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Autore: Iuccy_97    31/08/2019    0 recensioni
[M.I. High]
Blane Whittaker non era mai stato particolarmente alto rispetto ai suoi compagni, fin dall'asilo. [...] ​continuava ad essere disposto in prima fila nel coro di Natale, nella foto di classe e in ogni attività in cui dovessero vedersi i volti di tutti gli alunni. Sempre in prima fila, con le femmine e gli sfigati, mentre gli altri maschi, file indietro, ridevano e scherzavano.
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Piccolo racconto sull'infanzia di Blane, dall'amicizia con Stewart all'amore per il karate.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Blane Whittaker non era mai stato particolarmente alto rispetto ai suoi compagni, fin dall'asilo. Quando nei primi anni di elementari chiedeva alla madre perché arrivasse a malapena alle spalle di Julian o Tony, questa sorrideva e gli diceva di stare tranquillo: anche suo fratello era sempre stato piccolino, ma lo guardasse ora! Ben oltre il metro e ottanta.
"Arriverà il tuo momento per crescere" gli ripeteva, mentre lui continuava ad essere disposto in prima fila nel coro di Natale, nella foto di classe e in ogni attività in cui dovessero vedersi i volti di tutti gli alunni. Sempre in prima fila, con le femmine e gli sfigati, mentre gli altri maschi, file indietro, ridevano e scherzavano.
A condividere il suo destino c'era un certo Stewart Critchley, biondino, anche lui basso e, in aggiunta, terribilmente magro. Probabilmente a lui però non importava. La sua mente, sempre in fermento, era la gioia degli insegnanti e chiunque gli chiedesse cosa volesse fare da grande, la sua risposta era sempre la stessa, immediata e sicura: "L'inventore".
I due avevano stretto amicizia velocemente e se subito la spiccata intelligenza e timidezza del biondo aveva cozzato con la distrazione facile e le buffonate del moro, avevano trovato il loro punto di incontro nei videogiochi.
I due si trovavano spesso e volentieri a casa di Stewart, sotto lo sguardo vigile della madre che li accoglieva dopo scuola con una fetta di torta o con dei biscotti fatti in casa. Così passavano i pomeriggi di pioggia: inventando storie con le astronavi che collezionavano dai pacchetti di cereali e sfidandosi al Nintendo. Ma appena il sole usciva e la temperatura era sufficientemente alta, non c'era via di scampo: mamma Mary li mandava a giocare a calcio nel parchetto giusto dall'altra parte della strada.
Lì Susan li trovava la maggioranza delle volte quando, arrivando da lavoro verso le sette, passava a ritirare il figlio.
-Grazie Mary, come sempre.- diceva alla signora bionda che apriva la porta di casa asciugandosi le mani sul grembiule da cucina.
-Ma figurati. Almeno si tengono compagnia e Stewart non mi importuna con le sue domande mentre faccio le faccende domestiche.-
Le donne ridevano, poi la mora si voltava di nuovo verso il parco e gridava.
-Blane! Per favore, andiamo! Kyle ci aspetta!-
Sentir nominare il fratello maggiore probabilmente smuoveva qualcosa nel figlio, che fermava il pallone e attraversava con attenzione la strada.
-Sono stati bravi?- chiedeva la signora Whittaker, tornando a rivolgersi all'altra donna.
-Ma certo. Tuo figlio è proprio caro. Ed è simpatico.-
Più o meno in quel momento Blane appariva al fianco della madre con lo zaino gettato su una spalla e i capelli appiccicati alla fronte per il sudore.
-Andiamo?-
-Andiamo. Grazie ancora Mary, buona serata.-
-Grazie a voi. Ciao Blane.-
-Ciao.- borbottava con imbarazzo il bambino e si allontanava camminando all'indietro fino alla macchina, per poter parlare con Stewart fino all'ultimo istante di cosa avrebbero fatto il giorno successivo.
Forse erano proprio i pomeriggi da Stewart che avevano permesso al piccolo Blane di guadagnare una discreta stima come calciatore da parte dei suoi compagni. A dispetto della statura infatti era molto veloce e agile, il che lo rendeva uno dei centrocampisti migliori della sua età. Persino l'insegante di ginnastica sorrideva bonariamente quando ci si riferiva a lui chiamandolo "cavalletta".
Furono gli anni delle medie a peggiorare la situazione, tutto per colpa di Julian in un pomeriggio di inizio ottobre.
Era il momento libero dopo il pranzo e i ragazzi del primo anno avevano portato un pallone per giocare nel cortile, segnando le porte con due zaini. Il campo infatti era territorio dei più grandi. I due capi squadra erano Julian e Tony, già all'epoca i più popolari, che chiamavano un compagno a testa.
-Daniel, in porta.- iniziò Julian, facendo un cenno al ragazzo.
-Zac.-
-Marcus.-
-Cavalletta.-
Mentre Blane faceva un passo avanti per raggiungere Tony, un coro di risate si levò dal lato destro del cortile.
-Ma chi è quello sfigato?- chiese qualcuno.
Il gruppo di primini si voltò verso tre ragazzi più grandi, seduti su uno dei tavoli esterni con i piedi sulle panche.
Blane continuò per la sua strada, notando la faccia di Julian sbiancare leggermente.
I tre si avvicinarono e uno mise un braccio attorno alle spalle di Tony.
-Spiegami: perché prendi questi sfigati in squadra?- chiese, lanciando un'occhiata di disprezzo al gruppo.
-Perché giocano bene?- mormorò timidamente Jack-black, chiamato così per la carnagione scurissima, ma famoso per la lingua tagliente. In quel momento però la sua dialettica sembrava scomparsa.
-Non parlavo con te, sfigato.- lo zittì immediatamente l'altro, spintonandolo indietro.
Nel gruppo si sollevò un'esclamazione sorpresa: nessuno si aspettava una reazione violenta.
-Guardate qui.- esclamò un altro dei ragazzi più grandi, che era più distante.
-Che c'è Louis?- chiese un compagno.
-Sono talmente sfigati che non hanno nemmeno le palle di andare a giocare al campo. Usano gli zaini come porte.- commentò, dando un calcio ad uno dei "pali".
-Ehi!- si indignò Blane. Era lo zaino di Stewart.
-Che c'è, hai paura che si rompa?- chiese Louis ridendo e calciando un'altra volta, facendo rotolare lo zainetto di un qualche metro.
-Piano…- mormorò Stewart, senza però che nessuno lo sentisse.
-Ehi, guarda cosa c'è dentro!- esclamò quello vicino a Tony, dedicando totalmente la sua attenzione all'amico -Magari ha dei soldi.-
-No, per favore, non ho niente!- esclamò a quel punto Stewart -Non porto mai soldi a scuola!-
-Perché la mamma non ti dà il permesso?- rise uno dei tre, mentre gli altri continuavano a frugare tra le sue cose.
-E questo?- chiese Louis, tirando fuori un videogioco.
-"War of fire". Wow, sfigato, te ne intendi di giochi. Questo lo prendo io.- disse quello che sembrava il capo, mettendo il CD nella tasca della felpa.
In quel momento Blane si sentì divorare lo stomaco dal senso di colpa: quel gioco era rimasto a casa Whittaker per una settimana e glielo aveva restituito proprio quel mattino. Era colpa sua se si trovava nello zaino.
-Ehi, non puoi farlo!- esclamò a quel punto, facendo un passo avanti.
I tre lo fissarono e iniziarono a camminare verso di lui.
-Jason, Louis e Francis!-
La voce della professoressa Hundes riecheggiò nel cortile.
I tre interpellati fermarono la loro avanzata e si voltarono verso la donna.
-Lasciate giocare i ragazzi e iniziate ad andare in teatro per le prove del saggio.-
-Sì, professoressa.- balbettarono, tornando verso il tavolo per recuperare le loro cose.
Sempre sotto l'occhio dell'insegnante attraversarono il cortile verso l'auditorium.
-Ci vediamo dopo.- sibilò uno dei tre a Blane, prima di allontanarsi.
Alle cinque, fuori dalla scuola, lo aspettarono. Fu una scaramuccia di poca cosa in realtà, ma per il ragazzino fu come una dichiarazione di guerra.
Lo fermarono pochi metri dopo il cancello, nascosti dalle siepi della recinzione. Stewart, spaventato, rimase immobile a fissare la scena. Louis e Francis lo presero uno per parte e lo sollevarono facilmente da terra. Le gambe corte di Blane scalciavano mentre cercava di dimenarsi senza però grandi risultati.
-Tu hai un problema, sfigato.- esordì Jason, fissandolo -Non sai stare al tuo posto.-
Vide il pugno arrivare, ma non poté fare nulla per evitarlo. Chiuse gli occhi e cercò di ruotare la testa, ma sentì comunque la forza dell'impatto, soprattutto sul naso. Dopo di che, lo lasciarono di colpo e cadde a terra.
-Era un avvertimento.- concluse Jason e i tre si allontanarono.
Solo allora Stewart sembrò liberarsi della paralisi che lo aveva colto e si inginocchiò a terra accanto all'amico.
-Blane? Mi dispiace… non sapevo cosa fare… resta qui, vado a chiamare l'infermiera della scuola.-
-No!- esclamò il moro, trattenendolo per la manica con la mano che non usava a stringere il naso sanguinante.
-Non serve. Dammi solo un fazzoletto, per favore.-
Svelto, Stewart aprì lo zaino e gli passò un pacchetto, probabilmente messo lì dalla previdente mamma Mary.
Blane si tamponò quel tanto che bastava per fermare il flusso, poi rimase con un ultimo fazzoletto sotto la narice sinistra, in caso di emergenza.
-Dimmi che non mi sono sporcato o mia madre mi uccide.- borbottò poi, guardandosi la maglietta.
-No, sei a posto.- gli disse l'amico, aiutandolo ad alzarsi.
Quando fu in piedi raccolse lo zaino che gli era caduto e buttò i fazzoletti intrisi di sangue in un cestino poco lontano.
-Poteva andarmi peggio.- mormorò con voce nasale.
-Per esempio?- chiese Stewart, pronto ad una delle sue battute stupide.
-Potevo rompermi il coccige cadendo. Quello sì che sarebbe stato imbarazzante.-
-Ringrazia se non ti sei rotto il naso.- lo rimbeccò il biondo, genuinamente preoccupato.
Blane schioccò la lingua.
-Non è nulla. Prima di arrivare a casa mi sarà già passato tutto.-
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Ciao a tutti! Eccomi tornata con una piccola fic su M.I. High. Sarà molto breve, giusto tre capitoli.
Vorrei raccontarvi come penso che Blane abbia scoperto il suo amore per le arti marziali e chiarire due punti: il bullismo e il salto in lungo.
Partendo dal salto in lungo, come è possibile che lui detenga il record del Regno Unito e che a scuola non se ne parli? Che sia un comunissimo studente anche quando si arriva all’ora di ginnastica? Che nemmeno Maxximum Fitticus e la sua ossessione per le medaglie e i record lo riconosca? La cosa è un po’ sospetta. Penso che, come in molte altre cose, Blane non ami raccontare di sé e tenga riservati molti aspetti della sua vita.
Bullismo. Nell’episodio dei pidocchi, 50 pence afferra Blane per i capelli e lo strattona malamente. Il nostro eroe però non si lamenta né sembra stupito dal suo comportamento. Tutte le volte in cui Julian e i suoi tirapiedi deridono Blane, Stewart e Rose mi fa riflettere sul fatto che Blane possa effettivamente difendersi ma non lo fa. Gli basterebbero poche mosse per togliersi dai piedi i bulli ma lui semplicemente sottostà a 50 pence, cercando di difendersi con poche e deboli argomentazioni durante le due serie.
Questi due tasselli mi fanno pensare che il nostro Blane sia abituato al bullismo e lo accetti con rassegnazione e che, d’altra parte, non possa o non voglia mostrare le sue abilità. Forse per non emergere dalla massa e mantenere la copertura, o forse perché semplicemente non gli interessa e vive serenamente la sua vita semplice. Inoltre, il sarcasmo e l'ironia sono le sue armi preferite, quindi non è facile capire se la cosa lo tocchi veramente.
In ogni caso, in questa breve fic cercherò di spiegare come mi immagino le cose siano andate nella sua infanzia. A partire dal primo episodio di bullismo, da parte di ragazzi più grandi. Trovo impossibile che sia stato Julian il primo bullo della situazione. È troppo tonto e poco incline a prendere una posizione, ma più facilmente avrà seguito un esempio, cercando di diventare come i ragazzi che vede come i più grandi e importanti della scuola.
Altro piccolo punto, su cui si basa praticamente tutta la storia: l’altezza. Blane non è particolarmente alto ma l’attore è comunque cresciuto un po’ nell’arco delle due stagioni. Nell’episodio in cui si vede Kyle poi, questo viene presentato come un ragazzone di un metro e novanta. Mi viene da pensare che la genetica farà diventare Blane alto più o meno come il fratello, ma probabilmente appartengono alla categoria di ragazzi che cresce negli anni del liceo, tutto in un colpo.
Con ciò concludo. Grazie per essere arrivati fino a qui, spero che la storia vi sia piaciuta almeno un pochino e che continui ad interessarvi.
Saluti!!:)
   
 
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