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Autore: Mattia V    18/07/2019    0 recensioni
Petrus Adamo e Sunrise Shimmer sono due unicorni guaritori molto illustri, amati in tutta Equestria. Petrus si dimostra un unicorno sensibile e di larghe vedute, convinto sostenitore dell’uguaglianza tra pony. Sunrise invece si presenta come un unicorno di vecchio stampo, altezzoso e poco tollerante verso i pony di basso rango, quali pony di terra e pegasi.
Sebbene condividano idee diverse e diversi ideali, i due sono uniti da un sincero affetto fraterno. La loro vita ha una svolta quando, in una società terribilmente classista, che non vede di buon occhio le relazioni tra razze diverse, l’unicorno Petrus s’innamora di una incantevole pony di terra dal sorriso maliardo…
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Petrus e Sunrise si trovavano nel loro studiolo privato. Il primo stava finendo di leggere le ultime pagine di un manuale avanzato di magia curativa, mentre il secondo passava in rassegna i titoli dei manuali di cui aveva pazientemente sottolineato i punti salienti.
Una voce li distrasse dal loro lavoro.
  • Buongiorno a voi, carissimi unicorni.
Sunrise dovette nuovamente ingoiare il rospo, sopportando quel saluto tanto amicale da parte di Tulip. Gli occhi di Petrus si illuminarono e le labbra si incurvarono in un lieto sorriso.
  • Stamane il sole è sorto come sempre, scaldando la città coi suoi raggi luminosi, ma non era nulla paragonato al tuo sorriso che adesso scalda il mio cuore.
  • Oh… – sibilò Sunrise nauseato.
  • Ignoralo, cara – sorrise Petrus, avvicinandosi a Tulip e stringendola in un abbraccio.
  • Cosa mi raccontano i carissimi unicorni? – chiese Tulip, parlando a quel modo confidenziale che Sunrise mal sopportava.
  • Oh, sto leggendo un manuale avanzato di magia curativa. È molto impegnativo, mi serviva proprio una distrazione. Sei arrivata al momento giusto per incoraggiarmi, mio splendore.
  • Beh, immagino che sarai molto stanco. È durato fin a tarda notte il ricevimento?
Il sorriso innocente con il quale Tulip rivolse la domanda, si tramutò in una smorfia grave quando si avvide dell’oscurarsi del volto di Petrus.
  • Che succede?
  • Voglio essere sincero con te, mia cara. Ieri la mia presenza non era gradita e mi è stato vietato l’accesso nella casa dove sono stato ospite tante altre volte. Molti unicorni non approvano la nostra relazione e Haughty Bumptious, che credevo mio caro amico, è uno di questi.
  • Mi dispiace, Petrus.
  • E di cosa, tesoro? Sono loro che debbono dispiacersi. Anzi, vergognarsi. Sunrise e io siamo andati a passeggiare per i tranquilli sentieri della campagna. La luna è stata una carissima compagna ieri notte, molto più quieta, molto più interessante.
Petrus allungò una carezza sul muso di Tulip, la quale sorrise.
  • Petrus Adamo, signore, spero di non disturbare – entrò esitante una guardia reale – Princess Celestia desidera vedervi.
  • Oh sì, me n’ero dimenticato. Tulip, resta pure con Sunrise. Devo discorrere di alcuni affari con la sovrana, ma non impiegherò assai tempo.
Petrus la baciò e uscì dallo studiolo. Sunrise non aveva obiettato sul fatto che Tulip venisse lasciata in sua compagnia, ma non poté non avvertire un certo disagio. Stava per prendere l’ennesimo manuale da sottolineare, quando si avvide che Tulip aveva preso da uno scaffale un libro e adesso sedeva sulla poltrona, sfogliandone le pagine.
  • Tu sai leggere?!
La sorpresa fu tale che le parole gli uscirono d’impeto, quasi urlate. Tulip lo fissò dapprima perplessa. Sunrise se ne scusò.
  • Oh, scusami, le parole mi sono uscite con un tono di voce più sorpreso di quanto volessi.
Tulip non si offese, rise a bocca chiusa e scosse la testa.
  • Sai, mio caro amico, non ci sono solo le scuole private per ricchi unicorni. In ogni paese e città c’è almeno una scuola pubblica, frequentata da ogni specie di pony. Gli umili pony di terra non fanno eccezione.
  • Oh, non ne avevo idea.
  • Credevi forse che i pony di terra fossero rimasti analfabeti? Il problema dell’analfabetismo è notevolmente diminuito negli ultimi anni, grazie alle scuole pubbliche e all’istruzione obbligatoria per ogni pony. Mi stupisce che non ne fossi informato, Sunrise.
  • Il fatto è che… non credevo… Perché un pony di terra dovrebbe imparare a leggere e a scrivere? Insomma, non servono queste cose per… ahm…
  • Lavorare la terra? I tempi sono cambiati, Sunrise. Ci sono “pony di terra” che aspirano a molto di più che limitarsi a lavorare la terra. E, in ogni caso, contadino non è sinonimo di ignorante e tutti meritano un’istruzione.
  • Posso chiederti cosa leggi?
  • Macbeth di Shakespeare.
  • Oh, sì, la tragedia di quel pegaso che, istigato dalla moglie e influenzato da tre streghe, finisce per compiere efferati omicidi.
  • Omicidi destinati a non restare impuniti. Macbeth e la moglie non avranno lieta sorte. Ho sempre apprezzato le tragedie shakespeariane.
  • Hai letto Giulietta e Romeo?
  • Se ho letto Giulietta e Romeo? Quella è la tragedia per eccellenza. Due unicorni innamorati, ma appartenenti a due nobili casate in perenne conflitto tra loro, separati dall’odio, uniti dall’amore, trovano pace solo nella morte.
  • “Perché mai ci fu destino così reo, come questo di Giulietta e del suo Romeo”.  
  • Cosa ne pensi di Amleto?
  • “Essere o non essere, questo è il dilemma”. E un unicorno più problematico di Amleto non esiste di certo.
Risero.
  • Oh, vedo che cominciate a fare amicizia. Mi fa piacere.
Petrus entrò sorridendo, lieto nel constatare come i due andassero d’accordo.
  • Beh, Petrus, devo ammetterlo. Non avrei mai immaginato che un giorno avrei discorso di letteratura teatrale con un pony di terra.
  • Il tuo amico ha dei pregiudizi sulla mia specie, dico bene?
  • Indovinato, tesoro. Devi solo compatirlo un po’. Io lo faccio sempre.
  • Ehi!
Risero tutti e tre.
  • Leggi pure qualcosa di tuo gradimento, Tulip. Sunrise e io dobbiamo studiare alcune…
  • Petrus, per carità!
Un unicorno irruppe nella stanza, facendoli sussultare. Il viso frastornato, gli occhi all’infuori dal terrore, gocce di sudore grondavano dalla criniera arruffata.
  • Petrus, vi supplico! Mia moglie! Dovete venire!
  • Calmatevi, Antares. Spiegatemi cosa succede.
Petrus e Sunrise conoscevano bene Antares. Unicorno inizialmente destinato a diventare un importante imprenditore, si era in seguito guadagnato la nomina di “reietto” della società, dopo aver sposato una pegaso.
  • Mia moglie ha perso la ragione, l’ho dovuta lasciare in preda a tremendi attacchi isterici. Venite, curatela, vi supplico!
  • Muoviamoci, Antares. Farò quanto è in mio potere.
  • Vengo con te, Petrus – si aggiunse Sunrise, seguendo i due unicorni.
  • Aspettatemi – disse Tulip, unendosi al gruppo.
Giunsero presto nella casa di Antares, dove trovarono la moglie chiusa in camera da letto, la quale si dimenava urtandosi contro le pareti ed emettendo gemiti gutturali, squarciando i timpani con qualche urlo penetrante e improvviso. Gli occhi rossi uscivano quasi dalle orbite, le pupille roteavano dappertutto ma parevan non veder nulla. Sunrise, Antares e Tulip la presero di forza e la costrinsero a letto. Il marito riuscì a calmarla elargendole continue carezze sulle guance.
  • Artemisia, amore mio, non fare così. Ti prego.
Gli occhi di Antares esprimevano angoscia e la voce era straziata dal dolore nel vedere la moglie ridotta in quello stato. Artemisia si calmò, non emise più alcun urlo, ma la sua bocca rimase spalancata e gli occhi sbarrati e venati di rosso volgevano al soffitto.
  • Fatevi da parte – ordinò Petrus, avvicinandosi alla paziente.
Le si stese di sopra e cercò di incontrare lo sguardo di quegli occhi quasi vitrei.
  • Adesso rilassa il tuo corpo e non opporre la benché minima resistenza.
Il suo tono di voce pacato rasserenò momentaneamente Artemisia che chiuse gli occhi, lasciando che Petrus poggiasse la fronte sulla propria. Si addormentarono all’improvviso, cadendo in un sonno profondo.
  • Che succede? – domandò Tulip, sorpresa.
  • Le sta curando la mente – spiegò Sunrise.
  • Che cosa?
  • Non ne sei a conoscenza? Petrus Adamo è uno dei pochi unicorni a possedere questa rarissima dote. Curare le ferite e le malattie della mente. Di unicorni con un simile potere ne nasce uno ogni mille. Chi possiede questa dote non deve necessariamente essere un guaritore e studiare le arti curative, basti che disponga di un livello d’empatia fuor misura. Con la magia può unire il proprio spirito a quello del pony da curare e, con esso, vagare nei meandri della sua mente sconvolta e aiutarlo ad affrontare e schiacciare il suo male.
  • Davvero? – chiese Tulip, sbalordita.
  • Che sia un trauma represso, una pazzia della mente, Petrus aiuta il paziente ad affrontarla. Non è la prima volta che lo vedo curare pony “feriti” alla mente. Vorrei proprio che esistesse uno specchio magico che mostri cosa accade in quell’ignoto posto che solo Petrus e il rispettivo paziente hanno modo di esplorare.
  • È strabiliante. Non immaginavo che Petrus fosse capace di cose simili.
  • Guaritore di corpi si diventa, guaritore di menti ci si nasce. Come lo invidio e, allo stesso tempo, sono orgoglioso di lui.
Antares fissava angustiato il volto apparentemente sereno della moglie addormentata. Stava per allungare uno zoccolo sulla sua guancia, ma Sunrise lo fermò.
  • Per favore, Antares, sarebbe bene non toccare nessuno dei due. Non infastidite i loro spiriti. In questo momento è come se vostra moglie stesse affrontando una battaglia. State tranquillo, grazie a Petrus ne uscirà indenne.
  • Oh, Sunrise, sono così angustiato. Artemisia era strana in questi giorni, i nervi tesi come corde di violino pizzicate. Ma una simile trasformazione… Posseduta dalla disperazione, dalla follia. E io, impotente e ignorante!
  • Avete fatto quel che ogni pony responsabile avrebbe fatto: chiamare un competente guaritore. Il mio amico non ci deluderà.
  • Perdonate se mi intrometto – fece Tulip, avvicinandosi ad Antares e rivolgendogli un sereno sorriso – Angustiarvi così non serve a nulla, vi posso suggerire di prepararvi una bevanda calda? Aiuta a stendere i nervi.
  • I-io credo che tu non abbia torto… signorina?
  • Tulip.
  • Signorina Tulip. Vado e torno. Mi fido sia di Petrus che di Sunrise.
Col viso ancora stravolto, Antares mosse lenti i suoi passi, uscendo dalla camera da letto. Sunrise e Tulip rimasero a vegliare su Petrus e Artemisia.
  • Credo di sapere cosa sia accaduto.
Tulip volse gli occhietti curiosi su Sunrise.  
  • Dici davvero?
  • Osserva quelle porcherie sul comodino laggiù.
Tulip volse lo sguardo verso un comodino di fianco la parete. Sopra di esso vi erano diverse ciotole sporche, qualche cucchiaio di legno, delle piccole fiale contenenti liquidi colorati e qualche erba dal cattivo odore. Vi era anche una brocca riempita d’acqua e una grande ciotola con dentro un particolare strumento che serviva a preparare infusi d’erba.
  • Non dirmi che pensi si sia avvelenata?
  • Non volontariamente. Non sono pochi gli incoscienti che senza la minima esperienza cercano di preparare infusi d’erba molto forti per rilassare i nervi. Quel che pochi sanno e molti ignorano è che tali infusi e miscele, se preparati male, possono sortire, una volta bevuti, tutt’altro effetto. Nei casi peggiori c’è chi si sia anche gettato dalla finestra in un momento di frenesia provocato da questi infusi preparati alla buona.
  • Quelli sono la causa, ma per curare davvero la ferita della mente, Petrus deve scoprire il motivo che ha spinto la povera Artemisia a preparare e poi prendere quegli infusi.
  • E lo scoprirà.
Antares rientrò in camera. Passarono diverse ore, durante le quali Sunrise e Tulip cercarono di distrarre la povera mente angosciata di Antares. Anche Tulip, però, cominciava ad avvertire una certa apprensione. Vedere Petrus incosciente non la lasciava tranquilla e si domandava in quale assurdo “mondo” stesse vagando il suo spirito, assieme a quello di Artemisia. Un brivido di paura le percorse la spina dorsale. Chissà come quelle esperienze grandiose e spaventose influissero sulla mente dello stesso Petrus.
Dopo ore d’estenuante e angosciosa attesa, Artemisia aprì gli occhi. Aveva il viso sereno, un sorriso sfuggì alle sue labbra, che subito vennero schiacciate da quelle del marito, che la baciò tra le lacrime.
  • Aspetta – fece Sunrise avvicinandosi – Ti tolgo questo bestione di dosso.
E ridendo, sollevò con la magia il corpo ancora incosciente di Petrus, permettendo ad Artemisia di alzarsi. Poi lo ridistese sul letto.
  • Si sente bene? – domandò Artemisia preoccupata.
Sunrise la rasserenò subito.
  • Tutto nella norma. Questo potere è affascinante, ma ogni cosa bella porta altresì seccature. Questo tipo di magia richiede uno sforzo intellettuale e spirituale tali da ridurre all’estreme forze il corpo. Ci vorranno delle ore prima che Petrus possa tornare a muoversi.
  • Quindi è paralizzato? – domandò Antares.
  • Solo momentaneamente. Ripeto, è tutto nella norma.
Il sorriso sereno di Sunrise rassicurò i due coniugi. Subito dopo la voce di Petrus, svegliatosi in quel preciso istante, li fece sussultare.
  • Artemisia, mia cara, non temete e parlate con vostro marito. Lui capirà.
Artemisia volse lo sguardo angustiato al sorriso tranquillo di Petrus. Negli occhi del pony dal manto nero leggeva la fiducia che egli nutriva nella bontà.
Antares cinse le spalle della moglie.
  • Tesoro, è vero. Qualunque cosa sia, possiamo affrontarla insieme. Tu non devi avere segreti con me.
  • Va bene, dirò tutto. Ma ora vorrei dormire. Mi sento ancora stravolta, è stato tutto così strano.
  • È la mente pony! – esclamò Sunrise ridendo – Se non è strana quella, cosa lo è?!
Antares condusse la moglie nell’altra camera, ringraziando Petrus e dicendogli di stare comodo sul letto.
  • Non potrebbe muoversi neppure volendo – ribatté Sunrise, rivolgendo all’amico un sorriso sornione.
  • Oh no – fece Petrus rassegnato – Sunrise, smettila! Lo sai che mi dà fastidio!
Sunrise aveva cominciato a picchiettargli ripetutamente la guancia con uno zoccolo.
  • Sunrise!
  • Se vuoi che la smetta, alza uno zoccolo.
  • Sai che non posso!
  • Oh…
  • Sei peggio di un puledrino! Grande e vaccinato, si diverte con questi giochetti.
  • Non mi divertono questi giochetti, mi diverte vedere le vene della tua fronte pulsar di rabbia.
  • Sunrise, io ti uccido!
  • Guardateli – rise Tulip – E questi sarebbero i due unicorni guaritori più famosi di Equestria? Che Dio ci aiuti – aggiunse con un bonario sorriso.
Si avvicinò a Petrus, che subito le sorrise.
  • Ero in pensiero, lo sai?
  • Non c’era nulla da temere, Tulip. Non è la prima volta che curo le ferite della mente. Certo, capisco che dal di fuori l’attesa è estenuante. Per me e Artemisia sarà passata mezz’ora appena, ma in realtà siamo stati incoscienti per diverse ore, dico bene?
  • Puoi dirlo. Quante ore resterai paralizzato?
  • Non lo so con precisione. Posso muovere solo la testa. Alle volte passo così due ore, altre volte cinque e così via.
  • Una volta è rimasto paralizzato per dieci ore di fila! – esclamò Sunrise con un sorriso divertito.
  • Lo devi proprio raccontare a tutti, eh, Sunrise?
Tulip poggiò un delicato bacio sulla guancia di Petrus.
  • Riesci sempre a stupirmi, mio caro Petrus Adamo.
  • Questo tuo bacio mi dà ogni forza. Restassi paralizzato anche per più di dieci ore, se ricevessi di continuo i tuoi baci, sopporterei la pena con maggior letizia…
Sunrise gli poggiò un delicato bacio sulla guancia che poco prima aveva baciato Tulip.
  • Come osi poggiare le tue schifose labbra sulla guancia dove poco prima hanno poggiato quelle bellissime della mia signora?!
  • Oh, Petrus, sei così nervoso. Ti do subito un altro bacio.
Sunrise lo baciò di nuovo.
  • Sunrise!
Tulip rise, scuotendo la testa.
Passarono diverse ore, durante le quali i tre pony chiacchierarono tra loro. Tulip e Sunrise ebbero modo di discorrere di letteratura, constatando di avere quasi gli stessi gusti. Questo, con gran gioia di Petrus, li avvicinò. Passate le ore, Petrus tornò a muoversi normalmente.
  • Finalmente! Mi sento tutto intorpidito.
  • Oh, meno male – fece Artemisia, entrando nella stanza – Sono felice che stiate bene.
  • Avete parlato con vostro marito, mia cara?
  • No. Ho riposato, rimuginato, dormito un po’. Ma ora sono pronta. Antares, vieni, per favore.
Antares entrò nella stanza, sorrise nel constatare che Petrus si fosse ripreso, ma tornò serio vedendo il volto preoccupato della moglie.
  • Artemisia, cosa c’è? Vuoi parlarmi?
  • Noi togliamo il disturbo.
  • No, Petrus. Per favore, restate. Voi pure, Sunrise e Tulip. Quel che ho da dire a mio marito non merita d’esser nascosto come un segreto orribile.
Artemisia rivolse lo sguardo al marito.
  • Antares, io credo di essere incinta.
Gli occhi di Antares s’illuminarono, le parole pronunciate dalla moglie si riversarono lettera dopo lettera sul suo cuore, provocandogli un’emozione indescrivibile.
  • Ma è meraviglioso.
  • No, non lo è.
L’entusiasmo di Antares fu spento dalla crudezza di Artemisia. La dura espressione della pegaso si sciolse infine in copiose lacrime.  
  • Antares, potrebbe nascere un pegaso oppure… Ci sono molte probabilità che sia un unicorno.
  • Non desideri un figlio unicorno?
  • Non essere ridicolo! Che differenza può avere per me? Nascesse anche paradossalmente un pony di terra, sarebbe comunque nostro figlio!
  • Allora cosa c’è?
  • Se nascerà unicorno, sarà un impuro. Verrà inserito in quella dannata lista e sarà trattato come un reietto. Nessun unicorno vorrà averlo intorno e sarà dura per lui studiare, cercare lavoro e inserirsi nella società. Tu stesso, destinato a una grande carriera, hai dovuto rinunciare a tutto per stare con me, sciagurata! E se nostro figlio sarà un unicorno impuro, ancor più infausto sarà il destino che lo attende. Oh, Antares. Il pensiero di essere la causa della rovina di mio figlio, che già amo con tutto il cuore, mi ha indotto a intossicarmi con infusi d’erba mal preparati. Volevo allontanare il pensiero, dimenticandolo per un po’ con i dolciastri profumi di queste miscele. E guarda come m’avevano ridotta! Mi sento così infelice.
  • Artemisia, tu non devi più tenerti dentro sentimenti simili. Amore mio, ma cosa m’importa dei pregiudizi degli altri, della dubbia morale di questa società?
  • Importerà, perché in società viviamo.
  • Allora le cose devono cambiare. E nostro figlio, qualunque specie sia, farà parte di questo cambiamento. Non importa cosa, ma chi sarà. Pegaso o unicorno, voglio che sia un pony sano e di buoni principi.
  • La fai facile tu. Ma che vita avrà se sarà un unicorno? Se verrà inserito nella lista degli impuri!?
  • Vieni qui – Antares la strinse in un abbraccio – Non la sto facendo facile. Dico le cose come sono. Vedrai, andrà tutto bene. È nostro figlio. 
Rincuorata dalle parole del marito, Artemisia si abbandonò alle sue zampe, versando fiumi di lacrime. Petrus, Sunrise e Tulip salutarono educatamente e tolsero il disturbo. Mille furono le parole di ringraziamento da parte dei due coniugi.
 
Petrus stava finendo di leggere il manuale avanzato di magia curativa, Tulip si avvicinò a Sunrise, intento invece a sistemare una pila di libri lungo gli scaffali, catalogandoli in ordine alfabetico.
  • Tu non sei così intollerante e chiuso come vuoi far credere.
  • Cosa?
  • Ho visto il tuo sguardo quando Artemisia parlava. L’espressione mesta che avevi quando questa ha nominato la lista degli unicorni impuri.
  • Non significa niente. Senza offesa, ma non concepisco le relazioni tra razze diverse.
  • Lo dici perché fin da piccolo sei stato improntato a questa mentalità, ma il tuo cuore ti parla.
  • Che cosa sciocca. E cos’avrebbe da dirmi il mio cuore che non mi dice già la mia mente?
  • Ma la mente a volte è traviata da pregiudizi e preconcetti, il cuore invece è immune a queste cose, il problema è che non tutti lo ascoltano. Ma tu sì.
  • Forse leggi troppi sentimentali. Posso consigliarti qualche manuale di scienza?
  • La psicologia è una scienza. E in fondo è un po’ psicologia ciò che dico.
  • Psicologia, filosofia, che scienza sia non fa differenza! Sono stanco, chiudiamola qua.
Tulip rise a bocca chiusa.
  • Tu sei un bravo pony, Sunrise.
  • Di cosa parlate?
Petrus si avvicinò a loro.
  • Di quanto il tuo amico sia negato a fare il duro.
  • Oh sì, è un gran tenerone in fondo.
  • Non state parlando di me, vero? Perché se state parlando di me, siete pazzi!
Petrus e Tulip risero.
  • Vogliamo andare, tesoro?
  • Certo, Petrus.
Fecero per uscire dallo studiolo, ma Tulip ci ripensò, voltandosi verso Sunrise.
  • Sunrise, vuoi venire a cena con noi?  
  • Già, perché non vieni? – lo invitò a sua volta Petrus.
  • Davvero? Ma non sarò il terzo incomodo?
  • Oh, sciocchezze! – replicò Petrus – Io e Tulip possiamo cenare da soli una qualunque sera. Se per una volta ci fai compagnia, non casca il mondo. A noi fa piacere.
  • Sempreché al nobile Sunrise non dispiccia unirsi a due reietti come noi e cenare in un’umile rosticceria – aggiunse Tulip in tono scherzoso.
L’amichevole frecciatina non irritò Sunrise, che stavolta sorrise del tono confidenziale della pony di terra.
  • E va bene. Fatemi sistemare questi libri e possiamo andare. Offre Petrus però, eh!
 
Passarono una bella serata, Sunrise e Tulip approfondirono la loro conoscenza e Petrus fu lieto di constatare che, malgrado i preconcetti dell’amico, quest’ultimo mostrava gradire la compagnia della fidanzata. Finita la cena, passeggiarono per un po’ per le strade affollate di Canterlot. Poi si separarono. Petrus accompagnò Tulip a casa, Sunrise si recò verso la propria abitazione, in centro. Camminando, ripensò con un sorriso a quel che gli aveva detto Tulip, quando aveva infine asserito che fosse un bravo pony. Si fece serio, ripensando invece alle lacrime della pegaso Artemisia, avvolta dalle zampe del marito che le dava conforto.
  • Non avevo mai visto un pegaso piangere – sussurrò a sé stesso – Proprio un pegaso…
In un sol giorno aveva visto una pony di terra appassionarsi di letteratura, che credeva interessare solo agli unicorni, e piangere una pegaso. Quest’ultima cosa lo aveva profondamente scosso. Aveva sempre considerato i pegasi delle teste di legno, bellicosi e ignoranti, capaci solo di far guerra e guerriglia. Mai li avrebbe creduti capaci di provare nobili e più alti sentimenti.
Rise, rendendosi conto che quei pensieri glieli aveva suscitati Tulip, con quella sua frase “sei un bravo pony” che gli rimbombava nelle orecchie.
  • Ah, sciagurato me. Discorro di letteratura con lei, commentiamo le tragedie shakespeariane, scherziamo e non mi irrito più del suo tono confidenziale. Sarò proprio ammattito ad essermi trovato un pony di terra per amico!   
E ridendo, proseguì il cammino verso casa.   
   
 
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