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Autore: Dida77    02/08/2019    3 recensioni
A volta basta poco per raddrizzare una nottata da dimenticare.
#stucky
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bucky si mosse piano nel letto, deciso ad alzarsi senza fare rumore. Ormai, per quella notte, non avrebbe più dormito.

“Dove stai andando?” Un brontolio sordo si alzò dai cuscini.

“Steve... Scusa, non volevo svegliarti. Mi alzo. Non riesco più a stare a letto. Stavo pensando di scendere giù nella sala comune e mettermi a leggere sul divano. Tu torna a dormire… Questa notte non hai chiuso occhio nemmeno tu.”

“Non se ne parla proprio. Vengo anche io.” Rispose il biondo gettando da parte le coperte.

“Non fare il cretino. Sono solo le 4.00. Torna a dormire dai…”

“Sei uno stupido se pensi che ti lasci da solo dopo gli incubi di questa notte. Non se ne parla nemmeno…”

“Quanto sei testardo… E dimmi un po’ cosa vorresti fare?” La voce di Bucky stava assumendo un tono via via sempre più spazientito.

Steve si fermò un attimo pensandoci su. Poi riprese. “FRIDAY?”

“Sì Capitano? Come posso essere utile?”

“Potresti trovarmi il forno più vicino aperto a quest’ora?”

“Va bene un forno qualunque, Capitano?”

“L’importante è che vendano dolci. Meglio se appena sfornati.”

“Ne ho trovato uno a duecento metri da qui, Capitano. Ottime recensioni, a quanto pare.”

“Perfetto FRIDAY. Puoi mandare le indicazioni sul cellulare del Sergente Barnes, per favore?”

“Già fatto Capitano. Serve altro?”

“No FRIDAY, grazie.”

“Dovere Capitano.”

Mentre parlava con FRIDAY, Steve aveva già iniziato a vestirsi sotto lo sguardo sempre più truce di Bucky.

“Mi vuoi spiegare che intenzioni hai? Sei impazzito?”

“Non fare storie Sergente. Forza vestiti e vieni con me.”

“Ma cosa vuoi fare?” Chiese Bucky ormai prossimo a perdere del tutto la pazienza.

“Voglio raddrizzare questo schifo di nottata… Dai vestiti. Forza.”

Bucky scosse la testa e iniziò a vestirsi controvoglia. La nottata era stata pesante. Gli incubi avevano morso forte e l’unica cosa che voleva era un po’ di pace. Ma forse aveva ragione Steve e un po’ d’aria fresca avrebbe aiutato. Ad ogni modo in quel momento non aveva le energie mentali necessarie a convincere uno Steve così entusiasta. La cosa migliore da fare era assecondarlo.

Nel giro di dieci minuti erano già in strada. La notte era fredda per essere ottobre, ma l’aria limpida aiutò in parte ad allontanare i fumi di quella brutta nottata e all’aperto sotto il cielo stellato gli incubi di Bucky sembravano un po’ più lontani.
Camminarono in silenzio, le mani infilate nelle tasche, il passo sincronizzato l’uno con l’altro come se avessero camminato l’uno a fianco dell’altro per tutta la vita. In poco più di dieci minuti si trovarono davanti al forno indicato da FRIDAY. L’aria tutto intorno profumava di pane e di dolci appena sfornati. Una volta dentro, un banco pieno di donuts colorati, muffin, panini dolci, biscotti attirò l’attenzione di Bucky che spalancò gli occhi estasiato. I dolci erano un vizio che nemmeno gli anni di condizionamento dell’Hydra erano riusciti ad eliminare.
Il proprietario si affacciò dalla porta sul retro non appena li sentì entrare, le mani ancora sporche di farina, evidentemente non abituato a ricevere clienti a quell’ora della notte.

“Salve, come posso esservi utile?”

Steve si fece avanti rispondendo per entrambi. “Vorremmo due di tutto.”

“Due di tutto?”

“Si grazie. Due di tutto, se non è un problema.”

“No no. Assolutamente. Nessun problema. Metto tutto insieme?”

“Sì grazie mille.”

Bucky annuì silenzioso, incapace di distogliere lo sguardo da quel bancone che lo riportava indietro a quando ancora andava in giro con i pantaloni corti. Mentre Steve pagava, lui prese in consegna quel tesoro… due sacchi di carta pieni zeppi di dolci ancora caldi.

“Dammi qua, ne portiamo uno per uno. E si mangia a casa. Intesi?” Disse Steve bloccando a metà la mano di Bucky che già si era avvicinata pericolosamente al bordo del sacchetto.

Il viaggio di ritorno verso casa fu silenzioso come all'andata, ma illuminato dal sorriso sul volto di Bucky e dall’espressione di Steve che lo guardava felice, stando attento a non farsi vedere.

Non appena arrivati alla sala comune, il moro iniziò a spogliarsi, subito bloccato dalle parole dell’altro.

“Non toglierti la giacca. Vieni usciamo fuori in terrazza, sta già iniziando a schiarire. Prendi il latte dal frigo, piuttosto.”

“Tu sei matto.” Rispose Bucky incapace, però, di bloccare la risata che gli salì dal petto una volta compreso quali fossero le reali intenzioni del Capitano.

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Un’ora dopo erano seduti a terra fuori in terrazza, la schiena appoggiata al muro spalla contro spalla, a mangiare dolci dallo stesso sacchetto e a bere latte dalla stessa bottiglia, guardando il sorgere il sole.
Non appena il sole fu sorto completamente oltre l’orizzonte, Steve si voltò lentamente verso Bucky appoggiando semplicemente le labbra sulla sua guancia fredda. “Buongiorno amore.” Soffiò piano.

“Buongiorno.” Rispose Bucky sorridendo, appoggiando la testa sulla spalla dell’altro e pensando che in fondo sarebbe stata una bellissima giornata.
   
 
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