Crossover
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Autore: fenris    30/06/2019    8 recensioni
[Moon Infinity][Kamen Rider] Dalla penna di Xephil e Fenris, tutta per voi la nuova grande cronaca di un incredibile viaggio e della battaglia che ne seguì: Il Male universale ha generato un nuovo figlio, un essere formidabile e spietato tramite il quale minaccia di far sprofondare il mondo nelle tenebre. Due gruppi di guerrieri (uno famosissimo, l'altro un pò meno) si uniscono per fronteggiare questa nuova terribile minaccia. Le due squadre, divise, dovranno però imparare prima a fidarsi l'una dell'altra e combattere insieme per poter vincere. Ma il loro avversario è il vero pericolo? Oppure l'oscurità nasconde molti più segreti di quanti se ne possa immaginare? Venite a scoprirlo, KAMEN RIDER ABOMINATION!
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Film, Libri, Telefilm
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Warrior Saturnus e il dottore dei videogiochi, Ex-Aid

 

Era una giornata apparentemente normale al Tokyo University Hospital, o almeno normale per un ospedale che si occupava di una malattia molto particolare con mezzi altrettanto insoliti. In una piccola sala sotterranea, due dei membri del team, più un loro prigioniero, si stavano tranquillamente godendo la mattinata con un bel caffè, nonostante fosse estate inoltrata e l'impianto d'aerazione fosse rotto. Ovviamente la pace non poteva durare.

 

“Ehi, fatemi uscire! Ho bisogno d'aria per creare!”, urlò una voce da un cabinato in un angolo della stanza. Sullo schermo, si trovava un uomo sulla trentina dai capelli neri e lo sguardo vagamente psicotico, seduto su una scrivania dietro delle sbarre di energia rossa. Sbuffando, un altro uomo dai corti capelli neri, vestito con una giacca e con l'aria un po' da bad boy, diede un colpo al cabinato.

 

“Kuroto, datti una calmata. Poi faccio una chiamata al ministro!”

 

“DAN KUROTO SHIN!”, urlò l'altro uomo, mentre dall'altra parte della stanza una bella donna dai capelli castani a caschetto e vestita con una divisa da infermiera sospirò stancamente. Si trattava di Asuna Karino, una delle assistenti del team medico, mentre i due che litigavano erano rispettivamente Kuroto Dan, programmatore di videogiochi ed ex- presidente della Genm Corporation, e Kiriya Kujo, un coroner dell’ospedale. In seguito a un certo crimine, il programmatore era diventato allo stesso tempo prigioniero e collaboratore dell'ospedale... Cosa che non gli impediva comunque di essere una grandissima rottura di scatole, specie considerando le sue manie di grandezza.

 

Insomma, per i tre si prospettava un'altra giornata passata tra momenti di noia e gli urli di Dan, interrotti forse da qualche intervento sarcastico di Kiriya o rimprovero di Asuna, quando le sbarre dietro cui stava il folle programmatore si aprirono.

 

“Oh, finalmente!”, esclamò felice Kuroto, ma sia Kiriya che Asuna s’irrigidirono.

 

“Non l'abbiamo aperta noi”, disse il primo.

 

“Dev'esserci stato un cont-”, cominciò Asuna, prima che un flusso di pixel neri comparisse nel cabinato investendo e paralizzando a terra Kuroto. Come una saetta, quel flusso uscì dallo schermo e scagliò con una forza immane i due medici contro il muro opposto, impedendo loro di fare alcunché. I due poterono solo guardare col cuore in gola quell'ammasso di pixel che si muoveva e agitava come uno sciame d’insetti furiosi, mentre al suo interno si aprivano come in un incubo due pupille dominate dal nero, così come nere erano l'iride e la cornea. Fissavano impietose le due vittime, mentre anche il resto di quella strana apparizione prendeva forma in maniera affascinante come solo certi orrori potevano esserlo. Con movimenti incerti, la creatura appena generatasi avanzò verso Kiriya e Asuna. Sotto il lampadario della stanza, la sua pelle apparve spettrale e vitrea, di un bianco innaturale, più candido dell'avorio e più freddo del ghiaccio.

 

 

Faceva caldo, eppure tremava, tremava coperta com'era da pochi, laceri brandelli di indumento appena bastanti per velare le proprie nudità. Ogni istante che passava in movimento era accompagnato dal tintinnio delle placche metalliche degli spallacci e la scarsella, il violetto di cui erano tinti creava un sinistro riflesso rischiarante il volto da fanciulla e la lunga chioma corvina, le punte ricce dei capelli sfioravano le natiche sode strette nei lembi di stoffa e velate dalla componente in cotta di maglia dell'armatura. Ma ciò che più saltava all'occhio non era tanto il suo aspetto spettrale quanto più il fitto reticolo di cicatrici slabbrate, ancora più pallide dell'epidermide, che la segnavano da capo a piedi: le attraversavano gli esili fianchi, gli stinchi, il volto dall'espressione soddisfatta, le braccia nude e le lunghe gambe, e poi le corna. Queste ultime, di un vivo nero brillante, prendevano forma subito dietro le orecchie e andavano seguendo la conformità semicircolare del cranio, avvolgendo i capelli e concentrandosi dietro la nuca, qui infine si attorcigliavano su sé stesse, creando dei riccioli ossei.

 

Quasi tremando e impossibilitata a parlare, Asuna guardò quella donna, deforme e dotata di una perversa bellezza, con mani da tre dita artigliate create per spezzare e uccidere, e un corpo destinato alla seduzione e all'inganno, impossibilitato dall'essere scaldato da braccia amiche. Le forti gambe, lacerate in ogni dove, erano belle ma terribili, si vedeva che erano state fatte per sfondare una gabbia toracica con un calcio. Ogni fibra del corpo dei due prigionieri urlava loro di liberarsi e uccidere quell'abominio prima che portasse a termine qualunque piano avesse in mente.

 

“Chi... chi diavolo sei?!”, domandò il coroner con voce rauca, muovendosi a malapena. Se c'era una cosa che odiava era il non poter far niente.

 

“Piacere, team Ex- Aid, mi chiamo Umbrella. Scusate le maniere brusche, ma non posso avere voi tre tra i piedi”, si presentò lei, prima di prenderli per il collo e dirigersi verso il cabinato dove Kuroto era ancora paralizzato.

 

“C-Che cosa vuoi?!”, ringhiò Kiriya cercando di sfuggire alla donna in qualsias modo conoscesse, ma qualcosa in quella presa glielo impediva.

 

“Solo la guerriera di Saturno”, rispose la demone, lanciando i due nello stesso cabinato dove si trovava Kuroto tra le loro urla, prima di circondarla con una barriera nera, trasformarsi a sua volta in un flusso di dati e sparire attraverso il pavimento. Doveva sbrigarsi e uccidere Inori prima che gli altri Kamen Rider si accorgessero della sua presenza. A sua insaputa, però, era stata osservata da qualcun altro: una telecamera si illuminò d'arancio e qualcosa vi fuoriuscì.

 

“Merda, devo avvertire Emu!”

 

*****

 

Inori aveva avuto un sonno senza sogni o incubi, ma si svegliò comunque con un tremendo mal di testa. Aprendo lentamente gli occhi si accorse di essere una stanza totalmente bianca, lei era in un enorme letto attorniato da una base color oro.

 

-Sono sull'Arcadia? Nah, l'infermeria non ha stanze così, ma allora che posto è?- Si alzò dal letto con la speranza di trovare presto le compagne, notando tra l'altro di avere addosso un pigiama verde da paziente d’ospedale, e andò verso la porta automatica, che si aprì proprio in quel momento lasciando entrare un ragazzo sui venticinque anni, dai capelli castani e vestito da medico, che la guardò sorpreso.

 

“Signorina, sono felice che si sia svegliata. Come si sente?”, disse il medico in un tono molto formale, ma educato.

 

“Ehm, molto meglio rispetto a ieri sera, signor...?”, rispose insicura la giovanissima Warrior.

 

“Kagami Hiiro, chirurgo di questo ospedale. Se non le dispiace, potrebbe tornare a letto?”


“Ecco, posso sapere come mi ha trovato?”, chiese nuovamente Inori facendo come richiesto.

 

“In realtà l’ha trovata un mio collega, subito dopo aver finito il turno. Ha assistito alla sua medicazione, poi è rimasto qui fin quando le sue condizioni si sono stabilizzate. Adesso è uscito per andare a riposarsi, ma ha detto di chiamarlo non appena lei si fosse svegliata”, spiegò sempre con la stessa inflessione vocale. Le ricordava la madre, psicologa affermata, quando parlava con i propri pazienti.

 

“Capito, comunque potrebbe darmi del tu, per favore? Il lei mi fa sentire più grande di quanto sia in realtà. A proposito, mi chiamo Inori Sasaki.”

 

“Signorina Sasaki”, fece Hiiro con tono stavolta lievemente sospettoso e ignorando volutamente la richiesta della ragazza. “Il mio collega l'ha trovata nel nostro parcheggio con diverse fratture e tagli, ma tutte quelle ferite sono guarite molto velocemente nel corso di una sola notte. Anche contando il nostro intervento, questo è praticamente impossibile. Posso sapere chi è lei e com'è arrivata qui?”

 

“È molto complicato”, rispose lei, cercando di prendere tempo. Non poteva certo dirgli chi era veramente. “Prima di spiegarglielo, potrei chiamare i miei genitori?”

 

“Certamente”, replicò lui indicandole un telefono accanto al letto. Inori digitò il numero della madre, solo per sentire l'ultima cosa che voleva ascoltare in quel momento:

 

“ATTENZIONE, IL NUMERO DA LEI DIGITATO È INESISTENTE.”

 

“Cosa?!”, gridò Inori allarmando il dottore accanto a lei.

 

“Qualche problema?”, chiese Hiiro, stranito dalla reazione della ragazza.

 

“Ci dev'essere qualcosa che non va con la linea”, razionalizzò Inori riprovando con suo padre, ma i risultati furono i medesimi. Cominciava davvero a innervosirsi e, per un attimo, rivide davanti agli occhi la terribile battaglia della sera precedente. In quel momento, vide qualcosa accanto al medico, qualcosa che sembrava uscito da un film horror. Shizu era lì, ma aveva un pallore cadaverico, la divisa strappata ricoperta di sangue e in braccio teneva il busto di Martina, con gli occhi vuoti e diversi circuiti in bella vista. Poi una mano toccò la spalla della figlia di Saturno, la quale, voltandosi, vide Itsuki con un taglio sulla gola che la guardava.

 

“Avresti potuto salvarmi”, disse quell'apparizione, con voce terribilmente rotta, come fosse annegata nel suo stesso sangue…

La castana sentì l'impulso di vomitare, mentre Hiro prendeva a sua volta il telefono e componeva un nuovo numero.

 

“Pediatra, sbrigati, penso abbiamo un caso”, disse frettoloso prima che una strana gelatina costituita da pixel verdi ricoprisse il corpo di Inori, sempre più spaventata.

 

“C-Cos'è questa roba?!”, esclamò in preda al panico tentando di trasformarsi per liberarsi da quella cosa, ma non fece in tempo e venne inglobata totalmente. Hiiro la guardò con orrore, prima che dalla porta entrasse un altro medico, un uomo con un caschetto di capelli neri ad eccezione di un ciuffo bianco, che sobbalzò guardando l’orrore che aveva inglobato Inori. Si trattava di Taiga Hanaya, un cardiologo esterno all'ospedale, ma con cui collaborava spesso.

 

“Cazzo, già infettata?”, esclamò il nuovo arrivato alla vista del macabro spettacolo.

 

“Cardiologo, dove sono gli altri?”

 

“Non lo so, mi sono diretto subito qui quando mi avete avvertito della ragazza apparsa dal nulla.”

 

“Allora in attesa che arrivino ci penseremo noi”, disse il chirurgo prendendo un Driver giallo e rosa, con al centro uno schermo chiuso da una sorta di sportello.

 

“STAGE SELECT: FOREST!”, fece il suddetto Driver, ricoprendo la stanza con migliaia di pixel e trasformandola quindi in un bosco. I due medici estrassero poi due strane cartucce simili a quelle dei videogame, azzurra per Hiiro e blu per Taiga, le attivarono premendovi un pulsante posto lateralmente e infine le infilarono in una fessura nei Driver:

 

“TADDLE MEGURU! GASHAT!”, squillò la cartuccia di Hiiro, accompagnata da una schermata olografica dietro di lui, rappresentante un castello.

 

“BANG BANG SHOOTING! GASHAT!”, fece invece la cartuccia di Taiga, la cui schermata presentava diversi bersagli.

 

“HENSHIN!”, urlarono i due medici prima di essere avvolti da due cerchi fatti di figure digitali, accompagnati da una sorta di canzoncina.

“LET'S GAME! MECCHA GAME! MUCCHA GAME! WHAT'S YOUR NAME? I'M A KAMEN RIDER!”. Entrambi vennero avvolti da un lampo di luce e ne uscirono con due enormi armature bianche che li facevano apparire più grossi di quanto fossero, sul petto di entrambi c'era una sorta di decorazione che ricordava i vecchi joypad, con accanto una barra dell'energia. Hiiro aveva un elmo da cavaliere azzurro con due occhi gialli stile cartone animato e uno scudo sul polso sinistro, mentre Taiga aveva un elmo blu scuro con attaccata una sorta di benda gialla che copriva l’occhio destro, l’occhio sinistro rosso e una pistola degli stessi colori.

 

“Livello 1. Procediamo all'operazione”, disse secco Hiro, ora Kamen Rider Brave.

 

“Tattica: Livello 1”, affermò Taiga, diventato Kamen Rider Snipe.

 

L'essere che aveva inglobato Inori, intanto, aveva preso la forma approssimativa di un demone con vari artigli, interamente composto da un blob di pixel neri, e ruggì contro i due Rider per poi attaccarli con una manata. Fortunatamente, nonostante la pesante corazza, i due non mancavano di agilità ed evitarono facilmente il colpo per poi contrattaccare: Snipe colpì la testa e le giunture a distanza con precisione degna di un cecchino professionista, mentre Brave attaccava da vicino con calci e pugni.

 

“FATELO SMETTERE, PER FAVORE!”, supplicò all’improvviso la povera Inori, la voce straziata e soffocata dal dolore e dalla sostanza in cui era avvolta. Continuava a vedere e sentire cose orribili: voci delle persone a lei care che l'accusavano o imploravano aiuto, visioni di loro in fin di vita e risate di demoni.

 

“Tranquilla, giovane guerriera di Saturno, so come aiutarti”, disse all'improvviso un'altra voce femminile, apparentemente molto dolce e rassicurante.

 

“C-Chi sei?”, domandò Inori provando a dare un ultimo strattone per liberarsi.

 

“Qualcuno che potrebbe farti arrivare da Serenitatis in quattro e quattr'otto, basta solo che mi fai un piccolo favore.”

 

“Come la conosci?”, chiese Inori, improvvisamente sospettosa. Nessuno poteva arrivare così facilmente dalla perduta principessa dell'Amore Dei, specie considerando che era con tutta probabilità prigioniera di Astaroth.

 

“L'ho vista nelle prigioni del Male Universale. Non vuoi rivederla? Distruggi quei due idioti e ti porterò da lei dopo averti liberato”, ordinò la voce mentre la presa di quell'essere di pixel aumentava. Inori non voleva fare del male a Hiiro, un semplice medico che a modo suo l'aveva aiutata… Però cercavano Serenitatis ormai da anni e se era davvero stata prigioniera dei demoni per millenni... Non poteva permetterlo.

 

“V-Va bene”, acconsentì, la voce gonfia di rammarico, focalizzando la propria attenzione su Hiiro e Taiga. Stava quasi per colpirli quando un qualcosa sbatté contro la sua fronte. Il proiettile cadde a terra, rivelandosi un altro Kamen Rider.

 

“Scusate il ritardo”, rispose il nuovo combattente, la cui testa era sormontata da finti capelli a punta rosa e portava un paio di occhialoni davanti agli occhi color topazio. Era armato con uno strano martello bianco con una protuberanza superiore anch'essa rosa, la parte piatta verde e due enormi bottoni rosa e verde sul lato sinistro con sopra rispettivamente A e B, nello stile dei vecchi gamepad.

 

“Pediatra, dov’eri? Avevi detto che saresti rimasto a dormire qui in ospedale”, domandò Hiiro in tono di rimprovero.

 

“Sono stato fermato da Parado mentre correvo qui”, spiegò l’altro. “Mi ha detto che una strana e inquietante donna di nome Umbrella è uscita dagli schermi della nostra sala comandi e ha intrappolato Poppy, Kuroto e Kiriya-san nel mondo virtuale prima di scomparirvi di nuovo anche lei. Lui è corso da me subito dopo averli liberati, per informarmi, e ho pensato che potesse c’entrare anche col caso di cui parlavi.”

 

“Cosa? Vorresti dire che quella Umbrella era forse un nuovo Bugster e che questo è il risultato della sua infezione, Ex-Aid?”, domandò Taiga.

 

“Temo proprio di sì. Prima di intervenire, ho provato a scansionare il virus per avere informazioni sulla sua origine, ma non mi ha dato alcun risultato. Qualunque cosa sia non proviene dai videogiochi che abbiamo completato e ripulito dai Bugster finora. È qualcosa di completamente nuovo.” Il nuovo Rider, chiamato Ex-Aid, si rivolse di nuovo a Hiiro: “Hiiro-san, cos’è successo prima che arrivassi? Che sintomi ha mostrato la paziente?”

Prima che il suo compagno potesse rispondere, però, l’enorme demone deforme si mosse contro di loro cercando di schiacciarli sotto i pesanti arti. I tre Rider saltarono sugli alberi evitando agilmente i suoi colpi e presero a loro volta a colpirlo con le proprie armi o arti, facendolo barcollare pericolosamente.

 

“Si era da poco svegliata quando ti ho chiamato e agli inizi sembrava stare bene”, rispose Hiiro impattando col suo scudo su una delle gambe dell’enorme virus demoniaco e costringendolo ad inginocchiarsi, prima di colpirlo al volto e sbalzarlo all’indietro. L’essere ricevette quindi una serie di martellate da Ex-Aid. “Ma poi ha provato a chiamare i suoi genitori e ci sono stati dei problemi nel contattarli. È stato allora che ha cominciato a mostrare i sintomi dalla Malattia dei Videogiochi.”

 

“Emu, potrebbe essere stato quello! La Bugster o chiunque fosse quella tizia potrebbe averla infettata attraverso il telefono quando ha provato a chiamare!”, disse una voce nell’orecchio di Ex-Aid. “Ha detto che cercava la guerriera di Saturno, ma non ho idea di cosa volesse dire…”

 

“Lo scopriremo da soli in tal caso. Grazie, Parado”, rispose l’ora nominato Emu prima di riferire agli altri le ultime informazioni ricevute. In quel momento, il mostruoso nemico iniziò a ridere malignamente, una risata femminile.

 

“Molto perspicace, team Ex-Aid. È esatto, sono stata io a infettarla in quel momento. Non pensavo che sarei riuscita a trovarla così presto, ma la sua paura mi è stata d’aiuto.” Una strana ombra si levò dalla testa del mostro e prese le sembianze di un busto femminile. “Mi presento, il mio nome è Umbrella e sono una serva del potente Astaroth, signore degli Heartdemon.”

 

“Heartdemon? Vorresti forse dire che sei un demone?! Che sciocchezza è mai questa?!”, fece Taiga in tono scettico sparando una serie di proiettili che, però, passarono attraverso Umbrella senza scalfirla minimamente, come se fosse stata fatta di fumo.

 

“Nessuna sciocchezza, Snipe. Vorresti forse farmi credere che, malgrado tutte le minacce che voi Rider avete già affrontato, non pensavate potessero esistere anche i demoni? Sciocchi e patetici mortali.” Mentre parlava, l’enorme virus iniziò ad agitare le sue braccia con forza e velocità molto superiori a prima, costringendo i tre Rider a saltare e correre tra il terreno, gli alberi e diverse piattaforme sospese in aria, simili a quelle dei videogiochi e formatesi nel momento in cui avevano generato quello scenario di combattimento. In quel momento, Emu saltò verso una sorta di scatola verde fluttuante sopra una delle piattaforme e la colpì mandandola in pezzi; dalla scatola uscì una strana moneta gigante con la raffigurazione di un uomo che correva, che scomparve all’interno di Ex-Aid nel momento in cui la toccò. “Speed!”, fece una voce metallica prima che il Rider iniziasse a correre e saltare più velocemente che mai, colpendo il virus gigante con una serie di pugni e calci che lo fecero barcollare all’indietro.

 

Nel contempo, anche Hiro e Taiga afferrarono due monete sospese in aria, che emisero rispettivamente le parole: “Power!” e “Illusion!”, prima che i due attaccassero a loro volta. Il colpo di scudo di Brave fu tanto potente da sbattere a terra il virus, mentre gli spari di Snipe si moltiplicarono per tre e investirono l’essere atterrato con una violenta raffica di proiettili.

 

“Siete molto abili, lo riconosco. Ma davvero pensate che attaccarmi tanto ferocemente sia la soluzione migliore?”, disse Umbrella materializzandosi stavolta sopra il petto del virus e fermando i tre dall’attaccare oltre, confusi dalle sue parole. “Avete dimenticato che qui dentro c’è un’innocente ragazzina? Volete fare del male anche a lei?”

 

“Combattiamo proprio per liberarla!”, replicò Emu brandendo di nuovo il suo martello. “Quando saremo riusciti a separarla da te, potremo eliminarti senza problemi!”

 

“Tu credi?” La risatina di Umbrella diede i brividi ai tre. “Non trattarmi come uno dei vostri comuni Bugster, Ex-Aid. Io ho solo dei poteri simili ai Bugster, ma sono un demone e di conseguenza ho anche qualcosa in più dei vostri virus di second’ordine. Come, ad esempio, il fatto che, se mi rimuovete forzatamente da questa povera fanciulla, ella non sopravviverà alla vostra ‘operazione’!”

 

“Che cosa?!”, chiesero in coro i tre Rider. Se ciò che diceva era vero, non avevano modo di liberare Inori.

 

“Oh sì! Vedete, il virus con cui l’ho infettata è una versione modificata dei vostri Bugster che ho creato coi miei poteri e l’ho legato permanentemente alla mia volontà. Solo io posso liberarla da esso, solo per mio volere. Qualunque altro tentativo di rimuoverlo o distruggerlo o distruggere me, ucciderebbe automaticamente chiunque sia legato o legata ad esso. In tal caso, la nostra cara Warrior Saturnus.”

 

“Warrior…Saturnus?”, borbottò Hiiro, il quale, seppur scosso dalla tremenda notizia, era rimasto perplesso da quel nome. La ragazzina diceva di chiamarsi Inori Sasaki, ma quello sembrava più un epiteto. Che cosa significava?

 

“Ovviamente non potete conoscere la vera identità di questa mocciosa, ma non preoccupatevi: non avrete alcun bisogno di saperla, visto che sarete distrutti qui e ora, proprio di sua mano!” E scomparve all’interno del virus, che si rialzò immediatamente e scagliò un’ondata di energia viola dall’unico occhio che sembrava presentare al centro della testa, scagliando via tutti e tre i Rider.

 

“Maledizione! Che cosa possiamo fare?”, chiese Emu con un misto di rabbia e disperazione. Non poteva credere che fossero davanti ad una paziente che non potevano salvare nemmeno tutti insieme e con tutti i loro poteri.

 

“Teniamolo impegnato mentre pensiamo ad un piano! Ci sarà pure un modo per separarla dal virus!”, rispose Taiga evitando un pugno del mostro. Nel frattempo, all’inconsapevolezza dei tre Kamen Riders, Inori era in preda a terribili allucinazioni che continuavano a sovrapporsi alle immagini reali, rendendola sempre più confusa e spaventata. Ora vedeva i tre avversari, ora le sue amiche moribonde o morte e sentiva la risata di Astaroth, Belphegor o Diablo nelle orecchie.

 

“Basta, ti prego! Basta! Falle smettere!”, urlò con voce straziata.

 

“Finirà tutto molto presto, mia cara, non preoccuparti. Devi solo eliminare i nemici che vedi davanti a te”, le rispose suadente la voce di Umbrella, tanto dolce quanto maligna.

 

“Ma loro chi…sono? Perché devo…ucciderli?! Non voglio…! Io non-non…”

 

“Non volevi andare da Serenitatis? Vuoi forse abbandonarla?”, ripeté Umbrella più aggressiva che mai.

 

“No! No, mai! Non lo farei mai!”

 

“Allora combatti.”

 

“Ma io…io…!” Con un urlo disperato, fomentata da ulteriori visioni agghiaccianti, Inori prese a manovrare le braccia del virus in modo frenetico, colpendo più di una volta i tre Rider e sbalzandoli via. Il dolore fisico unito alla tortura mentale le fecero persino richiamare il suo potere e la sua trasformazione all’interno del virus, che finì per sprigionare una violenta esplosione di schegge metalliche che colpì i tre e prosciugò buona parte della loro barra dell’energia.

 

“Così non va bene. Di questo passo, saremo costretti a ritirarci!”, disse Hiiro in tono seccato togliendosi una lama dal braccio. Odiava stare con le mani in mano, ma non aveva ancora avuto nessuna idea su come combattere, purtroppo.

Il grido disperato di Inori, tuttavia, non era sfuggito ad Emu, il quale aveva sentito chiaramente il suo dolore prima di essere colpito dalla potente raffica di rasoi. Aguzzando la vista sul volto del virus, Ex-Aid intravide alcune gocce luminose scivolare via dal grande occhio dell’essere.

 

“Sta piangendo…”, disse semplicemente.

 

““Cosa?””, chiesero Taiga e Hiro, confusi.

 

“Quel virus… No, la ragazzina che c’è dentro. Lei sta piangendo.” In quel momento, le sue orecchie captarono qualcos’altro. Urla di aiuto che conosceva ormai fin troppo bene. “Umbrella la sta torturando per costringerla a combattere con noi! Dobbiamo fermarla ora e subito!”

 

“Ma come?! Non abbiamo un modo per fermarla!”, ribatté Taiga frustrato. Aveva già perso una volta una paziente perché non era abbastanza forte da salvarla, che fosse dannato se avesse lasciato succedere quella tragedia un'altra volta, virus nuovo o no.

 

“Invece esiste!” S’introdusse di colpo una nuova voce che i tre capirono provenire dai meccanismi di comunicazione all’interno dei loro elmi. Emu fu il primo a riconoscerlo:

 

“Kuroto? Di che parli?”

 

“È Dan Kuro- Ahia! Va bene, ho capito! Hojo Emu, ascoltami bene: ho analizzato i residui dei dati di Umbrella nella gabbia virtuale in cui ci aveva rinchiusi e mi sono fatto un’idea migliore dei suoi poteri, compreso come si potrebbero neutralizzare!”

 

“Dici davvero?! Allora che devo fare per salvarla? Di questo passo non reggerà ancora a lungo!”

 

“Devi farti aiutare da lei”, disse senza mezze misure Kuroto. “Se lei dovesse impegnarsi e volere intensamente liberarsi dal virus, la sua volontà potrebbe allontanare anche quella di Umbrella e così separarla da lei. Non correreste più il rischio di ucciderla! Ma devi far sì che sia lei a volere essere aiutata!”

 

“Ho capito. In tal caso…” Si voltò verso i suoi compagni. “State indietro per il momento. Al mio segnale, colpite il virus con tutto ciò che avete!”

 

“Va bene, pediatra, ma sta’ attento”, acconsentì Hiiro. Anche se lo dava a vedere molto di rado, teneva moltissimo a tutti i membri del suo staff.

 

“Sarà meglio che qualunque piano tu abbia funzioni”, fece invece Taiga prima di soddisfare la sua richiesta, seguito dal compagno.

 

“E ora a noi due.” Con un balzo, Emu si portò sopra la testa del virus e si aggrappò ad essa per guardarlo e parlargli dritto negli occhi. “Mi senti?” Prese il verso di dolore successivo come un’affermazione. “Come ti chiami, piccola?”

 

“C-cosa…?”, balbettò Inori, riprendendo per un attimo i sensi.

 

“Il tuo nome. Qual è?”

 

Malgrado il dolore e le allucinazioni, la giovane Warrior riusciva ancora a sentire una debole traccia dei suoni esterni e, nell’udire quella voce gentile, non riuscì a non rispondere: “Inori… Inori Sakaki…”

 

“Hai un nome davvero bello, sai, Inori-chan? Io mi chiamo Hojo Emu, sono un pediatra e un amico di Hiiro-san. Sono io che ti ho trovata dopo che sei arrivata qui.”

 

“A-arrivata qui?” Ora Inori sembrava parecchio interdetta. “Arrivata dove? Dove sono?” In quel momento, diversi ricordi presero ad intervallarsi nella sua testa, ricordi delle sue compagne, dello scontro con Diablo e del buco nero…

 

“Non ascoltarlo, sta solo cercando di ingannarti per salvarsi. Eliminalo ora!”, la incalzò Umbrella, per nulla contenta della nuova piega che le cose stavano prendendo. Tuttavia, stavolta Inori parve resistere ai poteri mentali della donna demone, o perlomeno si oppose con più veemenza, anche se il virus prese ad agitarsi da una parte all’altra nel tentativo di colpire i suoi nemici. Emu, però, non si staccò dalla sua testa e anzi riprese a parlare con più decisione di prima.

 

“Inori-chan, non stai vedendo la realtà! È tutta un’illusione! Qualunque cosa tu stia vedendo non è vera! Credimi!”

 

“Non ascoltarlo! Distruggilo ora! Subito! È un ordine!”, le gridò nuovamente Umbrella, provando ad aumentare la presa sulla propria vittima, ma le parole di Emu avevano rafforzato la volontà della propria paziente, rendendo inutile lo sforzo.

 

“Niente di quello che ti sta facendo soffrire è reale. Solo lei è reale, solo lei che ti parla e ti dice di combattere. Ti sta ingannando per farti uccidere me e i miei compagni, ma non devi farlo. Credimi, ti prego. Non voglio spaventarti, voglio solo che tu capisca e ti fidi di me.”

 

“Io…”, disse Inori, confusa ma più fiduciosa che quella nuova voce volesse davvero aiutarla. Era così gentile rispetto all’altra… Alla fine, mormorò con un filo di voce: “Aiutami…ti prego, aiutami…” Quasi in risposta alla sua richiesta, i suoi poteri si riattivarono e il gigante cominciò a diventare grigio sotto gli occhi stupefatti di Hiiro e Taiga, che capirono si stava trasformando in rigido metallo, impossibilitato ad attaccare. Emu osservò a sua volta lo strano spettacolo, iniziato in contemporanea con la richiesta di aiuto di Inori e, per quanto stupito, non mancò di approfittarne.

 

“Lo farò, Inori-chan. È una promessa!”, disse per poi rivolgersi a Hiro e Taiga: “ORA!”, gridò mentre balzava in aria e premeva su un pulsante a lato della cintura, che emise un: “Kimewaza!” Gli altri due Kamen Rider imitarono il suo gesto e premettero il pulsante attivando due nuovi “Kimewaza!”.

Le gambe dei tre brillarono di pura energia e, con un balzo, questi scesero poi verso il virus con dei calci volanti.

“““MIGHTY/TADDLE/BANG BANG CRITICAL STRIKE!!!”””, provenne dalle loro rispettive cinture, mentre i loro calci si schiantavano sul virus con una potenza incredibile e lo buttavano a terra prima di scatenare una violenta esplosione.

 

In quel momento, però, prima di esplodere, dalla massa informe di dati sbucò fuori un piccolo corpo femminile che Emu prese al volo prima di ribalzare indietro. Con un misto di paura e speranza, Emu posò a terra Inori, il cui costume lasciò spazio al pigiama datole la sera precedente, e controllò il battito cardiaco; dopo qualche secondo, riuscì finalmente a sentirlo, debole ma ancora chiaro e costante, e questo gli fece tirare un sospiro di sollievo.

 

“Va tutto bene. È salva”, disse Emu rivolto ai sopraggiunti Hiiro e Taiga, i quali annuirono soddisfatti.

 

“Avrai anche salvato lei, ma non crederai di avermi distrutto, vero, Ex-Aid?” A quelle parole, i tre si voltarono e videro il virus separatosi da Inori divenire sempre più piccolo fino a condensarsi nella forma di Umbrella, la quale schioccò il collo soddisfatta non appena la trasformazione fu completa. “Ammetto che non avevo previsto che avreste liberato così presto quella mocciosa, ma non importa. Il tempo che siamo rimaste legate mi ha permesso di raggiungere il mio primo obiettivo!”

 

“Qualunque cosa tu abbia in mente non te la lasceremo fare!”, esclamò Hiiro portando una mano alla cintura, ma prima che lui o uno degli altri due Kamen Rider potesse agire, una nube vorticosa di dati che sembravano composti di fumo nero avvolse Umbrella e la trasportò in aria.

 

“Per il momento mi ritiro, team Ex-Aid, ma sappiate che la prossima volta non vi andrà così bene. Mi pregherete in ginocchio di uccidervi!” Con quell’ultima minaccia, la nube di dati roteò ancora più rapida e la donna scomparve al suo interno.

 

“Oh”, brontolò Inori riprendendo i sensi. “Se n'è andata?”, chiese al suo misterioso salvatore, la cui armatura si dissolse in una manciata di pixel rosa, lasciando al suo posto un giovane uomo un po' allampanato dai capelli corti neri, vestito con un camice da medico, una maglietta rossa e un Driver alla vita.

 

“Tranquilla, la parte peggiore è finita”, disse semplicemente lui, premendo una parte della cintura e lasciando che la foresta lasciasse spazio alla stanza dove Inori si era svegliata meno di un'ora prima, trovandovi anche Kuroto, Kiriya e Asuna.

 

“Ce l'avete fatta a distruggere Umbrella?”, chiese Kiriya notando Inori apparentemente sana e salva, il che lo rassicurò non poco.

 

“No, è scappata prima che potessimo darle il colpo di grazia”, rispose Hiiro rimettendo Inori sul letto insieme ad Emu. La giovane Warrior aveva ripreso a respirare regolarmente, ma era ancora piuttosto stravolta, il che era comprensibile data l'esperienza da lei appena vissuta. “Poppy, puoi andare a prendere qualcosa da mangiare per Inori?”, chiese il chirurgo all'infermiera, che fece uno strano sorriso, come se le avessero appena regalato qualcosa che aspettava da sempre.

 

“Subito! COSTUME CHANGE!”, gridò l'infermiera con un tono canoro e, girando su sé stessa in un vortice di luce, cambiò aspetto: l'abito da infermiera divenne un completo multicolore che sembrava uscito da uno show per bambini, un cappellino verde e scarpe gialle, per di più i capelli le diventarono rosa. La nuova apparizione uscì tutta contenta dalla stanza sotto lo sguardo inebetito di Inori, per poi ritornare pochi secondi dopo con una tazza di caffelatte e qualche fetta di pane tostato.

“Ah, quasi dimenticavo! Io sono Poppy Pipopapo! Molto piacere, Inori-chan!”, si presentò porgendole il vassoio.

 

“C-cosa ho appena visto?”, si chiese ad alta voce la moretta, che sentiva un'altra vocina nella testa (la propria stavolta, per fortuna) dirle che qualche ironia cosmica le aveva messo di fronte una parodia della propria trasformazione, ma non esitò a prendere la colazione offertale. Ne aveva proprio bisogno.

 

“Scusa per lo shock”, disse Kiriya togliendosi gli occhiali. “Poppy sa essere piuttosto esuberante. Kujo Kiriya, piacere.”

 

“Inori Sasaki, il piacere è mio”, rispose la suddetta guardando poi i tre Rider che l'avevano salvata. “Emu e Hiiro ormai li conosco, ma voi invece siete?”

 

“Hanaya Taiga, cardiologo”, rispose secco Taiga. Aveva un'espressione da duro, ma se era amico di chi le aveva parlato in modo così gentile, Inori era certa non poteva essere così male.

 

“E io sono colui che ha risolto l'arcano dietro quella strega. Il tuo salvatore, DAN KUROTO SHIN!”, proclamò Kuroto ad alta voce mettendosi a ridere come un pazzo, prima di ricevere una botta da Taiga e Kiriya all'unisono.

 

“Scusalo, Kuroto è stato dichiarato inabile a vivere in società, quindi dobbiamo sorbircelo noi”, dichiarò quest'ultimo.

 

“Immagino. Mia madre è psicologa, ho incontrato alcuni dei suoi pazienti 'speciali’”, commentò Inori ripensando a qualcuna di quelle occasioni e sbocconcellando il pane datole da quella strana infermiera, sentendo un po' di forze ritornarle. “A proposito, che razza di ospedale è questo? Dubito molti medici si occupino di combattere mostri del genere.”

 

“Dici bene, Inori-chan. Questa è la sezione CR del Ministero della Salute, incaricata di studiare e guarire le persone affette da una particolare malattia detta Malattia dei Videogiochi. È causata da virus detti Bugster, capaci di influire dal mondo digitale a quello reale e di assorbire così l’energia vitale delle loro vittime per prendere forma nel mondo reale. Noi abbiamo il compito di guarirle usando i nostri Gamer Driver”, le spiegò Emu, dal quale improvvisamente uscì una nube di pixel rossi e blu che prese l'aspetto di un ragazzo dai capelli neri della stessa età di Emu e un'espressione gentile molto simile, ma coi lineamenti un po' più tondi e i capelli più disordinati. Indossava una giacca nera, maglietta blu e sopra i pantaloni un altro Gamer Driver. Vedendo l'apparizione improvvisa, Inori saltò quasi in aria, ma si trattenne: in fondo era in un ospedale e aveva visto cose molto più strane.

 

“Ma sta’ tranquilla, non tutti i Bugster sono cattivi”, disse il nuovo arrivato. “Mi chiamo Parado e, come Poppy, Kuroto e Kiriya, sono sia un Kamen Rider che un Bugster. Uno originatosi da Emu e legato a lui per essere più precisi.” Questo lasciò la Warrior ancora più interdetta, viste le sue solite esperienze coi mostri.

 

“Vista la vostra natura, mi stupisco vi fidiate così facilmente, ma immagino... Aspetta, hai detto Kamen Rider?!”, disse improvvisamente, ricordando quanto aveva detto Tsukasa la sera precedente.

 

“Sì, esatto. Perché, hai bisogno del nostro aiuto o di qualche altro gruppo di Rider? Avrebbe senso visto come sei arrivata qui”, rispose Emu, curioso come tutti di scoprire come Inori fosse entrata nelle loro vite.

 

“Ho bisogno di molto aiuto, anche se fino a ieri sera non sapevo niente della vostra esistenza. Vedete...” La figlia di Saturno quindi procedette nel raccontare a grandi linee la guerra tra la flotta lunare e le forze infernali, arrivando rapidamente fino allo scontro tra la sua squadra e Diablo, oltre che al consiglio di Decade sul fidarsi degli altri Kamen Rider. E finalmente capiva anche perché non aveva trovato i suoi genitori: era finita in una dimensione dove probabilmente neanche esistevano!

 

I presenti, persino Kuroto (sebbene per motivi differenti dai colleghi), erano sconvolti dalla rivelazione di un demone capace di assorbire i poteri degli altri Rider, e da quello che sarebbe potuto succedere al loro mondo se fosse riuscito nell'intento.

 

“Un demone di un'altra dimensione capace di assorbirci? E io pensavo che Gamedeus fosse pericoloso”, commentò cupo Taiga ripensando al Bugster più pericoloso che i membri del CR avessero incontrato, ma che sarebbe probabilmente impallidito di fronte a quel nuovo sconosciuto avversario. Per fortuna, nessuno di loro era tipo da arrendersi alla prima difficoltà.

 

“Grazie di averci detto tutto, Inori-chan. Ragazzi, dobbiamo trovare Umbrella e sistemarla prima che possa fare male a qualcun altro, dopodiché contatteremo quanti più Rider possiamo”, disse Emu agli altri, che annuirono.

Purtroppo, quella giornata, qualche forza superiore aveva deciso di rendere la vita del pediatra il più complicata possibile, visto che s’introdusse una nuova voce:

 

“Temo sia già troppo tardi, Emu-kun”, disse improvvisamente un uomo appena entrato nella stanza, al quale tutti, a parte Kuroto, riservarono un piccolo inchino; aveva corti capelli neri ed era vestito piuttosto distinto in giacca e cravatta. Ad accompagnarlo c'era anche un altro uomo di mezz'età, calvo e con gli occhiali.

 

“Hinata-senpai, che intende?”, domandò Emu preoccupato.

 

“Chi sono quegli uomini?”, chiese Inori a Kiriya, preoccupata dall'affermazione precedente.

 

“Quello davanti ad Emu è Hinata Kyotaro, Ministro della Salute e nostro boss, un tipo in gamba. L'altro è Koboshi Tsukuru, CEO della GENM Corp., la ditta di videogiochi che ha creato i Driver e i nostri Gashat. Kuroto era il precedente direttore tra l'altro, ti spiego dopo.”

 

“Signori, signorine, ho due brutte notizie. La prima è che meno di un'ora fa abbiamo registrato diverse nuove vittime della Malattia dei Videogiochi e non fanno che aumentare. Tutti gli ospedali liberi si stanno adoperando per raccogliere gli infetti in attesa di una soluzione, ma di questo passo non avremo abbastanza spazio e personale per aiutarli tutti”, cominciò il ministro con tono solenne e professionale, ma anche carismatico. Si trattava indubbiamente di una persona che sapeva di cosa si occupava e come dirigere i propri sottoposti.

 

“Fortunatamente conosciamo già la responsabile e stavamo per andare a cercarla. Qual è l'altra brutta notizia?”, rispose Emu con apparente calma, ma non nascondendo il timore nel vedere Tsukuru così impaurito.

 

“Ve lo spiego io”, rispose stavolta quest’ultimo, visibilmente affannato. “Vedete, sotto la nostra sede principale, c'è un caveau contenente copie di alcuni dei Proto Gashat, realizzati nel caso gli originali venissero rubati o distrutti. Erano solo quelli dal livello 1 al 5, e c'erano antifurti e sistemi anti-hacking d'ogni genere. Ma stanotte qualcuno l'ha violato senza difficoltà, come se avesse avuto le password, e rubato tutto il contenuto.”

 

“Avete una mezza idea di chi sia stato?”, intervenne Kuroto con tono infastidito, dando voce ai pensieri di tutti gli altri membri preoccupati del CR e personalmente oltraggiato dall'idea di un furto nella sua vecchia azienda.

 

“Credo di sì...e in parte è stata colpa mia. Ieri è venuta a trovarmi in ufficio una donna misteriosa con la scusa di volermi parlare dello sviluppo di un nuovo videogioco. Ci siamo messi a parlare, ma quando mi sono voltato per prendere alcuni documenti, ho sentito uno strano capogiro e ho perso i sensi. Mi sono svegliato stamattina ancora un ufficio con un brutto mal di testa e la donna era sparita. Ho inizialmente pensato ad un malessere, ma poco dopo ho avuto la notizia del furto e allora ho capito tutto. Scusatemi”, spiegò rapidamente l'attuale CEO, con tono estremamente rammaricato.

 

“Sta’ tranquillo, Tsukuru-kun. Non sei il primo a fare errori per una donna e nessuno poteva prevedere cosa sarebbe successo oggi”, lo rassicurò il ministro mettendogli una mano sulla spalla con fare paterno, prima di riprendere un atteggiamento più consono alla situazione. “Comunque è innegabile che i due eventi siano collegati.”

 

“Può anche considerarsi molto fortunato, signor Tsukuru”, intervenne Inori, intuendo che la donna fosse Umbrella camuffata. “Diverse persone non sono sopravvissute all'incontro con un demone, per lo più in condizioni tanto buone.”

 

“Demone? Signorina, immagino bene sia ancora sconvolta per l'esperienza vissuta, ma al giorno d'oggi chiamiamo le cose con un nome scientifico. Non per offenderla, ovviamente”, rispose il ministro Hinata, confuso e forse lievemente insultato, in quanto uomo di scienza, dal commento della Warrior, ma mantenendo il giusto comportamento verso una paziente.

 

“La definizione purtroppo è esatta, Hinata-san. Le spiego fuori. Intanto può darmi i posti dove sono stati trovati gli infetti?”, chiese Hiiro accompagnando il ministro e Tsukuru fuori dalla CR insieme a Poppy e Taiga, il quale disse avrebbe chiamato la sua assistente per trovare Umbrella. Inori li guardò uscire pensando sul da farsi, dopotutto non poteva certo starsene con le mani in mano.

 

“Non è malaccio per essere un politico, sembra avere la testa sulle spalle. Mi ricorda un po' l'ammiraglio Moonlein”, disse lì per lì.

 

“Già, ha lavorato sul campo per moltissimi anni. È stato proprio lui a spingermi sul cammino per diventare un dottore”, le rispose Emu, ripensando a com'era iniziato il suo sogno.

 

“Davvero?”

 

“Già. Da bambino ebbi un incidente stradale e lui fu uno dei medici che mi salvò, oltre che a rassicurarmi subito dopo. Da allora coltivai il sogno di diventare anch’io un dottore che avrebbe salvato il sorriso dei suoi pazienti.”

 

“E nel farlo è diventato un'immensa spina nel mio divino fianco”, commentò Kuroto sarcastico.

 

“Come?”

 

“La Genm corporation non è solo l'azienda che ci ha fornito i mezzi per combattere il virus Bugster. È anche il luogo dove siamo nati… E fu Kuroto il primo a diffonderlo”, spiegò Parado.

 

“Ho già detto duemila volte che mi dispiace!”

 

“Come se dire 'mi dispiace' bastasse per giustificare l’aver spedito ad un bambino un gioco contenente un virus letale... Io nella fattispecie”, ribatté Parado, con la povera Inori che ci capiva sempre meno.

 

“Quindi è grazie ad Emu se puoi assumere un aspetto umano? C'entra anche qualcosa su come ci sono altri Bugster che collaborano con chi dovrebbe cacciarli? Scusate se faccio tante domande, è che io e le mie compagne abbiamo avuto di rado interazioni positive coi nostri nemici, a parte un paio di eccezioni”, disse la ragazzina lievemente imbarazzata e sperando di non offendere, ma le proprie esperienze le avevano insegnato quanto fosse difficile parlare con i loro nemici. L'unica esperienza positiva a riguardo proveniva da Agata, che era stata comunque convinta da Astaroth che la Terra fosse una minaccia per il suo popolo e aveva pagato il prezzo del suo errore.

 

“Sì, esatto. Dan e Kiriya invece sono morti per un periodo, e sono stati rigenerati come Bugster”, le chiarì Emu, facendo saltare in aria la nuova amica.

 

“Ah, pure una resurrezione?! Questo ci farebbe comodo. Certo che ne avete vissute di avventure strane”, osservò ammirata la Warrior.

 

“Beh, neanche tu sei da meno. Far parte dell'equipaggio di un'astronave che attraversa intere galassie, combattere così tante creature malvagie. Ce ne vuole di fegato per affrontare così tanto.” In quel momento ritornò Hiiro, che srotolò sul tavolo una mappa di Tokyo con vari segni.

 

“Scusate l'attesa. Il ministro ci ha dato una mappatura degli ultimi contagi. Il cardiologo è già uscito per cercare Umbrella assieme alla sua assistente. Venite”, il gruppetto si avvicinò quindi al giovane chirurgo, il quale indicò loro i segni di pennarello nero attorno alle zone di contagio, con l'ospedale segnato in rosso.

 

“Non sembra essere andata molto lontana”, disse Inori notando che tutte i luoghi dove avevano trovato i pazienti erano molto vicini all'ospedale.

 

“Per niente, deve aver cominciato a infettare gente appena l'abbiamo tirata fuori da te. Sbrighiamoci a trovarla. Il primo che l'affronta la intrappola in uno Stage”, disse schietto Emu.

 

“Bene, signori, allora sbrighiamoci! Non possiamo permettere che faccia altre vittime, no?”, incitò allegro Kuroto, sotto gli sguardi sospetti di tutti.

 

“Kuroto, che hai in mente?”, gli domandò Kiriya dando voce ai pensieri di tutti, che non si sarebbero mai fidati completamente di lui.

 

“Che domande... ISPIRAZIONE A RAFFICA PER IL MIO PROSSIMO GIOCO!”, rise follemente l'ex direttore prima di sparire in una nube di pixel arancioni, lasciando tutti interdetti.

 

“Per favore, andiamo”, fece Inori dirigendosi di buona lena verso la porta. Voleva trovare il prima possibile quella demone, fermarla e quindi proseguire alla ricerca delle sue compagne. Prima però che la porta scorrevole si aprisse, una scarica elettrica color arancio le percorse la spalla sotto lo sguardo terrorizzato dei suoi nuovi compagni e pochi secondi dopo il suo intero corpo ne fu ricoperto. Cadde a terra urlando nuovamente, circondata da pixel arancioni, e, peggio ancora, la sua carne iniziò a diventare a tratti evanescente. Fortunatamente Emu non perse tempo a chinarsi su di lei prendendo un Gashat bianco e nero.

 

“Inori, tranquilla, ho quello che serve!”, la rassicurò attivando l'oggetto, che emise un “Mighty Action X!”, e in pochi istanti la figura di Inori tornò normale, sebbene fosse ovviamente ancora molto scossa e respirasse pesantemente.

 

“C-Cos'è successo?”, chiese la guerriera mentre Hiiro le puntava addosso uno strano attrezzo simile a uno stetoscopio, ma con la parte finale che sembrava fusa a un telecomando Wii. Lo attivò, facendo comparire a mezz'aria uno schermo olografico su cui si trovava una faccina che sembrava una versione toon di Umbrella, tutta ghignante.

 

“Quello che hai appena passato”, le spiegò il medico “è quello che succede ai nostri pazienti quando i Bugster separati da loro continuano a risucchiarne le energie. Speravo che la tua natura ti salvasse, ma è evidente che non puoi venire con noi.”

 

“R-ragazzi, per favore, devo farlo” insistette debolmente, ma Poppy scosse la testa.

 

“Inori-chan, ci dispiace, ma abbiamo già rischiato troppe volte la vita di nostri pazienti portandoli sul campo. In genere c'era un motivo dietro, ma non possiamo rischiare così un'amica, specie se la situazione è così grave.”

 

“E siamo professionisti. Sei in buone mani!”, aggiunse Emu mettendo in bella mostra il suo solito Gashat. La guerriera di Saturno era veramente onorata che la considerassero già così tanto, ma non poteva restarsene lì a guardare il bianco del soffitto.

 

“Emu, sono certa che senza poter andare su Luna spenta o su una nostra astronave, le vostre cure sono la migliore alternativa, ma possiedo questi poteri per un motivo. Difendere l'umanità e l'universo, qualsiasi universo, dagli Heartdemon e quelli come loro. E dopo la disfatta con Diablo, ho bisogno di diventare più forte che mai”, concluse stringendo i pugni in preda alla rabbia e ottenendo uno sguardo ammirato dai medici.

 

“Forse non dovremmo negare così il suo aiuto”, osservò Kiriya con un tono stranamente serio, guadagnando però un piccolo colpo sulla spalla da Poppy.

 

“Kiriya, ma che ti viene in mente?! Non possiamo far combattere una paziente!”, lo rimproverò l'amica.

 

“E chi ha parlato di farla combattere? Le diamo un modo per comunicare con noi, così può darci consigli in combattimento”, chiarì il Kamen Rider scatenando un'onda di sollievo generale. Era un tipo che tendeva a prendere le cose con leggerezza, ma, in fondo, non era affatto uno sciocco.

 

“Allora è deciso. Signorina Sasaki, noi andremo a cercare Umbrella, puoi chiamarci anche in combattimento col telefono fisso. Pediatra, tu ci raggiungerai per lo scontro, per ora resta a difendere la paziente”, ordinò Hiiro con brevità e chiarezza, ricevendo un assenso da Emu, dopodiché si diresse in cerca di Umbrella insieme ai colleghi e ai Bugster, mentre Parado si sedeva al tavolo al centro della stanza ed estraeva una consolle portatile con cui intrattenersi, rimanendo comunque sempre pronto a entrare in azione se necessario. Inori si gettò invece sbuffando sul cuscino; si sentiva così inutile e tutto solo perché una dannata Heartdemon aveva lasciato un suo pezzetto dentro di lei.


“Inori-chan, so che non sono fatti miei, ma c'è altro dietro i tuoi motivi per partecipare, vero?”, le chiese Emu sedendosi ai bordi del letto.

 

“Beh, ho tre motivi. Per quando riguarda il primo, in un'occasione sono stata rapita da Belphegor, uno dei Luogotenenti del Male Universale. Shizu e due nostre compagne sono venute a salvarmi, ma alla fine ne siamo uscite vive solo perché un'alleata dal futuro è arrivata in tempo per sconfiggere il nostro rapitore”, spiegò la Warrior con tono non poco acido.

 

“Immagino. Anch’io ho avuto i miei difficili momenti in cui non potevo combattere e mi sentivo inutile. Una volta, quando io e Parado non avevamo ancora raggiunto il nostro attuale equilibrio, sono stato inagibile e Hiiro è dovuto andare a parlare coi pazienti al mio posto, facendo l'empatico e tutto il resto.”

 

“Lui, così freddo e serio, che prova a parlare faccia a faccia con delle persone?! Sì, è educato, mi sembra, ma parlare di cose così personali?!”, chiese Inori trattenendosi dal ridere.

 

“Fidati, in tutti i nostri compagni c'è più di quanto sembra, persino in Kuroto”, rispose sorridendo Emu.

 

“Capisco bene, dovresti vedere la mia amica Martina: passa dall'urlare 'me, tapina' a menare demoni come niente! Comunque, il secondo motivo riguarda due persone, Serenitatis Moonacre ed Eufonia Digitalis.”

 

“Chi sono?”, domandò Parado curioso, alzando gli occhi dalla consolle.

 

“Eufonia sono io. Oltre a Shizu e Reiko, sono l'unica Warrior a ricordare il mio nome di quando vivevo sull'Eden. E oltre a questo so di essere stata la dama di compagnia e una delle pochissime amiche dell'altra principessa, Serenitatis appunto.”

 

“Che le successe?”, incalzò l’altro, molto incuriosito e affascinato da quel racconto.

 

“Lei era dotata di un potere oscuro dalla forza spaventosa, che le rendeva impossibile il contatto con altre persone, a parte i pochi che sopravvissero al suo primo tocco, il che includeva me, la sua famiglia e pochi altri. Sparì completamente durante la caduta dell'Eden, persino dalle nostre memorie a causa di un incantesimo. Shizu si ricordò di lei solo dopo aver risvegliato i suoi ricordi e ci mostrò un video nell'archivio di Xana. Non mi sono mai sentita così...desolata. Credo sia la parola che ci si avvicini di più.”

 

“È orribile”, si limitò a dire Emu, sconvolto da come una ragazzina fosse stata costretta a passare un simile incubo, venendo persino dimenticata. E non mancava certo di esperienza con casi di abusi (i cui responsabili erano dove meritavano di stare, fortunatamente). “E la terza?”

 

“La terza”, sorrise Inori, ripensando a uno degli ultimi meravigliosi incontri col suo futuro “si chiama Denise Thornè. Viene dal trentesimo secolo ed è...anzi, sarà mia figlia. Una bella e coraggiosa ragazza che come me fa parte di una squadra di amiche e combattenti.” La giovane guerriera si toccò istintivamente il ventre, pensando alla vita che sarebbe fiorita un giorno dentro di lei. “È anche per lei che devo combattere, per assicurare un futuro a lei e a tutte le nuove generazioni.”

 

Emu la guardò commosso e, in quel momento, rivide per un istante il giovane sé stesso nel momento in cui aveva deciso di diventare medico e tutti i bambini che aveva visto nel corso del suo lavoro, tutti pieni di vita e rivolti al futuro. Fu allora che prese la sua decisione.

 

“In tal caso, Inori-chan, se senti di combattere, fallo. Per Serenitatis, per Denise e per noi tutti io ti aiuterò!”, disse prendendo la mano della ragazza, che lo guardò raggiante e annuì ricambiando con forza la stretta. Dopodiché, il pediatra si girò verso Parado: “Tu che ne dici? Sei con noi?” L'altro sorrise e mise via la consolle.


 

“Secondo te, potrei mai perdermi l'occasione di combattere al tuo fianco? Sono preoccupato per la nostra paziente, vero, ma comprendo anch'io il suo desiderio e la sua determinazione, perciò...che stiamo aspettando? Muoviamoci!” Ed entrambi estrassero due Gashat, Emu uno rosa e Parado uno grosso il doppio e di colore rosso e blu, e li attivarono: ““Mighty Action X/Perfect Knock Out!!””, emisero i due oggetti prima di essere inseriti nei Gamer Driver dai loro Rider, che procedettero poi ad attivarli gridando insieme: ““DAI HENSHIN/HENSHIN!!””


 

“Gachan! Level Up! Mighty Jump! Mighty Kick! Mighty Action X!”, provenne dal Driver di Emu, il quale venne avvolto da una tuta rosa con strisce nere verticali e alcune protezioni verdi sugli arti, con il volto corazzato della sua precedente trasformazione a proteggergli la schiena, dei finti capelli rosa sparati e una visiera con raffigurati un paio di occhi rossi.


 

“Gachan! Mazaru Up! Akai kobushi tsuyosa! Aoi Puzzle rensa! Aka to ao no kousa! Perfect Knock Out!”, annunciò invece il Driver di Parado, generandogli intorno una robusta armatura bicolore blu e rossa sopra una tuta nera, con protezioni dorate sulle gambe, una bardatura degli stessi colori che scendeva dalla vita fino alle ginocchia, possenti spallacci e capelli finti sempre bicolore blu e rossi, la cui forma ricordava i raggi del sole.


 

“Uao...queste sarebbero le vostre trasformazioni?”, domandò Inori, scioccata.


 

Alcune delle tante, sì. Diciamo che queste sono le nostre preferite”, rispose Emu in tono orgoglioso. “Mica male, vero?”


 

“Scherzi?! Sono fighissime!”


 

*****


 

Mentre i tre suggellavano la loro amicizia, il gruppo del CR continuava la ricerca di Umbrella, sebbene fosse interrotto spesso dal dover chiamare i soccorsi per tutti i nuovi pazienti.


 

“Diamine, speravo di non vedere un altro Zero Day prima di morire”, mormorò cupo Kiriya, ritrovatosi con Hiiro in una piazza e osservando un bambino che abbracciava la madre, caduta a terra in preda ai sintomi della malattia. A differenza di Inori, per di più, i Gashat di livello 0 che usavano in genere per bloccare i sintomi non avevano neanche effetto sui nuovi infetti. L'unica possibilità era decisamente sconfiggere Umbrella.


 

“Non lo permetterò, non mentre ho la responsabilità dell'ospedale”, rispose Hiiro con voce ferma ma determinata. Suo padre, nonché direttore dell'ospedale, era fuori città e aveva lasciato le responsabilità al gruppo di Kamen Rider e a lui, in particolare, il compito di sostituirlo in quanto vicedirettore.


 

“Ehi, Hiiro, puoi dirmi quando sei cresciuto così tanto? Quel blocco di ghiaccio che conoscevo una volta avrebbe semplicemente detto che si sarebbe occupato del problema”, lo sfottò Kiriya sorridente. Per quanto stimasse l'amico, d'altronde, non si lasciava mai scappare occasioni per toccare il suo amor proprio.


 

“Medico legale, al tuo sarcasmo dico 'No Thank You'”, si limitò a commentare il chirurgo guardandosi intorno e cercando anche il minimo segno dell'Heartdemon o puntando il suo Gamer Scope ai pazienti, pensando si fosse fusa nuovamente a qualcuno di loro, ma senza risultati. Lui e Kiriya stavano per cambiare zona, quando ricevettero un messaggio da Taiga, dove diceva che l'aveva trovata in un negozio di vestiti poco lontano. Qualche minuto dopo, i due raggiunsero il cardiologo insieme a Kuroto, Poppy e un'altra ragazza. Aveva lunghi capelli neri ed era piuttosto carina, più o meno sull'età delle altre Warrior, ma si vestiva come un completo maschiaccio, con pantaloncini corti, una felpa rossa e un capello piuttosto sgargiante.


 

“Ehi, Hiiro, Poppy, Taiga mi ha detto che dobbiamo combattere una demone da un'altra dimensione e difendere una maghetta proveniente dalla stessa. Che droga si è preso? La voglio anch'io”, chiese la nuova venuta ai due medici non nascondendo allo stesso tempo incredulità e sarcasmo, facendo sbuffare il povero cardiologo. Lavorava con la ragazza da quasi due anni ormai e ancora lo faceva incavolare.


 

“Nico, te l'ho detto duecento volte, è tutto vero, non uso droghe! Comunque, è in quel negozio”, rispose lui indicando una vetrina da cui continuavano a volare vestiti di ogni genere. Hiiro si sbatté una mano in faccia alla vista.


 

“Non riesco a credere a quello che sto per dire, ma mi manca Graphite. Almeno lui era normale”, commentò ripensando a un Bugster che gli aveva dato vari problemi in passato.


 

“Su, Hiiro-kun, ci trasformiamo, la sconfiggiamo e poi potremo dormire sonni tranquilli”, provò a consolarlo Poppy prendendo un Driver piuttosto diverso da quello dei colleghi. Era infatti rettangolare e verde, con due strani pistoli da un lato e una piccola lama nell'altro, due pulsanti e uno schermo sulla parte frontale e un'entrata argentata per il suo Gashat, che premuto rilasciò un: “Tokimeki Crisis!”.


 

“Quella megera ora vedrà cosa succede a imprigionare il mio divino talento!”, ringhiò Kuroto tra i denti e prendendo un normale Gamer Driver insieme a due Gashat, uno viola e l’altro bianco, che squillarono rispettivamente: “Mighty Action X!” e “Dangerous Zombie!”.


 

“Kuroto, a questo punto l'ho imparato pure io, la priorità è la salute dei pazienti. Non fare stronzate”, gli rispose Nico ignorando bellamente la sua reazione ed estraendo una propria cartuccia, colorata di nero e verde. “Kamen Rider Chronicle!”


 

“Aspettate”, li interruppe all’improvviso Kiriya. “Non trasformatevi subito. Lasciatemi entrare per primo. Attirerò la sua attenzione e voi ne approfitterete per circondarla, dopodiché, al momento adatto, selezionerò uno Stage dove intrappolarla e da lì potremo trasformarci e darle addosso senza problemi.”


 

“Sembra un buon piano, vai pure”, concordò Taiga, lasciando che il compagno medico facesse la sua mossa.


 

“Bene, Umbrella, vediamo quanto puoi resistere al fascino di Kujo Kiriya”, disse questi scrocchiando il collo ed entrando nel negozio, dove trovò dopo pochi secondi la donna che si serviva da una quantità immensa di vestiti, prendendone in continuazione, giudicandoli con uno sguardo, mettendone alcuni dietro di lei e gettandone via altri.


 

“Bah, ma non potevo finire in Francia? Questi giapponesi non hanno la minima idea di cosa sia la moda”, commentò scontenta.


 

“È perché sei venuta nel quartiere sbagliato, già a Shinjuku trovi di meglio”, disse sarcastico Kiriya dietro di lei. Umbrella saltò immediatamente in aria puntando le mani, ora armate con globi d'energia nera, contro il Kamen Rider.


 

“Lazer, spero tu sia qui per una resa incondizionata, nel caso posso anche pensare di lasciarti vivere.”


 

“Ho di meglio, una bella offerta di alleanza”, rispose Kiriya con le mani alzate, come a provare la propria affermazione ed evidenziare la mancanza di armi, ma Umbrella non abbassò le sue di mani.


 

“Sono interessata.”


 

“Onestamente tutti gli altri Kamen Rider mi stanno trattenendo. Ho un mucchio di bei progetti, ma sono costretto a restare con loro. Poi è chiaro che Kuroto sta progettando qualcosa e non ho voglia di finire a picco con loro(1).”


 

“Quindi?”


 

“La storia della piccola Saturnus mi ha interessato molto. Anche se Diablo dovesse assorbire il potere di tutti i Kamen Rider, potrebbe sempre aver bisogno di una squadra. Se il tuo capo offre buoni benefit, potrei anche pensare di unirmi a voi.”


 

“Come posso sapere che non è una trappola?”


 

“Fammici pensare... Ah, giusto, questa È una trappola”, disse il Rider estraendo all’improvviso un Gashat giallo e inserendolo nel Driver per poi aprire una sorta di sportello sulla sua parte frontale. “Gachan! Level Up! Bakusou Dokusou Gekisou Bousou Bakusou Bike!” Una serie di proiezioni olografiche lo circondarono sbalzando indietro Umbrella e Kiriya ne calciò una, la quale si sovrappose al suo corpo e lo rivestì in una tuta Rider nera e argento con protezioni gialle su spalle, schiena e piedi e argento sulle gambe, mentre sul petto si formò il pettorale con la barra dell’energia. La testa venne racchiusa in un elmo che ricordava una specie di becco con strani spuntoni rosa sul cranio, come a ricalcare una capigliatura punk, mentre gli occhi erano azzurri.


 

“Kamen Rider Lazer Turbo, per servirti!”, esclamò girando su sé stesso e colpendo Umbrella dritto al viso con un fortissimo calcio prima che questa si riprendesse del tutto dal colpo precedente. La diavola non fu comunque molto affetta dall’attacco e tirò fuori un altro Gashat, che emise il verso “Proto Gekitotsu Robot!” una volta attivato.


 

“Un trucco così idiota… Non so come ho fatto a cascarci per più di cinque secondi”, disse acida inserendosi la cartuccia nella pelle e ottenendo due braccia robotiche rosse e spallacci. Si gettò quindi contro Kiriya, il quale evocò due minifalci dalla lama ondulata rosa, con decorazioni gialle e l'impugnatura nera, e iniziò un rapido corpo a corpo con lei dove, malgrado la maggiore potenza sprigionata dalla demone, lui manteneva comunque un certo vantaggio grazie a velocità ed esperienza, contrattaccando facilmente e mantenendo le distanze giuste per attirarla fuori.


 

“Già, è proprio un trucco idiota, ma ha funzionato più e più volte. Il punto è che bisogna dire o fare quello che voi volete sentirvi dire o fareste”, sghignazzò il coroner spingendo finalmente l’avversaria all’esterno dell’edificio e attivando quindi uno Stage, che si materializzò sotto forma di Colosseo dell'antica Roma (decorato grazie al potere dei Gashat da varie piattaforme, scrigni e monete colorate in aria) attorno ad entrambi, ai quali si aggiunsero pure gli altri compagni di Lazer. E tutti non persero tempo prima di attivare i loro Driver.


 

“HENSHIN!”, ruggirono in coro, venendo avvolti da folgori di luce e schermate olografiche, lasciando al loro posto possenti figure in armatura...o quasi.

Hiiro aveva ottenuto una tuta celeste con maniche bianche sormontate da pezzi di corazza e un pettorale identico a quello della sua forma precedente, da cui sembrava aver mantenuto anche l'elmo, seppur di dimensioni normali, e il volto, ora tenuto sulla schiena. In mano teneva una spada che sembrava avvolta da una fiamma di plastica (o qualsiasi materiale fosse) e sulla cui elsa si trovavano due bottoni con rispettivamente A e B. "Kamen Rider Brave, Livello 2."


 

Anche Taiga aveva mantenuto l'elmo con dimensioni ridotte e il pettorale, oltre che l'arma. La sua tuta era gialla e blu e ora possedeva pure una mantella gialla come ulteriore decorazione. "Kamen Rider Snipe, Livello 2!"


 

Kuroto aveva l'aspetto più macabro di tutti. La sua trasformazione era un contrasto di tuta nera e corazza bianca, che lo ricopriva quasi totalmente e sembrava raffigurare in maniera approssimativa uno scheletro con spuntoni e pistoni, oltre che due occhi di colore diverso, uno rosso e uno azzurro, dall'aria inquietante, e aveva capelli finiti identici a quelli di Ex-Aid, ma bianchi e neri. Aveva in mano anche il martello del medesimo Rider. "Kamen Rider Genm, Livello X-0!"


 

Poppy sembrava indossare una versione corazzata del suo classico outfit. Tuta nera sormontata da protezioni rosa su gambe e braccia, spalliere decorate con un cuore e una corazza gialla che si divideva in tre sezioni sotto il Driver. L'elmo rappresentava i suoi capelli in forma metallica con un fermaglio a forma di stella, aveva degli occhi da cartoni animato rossi, ma non portava armi. "Kamen Rider Poppy!"


 

Il nuovo aspetto di Nico consisteva in pezzi di corazza marrone e beige sopra una tuta nera decorata con strisce bianche, mentre gli occhi erano due semplici puntini bianchi. In compenso sembrava che la giovane assistente medica l'avesse decorata con alcuni adesivi brillanti, il suo stesso cappello sull'elmo e addirittura lo zaino. Impugnava una spada corta. "E la mitica Gamer prodigio, N!"


 

Ora armati e pronti, il gruppo si lanciò contro Umbrella senza alcuna intenzione di trattenersi e in breve la chiusero in un cerchio di colpi micidiali.

“Umbrella, annulla subito il controllo che hai sugli infetti o te la vedrai molto più brutta di quanto tu non stia già facendo!”, le intimò poi Taiga, sparando con incredibile precisione e rapidità. Umbrella, dal canto suo, era impegnata già a schivare continuamente i fendenti di Hiiro, i pugni di Poppy e le martellate di Kuroto e finì per essere colpita diverse volte dai suoi proiettili, ma nessuno di essi la ferì in modo serio.


 

Alla fine, la guerriera infernale riuscì per un istante a sbarazzarsi di loro sprigionando un'onda di energia oscura a 360°. Finalmente libera, fece comparire due Gashat nelle sue mani, entrambi di un colore nero opaco a differenza di quelli multicolore dei Rider, e li assorbì dopo averli attivati, i nomi dei vari giochi che squillavano l'uno dopo l'altro mentre sparivano nel suo corpo: ““Proto Jet Combat/Proto Drago Knight Hunter Z!!””


 

“Oh, preparatevi, team Ex-Aid. Preferirete di gran lunga essere periti per mano di Dan Masamune!”, sibilò ricoprendosi di pixel neri, che la cambiavano continuamente a un ritmo accelerato sotto lo sguardo dei propri avversari, i quali cominciavano a temere di aver sottovalutato la loro avversaria. A trasformazione conclusa, Umbrella aveva ottenuto un altro paio di braccia per un totale di quattro, quelle superiori erano armate con una spada sulla destra e un fucile sulla sinistra, mentre le inferiori erano entrambe armate con delle mitragliatrici gatling, la pelle era diventata squamata come quella di un drago e le erano spuntate dalla schiena due ali identiche a quelle di un jet. Il potere che ora emanava era immenso.


 

Prima che i Rider potessero reagire, Umbrella si spostò a tale velocità in mezzo a loro che parve letteralmente teletrasportarsi e ruotò su sé stessa per colpirli tutti con la sua spada, scagliandoli via. Si voltò poi verso Hiiro e Poppy e si scagliò su di loro ingaggiandoli in un feroce corpo a corpo, impattando la sua lama contro quella di Brave e i pugni di Poppy, mentre, allo stesso tempo, sparava col fucile una serie di colpi in direzione di Kuroto, Taiga e Nico costringendoli a rimanere a distanza.


 

Taiga allora iniziò a sparare i propri proiettili contro quelli della nemica, bloccando il suo fuoco e coprendo Kuroto e Nico che poterono così avvicinarsi a lei e supportare i loro compagni; anche insieme, tuttavia, i quattro non riuscirono a sopraffare Umbrella, la quale prese a deviare i colpi di Snipe contro gli altri Rider per costringerli a retrocedere. A quel punto, la demone si alzò in volo e sparò due rapidissime raffiche dalle sue gatling sugli avversari, crivellandoli letteralmente di proiettili e gettandoli a terra, feriti e indeboliti.


 

“Ahahahah! Ma come? Tutto qui quello che avete da offrire, Kamen Riders?”, domandò beffarda Umbrella. “Spero che mi stiate sottovalutando e che questo non sia il meglio che sapete fare, altrimenti la vostra sconfitta sarà una vera noia!”

In tutta risposta, Hiiro e Taiga presero un altro Gashat a testa, ben più grossi degli altri e di colore rosso, consapevoli che la loro avversaria ora avrebbe richiesto molta più potenza di fuoco. ““Taddle Fantasy/Bang Bang Simulation!!””, suonarono le cartucce una volta attivate.


 

“Procedere col livello 50”, disse Hiiro inserendo il Gashat nel Driver e attivandolo. “Gachan! Dual Up! Tadoru Meguru RPG! Tad~dle Fan~tasy!”, provenne dalla cintura e una sorta di spirito oscuro che indossava un’armatura fucsia e blu sopra cui era raffigurato un volto demoniaco apparve sopra al Rider, gli girò intorno una volta e poi si fuse con lui. Quando svanì, Brave portava ora quell’armatura sulla parte superiore del busto e un nuovo elmo con gli stessi colori e un paio di corna rivolte all’indietro; alle sue spalle, inoltre, ondeggiava al vento un lungo mantello nero.


 

“Tattica: livello 50”, disse invece Taiga prima di inserire il proprio Gashat nel Driver e attivarlo. “Gachan! Dual Up! Scramble da! Shutsugeki Hasshin! Bang Bang Simulations! Hasshin!”, risuonò nell’aria, mentre sopra di lui si formava una specie di nave da guerra corazzata in miniatura, che si divise in seguito in numerosi pezzi che si agganciarono al suo corpo. Alla fine del processo, guanti, spalliere e pettorale di Snipe erano tutti pesantemente corazzati e armati di innumerevoli cannoni e il suo elmo aveva una decorazione simile al cappello di un capitano della marina.


 

“Attenta a quello che desideri!”, la rimbeccò il Rider puntando tutti i suoi cannoni contro di lei e facendo fuoco a volontà. La demone prese a schivarli tutti, volando con notevole agilità, ma si trovò inaspettatamente davanti Hiiro e dovette usare la propria spada per bloccare quella di Brave.


 

“Puoi volare?!”, esclamò Umbrella, colta di sorpresa.


 

“Pessima mossa”, commentò invece Hiiro spingendo la sua lama su quella dell’avversaria. Questa non fece in tempo a comprendere cosa intendesse che una serie di cannonate di Taiga la colpirono in pieno su tutto il corpo, facendola barcollare e indebolendola.


 

-Mi ha costretto a fermarmi a mezz’aria per permettere a Snipe di colpirmi! Ma così facendo anche lui-- Il suo pensiero si bloccò nel momento in cui vide il mantello di Hiiro animarsi da solo e muoversi per intercettare ogni colpo diretto verso di lui. Incredibilmente nessun proiettile riuscì a danneggiare l’indumento del Rider. -Dannato Brave! Avevano previsto tutto! Bastardi!-


 

Hiiro approfittò di quell’apertura per colpire Umbrella all’addome con il palmo sinistro, dal quale partì all’impatto un’onda di energia telecinetica oscura che scagliò la demone al suolo. Quando lei provò poi a rialzarsi, Kuroto e Kiriya le furono subito addosso, aggredendola con una serie di falciate e martellate che stordirono ulteriormente la nemica e permisero a Poppy e Nico di concludere l’assalto combinato con un pugno/fendente simultaneo, che spedirono la nemica contro la parete del Colosseo, incrinandola per la forza dell’impatto.


 

“Credo che l’unica che ci stia sottovalutando qui sia tu, bellezza”, fece Kiriya roteando i falcetti. “Non abbiamo certo vinto le nostre battaglie per pura fortuna, credevo che i tuoi superiori te l’avessero detto prima di spedirti da noi.” Per tutta risposta, la demone sbuffò sprezzante.

 

“Riconosco il vostro valore e la vostra forza. Non c’è dubbio che siate individui potenti… Ma non illudetevi! Non avete visto ancora niente di cosa sono davvero capace di fare!”, lo rimbeccò Umbrella muovendo le braccia per creare stavolta lei una potente serie di onde d'urto telecinetiche che devastarono il campo di battaglia e sbalzarono via i Rider. A quel punto, sollevò la mano destra e i tre Gashat che aveva assorbito fino a quel momento comparvero sopra il suo palmo, mentre il suo corpo tornava alle sembianze originali. Le tre cartucce, tuttavia, ora erano avvolte in una cupa aura oscura, tanto densa da sembrare una nube. “Devo ringraziarvi, sapete? Combattendo con voi ho finalmente appreso appieno il potere dei vostri Gashat. Finalmente…posso fare questo!”

 

Le tre cartucce brillarono per un istante di una luce nero-violacea, per poi mutare in tre nuove versioni, contorte e corrotte dal potere demoniaco, che risuonarono: “““Proto Destructor Robot/Proto Hell Jet Fighter/Proto Drago Carnage Z!!!””” Subito dopo, i tre Gashat ripenetrarono all’interno del corpo della donna, la quale mutò in modo completamente diverso da prima: ora una corazza cibernetica nera proteggeva il suo busto, un enorme braccio robotico con tre dita artigliate simili ad enormi tenaglie sostituiva il suo braccio destro, mentre il sinistro impugnava una lunga spada dalla lama rossa.

 

Dalla schiena le spuntavano due ali da jet, entrambe armate di due mitragliatrici gatling, e aveva le gambe racchiuse in un paio di stivali corazzati dotati di grossi spuntoni acuminati e rivolti verso l’esterno, ma la cosa più terrificante era che ora alle sue spalle stava un’enorme ombra che ricordava per forma un drago alato dal corpo umanoide, con le braccia armate della spada e del fucile che lei portava in precedenza e per occhi un paio di luminosi globi rosso fuoco. L’essere oscuro nasceva da sotto la suola dei suoi stivali, come se fosse stata la sua stessa ombra che aveva preso nuova vita e forma, e si muoveva indipendentemente da lei, ringhiando e soffiando contro il gruppo di Rider.

 

“E questo…che diavolo è?!”, chiese Taiga, sconvolto quanto il resto dei Rider, anche se quella sorpresa fu nulla rispetto alla rabbia che scaturì da Kuroto l’istante immediatamente successivo.

 

“TU DANNATA STREGA! COME OSI CORROMPERE COSÌ I MIEI GASHAT?! COME OSI TRASFORMARLI IN CIO' CHE NON SONO?! IN ALTRI MISERABILI GIOCHI?! TU SPUTI SUL MIO GENIO!” E si scagliò sulla demone cercando di colpirla con il suo martello, ma prima che potesse anche solo toccarla, il drago ombra lo intercettò con la sua spada per poi disarmarlo con una torsione del braccio e sbatterlo via con un’artigliata stavolta della zampa sinistra. Subito dopo, tutti i Rider si scagliarono all’attacco, ma Umbrella puntò le sue gatling su di loro e scaricò una raffica di proiettili sul gruppo, insieme ai colpi energetici provenienti dal fucile del suo drago ombra, respingendoli indietro.

 

“Finora abbiamo solo giocato”, disse beffarda. “Adesso si comincia a combattere sul serio, Kamen Riders!”

 

“Allora non ti dispiace se anche noi ci uniamo alla partita, vero?” Quella frase fu seguita dal volo di una serie di proiettili energetici contro Umbrella, la quale però non ne fu affetta in quanto vennero subito fermati dal suo drago d'ombra. Avendo riconosciuto quella voce, Hiiro sospirò sollevato prima di voltarsi.

 

“Alla buon’ora, pediatra. Ora...EH?!”, gridò improvvisamente insieme agli altri quando si accorsero che oltre a Parado ed Emu, già trasformati, c'era anche Inori.

 

“Ehm, scusatemi, ragazzi, ma non ho sentito di avere il diritto di escluderla da questa battaglia”, spiegò Emu con fare imbarazzato.

 

“Emu, è una nostra paziente ed è malata! Non puoi farla combattere!”, gli gridò contro Poppy, mentre Umbrella guardava divertita il quadretto.

 

“Sul serio? Sapevi che da soli non avreste avuto alcuna speranza contro di me e così ti sei portato dietro un'infetta come supporto? Molto coraggioso per chi è supposto essere un difensore della giustizia…o dovrei dire molto crudele?”, commentò ridendo, mentre Inori si faceva avanti.

 

“Se credi che permetterò a qualcosa di così stupido come una malattia mortale di impedirmi di prenderti a calci, ti sbagli di grosso! Saturnis patrem spiritus, Mihi virtutem tuam!”, esclamò avvolgendosi di luce verde e riemergendone ancora una volta col suo completo da guerriera. “Sono la figlia di Saturno, e verrai mondata nel nome del padre della rigenerazione!”, concluse formando grandi schegge metalliche nelle mani e sparandole a raffica contro Umbrella, che lasciò di nuovo la difesa alla sua bestia oscura prima di rispondere al fuoco con le sue armi da lunga distanza, ma queste vennero a loro volta respinte da Emu e Parado, i quali impugnavano rispettivamente una lunga spada dalla lama rosa e un’ascia rossa e blu.

 

“Ben detto, Inori! Ora ti mostreremo cosa possono fare umani e Bugster quando lavorano insieme!” Detto questo, Emu premette un pulsante sul suo Driver, facendo risuonare uno: “Stage Select!” e causando un nuovo cambio del terreno di scontro: il Colosseo lasciò il posto ad una grande cantiere edile, pieno di cumuli di materiali da costruzione, sbarre e lastre di metallo e anche alcune ruspe e altre macchine simili. “Mi hai detto che il tuo potere è legato al magnetismo e ai metalli, giusto, Inori-chan? Qui ne troverai in abbondanza!”

 

“Grazie davvero, Emu, vedrò di non deluderti!”, replicò la giovanissima Warrior creando onde magnetiche per sollevare numerose travi di metallo in aria.

 

“Heh, pare che la nostra paziente sia una tipa tosta, malgrado l’età”, commentò Kiriya, più divertito che preoccupato o irritato dalla presenza imprevista di Inori. “In tal caso, da buon medico, dico che ha tutto il diritto di combattere chi le ha fatto questo!” E sollevato un nuovo Gashat grigio e nero, lo attivò al suono: “Proto Giri Giri Chambara!” per poi inserirlo nel Driver.

“Gachan! Level Up! A Gacha! Giri-Giri-Giri-Giri Chambara!” Una pesante armatura argentea, di fattura vagamente orientale, si materializzò intorno al suo corpo, formando grossi spallacci, bracciali, gambali e uno spesso busto intorno alla sua tuta gialla, rendendolo simile ad un guerriero a metà tra un gladiatore ed un samurai. Rigirandosi poi i due falcetti tra le mani, si rimise in posizione di combattimento: “Diamoci da fare!”

 

“Ben detto! Preparati, Umbrella! Completeremo questo gioco senza usare Continue!”, fece invece Emu per incoraggiare a sua volta i propri compagni, prendendo intanto un grosso Gashat nero, oro e rosa, il cui dorso ricordava proprio il suo elmo. “Maximum Mighty X!”, provenne dall’oggetto una volta attivato, ed Emu lo inserì nel Driver per poi aprirlo e premere il dorso del Gashat.

“Maximum Gashat! Gachan! Level Max! Saidaikyuu no Powerful Body! Dariragan! Dagozuban!” Attorno a lui si materializzò una strana armatura raffigurante il suo volto sul pettorale, da cui in seguito fuoriuscirono possenti arti meccanici che la resero così analoga ad un enorme robot che il Rider manovrava dall’interno.

 

“A questo punto non ha senso lamentarsi. Per il bene della nostra paziente, sarà bene comunque finire in fretta”, dichiarò sorprendentemente Hiiro mentre estraeva il Gashat Taddle Fantasy e ne prendeva un altro, più piccolo ma emanante un’aura molto più intensa, di colore bianco e oro, che si attivò con un: “Taddle Legacy!”. “Procedere col livello 100”, dichiarò prima di inserirlo nel Driver.

“Gachan! Level Up! Tadoru Rekishi! Mezameru Kishi! Taddle Leg~acy!” L’armatura oscura svanì, mentre un nuovo spirito, molto simile al precedente ma composto di pura luce e indossante un’armatura bianca e oro dai tratti quasi angelici, emergeva dalla sua cintura, compiva un giro intorno a lui e infine si fondeva col suo corpo. Brave riapparve così corazzato con quella stessa armatura su braccia e busto, un nuovo elmo con decorazioni anch’esse oro e bianche e un lungo mantello stavolta bianco pendente dalle sue spalle. L’aura bianco-dorata dello spirito ora pareva quasi avvolgerlo e lo rendeva simile ad un eroe di un fantasy medioevale.

 

Completate quelle trasformazioni, ad un cenno silenzioso e invisibile, tutti i Rider si lanciarono fianco a fianco contro Umbrella, prendendo ad attaccarla da ogni lato possibile con armi o varie tecniche d'arti marziali cui ormai poteva contrattaccare a malapena. Inori (che era sicura che, in circostanze più calme, si sarebbe messa a sbavare per la tamarraggine di quelle trasformazioni) si unì a loro dalla lunga distanza, creando varie armi metalliche o sollevando qualunque oggetto metallico vicino e lanciandoli contro l'avversaria. La donna schioccò le labbra, infastidita da tutti quei nemici, e si allontanò con un balzo prima di essere sopraffatta dal loro numero.

 

“Vi piace il gioco duro, eh, team Ex-Aid? E va bene, giochiamo duro!”, ringhiò prima di espandere a dismisura la sua aura malvagia. Pochi secondi dopo, altre due ombre si estesero da sotto i suoi piedi e, alzatesi in aria, formarono altrettanti draghi oscuri identici al primo, che si misero a difesa della loro padrona. A quel punto, i due schieramenti ripartirono all’attacco e si divisero istintivamente non appena arrivarono gli uni davanti agli altri: Emu e Parado ingaggiarono in un duro corpo a corpo due dei draghi oscuri, Kuroto, Poppy e Nico affrontarono il terzo e Hiiro e Kiriya impegnarono invece Umbrella stessa in combattimento ravvicinato, mentre Taiga e Inori, rimasti a distanza, scagliavano o sparavano tutto ciò che avevano ora contro i draghi ora contro la nemica per supportare i compagni.

 

Una serie di armi metalliche scagliate da Inori venne respinta da una scarica di energia prodotta dal furore di Umbrella, ma Poppy afferrò al volo una di esse, una lunga alabarda, e la utilizzò con notevole abilità contro il drago che aveva davanti. Accanto a lei, Kuroto assaliva la creatura a mani nude con uno stile di combattimento barcollante e violento, a metà tra il cosiddetto stile del “pugno dell’ubriaco” e i movimenti di uno zombie, che seppur insolito riusciva spesso a cogliere di sorpresa il nemico grazie alle mosse imprevedibili e irregolari, mentre Nico saltava tra i vari componenti del cantiere e, da esperta giocatrice, prendeva le varie monete di power up sparse, usandole per potenziarsi e attaccare così il drago con potenti colpi a sorpresa.

Intanto anche Emu e Parado stavano tenendo egregiamente testa ai loro draghi, il primo grazie alla stazza e alla potenza della sua nuova armatura e il secondo grazie alla sua arma e alla sua incredibile rapidità e agilità. Inoltre, i due sfoggiavano un perfetto gioco di squadra, spesso incrociandosi e scambiandosi i nemici o attaccandoli con colpi combinati che sbalzavano via i due mostri e danneggiavano fortemente i loro corpi; questi si rigeneravano ogni volta, ma diventavano sempre più prevedibili e lenti per i due esperti guerrieri e dunque la loro sconfitta sembrava ormai solo questione di tempo.

 

Da lontano, Taiga sfruttava ogni apertura data dai due per investire i draghi con un potente fuoco d’assalto, rendendoli ancora più vulnerabili alla successiva offensiva del duo Kamen Rider/Bugster. Similmente, Inori non smetteva di attaccare con vari oggetti metallici Umbrella, la quale era nel contempo attaccata a corta distanza da Hiiro e Kiriya e faticava visibilmente a difendersi dalla tripla offensiva, soprattutto dopo che i nuovi power up dei due Rider li avevano dotati di un’incredibile forza e velocità. Hiiro, in particolare, forte del suo massimo livello di potenza, la assaliva con rapidi e precisi colpi della sua spada, avvolgendola ora nelle fiamme ora nel ghiaccio per impedire alla nemica di adeguarsi ai suoi attacchi e renderli sempre più difficili da respingere; allo stesso tempo, il mantello di Brave difendeva sia lui che Lazer con ancora più efficacia del precedente sia dai colpi di Umbrella sia da quelli di Inori, permettendole di supportare i suoi nuovi compagni senza pericolo di coinvolgerli.

Alla fine, l’offensiva combinata di Rider, Bugster e Warrior ebbe la meglio sul quartetto di avversari: il pugno di Emu e l’ascia di Parado scagliarono indietro con un doppio colpo i draghi davanti a loro, mandandoli a sbattere su quello affrontato da Kuroto, Poppy e Nico e facendoli rovinare tutti e tre intorno ad Umbrella, proprio mentre questa subiva un fendente di Hiiro in pieno petto e crollava a terra a sua volta. Subito dopo, una raffica di spari e metallo da Inori e Taiga li investì con tanta violenza da scatenare un’esplosione.

 

“L’abbiamo battuta?”, domandò allora Nico.

 

“Conoscendo l'infinita testardaggine dei nostri soliti avversari... No”, rispose Kiriya quando infine Umbrella si rialzò dal polverone, con multiple ferite sanguinanti e l’armatura incrinata in più punti ma ancora perfettamente viva. E parecchio furiosa.

 

“Voi…maledetti umani! Pensate davvero di sconfiggere me?! La potente Umbrella?! ABBASSATE LA CRESTA!”, ruggì mentre un’aura negativa eruttava dal suo corpo e formava una colonna di luce nero pece. Nel giro di qualche secondo, l’aura prese a muoversi e si divise stavolta in cinque draghi oscuri, più feroci che mai.

 

“…Ditemi che è uno scherzo”, borbottò sarcastico Taiga. Proprio quando sembrava che la loro nemica fosse sconfitta, eccola tornare più potente che mai. “Perché coi cattivi deve essere sempre così?! Perché per una buona volta non possono accettare la sconfitta e starsene a terra?!”, concluse ammutolendo per un attimo Umbrella. Il volto dell'Heartdemon fu per un attimo totalmente piatto, prima che la bocca si allargasse in un'espressione di pura rabbia ulteriormente enfatizzata dai denti, come una bestia ferita.

 

“Accettare la sconfitta, Snipe?! Accettare…DI SPARIRE PER SEMPRE?! COME LA SPAZZATURA CHE MI HANNO DEFINITO ESSERE?! MAI!”, urlò in preda a una furia quasi cieca, ma prima che potesse attaccare, delle strane scariche elettriche presero a fuoriuscire dal suo corpo e lei crollò in ginocchio, mentre i draghi svanivano nel nulla. “Maledizione! Non mi basta ancora questo potere, eh?”

 

“Che succede? Che cosa volevi dire con quelle parole?”, domandò Emu, confuso da quell’insolito sviluppo degli eventi.

 

“Come pensi che sia nata, Ex-Aid?”, chiese Umbrella con un sorrisetto per una volta più amaro che beffardo. “Io e i miei fratelli siamo stati creati da Lord Astaroth assemblando un numero enorme di altri demoni e componenti varie del mondo di voi Kamen Riders, allo scopo di realizzare dei perfetti organismi capaci di assorbire i poteri vostri e dei vostri nemici e potervi così rimpiazzare. Eravamo letteralmente il progetto di un esercito invincibile per l’oscurità… Ma ci siamo rivelati un fallimento. Nonostante tutti i metodi adottati per stabilizzare i nostri corpi e renderci perfetti, quasi noi tutti abbiamo finito per risultare degli esseri instabili e incompleti, dai poteri imperfetti e la durata vitale breve. Tutti…eccetto Diablo.” La sua voce si riempì di un misto di veleno, rabbia e…delusione? “Solo lui era vero. Era completo. E così, in un istante, lui è diventato il figlio prediletto, l’unico che poteva vivere quanto voleva e assorbire alla perfezione i poteri dei Rider, e così il progetto del nostro signore si è trasformato da un esercito di superdemoni…ad un UNICO soldato perfetto! L’UNICO che poteva e AVREBBE ASSORBITO i poteri della Croce di Fuoco e sarebbe diventato così il suo campione contro la luce! E noi altri invece…SIAMO DIVENTATI SOLO SCARTI! SPAZZATURA come ci hanno definito gli altri demoni! SPAZZATURA alla quale è stata concessa una breve vita, una vita destinata a finire tra pochi giorni nella quale l’unica cosa che possiamo fare è eliminare voi e prendere i vostri poteri, dimostrando così che il nostro signore…NOSTRO PADRE si sbagliava a considerarci dei fallimenti e ottenere da lui una nuova vita, una vita vera!”

 

Tutti i Rider rimasero sconvolti a quelle parole. Avevano già avuto a che fare con malvagi che sfruttavano gli altri per i loro scopi, ma questo andava ben oltre. Astaroth non era solo il loro signore, era praticamente loro padre: lui aveva creato Umbrella e gli altri demoni come lei, l’aveva fatto per uno scopo…eppure, appena si era reso conto che non erano come Diablo, li aveva scartati tutti senza battere ciglio dandogli un unico ordine da portare a termine se volevano continuare a vivere, pena la morte eterna in caso di fallimento. Anche Inori, malgrado il male causato dalla demone, non poté non sentire un moto di pietà verso di lei e sentì chiaramente il cuore stringersi in petto.

 

-Questo non è giusto…nemmeno per un demone! Non c’è niente di giusto in tutto questo!- pensò.

 

“Ma io lo so che mente.” Quelle parole li sorpresero e interruppero i pensieri di Inori. L’espressione di Umbrella era più terrificante che mai. “Lord Astaroth è il Signore dell’Oscurità, lui non dispensa simili favori ai fallimenti, non per così poco… I miei fratelli probabilmente lo ignorano, ma io l’ho compreso: non c’è alcuna vera vita in attesa per noi. Siamo qui solo per eliminare voi Kamen Rider e Warrior Planet, prendere i poteri dei primi e…infine darli a quel MALEDETTO DIABLO! POI NIENTE IMPEDIRÀ AL NOSTRO SIGNORE DI LASCIARCI MORIRE! SIAMO SOLO DEI SEMPLICI FATTORINI USA E GETTA! VENUTI AL MONDO SOLO PER RENDERCI UTILI UN’UNICA DANNATA VOLTA E POI MORIRE IN SILENZIO!” Per stupore di tutti, delle lacrime presero a sgorgare dai suoi occhi, tuttavia l'Heartdemon sembrava solo più furiosa di prima e si rialzò, mentre la sua aura cresceva di nuovo. “Per questo, io non mi limiterò a distruggere voi. Prenderò i vostri poteri e poi troverò Diablo e a quel punto, userò tutta quella potenza per eliminarlo e prendermi il SUO potere! Allora sarò IO perfetta e avrò dimostrato a Lord Astaroth che si sbagliava! Che quel maledetto in realtà non ha niente di speciale e che SOLO IO merito la mia nuova vita e di essere la sua nuova campionessa! E a quel punto, la Croce di Fuoco e il suo incommensurabile potere potranno essere MIEI! SOLO MIEI!” E concluse con una risata agghiacciante e uno schiocco di dita. Un istante dopo, Inori sentì un tremendo dolore al petto e si accasciò a terra, respirando affannosamente e venendo subito circondata dagli altri.

 

“Inori-chan?! Che ti succede?”, domandò Emu, ma a rispondergli fu Kuroto, il quale, come Poppy, Kiriya e Parado, percepiva chiaramente i cambiamenti nella giovane grazie alla sua natura Bugster:

 

“Umbrella ha accelerato l’infezione nel suo corpo. Però così rapidamente… Non dovrebbe essere possibile!”

 

“L’hai dimenticato, Genm? Io non sono una Bugster come voi. Il mio virus non è così semplice come quello della vostra comune Malattia dei Videogiochi!”, fece beffarda Umbrella. “E per vostra informazione, anche i vostri altri pazienti stanno peggiorando velocemente! Avere infettato così tante persone ha indebolito i miei poteri e accorciato la mia durata vitale attuale, ma ne è valsa la pena!”, rivelò con una risata sconvolgendo il gruppo di medici.

 

“Non farlo, ti prego!”, urlò Emu tendendole una mano. “Quello che ti è successo e ti hanno fatto non è giusto, è vero! Ma non fare a degli innocenti del male per avere la tua rivalsa! Nemmeno quello è giusto!”

 

“Oh, sul serio, Ex-Aid? Provi pietà e tristezza per me? Stai cercando di farmi vedere che sto sbagliando a reagire così? Ma che carino! Hai un cuore davvero nobile, sai? Mi piace molto…”, disse Umbrella in tono provocatorio e mordendosi un’unghia con fare sensuale. “…ma stai sbagliando: io non lo faccio solo per raggiungere il mio scopo. Io sono e rimango comunque un demone, una creatura delle tenebre, e come tale amo troppo la sofferenza altrui! Soprattutto di voi fragili umani!” Rise ancora aumentando la rabbia dei suoi avversari, in particolare di Poppy. Per quanto i Bugster fossero stati spietati nei confronti degli umani, che temevano anche più di quanto fossero temuti da loro, non avevano mai superato certi limiti.

 

Anche quando avevano creato “Kamen Rider Chronicle”, non avevano mai davvero tratto piacere dalle sofferenze o dalla morte dei giocatori.E come Graphite e Parado le avevano dimostrato, almeno i Bugster tenevano ai loro compagni.

 

“Sei…un mostro”, mormorò disgustata, la pietà di poco prima completamente scomparsa.

 

“Grazie, tesoro, ognuno fa del suo meglio!”, ribatté Umbrella per poi farsi molto seria. “Ora fate come vi dico: voi due, ragazzina e Genm, venite avanti!” Indicò Nico e Kuroto, sorprendendoli.

 

“Noi?! E perché?”, chiese Nico indicandosi, sorpresa che non avesse invece indicato Emu o Hiiro, mentre Kuroto sbuffava sprezzante.

 

“E tu credi che io, il grande Dan Kuroto Shin, obbedirò ad un difetto di produzione come te?! Io sono-” Il ringhio di Umbrella, seguito da un’emanazione di potere abbastanza forte da incrinare il terreno sotto di lei, gli impedirono di proseguire.

 

“Tieni a freno la lingua, misero mucchio di boriosi dati informatici! O giuro che farò sembrare il vostro Zero Day solo un evento ricreativo per bambini! Ora OBBEDITE! SUBITO! OPPURE…!” E strinse le dita della mano sinistra, causando ancora più sofferenza ad Inori e probabilmente anche agli altri infetti.

 

“NON OSARE-” La protesta di Kuroto venne sventata da Nico, la quale lo afferrò per un braccio e iniziò a trascinarlo con sé in avanti. “Che cosa fai?! LASCIAMI SUBITO!”

 

“Cosa fai, stupida?! Non andare! Non possiamo fidarci!”, protestò Taiga facendo per seguire la sua protetta, ma Umbrella lo fermò alzando l’altro braccio.

 

“Fermo, Snipe! O pagheranno degli innocenti per le vostre azioni”, disse ghignando. Taiga e gli altri poterono solo digrignare i denti in risposta.

 

“Ecco fatto. Così va bene?”, fece Nico fermandosi ad alcuni metri di distanza da Umbrella, sempre tenendo il recalcitrante e lamentoso Kuroto per il braccio.

 

“Assolutamente sì. Sei proprio una brava bambina.”

 

“E ora? Cos’è che vuoi da noi?”

 

“Oh, voglio solo una cosa, non preoccuparti. Anzi due.” In un istante, Umbrella scomparve in un mare di particelle nere simili a pixel che penetrarono nei Driver di Nico e Kuroto con tanta rapidità da non permettergli nemmeno di reagire; subito dopo, una violenta scarica elettrica pervase entrambi facendoli crollare a terra e sciogliendo le loro trasformazioni in Rider.

 

“Kuroto! Nico-chan!”, urlò Emu, ma prima che lui o uno degli altri potesse intervenire, i pixel di Umbrella riemersero dai loro Driver e riformarono la sua figura a breve distanza: “Bastarda! Cosa gli hai fatto?!”, urlò il Kamen Rider mandando a quel paese le sue proverbiali buone maniere.

 

“Niente di particolare. Mi sono solo presa quello che mi serviva.” E mostrò nelle sue mani due Gashat, uno bianco e l’altro verde, fin troppo familiari. I Rider impallidirono nel vederli, mentre l’aura demoniaca della donna li avvolgeva e mutava proprio come aveva fatto con i precedenti. “Il Gashat che una volta garantì l’immortalità e il livello di potere indefinito X e il Gashat contenente i dati dei nemici più potenti mai affrontati dal vostro team, compreso Kamen Rider Cronus”, mormorò sorridendo malevola. “Una volta modificati e corrotti con la mia energia…immaginate…Quanto potere potrò ricavare da essi!” E li attivò per poi assorbirli nel suo corpo: ““Demonic Zombie/Kamen Rider Dark Chronicle!!””

In un vortice di aura oscura, il corpo di Umbrella mutò radicalmente: la sua armatura divenne più leggera, lasciando scoperti fianchi e stomaco, mentre le crebbero degli spallacci provvisti di aculei, una spina dorsale corazzata in acciaio e dei bracciali dotati di una lama rivolta all’indietro; la parte inferiore del suo corpo divenne più scheletrica e i gambali si fusero con le gambe creando come un esoscheletro su di esse. Una lunga gonna nera e lacerata in più parti le si formò intorno alla vita e la pelle ancora visibile sul suo corpo, tra le fessure dell’armatura, sembrò divenire grigia e secca, come se fosse morta, mentre i suoi capelli si allungavano fino a formare una chioma striata di nero e bianco lunga fino ai polpacci e sul volto le si formava una mezza maschera rossa scura ricordante un volto diabolico. Infine, una cintura con una grossa fibbia a forma di teschio e i cui occhi assomigliavano a due pulsanti di colore viola le si formò intorno alla vita. Il potere di Umbrella esplose quindi con devastante violenza appena la trasformazione si completò.

 

“HAHAHAHAH! Sì, finalmente! Ecco il potere superiore che cercavo!” Numerose scariche elettriche la circondarono arrecandole apparentemente dolore, ma stavolta le ignorò. “Mi sento come se il mio corpo potesse andare in pezzi da un momento all’altro, ma non m’importa! Sopravvivrò quel tanto che basterà a distruggere voi e poi Diablo! Allora potrò vivere per sempre!” Diversi pilastri di metallo, però, le caddero addosso dall’alto, zittendola.

 

“…S-Silenzio, maledetta demone…!”, disse Inori, sfiancata e debole ma ancora combattiva. “Non riuscirai comunque a-a batterci! G-Giusto, Emu?”

 

“Giustissimo! Ora preparati a pagare per quello che hai fatto ai miei compagni!” Mentre Poppy rimaneva indietro per aiutare Kuroto, Nico e Inori, Emu ripartì all’attacco insieme a Parado, Hiiro, Taiga e Kiriya; Umbrella si liberò delle colonne con una breve emanazione di energia e ingaggiò tutti e cinque i Rider rimanenti in un corpo a corpo estremamente feroce. Malgrado il loro gioco di squadra, tuttavia, nessuno dei Rider fu in grado di contrastare i nuovi poteri di Umbrella, che respinse tutti i loro attacchi a mani nude prima di piegarli con una serie di pugni e calci e scagliarli poi via con una potente onda telecinetica, generata da un suo semplice movimento di mano. A quel punto, alzate entrambe le mani, Umbrella scagliò una raffica di sfere di energia nera che investirono i Rider ed esplosero con immane violenza, mandandoli a rovinare a terra.

 

“Inutile! È tutto inutile! Ora non potete più fermarmi, team Ex-Aid!”

 

“Non sarebbe certo la prima volta che sentiamo dei montati dire stronzate simili”, replicò Taiga in tono sprezzante.

 

“E ogni volta tutti si sono sempre dovuti ricredere”, finì Hiiro prima di ripartire all’attacco insieme ai compagni. Stavolta però Umbrella premette i pulsanti sulla fibbia della cintura apparsale intorno la vita: “Pause”, annunciò questa e il mondo parve fermarsi: ogni singola cosa, dai piccoli insetti ai Rider stessi, rimase bloccata, come se il tempo fosse stato arrestato.

Approfittandone, Umbrella generò delle lame di energia dalle dita della mano destra e le usò per colpire con ferocia i Rider più volte. Questi parvero apparentemente intoccati dai suoi attacchi, ma appena lei ripremette i pulsanti e questi emisero un “Restart”, il tempo riprese a scorrere normalmente e i colpi che aveva sferrato li colpirono tutti in una volta, ributtandoli a terra.

 

“Che vi dicevo? Non potete battermi! Io sono invincibile!”

 

“…I-Invincibile…?”, mormorò Emu prima di alzarsi con un sorrisetto. “Parado, pensi quello che penso io?” E gli allungò il pugno destro.

 

“Assolutamente sì, partner”, rispose Parado allungando invece il pugno sinistro e facendolo scontrare con quello del compagno, disperdendosi poi in una nuvola di pixel rossi e blu che si fusero col corpo di quest’ultimo. Emu tirò poi fuori un insolito Gashat dalla forma rettangolare e di colore oro. “Hyper Muteki!”, provenne da questo una volta attivato.

 

“Hyper Muteki, eh? Finalmente. Non vedevo l’ora di poter prendere anche il suo potere!”, dichiarò Umbrella con occhi traboccanti avidità. “Tuttavia, non voglio che i tuoi compagni interferiscano, Ex-Aid. Ora ti voglio solo per me!” Allargò le braccia e un’immensa energia nera si espanse da sotto i suoi piedi; numerose creature di pura tenebra, simili a demoni umanoidi, emersero da essa e si mossero contro i Rider. “Voi dovrete pensare ai miei cuccioli invece! Soprattutto se ci tenete ai vostri amici!” Hiiro, Taiga e Kiriya capirono che i demoni appena generati miravano ai loro compagni caduti e si mossero subito per intercettarli.

 

“Pediatra, sta solo a te ora fermarla. Non osare fallire”, commentò il primo prima di muoversi e iniziare a falciare i demoni più vicini con la sua spada, subito seguito da Taiga e Kiriya che iniziarono a loro volta a fare man bassa dei demoni. Anche Poppy, per proteggere Kuroto e Nico, si rialzò e prese a combattere coi demoni apparsi. Solo una persona, malgrado le sue gravi condizioni, non rimase a terra o indietro.

 

“Emu, p-posso ancora aiutarti!”, disse Inori trascinandosi alle spalle del giovane pediatra.

 

“Inori-chan? Che dici, non puoi farcela in quelle condizioni! Per favore, resta dove sei!” la rimproverò Emu, non volendo certo avere la vita di una ragazza sulla coscienza. Ma quando fece per andarsene, Inori creò un piccolo filo metallico che partiva dal terreno e andò a circondargli il braccio.

 

“Te l’avevo già detto, mi pare, n-no? Non i-importa come sto. Per il futuro mio e soprattutto di mia figlia, io non posso permettermi di restare in disparte! Sono la Guerriera della Distruzione…o-occuparmi di certi parassiti è anche il mio compito, quindi…lasciami combattere!” Emu guardò ammirato la Warrior, così tanto giovane eppure così tanto coraggiosa, e sorrise con gioia.

 

“Allora diamoci dentro e facciamole vedere chi siamo! È il momento della guerriera di Saturno e del Genio Gamer M!” I suoi occhi brillarono di rosso e, mentre il suo sorriso diveniva più spavaldo e simile a quello di Parado, infilò il Gashat dorato nel Driver per poi aprirlo con un colpo della mano gridando: “Hyper Dai Henshin!”

“Docking! Bakkān! Mu~te~ki~! Kagayake! Ryuusei no Gotoku! Ougon no Saikyou Gamer! Hyper Muteki Ex-Ai~d!” Una luce dorata esplose dall’interno dell’armatura gigante del Rider, che andò in pezzi per il potere sprigionato, e si divise in una miriade di scintille simili a stelle, le quali andarono a fondersi col corpo di Emu e a formare così un’armatura completamente nuova. Interamente color oro splendente e dai bordi arancioni, la nuova corazza aveva decorazioni e rinforzi a forma di stella su bracciali, gambali e pettorale, mentre l’elmo ora presentava numerose corna rivolte verso l’alto, dei grossi occhiali con disegnati dei finti occhi multicolore e una serie di dreadlock di metallo dorato che gli spuntavano dalla nuca. Anche la tuta sottostante l’armatura era diventata color oro, con una serie di linee rosa e azzurre che gli correvano lungo i fianchi.

 

“F-Fantastico…”, mormorò Inori, la quale, malgrado il dolore della malattia, era più affascinata che mai dalla spettacolarità dell’ultima trasformazione e dall’aura di potere puro che emanava, nemmeno paragonabile a quella delle trasformazioni precedenti.

 

“Per una volta, sono d’accordo con te, Warrior Saturnus”, approvò Umbrella con un ghigno. “Avanti, Ex-Aid, mostrami il tuo potere! Voglio prenderlo tutto!” I due svanirono poi in due lampi di luce, uno dorato l’altro nero, e numerose esplosioni sonore presero a riecheggiare per l’intero cantiere. Inori aguzzò la vista nel tentativo di scorgere i due combattenti, ma erano davvero troppo veloci e abili; anche se fosse stata in forma perfetta, dubitava che avrebbe potuto seguire le loro mosse.

 

-Maledizione! Così non posso fare niente!- pensò stizzita.

Lo scambio arrivò presto ad una fine quando Emu, malgrado la forza e la velocità dell’avversaria, si mosse ad una rapidità tale da anticipare il suo movimento successivo e colpirla con una raffica di pugni e un calcio che la mandarono a rovinare al suolo. L’avversaria, tuttavia, si rialzò subito mostrandosi praticamente illesa.

 

“Si gioca in due a questo gioco, sai?”, disse premendo di nuovo i pulsanti sulla cintura: “Pause”, pronunciò questa e il tempo si fermò di nuovo. Tutti rimasero bloccati, meno proprio Emu, il quale si fermò per un istante, ma poi parve scrollarsi di dosso la paralisi e riprese a muoversi.

 

“Se ci conosci davvero come dici, dovresti sapere che questo non può fermarmi!”, disse il Rider mettendosi in guardia con in pugno una nuova, curiosa spada dalla lama principale azzurra e con una seconda lama, stavolta gialla, sotto la larga guardia, su cui erano presenti nove pulsanti divisi per tre colori quali giallo, arancione e azzurro. Quando però si mosse contro la demone, i suoi movimenti risultarono più lenti di prima e quella riuscì a stargli dietro senza problemi.

 

“Fermarti no, ma rallentarti sì!”, replicò Umbrella trasformando la sua mano destra in un’enorme motosega di energia oscura, con cui iniziò un feroce scambio di colpi con Emu. Dopo un po’, la prima trovò un’apertura e cercò di approfittarne, ma per sua somma sorpresa, i dreadlock del Rider si animarono e si avvolsero come serpenti intorno al suo braccio, bloccandolo. A quel punto fu Emu ad approfittarne premendo sul pulsante laterale del suo Driver e innescando un: “Kimewaza!”, che iniziò a concentrare una potentissima aura multicolore sulla lama della sua arma.

 

“HYPER CRITICAL SPARKING!” Con quell’urlo metallico, Emu scatenò una raffica di fendenti d’energia su tutto il corpo di Umbrella con una tale velocità che l’altra non riuscì nemmeno a percepirli. Concluso l’attacco, il Rider si voltò e agitò una volta la spada, come a pulirla, e a quel punto i suoi attacchi esplosero a scoppio ritardato: prima la cintura di Umbrella andò in pezzi, annullando così il blocco del tempo, e poi il suo corpo venne straziato dalla raffica di fendenti, fino ad esplodere a sua volta.

 

“Ce-ce l’hai fatta! Bel lavoro, Emu!”, gridò felice Inori. Tuttavia, né lui né gli altri Rider parvero condividere quella gioia…soprattutto perché i demoni evocati in precedenza non erano ancora svaniti.

 

“Quella maledetta strega…ha preso il mio Gashat…IL MIO DURO LAVORO! ME L’HA RUBATO!”, gridò Kuroto, ancora furioso. “EMU STAI ATTENTO! IL DIFFICILE INIZIA SOLO ORA!” E come predetto, Umbrella riemerse dal fumo dell’esplosione completamente illesa, perfino la cintura era di nuovo intera. E la sua aura era ancora più potente di prima.

 

“Te ne sei reso conto, vero, Ex-Aid? Quando ho acquisito quei due Gashat, con il mio potere non ho estratto ed acquisito solo i poteri che furono di Cronus, ma anche quelli che erano di Kuroto Dan, ovvero del primo e unico Gashat di livello X”, disse la donna in tono beffardo. “Il potere dell’immortalità…e di possedere una forza indefinibile! In continuo aumento!” E si riscagliò su Emu in un nuovo scambio spada contro artigli, ma stavolta l’altro era chiaramente più in difficoltà di prima. Seppur sfinita, Inori riuscì ad evocare diverse armi metalliche e le scagliò sull'Heartdemon, ma quest’ultima generò uno scudo d’energia con una mano mentre colpiva Ex-Aid con l’altra, fermando lei e contemporaneamente mandando lui al tappeto. Emu si rialzò comunque subito e riattaccò l’avversaria.

 

“Pediatra, abbassati!” Udendo l’urlo di Hiiro, Emu si abbassò senza esitare e Umbrella venne investita prima da una lama di fuoco volante e poi da una raffica di cannonate che la fecero arretrare. Subito dopo, si ritrovò attaccata da Hiiro, Taiga e Kiriya tutti insieme, i quali la costrinsero a retrocedere ancora di più mentre cercava di difendersi dai loro colpi; con la coda dell’occhio, notò che i demoni da lei evocati erano stati quasi tutti eliminati, Poppy stava giusto distruggendo gli ultimi due.

 

“Siete davvero ostinati e valorosi, team Ex-Aid! Ma non vi basterà per vincere!”

 

“Lo dici tu!”, ribatté Emu ributtandosi nella mischia e sfruttando l’immensa velocità di Hyper Muteki per sorprendere Umbrella e aprire la sua guardia ai colpi dei suoi compagni. In breve, la demone venne rimessa in difficoltà e costretta a ripiegare, finché un colpo combinato di spada di Emu e Hiro non la mandò a rotolare al suolo; subito dopo, tutti e quattro Rider premettero i pulsanti sui loro Driver: “Kimewaza!” ““““HYPER/TADDLE/BANG BANG/GIRI GIRI CRITICAL SPARKING/STRIKE/FIRE/FINISH!!!!””””

 

Tutti e quattro colpirono in perfetta sincronia scagliando i loro migliori attacchi contro l'avversaria: Taiga e Kiriya spararono una raffica rispettivamente di cannonate energetiche e frecce di pura energia che centrarono ogni punto del corpo di Umbrella, mentre Emu e Hiiro la investirono subito dopo con una serie di fendenti avvolti rispettivamente da un’energia multicolore e da una fiamma oro e bianca. L’avversaria urlò di dolore e crollò indietro, esplodendo di nuovo con un forte boato.

 

“Inori-chan, come va?” Inori sentì appena la domanda di Poppy, messasi affianco a lei per controllare le sue condizioni, ma le parlò comunque.

 

“Mi sento sempre più m-male…vuol forse dire che…?” Prima ancora che finisse, l’esplosione si diradò di colpo e Umbrella, illesa e sghignazzante, fu di nuovo visibile.

 

“Inutile! È tutto inutile, non capite? Io non posso più morire venendo semplicemente distrutta dai vostri colpi! Il potere dei Gashat mi permetterà sempre di continuare questa partita!”, rise la perfida nemica, ma i Rider non sembrarono preoccuparsi stavolta.

 

“Sai, non dovresti esaltarti tanto...non nelle tue condizioni”, le disse Kiriya in tono spavaldo indicando verso il basso. Umbrella non fece in tempo a rispondergli che nuove scariche elettriche pervasero il suo corpo facendola urlare di dolore e barcollare; guardando in basso, la demone si accorse con orrore che parte della sua corazza non si era rigenerata ed era anzi rimasta visibilmente incrinata. Particelle di energia oscura si disperdevano nell'aria attraverso le crepe.

 

“Q-Questo è...!”

 

“Si dice che la superbia sia stata la rovina di molti demoni nel mito e direi che tu ne sei un esempio perfetto”, fece Hiiro, critico. “Hai detto tu stessa che il tuo corpo è imperfetto, non adatto ad assorbire così tanta energia senza ripercussioni, perciò non dovresti sorprenderti se ogni volta che superi la morte e il tuo potere aumenta, il tuo corpo cede sempre di più. I Gashat non sono mai stati creati per persone con un fisico malato o debole.”

 

“In parole povere, non importa se diventi più forte di noi, più combatterai e ti rafforzerai, più ti avvicinerai alla morte”, incalzò Taiga. “Il tuo grande piano sembra già fare acqua da tutte le parti.”

 

“Ora basta, Umbrella. È finita”, concluse Emu facendo un passo avanti. “Non puoi vincere.” Ma le sue parole sembrarono solo scatenare la furia della demone, visto che lo guardò con un'occhiata omicida.

 

“Finita...? Proprio adesso...? No, non credo proprio...no...No...NO! NO! Non è finito proprio NIENTE!”, urlò rialzandosi e scagliandosi su di loro. I quattro Rider risposero subito all'attacco difendendosi e contrattaccando, ma il nuovo potere acquisito dall'avversaria le permise di metterli rapidamente in difficoltà e di mandarli al tappeto dopo una serie di artigliate. Umbrella scagliò poi una raffica di sfere d'energia, ma Taiga e Kiriya fecero fuoco con le loro armi respingendole a mezz'aria, subito dopo Hiiro convertì la sua lama di fuoco in una di ghiaccio e, piantata la spada a terra, gelò tutto il terreno fino alle gambe della nemica paralizzandola. A quel punto, Emu si rifece avanti e la colpì con una serie di fendenti diretti proprio alle crepe dell'armatura, che cedette ancora di più e gli permise di ferire anche il corpo della demone.

 

Umbrella urlò di dolore e rabbia prima di liberarsi e respingere il Rider con una scarica di energia telecinetica che distrusse anche il ghiaccio che la imprigionava, però, si ritrovò a barcollare di nuovo, chiaramente indebolita dall'offensiva. Sempre più furente e disperata, alzò una mano stretta ad artiglio sopra la testa, e, pochi secondi dopo, una nuvola di particelle oscure simili a pixel si addensò sopra di lei e si fuse col suo corpo, rigenerando una piccola parte dei danni alla corazza.

 

“Devo diminuire il numero di ostaggi a quanto pare, ma non importa... Rimango io col coltello dalla parte del manico!” Sopra di lei comparve poi un'immagine simile ad una proiezione olografica, in cui Emu e gli altri dovettero assistere con orrore alla sofferenza dei pazienti dell'ospedale, tutti rantolanti nei loro letti e avvolti da scariche statiche che sembravano far svanire progressivamente i loro corpi. Anche Inori era chiaramente in un'agonia ormai perenne.

 

“Tu, maledetta...!”, gridò Emu prima di fermarsi alla minaccia di Umbrella:

 

“Non provarci, Ex-Aid! Un altro passo e i vostri amati pazienti muoiono!” I Rider digrignarono i denti a quella mossa sleale e meschina, ma non si mossero. "Bravi, così mi piacete! E ora...!" Con una rapida mossa, premette i pulsanti sulla cintura e riattivò il potere "Pause" che fu di Cronus, ma stavolta Emu notò con orrore che perfino lui stentava a muoversi: il potere della demone era aumentato più del previsto. Umbrella ghignò e alzò la mano destra rigenerando la motosega di energia negativa, ma invece di attaccarli da vicino, mosse il braccio con un gesto secco scagliando così una potentissima raffica di lame oscure contro i Rider e anche la stessa Poppy, malgrado fosse in disparte. A quel punto, fece ripartire il tempo e la violenza della tecnica investì i cinque con una tale violenza che tutti finirono a terra e persero le loro trasformazioni.

 

“No! Emu! Hiiro! Poppy!”, gridò Inori osservando impotente la caduta dei suoi nuovi amici. L'odio per la nemica si affiancò anche al senso di colpa di sapere di essere stata lei il loro punto debole. “Umbrella, non sei altro che un mostro! Un mostro vigliacco e crudele!”

 

“Mi sembrava di avertelo già detto, Warrior Saturnus: sono appunto una creatura oscura, questo è il mio pane!”, replicò beffarda Umbrella. "Non è colpa mia se voi eroi della luce cadete sempre per questi trucchetti e ricatti da due soldi! E se proprio vuoi saperlo”, disse assumendo un tono a metà tra il saccente e il sadico “non ho neanche la minima idea di dove si trovi Serenitatis. Anche mio padre la cerca da millenni”, rivelò estasiata nell'infrangere le ultime speranze della guerriera di Saturno nel trovare la sorella di Shizu.Inori avrebbe quasi voluto mettersi a piangere, ma non avrebbe mai dato una soddisfazione simile a quella pazza e invece strinse i pugni.

 

“Non è vero. Non siete tutti così.” La sua risposta secca incuriosì e stupì Umbrella. Nonostante il dolore atroce, la giovanissima guerriera continuò a parlare: “Ho conosciuto molti altri demoni prima di te e non tutti erano così. La vostra natura di creature dell'oscurità non c'entra nulla! Siete solo voi a scegliere cosa siete e volete fare! Anche Diablo non era così: era violento e spietato in battaglia, vero, ma era anche un individuo onorevole, determinato e coraggioso! Un demone degno di rispetto malgrado la sua pericolosità! Ma tu non sei così...prima avevo avuto un moto di pietà a sentire la tua storia, ma ora ho capito che mi sbagliavo...non meriti alcuna pietà o rispetto...” Lo stupore di Umbrella fu presto rimpiazzato da pura rabbia.

 

“Attenta a quello che dici, mocciosa. Non paragonarmi a quel-”

 

“Parli tanto di voler vivere, ma la tua in realtà è solo una ripicca infantile perché non sei tu quella al suo posto! Perché non sei tu la preferita di Astaroth! E la sai una cosa? Mettendovi a confronto, capisco bene perché! Sarete entrambi demoni, ma Diablo è mille volte meglio di te e non perché è una creazione perfetta e completa, ma perché è meglio di te in ogni aspetto! E tu lo sai bene, per questo ti rode tanto! Chi è davvero la mocciosa tra noi due, eh? Rispondi!”

 

“FAI SILENZIO!” Il furore della demone esplose in un'onda di energia che scagliò indietro Inori, ferendola gravemente e mozzandole il fiato. Senza fermarsi, Umbrella le si mise a fianco e le schiacciò un piede sulla faccia, premendogliela crudelmente al suolo.

 

“Stupida umana insolente, pensi di essermi superiore? Di potermi parlare così, guardandomi dall'alto? Di oltraggiarmi senza problemi? Hai bisogno di una punizione. Una punizione molto severa...”

 

“Ferma! Lasciala stare, maledetta!”, gridò Emu tentando invano di rialzarsi. Vicino a lui, anche Hiiro, Taiga e Kiriya si sforzavano per riprendersi.

 

“Oh, non temere, Ex-Aid. Non voglio che muoia subito, quindi la lascerò andare...per il momento...” Con un'ultima pressione, Umbrella si allontanò da Inori e si accostò invece a Poppy, afferrandola per il collo e sollevandola da terra; la Bugster si dimenò debolmente per liberarsi, ma era troppo malridotta. “Ucciderò prima voi, uno dopo l'altro, e lei dovrà guardare, guardare e realizzare che è colpa sua se siete morti! Che non è stata altro che un peso fin dall'inizio! Soffrirà nel vedervi morire e solo quando sarà rimasta sola e disperata, allora ucciderò anche lei nel modo più spietato possibile!” Ricreò la motosega d'energia sulla mano destra e la avvicinò al volto di Poppy. “Tu sarai la prima! Guardala, Warrior Saturnus! Guardala sapendo che tutto questo è stata colpa tua!”

 

“FERMA! NON FARLO! NOOOO!!!!!”, urlò disperata Inori, ma fu un'altra voce a fermare Umbrella:

 

“Mettila giù subito.” Voltandosi, la donna fu sorpresa di vedere Kuroto venire verso di lei. “Hai già oltraggiato il mio divino talento in tutti i modi possibili, non ti permetterò di farlo ulteriormente e di certo non guardandoti fare del male a lei standomene fermo!”

 

“Oh? Quanta empatia da un borioso ex-malvagio come te, Genm. Come mai ti preoccupa tanto la sua sorte? Ah, giusto! Se non mi sbaglio, l'hai creata TU basandoti sul ricordo della tua defunta madre, giusto? Ah, che cosa commovente l'amore per la famiglia! Se avessi un cuore, mi si spezzerebbe”, lo derise Umbrella. “E sentiamo: come conti di fermarmi? Con il tuo divino quanto gonfiato ego?”

 

“Ridi di me finché puoi, potresti non farlo più tra poco.” Mentre si avvicinava alla nemica, Inori notò che l'uomo teneva nascosto dietro la schiena lo strano Driver verde di Poppy, staccato dal colpo precedente di Umbrella. “Come ho già detto, non permetterò ad una megera infida e difettosa come te di sputare sulla mia arte! Sai quanti errori di produzione come te ho visto e scartato nella creazione dei miei videogiochi? Altro che demone! Per me, non sei altro che un glitch del sistema! Un'interferenza statica sullo schermo! Un file difettoso messo nel Cestino in attesa solo di essere eliminato per sempre dall'hard disk!”

 

“DANNATO INSETTO MOLESTO! E SIA, FARO' FUORI TE PER PRIMO!", urlò Umbrella, oltraggiata e resa furiosa oltre ogni limite da quegli insulti, gettando via Poppy e alzando la motosega con l'intento di calarla su Kuroto, ma fu proprio allora che questi agì: nel momento in cui lei alzò il braccio, Kuroto scattò in avanti e, preso il Driver, poggiò fulmineo i suoi pistoli laterali sul petto della nemica per poi attivarlo. Una scarica di energia e pixel sembrò lasciare il corpo di Umbrella, facendola urlare e indietreggiare, allora Kuroto ne approfittò per girare il Driver e puntarlo stavolta su di sé, immettendo all'interno del suo corpo quella scarica; subito diverse scosse elettriche circondarono il suo corpo e lo fecero cadere in ginocchio, rantolante e senza fiato.

 

“Kuroto, che stai facendo?! Non puoi assimilare il virus di Umbrella! Ti distruggerà!”, gridò Poppy, spaventata.

 

“Silenzio e state a vedere!”, ruggì roboante Kuroto rimettendosi a forza in piedi. “Io sono colui che sorpasserà anche gli dei! Sono destinato a creare le invenzioni più grandi di tutti i tempi! Sono sopravvissuto alla morte e al virus di Gamedeus! Figuratevi se permetterò al virus di uno scarto di produzione come lei di sopraffarmi!”

 

Il deterioramento causato dal virus di Umbrella continuò apparentemente a distruggere il suo corpo, ma Kuroto non si fermò ed estrasse un grosso Gashat completamente nero e vuoto e se lo piantò in petto prima di attivarlo. In un bagliore di luce, le particelle del virus abbandonarono il suo corpo e vennero assorbite dal Gashat, che cambiò completamente aspetto: divenne viola scuro coi dettagli e i bordi argentei e di lato presentava le immagini stilizzate di un cavaliere simile alla forma base di Emu che combatteva con un demone. Tutti rimasero sconvolti, tranne Kuroto, il quale invece sembrava estasiato ai limiti della follia e puntò il Gashat contro Inori prima di attivarlo: “Demon Slayer Mighty X!”, annunciò una voce elettronica mentre il corpo della ragazzina veniva avvolto da una luce lilla e una sorta di fluido nero emergeva dal suo corpo per poi evaporare.

 

“Ma cosa...?”, fece confusa Inori rialzandosi e guardandosi. “Sono guarita?!”

 

“SI' HA FUNZIONATO! CE L'HO FATTA! IL MIO GENIO DIVINO HA COLPITO ANCORA! HAHAHAHAH!”, urlò follemente Kuroto. "Vi avevo detto che questa storia mi aveva dato ispirazione per un nuovo gioco e così è stato! ECCOLO! Un gioco capace perfino di eliminare i virus nati dall'essenza demoniaca! NATO DAI MIEI STESSI ANTICORPI ANTIVIRUS SVILUPPATI CONTRO GAMEDEUS UNA VOLTA MESSI CONTRO IL VIRUS DEMONIACO! SONO ANCHE OLTRE IL DIVINO IO!” In altri momenti, tutti avrebbero rimproverato e punito l'ego smisurato dell'ex-direttore, ma visti i risultati ottenuti, nessuno riuscì a contraddirlo, anzi un gran sollievo si espanse tra loro.

 

“Ben fatto, Kuroto”, fece Emu con un sorriso, ma a differenza sua e degli altri, qualcuno era fuori di sé.

 

“TU SIA MALEDETTO GENM!”, gridò Umbrella scagliandosi su di lui, ma venne fermata sul nascere da una serie di punte metalliche cresciute dal terreno che le trafissero le gambe, bloccandola in aria.

 

“Ora è tutta un'altra cosa! Preparati a pagare, Umbrella!”, le gridò Inori prima di prendere una palla demolitrice con i suoi poteri, e spedirgliela contro. La demone venne colta di sorpresa e schiacciata dall'enorme oggetto, che poi venne a sua volta impalato da diverse travi rese il più appuntite possibile dalla Warrior.

 

“Emu!”, esclamò Kuroto lanciandogli il nuovo Gashat. “Usalo con Hyper Muteki e chiudi questa storia!”

 

“Con vero piacere!”, rispose l'altro dopo essersi rialzato e, riassunta la sua dorata forma finale, attivò il nuovo Gashat e lo inserì nella sua spada, per poi premere una sequenza di pulsanti sull'arma innescando un: “Kimewaza!”. Nel frattempo, la sfera metallica esplose e da sotto di essa riemerse Umbrella.

 

“DANNATI! SIATE DANNATI VOI TUTTI!”, urlò scagliandosi su Inori e respingendo tutti gli attacchi scagliati da quest'ultima, ma prima che potesse colpirla, Emu le fu davanti con la sua arma ora avvolta in una nuvola di energia viola scuro e oro e pervasa da scariche multicolore.

 

“DEMON SLAYER CRITICAL FINISH!”, risuonò nell'aria mentre Ex-Aid agitava la spada generando così una lama energetica che colpì in pieno Umbrella e sembrò pervaderla fin dentro alle ossa; la guerriera infernale urlò terribilmente e indietreggiò rapidamente, mentre la sua armatura si polverizzava e i Gashat da lei assorbiti riemergevano dal suo corpo e cadevano a terra dopo essere ritornati alla loro incorrotta forma originaria. Anche Umbrella ritornò al suo aspetto originale, ma l'energia del colpo ricevuto non scomparve del tutto nemmeno allora, anzi parve indebolirla e paralizzarla sempre di più. Intanto Emu riprese il Gashat anti-demone e gettò via la spada prima di affiancarsi a Inori.

 

“Facciamola finita! Insieme!”, le disse allungandole il Gashat.

 

“Sì!”, rispose la giovanissima guerriera afferrando e riattivando insieme a lui l'oggetto. “Demon Slayer Mighty X!”, annunciò questo per l'ultima volta, mentre Emu premeva un pulsante sul suo Driver innescando ancora il Kimewaza e Inori accumulava tutta l'energia che le era rimasta, avvolgendosi in un'aura verde argentea che pareva fatta di metallo liquido, contrapposta a quella dorata dell'amico. In mezzo a loro, il Gashat stretto tra le loro mani brillò di luce viola e collegò le loro energie, trasformandole in un'unica potentissima aura arcobaleno che li sollevò in aria; a quel punto entrambi si scagliarono su Umbrella, Emu con il proprio calcio proteso e Inori che lo imitava aggiungendo anche delle lunghe punte metalliche sotto la suola del suo stivale.

 

““SATURNUS HYPER CRITICAL JUDGEMENT!!””, urlarono in coro i due piombando sull'avversaria e colpendola in pieno petto coi loro calci. Un'esplosione di luce si propagò nell'intera area e, quando si spense, Umbrella giaceva a terra, sconfitta e rantolante, con piccoli granelli del suo corpo che si staccavano via per svanire nel nulla.

 

“ Morire...così...? No...non voglio...non ho...ancora sconfitto quel...maledetto...”, mormorò con voce spezzata e disperata, ma era chiaro anche a lei che ormai era spacciata. Ancora pochi secondi, al massimo qualche minuto, e sarebbe stata solo cenere. Sebbene avrebbe voluto trascorrere tale tempo in santa pace, Inori aveva ancora bisogno di risposte e si piazzò su di lei tenendo una mano sul suo viso in caso di scherzi.

 

“Prima che tu sparisca per sempre, voglio che tu me lo dica. Davvero non avete Serenitatis o sapete dove si trova?”, chiese col tono più neutro e autoritario che poté, pur sentendosi un po' triste per Umbrella. Nascere solo per dover combattere in una guerra in cui non hai nessuna parte e morire così. Nessuno lo meritava.

 

“No”, tossì la demone, cercando di trattenere il dolore. “Né noi né gli Heartdevil abbiamo la minima idea di dove si trovi. Il suo potere potrebbe permetterci di dominare l'intero universo, ma è scomparsa alla caduta dell'Eden, in compenso”, assunse un ghigno a dir poco sadico e per un momento la sua avversaria in verde fu tentata di colpirla di nuovo “è lei che dovete ringraziare per la nascita di mio fratello!”, rivelò cominciando a ridere, mentre i Kamen Rider, che avevano sentito quell'affermazione terribile accorsero accanto alla loro compagna, improvvisamente impallidita.

 

“Cos'è, un tentativo di farci abbassare la guardia prima di un ultimo trucco? Credimi, ne ho visti di migliori”, commentò Kiriya, causando un'altra risata della nemica sconfitta.

 

“Mph! Se avessi un'altra carta da giocare, credimi, l'avresti vista durante l’ultimo attacco dei tuoi compagni. Comunque, non vi negherò i dettagli. Come vi ho detto, Lord Astaroth ha provato di tutto per stabilizzarci, senza risultati, fino a quando non ricevette un messaggio proveniente da una delle zone più pericolose del nostro Universo, che richiedeva un incontro. Tornato, aveva con sé una fiala del sangue della principessa oscura e la inserì nella capsula dove Diablo stava crescendo. Ecco perché lui è l'unico veramente stabile di noi, È IL FIGLIO DI QUELLA PUTTANELLA!”

 

Aveva perfettamente senso, si rese conto Inori stringendo i denti, un senso macabro e quasi desolante che le attanagliava le viscere. Serenitatis era vissuta per secoli con la fonte d'energia negativa più potente del cosmo dentro di sé, perciò almeno il suo corpo doveva essersi adattato ad essa... Permettendo così al loro nemico più recente di sopravvivere e ottenere la potenza che aveva visto la sera precedente.

 

“Beh, i miei complimenti”, fece improvvisamente Parado, che essendo stato vicino egli stesso alla morte, sentiva un minimo d'empatia per Umbrella. “Se fossi ancora un nemico di Emu e degli altri, e cercassi di terrorizzarli con le mie ultime parole, dubito che potrei fare di meglio.”

 

“Oh, grazie, mi sento un dolce calore nascere in corpo”, scherzò Umbrella facendogli dei finti occhi dolci prima di tossire. “Oh no, aspetta, sono solo i miei polmoni che si stanno disintegrando.”

 

“Forse ora per te non avrà alcun significato, ma sappi che non permetteremo nemmeno a Diablo e Astaroth di fare i loro comodi. Li fermeremo a qualunque costo e impediremo altri casi sventurati e ingiusti come il tuo", aggiunse Emu, non senza una nota di pietà nella voce. Nonostante tutto il male compiuto da quella donna, il suo animo di dottore si addolorava nel vedere una vita morire così, dopo poco tempo dalla sua nascita e per giunta in circostanze tanto crudeli.

 

“Heh, sarebbero le ultime parole...a una condannata? Risparmiate il fiato, Ex-Aid, Warrior Saturnus, non ho alcun bisogno...di belle parole prima di morire", sbuffò Umbrella in tono sprezzante. "In ogni caso, ammetto che mi piacerebbe non poco veder fallire quel montato di mio fratello...ma mi dispiace deludervi: non siete alla sua altezza e, inoltre, ormai è solo questione di tempo prima che acquisti il potere della Croce di Fuoco... E quando l'avrà preso, forse non esisterà forza nell'Universo capace di fermarlo.”

 

“L'hai nominata anche prima, ma cos'è questa Croce di Fuoco?”, chiese Hiiro, la cui pazienza aveva raggiunto il limite dopo quella terribile battaglia.

 

“Una fonte di energia primordiale e incommensurabile. Si dice che sia l'origine stessa dei poteri di tutti i Kamen Rider e di tutti i loro nemici, letteralmente ciò che ha permesso la vostra origine, ma anche di più: forse è addirittura l'entità che ha forgiato le vostre storie e le vostre guerre tramite il potere da lei derivato. Lord Astaroth vuole farla assorbire da Diablo e farlo così diventare la sua incarnazione vivente, il più potente guerriero demoniaco mai esistito. Un nuovo possibile dio.”

 

“Che cosa?! Non può farlo! Una cosa del genere...sarebbe un attentato all'equilibrio stesso dell'Universo e delle dimensioni! Astaroth non lo realizza?!”, esclamò sconvolta Inori.

 

“Eheheh se la pensi così, vuol dire che non hai proprio capito niente del mio signore. Peccato...per voi, ovvio." Il corpo di Umbrella era ormai quasi del tutto polverizzato e la demone lanciò un ultimo sorrisetto beffardo alla giovanissima guerriera. "Vi consiglio di trovare la Croce di Fuoco per primi e di essere pronti al peggio...perché su di voi sta per abbattersi una catastrofe mai vista nella storia dei vostri Universi... Conoscerete molto presto cos'è il vero terrore dell'Oscurità." E con quell'ultimo monito e una risatina maligna, si trasformò completamente in cenere e spirò.

 

*****

 

Pochi minuti dopo, il gruppo era nuovamente alla CR, dove il dottor Hinata riferì subito loro che tutti i pazienti colpiti dal virus di Umbrella erano fortunatamente guariti dopo la morte della demone. Tuttavia, seppur felici di aver risolto l'ennesima crisi, nessuno di loro riusciva a goderne appieno a causa della paura per l'immediato futuro suscitata dalle tremende rivelazioni sul nemico e sui suoi scopi. Inori, in particolare, punzecchiava con la forchetta la fetta di torta concessale in via del tutto eccezionale da Hiiro, seduto accanto a lei, il viso di solito allegro terribilmente mogio.

 

“Inori-chan, so che la situazione è brutta, ma credimi, non è la prima volta che usciamo da crisi simili”, provò a consolarla Emu.

 

“ Già, ma non succede tutti i giorni che ti svelino che il sangue della tua ex-migliore amica, anche se ottenuto a sua insaputa, ha dato origine a un mostro capace di far tremare l'intero universo”, controbatté Taiga ricevendo subito un calcio negli stinchi da Nico per la sua mancanza di tatto, ma la loro paziente scosse mestamente la testa.

 

“Non è solo questo che mi preoccupa. Come vi ho raccontato, Diablo è già davvero forte. Molto più di Umbrella al massimo del suo potere, ma non è tutto. Nella peggiore delle ipotesi, se davvero Diablo ha ereditato col sangue di Serenitatis anche tutti i suoi poteri e le sue abilità, potrebbe addirittura diventare capace di usare lo scettro di Shizu, il Moon Infinity.”

 

“È così potente quest'arma?”, chiese Poppy, leggermente intimorita dall'espressione della ragazza.

 

“Non lo so di preciso neanch'io perché non l'ho mai visto usare a piena potenza, ma tenete presente che le nostre astronavi hanno in dotazione un cannone che crea buchi neri.” Appena la Warrior finì di parlare, si sentì il rumore di posate che cadevano e tutti si voltarono verso Hiiro, attualmente a mani vuote e con la bocca spalancata. Nico non poté resistere e fece una foto della scena, più unica che rara, da tramandare ai posteri. Kuroto, come suo solito, sembrava solo molto interessato. “E per quanto incredibile, posso dire senza esitazione che il Moon Infinity ha un potenziale ben più alto di quelle armi. Se Diablo acquisisse i poteri di tutti i Kamen Rider e dovesse impossessarsi e imparare ad usare anche quello scettro…allora non voglio neanche immaginare cosa potrebbe diventare. Forse sarebbe più potente anche di Astaroth e di qualunque altro signore infernale, un essere assolutamente inarrestabile per chiunque.”

 

“Ok, questo complica di molto la situazione. Prima di tutto dobbiamo trovare gli altri Kamen Rider. Per fortuna Hinata-senpai ha già messo in moto tutti i suoi contatti, perciò ora…”, osservò Emu dopo un breve silenzio carico di tensione, ma quando prese il telefono per chiamare, dal suo Driver partì una voce fin troppo conosciuta da Inori.

 

“Mi ricevete? Sono il capitano Martina Florence, chiamo dall'Amanogawa High School.” Tutti si girarono stupefatti verso il dispositivo, ascoltando felici il discorso della giovane cyborg, insieme alle altre Warrior e Rider, prima che Inori si unisse al coro di: “Non osare mancare!”.

 

“Bene, questo risolve la situazione, non resta che prepararvi”, disse Hiiro.

 

Quella sera, poi, Poppy e Nico spedirono via tutti i maschi per una festicciola tra ragazze. Loro e Inori stavano tutte e tre sedute sul letto della CR in pigiama, a farsi le unghie o i capelli e parlare.

 

“Taiga a volte è così deficiente”, commentò Nico mentre Inori le faceva una treccia.

 

“Oh, mai come il presidente di una multinazionale che una volta ha provato a ricattare l'ammiraglio. Shizu e Martina lo hanno terrorizzato a morte”, raccontò la ragazza ricordando l'episodio. Per fortuna non avevano più avuto noie.

 

“A proposito, Inori, è vero che hai incontrato tua figlia?”, le chiese invece Poppy prendendosi una caramella da un sacchetto lì vicino.


“Insieme a tutte le sue compagne”, confermò Inori. “Sono arrivate proprio quando avevamo bisogno d'aiuto e hanno dimostrato di essere ancora più brave di noi”, concluse ripensando a quelle fantastiche ragazze, chissà che stavano facendo.

 

 

Regno di Moon White, 2998

 

Fin dai tempi dell'Eden, la stirpe lunare aveva focalizzato grande sforzo nei propri studi scientifici, giustamente vantandosi dei risultati ottenuti. Quando la principessa Anastasis, o come si faceva chiamare al momento regina Siren, aveva rifondato il regno, questa tradizione non si era affatto indebolita. Nessuna sorpresa quindi che Cristal Italy fosse piena, tra le altre cose, di biblioteche, scuole serali, e tanti altri centri culturali.

 

In una delle numerose biblioteche della capitale del regno, una bellissima ragazza dai capelli neri lunghi e ondulati con due odango sulla cima stava facendo una ricerca per la sua squadra, quando a un certo punto starnutì.

Denise Thorne, alias Moon Titan, regina dei ghiacci eterni che ricoprivano la luna di Saturno rivolse i suoi occhi azzurri in ogni direzione pensando che qualcuno la guardasse.

 

“Mamma?”, chiese guardando il soffitto. Per un attimo si era sentita come avesse ricevuto una carezza da lei.

 

 

University Hospital, 2018

 

“Se è una badass almeno la metà di te spero di conoscerla prima o poi.”, disse Nico.

 

“Sbagliato, lo è il doppio. Buonanotte ora.”

 

*****

 

La mattina dopo il personale dello staff era radunato all'entrata. Emu e Inori erano seduti su una moto il cui manubrio era molto simile all'elmo di Kiriya, sul cui retro stava uno zaino pieno di provviste e attrezzatura da campeggio.

 

“Ci vediamo tra qualche giorno, ragazzi!”, disse Emu.

 

“Appena arriverà l'Arcadia, potrete raggiungerci. Tenete duro fino ad allora”, aggiunse Inori agitando allegra la mano.

 

“Spero che mi diano accesso alle zone ospedaliere della nave, mi piacerebbe vedere com'è attrezzato un popolo avanzato di migliaia di anni”, commentò Hiiro.

 

“Io voglio vedere i computer”, disse invece Kuroto, stringendo le mani in preda alle sue solite psicosi. “Farò in modo che Legendary Moonlight Sculptor(2) a confronto sembri una beta a 8-bit!”

 

“Sono certa che l'Ammiraglio sarà più che disponibile a farvi da guida.”, rispose loro la giovane guerriera, “Grazie di tutto, amici miei! Sono davvero felice di avervi conosciuti!”

 

“Anche per noi è stato un piacere!”, la salutò Poppy abbracciandola insieme a Nico. “Abbi cura di te, Inori-chan! Mi raccomando!”

 

“Ciao, tosta! Spero di rivederti presto!”, fece invece Nico dandole il cinque.

Terminati i saluti coi suoi nuovi amici e compagni, Inori salì sulla moto insieme ad Emu, il quale accese il motore e diede subito gas, inserendosi poco dopo nel traffico di Tokyo e approfittandone per le ultime raccomandazioni.

 

“Inori-chan, c'è una cosa di cui devo avvertirti. I nostri nemici hanno la pessima abitudine di farsi rivedere ogni tanto, anche e soprattutto quelli morti.”

 

“Seriamente?!”

 

“Sì, soprattutto quando squadre diverse di noi Kamen Rider si riuniscono. In genere c'entrano col motivo per cui lo facciamo.”

 

“Dovrei avere paura? Perché tanto ce ne ho già.”

 

“È una buona cosa”, rispose il pediatra per sua sorpresa. “Significa che sei una ragazza intelligente. I propri avversari non vanno mai sottovalutati, soprattutto quando sono potenti e imprevedibili come quelli che stiamo per affrontare. Per ora, comunque, stai tranquilla e mettiti comoda, Inori-chan. Fino a Osaka è un lungo viaggio.”

 

*****

 

Era una notte apparentemente tranquilla quella che sovrastava un vecchio quartiere abbandonato. Edifici pericolanti si stagliavano contro il cielo totalmente nero come residui di un'era passata e le strade invase da carte e rifiuti si allungavano tra di essi simili a scure spire serpentine. Il più grosso di tutti era un centro commerciale dai muri pieni di crepe e ricoperti di poster rovinati dal tempo. Avrebbe dovuto essere demolito a giorni, ma qualcuno decise di risparmiare il lavoro ai demolitori.

 

 

Da un momento all'altro, i muri crollarono con un rumore assordante e in pochi minuti dell'edificio non restò altro che un cumulo di macerie, da cui emerse una mano corazzata seguita in breve dal resto del corpo del suo possessore. Kadoya Tsukasa si rialzò a fatica annullando nel mentre la trasformazione in Decade, visibilmente affannato e con piccole ma numerose ferite e strappi sui vestiti.

 

“Diamine, me la sono cavata per poco stavolta”, commentò il Kamen Rider, stravolto dallo scontro. Questa volta Diablo non solo era ricorso fin da subito all'artiglieria pesante, cioè i poteri degli Showa Rider, ma era riuscito anche ad intercettarlo e attaccarlo a sorpresa sia nel luogo dove si trovava prima, sia dopo che aveva provato a sfuggirgli arrivando con uno dei suoi portali dimensionali in quel quartiere abbandonato, come se avesse previsto in anticipo i suoi spostamenti.

 

Tsukasa non aveva avuto così altra scelta se non continuare a combattere, lui e Diablo si erano colpiti a vicenda per ore, in un crescendo di potere che aveva fatto tremare l'intera zona, e, per la prima volta dopo tanto tempo, il Rider aveva avuto paura di perdere un duello. Non per lui, ma per quelli ai quali Diablo avrebbe poi dato la caccia.

 

Alla fine, era stato costretto a usare uno dei suoi colpi più devastanti contemporaneamente all'ultimo, tremendo attacco dell’Heartdemon, distruggendo buona parte del campo di battaglia e mettendolo temporaneamente fuori gioco.

Ancora una volta ce l'aveva fatta, ma era chiaro che il divario tra lui e Diablo continuava inesorabilmente ad assottigliarsi.

 

“UAAAAAAARGH!”, giunse all'improvviso il ruggito da guerra del demone, accompagnato dal movimento di alcune macerie.

 

“Argh, neanche un secondo di respiro”, sospirò Tsukasa rialzandosi per creare un portale, prima di abbassare lo sguardo verso la sua pistola tremante, che conteneva anche le sue carte. “Non posso permettermi di mollare ora. Non prima che sia tutto pronto per il finale.” Sistemandosi l’arma alla cintura del Driver, s’incamminò verso il portale. “È tempo di trovare un vecchio amico.”

 

Scomparve quindi nella distorsione, proprio mentre Diablo finalmente si liberava dalle macerie e saltava in aria ruggendo nuovamente. Il suo aspetto era più mostruoso che mai: la sua armatura sembrava un misto di carapace da insetto e squame, totalmente organica rispetto alle altre forme Rider e soprattutto molto più inquietante, mentre la sua maschera aveva lasciato il posto a possenti mandibole da mantide e vistose orecchie da pipistrello.

 

“Decade-senpai. Continua pure a correre finchè puoi. Ben presto non potrai più né nasconderti né scappare da me”, promise il demone atterrando e disattivando i poteri di Kamen Rider Shin con un tono determinato come mai prima d'ora. “Non ho la minima intenzione di pagare 500 yen a Malefix e Venefix(3)”, disse seccato prima di sparire in un vortice. La caccia non sarebbe durata ancora a lungo.

                                                                                                                         *****

1) Cercate la trilogia di film Another Ending, lì si scopre che Kirya aveva molta più ragione di quanto si aspettasse.

2) Light Novel coreana a tema vmmmo, mi sembrava una lettura adatta a Kuroto, anche perchè il protagonista ha crisi simili alle sue a volte.

3) Rispettivamente il principe e la principessa degli Heartdevil, quindi cugini del nostro Rider demoniaco preferito.

 

Emu Hojo, aka Genio Gamer M, aka Kamen Rider Ex-Aid: protagonista indiscusso della serie “Kamen Rider Ex-Aid” e 18esimo degli Heisei (=post 2000) Rider a vestire i panni di uno degli eroi mascherati al servizio dell’umanità. Appassionato di videogiochi fin dall’età di 8 anni, Emu iniziò a creare fin da piccolo idee e concetti per nuovi videogiochi, anche per alleviare la sua solitudine, fino al momento in cui decise di mandare per lettera i suoi complimenti e quelle idee ad un progettista della Genm Corp., azienda di videogiochi da lui molto ammirata. Sfortuna volle che quel programmatore fosse Kuroto Dan, il quale, furioso e oltraggiato dal fatto che ci fosse qualcun altro a parte lui capace di creare videogiochi tanto buoni, gli inviò un prototipo di gioco che conteneva un filamento del Bugster virus. Emu ne fu così infetto e, mentre il virus cresceva in lui, divenne sempre più debole finché non rischiò la vita in un grave incidente; salvato dal dottor Kyotaro Hinata, Emu sviluppò da quest’evento e dall’ammirazione per l’uomo l’idea di divenire un dottore che salvasse la vita dei bambini come Hinata aveva fatto con lui. Durante l’adolescenza, affiancò il suo sogno alla passione per i videogiochi divenendo in breve famoso come il leggendario gamer “M”, ma a scapito della sua salute, al punto da essere di nuovo ricoverato, stavolta in un istituto controllato in segreto dallo stesso Kuroto, che l’aveva osservato per un decennio, il quale gli fece così rimuovere in segreto il Bugster virus completamente maturo e diede origine al Bugster che poi divenne Parado. Emu dimenticò del tutto quegli eventi, bollandoli come sogno, e decise di concentrarsi solo sul suo sogno di diventare un medico, ma a causa dell’infezione precedente sviluppò una doppia personalità che fuoriusciva nei momenti in cui giocava ai videogiochi, “M” appunto. Da adulto, mentre studiava da interno per divenire dottore, si trovò coinvolto inaspettatamente in un altro caso di infezione da Malattia dei Videogiochi e, per una serie di circostanze impreviste ma fortuite, entrò in contatto con Asuna Karino ricevendo da lei il Gamer Driver e il Gashat “Mighty Action X”, diventando così Kamen Rider Ex-Aid e giurando di salvare gli infetti dalle infezioni del Bugster virus. Per molto tempo, la sua guerra andò avanti, trovando nel processo nuovi nemici e alleati, e alla fine Emu riuscì a prevalere sul nemico finale nonché padre di Kuroto e creatore del mortale gioco “Kamen Rider Chronicle”, Masamune Dan, pur non riuscendo a salvare tutte le vittime della nuova Malattia. In seguito, usando quell’esperienza come memento per impegnarsi sempre di più, divenne un pediatra a tutti gli effetti e continuò la sua missione di salvare vite sia come medico sia come Ex-Aid. Gentile e fortemente empatico, Emu è un tipo vivace e disponibile, dai modi spesso goffi o svampiti, ma sempre desideroso di fare del bene ed estremamente serio nel suo dovere di medico, al punto da non abbandonare mai i suoi pazienti e mettere continuamente a rischio la sua vita per poterli salvare. Più di questo ancora, Emu cerca di salvare il sorriso delle persone che cura, affermando che se può ridare loro il sorriso, allora potrà permettergli di tornare ad amare la vita appieno e a combattere così con tutte le forze per sopravvivere. Quando gioca ai videogame o diviene Ex-Aid, però, emerge la sua personalità di “M”, che lo rende molto più calmo, impavido, sicuro di sé e spavaldo, al punto da fargli a volte dimenticare inizialmente pure i suoi doveri di medico. Oltre a questo, odia tremendamente chi gioca con la vita altrui, come Kuroto o Masamune, e s’infuria quando qualcuno mente a lui o altri ferendone i sentimenti, dimostrando ancora una volta il suo lato sincero ed empatico. Seppur apparentemente pacifico e innocuo, come Ex-Aid e M, dimostra un’incredibile abilità combattiva e uno stile di combattimento mutevole e imprevedibile, frutto della sua enorme esperienza come videogiocatore e della sua straordinaria immaginazione, ed è capace di sfruttare subito qualsiasi power up o nuovo Gashat come se l’avesse sempre posseduto, mostrando anche una grande capacità di adattamento. Questo, unito alla sua volontà incrollabile, lo rendono un nemico terrificante per qualsiasi minaccia alla vita umana.
 
Hiiro Kagami, aka Kamen Rider Brave: coprotagonista e secondo Kamen Rider della serie di Ex-Aid. Figlio del direttore del Seito University Hospital, Hiiro venne ispirato fin dall’infanzia a diventare un dottore dall’esempio di suo padre, medico un po’ strampalato ma devoto e rinomato. Come studente presso lo stesso ospedale, si rivelò presto un prodigio e un talento naturale nella medicina, ma la sua eccessiva serietà e il suo zelo, ai limiti dell’ossessione, rendevano problematici i suoi rapporti con gli altri, compresa la sua fidanzata Saki Momose, la quale rimaneva comunque legatissima a lui malgrado il suo carattere freddo e distaccato. Sfortunatamente, Saki venne in seguito infettata con uno dei primi Bugster virus e diede origine a Graphite, un Bugster troppo potente per essere eliminato all’epoca, così la malattia progredì al punto che Saki ne venne prosciugata e uccisa, chiedendo con le sue ultime forze a Hiiro di diventare il miglior medico del mondo. Internamente devastato dalla perdita dell’amata, Hiiro si chiuse in sé stesso e rafforzò ancora di più i suoi sforzi, arrivando a divenire in breve il chirurgo più abile e ammirato del Giappone e a lavorare per un famoso ospedale negli Stati Uniti, diventando un’autorità perfino a livello mondiale nella medicina. Richiamato in patria da suo padre, che aveva contribuito a fondare nel mentre il CR, Hiiro prese lì posto come chirurgo del suo ospedale e accettò di prendere parte all’eliminazione dei Bugster, diventando così Kamen Rider Brave e giurando di non permettere che il caso tragico di Saki e altri sfortunati si ripetesse. La sua personalità fredda e metodica si scontrò presto con quella di Emu e degli altri Rider e membri del CR, rendendo la loro collaborazione estremamente complicata e creando spesso problemi interni. Alla fine, tuttavia, Hiiro imparò ad apprezzare i suoi compagni e a collaborare perfettamente con loro, fino a giungere alla vittoria finale contro il direttore e nemico principale, Masamune Dan, che l'aveva pure manipolato con l'offerta di riportare in vita Saki. Dopo la guerra contro di lui, rimase chirurgo nell’ospedale del padre, non mancando però di conseguire ripetutamente successi anche a livello mondiale, divenendo presto considerato il più abile medico al mondo. A differenza dell’empatico e gentile Emu, Hiiro è un tipo molto freddo e distaccato, dai modi calcolatori e tremendamente razionali, che ritiene che medico e paziente non dovrebbero fare amicizia ma mantenere un rapporto puramente professionale. Tende a giudicare le persone in base alle loro esperienze e le definisce solitamente con le loro professioni, invece dei nomi, inoltre parla sempre in termini medici, persino in battaglia. Apparentemente si concentra solo sui risultati e non si fa problemi a passare sopra agli altri per arrivare all’obiettivo, ma in realtà è un dottore molto serio e convinto della sua professione, pronto a tutto per evitare ad altri pazienti la fine toccata alla sua fidanzata Saki, da lui molto amata malgrado i modi distaccati e in onore della quale mangia sempre dolci per darsi energia nelle operazioni, visto che lei glielo consigliava spesso durante gli studi universitari. In battaglia come Brave, Hiiro usa uno stile più tecnico e metodico di quello di Emu, basato soprattutto sull’uso di armi bianche. Nonostante il suo carattere, è anche incredibilmente adattabile, capace di analizzare in breve tempo il nemico e di controbattere di conseguenza, spesso sfruttando anche il terreno di gioco o la sua stessa esperienza di medico a suo vantaggio (in un’occasione, dovendo usare il Gashat “DoReMiFa Beat”, capace di funzionare solo seguendo le note di una musica, ha colpito seguendo il ritmo di un battito cardiaco, appreso alla perfezione grazie al suo mestiere, riuscendo a sconfiggere momentaneamente persino lo stesso Graphite).
 
Taiga Hanaya, aka Kamen Rider Snipe: personaggio principale e terzo Kamen Rider della serie di Ex-Aid. Inizialmente un famoso cardiologo, Taiga fu il primo vero utilizzatore del Gamer Driver, scelto e assunto dal CR per combattere la minaccia sempre crescente della Malattia dei Videogiochi e dei Bugster. Tuttavia, col tempo, il fardello impostogli dal Driver ancora in fase prototipo iniziò a gravargli terribilmente su mente e fisico, al punto che i suoi superiori gli ordinarono di prendersi una pausa; sfortunatamente Taiga decise di ignorare gli ordini e di continuare a combattere per il bene dei pazienti, in particolare la recente infetta Saki Momose, rubando addirittura un Driver a Kuroto Dan. Purtroppo Graphite, il Bugster nato dall’infezione, si rivelò troppo potente per Taiga, così il Rider venne sconfitto e Saki morì lasciandosi dietro un Hiiro disperato e furioso con il primo e un Taiga ormai disonorato e mal visto sotto ogni punto di vista. Ritenuto pericoloso e ossessionato dal potere, gli venne levato il Driver e anche la sua carriera medica colò a picco, rendendolo presto un reietto e facendogli perdere fiducia nel suo stesso lavoro. Solo molto tempo dopo, quando gli arrivò notizia dei nuovi Kamen Rider del CR, Taiga riemerse dalle ombre: deciso a impedire che chiunque altro vedesse la sua vita rovinata per colpa di quell’incarico, s’impossessò di un nuovo Driver e un nuovo Gashat e iniziò ad agire contro gli altri Rider per prendere anche i loro Gashat ed essere l’unico a poter combattere. Col tempo, però, Taiga si avvicinò agli altri Rider, soprattutto dopo aver conosciuto Nico Saiba, e decise di combattere insieme a loro contro la minaccia Bugster fino alla vittoria finale. In seguito, riacquistò popolarità e fiducia nel suo lavoro e riaprì a tempo pieno la sua clinica affiancato da Nico come assistente, ormai divenuta sua migliore amica e allieva. In principio un medico diligente e gentile, Taiga divenne un uomo freddo e solitario dopo il fallimento con Saki e l’esilio dal CR, deciso a mantenere le distanze per evitare di soffrire e far soffrire altre persone come già successo in passato. Nonostante tutto, nel profondo, Taiga odia vedere le persone rovinarsi ed è per questo motivo che decise all’inizio di ostacolare Emu e gli altri e divenire l’unico Kamen Rider del CR, anche illegalmente, poiché: “Dato che la mia vita è già distrutta, sono l’unico che può farlo. Così che altri non facciano la mia stessa fine.” Frequentandoli e soprattutto avendo al suo fianco Nico, malgrado l’inizio burrascoso tra i due, la sua vera personalità però riemerse e presto anche il suo amore per la medicina, rivelandolo di nuovo come un uomo buono e generoso. In battaglia come Snipe, Taiga si basa soprattutto sul combattimento a distanza, sfruttando la sua incredibile abilità con le armi da fuoco e la sua mira millimetrica per sopraffare i nemici; nonostante questo, se necessario, si rivela anche molto abile nel corpo a corpo. Oltre a questo, essendo stato il primo vero utilizzatore del Gamer Driver, ha sviluppato una straordinaria resistenza a ogni virus o Gashat, imparando a usare anche i più potenti senza le difficoltà e i problemi riscontrati invece dagli altri.
 
Kiriya Kujo, aka Kamen Rider Lazer: Altro protagonista di Kamen Rider Ex- Aid e quarto membro del team. Esperto coroner, quando il fenomeno del virus Bugster era ancora agli inizi, Kiriya scoprì che il suo amico Jungo Aihara era stato infettato e gli mostrò i dati sulla malattia. L'uomo, non riuscendo a sopportare l'idea di una morte ormai prossima, fuggì in preda allo shock e venne investito. Sentendosi in colpa, cominciò a indagare fino a scoprire la connessione di Kuroto col virus e lo ricattò per ottenere un Game Driver. Quando cominciò la guerra vera e propria contro i Bugster, il suo ruolo fu piuttosto ambiguo, poichè non si faceva problemi a mentire se lo riteneva necessario e più di una volta perse la fiducia di Emu e degli altri... fino a perdere anche la vita contro Kuroto quando finalmente entrò ufficialmente nella squadra di medici. Ritornò diversi mesi dopo come Bugster apparentemente agli ordini di Dan Masamune, ma stava facendo il doppio gioco, rivelandosi prima ad Emu e infine al resto dei suoi compagni in modo da assestare finalmente un colpo al malvagio programmatore fino ad arrivare alla sua definitiva sconfitta. Kiriya è il tipo di persona secondo cui il fine giustifica i mezzi, non facendosi problemi a mentire anche ai suoi amici o a mettere in discussione la loro fiducia nei suoi confronti pur di salvare le persone, imbrogliando loro e i suoi stessi avversari, ma resta una persona leale e attaccata a coloro che ama. Inizialmente è impossibilitato a distruggere i Bugster perchè il suo Level 2 era una moto( infatti Emu materializza il proprio veicolo utilizzando il Gashat di Bakusou Bike), ma ottenute nuove trasformazioni mostra tutta la sua abilità nel corpo a corpo unito alle sue singolari armi dalla lunga e breve distanza. In sostanza, un guerriero letale che continuerà a combattere anche i mostri più spietati per il bene del mondo.
Kuroto Dan, alias Kamen Rider Genm: primo vero villain di Kamen Rider Ex- Aid e poi anti-eroe intento a mettere a serio rischio la sanità mentale dei suoi colleghi. Fu uno dei più brillanti programmatori nell'azienda di famiglia, la Genm. Corp, e scopritore del virus Bugster nel 2000. Incredibilmente orgoglioso dei propri videogiiochi, divenne furioso vedendo le idee dell'allora bambino Emu, che non si fece problemi a infettare col virus da lui creato, usando poi l'aspirante medico per causare lo Zero Day. All'inizio della serie, guidò sia i Kamen Rider che i Bugster apparendo a volte per combattere i primi con l'aspetto di una versione in nero di Ex-Aid, pianificando nel frattempo la creazione del Level X, fino a quando non fu tradito da Parado e sembrò sparire. Tempo dopo Poppy(guardacaso creata da un virus che infetto la madre di Kuroto, forse l'unica persona cui il programmatore folle era davvero affezionato) entrò in una misteriosa dimensione virtuale dove trovò Kuroto sottoforma di Bugster, avendo preso certe precauzioni prima di morire, e da lì aiutò i suoi vecchi nemici sia in combattimento che sviluppando nuovi Gashat, fino alla loro vittoria finale contro il suo stesso padre, Dan Masamune, e il potentissimo Gamedeus. Kuroto è un individuo estremamente orgoglioso del proprio genio, al punto da aver sviluppato un terribile complesso di Dio, e che ritiene quasi tutte le altre persone come poco più che servitori, non facendosi il minimo problema a usarle, pur avendo mostrato a volte incredibili slanci di affetto e coraggio( e rabbia, in genere con risultati a dir poco esilaranti). In combattimento è uno dei Rider più imprevedibili, usando con grande abilità un bislacco eppur letale stile d'arti marziali, che i Gashat da lui stesso sviluppati. Aggiungendo le sue conoscenze del virus Bugster e le sue doti come manipolatore, è allo stesso tempo uno dei più pericolosi eroi e criminali dell'universo di Kamen Rider.
 
 
 



Buonsalve a tutti, ci scusiamo enormemente per questo ritardo, purtroppo io e Xephil siamo stati intrappolati in quel labirinto creato dall'unione di vita sociale e scolastica, limitando non poco il nostro tempo per scrivere. Ci scusiamo anche se alcune parti vi risultino un pò approssimative, vedremo di rifarci nei prossimi capitoli. Ne approfittiamo per augurarvi buon'estate se non l'abbiamo già fatto in altre storie, e per ringraziare la carissima Scarlett Queen, scrittrice della descrizione di Umbrella e sua mamma onoraria, andate a leggere le sue storie se siete in vena di qualcosa più duro. A presto.

Prossimo capitolo:' Warrior Iupiter e il cannibale, Omega'. Avvertenze, questo episodio conterrà riferimenti più o meno espliciti al cannibalismo, molto più sangue dei precedenti capitoli e argomenti in generale un pò più delicati. Dubito che sia un problema per voi, ma per cortesia meglio avvertirvi.

 
  
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