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Autore: SweetPaperella    29/06/2019    3 recensioni
{CaptainSwan e outlawQueen AU}
Regina ha 38 anni ed è un famoso avvocato di Storybrooke, vive con la sua migliore amica Emma e il figlio di quest’ultima, Henry, che considera come suo. Non ha avuto un’infanzia facile e si nasconde dietro la maschera di “regina cattiva” per non soffrire. Ma se un un nuovo caso, quello di Robin Hood, scombinasse tutte le sue certezze e l’uomo riuscisse a vederle dentro come nessuno mai?
Emma, 18 anni e con un figlio di 4, lavora in un pub per mantenersi e non sa ancora cosa fare della sua vita. Può l’incontro con un ragazzo dagli occhi azzurri come il mare aprirla nuovamente all’amore? E Robin Hood il famigerato fuorilegge che è entrato nella vita di Regina, come può aiutarla a capire quale sia il suo futuro?
Incontri, scontri, un caso da seguire, nuovi amori e scomodi segreti del passato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo ventiquattro
 
Il piano è il seguente, Robin andrà a recuperare il video a casa Scarlett, intanto loro andranno in aeroporto con le loro nuove identità e una volta recuperato il videomessaggio, l’ex ladro dovrà portarlo a loro. Tutto questo, sotto la supervisione di due degli scagnozzi di Gold ovviamente, per accertarsi che non faccia chiamate o non decida di andare alla polizia. Emma andrà con loro fino in aeroporto, la rilasceranno solo quando lui avrà consegnato il video e saranno ormai su un aereo destinazione isole Hawaii, per godersi i soldi e la bella vita. Gold ne frattempo, prima di raggiungere l’aeroporto andrà a parlare con suo figlio Neal, ha scoperto dove vive e vuole andare a fargli un ultimo saluto, non andrà ovviamente da solo, ma con un altro dei suoi uomini, in modo che il ragazzo non possa avvertire la polizia. Hanno pensato davvero a tutto e il loro piano è talmente ben organizzato che non può assolutamente fallire.
Gold e Peter Pan si recano nella stanza dei due prigionieri per comunicare la loro decisione e minacciando Robin di non fare cazzate, che c’è in gioco la vita di Emma e che se fa solo una mossa falsa, la ragazza morirà.
Robin annuisce, se pur non vorrebbe lasciare Emma da sola con quel maniaco, pervertito e violento di Peter, si domanda come faccia a essere stato suo amico. Con lui si è sempre mostrato una persona diversa e si maledice perché non ha davvero capito niente di chi fosse davvero. Si maledice di aver condiviso la sua vita con quel pazzo criminale, forse se non avesse avuto niente a che spartire con lui tutto ciò non sarebbe accaduto e ora Emma non avrebbe subito tutto ciò, non starebbe così male. Non l’ha mai vista così sconvolta, non riesce a parlare e quando l’hanno divisa da lui, lei ha ricominciato a tremare come una foglia. Non ha mai smesso di tremare a dire il vero, ma ora che lui non è più vicino a lei, trema ancora più forte.  Robin riesce perfettamente a immaginare i suoi pensieri.
Belle intanto arriva con le valigie pronte, le ha preparate per non creare sospetti, ma spera che gli agenti di Storybrooke arrivino al più presto ora che sanno dove si trovino.
Una contrazione però, la fa piegare sulla pancia e nel farlo, il cellulare di Emma cade a terra, sotto gli occhi di Pan, che lo riconosce all’istante, anche perché la foto di blocca schermo di Emma con un bambino campeggia davanti ai suoi occhi.
Non solo la donna è andata nel suo ufficio a recuperare il cellulare della ragazza, l’ha anche riattivato, ciò vuol dire che quasi sicuramente stanno arrivando gli agenti a prenderli. Deve fare qualcosa, non può finire in galera a vita, non vuole passare il resto della sua vita rinchiuso in una cella gelida. Lui vuole godersi la vita a modo suo, tra sesso, cocktail e soldi. E poi, lo spietato Peter Pan non si fa incastrare da nessuno, nemmeno dalla donna di quello che dovrebbe essere il suo capo, se viene ostacolato, è disposto ad uccidere anche lui.
«Tu, brutta stronza.» tira fuori la pistola da dietro i pantaloni e gliela punta contro.
«Che cazzo fai Pan?» urla Gold vedendo che il suo braccio destro ha appena puntato la pistola contro la sua donna. Ha visto che il cellulare che le è caduto non è il suo, ma non permette che nessuno tocchi la sua Belle. Sarà anche un trafficante, uno che pensa solo al suo potere, ma nessuno le può toccare la sua donna. Possono ancora scappare, sono in tempo e cambiare la metà di destinazione, visto che probabilmente non riusciranno a recuperare il video, devono scappare subito. E poi, sa perché Belle ha fatto tutto ciò, non gli è stato bene ciò che ha fatto Pan ad Emma, ma una volta lontani, dimenticherà anche lei tutta questa brutta storia e potranno ricominciare, insieme. Ciò a cui non vuole sicuramente rinunciare è a incontrare suo figlio. Afferra la valigia e si reca verso la porta con decisione, sperando che sia Pan che Belle lo seguano.
«Non così facilmente.» dice il più giovane rivolto verso il suo capo e con ancora la pistola puntata verso Belle, pronto a sparare, nell’istante in cui anche la donna si sta per muovere.
Spara incurante delle conseguenze e non tollerando che qualcuno ostacoli il suo piano iniziale. Vuole colpire ovviamente la French, ma non è lei che viene colpita e che si accascia a terra.
Gold si è messo in mezzo per proteggere lei e il suo bambino, in un ultimo gesto d’amore. Belle e il suo Gideon non meritano di morire e poi, una vita senza di loro non sarebbe vita. Preferisce morire lui e sapere i due felici, piuttosto che scappare lontano senza di loro. In fondo, ha sempre amato la sua Belle e questo gesto eroico lo dimostra.
Pan sta per sparare anche alla donna, che si è chinata verso il suo uomo a terra, privo di sensi e con il sangue che gli fuoriesce dal torace; quando sente la sirena della polizia e l’unica cosa che fa, è scappare. Conosce quella casa meglio di chiunque altro e c’è una cantina che conduce verso il bosco e lì c’è il suo furgone, ovviamente non registrato per non creare sospetti. Il piano prosegue, scapperà all’estero, se pur sarà costretto a cambiare metà, ma quello non è un problema, comprerà un nuovo volo una volta in aeroporto, così nessuno degli agenti saprà la sua nuova destinazione. Nessuno la conosce.
Prima che gli agenti riescano a fare irruzione, lui è già in corsa verso il bosco e ha raggiunto il furgone, ormai lontano.
Belle piange ancora sul corpo del suo uomo e non riesce a separarsi da lui.
«Vi amo» dice il trafficante posando una mano sul ventre di Belle, prima di chiudere gli occhi, per sempre.
Mentre alcuni agenti cercano di aiutare la libraia che è disperata e non decide ad alzarsi da terra; Graham e Booth si recano invece da Emma e Robin.
«Pan é scappato, controllate in aeroporto, o sta andando alle isole Hawaii come stabilito con Gold o sta andando a Capo Verde, l’ho letto nelle sue carte.» dice la ragazza a Graham mentre il vice sceriffo la sta slegando, ha letto più volte nei suoi appunti “Isole Hawaii” e poi anche Belle le ha detto la meta, ma nei documenti dell’uomo ha anche visto scritto “Capo Verde” inizialmente non ci ha fatto caso, ma ora che lui è scappato quel dettaglio gli è tornato alla mente, se è da solo e in fuga, non può usare la stessa meta o se lo fa, sicuramente farà credere agli agenti di essere su un altro volo, magari diretto a Capo Verde. Non può saperlo, ma è meglio informare i suoi colleghi di entrambe le mete.
Graham annuisce e da direttive agli agenti di espandere subito la comunicazione della fuga e le due mete, per poi dedicarsi nuovamente ad Emma.
La ragazza si è alzata dalla sedia, ma una volta in piedi, avverte la testa pesante e la stanza inizia a vorticare, tanto che il suo collega fa solo in tempo ad afferrarla, che lei sviene tra le sue braccia.
 
Una volta in ospedale, Emma viene prontamente portata in una delle camere, è stata sedata, perché in ambulanza, quando ha ripreso conoscenza ha iniziato a tremare e piangere disperatamente, in totale stato confusionale.
Colui che non riesce a dormire è Robin, nonostante gli siano stati offerti dei sonniferi, visto che non dorme da giorni.
Ma non può farlo fino a che non avrà detto agli altri la verità.
Una volta che sono giunti in ospedale, erano già tutti presenti ad attendere l’ambulanza. Emma è stata subito portata in camera, dicendo loro delle sue condizioni e Robin invece è stato fatto sedere su una sedia a rotelle per precauzione, fino alla stanza delle medicazioni. I segni che ha sulle braccia per via delle corde sono molto arrossati e decisamente irritati, in qualche taglio esce del sangue, forse è successo nel momento in cui ha provato a slegarsi per aiutare Emma e nemmeno se ne era accorto. In quel momento l’unico obiettivo era aiutare la ragazza, che non ha minimamente avvertito dolore.
Il commissario di polizia, della centrale limitrofa a quella di Storybrooke, è arrivato in ospedale anche egli per la deposizione di Robin, vorrebbe interrogare anche la ragazza, ma sa che sta dormendo, se mai lo farà una volta sveglia, se sarà necessario.
Robin racconta ogni cosa, del video messaggio di Scarlett in cui fa tutti in nomi delle persone coinvolte, di quando ha visto Pan portare Emma nella stanza e ha capito che si era imbattuta da sola nel suo salvataggio, del piano sempre della ragazza per recuperare il suo cellulare e poter spedire il messaggio a Graham, fino ad arrivare alla parte più difficile. Non sa come rivelarlo, Regina, Killian e David sono in attesa che lui continui a parlare. Regina é proprio al suo fianco con le lacrime agli occhi, ma felice che lui nonostante la bruttissima esperienza stia bene, che Emma stia bene. Ha temuto davvero di perdere entrambi, invece sono nuovamente al suo fianco.
Ma nota anche che Robin non riesce a rivelare qualcosa, nota dai suoi occhi che è sconvolto, preoccupato e forse altro... Non riesce a decifrare la sua espressione affranta, quasi perché ciò che ha da dire fa malissimo perfino a lui.
«Emma... Emma... è stata... Pan ha abusato di lei. Non completamente, voglio dire non l’ha violentata ma... Ha violato il suo corpo con le mani.» non sa nemmeno lui se effettivamente è riuscito a farsi capire, ma non sa davvero come dire una cosa così difficile e poi non può non sentire ancora il senso di colpa. Spera solo che Emma si possa riprendere il prima possibile da quel maledetto incubo.
«Ho provato a evitarlo, ma ero legato... io... Mi sento così in colpa.» piange, l’uomo si ritrova a piangere senza nemmeno rendersene conto. Ora che lo sta dicendo ad alta voce, fa ancora più male.
Killian non riesce a credere a ciò che sta udendo. Quel maledetto porco di Pan ha fatto del male alla sua Emma, la sua meravigliosa Emma. Ora capisce il motivo per cui i medici l’hanno sedata e il suo stato confusionale, non è solo per il rapimento, ma per ciò che ha dovuto subire nelle ultime ore... Si sente così arrabbiato, impotente. Stringe i pugni delle nocche della mano vera, fino a farla diventare quasi bianca, per poi sbatterla contro il muro vicino. Vorrebbe andare a spaccare la faccia quel bastardo e ridurlo in briciole, ma non può farlo, non sa nemmeno dove sia in quel preciso istante, spera solo che lo abbiamo catturato... Ciò che riesce a fare per cercare di placare la sua rabbia e il suo dolore, é colpire ripetutamente il muro, incurante che si possa far male e che possa sembrare un pazzo.
Regina invece si è accasciata sulla sedia accanto a letto di Robin ed é scoppiata a piangere disperatamente, rendendosi conto che la sua bambina ancora una volta ha dovuto sopportare un dolore più grande di lei, che ancora una volta la vita la sta mettendo a dura prova, non dandole pace. É arrabbiata, furiosa a dire il vero, vorrebbe che quel Pan morisse, anzi vorrebbe essere lei a farlo morire molto lentamente. Sa anche però, che la rabbia non è ciò che aiuterà la sua Emma, se vuole aiutarla deve essere forte e starle vicino, forse come mai prima d’ora è riuscita a fare. Ma ora, per ora vuole piangere solo tutte le sue lacrime e soffrire per lei, per ciò che ha subito. Non l’ha con Robin, ha capito che lui ha fatto tutto il possibile e il suo sguardo pieno di lacrime a sua volta, è la prova evidente di come si sente. Si stringe a lui, cercando confronto tra le sue braccia e Robin è ben felice di darglielo, ma anche di riceverlo, perché in quell’istante sono entrambi con il cuore spezzato.
David invece sta urlando “io lo ammazzo a quel maniaco, a quel bastardo” incurante che altri possano sentirlo. Se solo lo avesse sottomano, gli farebbe passare la voglia di prendersela con le donne, di fare il pervertito. Vorrebbe averlo sottomano per sfogare la sua rabbia e la sofferenza che avverte. Si rende conto che in una situazione del genere non sarà facile stare vicino alla sua bambina e che lei sarà sconvolta e impaurita. Non sa nemmeno se è giusto parlargliene e farle ricordare quell’incubo. Non sa davvero che cosa fare, come comportarsi e si sente davvero un pessimo padre, perché sente di non avere soluzione, quando invece vorrebbe averne. Vorrebbe far dimenticare quel brutto momento a sua figlia, ma non ha il poter di cancellare i ricordi.
Meno male che Henry e Roland ancora sono a casa, perché in un momento come questo è meglio che ancora non vengano in ospedale e che restano con Mary Margaret, la quale deve riposare, ed è meglio che non venga nemmeno lei. Prima di far venire i bambini, vogliono che Emma si risvegli e capire la sua condizione fisica e soprattutto psicologica.
Intanto, il medico ha deciso di far prendere quei sonniferi a Robin, forse sta pure bene, ma non dorme da giorni e ha bisogno di riprendere le forze. Se pur di controvoglia, l’uomo accetta e poco dopo è nel mondo dei sogni.
 
Un paio di ore dopo, a svegliarsi invece è Emma. Apre gli occhi e prima che riesca a mettere a fuoco dove si trovi e che cosa sia successo, grida forte: “Robin, dov’è Robin?”. É ancora confusa e non riesce a ricordare che cosa sia successo.
Solo quando sente la voce di Regina, inizia a capire di essere salva, a ricordarsi dell’arrivo dei suoi colleghi, della morte di Gold e della fuga di Pan... Pan, già lui. Lui che l’ha umiliata, fatta sentire sporca, violata. Lui che ha abusato di lei e che ancora adesso la fa sentire dannatamente e maledettamente sbagliata e schifata del suo corpo.
Istintivamente scoppia a piangere.
«Dov’è Pan? L’hanno preso?» chiede non riuscendo a frenare le lacrime. Non sa nemmeno se i presenti sanno che cosa sia successo, ma dalle loro espressioni deduce che si, probabilmente lo sanno.
«Ehi, Emma, calmati., è tutto finito. Robin sta bene, sta dormendo grazie a dei sonniferi nell’altra stanza. E Pan è stato catturato, mentre cercava di imbarcarsi su un volo diretto a Capo Verde, ha cercato di farla franca, ma la tua dritta é servita per incastrarlo.» le dice Regina, stringendole la mano.
Emma annuisce, ma comunque non riesce a calmarsi, si sente anche in colpa nei loro confronti, perché vorrebbe riuscire a scusarsi per averli fatti preoccupare, vorrebbe dirgli che sta bene e rassicurarli, ma non è così e non a livello fisico, nonostante i lividi sul corpo, ma a livello psicologico.
David anche a sua volta si è avvicinato, ma non osa sfiorarla, sapendo che cosa ha subito.
Killian invece non riesce ad avvicinarsi, ha notato immediatamente che la sua Emma non sia riuscita nemmeno a guardarlo negli occhi. Ha incrociato lo sguardo di Regina e di David, ma lui l’ha ignorato completamente. E se pur la cosa lo rattrista molto, capisce anche il motivo del suo comportamento. Loro hanno una relazione e un altro uomo ha abusato di lei, ora si sente sporca e in colpa nei suoi confronti, anche se lei non ha nessuna colpa. Vorrebbe correre da lei e abbracciarla, ma sa che deve essere lei a fare il primo passo verso di lui.
Emma, ha intravisto Killian con la coda dell’occhio, ma non riesce a guardarlo, tanto meno a incrociare i suoi occhioni azzurri, che tante volte l’hanno fatta impazzire. Si sente in colpa e al solo pensiero di essere solo abbracciata da lui, rivive ogni attimo della violenza subita. Anche a pensare di abbracciare David la mette a disagio, ma con Killian ulteriormente, visto che lui è il suo fidanzato. Ma vuole anche provare a dimenticare, a scacciare via tutti i pensieri negativi e tornare a vivere, tornare alla sua vita meravigliosa. Se pur non sa se sarà possibile, non sa nemmeno se è più in grado di fare il suo lavoro. Ha messo nei guai se stessa e la vita di altre persone solo per colpa della sua impulsività, forse non è adatta per fare lo sceriffo.
Con quei scomodi pensieri, si lascia andare a un pianto disperato tra le braccia di sua mamma.
Regina, David e Killian, allo stesso tempo, si ripromettono di starle vicino e farla tornare a essere la Emma che è sempre stata, perché merita di tornare a vivere e di tornare a essere felice.


Spazio autrice: Ciao a tutti, torno a pubblicare di sabato, oggi sono più libera e riesco a mettere il capitolo con un giorno di anticipo. Allora, premetto che forse la prossima settimana il capitolo non ci sarà, ovviamente farò in modo di riuscire a pubblicarlo, anche domenica in tarda serata, ma non garantisco nulla, perchè avrò un week end di fuoco, tra festeggiamenti per la mia laurea e nuovo lavoro che inizierò lunedi. Ma poi tornerò a pubblicare regolarmente, non temete. :P
Ma veniamo al capitolo, questo è solo un assaggio di ciò che prova Emma, a poco a poco tutto il suo dolore verrà a galla e il suo sentirsi sbagliata, oltraggiata veranno sempre più a galla... Intanto già non riesce a guardare il suo pirata negli occhi e questo fa male sia a lei, che a Killian, il quale vorrebbe uccidere Pan per ciò che le ha fatto, vederla in quello stato lo distrugge. 
Emma inoltre non sa nemmeno se più in grado di fare il suo lavoro e sì, inizierà a chiedersi se ha sbagliato sogno, visto l'enorme cavolata che ha fatto ad andare lì da sola. 
Detto ciò, vi saluto e vi dò appuntamento a molto presto. buon week end caldo a tutti. Qui a Roma si muore, ma io sono pro sole e caldo, quindi non mi lamento. 
Alla prossima. :***
   
 
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