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Autore: BeautyLovegood    01/09/2019    4 recensioni
Quand’è stata l’ultima volta che hai avuto paura? Intendo dire, quel tipo di paura che ti fa sentire come se tutto fosse perduto?
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Crowley e Aziraphale stavano rientrando da una piacevole serata.

Avevano cenato al Ritz, o perlomeno Aziraphale aveva mangiato e Crowley si era limitato a gustare uno dei vini più costosi, e poi si erano goduti una passeggiata nel centro di Londra, parlando di cose tranquille come il tempo e le loro opinioni su certe usanze degli umani.

- Senti, angelo, la notte è ancora giovane, ti porto in un posto nuovo.- disse Crowley a pochi chilometri da Soho.

- Dove sarebbe questo posto nuovo?- chiese Aziraphale preoccupato. Ogni volta che Crowley lo portava in un posto nuovo, era solitamente più adatto ad un demone che a un angelo: locali a luci rosse, bar dove si giocava d’azzardo, incontri di pugilato ecc.

- Oh, lo vedrai, amico mio!- disse Crowley.

Guidava come un pazzo, come suo solito, e sorrideva a trentadue denti, proprio come quando aveva guidato in mezzo alle fiamme per raggiungere la base aerea di Tadfield prima che l’Apocalisse si avverasse.

- Crowley, mi stai spaventando!- lo avvisò Aziraphale. Era indeciso se aprire la portiera e buttassi per terra come un essere umano o materializzarsi con uno schiocco di dita nella sua libreria. Se solo avesse potuto vedere il fuoco dentro il cuore del suo amico demone che bruciava e non aspettava altro che mostrarsi al Mondo, o almeno a quello dentro la Bentley.

Crowley pestò sul pedale del freno talmente forte da rischiare di romperlo. Per fortuna che Aziraphale indossava la cintura. Non sarebbe stato per niente piacevole ritrovarsi con un bernoccolo in fronte.

- Siamo arrivati!- annunciò Crowley. Era calmo, come se avesse guidato come una persona normale.

Davanti ai due… tante piccole luci, sia quelle del cielo che quelle di Londra.

- Crowley… dove siamo?- chiese Aziraphale guardandosi intorno. Non c’era nessuno.

- A Primrose Hill, angelo. L’ho trovato per puro caso una sera mentre facevo un giro e ho pensato a te. Voi angeli adorate la cosiddetta “pace”…

Crowley aveva mimato le virgolette con le dita, facendo sentire in colpa il povero Aziraphale. Non si era ancora ripreso dalla consapevolezza delle vere intenzioni dei suoi colleghi angeli.

- … e questo è il luogo perfetto per te. Potresti venire qui a leggere i tuoi noiosi libri e goderti l’aria fresca della notte e una bella vista di Londra.- concluse Crowley ed uscì dalla macchina per godersi meglio la vista. Aziraphale lo seguì.

Effettivamente, il demone aveva ragione. La vista era spettacolare: le luci della città sembravano tante stelle che circondavano gli alberi della parte nord di Regent’s Park.

- È davvero un bel posto, Crowley, ma… proprio qui non era avvenuto un misterioso assassinio?- chiese Aziraphale preoccupato.

- Oh sì, quello di Edmund Berry nel 1678, come dimenticarlo?- commentò Crowley dopo essersi tolto gli occhiali. Non c’erano nessuno in giro tranne loro due, perciò non correva il rischio di spaventare qualcuno con i suoi occhi gialli da serpente.

- Per caso, tu centri qualcosa?- chiese l’angelo ma il demone lo guardò con aria scocciata.

- Non ti ho portato qui per parlare del passato, angelo! Smettila di rompere e goditi questo presente!- protestò e sorrise per il suo gioco di parole.

I due rimasero in silenzio seduti sull’erba fresca a godersi il panorama con una bottiglia di vino bianco che Crowley aveva fatto apparire.

- Angelo?

- Sì, caro?

- C’è una cosa di cui ti volevo parlare da un po’.

- Ti ascolto.

Crowley svuotò il suo bicchiere di vino e si pulì le labbra con il dorso della mano prima di guardare Aziraphale negli occhi.

- Quand’è stata l’ultima volta che hai avuto paura? Intendo dire, quel tipo di paura che ti fa sentire come se tutto fosse perduto?

La voce di Crowley era decisa.

- Be’… c’è stata quella volta, nel 1941, in cui credevo di aver perso i libri quando la chiesa era esplosa…

- Per me è stato quando mi avevi minacciato di non rivolgermi più la parola se non avessi fatto qualcosa per impedire a Satana di distruggere il Mondo. Prima di quel momento… non avevo mai sperimentato la paura sulla mia pelle.- lo interruppe Crowley con gelosia verso quei maledetti libri. Non si era mai pentito del suo piccolo “miracolo demoniaco” come in quel momento.

Aziraphale strinse le labbra sconvolto.

- Ho mentito… anche io ho avuto tanta paura in quel momento. Volevo fare qualcosa, ma ero come un insetto contro un gigante. Non avrei voluto chiederti di fare qualcosa che poteva essere più forte di te, ma ero così spaventato e… e…

Il demone posò una mano sulla spalla dell’angelo.

Aziraphale si calmò e sfiorò la mano di Crowley.

- Saresti stato davvero capace di non parlarmi più se le cose fossero andate diversamente?- chiese quest’ultimo.

- Non lo so… abbiamo salvato il Mondo, tutto è tornato alla normalità, perciò non so se sarei stato in grado di farlo.

- Allora, almeno per un momento, fai finta che sia questo il Mondo.

Crowley schioccò le dita e il bel panorama si trasformò in un inferno di fuoco e distruzione pieno di urla strazianti.

Aziraphale si spaventò, ma cercò di controllarsi.

- Mi parleresti ancora sapendo che avrei potuto fare qualcosa per impedire tutto questo?- insistette Crowley.

L’angelo era disperato, gli sembrava di sentire il calore del fuoco.

- BASTA!- sbraitò e andò a chiudersi nella Bentley. Crowley schioccò le dita per far tornare tutto come prima e raggiunse il suo amico.

- Angelo, scusami, sono uno stronzo, ho esagerato!- disse mortificato.

- Tu esageri sempre, Crowley! È questo il tuo più grande difetto, ma la cosa peggiore è che non potrei vivere senza le tue pazzie e il tuo stupido carisma, perché io… io…

Di colpo, il sedile si abbassò e Aziraphale si ritrovò sdraiato. Crowley si posizionò sopra di lui e gli bloccò le mani con le sue.

- Tu cosa?- gli chiese con voce suadente.

Erano occhi negli occhi. Aziraphale si sentiva imprigionato, eppure era riuscito a calmarsi.

- Io… ti… ti… ti a…

Chiuse gli occhi e sospirò sconsolato.

Non ce la faceva.

Crowley sorrise dolcemente e posò un bacio sulla fronte dell’angelo.

- Va tutto bene. Ho capito che cosa vuoi dire e mi fa tanto piacere… perché anche io ti amo.

Aziraphale stava per dire qualcosa, tipo “Tu mi ami, dici davvero?”, ma Crowley lo zittì con un bacio semplice ma dolce, il più adatto per iniziare il suo amico all’arte… dell’amore carnale e appassionato, l’unico che l’angelo non aveva mai sperimentato sulla propria pelle.

Quando il demone si staccò, Aziraphale aprì lentamente gli occhi. Gli era sembrato di sognare, un’altra cosa che non aveva mai sperimentato. Per fortuna, Crowley era ancora sopra di lui e lo guardava sorridente.

- Crowley…

Avrebbe voluto dirgli un sacco di cose, ma non riusciva a scegliere la più adatta da dire per prima. Alla fine scelse l’ultima.

- … toccami. Dappertutto.

Crowley non si sarebbe mai aspettato di ricevere una richiesta del genere dal suo angelo, ma non se lo fece ripetere due volte e gli diede un altro bacio, usando anche la sua lingua serpentina.

Era piuttosto scomodo spogliarsi a vicenda in un posto stretto come l’interno di una macchina, così i due schioccarono le dita, ritrovandosi completamente nudi.

- Abbiamo saltato una parte eccitante, ma il meglio arriverà adesso.- disse Crowley e ricominciò a baciare Aziraphale. Mentre gli mordicchiava il collo, toccò l’impianto stereo con l’alluce sinistro senza rendersene conto. Il ritmo di We will rock you interruppe i baci delle due creature, che si misero a ridere.

- Senza offesa per Freddie, ma non posso eccitarmi con questo ritmo.- commentò Aziraphale.

- Sono d’accordo.- disse Crowley. Schioccò di nuovo le dita e We will rock you diventò One year of love.

Le prime strofe dicevano:

Un anno d’amore

è meglio che un’intera vita di solitudine

- Per noi è un po’ diverso…- commentò Crowley, ma Aziraphale lo afferrò per trascinarlo sul sedile posteriore della Bentley. Era decisamente più comodo.

- Usa questa bocca solo per baciarmi.- ordinò l’angelo.

- Agli ordini.- disse Crowley e diede ad Aziraphale il bacio più appassionato della sua esistenza.

Era come se gli ultimi seimila anni fossero svaniti in una bolla di sapone.

Quante volte Crowley avrebbe voluto prendere da parte Aziraphale in un qualsiasi luogo tranquillo e dimostrargli tutto l’amore che aveva sempre provato per lui sin da quando l’angelo aveva ammesso di aver donato la sua Spada di Fuoco ad Adamo ed Eva.

Aziraphale ci mise un po’ di più per rendersi conto di ricambiare i sentimenti del suo amico. Per l’esattezza, ne ebbe la conferma proprio nel 1941, quando il demone era entrato a suo rischio e pericolo nella chiesa per salvare lui e i suoi libri dai nazisti. Quella notte, sentì una musica celestiale dentro il suo cuore, ma se la godette solo per qualche minuto, prima di rimproverarsi da solo.

Ora però si sentiva in pace con se stesso, non aveva niente da rimproverarsi.

L’amore non è mai un errore. Ci aveva messo un bel po’ a capirlo.

Crowley non guidava forte solo la sua amata Bentley.

Nel momento preciso in cui fece raggiungere l’orgasmo ad Aziraphale, quest’ultimo dovette appoggiare una mano sul vetro del lunotto per evitare di far esplodere la luce celestiale dentro di sé. Poteva essere pericoloso persino per un angelo e un demone.

- Sei pieno di sorprese, angelo…- sussurrò Crowley mordicchiando il lobo dell’orecchio di Aziraphale.

- Fallo ancora… fallo ancora…

Crowley sorrise e spinse altre due volte, fino a quando si sentì affaticato e convinse l’angelo a sdraiarsi insieme a lui sul sedile. Si riposarono solo per dieci minuti.

- Ora tocca a te, angelo.- disse Crowley mentre giocherellava con i ricci scompigliati di Aziraphale.

- A me?- chiese lui confuso.

- Non posso fare tutto io. Sono curioso di vedere quello che sai fare.

Il demone liberò un lungo fischio improvviso. Il membro di Aziraphale aveva sfiorato quello di Crowley. Ed erano entrambi duri.

- Direi che possiamo cominciare.- disse il demone facendo l’occhiolino e mostrando la lingua in mezzo ai denti.

Aziraphale arrossì dall’emozione, ma non aveva ancora finito di mostrare il suo amore, così si mise sopra Crowley e si diede da fare per essere alla sua altezza come amante. Lui se ne rese conto e si mise a ridere.

- Angelo, lo so di essere bravo, ma non devi recitare con me. Sii te stesso.- disse con dolcezza.

Aziraphale sorrise e riempì tutto il corpo del demone di baci, dalla bocca alla vita, fino a concentrarsi sul membro.

Non lo aveva mai detto a Crowley, ma quando si erano scambiati i corpi, aveva dato una sbirciatina e lo aveva anche toccato, ma solo per un attimo. Chissà se anche Crowley aveva fatto la stessa cosa con il suo corpo.

Per il demone fu più difficile resistere all’orgasmo che gli provocò l’angelo, ma non aveva alcuna intenzione di fare del male alla sua piccolina, così si aggrappò alla schiena di Aziraphale con le unghie, graffiandolo, ma lui non si lamentò, troppo occupato a venire. Dopotutto, era la sua prima volta, doveva rimanere concentrato per non rovinare niente.

Quando si fermò, si posò delicatamente sul suo demone, esausto.

- Stai bene?- gli chiese Crowley, preoccupato. Aziraphale stava tremando, come se avesse paura.

- Sì, sto bene… sono solo… felice.

Si diedero un altro dolce bacio e rimasero abbracciati per il resto della notte, madidi di sudore e sperma ma felici e appagati come non mai.

Crowley era quasi tentato a donare la parola alla sua Bentley per chiederle un parere, ma ci ripensò e accarezzò il suo angelo dormiente dalla testa alla schiena fino all’alba.

 

 

 

 

 

 

Non avevo intenzione di farla così lunga ed eccitante, ma mi sono lasciata prendere la mano! Spero che vi sia piaciuta anche questa terza fanfiction sulla nostra coppia ineffabile!

  
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