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Autore: BeautyLovegood    03/09/2019    4 recensioni
Solitamente, è Crowley che salva la vita ad Aziraphale, ma anche lui merita di essere salvato qualche volta e il dolce angelo dovrà prendere una decisione molto difficile per non perdere il suo migliore amico
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Young, Aziraphale/Azraphel, Crowley, Dog
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Aziraphale stava spolverando le mensole della libreria come un essere umano, ovvero usando uno spolverino, invece dei suoi poteri divini. Crowley si lamentava sempre del fatto che il suo amico sprecasse le sue capacità, ma ad Aziraphale non dispiaceva affatto un po’ di lavoro manuale e soprattutto rispettava i poteri ricevuti da Dio, anche adesso che nessuno dei due aveva più un capo.

Stava per rimettere i libri al loro posto, quando squillò il telefono.

- Pronto?

- Angelo…

- Crowley, sei tu?

La voce del demone era cavernicola e sofferente, come se gli fosse venuto un forte mal di gola.

- Angelo… aiuto…

- Crowley, che succede?- chiese Aziraphale, preoccupato.

- A… acqua… acqua… santa…

Aziraphale sentì un forte tonfo. Si era già spaventato alle parole Acqua e Santa, ma il pensiero che il suo amico fosse caduto a terra o peggio aumentò la sua paura.

Rimise di colpo la cornetta al suo posto e schioccò le dita per materializzarsi a casa di Crowley. Non c’era un minuto da perdere neanche per essere educati e suonare al campanello.

- Crowley? Crowley, dove sei?

Aziraphale avanzò preoccupato verso il corridoio fino ad arrivare al salotto. L’angelo spalancò gli occhi e sussultò spaventato.

Crowley era sdraiato sul pavimento, si contorceva e urlava di dolore, o almeno ci provava. Era come se avesse qualcosa incastrato in gola.

Vicino a lui c’era una fiaschetta aperta da cui fuoriusciva del liquido incolore.

- Oh, accidenti! È tutta colpa mia! Non avrei dovuto darti l’acqua santa, lo sapevo che ti saresti…- iniziò a disperarsi Aziraphale mentre cercava di aiutare Crowley a rimettersi in piedi per accompagnarlo in camera sua.

- Non mi stavo suicidando, pezzo di idiota! Sono stati quei coglioni di Hastur e Michele!- disse Crowley con quel poco di voce che riusciva a far uscire dalla sua bocca, ma fu una cattiva idea, perché si ritrovò a tossire sangue.

La paura di Aziraphale aveva raggiunto il limite e non riusciva a nasconderlo, ma si sforzò di essere forte per il suo amico.

Appena entrati nella grande camera da letto, l’angelo adagiò il demone sull’enorme letto e gli aprì la camicia per permettergli di respirare meglio. Notò subito la gola rossa e una lunga scia di sangue che scorreva fino all’ombelico. La pelle stava diventando sempre più rossa e gonfia.

- Angelo… fa male…

Era la prima volta in tutta la sua esistenza che Crowley sperimentava il dolore fisico più totale. Grazie allo scambio di corpi con Aziraphale, era riuscito ad evitare un bagno nell’acqua santa, ma mai si sarebbe aspettato di ritrovarsi a berla. Credeva che fosse il whisky l’unica cosa in grado di bruciargli la gola. Che grande sbaglio!

Aziraphale si tolse la giacca e la usò per tamponare il viso fradicio di Crowley e anche per pulirgli la bocca. Erano entrambi spaventati e impotenti.

- Hai detto che sono stati Hastur e Michele?- chiese l’angelo, anche se sapeva che non era una buona idea far parlare il suo amico, ma aveva bisogno di informazioni pur di trovare una soluzione.

Crowley non riusciva a parlare, così si limitò ad annuire.

- Devono averci scoperto… me lo sentivo che non ci avrebbe lasciati in pace. Devono essersi messi d’accordo per ucciderci. Se hanno messo dell’acqua santa nella tua fiaschetta, chissà che cosa avrebbero potuto fare a me. Magari, appiccare un altro incendio alla mia libreria ma con me dentro?

Aziraphale non riusciva a smettere di parlare. Era furioso, triste e avrebbe voluto lasciarsi andare ad un pianto disperato.

Crowley interruppe la parlantina dell’amico con un urlo soffocato.

- Non posso chiedere aiuto a nessuno, Crowley, nemmeno alla strega Anatema, la sua magia non può niente contro un demone o un angelo. Che cosa posso fare?- urlò Aziraphale con le lacrime che scorrevano sulle guance. Poi, ebbe un’illuminazione. Letteralmente.

- Crowley… posso salvarti io.

- Farai… un miracolo? Ma finirai nei guai.- chiese il demone guardando il suo amico con gli occhi socchiusi.

- Non m’importa.- disse Aziraphale con aggressività.

- Non puoi lasciare questo Mondo. E soprattutto… non puoi lasciare me.

Crowley voleva sussultare dalla sorpresa per le parole di Aziraphale, ma l’acqua santa dentro le sue vene di demone lo faceva sentire come se fosse scoppiato un incendio dentro di sé.

Aziraphale posò una mano sulla gola di Crowley e l’altra sul suo petto, chiuse gli occhi e si concentrò per compiere il miracolo di salvare il suo amico.

Le sue mani s’illuminarono di luce celestiale, ma nonostante i suoi sforzi, Crowley continuava a soffrire e a sputare sangue.

Aziraphale cercò di ignorarlo per non perdere la concentrazione, ma era inutile.

- Perché non funziona? Perché?! Io sono un angelo! SONO UN ANGELO! E NON POSSO PERDERTI, CROWLEY!

La sua disperazione era così forte da far tremare le piante di Crowley e persino i vetri delle finestre. Uno s’incrinò pure.

La luce celestiale si spense e Aziraphale dovette tenersi a Crowley per non cadere a terra, ritrovandosi occhi negli occhi con lui.

- Crowley, ti prego, tieni gli occhi aperti. Lo so che stai soffrendo, ma devi rimanere sveglio.- lo supplicò tenendogli il viso tra le mani.

- Az… non ce la faccio… fa troppo male… mi dispiace… ti… ti amo.

Crowley chiuse gli occhi. Ormai la voce lo aveva abbandonato completamente.

Aziraphale non riusciva più a trattenere il dolore. Appoggiò la fronte su quella di Crowley e gli bagnò il viso con le sue lacrime.

- Anche io ti amo, Crowley… e non ho paura di fare questo…- sussurrò e posò le labbra su quelle insanguinate di Crowley.

All’improvviso, le loro bocche s’illuminarono.

Aziraphale aveva usato il Bacio dell’Angelo, il miracolo più grande che un essere celestiale come lui potesse fare, che consisteva nel donare tutta la propria essenza alla persona che riceveva quel dono. Nessun angelo aveva mai usato quel bacio, perché per salvare una vita, l’angelo avrebbe dovuto sacrificare la sua, o almeno la sua parte celestiale e diventare un innocuo essere umano.

Per questo motivo, Aziraphale non aveva paura di perdere la sua posizione di angelo, perché si comportava da umano da ben seimila anni. Preferiva vivere al fianco di Crowley invecchiando come gli umani, piuttosto che passare altri seimila anni sulla Terra senza di lui.

Senza interrompere il Bacio, Aziraphale riusciva a sentire l’acqua santa dentro il corpo del demone sparire. Stava funzionando, ne era certo!

Quando la luce celestiale si spense, il sangue su Crowley era sparito e la gola era tornata liscia e rosea. Aziraphale sapeva che era tutto finito, ma non ce la faceva a interrompere il bacio, almeno fino a quando sentì un gemito da parte di Crowley.

Il demone era ancora sudato, ma almeno aveva riaperto gli occhi gialli e non aveva più l’aria sofferente.

- Aziraphale… che cosa è successo?- sussurrò. Anche la sua voce era tornata normale.

L’angelo gli sorrise e gli asciugò di nuovo il viso con la sua giacca.

- Ti ho salvato.

- Ma… ma come hai fatto?

- Sssh… te lo spiegherò dopo, adesso devi riposarti.

Aziraphale lo aiutò a togliersi anche le scarpe e i pantaloni e gli rimboccò le coperte.

- Cerca solo di non dormire per un altro intero secolo.- aggiunse e fece per andarsene, ma Crowley usò le poche forze che aveva recuperato per prendergli la mano.

- Dove vai, angelo? Resta qua con me stanotte. Ti prego.

Aziraphale sorrise commosso. Si tolse i vestiti fino a rimanere in boxer e si sdraiò vicino al demone.

Nessuno dei due era in grado di aggiungere una parola, erano troppo stanchi per parlare, così si limitarono a guardarsi negli occhi e ad accarezzarsi i visi a vicenda fino a che non si addormentarono tenendosi per mano.

Crowley aprì un occhio quando si accorse di poter sentire il battito del cuore di Aziraphale sul polso.

Pur avendo un aspetto umano, gli angeli e i demoni non avevano un cuore pulsante.

C’era qualcosa che non andava…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Forse ho un po’ esagerato quando vi avevo detto che sarebbe stata una storia triste, ma a me è venuto un po’ il magone mentre la scrivevo. Comunque, non è ancora finita!

  
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