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Autore: LadyPalma    01/08/2019    1 recensioni
SPOILER 8X03
E se nella scena finale, Davos avesse raccolto la collana di Melisandre e per qualche ragione il contatto dell'oggetto con il suo corpo (e solo il suo) fosse in grado di mantenerla in vita? Se il destino della Donna Rossa fosse nelle mani del Cavaliere delle Cipolle, lui deciderebbe di ucciderla o di darle un'altra possibilità? Potrà lui mai essere in grado di perdonarla?
Un tentativo di creare una storia d'amore tra due personaggi che si sono sempre odiati, forse solo perché non si sono mai capiti.
Melisandre/Davos
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davos Seaworth, Melisandre di Asshai
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Red Onion - Davos/Melisandre'
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12.

Il fatto che Davos, rispondendo alla richiesta di Melisandre di recarsi nella sua stanza, l'avesse trovata intenta a fare un bagno non era stato accidentale. Al contrario, la donna aveva pianificato i dettagli di quella situazione con cura, inclusa l'assenza della bambina, affidata per qualche ora alla balia. Per almeno venti minuti era rimasta immersa nella vasca completamente nuda, con i capelli bagnati raccolti e un calice di vino a farle compagnia, prima che l'uomo bussasse alla porta e lei lo invitasse finalmente ad entrare. Il motivo era semplice: la notizia del suo prossimo matrimonio la tormentava e, pur sapendo di non poter impedire la cosa, sperava di tenerlo in qualche modo legato a sé e di non perderlo del tutto. Ancora una volta l'unica arma di cui sapeva di potersi fidare era la seduzione. Il suo corpo era stato nel corso di secoli irresistibile per molti uomini e le aveva fatto ottenere tante cose in nome del Signore della Luce; ora era pronta a usarlo per guadagnare qualcosa per sé stessa, ben consapevole che il cavaliere delle Cipolle, nonostante per anni l'avesse respinta e odiata, adesso non era affatto immune al suo fascino. Dopotutto, l'esistenza stessa di Shireen lo provava.
"Oh, non credevo di... trovarti...così. Tornerò più tardi" esordì Davos, con leggero imbarazzo.
Per tutta risposta, Melisandre sorrise e si mise seduta all'interno della vasca, in modo da lasciare il seno completamente esposto al di sopra dell'acqua.
"Non ce n'è bisogno. Non è la prima volta che mi vedi nuda, Davos... Abbiamo una figlia insieme addirittura, ti ricordo" ribatté, in un tono vagamente malizioso. "Perché non mi passi quell'asciugamano, così mi rendo presentabile?"
Lui si addentrò nella stanza, per afferrare il telo bianco posato sul letto, ma quando le si avvicinò fu difficile mantenere il sangue freddo. Infatti lei si alzò lentamente in piedi con lentezza, con il preciso scopo di farsi guardare, prima di prendergli la stoffa dalle mani e stringersela attorno al corpo. Poi, si portò una mano tra i capelli e li lasciò cadere lunghi e bagnati.
"Ho bisogno di una mano" disse, prima che lui potesse indietreggiare.
Gli afferrò un braccio con il pretesto di uscire dalla vasca, ma dopo aver messo il primo piede a terra, completò il suo progetto fingendo di scivolare. Come previsto, lui si mosse istintivamente per sorreggerla e in questo modo lei si ritrovò letteralmente tra le sue braccia, i visi vicinissimi.
Se alla vista del corpo di lei, Davos si trovava già imbarazzato, adesso l'attrazione che sentiva era decisamente innegabile. Allo stesso tempo però era ancora abbastanza lucido da intuire che c'era qualcosa di strano; non era uno sciocco: aveva  il vago sospetto che quella situazione fosse stata architettata e che quel loro secondo momento di vicinanza fosse di nuovo frutto di un piano di seduzione, di cui stavolta però gli sfuggiva completamente il fine.
"A che gioco stai giocando?" sussurrò, impedendole di baciarlo.
Melisandre gli posò le mani sul petto e avvicinò di nuovo il proprio viso al suo.
"Non sto giocando. L'unica domanda è: tu mi vuoi?"
Ancora una volta lei fu vicina a baciarlo, ma ancora una volta lui la bloccò, posandole due dita della mano buona sotto il mento per poterla guardare dritto negli occhi.
"Che cosa vuoi tu? Cosa vuoi da me, Melisandre?"
Lei esitò per qualche istante, in parte spaventata dalla portata di quella domanda. Era indecisa su quanto fosse disposta a rivelare dei sentimenti che provava; era innamorata di lui, ormai ne era del tutto consapevole, ma non era pronta a svelare quella che considerava come una debolezza.
Per tutta la vita si era abituata a spogliarsi come mezzo per un fine, ma mettere a nudo la sua anima era un'assoluta novità.
"Voglio questo... Voglio te" si risolse a dire alla fine, trovando un compromesso tra quello che voleva e quello che non poteva dire.
La sincerità di quell'affermazione doveva essere evidente, perché lui ritenne quella motivazione più che sufficiente per vincere le sue remore. Fu lui a baciarla - un bacio dolce e lungo, carico di passione ma soprattutto di un innegabile sentimento. Era passata una vita da quando lui aveva dato un simile bacio, mentre lei così forse non era stata mai baciata. Il piano fu portato a termine, anche se alla fine era difficile dire chi aveva sedotto chi.

 
**

Se Davos era riuscito a mantenere la calma nella confusione tra l'imposizione di sposarsi e la scoperta di avere una figlia, la nuova intimità con Melisandre era destinata inevitabilmente a sconvolgere gli apparenti equilibri. I giorni trascorsi con lei gli avevano mostrato una nuova donna ed era stato quasi facile dimenticare quanto si erano odiati in passato. Pensare di lasciarla era impossibile, e di fatti non ci pensava. Aveva vissuto quei giorni come se fossero durati per sempre: ecco perché, mentre era steso sul suo letto dopo aver fatto l'amore con lei, il pensiero di dover tornare al Sud e sposare un'altra donna non gli passava neanche lontanamente per la mente. Quel momento faceva parte di quella parentesi lontano dal mondo. Le accarezzava i capelli, la stringeva in silenzio, e tutto ciò che pensava non era che sarebbe stato bello se tutto fosse continuato sempre così nel futuro, ma piuttosto che sarebbe stato bello se tutto fosse stato sempre così dall'inizio. Non se lo dicevano, non lo avrebbero mai fatto, ma si amavano.
Sarebbe stato meraviglioso se si fossero incontrati prima, prima che lei diventasse una sacerdotessa fanatica e lui un uomo incapace di credere in nulla. Prima che si facessero tutto quel male.
Oppure dopo, dopo che la guerra contro la morte aveva ridato umanità a lei e speranza a lui. Dopo, quando farsi del male non sarebbe servito più a nulla.
Però purtroppo, si erano incontrati esattamente nel mezzo e il male che si erano fatti era impossibile da cancellare. Pensare al prima faceva male, al dopo sembrava impossibile, e allora tutto ciò che potevano fare era vivere quel fragile momento di beatitudine.
Tuttavia, nonostante la disposizione di Davos, era impossibile per lui non notare lo sguardo distratto della donna.
"Non stai piangendo stavolta e questo è un bel cambiamento. Ma non mi sembri contenta" disse, rompendo il silenzio. "Comincio a credere di essere io a renderti triste".
Voleva essere una battuta, ma nascondeva una preoccupazione reale e ben tangibile. Melisandre si lasciò sfuggire un fugace sorriso, ma quando voltò la testa per guardarlo aveva un'espressione seria. Ora si vedeva improvvisamente oggetto di due dei tratti della personalità di lui che le erano stati sempre preclusi - la bonaria ironia e la premura - e questo le dava ancora di più una motivazione per non voler perdere quello che si era creato tra loro.
"So del matrimonio" disse semplicemente, come se quella sola frase potesse spiegare tutto.
E in effetti spiegava, se non tutto, molto.
"Ah, quindi è per questo che hai fatto la scena della vasca?" le chiese, non riuscendo a mascherare un improvviso fastidio nella voce, anche solo nel sentire il discorso del futuro emergere così prepotentemente.
Lei distolse per un attimo lo sguardo, ma non negò. "Voglio semplicemente restare più a lungo possibile con Shireen. E con te. Che cosa c'è di sbagliato?" disse, come giustificazione.
Davos si mise a sedere lentamente e, con lo sguardo, riuscì in qualche modo a costringerla ad assumere la stessa posizione. Invece di addolcirlo, quell'ammissione lo feriva. Aveva sperato che ciò che l'aveva spinta fosse stato davvero il semplice desiderio di stare con lui; invece aveva solo cercato di usare il sesso come mezzo per convincerlo a seguire un suo qualche piano mentale. Possibile che non lo valutasse abbastanza da parlargli in modo chiaro invece di ricorrere a sotterfugi? Possibile che ancora pensasse di lui così poco da credere che le avrebbe sottratto sua figlia?
"E’ vero, re Jon mi ha nominato Lord delle Torri Gemelle, attraverso il matrimonio con Lady Rosmund Frey, l'ultima rimasta in vita delle figlie di Walder Frey" disse, esponendo ad alta voce l'intera trama che era stata prevista per lui. "Ma ho intenzione di portare Shireen con me, di legittimarla e darle il mio cognome. E sappi che non ho mai pensato di portartela via. Potrai venire anche tu alle Torri, se vorrai, e alloggiare ovunque vorrai nelle vicinanze del castello... E vedere la piccola in qualsiasi momento tu vorrai".
Lui aveva parlato in tono risentito, eppure l'espressione sul volto della donna non era né sorpresa né soddisfatta. Al contrario di quanto Davos avesse pensato, lei non aveva avuto alcun dubbio in merito alla cura che lui avrebbe riservato alla loro bambina né al fatto che le avrebbe permesso di vederla il più possibile.
Con uno sguardo indecifrabile, avvicinò il suo viso a quello di lui e lasciò aderire le loro guance fino a poter sussurrare direttamente nel suo orecchio.
"E te? Potrò vedere anche te ogni volta che vorrò?"
Quando tornarono a guardarsi, piuttosto era lui quello sorpreso.
"Ho detto che voglio restare con Shireen e con te. Anche con te" ribadì Melisandre, con una rabbia controllata e calma ma non per questo meno sofferta. Il fuoco dei suoi capelli rossi si era esteso fino agli occhi azzurri. "Tutto quello che volevo fare è ricordarti quanto possiamo stare bene insieme e che siamo legati, in più modi..." continuò, accarezzando ora distrattamente il rubino al polso dell'uomo, prima di prendergli la mano buona. "Dimmi, è così terribile per me volere una cosa del genere?"
"E cosa suggerisci di fare allora?" le chiese lui di rimando, ora sinceramente interessato.
Se davvero quello che lui aveva provato in quei giorni non era stato unilaterale e se davvero anche lei voleva stare insieme a lui, allora forse non dovevano per forza separarsi. Un'idea assurda stava prendendo forma nella sua mente, ma prima era curioso di sapere il piano che lei intanto aveva elaborato.
"So che devi sposare questa Lady Frey... Ma potresti prendermi come tua amante nel castello" suggerì, lasciando intrecciare le loro dita.
Sembrava convinta della bontà della sua proposta e, nonostante Davos aborisse una simile idea, si sentì mosso da una tenerezza verso di lei che non aveva avuto precedenti. La donna che aveva conosciuto da sempre come la seduttrice capace di piegare ogni uomo al suo volere, adesso era pronta ad appartenere a lui, a lui soltanto, nel ruolo di amante. Per quanto conoscesse molto bene le nefandezze che aveva commesso, per quanto una parte di lui la odiasse e la disprezzasse ancora per quel passato, non avrebbe mai potuto negare quanto fosse una donna speciale.
E invece lui non era mai stato speciale.
Lei non aveva avuto un trasporto emotivo neanche per Stannis che era un re, e ora invece mostrava dei sentimenti per lui che non rimaneva altro che il figlio di un venditore di granchi.
Preso da quella dolcezza, sciolse il legame tra le loro dita e le afferrò dolcemente il viso tra le mani, per poi posarle un bacio dolce e rapido sulle labbra.
"Non potrei mai avere un'amante, specialmente nello stesso castello di mia moglie" rispose, tuttavia.
Lei si allontanò leggermente e sembrò irritata. "Perché? Tu non la conosci neanche questa Lady Rosmund!" esclamò. Non era irritata, solo confusa e confusamente gelosa.
"No" ammise lui con calma. "Però conosco te".
"E questo cosa vorrebbe dire?"
Fu Davos ad allontanarsi questa volta. Senza rispondere, si rivestì rapidamente e uscì dalla stanza accennando un saluto.
Sola nella stanza, Melisandre restò per qualche secondo a fissare la porta chiusa e poi si lasciò ricadere sul letto. In quel momento si sentì come le era capitato raramente di sentirsi. Completamente priva di idee su ciò che sarebbe potuto accadere.



 
NDA: Ecco il nuovo capitolo, in cui i miei adorati Davos e Melly affrontano il discorso del matrimonio di lui ma senza venire a capo di nulla. Cosa succederà? Intanto vi anticipo che in tutto dovrebbero esserci 16 capitoli, quindi ormai ci stiamo avvicinando alla conclusione. Spero la storia vi stia piacendo e a presto!
   
 
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