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Autore: Claire_Mikaelson08    18/08/2019    0 recensioni
Hogwarts!AU
Dal testo:
Loro due non erano mai andati d’accordo, fin dal primo anno quando Bonnie non aveva esitato a spifferare alla McGranitt certi comportamenti arroganti verso i suoi compagni di casata.
Anni e anni di insulti svaniti grazie a una collaborazione forzata, ma che li aveva aiutati a conoscersi davvero.
Bonnie si alzò senza chiedere altro, preoccupata si trattasse di qualcosa di urgente, come un po' di sangue da richiedere al preside, ma una volta dietro le file più lontane di libri tutto ebbe un risvolto più...strambo.
- Hai bisogno di sangue? - Sussurrò sapendo benissimo che l’avrebbe sentita, infatti scosse la testa controllando non ci fosse nessuno dietro di loro.
- Non vorrai chiedermi di nuovo di aiutarti a creare un filtro d’amore per Elena – sospirò irritata – perché la risposta sarà sempre no.
- Quella fase è passata – scacciò via l’ipotesi con un gesto del braccio – senti, se ti chiedessi di fidarti di me e seguirmi…
- Assolutamente no.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Enzo | Coppie: Bonnie/Damon, Elena/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                           The Kiss Of The Snake


 



Il rumore era qualcosa di estramamente sottovalutato.
L’insieme dei suoni, la carta che veniva sfiorata per girare una pagina, l’intingere della penna d’oca nella boccetta d’inchiostro o i sussurri delle sue amiche intente a parlare del nuovo professore di difesa contro le arti oscure; tutto questo era per Bonnie Bennet, grifondoro del sesto anno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, la routine che aiutava la sua mente a concentrarsi sul paragrafo che illustrava in maniera incomprensibile i passaggi per creare un perfetto distillato della morte vivente.
- Non avrà che una ventina di anni. Ha finito gli studi da pochi anni e già gli hanno offerto una cattedra – Elena sussurrava con lo sguardo puntato sulla sua pergamena quasi vuota, fingendo di essere interessata al suo tema di storia della magia.
Bonnie sapeva bene quanto odiasse quella materia. Al primo anno era stata richiamata per essersi quasi addormentata dal professor Ruf e non era riuscita a rispondere alla sua domanda, cosa che invece aveva fatto Stefan Salvatore, grifondoro e figlio di una delle famiglie purosangue più importanti del mondo magico. Anche Elena era di quel mondo, ma i suoi genitori erano morti proprio l’estate del suo primo anno a Hogwarts, e la ragazza si era ritrovata a vivere con la zia e con il fratello minore dovendo affrontare da sola quella nuova esperienza. Ma invece che odio quell’episodio imbarazzante per la maggiore dei Gilbert aveva portato all’inizio di una lunga amicizia, che proprio l’anno prima era diventata qualcosa di più.
Come biasimarla, pensò Bonnie, Stefan era amato da tutti.
A differenza del fratello maggiore.
- Ed è di una bellezza mozzafiato, hai visto quegli occhi blu? Mi ci perdo ogni volta...- il tono sognante di Caroline la distolse dai suoi pensieri mentre la guardava poggiare il mento su una mano con fare drammatico – ho già pianificato il nostro matrimonio.
- Mi domandavo come mai Caroline fosse così preparata sui vampiri nella scorsa lezione – intervenne per la prima volta Bonnie scatenando il rossore sulle guance della bionda e la risata di Elena.
Madama Pince scoccò un’occhiataccia al terzetto, ma prima che potessero anche solo pensarci un silenzio innaturale scese nella biblioteca.
Come aveva detto il rumore era sottovalutato, e lei odiava quando la sua routine veniva spezzata.
All’entrata della sala c’era, neanche l’avesse richiamato con un incantesimo di appello, Damon Salvatore, serpeverde del settimo anno e del tutto diverso dal fratello minore. I suoi occhi glaciali scandirono la biblioteca alla ricerca di qualcuno, mentre le ragazze sospiravano alla sua bellezza e i ragazzi l’osservavano con astio. Il suo carattere non era mai stato dei migliori, pessimo quanto bella fosse la sua faccia, ma non era di certo il suo caustico sarcasmo a scatenare quella gelida reazione. Infatti da un po' di tempo nella scuola girava la voce che il ragazzo fosse un vampiro.
Tutti pettegolezzi, nessuno poteva dirlo con certezza. Tranne lei.
Quando il suo gelo incontrò il calore delle iridi color cioccolato della grifondoro il ragazzo si esibì in un ghigno che non presagiva niente di buono. Infatti lo vide avanzare verso il loro tavolo e sospirò già prevedendo la scena che avrebbe seguito.
- Barbie, Elena – disse con una nota irriverente nella voce, beccandosi due occhiatacce all’unisono, ma il suo sguardo non si spostò dal suo mentre una piccola intensa pausa la differenziava dalle altre – Bon Bon.
Bonnie sentiva sempre un leggero calore quando sentiva quel nomignolo, che fosse nella sua voce o nel suo cuore non sapeva dirlo. Nel frattempo Elena aveva tossito imbarazzata, complici ricordi poco belli di un certo triangolo amoroso con i fratelli Salvatore prima che lei dichiarasse il suo amore per Stefan, e Caroline continuava a fissarlo con astio a causa di un vecchio flirt finito male.
Tutto da prassi, come Bonnie aveva profetizzato senza neanche aver letto i residui di caffè nell’ora di divinazione.
- Che vuoi Damon? - Il ragazzo strinse leggermente gli occhi, sembrava preso alla sprovvista, ma la grifondoro era troppo stanca per badare ai suoi modi.
- Ho bisogno di parlare con te. In privato.
Fu spaventoso il modo in cui le sue due amiche alzarono le sopracciglia nello stesso momento, ancora non abituate a non sentire i due ragazzi scambiarsi frecciatine velenose.
Loro due non erano mai andati d’accordo, fin dal primo anno quando Bonnie non aveva esitato a spifferare alla McGranitt certi comportamenti arroganti verso i suoi compagni di casata. Anni e anni di insulti svaniti grazie a una collaborazione forzata, ma che li aveva aiutati a conoscersi davvero.
Bonnie si alzò senza chiedere altro, preoccupata si trattasse di qualcosa di urgente, come un po' di sangue da richiedere al preside, ma una volta dietro le file più lontane di libri tutto ebbe un risvolto più...strambo.
- Hai bisogno di sangue? - Sussurrò sapendo benissimo che l’avrebbe sentita, infatti scosse la testa controllando non ci fosse nessuno dietro di loro.
- Non vorrai chiedermi di nuovo di aiutarti a creare un filtro d’amore per Elena – sospirò irritata – perché la risposta sarà sempre no.
- Quella fase è passata – scacciò via l’ipotesi con un gesto del braccio – senti, se ti chiedessi di fidarti di me e seguirmi…
- Assolutamente no – scandì decisa, non sarebbe entrata in qualche suo casino.
- Andiamo streghetta – ghignò osservandola con quelle due pozze d’acqua – abbiamo superato di peggio e per farlo hai dovuto fidarti.
- Solo perché era questione di vita o di morte, non avevamo scelta.
- Neanche ora ne ho.
- Allora dimmi prima di cosa si tratta – lo guardò in attesa, voleva aiutarlo ma sapeva che la Serpe aveva molti modi per raggirarla, perché nonostante la fiducia era la sua natura saper usare quella lingua velenosa.
- Va bene...- sospirò guardando uno scaffale in legno, come perso in un ricordo – si tratta del mio amico, Enzo.
- Si ho un ricordo abbastanza chiaro di quell’imbroglione.
- Lo so che non avete bei rapporti, ma gli piaci e quindi ti crederà sulla parola.
Bonnie era arrossita a quelle parole, si sentiva imbarazzata, probabilmente perché non aveva mai provato la sensazione di essere davvero corteggiata. Le sue vecchie relazioni, si erano basate tutte su una relazione iniziata velocemente e finita allo stesso modo, senza un reale interesse da parte di entrambi.
- Crederà sulla parola per cosa? - Cercò di ignorare il rossore sulle sue guance, ma il luccichio negli occhi di Damon confermò che aveva notato tutto.
- Che ieri pomeriggio ero con te e non a manomettere la sua Firebolt – sorrise divertito, appoggiandosi alla parete in pietra – anche se era un ottima idea. Non so come non mi sia venuta.
Bonnie sorrise irriverente – mi stai dicendo che davvero non sei stato tu? Questa giornata è da ricordare più del Torneo Tremaghi.
- O del campionato di Quidditch – le diede man forte – dovrai dire così se vuoi accrescere il suo interesse.
- Di chi parli?
- Di St. Jones, di chi se no – si avvicinò sussurrando al suo orecchio – o non arrossiresti al pensiero.
- Smettila Damon – appoggiò le mani sul suo petto, spingendolo via – quel ragazzo è insopportabile quasi quanto te.
- Non mi ferire, nessuno può battermi – le sue labbra persero il sorriso per distendersi in un’espressione seria – allora mi aiuti?
Bonnie lo guardò severa, come si fa con un bambino che fa i capricci prima di accontentarlo – va bene, ci sto.




- Ancora non capisco come questo potrebbe essere una situazione di vita o di morte.
- Perchè continui a credermi una serpe senza cuore, ci tengo ai miei pochi amici.
Bonnie si fermò nel corridoio in pietra, osservando la schiena larga di Damon mentre questi continuava a camminare, il rumore dei passi che accompagnavano i suoi pensieri.
Parlava anche di lei? Qualcosa le diceva di si, come se avesse voluto mandarle una frecciatina, un richiamo a guardare oltre come aveva già fatto in passato. Eppure quella parola la disturbava. Amica. Aveva un suono così definitivo, così gelido alle sue orecchie, mentre invece avrebbe dovuto scaldarle il cuore.
Damon si girò ad osservarla, rendendosi conto che non la seguiva più, alzò un elegante sopracciglio nero che fece ricordare alla grifondoro qual’era il suo lignaggio. - Qualcuno ti ha pietrificato, Bon Bon?
Bonnie scosse la testa risvegliandosi dai suoi pensieri, e quel tono ironico l’aiutò a cancellarne anche gran parte. Almeno per il momento. - Non darmi idee, Damon – rispose e la risata del serpeverde rimbombò per tutto il corridoio, accompagnandoli lungo il tragitto.
Arrivati nei pressi del Lago Nero, videro subito Enzo, e come avrebbe potuto essere altrimenti, pensò la ragazza osservando come l’amico di Damon fosse circondato da un gruppetto di studenti, tutti presi ad ascoltarlo mentre si dilettava con la sua chitarra acustica.
- E’ un bene che chiunque sia non gli abbia manomesso quell’aggeggio babbano – Damon ghignò, mostrando la sua acuta conoscenza da purosangue – o non avrebbe potuto più sfoggiare quell’aria da cattivo ragazzo.
- Volevi dire che deve ringraziare che quella chitarra, perché si chiama così, non sia elettrica – Bonnie osservò il ragazzo accigliata – e poi parli tu?
- Io sono il cattivo ragazzo, non fingo – le fece l’occhiolino, mentre la ragazza sbuffava annoiata – allora sei pronta?
- Tu non vieni?
- Per poi mandare tutto in fumo appena si rende conto che ti ho mandata io? No grazie – le prese il braccio spingendola in avanti – non ti preoccupare, non ti mangerà, anche se vorrebbe.
Bonnie si divincolò infastidita, andando verso il ragazzo. Aveva sempre visto Enzo St. Jones come l’amico di Damon Salvatore, soprattutto i primi tempi, quando il vampiro non era altro che uno dei tanti spocchiosi arroganti con cui la ragazza doveva convivere. Ma anche dopo aver stretto amicizia con Damon, Enzo era sempre stato uno dei suoi amici, non aveva mai ritenuto necessario parlare con lui, a parte qualche frecciatina. E anche ora, dopo aver scoperto del suo interesse, quello che provava era un lieve disagio nel dovergli parlare per la prima volta.
Quando si trovò ad una distanza minima dal ragazzo, quest’ultimo se ne accorse voltandosi verso di lei, sembrava sorpreso e Bonnie lo capiva perfettamente.
Niente, però, l’avrebbe preparata a quello che sarebbe successo.
Dopo pochi secondi in cui era entrata nel campo visivo del ragazzo, una mano le afferrò il braccio, girandola verso la persona sconosciuta che aveva tanto coraggio da coglierla alle spalle. Bonnie si girò pronta a insultare la persona in questione, ma le due lastre ghiacciate che si ritrovò davanti le fecero perdere tutta la voglia di ribattere.
- Damon cosa…
- Spero mi perdonerai, streghetta.
Non ebbe neanche il tempo di ribattere che le loro labbra si scontrarono in un bacio che le sfiorò l’anima per poi risalire al suo cuore, che cominciò a battere all’impazzata. La grifondoro spalancò gli occhi, sconvolta, ma le labbra di Damon l’assaporavano così voracemente che non potè che lasciarsi andare a lui. Sentii dei fischi, probabilmente il gruppetto di Enzo, ma era tutto così ovattato che sembrava un sogno.
Un sogno che, purtroppo, terminò presto. Quando Damon si staccò da lei, Bonnie ebbe solo il tempo di registrare l’assenza di Enzo, per poi spingerlo violentemente lontano da lei.
- Cosa diavolo ti è passato per la mente?
- Mi dispiace Bon Bon, ma so che se te l’avessi chiesto non mi avresti mai accettato.
- Spiegati – scandì lentamente, con un incendio nelle iridi verdi – ora.
Damon sospirò, gli occhi ancora lucidi per quel bacio inaspettato – è stato Enzo a manomettere la mia scopa, quindi ho dovuto riflettere ad una vendetta degna, e quale migliore di baciare la ragazza che gli piace?
Bonnie rimase in silenzio, gelida, e anche Damon si rese probabilmente conto che l’idea geniale aveva molto più effetto nella sua testa.
Si sentiva ferita, usata, e soprattutto stava cercando di non pensare a quanto quel bacio le fosse piaciuto, nonostante per il proprietario non provasse niente. O almeno così cercava di convincersi, perchè se avesse ammesso il contrario le conseguenze sarebbero state troppo dure da accettare.
- Sei solo una viscida serpe – sussurrò, rabbiosa.
- Bonnie...
Non sentì cosa aveva da dire, gli voltò le spalle, scappando verso i corridoi della scuola, scappando da quella situazione.
Non vide neanche come Damon chiuse gli occhi, il viso contrito in un espressione addolorata, per poi scattare e dare un calcio al verde terreno che circondava il lago, incurante di sporacarsi la camicia immacolata.
Mentre raggiungeva la torre di grifondoro, la mente piena di insulti e le labbra di un sapore sconosciuto, Bonnie riflettè su quanto davvero il rumore fosse sottovalutato.
Avrebbe preferito ascoltare in eterno la voce sprezzante di Piton che il silenzio in cui il suo cuore si era chiuso.

 
   
 
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