Squall poggiò la schiena sul tronco di un albero. Chiuse gli occhi e tornò indietro nel tempo.
Quei ricordi passati.
Si rivide bambino quando si trovava all'orfanotrofio.
Il cielo plumbeo si mescolava con il grigiore della bruma che avvolgeva la distesa d’erba.
Era ora di cena e il sole stava calando, nascosto dalle nubi e dalla nebbia. Presto le custodi dell’Istituto avrebbero richiamato all’ordine i ragazzi per la cena. Le custodi si arrabbiavano sempre quando i piccoli si attardavano a giocare, però era nella loro natura giocare fino all’ultimo minuto disponibile e Squall non era da meno.
La nebbia avrebbe intralciato le sue ricerche, ma non si diede per vinto; quello che gli altri ignoravano era che lui conosceva perfettamente la foresta e i suoi nascondigli.
Squall si addentrò nella foresta, mentre gli alberi si infittivano man mano che ci si addentrava al suo interno.
Percorse un breve tragitto e giunse nei pressi del vecchio mulino. Lo stabile, immerso nella foschia, era inquietante.
Squall si avvicinò, mentre il rumore dell'acqua scrosciante nascondeva quello dei suoi passi.
Il cielo nuvoloso rendeva impossibile osservare gli interni dell’edificio. Il piccolo frugò nelle tasche e prese una minuscola torcia.
Mentre camminò trovò ciò che stava cercando.
-Trovato! Tana per Irvine.-
Quel ricordo scomparve dalla sua mente, non appena sentì la voce di Rinoa che lo chiamava.
[Parole 222]
Note Autrice:
Eccomi qui con il penultimo capitolo e questa volta ho voluto giocare con il passato di Squall.
Nel gioco sappiamo che lui è stato in orfanotrofio e sappiamo che lui è stato un bambino solitario, ma penso che ogni tanto giocava anche lui con gli altri bambini.
[Parole 222]
Note Autrice:
Eccomi qui con il penultimo capitolo e questa volta ho voluto giocare con il passato di Squall.
Nel gioco sappiamo che lui è stato in orfanotrofio e sappiamo che lui è stato un bambino solitario, ma penso che ogni tanto giocava anche lui con gli altri bambini.