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Autore: Graffitisuimuri    24/07/2019    2 recensioni
Che cosa era una donna senza figli? Si chiedeva.
A sedici anni sarebbe inorridita a sentire quelle parole, ma ora le sembrava che l’ avessero privata di un suo diritto. Si sentiva come se il suo corpo, quel corpo che aveva impiegato tanto tempo ad accettare – troppo magro, troppo asciutto – la stesse tradendo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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To fix you.

 

“When you try your best but you don't succeed
When you get what you want but not what you need
When you feel so tired but you can't sleep
Stuck in reverse”
 
Inuyasha salì le scale del piccolo villino alla periferia di Tokyo lentamente, attento a non far scricchiolare i gradini.
Il suo obbiettivo era la seconda porta sulla destra, li avrebbe trovato esattamente ciò che cercava.  Il piccolo corridoio in cima alle scale era immerso nella semi oscurità ma Inuyasha non accese la luce, sapeva che lei l’avrebbe vista.
Non bussò neanche e quando aprì la porta la vide li, seduta sulla poltrona gialla, tra le mani sporche di pittura azzurra un romanzo. Sembrava essere rimasta immobile in quella posizione per ore, forse era anche vero, a fissare la stessa pagina di “Lolita”. Uno dei suoi romanzi preferiti di sempre.
<< Kagome >> la chiamò in un sussurro ma lei non rispose continuando a fissare la pagina. Lui le si avvicinò piano arrivando ad inginocchiarsi accanto alla poltrona e allungando una mano per stringere quella di sua moglie delicatamente.
<< Vuoi parlarne? >>  le chiese. Kagome alzò lentamente lo sguardo, gli occhi scuri velati dalle lacrime.
Quanto aveva pianto?.
<< Mi spiace tanto Inuyasha >>  mormorò, poi si passò una mano sul viso coprendosi gli occhi << mi spiace davvero tanto >>.
I risultati delle analisi erano arrivati quella mattina mentre dipingeva nel suo studio: una scogliera a picco sul mare inondata dalla luce del tramonto.  Si era pulita le mani sul grembiule bianco ed era scesa velocemente lungo le scale. Aveva quasi strappato la lettera dalle mani del postino, un ragazzetto giovane dai lucidi occhi neri. Lo aveva ringraziato chiudendosi  velocemente la porta alle spalle. Aveva schiuso l’involucro di carta della lettera con ansia quasi febbrile  e li l’ aveva scoperto, scritto a piccoli caratteri c’era la sentenza che avrebbe segnato la sua vita: non avrebbe potuto avere figli. Né ora né mai. Era sterile, lo era sempre stata.
Era rimasta ferma li, ferma immobile, a guardare i risultati delle analisi senza leggerli veramente. Un dolore sordo le aveva riempito il petto e lo stomaco. Aveva lasciato cadere il foglio ed era tornata nell’unico posto che le avrebbe potuto dare un minimo di serenità: il suo studio. Era sprofondata nella poltrona gialla, circondata dai suoi quadri, quasi tutti paesaggi e inaspettatamente era scoppiate a piangere. Un lungo pianto liberatorio.
Che cosa era una donna senza figli? Si chiedeva.
A sedici anni sarebbe inorridita a sentire quelle parole, ma ora le sembrava che l’ avessero privata di un suo diritto. Si sentiva come se il suo corpo, quel corpo che aveva impiegato tanto tempo ad accettare – troppo magro, troppo spigoloso – la stesse tradendo.
E Inuyasha? L’ avrebbe amata ancora, anche se non poteva dargli la famiglia che avevano sempre desiderato?
Aveva pianto per ore terrorizzata dal pensiero di perderlo, rigettando quell’ orrenda realtà che la stava divorando pezzo per pezzo.
Inuyasha aveva trovato il foglio delle analisi abbandonato sul pavimento  dell’ ingresso, non aveva dovuto nemmeno leggerlo: aveva già intuito la risposta.
E ora, mentre reggeva le mani tremanti della moglie avrebbe volto poter cancellare tutto quel dolore.  
<< Non lasciarmi sola >>  aveva sussurrato lei in una supplica che mostrava tutta la sua fragilità. Inuyasha l’ aveva baciata sulla fronte con dolcezza. << Scema, non potrei mai lasciarti >>  poi le aveva baciato le labbra << io ho bisogno di te >>.
 
Quella notte avevano dormito abbracciati, lei con la testa appoggiata sul petto di lui che le accarezzava i lunghi capelli corvini.
<< Passerà? >>  gli aveva chiesto nell’ oscurità della loro camera da letto.
<< Passerà >> le aveva detto lui stringendola ancora di più <<  e poi io sarò qui, per prendermi cura di te.  Per sempre>> .
 
“Lights will guide you home
And ignite your bones
And I will try to fix you”
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Bene,bene,bene sono tronata nel mio angolo di fandom preferito.
Dopo mesi, secoli, in cui non prendevo il computer per scrivere oggi mi è venuta l’ispirazione per questa one-shot dal tono malinconico.
Spero vi piaccia.
Graffiti.
  
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