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Autore: thewickedwitch    19/08/2019    0 recensioni
Perchè potevate amarvi, come se il sole non dovesse mai sorgere, o lasciarvi bruciare, nei colori del suo tramonto. E se ci fosse stato un altro giorno magari saresti rimasta lì,a guardarla piangere, quando tutto quello che ti aveva chiesto era di lasciarti andare, e tutto quello che le avevi dato le aveva fatto male, ma le andava bene, perchè amava il modo che hai di mentire.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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//ispirata alla canzone "Love the way you lie", di Rihanna ft. Eminem, in entrambe le sue verisoni. Spero vi piaccia.


Lo senti, il freddo? Di quel vetro, premuto sulla fronte, spesso quanto la cortina di dolore che ti avvolge e ti stringe in una morsa soffocante. Cerchi aria per tornare a respirare, ma è fredda, in questa casa ormai vuota, e anziché aiutarti sottrae calore al tuo cuore , rallentandolo di un altro battito, ricoprendolo di ghiaccio, o forse solo inspessendo quello strato che già vi era presente. 
Non credevi davvero, dopo tutto questo tempo, innumerevoli anni di vuota solitudine, che avresti lasciato che qualcuno ti facesse sentire di nuovo così: persa nella consapevolezza, amara quanto le parole che le hai diretto contro, che pungono ancora la tua lingua, che nulla, nulla riuscirà ad alleviare il panico che provi, nulla alleggerirà nuovamente il tuo cuore da quello strato di ghiaccio, la tua gola, da quella lama d'acciaio che vi è conficcata, che blocca ogni tua parola.
Lasciasti che tuo figlio lo facesse, che scaldasse il tuo cuore sciogliendo quel ghiaccio lentamente, che portasse un raggio di sole nella tua vita buia, ma il suo rifiuto poi fu come una ventata gelida che torna, inevitabile, dopo una lunga estate. Aridità di lacrime ormai piante.
In fondo, te lo aspettavi, perchè ti conosci troppo bene.
E quando poi permettesti a qualcuno di estrarre quella lama, l'amaro del metallo aveva ormai impregnato ogni anfratto della tua gola, e quello era tutto ciò che eri riuscita a dare: amarezza.
E ora il dolore che nuovamente ti provoca di sta uccidendo.
 Ti guardi, in quel fioco riflesso distrutto, sfocata davanti alla scena che ti mostra la fine di tutto, stare in piedi  sostenuta dal tuo stesso dolore, da quelle armi che hanno ripreso il loro posto, che ti hanno ripresa nella loro trappola mortale, ma che non possono più essere àncora alla vita, come sono state un tempo.
Ma da quanto, non amavi qualcuno così tanto da riuscire a malapena a respirare in sua presenza?
Era maschera, la rabbia nella tua voce, che proteggeva il tuo viso trepidante per il suo amore.
Da quanto non sentivi quel calore talmente forte da darti i brividi?
Non più brividi di paura, freddo terrore che ti ghiacciava le membra, no, brividi di vita, la sensazione di poter possedere con lei tutto il mondo, di cui avevi disperatamente bisogno, dopo essere stata posseduta così a lungo, data da quel potere che lei ti concedeva e che tu usavi, sfruttavi, per farle male, ripetutamente, godendo del suo dolore, credendo che l'avrebbe resa tua per sempre, non capendo che lei valeva più del mondo perché era diventata tutto il tuo mondo.
Ma te ne accorgi ora, e stai maledettamente male, mentre la vedi andare via, una macchina già piena di valigie e di quelle poche scatole che contengono tutta la sua vita, troppo piccole per contenere anche te.
Tu che sei troppo grande ora, lo sei stata troppo a lungo, nutrendoti giorno dopo giorno della sottomissione in cui vedevi spegnersi il fuoco in quelle iridi, verdi di speranza, la tua ultima speranza, che amavi ed ami ancora e che ora non rivedrai.
è forse è un miracolo, forse una salvezza, la tua maledizione.
Hai combattuto tanto, affinché ciò che era sbagliato fosse giusto, eppure ti piaceva, veder bruciare quel fuoco, essere in grado di spegnerlo, nell'unica che avesse mai avuto il coraggio di accenderlo contro di te, e che cadeva sulle ginocchia davanti alla possibilità che le davi, davanti al tuo onore di donna, cadeva, davanti al tuo dolore, evidente ai suoi occhi come non avresti mai creduto potesse essere. Forse era sempre stato questo a renderla così diversa, lo straordinario modo che aveva di leggere nei tuoi occhi la verità, sempre, sebbene amasse il modo che avevi di mentire, e le piacesse, restare indifesa, preda del tuo e del suo stesso fuoco.
 
Ma il tempo, vi aveva distrutte. Ti aveva fatto capire che quel futuro che sembrava così luminoso all'inizio, era in realtà pieno di ombre e destinato dunque a non arrivare mai, a rendere invece le cose così crudeli da non lasciare neanche più occasione di esserne sorpresi.
 
Siete arrivate faccia a faccia a sputarvi contro veleno, la sua voce ruvida e pungente come la ghiaia su cui era atterrata tante volte, a graffiare te adesso.
Me ne vado
Credevi di aver sentito il tuo cuore smettere di battere, a quelle parole. E poi la tua voce, a supplicarla per la prima volta, con tutta te stessa.
Le avevi chiesto scusa perché quella paura di perderla superava persino il tuo orgoglio, le avevi promesso che la prossima volta non ci sarebbe stata una prossima volta, avevi giurato che non l'avresti più toccata, colpita, come tante volte avevi fatto, restando ad ascoltare il suo assordante silenzio, di fronte al suo sguardo basso, perduto, ferito, perché lei era tua e di nessun altro, tua come Graham non lo era mai stato, perché lei era viva, lei sapeva, lei ti sceglieva.
 
Non avevi potuto sopportare di vederla con lui, contro di te.
Avevi dovuto farlo, per dimostrarle che in quanto all'amore, avevate gli stessi pessimi caratteri, ma tu eri più forte, e non ti eri lasciata fermare.
Pensavi di non conoscere la tua forza, eppure non te ne era servita molta per stringere il suo cuore, distruggendolo. Lo avevi fatto senza pensare, senza domandarti neppure per un attimo se fosse giusto, perché tutto quello che riuscivi a vedere era lei lontano da te, e no, non lo potevi sopportare.
E lei aveva urlato, aveva pianto, lo sapevi, lo sentivi. Ti aveva odiata come mai prima di allora.
Eppure era tornata da te, in lacrime, perché eri ciò che la faceva star male e ciò che la curava, come lei, che riusciva a rianimarti ogni volta che ti sentivi sul punto di soffocare, troppe volte, vedendola uscire dalla porta, segni rossi sulla pelle, lacrime negli occhi, ubriaca del tuo odio, molto più in alto dell'amore.
 
Ed era bellissimo, quando tutto andava bene. Come non può più essere ora, ora che ti volta le spalle, quando le avevi promesso moderazione, ma avevi mentito ancora, e questa volta no, la vita non ti riserverà una seconda possibilità. Perché la tua seconda possibilità era lei, e sei rimasta a guardarla bruciare nel fuoco che hai acceso con le tue stesse mani quando la riempivi di favole, di parole violente e minacce vuote.
 
Lei non voleva ascoltarti, mentre la spingevi al limite, venendo da lei spinta un momento dopo, contro il tavolo da caffè, con il bisogno che tu la allontanassi, la speranza che lo avresti fatto, perché la malattia, che faceva di quelle battaglie ciò che vi rendeva soddisfatte, la pazzia che vi controllava entrambe e permeava ogni singola fibra del vostro essere, non glielo avrebbe permesso.
Ed è quello che hai fatto, l'hai spinta via, le hai urlato di non toccarti, quando, stanca dell'umiliazione, era sul punto di dimostrarti la sua vera forza, che avresti temuto, se non avessi conosciuto il suo cuore.
E avevi visto ancora una volta sulle sue fattezze quello che sempre le avrebbe impedito di essere come te, il rimorso, mentre lasciava la stanza, e tu la seguivi come un cucciolo abbandonato, perché senza di lei eri e sei niente.
E la sentisti reagire al tuo tocco, urlarti quanto tu fossi cattiva, ma che ti avrebbe amata sempre e comunque, verità dolente celata da lacrime di fuoco. Ed era vera, quella confessione che sapeva di promessa, sulle sue labbra salate di dolore, lei ti ama ancora, sei tu ad essere incapace di lasciarti amare, quando hai conosciuto solo l'odio e per te l'amore non è altro che una sfumatura di esso.
Ti aveva spinta poi, nelle conseguenze, lungo il cammino di distruzione che percorrevate entrambe, che vi vedeva nella vostra vera natura, quasi foste natura stessa, un tornado che incontra un vulcano, nel cataclisma delle vostre azioni.
 
Lasciasti che fosse lei a strapparti i vestiti, tu le strappasti la pelle, i capelli, ricadendo, ancora persa nei momenti in cui eri dentro di lei, preda troppo facile della corruzione di quella belva che dimora in te e che dall'interno ti divora.
Eppure lei ti amava, te lo aveva appena detto, e non si tirò indietro, persa nel vortice, non le importava, che tu avessi mentito di nuovo.
 Sembraste un disco rotto che gira ancora, ma tutto quello che riuscisti a pensare, negli ultimi barlumi di lucidità, è che tutti coloro che suggerivano prendeste strade diverse non ti conoscevano. Ne eri convinta.
Perché l'oggi  non era ieri, quello, era passato, era un giorno diverso, tu eri diversa, e sapevi che prima o poi, con lei, ce l'avresti fatta, a trovare la fonte della giovinezza che ti avrebbe guarita. Persino tu saresti potuta cambiare. Perché in fondo sai ancora adesso che sarete sempre tu e lei, alla fine, nell'eternità, contro il resto del mondo.
 
Le sue urla, sono state ciò che ti faceva dimenticare, il suo sangue, il tuo anestetico, il suo profumo intriso di dolore, la linfa dei tuoi sensi, il suo sapore, quello che ricorderai.
E mentre calava l'oscurità, e l'ultimo raggio di sole scompariva dietro il davanzale della finestra, tirasti un sospiro di sollievo: un altro giorno era passato e lei era ancora li, ancora con te. Per quanto, non lo sapevi, ma ti bastava questo.
Perché potevate amarvi, come se il sole non dovesse mai sorgere, o lasciarvi bruciare, nei colori del suo tramonto.  E se ci fosse stato un altro giorno magari saresti rimasta lì,a guardarla piangere, quando tutto quello che ti aveva chiesto era di lasciarti andare, e tutto quello che le avevi dato le aveva fatto male, ma le andava bene, perché amava il modo che hai di mentire.
E ti abbandonasti lentamente nel groviglio di membra sfinite, senza bisogno di sognare, perché tutto ciò che avevi sempre sognato lo avevi lì, lo potevi toccare, sfiorare col tuo petto ad ogni respiro che portava i vostri cuori più vicini.
 
Ma vi risvegliaste nei resti della distruzione, lo specchio rotto dal combattimento a riflettere l'aria pregna del vostro odore sui suoi frammenti d'immagine.
Un raggio di sole illumina il suo viso. Il trucco sciolto, e lei è stanca, così stanca da non avere neanche la forza di parlare.
Si alza, resti di sangue secco sulla schiena, non parla, non ti guarda.
Tu provi ad urlare, è tutto quello che sai fare, infondo, sebbene rimbombi nelle tue orecchie l'eco dell'inutilità di quelle parole, perché hai sbagliato di nuovo, sei ricaduta nello stesso errore, e ora nulla potrà più porre rimedio a quello che hai fatto.
E allora inizi a pregare. Subdola, cattiva, sai che non ha mai resistito a quello.
 
Ti prego, non andare
Forse la nostra relazione non è malata come sembra. So che abbiamo detto,e fatto, cose che non volevamo.
Come fai a non sentire la sincerità nella mia voce?
 
Ma poteva sentirla, la tua voce? O pensasti soltanto quelle parole, pregando il tuo orgoglio di farsi da parte nuovamente per dar loro voce, quelle parole che forse avrebbero potuto salvare tutto? Ma non sei mai stata tipo da suppliche, ed infondo non saresti stata disposta a rischiare di nuovo, perché questa volta neanche quello avrebbe funzionato, lo sai.
è finita.
 
Ed ora lo senti il freddo in questa casa, per quella donna che ti ha portato via un figlio, e tutto il tuo amore. Avresti dovuto lasciarla andare, ora non potrai mai convivere con ciò che hai fatto.
Ma non hai saputo fermarti, non sai fermarla. L'ennesimo errore, l'ennesima bugia. L'ultimo tradimento e l'ultimo addio.
Perché un morso, le sarà fatale. E ancora una volta resterai a guardarla bruciare, forse insieme a quest'intera, dannata, città, perché ora hai capito che non importa quante volte vi colpirete, resterete sempre a guardarvi le spalle, nel bene e nel male, perché insieme muovete montagne.
E come il tuo ultimo colpo, ultima colpa, le sarà fatale, tu ti lascerai bruciare, fino ad estinguere per sempre quel freddo dal tuo cuore.
 
 
 //...non so bene come giustificare questa OS... diciamo che la canzone da cui evidentemente trae riferimento, Love the way you lie, in entrambe le sue versioni, mi ha sempre molto ispirata in un ambito SwanQueen. Mi piace pensare ad una relazione tormentata, prevalentemente fisica, tra le due, che molto spesso sfocia nella violenza soprattutto da parte di Regina, incapace di amarla senza odiarla, al punto da avvelenarla con il dolce quando lei decide di andar via, ricollegandomi alla 1x21 come evidente. E insomma, questo è ciò che ne è uscito. 
Spero vi sia piaciuto e grazie per essere arrivati fin qui.
Eleonora
   
 
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