mettermi più comodo. Sto bene così." lo rassicura il ragazzo, sbadigliando di nuovo.

"Okay, ma quando hai sonno dimmelo che chiamo un taxi o se vuoi ti preparo il letto degli ospiti." continua l'uomo, ed Eren sorride sentendolo preoccuparsi per lui.

"Okay mamma Levi." sorride. "Adesso lo metti il prossimo episodio o vuoi aspettare che sorga il sole?" domanda, ripetendo in tono derisorio la domanda fatta già tre ore prima dall'uomo.

"A volte sei così infantile." sospira, selezionando il quarto episodio, ma entrambi sanno che in realtà non lo pensa minimamente.

~

 

"Eren!" urla una vocina chiaramente stupita, prima che la proprietaria della suddetta vocina gli salti addosso cogliendolo di sorpresa.

Riconosce la voce come quella della piccola Akiko, che lo stringe forte in un abbraccio. "Che ci fai qui!?" domanda la piccola.

'Già, che ci faccio qui?' si domanda, prima di ricordare gli ultimi avvenimenti della sera precedente: ha ricevuto un messaggio di Levi, hanno visto Daredevil insieme, ha mangiato tutte le patatine solo per farlo arrabbiare, e hanno continuato a vedere diversi episodi prima di addormentarsi. Levi aveva proposto di chiamare un taxi o preparargli il letto della stanza degli ospiti, ma Eren non voleva allontanarsi né separarsi da lui.

"Mi sono addormentato mentre guardavo la tv insieme al tuo papà." le risponde, ricambiando l'abbraccio. 

"Avete visto la tv insieme? Perché non mi avete chiamato?!" domanda Akiko offesa.

"Perchè oggi avevi scuola." risponde una voce assonnata, al loro fianco.

"Non è vero! Oggi non ho scuola!" esclama la bambina.

"Posso sempre trovarne una aperta."

"Non lo faresti mai!" esclama la figlia, offesa.

"Hai ragione." ammette il padre, aprendo gli occhi e mordendosi una guancia nel tentativo inutile di trattenere il sorriso enorme a quello che ha davanti: sua figlia in braccio al suo quasi ragazzo, entrambi appena svegli ed ancora assonnati. "A me niente abbraccio?" le domanda, fingendo di essere offeso.

"No." risponde la bambina, incrociando le braccia.

"Dagli un bacino, altrimenti inizia a piangere." sussurra Eren, ridendo per l'espressione comparsa sul volto dell'uomo.

"Va bene." sospira Akiko, spostandosi e salendo sulla pancia del padre, dandogli poi un bacio sulla guancia.

"Così va meglio." sorride Levi, tirando a sé la bambina e dandole tanti baci sulle guance.

"Lasciami!" urla la bambina ridendo, mentre cerca inutilmente di liberarsi dalla stretta del padre. "Eren aiutami!"

"Non posso." ride il ragazzo, che li fotografa di nascosto apoena entrambi si distraggono. "Odio le domande stupide del tipo 'Avete in bagno?', quindi: dov'è il bagno?" domanda dopo qualche minuto, avvertendo il bisogno urgente di svuotare la propria vescica. 

"Entrato nel corridoio, prima porra alla tua sinistra." risponde Levi, continuando a fare il solletico alla figlia ma divertito dalla domanda insolita del ragazzo. 

 

Trovato il bagno e chiusa la porta Eren vi ci si appoggia contro, sospirando quando continua a sentire le risate dei due nel salone poco distante. Osserva la foto appena scattata, ritraente padre e figlia in un momento intimo e familiare, e sente il cuore scoppiargli di felicità.


'Cosa stiamo facendo? Cosa siamo?' pensa sospirando, posando il telefono in tasca e osservando il bagno.

É semplice e moderno, come la stanza in cui ha passato la notte: alla sua destra c'è il lavello con un piccolo specchio mentre dall'alto opposto della stanza c'è uno specchio piu grande, con sotto una mensola su cui sono poggiate diverse spazzole, elastici e mollettine per i capelli della bambina. Al suo fianco c'è un altro mobile grigio, mentre di fronte c'è la doccia con accanto il water.
Dopo averlo utilizzato si sciacqua la faccia, osservando la figura che ricambia il suo sguardo copiando le sue azioni.

Il cellulare in tasca vibra, avvisandolo di diversi nuovi messaggi.

«- Mikasa ¯\_(ツ)_/¯:
Armin mi ha detto che non torni a casa. Se cambi idea scrivimi e sono subito da te.

«Ti vengo a prendere?»

«Okay lo prendo per un no, buonanotte.»

«Buongiorno, tutto okay?»

«Appena puoi rispondimi.»

 

«- Armin :D

Ricorda di fare dei progressi! ;D»

«So che sarai impegnato, ma appena puoi rispondile.

È in pensiero per te.» 

 

Sospirando, digita velocemente delle risposte ad entrambi.

«- Mikasa ¯\_(ツ)_/¯:
Tutto okay, tranquilla :D»

«- Armin :D :
Addormentarci mentre guardavamo la tv insieme vale come progresso? (° w °)» scrive velocemente, uscendo dal bagno.

«Mhm sì, ma cerca di fare altro!» è la risposta che non tarda ad arrivare.

«Da quando sei così interessato alla mia vita sentimentale?» domanda sbuffando.

«Da quando potresti averne una.» è la risposta dell'amico e, senza rispondere, posa il cellulare in tasca, tornando da Levi e Akiko.

~

 

Dopo colazione Eren sparecchia la tavola ed inizia a lavare i piatti, nonostante Levi si sia inizialmente opposto.
Stanno parlando degli ultimi episodi visti la sera precedente prima di addormentarsi, quando Eren si sente tirare la tuta dalla gamba.

"Dimmi tutto ciccia." sorride.

"Ciccia?" domanda Levi, alzando un sopracciglio.

"Mia madre chiamava così me e Mikasa, mia sorella." ricorda nostalgico Eren, sorridendo.

"Rimani?" domanda Akiko. "Vuoi giocare con me?"

"Certo! Ma l'hai chiesto prima al tuo papà? Non posso rimanere se lui non vuole." le risponde, abbassandosi alla sua altezza.

"Può rimanere?" domanda la bambina al padre.

"Certo che può." le risponde l'uomo. "Ma non devi sentirti obbligato, Eren." aggiunge guardando il ragazzo, in imbarazzo per aver risposto così velocemente. 

"Non lo sono." sorride Eren. "Allora... Come vuoi giocare?" le domanda.

"Alle principesse!" esclama la piccola, sentendo poi un colpo di tosse. "Dopo essermi lavata e cambiata!" esclama con lo stesso entusiasmo, ed Eren cerca con tutte le sue forze di non ridere, per paura di offendere la bambina.

"Okay, ti aspetterò qui." le sorride.

"Arrivo subito!" esclama la bambina, correndo via e portando con sé il padre. 

~

 

Dopo aver giocato alle principesse - Eren spesso era il principe prigionero, e Akiko la sua salvatrice - ed aver costretto il padre ad unirsi a loro - interpretando a volte l'orco o il nemico -, i due adulti hanno lasciato la bambina a giocare con le Barbie, per iniziare a preparare il pranzo.

"Sicuro di voler rimanere per pranzo?" domanda Levi, lavando le mani.

"Ti ho già detto di sì." lo rassicura Eren, imitandolo ed asciugando le mani con uno strofinaccio. "Oppure non vuoi che rimanga? In tal caso posso andarmene, non è un problema."

"Ovvio che voglio che tu rimanga." si affretta a dire il più grande, distogliendo lo sguardo e facendo sorridere il ragazzo.

"Sicuro?" domanda Eren. "Perché sono qui da ieri sera e non mi hai ancora baciato." aggiunge, chiedendosi dove abbia trovato tutta questa sicurezza.

"Chi dice che debba baciarti?" domanda Levi alzando un sopracciglio, stando al gioco.

"Io! Lo dico io! Dovete baciarvi!" esclama Akiko, battendo le manine e correndo verso i due adulti.

"Cos-?" sussurra Levi, ovviamente sorpreso.

"È da un sacco di tempo che aspetto e desidero questo momento!" spiega la piccola, avvolgendo le braccia attorno le loro gambe abbracciandoli. "Adesso verrai a vivere con noi?"

Dopo qualche secondo di assoluto silenzio, Eren scoppia a ridere, seguito da Levi e dalla bambina che li imita nonostante non abbia capito il motivo per cui loro stiano ridendo.

~

 

Nonostante le varie interruzioni, hanno preparato un purè di patate per accompagnare delle cotolette precotte.

Dopo aver sparecchiato e lavato i piatti, i due adulti si sono uniti alla bambina già distesa sul divano che, dopo pochi minuti, si è addormentata.

Approfittandone, hanno continuato a vedere Daredevil fino a quando dopo due episodi si è svegliata lamentandosi di avere fame.

"Ti va di preparare i biscotti?" propone Eren, accarezzandole la schiena.

"Li sai fare?" domanda la bambina eccitata.

"Quando avevo la tua età guardavo sempre mia madre e mia sorella farli assieme." le risponde.

"E tu?" domanda Levi, poco distante.

"Mi vietavano di avvicinarmi perché asserivano che mangiassi tutto l'impasto prima ancora di infornare i biscotti." risponde ridendo. "Crescendo però, con Mikasa abbiamo iniziato a farli assieme, per Armin ed il nonno." continua a raccontare.

"E la tua mamma?" domanda la bambina.

"Akiko." la richiama il padre, avendo da tempo intuito cosa fosse successo alla madre del ragazzo.

"Tranquillo." gli sorride Eren, appoggiando una mano sul suo braccio e accarezzandolo, in segno di ringraziamento per la sua gentilezza. "La mia mamma non c'è più." risponde alla bambina.

"Come la mia?" esclama Akiko, alzandosi. "Allora forse sono assieme! Secondo te ci stanno guardando insieme, in questo momento?" gli domanda, ed Eren sente un nodo alla gola.

"Sono sicuro di sì." interviene Levi, notando come gli occhi del ragazzo siano diventati sempre più lucidi. "Perché non vai a preparare quello che ci serve?" le domanda, osservando poi la bambina alzarsi e correre eccitata in cucina.

"Grazie." sussurra Eren avvicinandosi all'uomo che, prontamente, lo stringe a sé.

"Ti va di parlarne?" sussurra Levi, dopo che ragazzo ha appoggiato la testa sulla sua spalla.

"Non c'è molto da dire. Durante un controllo di routine un dottore ha notato qualcosa di strano, e dopo diverse visite hanno scoperto che aveva un tumore al seno. Aveva solo trentatre anni, ed era già alo stadio finale... La chemio non è stata d'aiuto." sussurra Eren, cercando di trattenere le lacrime che cercano di uscire ogn volta che parla della madre. "Avevamo solo sette anni."

"Mi dispiace." sussurra Levi, stringendolo ancora di più. "Anche mia madre è morta, quando avevo cinque anni, proteggendomi durante una rapina al centro commerciale in cui andavamo spesso a passeggiare."

"Mi dispiace.." sussurra Eren. "Con chi hai vissuto da quel momento?" 

"Con lo zio Kenny. Ogni tanto ci sentiamo, per le festività." risponde l'uomo. "Tu?"

"Poco dopo il funerale, mio padre si è messo con un'altra donna, andando via e lasciandoci soli. Per nostra fortuna il nonno di Armin, che era nostro vicino di casa, ci ha accolti e cresciuti come se fossimo suoi nipoti." racconta, sorridendo.

"Sono felice per te, per voi." sussurra Levi.

Passano diversi minuti così, abbracciati ed in silenzio, fissando punti indefiniti nel muro, godendo della presenza, e della sicurezza che questa infonde loro, l'uno dell'altro.

"Eren! Dai vieni!" urla Akiko, chiamando il ragazzo.

"Ti senti di fare i biscotti, o le dico che li fate un'altra volta?" domanda Levi.

"Mi sento di farli, non ti preoccupare." risponde Eren. "Grazie." sussurra, lasciando un casto bacio sulle sue labbra ed alzandosi. 

~

 

Passano il resto del pomeriggio così, impastando la farina e dandole delle buffe forme, parlando del più e del meno mentre attendono che i biscotti finali siano pronti.

Senza farsi vedere, Levi ha scattato alla figlia e ad Eren una foto, che è subito diventata il nuovo sfondo del cellulare. Tuttavia, quando la riguarda decide di mandarla anche al ragazzo: è troppo tenera e bella per tenerla per sé.

«Siamo venuti davvero bene!» é la risposta che arriva dopo pochi secondi, e Levi nota solo adesso che il ragazzo ha il telefono in mano, mentre la bambina gioca con le forme usate per i biscotti.
«Credo allora sia giusto mandarti questa foto ;)» aggiunge, mandando la foto fatta quella mattina, ritraente padre e figlia giocare insieme. 

"Quando l'hai scattata?!" domanda sorpreso Levi, attirando l'attenzione della bambina che tira a sé il braccio del ragazzo su cui è seduta, vedendo così la foto con lui e quella con il padre.

"Che belle!" esclama felice. "Ma non abbiamo una foto insieme tutti e tre!"

"È vero!" sorride Eren. "Vuol dire che recupereremo subito." aggiunge, stringendo a sé la bambina e alzandosi.

"Eren.." lo avverte Levi, venendo però ignorato dal ragazzo che apre la sedia alla sua destra e vi ci si siede sopra, con la bambina ancora una volta sulle proprie gambe.

"Sorridi!" esclama, fotocamera già aperta, scattando una foto.

"Papà sei venuto con la bocca aperta!" esclama la bambina, osservando la foto con lei ed Eren sorridenti ed il padre a bocca aperta.

"Non è il momento di fare foto.. Sono sporco di farina e-"

"Non sei minimamente sporco." lo rassicura Eren. "E anche se fosse, a me non importetebbe." sorride, impostando l'autoscatto di cinque secondi. 

"Va bene." sospira Levi, avvicinandosi al ragazzo e alla figlia, e fissando il telefono.

"Così non va bene! Devi sorridere!" esclama la bambina guardando la foto - che ad Eren piace ugualmente, ma Ehi! Chi è per dire di no ad un'altra foto con Levi?, pensa-.

"Okay, ma questa volta lo tengo io il telefono." finge di lamentarsi l'uomo mentre prende il telefono, ma viene tradito dal sorriso che compare sulle sue labbra.

"Adesso è bellissima!" esclama Akiko guardando la foto, dando voce ai pensieri dei due adulti. "Voglio stamparla! Voglio stamparla!"

"Domani la stampiamo." sorride Levi allontanandosi, felice. 

  
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