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Autore: akiremirror    28/06/2019    6 recensioni
Dopo la fine della quarta stagione non potevo concepire che le cose restassero così, e mi è venuta in mente questa storia. Ora so che ci sarà la quinta stagione, ma ho il terrore che quei cattivoni facciano brutti scherzi, quindi ecco il mio finale, un racconto su quello che secondo me potrebbe succedere quando Chloe morirà.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloe Decker, Lucifer Morningstar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era scesa lì senza esitazioni, del resto aveva atteso quel momento per tutta la vita che le era rimasta da vivere dopo che lui le aveva detto addio, e ancora non riusciva a crederci di essere stata accontentata, le sembrava di poter impazzire di gioia.
 
Si può impazzire di gioia all’inferno?
 
Era tutto piuttosto buio, niente fiamme o fiumi di lava. L’unica cosa che accomunava quel luogo all’immaginario collettivo era la temperatura, faceva incredibilmente caldo. Eppure a Chloe sembrò di non avere difficoltà a sopportarlo.
 
Il sentiero lungo e stretto dove era stata lasciata era ricoperto di cenere.
 
Alzò il viso verso il cielo e guardò con curiosità a quei frammenti grigi che sarebbero caduti per sempre sulla sua testa.
 
Per sempre.
 
Sorrise, mentre un brivido le scendeva lungo la schiena. Le era stato fatto capire che lì non avrebbe corso alcun tipo di pericolo, che sarebbe stata mandata direttamente da lui. Di Lucifer, però, nemmeno l’ombra, così si mosse guardandosi attorno.
 
Lo scenario attorno a lei sembrava non cambiare mai: quel posto era triste e buio, spigoloso e soffocante. Non faticava a capire perché Lucifer lo avesse abbandonato. E poi era stato forzato a tornarci… quanto doveva essergli pesato?
 
Lo cercò per alcuni minuti, poi finalmente sentì una voce familiare e la raggiunse.
 
Lui era lì, girato di spalle, intento ad armeggiare davanti a una porta appena socchiusa.
 
“Anima bricconcella! Questa mi è nuova, dopo anni di onorato servizio!” gli sentì dire. La cantilena umoristica di quella voce… quanto le era mancata? “Addirittura riesci a mandare in tilt il loop… dovrò venire a controllarti spesso, signor Anderson! Non si è mai visto che chi finisce all’inferno riesca a eludere la propria punizione. E, devo ammetterlo, credo che il tormento che ti sei scelto sia eccellente. Noi non vogliamo che tu te lo perda, giusto?”
 
Ridacchiò appena, ma Chloe sentì mancare qualcosa in quella risata.
 
Era passato molto tempo dall’ultima volta che lo aveva sentito parlare di punizioni, ma ricordava bene quanto di solito fosse una cosa che lo esaltava.
 
Era così cambiato?
 
Non osò disturbarlo mentre faceva il suo dovere di carceriere, rimase ferma a osservarlo.
 
Durante la sua vita si era spesso chiesta se Lucifer fosse riuscito a perdonare se stesso abbastanza da non far tornare di nuovo la faccia da diavolo, e fu contenta di vedere che sì, si era perdonato abbastanza da poter girare per l’inferno con il suo aspetto umano, sempre affascinante anche se vestito in modo più bizzarro del solito. Aveva addosso solo un paio di anonimi pantaloni neri e un gilet grigio lungo e aderente.
 
E le sue bellissime ali bianche piegate sulla schiena.
 
Lei invece era cambiata rispetto al momento della sua morte. Era tornata giovane, dell’età in cui si erano detti addio.
 
Ma, del resto, quella era la sua anima in una dimensione completamente diversa, dipendeva da lei come mostrarsi. Toccò il lungo vestito di lino chiaro che indossava e si stupì di quanto consistente fosse quella dimensione. Non avrebbe mai immaginato di poter essere corporea in quel luogo, invece tutto era estremamente tangibile.
 
Si mosse di qualche passo verso di lui, trattenendo il fiato e aspettando che finisse il suo lavoro e si girasse.
 
Quando l’anima dannata si ritirò oltre la porta della propria prigione, finalmente Lucifer si mosse e la vide, pietrificandosi.
 
Chloe gli sorrise ma lui non reagì come lei si era immaginata.
 
Lo sguardo inizialmente sorpreso mutò per un attimo in uno sguardo di dolore e subito dopo di rabbia.
 
“Perché?” chiese Lucifer, a voce bassa e furente, poi levò gli occhi al cielo e urlò. “Perché, padre? Perché ancora mi torturi? È solo da qualche misero anno che ho trovato un po’ di pace, un po’ di…”
 
Non finì la frase, la voce spezzata da quello che a Chloe sembrò un nodo alla gola.
 
La frustrazione e la rabbia distorsero i lineamenti del diavolo, mentre riportava gli occhi su di lei.
 
“Lucifer…” bisbigliò Chloe, addolorata di sentirlo parlare in quel modo.
 
Quindi l’aveva vista? In un’illusione che lo aveva perseguitato per tutti quegli anni?
 
“Oh, molto bene” esclamò Lucifer, assumendo quel tono leggero e canzonatorio con il quale lo aveva visto difendersi mille volte. “Ti sei evoluto, padre! Ora la fai anche parlare! Bene, eccellente, perché non inventarsi nuovi modi per giocare con me? Perché lasciar sopire il dolore, giusto?”
 
“Lucifer… sono io…”
 
“Ma sì, certo. Come potrebbe la detective Chloe Decker non finire all’inferno?” disse, sarcastico.
 
Rimase poi in silenzio per alcuni secondi durante i quali tutta la rabbia fu annientata dal dolore. Le si avvicinò di qualche passo guardandola con un tale misto di adorazione e dispiacere nello sguardo che Chloe tremò.
 
“Lei non finirebbe mai qui” sospirò Lucifer, “non lei, non la mia Chloe…”
 
Si avvicinò ancora, allungando una mano per toccarla, poi rinunciò e la lasciò cadere lungo il fianco.
 
“Se solo tu fossi reale…”
 
Incapace di tollerare oltre la sua sofferenza, Chloe allungò una mano e gliela posò su una guancia, sorridendogli.
 
Lo vide spalancare gli occhi e trattenere il fiato.
 
“Lucifer, sono veramente qui, e non sono una delle tue anime dannate. Sono morta. E sono andata in paradiso.”
 
Inaspettate lacrime scesero silenziose sulle guance del diavolo mentre continuava a fissarla, inebetito, e Chloe si sentì come se le si fosse aperta una voragine nel petto.
 
Perché mentre lui era ancora con lei, sulla Terra, non si era accorta di nulla? Perché aveva sprecato tutto quel tempo? E perché, soprattutto, aveva dovuto tradirlo e ferirlo?
 
“In paradiso ho rivisto i miei cari, ma la mia anima non riusciva a trovare pace… piangevo, Lucifer. Piangevo sempre.”
 
“Non si piange in paradiso” bisbigliò lui, senza muoversi di un millimetro.
 
“Sì, me lo hanno detto, ma io non riuscivo a smettere. E sapevo benissimo il perché. Lui… tuo padre… mi ha ascoltata e mi ha accontentata.”
 
Solo a quelle parole Lucifer si mosse, rilassandosi, la tristezza di nuovo nei suoi occhi.
 
Le prese la mano e se la portò al petto, finendo di coprire la distanza che li separava.
 
“Ti ha permesso di vedermi” sospirò, amareggiato. “Un altro addio, dunque? Non so se questa volta avrò la forza, Chloe. Credevo di poter gestire il dolore, ma sono stato incautamente ottimista.”
 
Lucifer distolse lo sguardo e Chloe di nuovo si chiese perché fosse stata così stupida.
 
Era assurdo, era inconcepibile.
 
Ma il diavolo l’amava.
 
Con una tenacia, una completezza e un’autenticità che forse nessun umano poteva eguagliare.
 
E lei lo aveva ferito.
 
Liberò la mano dalla sua presa e lo abbracciò, stringendosi forte a lui che ricambiò con urgenza.
 
Lo sentì sospirare contro i suoi capelli e sorrise, alzando la testa per osservarlo.
 
“La tua faccia da diavolo? Qui è tornata?”
 
“Poche volte, ma non la cerco mai.”
 
“Perché?”
 
Lucifer la osservò, beato, sfiorandole la guancia con un dito.
 
“Una volta mi hai detto che io sono il diavolo, ma che sono anche un angelo.”
 
Chloe annuì.
 
“Ebbene… con questo aspetto cerco di ricordarmi di questo. E poi, beh, sarà anche stupido e sdolcinato, ma è con questa forma che ti sentivo più vicina.”
 
Chloe sapeva che nel suo corpo non c’era più un cuore, non come lo intendeva lei, almeno, ma qualcosa nel petto le fece male lo stesso. Scosse la testa e per poco non ricominciò a piangere.
 
“Mi dispiace, Lucifer. Non volevo ferirti” disse, incapace di tenere ancora per sé il proprio senso di colpa, “non volevo causarti alcun dolore.”
 
“Dolore?” Lucifer sorrise, e finalmente Chloe vide riaccendersi i suoi occhi scuri di quella luce che l’aveva sempre fatta sentire stranamente speciale. “Sì, dolore, ma credimi, non ho mai rimpianto nulla di quello che abbiamo avuto. Nessuna litigata, nessuno dei miei molti momenti di inconsapevole gelosia, nessun momento di silenzioso struggimento… non butterei via nulla.”
 
L’abbraccio di Lucifer si fece più sicuro, più possessivo.
 
“In verità, mi hai fatto sentire più vivo tu di millenni di punizioni. E sai bene che cosa questo voglia dire.”
 
Chloe si sentì arrossire e fu il suo turno di guardarlo senza sapere che cosa dire.
 
“Ma ora basta discorsi tristi!” esclamò lui, sorridendole. “Non sprecheremo il nostro tempo così! Voglio godermi la tua compagnia. Anche se temo ci sia ben poco di interessante, qui… Siamo pur sempre all’inferno.”
 
“Ci sei tu” lo bloccò Chloe senza staccargli gli occhi di dosso.
 
“Oh, detective…”
 
Un brivido le scese lungo la schiena. L’aveva chiamata sempre così, con quell’inflessione british che le faceva il solletico al cuore ogni volta.
 
Le era mancato enormemente.
 
Sorrise, mentre lo osservava chinarsi su di lei, e rimase sorpresa dalla delicatezza con cui la baciò.
 
Si sarebbe aspettata che la spingesse contro una delle nere pareti di roccia e si prendesse tutto quello che non aveva avuto per anni, invece Lucifer si stava controllando e sembrava tremare.
 
Quasi le avesse letto nel pensiero, o forse interpretando correttamente le mani di Chloe artigliate sul suo gilet, Lucifer si scostò appena, un sorriso sghembo sulle labbra.
 
“Se mi permettessi qualcosa di più, Chloe… non troverei la forza di fermarmi. Figuriamoci poi lasciarti andare.”
 
“Non dovrai lasciarmi andare.”
 
“Certo che dovrò. Non puoi restare qui così, Chloe. Non è possibile. Non sei una creatura di questo regno né un’anima dannata.”
 
“Vero. Infatti sarò la tua regina.”
 
Di nuovo, Lucifer si paralizzò, stringendola appena. La speranza nei suoi occhi sembrò bellissima a Chloe.
 
“Tu…”
 
Il tentativo di parlare di Lucifer si ridusse a un sospiro carico di aspettative.
 
“Si, resterò. È questo che ho chiesto a tuo padre. E lui me lo ha concesso.”
 
Chloe si protese verso il volto del signore dell’inferno e lo baciò, mostrandogli che poteva anche non essere troppo delicato con lei. Del resto, non avevano già sofferto abbastanza la mancanza l’uno dell’altra?
 
La certezza di non doverla più perdere permise a Lucifer di lasciar andare ogni esitazione. Ricambiò il bacio con la passione e l’intensità che non aveva osato mostrare sulla Terra e Chloe rabbrividì, mentre dentro sé ringraziava il cielo di avere ancora un corpo materiale. L’idea di quello che avrebbe fatto con Lucifer di lì a poco la fece tremare fino alla punta dei capelli, ma doveva avere ancora un attimo di pazienza, perché c’era ancora una cosa che doveva fare, una questione che non doveva più pesare sull’anima del suo adorato diavolo.
 
Si scostò da lui a fatica, ricordandosi che per baciarlo in quel modo aveva tutta l’eternità, e gli posò un dito sulle labbra.
 
“Non ho ancora finito con te, signora Morningstar…” bisbigliò Lucifer, baciandole la punta del dito e guardandola con un’intensità da farla sentire improvvisamente paralizzata.
 
Chloe deglutì a fatica e prese un bel respiro per riprendersi, sorridendogli.
 
“Nemmeno io ho finito con te, posso garantirtelo. Ma prima devo chiederti un favore.”
 
Lucifer sorrise, lusingato e divertito da quell’inattesa richiesta.
 
“Mi sorprendi! E va bene, vada per la mia specialità! Che cosa desideri?”
 
Chloe rise nel sentirgli pronunciare quella magica frase alla quale non aveva mai risposto in vita. Lo guardò con uno strano luccichio negli occhi e prese fiato.
 
“Potrebbe non piacerti… però devi fidarti di me.”
 
“Come sempre.”
 
“Allora mostrami l’altro tuo volto, se davvero ancora c’è.”
 
Come previsto, Lucifer si rabbuiò all’istante ed esitò.
 
“Me lo ricordo che l’hai accettato, ma… è sempre il volto del mostro… Ne sei certa?”
 
“Sì” confermò lei, “voglio che tu capisca una cosa, ed è importante.”
 
Lucifer si prese un attimo per osservarla, per indagarne l’espressione, e Chloe lo lasciò fare perché sapeva di essere tranquilla e determinata, così alla fine lui l’accontentò, le ali si ritrassero fino a sparire e il suo volto cambiò.
 
Davanti a lei, vagamente in allarme, c’era il diavolo, con la pelle ustionata e percorsa da cicatrici antiche, con gli occhi di fuoco e con tutti i rilievi ossei sul petto.
 
Chloe lo guardò in silenzio, riuscendo a scorgere della paura in fondo a quegli occhi rossi. Fu quello a farle capire che non doveva più esitare. Quel volto era spaventoso, ma lì dentro c’era Lucifer, il suo egocentrico, passionale e intricato Lucifer.
 
E amava follemente la sua anima, non importava in che corpo fosse.
 
Gli sfiorò una guancia, percorse delicatamente i segni di alcune cicatrici poi si alzò sulla punta dei piedi e lo baciò.
 
Il contatto con quelle labbra la sorprese, erano più calde di quanto si aspettasse e così anche la pelle sulla quale aveva posato le mani.
 
Quando si staccò da lui, Lucifer era quasi tramortito, ancora con il volto da diavolo.
 
“Non hai più bisogno di quel volto, Lucifer. Lascia andare quel che resta del tuo dolore… ti sei sacrificato per noi, per tenere al sicuro quelli che ami, e anche tutti gli altri. Non hai nessun motivo per punirti ancora. E comunque” sospirò, posandogli una mano sulla guancia “anche se ci dovesse volere del tempo per farla sparire del tutto… ci riusciremo. Ricordati che per me la tua anima brilla.”
 
Così rapida come era arrivata, la faccia da diavolo se ne andò, e Lucifer fu di nuovo solo Lucifer.
 
“Grazie…” bisbigliò, la voce incrinata dall’emozione.
 
Chloe posò il volto sul suo petto e strinse, abbracciandolo e accogliendolo così com’era, in tutto.
 
“Lucifer Morningstar” sospirò, mentre lui ricambiava la stretta, “io scelgo te. Per sempre.”

 
  
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