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Autore: fearlesslouis    16/08/2019    0 recensioni
Neach Gaoil (gaelico): la persona che vive nel tuo cuore.
In tutte le lingue del mondo esistono delle parole che non possono essere tradotte con una sola espressione.
Una raccolta di piccole OS che raccontano la storia di un Louis e di un Harry — due tra i tanti che si sono amati nello scorrere del tempo — attraverso la spiegazione di queste parole intraducibili.

Dal primo capitolo: «Koi no Yokan (giapponese): quando incontri qualcuno per la prima volta e sai di essere destinato ad innamorartene.»
Louis gli fa questo effetto. 
Harry si sente attratto da lui come se fosse qualcosa di inevitabile.
Come se fossero destinati ad essere impressi nel tempo.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Koi no Yokan (japanese): when you meet someone and know you are destined to fall in love.»





 

 

 

 

 

Harry non ha capacità straordinarie. 

 

È abbastanza bravo a scuola, certo, ed è in grado di prendere bei voti anche senza trascorrere pomeriggi interi sui libri. 

 

Ha una passione per la cucina, e benché adori sperimentare di tutto, sua madre dice che i dolci gli vengono particolarmente bene. 

 

Gemma, invece, lo obbliga spesso a cantare durante i piccoli eventi che le piace organizzare ogni tanto, di quelli all'aria aperta con i buffet e i bambini che scorrazzano ovunque. Afferma che abbia una bellissima voce, e che dovrebbe candidarsi per le audizioni di X Factor. 

 

Ma nonostante cantare lo diverta, e studiare a volte sia interessante, e cucinare risulti spesso divertente, Harry preferisce la fotografia. 

 

Sa che è quella la sua strada, ed è consapevole di essere bravo. La macchina fotografica è la sua migliore amica. Si sente al sicuro, dietro il suo obiettivo. Certo di star facendo qualcosa di buono, sicuro di avere del talento.

 

Se c'è una cosa in cui fa schifo, invece, quella è senza ombra di dubbio l'equilibrio. 

 

Talmente schifo che il professore di ginnastica, il professor Watts, sembra perdere dieci anni di vita ogni volta che lo vede entrare in palestra, e gli assegna sempre delle commissioni da sbrigare in giro per la scuola pur di non farlo avvicinare agli attrezzi. 

 

Talmente schifo che sua sorella ha ancora nella galleria del cellulare quel video in cui cade rovinosamente dal palco durante la sua performance di Isn't she lovely, e lo usa per ricattarlo quando le serve qualche favore.

 

Talmente schifo che adesso si ritrova col fondoschiena piantato a terra, libri ed appunti sparsi sul pavimento non propriamente pulito del corridoio, e la gamba di uno sconosciuto che gli preme sullo stomaco. 

 

-Scusa!- urla quindi, perché ovviamente è stato lui ad inciampare imboccando la curva, correndo per il ritardo stratosferico che la professoressa di storia gli farà pagare col sangue.

 

-Scusa, davvero, mi dispiace tantissimo!- continua, la voce stridula mentre tenta di alzarsi. -Sono in ritardo e non stavo guardando dove mettevo i piedi, ti sei fatto male?-

 

Il ragazzo dalle curve pronunciate che finora gli ha dato le spalle si gira, a quel punto, ed Harry — Harry vorrebbe fotografarlo.

 

La prima cosa che pensa quando incontra i suoi occhi blu, è che vorrebbe avere a portata di mano la sua macchina fotografica per poter scattare una foto a quel volto dai lineamenti spigolosi e morbidi al tempo stesso. 

 

-Tranquillo, piccoletto- lo rassicura lui, 

nonostante il tono di voce affaticato e la mano poggiata sul petto come per alleviare il dolore. -Anche io non stavo guardando, in ogni caso. Non è solo colpa tua.-

 

Harry non ha neanche il tempo di infastidirsi per quel piccoletto pronunciato quasi con scherno, che lui gli sorride. Delle adorabili rughe d'espressione si formano attorno ai suoi occhi, e il riccio è sicuro che siano molto più fitte quando ride di cuore. Il naso è leggermente arricciato, poi, e le labbra piegate all'insù danno ancora più volume alla curva pronunciata degli zigomi. 

 

Harry vorrebbe davvero, davvero fotografarlo.

 

-Dove correvi, comunque?- 

 

Si ridesta con un movimento veloce della testa e sospira. -Alla lezione della professoressa Marshall, ma penso che passerò- ammette. -Non ci tengo a farmi staccare la testa.-

 

Il ragazzo dagli occhi blu ridacchia, allora, e allunga una mano verso di lui. Muove le dita come per invitarlo ad avvicinarsi, poi scrolla le spalle in un gesto noncurante. -Io ho saltato la lezione di matematica e stavo proprio andando a prendere un caffè- afferma con espressione ridente. -Vuoi venire con me?-

 

Il fatto è che Harry, di solito, ha voglia di fotografare qualcosa solo quando quel qualcosa attira la sua attenzione. 

 

Harry tira fuori la sua macchina fotografica nelle occasioni speciali, quando davanti a lui c'è un soggetto che merita di essere impresso nel tempo. 

 

Qualcosa la cui bellezza sia tanto rara ed inestimabile da desiderare di fermarla in uno scatto: un attimo eterno di eterna meraviglia.

 

Louis gli fa questo effetto. 

Harry si sente attratto da lui come se fosse qualcosa di inevitabile. 

Come se fossero destinati ad essere impressi nel tempo.

   
 
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