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Autore: Rota    26/07/2009    4 recensioni
Labbra sottili, labbra pallide, labbra che si curvano spesso in una smorfia corrucciata, irritata, annoiata, sporgendosi appena all’infuori, svelando quel rosso pallido dell’interno bocca. Labbra che poco si aprono a formulare parole, così impegnate a celare al mondo quel piccolo, caldo, umido eden che sigillano ogni volta, serrandosi con tenacia e convinzione.
Labbra così morbide e invitanti che sarebbe peccato troppo grande ignorarle in quel modo spudorato…

**[Ad Ainsel, perché è giusto così ^^]**
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Just a kiss Hola, signore e signori ^^
Eccomi qua con un'altra breve shottina ^^
E' una Uchihacest, perché la cara Ainsel me l'aveva chiesta...
Ho voluto affrontare un tema molto caro alla sottoscritta, l'erotismo che un semplice bacio può trasmettere...
E questo è ciò che è venuto fuori ^^''
spero sia di vostro gradimento ^^

Just a kiss

Labbra sottili, labbra pallide, labbra che si curvano spesso in una smorfia corrucciata, irritata, annoiata, sporgendosi appena all’infuori, svelando quel rosso pallido dell’interno bocca. Labbra che poco si aprono a formulare parole, così impegnate a celare al mondo quel piccolo, caldo, umido eden che sigillano ogni volta, serrandosi con tenacia e convinzione.
Labbra così morbide e invitanti che sarebbe peccato troppo grande ignorarle in quel modo spudorato…

La porta della modesta casa di periferia si aprì con uno scatto secco, spinta da una mano impaziente e da un corpo accaldato per l’afa estiva e spossato per le quasi otto ore di lavoro intenso.
Itachi Uchiha fece il suo ingresso nell’appartamento.
-Sono a casa…-
I piedi liberi dalle scarpe scivolarono con grazia sul parquet di legno scuro, beandosi della lieve frescura di questo. Avanzò lento verso l’interno dell’appartamento, passo dopo passo, dando tempo al tempo, perché ogni cosa potesse svolgersi da copione. La fretta avrebbe rovinato ogni cosa, ogni particolare che rendeva tale il rito che si svolgeva ogni singola volta che Itachi varcava la porta della propria casa, quella stessa casa che condivideva col fratello.
Pian piano il giovane uomo raggiunse l’unica grande stanza della casa, il salotto con l’angolo cottura sul fondo, dove due divani dalla morbida pelle color camoscio si dilungavano davanti alla tv e un bel tavolo di vetro era posizionato in mezzo, illuminato dal lampadario appeso al soffitto.
Un rumore di stoviglie attirò il suo sguardo su di un preciso punto della stanza, là, esattamente tra i mobili dell’angolo cottura. Col braccio allungato alla vana ricerca di una pentola o di una stoviglia particolare, il busto tutto teso nel tentativo di raggiungere il tanto desiderato oggetto, stava Sasuke Uchiha, fratello minore di Itachi, concentrato sulla cena ancora da preparare, troppo occupato, davvero troppo,  per badare ad altro. Le spalle si mossero appena, flettendo i muscoli per far fluire il movimento dell’arto, mentre la maglia scura che avvolgeva tutto il busto fasciandolo stretto seguiva i movimenti del corpo esile.
L’uomo posò la valigetta di lavoro a terra, poggiando al contempo la propria giacca sullo schienale del divano di pelle, avanzando ancora senza fermarsi verso il fratello minore.
E quando gli fu abbastanza vicino, tanto da sentire il calore che il suo piccolo corpo emanava, tanto da sentire il profumo dei suoi capelli e della sua pelle, tanto da sentirne il battito del cuore che, nonostante quella freddezza ostentata, quell’indifferenza palesata quasi con studiata testardaggine, pompava velocemente il sangue nelle vene, rendendo tutta trepidante la carne, avvolgeva il suo corpo con le braccia, attirandolo al proprio petto. Il suo viso annegava, ogni volta, nella chioma corvina, morbida morbida, e ne aspirava il profumo, una, due, tre volte, annegando in quella sensazione, ubriacandosi con quella dolce fragranza.
Solo in quel momento la frenesia delle mani di Sasuke cessava d’essere, e uno stupore fin troppo sospetto modellava l’espressione sul suo viso, per lasciare spazio immediatamente ad un’espressione scocciata e poco incline alla dolcezza.
-Itachi…-
E, come ogni giorno, il rito richiedeva un ulteriore passo, quello più importante, quello fondamentale, quello per il quale valeva la pena ripetere quell’assurda abitudine ogni santissimo giorno della loro esistenza.

Il volto veniva reclinato di lato, con dolcezza, da dita che reprimevano l’ansia e l’attesa con sapienza e attenzione. L’indice scivolava, incauto, audace, ad accarezzare lieve le labbra pallide ora esposte, constatando ogni volta, quasi avesse timore del contrario, quanto fossero morbide.
Piano Itachi si chinava in avanti, piano posava le proprie labbra su quelle di suo fratello, sentendo il suo sapore dolce, pregustando l’aroma intenso della sua vera essenza.
Si muovevano appena le une sopra le altre, come ad accarezzarsi intimamente, godendo così della pienezza, di quella sensibilità acuta che caratterizzava quella semplice porzione di viso. Ed era la lingua di Itachi a dettare l’inizio di ogni cosa, muovendosi appena e andando a leccare, con grazia, con gentilezza, le labbra morbide fraterne, cercando di catturarne il sapore con più audacia, con una voglia che via via cresceva sempre più.
Il corpo di Sasuke a quel punto si girava completamente, perché il contatto potesse procedere in maniera adeguata, perché l’attenzione non fosse minimamente presa dallo sforzo che i muscoli del corpo dovevano compiere. E le sue labbra si aprivano, non senza però aspettare quel poco che permetteva al tutto di essere ancora più dolce, ancora più intenso del dovuto. E piano la lingua di Itachi entrava nella sua bocca, andando ad incontrare la sua lingua, calda, eccitata, umida di saliva. L’accarezzava dolcemente, raccogliendo il sapore di quell’umore bianco che tutto la bagnava, andando sempre più in profondità per poi tornare indietro, e fare e rifare quel tragitto per molte volte. La lingua di Sasuke allora si muoveva, assecondando i movimenti di quella, spingendola e cercandola allo stesso tempo, muovendosi con lentezza misurata e quasi maniacale.
Gli occhi erano chiusi, perché tutto ciò che si potesse sentire fosse solo il sapore di quelle bocche rosse e i gemiti rochi, trattenuti a stento che la gola vomitava con sempre maggior intensità.
Le labbra si muovevano ancora, aprendo sempre più la bocca, sempre più, finché la lingua di Itachi non fu totalmente nella bocca del fratello minore, toccando, accarezzando, leccando ogni singolo pezzo di carne tremante, e così calda, così calda da rimanere quasi scottata.
La saliva prese a colare lenta dagli angoli di quelle labbra spalancate scivolando sul mento e finendo indi sulla gola, tracciando una via umida e brillante.
Itachi si spingeva verso il viso di Sasuke, cercando di raggiungere ogni parte, allungando la propria lingua sempre più in là, sempre più in profondità. Toccava quelle parti che lo facevano vibrare appena, accarezzava quelle che lo facevano gemere nonostante tutte le resistenze erette a protezione.
Ancora e ancora, le lingue scorrevano l’una sull’altra, scambiandosi saliva, scambiandosi sapore, scambiando gemiti e ansimi, fiato caldo e umido.
E infine si staccavano, esauste, tornando al loro posto.

Solo un bacio, questo era quello che si scambiavano, quotidianamente, i due fratelli Uchiha.
Un semplice bacio, che sancisse ciò che le parole non osavano, non potevano dire, che tenesse unite due anime con un’abitudine che mai sarebbe morta col tempo. Un bacio che facesse da base ad una serie di piccole ma fondamentali certezze che costituivano tutto un mondo di quotidiano e straordinario.
Lasciati soli da un Destino che aveva rinchiuso i genitori in una macchina infuocata, quel giorno lontano dove un pazzo aveva deciso di trascinare con sé all’Inferno Mikoto e Fugaku Uchiha, i due fratelli arrancavano come nella nebbia fitta, infermi sulle proprie gambe, senza solide basi su cui poggiare i passi incerti.
Solo un bacio poteva esplicare quanto potesse scorrere tra Itachi e Sasuke.
Amore, affetto, odio, disprezzo, qualsiasi cosa si può dire con un semplice bacio.
Eppure di parole superflue non ne vanno sprecate…

Una smorfia contorse il bel viso pallido di Sasuke, e come da copione pose fine al rituale quotidiano.
-Bentornato, Itachi…-

   
 
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