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Autore: Sakata_CMC    29/08/2019    0 recensioni
Sono passati solo pochi minuti da quando Shining Armor e Cadence hanno epurato Canterlot dalla minaccia dei changelings: la Regina Chrysalis è stata esiliata ai confini di Equestria, e finalmente il vero matrimonio può essere celebrato. Eppure non tutti i mutaforma hanno lasciato il paese…
Chigger 640, dopo essersi risvegliato ai confini di Equestria, intraprenderà un lungo e pericoloso viaggio alla ricerca dei compagni da cui è stato separato.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Gender Bender, Violenza
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GLI ESULI DI CANTERLOT

-Capitolo Terzo-


Non mi ero mai sentito così stremato prima d’ora; il risveglio post Canterlot a confronto pareva una bazzecola. Avevo appena ripreso conoscenza, e non riuscivo a comprendere la realtà che mi circondava: gli occhi non erano ancora in grado di mettere a fuoco, e tutto quello che potevo vedere  era una base di marrone scuro con diverse sfumature e luci. Non riuscivo nemmeno a tenerli aperti del tutto, e sentivo la necessità di richiuderli dopo qualche istante. C’era troppa luce... e soltanto a posteriori realizzai di avere delle palpebre. Avvertii un forte  odore di incenso.

Sentii una voce… Profonda e felice? Era ovattata, ma riuscii comunque ad ascoltare.

≪… Ha delirato per giorni; non ho capito molto di ciò che diceva, ma in quel poco di comprensibile tra le cose più gettonate c’erano “regina”, forse dei nomi, alcune cifre numeriche, e a volte prendeva un profondo respiro e gonfiava le guance. Benedetti gli astri! Ogni volta temevo che andasse in apnea… E che febbre da cavalli! Grazie a “regina” Celestia, il chinino e la ponycillina sciolta nel brodo hanno funzionato. Ah… Giusto. Oltre alle spese dei farmaci mi dovresti anche quelle della lavanderia… Quel poco di brodo che riuscivo a fargli bere lo evacuava quasi subito.≫.

Aspetta un attimo… Mi ritrovavo sdraiato?


Me n’ero accorto soltanto ora; ero disteso con la pancia all’insù ed ero avvolto da qualcosa di leggero e caldo.

≪… E quindi tu dici che è un mio parente.≫, disse un’altra voce, schietta e con la tendenza a mangiarsi qualche lettera.

Sentii un fruscio, seguito da un lieve cambio della temperatura. Poco dopo finalmente realizzai  che fino ad ora avevo avuto addosso un lenzuolo, e che ora me l’avevano tolto.

≪Beh… Se non erro le mele sono una vostra esclusiva≫.

≪Come la produzione di torte di mele da qui fino alla Everfree Forest!≫, rispose con orgoglio l’interlocutore di quello che doveva essere il medico. La fase fu seguita da un tonfo; doveva aver battuto uno zoccolo sul pavimento in legno.

≪Humm… In effetti è una mela… E va bene, dev’essere di sicuro uno della famiglia. Gli Apple di Appleloosa pagheranno le sue spese!≫.

≪Allora siamo d’accordo. Lo sai Braeburn, mi dispiace doverti far pagare l’assistenza sanitaria, ma come ben sai…≫.

≪Si si lo so, tutta la faccenda del piano sostanziale.≫, lo interruppe l’altro.

≪Assistenziale.≫, lo corresse il medico. Sentii inspirare fortemente. ≪Oh, sembra che si sia ripreso!≫, disse subito dopo il dottore.

Sentii uno zoccolo sull’occhio destro tirare verso l’alto, e poco dopo una forte luce abbagliarmi.

≪Ottimo! Fino a due giorni fa la reazione era molto più lenta.≫, disse il medico.

≪Ehi! Riesci a sentirmi?≫.

Mugugnai.

Le immagini erano quasi diventate nitide, e quella luce vanificò tutti gli sforzi fatti finora.

≪Come ti chiami?≫, chiese il pony che non avevo ancora identificato.

≪Io…≫ seguii un silenzio, turbato soltanto dal brusio che proveniva da fuori. Lo stallone venne interrotto dal  pony medico, un altro stallone poco più basso e in carne rispetto al primo: manto bianco come il suo camice da dottore, zampe scure, e una zazzera di crini biondi. Occhi amaranto.

≪Ragazzo, che ci facevi in mezzo al deserto?≫. Non seppi cosa rispondere, ed emisi una successione di vocali.

Il medico si rivolse all’altro pony, caratterizzato da un fisico più slanciato il cui manto era biondo, gli occhi verdi e criniera più gialla che arancione e dai riflessi color platino, sopra alla quale indossava un cappello da cowpony marrone. Vestiva inoltre un corpetto di cuoio dello stesso colore del cappello. ≪Pare non ricordare… Dev’essere un effetto del trauma, ma nelle prossime settimane dovrebbe tornargli la memoria.≫, sentenziò il dottore.

≪Uhm… Non mi pare di averlo mai visto prima. Dev’essere d’un ramo che vive lontano.≫. disse il cowpony con tono diffidente. Seguì una pausa nella quale i nostri occhi rimasero gli uni negli altri. ≪Beh, benvenuto ad Appleloosa! Io sono Braeburn, e gestisco la comunità Apple della zona!≫. esclamò il cowpony, rompendo allegramente l’imbarazzante silenzio che si era venuto a formare fino a poco prima.

≪Hai dimostrato di avere una forte tempra, ma giunti fin qui non voglio rischiare ricadute. Ah! Io sono il dottor Buckcare Senior, ma puoi chiamarmi semplicemente “Doc”.≫. Ll’ultima parola venne sottolineata da un sorriso, un’occhiolino, e da un suono che forse mi immaginai. Il medico si voltò verso Braeburn.

≪Un altro giorno di convalescenza e poi sarà tutto tuo! Vieni nel pomeriggio. E adesso scusami, Braeburn, ma devo occuparmi degli altri pazienti.≫.

Non ebbi il tempo di chiedere che cosa mi fosse successo, tuttavia dovevo aver mantenuto l’aspetto di pony. Guardandomi gli zoccoli non trovai i miei fori e mi accorsi che il mio manto era dello stesso colore di quello assunto durante l’incontro con il grifone. Stavolta però sui fianchi erano presenti i disegni di una grande mela rossa.

≪Adesso stai bene, signore?≫, chiese una voce squillante. Voltatomi verso la mia interlocutrice, capii che stavo avendo a che fare con una puledra dal manto bianco, gli occhi azzurri ed il manto color lillà.

≪Sunsetcare! Non disturbare il signore, che è molto stanco. Lo sai che non dovresti venire in questa parte dell’ambulatorio.≫, disse il dottor Buckcare. Il pony medico tornò ad occuparsi dell’altro paziente solo dopo essersi accertato che la piccola Sunsetcare avesse fatto marcia indietro, guardando al pavimento con espressione sconsolata.

≪Suvvia dottore, in fondo in città la piccola Sunsetcare non ha molti amici con cui giocare, dato che la maggior parte dei suoi coetanei sono degli Apple, e vivono nelle fattorie. È normale che nutra un po’di curiosità per le facce nuove che si presentano in città.≫, disse il pony che il doc stava visitando.

≪Lo so, Woody, lo so, tuttavia non mi va molto a genio che stia in questo posto. Vedere gli infermi non dovrebbe essere uno degli spettacoli a cui una puledra dovrebbe assistere.≫.

≪Non posso darti torto, doc, ma almeno in questo momento non stiamo avendo casi di amputazione, malattie orripilanti, o decessi. Sono solo caduto dal tetto del saloon mentre stavo cambiando le tegole. Vai da lei doc, io posso aspettare.≫, disse Woody Rasp, il mastro carpentiere della cittadina in cui mi trovavo.

Emesso un sospiro, il dottor Buckcare ringraziò lo stallone, e andò a prendersi cura di sua figlia. Avrebbe sicuramente voluto passare più tempo con lei, soprattutto in un posto diverso, ma l’attività di medico lo vincolava per la maggior parte delle sue giornate in quella clinica.

 

Mentre il pony medico era via, non mi rimase che guardare il soffitto e cercare di fare ordine nella mia mente ancora intontita. Ricordato qualcosa in merito alle mele e il suo fianco, il mutaforma diedi nuovamente un’occhiata al simbolo che avevo generato sui miei fianchi.

Che fossero state tutte le mele viste e mangiate nella tenda del grifone?

 

La classica sensazione di fame venne affiancata da una specie di… Ruggito proveniente dalla mia pancia, e lo stupore che stavo provando nel ritrovarmi tutto d’un tratto ricoverato ed imparentato con una famiglia di pony invece di scemare si spostò su quest’ultima novità del giorno.

Era di nuovo tempo di nutrirsi, e il pony sdraiato nel letto di fronte al mio cadeva a fagiolo.

 

Il giorno dopo, Braeburn venne a prendermi, e dopo aver posato un sacchetto ricolmo di monete sulla scrivania del dottore, chiese al medico come mai Woody Rasp fosse stato imbavagliato ed ammanettato al letto. Lo stallone continuava ad agitarsi, mugugnando.

Buckare Senior spiegò con perplessità che il pony carpentiere tutto d’un tratto era impazzito, e aveva visto in me Sweetie Rosy, il pony per il quale fin dall’infanzia nutriva una cotta.

≪Quella caduta dal tetto del saloon deve avergli sconquassato la testa... ci crederesti che per renderlo quasi inerme ho dovuto somministrargli ben tre dosi da cavallo di sedativo? Più di così al momento non posso fare altro; un milligrammo in più e lo spedirei al camposanto… Spero che si calmi, prima o poi.≫.

 

L’avevo fatta grossa. Avevo così tanta fame, che avevo ecceduto nell’approfittare dei sentimenti dello stallone, ed il risultato era che la sua testa era andata in tilt.

A maggior ragione, poiché Sweetie Rose aveva lasciato questo mondo circa tre mesi fa.

 

≪Tornando a noi, Braeburn… In realtà vorrei trattenere il tuo parente ancora qualche giorno; continua a mal digerire tutto il cibo che gli do, ma non vuole saperne di farsi visitare.≫.

Spazientito dall’insistenza del medico, gli dissi che, con tutto il rispetto, mi sentivo bene. E che volevo alzarmi il prima possibile.

≪Non posso obbligarti a subire delle cure non volute, Applecoat… ma sappi che se stai male puoi sempre tornare qui.≫, disse il medico, cedendo.

≪Applecoat?≫, chiese Braeburn, rimasto a guardare il carpentiere. ≪È questo il tuo nome?≫, chiese, voltandosi verso di me.

≪Beh… sono abbastanza sicuro che sia così… ma non ne sono certo. Non ricordo… nulla.≫.

≪Per tutti i meli! Un pony che sbuca fuori dal deserto, e per di più senza memoria. Questo sì che girerà sulla bocca di tutti. Beh, Applecoat… avendone già tre di pony che qui portano lo stesso nome, forse è meglio evitare di chiamarti con un nome che potrebbe non essere nemmeno giusto. Che ne dici di… “Cugino Apple”? Facile da ricordare, ed altamente identificativo≫.

Soddisfatto per essermi inventato un nome che avesse senso, accettai di buon grado il nome di Cugino Apple.

 

Usciti dalla clinica, Breaeburn fece strada, passando per la via maestra di Appleloosa.

≪E così… Cugino Apple… non ricordi nulla di chi tu sia.≫.

≪Già… Ricordo soltanto che ero in cammino vicino ai binari, e poi ho perso i sensi…≫, risposi elusivo.

≪Beh… questo si che è un colpo di sole! Non è vero? ...A proposito, prendi questo cappello da cowpony, il sole da queste parti sa picchiare forte, come hai visto.≫.

Ero stupito dalla cordialità di quel pony, e quasi mi sentivo in colpa per tutte le premure che si stava prendendo per un falso parente. Indossato il cappello, mi fermai e mi presi una pausa, pensando al da farsi. Alla fine mi decisi a parlare:<

≪Ah, sciocchezze! Non dire nemmeno per scherzo queste cose! Hai una mela gigante per cutie mark, diamine! Non puoi non essere un Apple! E poi, se anche tu fossi stato un altro pony, di certo il Dottor Buckcare non ti avrebbe lasciato morire. Noi pony di Appleloosa saremo pure persone semplici, ma una cosa di certo la sappiamo: un pony in difficoltà va aiutato.≫.

Breaeburn si fermò di colpo, ed io con lui. 

≪Quanto alla questione delle cure, avrai pieno modo di sdebitarti; il nostro Ranch è in pieno fermento per il Rodeo che si terrà tra pochi giorni a Dodge Junction; il tuo aiuto sarà prezioso per completare i preparativi in tempo.≫.

Distolsi lo sguardo dallo stallone, e guardai l’immenso ranch pieno di pony che gli si era materializzato di fronte ai miei occhi.

≪Andiamo! Ti presento al resto della famiglia… Cugino Apple!≫, disse Braeburn, aprendo il cancello in legno ed iniziando a trottare da un lato all’altro della fattoria, per annunciare il mio arrivo.

Mi affrettai a raggiungere Braeburn, notando come tutti gli altri pony fossero del tipo “standard”, di quelli senza né ali né corna, ed i loro cutie mark avessero come minimo comune multiplo quello di raffigurare almeno una mela. Erano almeno una dozzina, ed ogni volta che ne incrociavo uno, questo interrompeva le faccende in cui era impegnato per salutarmi con un sorriso, un cenno, o levandosi il cappello. Ogni singola volta sentivo quel suono che faceva come “squeeze”.

Braebun mi stava aspettando alla soglia di una casa colonica, e quando lo raggiunsi, mi disse che quella era la casa della Vecchia Goldspur la pony più anziana di tutto il Ranch, la quale mi avrebbe ospitato in una delle stanze per gli ospiti.

Fare la conoscenza della Vecchia Goldspur si dimostrò essere un’esperienza tutto sommato piacevole, in quanto l’anziana pony mi tempestò di domande, premure, e soprattutto di cibo.

Effettivamente, fu più facile destreggiarsi in quella marea di domande su cosa ricordassi, e soprattutto se questo o quel nome -sia di pony che di località legate alla famiglia Apple- mi dicessero qualcosa, rispetto alle innumerevoli pietanze a base di mele che mi vennero fatte ingurgitare. Non fosse stato per l’apparato digerente simulato, sarei morto soffocato al primo assaggio di frittata di mele.

Oltre alla Vecchia Spur e Braeburn, era presente un altro commensale, il figlio dell’anziana giumenta. Iron Seed: un possente pony di mezza età, che faceva il fabbro.

Lo stallone non sembrava particolarmente felice della mia visita, e mano a mano che rispondevo negativamente o in modo vago alle domande della madre, assumeva un’aria sempre più accigliata. Provai a rompere il ghiaccio -e a prendere respiro dallo sformato di mele e carote- chiedendo ad Iron Seed di cosa si occupasse, ed il pony mi rispose laconicamente che era il fabbro del posto. Il fatto che la madre non permise al pony di toccare una sola delle pietanze, dicendo che quelle erano state fatte appositamente per me, e che si sarebbe mangiato all’ora di pranzo, non aiutò a migliorare la relazione che si era instaurata.

Provai a rimediare, proponendo che tutti gli altri presenti favorissero del banchetto, ma la vecchia non volle saperne. Per sottrarmi a quella trappola mangereccia, ebbi infine un’illuminazione, tirando fuori l’argomento del rodeo.

Fu la mia salvezza, in quanto l’anziana pony iniziò a parlarmi della storia del rodeo sin dalla sua fondazione, e di come gli Apple vi avessero sempre fatto grandi affari vendendo i propri prodotti. Braeburn, a quel punto, si ricordò di come fossero rimasti indietro con la tabella di marcia, e ne approfittai per svicolare dal banchetto, offrendogli uno zoccolo. Ma non prima di aver chiesto dove fosse il bagno, dato che il mio intestino era già stato saturato da tutte quelle pietanze a base di mele.

 

I giorni passati al Ranch si dimostrarono intensi quanto succulenti.

Mancando solamente quattro giorni all’inizio del rodeo, raccogliere i frutti dei meleti della fattoria si dimostrò un’impresa sfiancante, ma ebbi modo di lavorare a stretto contatto con un sacco di pony della famiglia Apple, e di familiarizzare al punto da potermi sfamare a ciclo continuo.

Superata la prima figuraccia, dovuta al fatto che scalciando gli alberi riuscissi a far cadere al massimo un paio di mele, mi venne affidato un carro, che portai avanti e indietro dal meleto alle case della fattoria; ogni pony si stava dando da fare per preparare cibo a base di mele, e nella fattoria aleggiavano i profumi delle pietanze.

Non necessitando del sonno, dedicai le notti alla perlustrazione dei dintorni del ranch e di Appleloosa, cercando, senza risultato, i miei simili.

 

Iron Seed era forse l’unico pony che non mi riservasse un trattamento di cordialità, ma poco m’importava di quello scontroso pony, che giunto a quell’età viveva ancora con sua madre. Molto probabilmente era l’istinto di protezione a parlare, e dimostrandogli che non rappresentavo una minaccia per l’anziana pony avrei superato quel muro di diffidenza. Ma ciò non sarebbe stato necessario, perché al mattino del terzo giorno Braeburn venne a farci visita poco prima che terminassimo la colazione, chiedendo aiuto sia a me che al pony fabbro per portare le merci fino in stazione e caricare in tempo il treno.

Tutto pareva andare per il meglio, fino a quando Braeburn non mi propose di venire con lui a Dodge Junction. Dopo aver accettato con entusiasmo, Iron Seed si fece ancora più burbero, ed improvvisamente Braeburn pareva essere a disagio nel relazionarsi con lo stallone.

Durante l’ennesimo viaggio da Appleloosa al Ranch, decisi di rompere il ghiaccio chiedendo allo stallone se sarebbe venuto con noi. Iron Seed, con uno sbuffo, mi disse che sarebbe rimasto al Ranch, perché aveva molto lavoro da svolgere, e sarebbe rimasto a disposizione, se sua madre avesse avuto bisogno.

Forse avevo capito.

Chiesi ad Iron Seed se fosse mai andato al rodeo, e se volesse andarci, ma il pony tacque.

L’idea che mi ero fatto era che il pony fosse in realtà rimasto eccessivamente legato alla madre, e che a causa del suo lavoro non avesse mai modo di prendersi una vera e propria pausa dai propri doveri. Fu così che, durante una breve pausa dovuta al fatto di dover attendere l’arrivo  delle botti di sidro dalla casa degli Applebow, andai a parlare con Goldspur, suggerendole di far venire con noi suo figlio.

L’anziana giumenta si dimostrò restia, poiché temeva per i pericoli che sarebbero potuti insorgere durante il viaggio, ma riuscii a convincerla del fatto che a Dodge Junction avremmo avuto bisogno di lui, e che con me e Braeburn -oltre a tutti gli altri Apple lì presenti- sarebbe stato al sicuro. Un leggero incantesimo di malia fece il resto.

Tornato al carro, avvisai Iron Seed che sua madre lo cercava, e tempo dopo, giunti all’imminente partenza del treno, Breaburn rimase stupito dal fatto che il fabbro del ranch salì a bordo con noi.

 

Dodge Junction era molto simile ad Appleloosa; una via maestra, composta da case di legno che, come mi disse Braeburn, provenivano per lo più dai meleti di Sweet Apple Acres, e che lo stesso valeva per lo stadio realizzato poco fuori l’abitato, composto da staccionate, grandi gradinate di legno, ed un tabellone segnapunti.

≪Qui di solito ci giocano a baseball, ma quando è il momento del ranch la struttura viene riconvertita.≫.

≪Baseball… quello sport dove si lancia una palla e l’altro pony deve colpirla con un bastone, giusto? E poi tutti gli altri pony corrono da un lato all’altro del campo?≫.

≪Esatto!≫, nitrì Braeburn entusiasta. ≪Ti dice qualcosa???≫.

≪Credo… di averci giocato in passato.≫.

≪Ma questo è stupendo! chissà che durante la permanenza a Dodge non vengano fuori altri dettagli della tua vita passata!≫.

Ripresomi dal fatto che mi fossi fatto sfuggire la cosa, mi decisi a studiare una più ampia storia sui dettagli del mio passato.

 

Durante il rodeo, mi sarei occupato di aiutare Sunset Cider con la preparazione delle frittelle di mele. Accettai di buon grado il posto, poiché era a ridosso dell’ingresso allo stadio, ed un sacco di pony mi sarebbero passati di fronte. A furia di lanciare richiami, tra tutta quella folla un changeling di certo lo avrei trovato.

Eppure fui troppo ottimista, poiché la mia ricerca non produsse alcun esito: nonostante quel posto raccogliesse pony da tutti gli insediamenti nei dintorni, nessun altro changeling si nascondeva tra i visitatori o i locali. In quella zona, a quanto pare, a nessun altro era toccata una sorte simile alla mia.

 

Le giornate trascorrevano lente,sbucciando mele, affettandole, per poi impastellarle, friggerle, e metterle nei cestini. Per quanto alla lunga si trattasse di un’attività monotona, si rivelò essere un’esperienza divertente. Ogni tanto lanciavo un richiamo, ma nulla.

Iniziai a pianificare la mia prossima mossa, una volta finito il rodeo. Non avendo trovato changeling né ad Appleloosa, né a Dodge Junction, mi sarei spostato verso un altro centro abitato. Stavo ancora pensando ad una scusa per sganciarmi da Braeburn ed i suoi pony, quando mi feci scappare una pentola di olio bollente dalla bocca, ed il contenuto si riversò ai miei piedi. Gridando per il dolore, e balzando fuori dalla pozza oleosa che si era formata sotto ai miei zoccoli, attirai l’attenzione di tutti i presenti, inclusa colei che mi aveva fatto distrarre: la pony che Sunset stava servendo era una delle giumente che a Canterlot avevano dato filo da torcere a tutti noi changeling. E con lei ce n’era anche un’altra. 

≪Oh caro, ti sei fatto male? Disse l’unicorno dal manto bianco e criniera viola.≫.

≪Io… no, penso di stare bene. Ho solo preso qualche schizzo, niente di grave... grazie...≫.

≪So io cosa ci vuole per le scottature da olio!≫, disse il pony rosa che a canterlot mi aveva messo fuori combattimento utilizzando un cannone… a coriandoli.

≪DRNTIFRICIO!≫, strillò, e tirando fuori dalla criniera un tubetto di DentaMare, me lo schizzò sulle zampe.

Che dire… un metodo molto poco ortodosso, ma senza dubbio efficace, dato che la sensazione di freschezza stava già iniziando a lenire i dolori delle scottature.

≪Sai, anche a me piace cucinare! Mi capita quasi ogni volta che preparo dolci fritti! Urlò la pony dalla chioma riccioluta.≫.

≪Err… grazie! Di tutto≫.

Poco dopo arrivò Braeburn, accompagnato da un’altra di quelle giumente che a Canterlot ce le avevano suonate: anche lei indossava un cappello da cowpony, dal quale spuntava una lunga criniera bionda. Il suo manto arancione, e sui fianchi aveva disegnati tre mele.

≪Oh! Ehilà, Cugino Apple! Stavo giusto raccontando alla cugina Applejack la tua storia.≫, disse Braeburn.

≪Ehilà… ur… Cugino Apple! È un piacere conoscerti, anche se non mi sembra di averti mai visto alle rimpatriate di Sweet Apple Acres! Ad ogni modo, io sono Applejack, e queste sono le mie amiche Rarity e Pinkie Pie, disse il pony, indicando le sue compagne.≫.

 

Non sapevo bene come comportarmi, ma alla fine Sunset Cider mi salvo indirettamente, richiamandomi al lavoro: si era già formata una coda di una decina di pony, e non c’erano più frittelle. 

Congedatomi dai pony, Braeburn mi disse che in serata avremmo cenato tutti insieme al Saloon di Moriarty, il posto dove stavamo pernottando. 

 

Mai mi sarei aspettato di cenare in compagnia delle sei pony che avevano rappresentato la più strenua resistenza all’invasione di Canterlot. Ne approfittai per conoscere meglio quelle che erano state le mie avversarie, e scoprii che tutte quante abitavano in un paesino chiamato Ponyville, e che erano venute a Dodge Junction per dare una mano alla loro amica con la vendita di Marmellate ZAP.

Rimanni vago sul mio passato, anche se Braeburn se ne uscì con quella storia del baseball.

≪A proposito della tua memoria, Cugino Apple.≫, esordì il pony. ≪Penso che la cugina Applejack e le sue amiche possano aiutarti.≫.

≪Oh sì, zuccherino.≫, disse la cowpony. ≪Se esiste qualche pony che sia in grado di capire da quale ramo degli Apple tu sia caduto, quello è senza dubbio mia nonna, Grannysmith!≫.

≪Ed io penso che potrei aiutarti a riacquistare la memoria utilizzando la magia.≫, disse invece l’unicorno viola che si chiamava Twilight Sparkle. ≪Ci dev’essere senza dubbio qualcosa di più complicato di un colpo di sole.≫.

≪Concordo.≫, disse Rarity. ≪Un pony senza passato ritrovato in mezzo al deserto, chissà quale mistero ci sia dietro... È così affascinante...≫.

≪ED È COSÌ FANTASTICO! SEMBRA QUASI UNA STORIA ALLA DARING DOO! COME QUANDO S’INTRODUSSE NEL TEMPIO DELL’AMNESIA PER RECUPERARE L’ANTICO VASO ANDATO PERDUTO!≫, S’intromise il pegaso azzurro dalla chioma arcobaleno.

Sgranai gli occhi.

≪Ed io potrò imapare come cucinare frittelle di mele così buone!≫, aggiunse Pinke Pie.

L’unica che rimase in silenzio fu il pegaso giallo di nome Fluttershy, che per tutta la cena passò quasi inosservata.

 

Era una situazione davvero strana, specialmente per il fatto di aver ricevuto aiuto da parte di quelle che furono il mio nemico. Cercai di svicolare dalla conversazione iniziale, chiedendo informazioni su chi fosse Daring Doo, ed il pony arcobaleno iniziò a raccontarmi le mirabolanti avventure del pony archeologo, protagonista di un’intera collana di libri. Era rimasta sconcertata dal fatto che non conoscessi quel personaggio di fantasia.

≪Sembrano libri che meritano! Beh… purtroppo non so se ci fosse un tempio di mezzo, però so di essere alla ricerca di qualcosa. Anche se non so cosa.≫.

≪Magari un amore perduto, o che hai voluto dimenticare apposta!≫, disse un’appassionata Rarity, con gli occhi scintillanti di chi nella sua testa si fosse già girata un intero film, con tanto di titoli di coda.

 

Braeburn riportò la discussione in carreggiata, consigliandomi di andare a Ponyville per ritrovare la memoria. Non volle sentire scuse, specialmente quelle legate al fatto che avrei invece dovuto dargli una mano alla fattoria per sdebitarmi delle cure mediche.

“AJ” mi disse che sarei stato ospite nella sua fattoria, e che dopo la fine del rodeo avrei potuto raggiungere comodamente Ponyville via treno. Alla Sweet Apple Acres avrei avuto tutto il lavoro che volevo, dato che lì non c’erano così tanti pony come al Ranch di Appleloosa.

Twilight Sparkle aggiunse che così facendo, avrebbe avuto modo di effettuare più velocemente le ricerche sull’amnesia.

In breve, era un’offerta che non avrei potuto rifiutare.




 
   
 
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