Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: saitou catcher    14/07/2019    6 recensioni
"Se questo fosse un altro mondo, Levi potrebbe amarlo."
[Levi/Erwin]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Erwin Smith, Levi Ackerman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Se questo fosse un altro mondo, potrebbe amarlo.
È un pensiero su cui non gli piace soffermarsi, nemmeno nei ritagli di solitudine, ma c'è, e prende forma nei momenti più impensati. A volte succede di notte, quando il suono del suo respiro è l'unica cosa che infrange il silenzio, e Levi insegue schegge di vite impossibili dietro palpebre chiuse; altre, è un bruciore nei palmi delle mani, quando Erwin sospira, e la luce del sole dà ai suoi capelli il colore del miele caldo, e Levi si chiede che sapore coglierebbe a posarvi le labbra. 
Se questo fosse un altro mondo, senza Giganti e senza mura, un mondo che concede libertà più grandi che quella di scegliersi la propria morte, Levi potrebbe amarlo. Niente passeggiate mano nella mano o sospiri al chiaro di luna, niente stronzate romantiche; queste cose non farebbero per lui neppure nel più pacifico dei mondi possibili. Quello che immagina, quando lo immagina, è il silenzio e il calore, la possibilità di lasciare una porta chiusa perché nessuna venga a cercarti, tazze di the che si accumulano sulla scrivania e ai lati del divano, scopare con rabbia per il desiderio che brucia la carne e senza la paura che ogni volta sia l'ultima. Immagina un Erwin che non ha mai intravisto, libero e felice e luminoso, Erwin sorridente e senza occhiaie, e a quel pensiero, Levi si morde le labbra nel buio fino a sentire il sapore del sangue.
Se questo fosse un altro mondo, Levi potrebbe amarlo. Ma il loro mondo è fatto di questo - ossa e briciole e singhiozzi di bambini morenti- e tutto l'amore che Levi potrebbe mai provare si riduce a un sospiro strozzato nell'ombra.
 
"Non sei obbligato a farlo" gli dice una volta Erwin. Sono appena tornati da un spedizione, una delle più disastrose che il Corpo di Ricerca ricordi, e Levi ha le dita intorpidite per la forza con cui ha tenuto strette le else delle lame, in bocca il sapore del sangue che una recluta gli ha spruzzato addosso venendo tranciata a metà. Vuole toglierselo di dosso, quel sapore, vuole scordare chi è e in che mondo vive, anche solo per un attimo, e così non ha dato ad Erwin neanche il tempo di raggiungere quell'idiota di Shadis in ufficio; lo ha abbrancato per un braccio appena sceso da cavallo, abbastanza forte da lasciargli qualche livido e da procurarsi uno sguardo perplesso che ha ignorato, mentre se lo trascinava dietro per i corridoi, mentre giungeva fino alla porta dell'ufficio di Erwin e l'apriva con un calcio. Si sente sporco, si sente livido, e rotto, vuole riempirsi la mente di bianco e dimenticare perfino il proprio nome, così spinge Erwin contro la parete, e si aggrappa a lui come fosse l'ultima cosa solida rimasta sulla terra (forse lo è; perché certe volte a guardarlo, Erwin sembra fatto di pietra e ghiaccio, niente che si possa scaldare con mano e cuore umani). Le mani gli tremano, da qualche parte in fondo al suo stomaco sente risalire il vomito, e il sangue che gli imbratta le labbra gli resterà per sempre addosso, non importa con quanto sforzo lo laverà via.
"Forza." Solleva verso Erwin un sorriso che lui stesso percepisce essere orribile. "Togliamoci il pensiero."
Strattona la cintura di Erwin con tanta forza da far saltare la fibbia, il cuoio che si scalda a contatto delle sue dita, e in fondo alla sua mente si agitano, per un istante, frammenti di un sogno che è silenzio e calore, ma Levi li ricaccia indietro e si solleva sulle punte dei piedi per baciare - no, mordere Erwin con tutta la forza che riesce a metterci. In quel momento, prega di precipitare nel bianco che gli ricolma la mente, prega di affondare da qualche parte nel flusso del tempo e non riemergerne più; prega di scordare tutte le morti che si arrampicano sulla sua pelle come ragni e dissolversi togliendo a questo mondo bastardo la soddisfazione di farlo in pezzi.
È in quel momento che Erwin si decide a parlare. "Non sei obbligato a farlo" è quello che dice; calmo, distaccato come sempre, persino quando sul labbro inferiore spicca una traccia di sangue lì dove Levi ha affondato i denti con troppa forza. Se questo fosse un altro mondo, Levi chiederebbe scusa di quel sangue e vi passerebbe sopra un dito per asciugarlo; se questo fosse un altro mondo, potrebbero fare l'amore senza avere la morte addosso.
In questo mondo, Levi ringhia e scuote la testa, e gli posa una mano sul petto, per imprimersi nella pelle la certezza che almeno lui è ancora vivo. "Non lo faccio per obbligo."
Se questo fosse un altro mondo, Levi potrebbe amarlo. In questo, può solo prendere ciò che il destino gli offre e tenerlo stretto fino a quando non sarà arrivato il momento di perderlo.
 
"Sei innamorato di lei?"
L'istante stesso in cui la domanda abbandona le sue labbra, Levi vorrebbe prendersi a pugni in faccia da solo per averla posta. Non è una fanciullina innamorata del cazzo, è un uomo adulto e un soldato e una persona che non si è mai fatta illusione su ciò che la vita gli poteva offrire; e in quel misero elenco, il cuore di Erwin Smith non è mai stato contemplato.
Ma prima di stasera non aveva mai visto Marie Dok e, prima di stasera, non aveva mai visto come fossero gli occhi di Erwin quando ad illuminarli era il bagliore soffuso della tenerezza e del ricordo, e non la scintilla gelida e fissa di una mente sempre tesa alla battaglia. Prima di stasera, non aveva mai udito la voce di Erwin tremare, e si chiede se anche Erwin, a volte, faccia sogni di un altro mondo, un mondo in cui in a baciarlo sono labbra morbide che sanno di biscotti, un mondo in cui non ha dovuto dare via il cuore per un paio d'ali sulla schiena.
Per un tempo che sembra infinito, Erwin tiene gli occhi fissi nel vuoto. "Lo sono stato" risponde infine, la voce neutra.
E adesso? si chiede Levi. Ma la domanda gli rimane incastrata tra i denti come un boccone di cibo troppo difficile da mandare giù.
Se questo fosse un altro mondo, potrebbe amarlo. Ma forse questo è l'unico mondo in cui avrebbero mai potuto stare insieme.
 
Se qualcuno gli chiedesse cosa vuole, Levi non saprebbe che rispondere. 
È il braccio destro di Erwin, la persona di cui lui più si fida. È il suo migliore amico, potrebbe supporre, anche se lui non ha mai pensato ad Erwin come tale. È il suo amante, e la definizione gli fa storcere la bocca, anche se non saprebbe dire il perché. E allora cos'è che vuole?
(L'altro mondo, e una versione di Erwin che riesca a sorridere e cantare, e non si sfinisca a inseguire sogni interrotti; il calore e il silenzio, parole da pronunciare contro una pelle che odora di sesso e di sonno, giorni da farsi scorrere tra le dita come rivoli di miele denso e dorato, che Erwin possa volare senza doversi schiantare)
Niente. Non vuole niente. Ha disimparato a volere nelle viscere olezzanti del Sottosuolo, mille vite e mille Levi fa. In questo mondo, Levi non vuole niente.
 
"Puoi farmi una promessa?"
Alla vigilia di Shiganshina, quelle parole raggiungono la schiena di Levi nel momento più buio della notte. Nel sentirle, aggrotta le sopracciglia, perché c'è qualcosa di strano nella voce di Erwin- qualcosa di morbido e rotto che non ha mai sentito prima, e che gli fa scorrere un brivido lungo le costole. 
"Che non cambierò idea all'ultima e deciderò di spezzarti effettivamente le gambe? Dipende" risponde asciutto. 
"Gambe spezzate o no, verrei comunque" replica Erwin e Levi stringe le mani a pugno fino a sentirle scricchiolare. Vogliamo provare? pensa, la rabbia che si attorciglia in un guizzo rosso in fondo allo stomaco. "Non è di quello che parlavo."
"E allora di cosa?" Levi si volta di scatto. Erwin ricambia il suo sguardo dalla sedia su cui è seduto, e mai come in questo momento, Levi ha desiderato con tutte le proprie forze prenderlo di peso e rinchiuderlo in un altro mondo, dove vita e morte non si giocano con un tiro di dadi, dove il suo braccio destro sarebbe ancora al suo posto.
"Non morire per me."
Di tutte le cose che Erwin avrebbe potuto dire- questa era l'ultima, l'ultima che Levi potesse aspettarsi. Apre la bocca in cerca di parole, ma non ne trova, la sua mente è piena di bianco e di terrore e di possibilità mai ricevute, 
"Non spetta a te deciderlo, stronzo" sputa alla fine, perché non gli viene in mente niente di più intelligente da dire.
"Sì, invece." L'espressione di Erwin s'indurisce, e Levi in quel momento lo odia quanto lo ama in tutti gli altri mondi tranne questo, una boccata di bile rancida e rovente che gli fa dolere la gola. "Non importa cosa mi accadrà. Non voglio anche il tuo sangue sulle mani."
"Un morto in più" ribatte Levi, volutamente crudele. "Farebbe differenza?"
"Sì."
A questo, Levi non sa cosa rispondere. 
"Promettimelo, Levi."
"Io non..." Levi scuote la testa, le parole non dette che si gonfiano nel suo petto fino all'inverosimile e gli piantano nel petto rami pieni di spine. "Erwin, no. Non chiedermelo. Tutto, ma non questo."
"Devo farlo, Levi. Non posso correre il rischio."
"Allora ordinamelo" ringhia Levi "Ordinamelo e falla finita, poi vai a morire nella maniera che preferisci. Che importanza vuoi che abbia per me?"
Vedi il viso di Erwin contrarsi, le sue labbra dischiudersi a formare una replica che non sentirà mai, perché gli volta le spalle ed esce dalla stanza senza guardarsi indietro.
 
Se questo fosse stato un altro mondo, Levi l'avrebbe guardato morire tenendolo per mano. Avrebbe contato le rughe sui loro palmi come i cerchi che segnano gli anni degli alberi e dato la caccia ai momenti vissuti tra un solco e l'altro dei loro visi invecchiati. Se questo fosse un altro mondo, gli avrebbe tenuto la mano e avrebbe premuto l’altra sul suo petto, lì dove batte il cuore, per non perdersi neanche l'ultimo dei loro istanti insieme (ci sarebbe qualcun altro con loro, Hange senza sangue sul viso e Mike vicino a Nanaba, e Isabel e Farlan sarebbero lì con lui, e forse Levi riuscirebbe perfino a sorridere, per non far vedere ad Erwin che sta piangendo).
 
In un altro mondo che non è questo, l’avrebbe guardato morire tenendolo per mano. In qualunque altro mondo tranne questo, almeno una volta sarebbe riuscito a salvarlo.
 
(In questo mondo come in tutti gli altri, Levi lo ha amato.)


Ahem. Questa cosa tocca spiegarla.
La prima domanda da porsi è: l'autrice di questa storia shippa Levi ed Erwin?
La risposta è: vallo a capire.
Seriamente, io ho le idee confuse riguardo a questa ship. Nel senso, quando guardo le loro scene nel canon, l'interpretazione romantica non è la prima che mi viene in mente, e adoro vederli interagire a prescindere, ma come coppia hanno un qualcosa che mi attira e che mi spinge a leggere tutte le storie su di loro, e via discorrendo. Non mi spingerei a dire che sono canon: considerata l'allergia che Isayama ha sempre dimostrato per le storie d'amore, non credo che abbia mai avuto l'intenzione di presentare il rapporto tra Levi ed Erwin come una relazione romantica.
Tenete anche conto che questa storia è nata durante un turno di lavoro in cui stavo morendo di caldo e tutto avrei dovuto fare meno che sclerare su Aot, quindi c'è un motivo se è venuta su delirante.
Anyway, alla prossima!
Catcher

 
  
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