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Autore: Mattia V    07/07/2019    0 recensioni
Petrus Adamo e Sunrise Shimmer sono due unicorni guaritori molto illustri, amati in tutta Equestria. Petrus si dimostra un unicorno sensibile e di larghe vedute, convinto sostenitore dell’uguaglianza tra pony. Sunrise invece si presenta come un unicorno di vecchio stampo, altezzoso e poco tollerante verso i pony di basso rango, quali pony di terra e pegasi.
Sebbene condividano idee diverse e diversi ideali, i due sono uniti da un sincero affetto fraterno. La loro vita ha una svolta quando, in una società terribilmente classista, che non vede di buon occhio le relazioni tra razze diverse, l’unicorno Petrus s’innamora di una incantevole pony di terra dal sorriso maliardo…
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Petrus Adamo era un unicorno dal manto nerissimo, gli occhi blu e la criniera grigia e ben sistemata. Dal didietro pendeva una piccola e corta coda.
L’unicorno Sunrise Shimmer aveva invece un manto giallo chiaro e una criniera dello stesso colore, solo più chiara, con un rosso ciuffetto ribelle che gli pendeva sulla fronte. Una particolarità di Sunrise era la sua coda. In genere i pony presentano criniera e coda dello stesso colore, mentre la corta coda di Sunrise era completamente nera e non gialla o rossa come si ci sarebbe aspettati. Tale particolarità non infastidiva e anzi gli conferiva tra i pony un certo qual fascino. Si diceva che equivalesse a nascere “con la camicia”.
Petrus mostrava un atteggiamento serio e un contegno pacato, aveva quasi sempre sul viso un’espressione seria, ma serena, con un accenno di sorriso che tranquillizzava chiunque lo guardasse e si soffermasse a rimirare i suoi begli occhi blu zaffiro.
Sunrise invece tendeva a mostrare un atteggiamento, sì, serio, ma anche velatamente beffardo e il sorriso sornione era ormai diventato una smorfia caratteristica delle sue labbra, accompagnate dallo sguardo penetrante e schietto dei suoi occhi azzurro chiaro. Uno sguardo così poteva solamente piacere o innervosire.
Petrus Adamo e Sunrise Shimmer erano amici di vecchia data. Entrambi perseguivano lo stesso obiettivo: eccellere quali unicorni guaritori.
Essere un guaritore era la carica più ambita e meno raggiunta dalla maggior parte dei nobili unicorni. I due amici, però, avevano raggiunto alti livelli e acquisito grande abilità nel padroneggiare le complesse arti magiche curative. Bastava che poggiassero lo zoccolo su una ferita perché questa guarisse e potevano guarire con estrema facilità anche i malanni, dalla banale febbre alla più grave malattia. I loro poteri, tuttavia, avevano un limite. Potevano guarire tutto ciò che, per quanto grave, potesse essere guarito, ma se il male era incurabile e il pony prossimo alla morte, allora dovevano rassegnarsi e accettare una Volontà superiore.
Petrus e Sunrise erano due unicorni molto stimati a Canterlot e nei paesi vicini. Non c’era unicorno che non li lodasse, pegaso che non li ammirasse, pony di terra che non li considerasse una benedizione. I due amici godevano anche della stima di Princess Celestia, che spesso e volentieri li invitava ai suoi ricevimenti e ai gran gala. E lo stesso facevano illustri unicorni, i quali consideravano la presenza dei due amici ai propri ricevimenti come un grande onore.
Sebbene fossero buoni amici, Petrus e Sunrise discostavano molto dal modo di pensare. Petrus aveva dato più volte prova della sua umiltà, mostrando, in una società volta all’apparenza e al pregiudizio, un animo sensibile, in grado di andare oltre le differenze. Lui non si concentrava sul corno che gli unicorni mostravano con orgoglio, né faceva caso alle potenti ali dei pegasi che sfrecciavano in cielo, meno che mai notava la semplicità dei pony di terra che, privi di corno o ali, potevano vantarsi solo degli zoccoli con i quali, instancabilmente, lavoravano la terra.
Ciò che vedeva Petrus erano semplicemente pony e mal sopportava le discriminazioni.
Sunrise Shimmer, invece, covava tutt’altra forma di pensiero. Non solo lui era un unicorno nobile e altezzoso, ma non nascondeva il suo dissenso verso cose che riteneva inconcepibili e inaccettabili. Considerando i pony di terra sciocchi contadinotti analfabeti, istruiti nel lavoro dei campi e buoni solo a quello, Sunrise non si premurava di nascondere la propria superiorità, sia di razza che di intelletto. Disprezzava i pony di terra e derideva i pegasi, considerando questi ultimi semplici e bellicosi soldati, privi di cultura, intelligenza e sensibilità. Tutto ciò che interessava i pegasi, secondo Sunrise, era attaccar briga con il prossimo ed eseguire gli ordini come teste di legno.
Del resto, i pegasi per anni si mostrarono temibili soldati in quei sanguinosi anni di guerra tra le razze, conclusasi con un trattato di pace che, sebben avesse allontanato la violenza, non aveva di certo dissolto i pregiudizi.
Sunrise non concepiva, in particolar modo, le relazioni tra pony di razze diverse. Di quel che facessero pony di terra e pegasi gliene importava ben poco, ma l’idea che un nobile unicorno potesse mettersi con un pony che non fosse un altro unicorno, lo atterriva. Non era l’unico a pensarla così, difatti gli unicorni che intrattenevano relazioni amorose con pony di terra o pegasi, venivano trattati come reietti della società e nessuno li invitava più a balli e ricevimenti, privandoli in estremi casi del saluto. Stessa e triste sorte toccava ai figli di queste unioni, sia che fossero nati naturalmente oppure adottati, essi subivano le discriminazioni più dure. E spesso non era possibile loro stare fianco a fianco con gli unicorni purosangue.
Discriminazioni aspramente criticate e combattute dall’aperto Petrus, erano invece accolte come la normalità dal chiuso Sunrise. Ciononostante Petrus e Sunrise erano legati da un sincero affetto fraterno e quasi mai li si vedeva separati. Entrambi erano eccellenti unicorni guaritori, ma mentre Petrus aveva trovato a Canterlot il proprio equilibrio, curando chi ne avesse bisogno sia in città, che nei paesi vicini, Sunrise desiderava raggiungere una grande metropoli come Manehattan o Whinneapolis, entrare a far parte di uno dei prestigiosi circoli degli unicorni guaritori e accrescere la propria fama. Petrus detestava tali circoli, considerandoli alla stregua di club frequentati da gradassi unicorni altezzosi che vantassero abilità che in realtà non possedevano, malgrado la loro illustre fama, accreditata dal solo fatto di appartenere a uno dei grandi circoli dove difficilmente si veniva ammessi.
In totale esistevano solo nove circoli, che avevano sede nelle grandi metropoli che Sunrise desiderava raggiungere: Baltimare, Fillydelphia, Hollow Shades, Hoofington, Las Pegasus, Trottingham, Vanhoover, Manehattan e Whinneapolis. Per entrare a far parte dei circoli, si doveva spedire una richiesta d’ammissione e Sunrise aveva provveduto a spedire nove lettere per i nove circoli e, dopo mesi di estenuante attesa, aveva ricevuto già sette lettere di rifiuto. Gli restavano, dunque, solo due possibilità: i circoli di Vanhoover e Whinneapolis. Se anche questi due avessero rifiutata la sua domanda di iscrizione, Sunrise sarebbe stato costretto ad arrendersi.
E il tempo, intanto, passava.
 
Petrus e Sunrise passavano gran parte del tempo in un’ala del castello di Canterlot, dove disponevano di un loro studiolo privato, con tanto di libri, poltrone e altre piccole comodità.
Sunrise sfogliava le pagine di un grosso manuale di arti magiche curative, ripassando assiduamente il settimo capitolo. Petrus, invece, si godeva una meritata pausa, immergendosi nella lettura di un romanzo.
  • Cosa leggi? – chiese Sunrise, distogliendo gli occhi dal grosso manuale che, aperto, ricopriva quasi tutta la superficie del tavolo di legno.
Volse lo sguardo verso Petrus, seduto in poltrona. 
  • Oh, solo un romanzo sentimentale. Parla di…
Sunrise lesse il titolo del libro ancor prima che Petrus finisse di parlare. 
  • Oh cielo, quella roba!
  • Qualcosa non va? – chiese Petrus placidamente.
  • È quella storia d’amore tra un pony di terra e una unicorno, che porcheria! 
  • È affascinante invece – replicò con pacatezza Petrus – Il protagonista, umile pony di terra, si ritrova per un purissimo caso a vestire i panni di un nobile unicorno morto sotto i suoi occhi e, durante la festa del suo fidanzamento combinato, s’innamora dell’aristocratica unicorno e viene ricambiato. 
  • Sì, conosco bene la trama, ne hanno tratto anche uno spettacolo teatrale, ma i veri unicorni non hanno assistito a una simile porcheria.
  • Non sapete cosa vi siete persi – ribatté Petrus beffardamente – È stato uno spettacolo emozionante e commovente. La bravura degli attori poi! È stato magnifico vedere tutti quei pony lavorare assieme, a prescindere dalla loro razza. 
  • Oh, santo cielo, Petrus. Sei andato a vederlo!
  • Certo, perché vedi, un vero intenditore non si sarebbe mai perso un simile spettacolo.
Petrus si alzò, pose un segnalibro sulla pagina dove si era fermato e richiuse il libro. Sunrise sbuffò contrariato, tornando a leggere il suo manuale.
  • Si sono dimenticati del nostro tè? – disse poi, alzando lo sguardo su Petrus.
  • Pazienta, Sunrise. La cameriera arriverà a momenti. Questo è pur sempre un castello, mica una casa!
  • Ho sentito che c’è una nuova cameriera al castello, ma non immaginavo fosse così lenta!
  • Suvvia, Sunrise, non lamentar…
  • È permesso?
Una fievole vocina attirò la loro attenzione.
  • Sì, avanti. Visto, Sunrise? Il nostro tè è arrivat…
Quando Petrus si voltò, le parole gli si strozzarono in gola e non riuscì a completare la frase. Davanti ai suoi occhi c’era la bellissima pony di terra dal manto blu notte, lo sguardo tanto penetrante da poter scrutare l’anima e il sorriso così maliardo da assoggettare chiunque al proprio fascino.
  • Perdonate l’attesa. Io sono Tulip, la nuova cameriera – si presentò la pony, accennando un inchino.
  • Non ci interessa il tuo nome. Servi il tè e lasciaci soli – rispose brusco Sunrise, senza distogliere lo sguardo dalle pagine del manuale.
Tulip obbedì e, mentre versava il tè con lentezza, non distoglieva gli occhi da quelli di Petrus, il quale la fissava imbambolato, con la bocca leggermente aperta. A Tulip sembrava non infastidirla, anzi il sorriso non abbandonò le sue labbra e gli occhi non si staccarono da quelli di Petrus neppure quando, spingendo via il carrello con sopra la teiera, si avviò alla porta.
  • Aspetta! – riuscì a dire Petrus, dopo un breve balbettio.
Tulip si voltò verso di lui. Il franco sorriso stampato sulle labbra scioglieva la disinvoltura di Petrus, privandolo d’ogni sicurezza.
  • Grazie – si limitò a dirle, trovando la forza per non distogliere lo sguardo da quello suo.
  • Prego – rispose Tulip, lasciando lo studiolo. 
Soltanto quando Tulip se ne fu andata, Petrus ritrovò il controllo di sé.
  • Petrus, il tè.
  • Eh, cosa?
Petrus si girò. Sunrise sedeva su una delle due poltrone, attorno al tavolino rotondo, dove due tazze di tè fumante attendevano solo di essere svuotate.
  • Il tè si raffredda.
  • Ah, sì. Eccomi.
Petrus sedette e bevve il suo tè, mentre sentiva già di essersi bevuto il cervello nel seguitare a pensare alla pony dal manto blu notte, di cui adesso conosceva il bellissimo nome: Tulip.
   
 
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