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Autore: Lamy_    05/09/2019    0 recensioni
Blake Harris e Niklaus Mikaelson sono sposati da qualche mese. Tutto sembra procedere nel migliore dei modi: amore, famiglia e potere sono i punti cardine della loro vita.
La situazione entra in crisi quando a New Orleans compare una misteriosa donna che ha l’intenzione di gettare gli Originali nel baratro della disperazione. Blake tradirà suo marito pur di salvare il suo più grande tesoro? E sarà disposta ad accettare di diventare un vampiro e vivere ‘sempre e per sempre’?
Scopritelo nell’ultima avventura di Blake e Niklaus.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO TERZO: BENVENUTA AL MONDO

“Tre cose ci sono rimaste del Paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.”
(Dante Alighieri)
 
Tre settimane dopo
Blake vagava nella villa immensa dei Mikaelson a causa di una notte insonne. La bambina sarebbe dovuta nascere una settimana prima, ma sembrava proprio che si stesse prendendo i suoi comodi. Klaus aveva stabilito che era meglio soggiornare alla villa per qualsiasi eventualità legata al parto. Ora, in mezzo ai corridoi bui, Blake passeggiava tranquillamente. Al corso pre-parto molte neomamme le avevano consigliato di camminare molto o di fare le scale per facilitare il parto, pertanto lei stava seguendo quei consigli.
“Blake.”
La ragazza si portò una mano al petto per lo spavento, rilassandosi un attimo dopo quando riconobbe Elijah; era vestito ancora di tutto punto, eccezione fatta per la cravatta mancante.
“Mi ha fatto prendere un colpo, Elijah.”
“Ho visto che bighellonavi nel buio. Stai bene?”
“Sì. Cerco di fare nascere … la … bambina … Oh, cavolo!”
In quel momento Blake avvertì l’acqua bagnarle le gambe e colare sul pavimento. Elijah si affrettò a sorreggerla perché non cadesse.
“Niklaus!”
In un baleno il fratello si ritrovò nel corridoio, ora illuminato, e si precipitò dalla moglie.
“Che succede?”
“Si sono rotte le acque. Nostra figlia sta per nascere.”
Blake affondò il viso contro la spalla di Klaus, aggrappandosi a lui come un naufrago si aggrappa allo scoglio durante la tempesta.
“Portala in camera. Io chiamo le signore.” Disse Elijah dileguandosi nell’oscurità. Klaus sollevò Blake come se fosse una piuma, in fondo la super forza ritornava utile in certe situazioni. La depositò delicatamente sul letto, le sistemò tre cuscini sotto la schiena e si sedette accanto a lei. Le contrazioni erano iniziate e facevano piegare Blake in dure per il dolore.
“Io non penso di farcela, Niklaus.”
Klaus le circondò le spalle con un braccio e le accarezzò la guancia, e intanto Blake tremava dal dolore.
“Ce la farai, tesoro. Andrai alla grande.”
Hayley, Rebekah e Freya fecero irruzione nella stanza con i volti segnati dal sonno. Blake soffocò un urlo premendo il viso contro il petto di Klaus.
“Shh, va tutto bene. Resisti.”
Hayley afferrò la mano di Blake e la guardò con una dolcezza materna, solo lei poteva comprendere il suo dolore.
“Lo so che fa male, ma tra poco conoscerai la tua bambina. Fidati di me.”
Blake era un ammasso di sudore, lacrime e lamenti, però annuì con determinazione.
“Mi fido. Dov’è Elijah?!”
“Sono qui. – disse Elijah – Mi sono assicurato che Hope non si svegli con una pozione soporifera.”
Elijah si sedette alla sinistra di Blake e le strinse la mano, mentre dall’altro lato c’era Klaus.
“Che cosa ci serve?” domandò Rebekah.
“Asciugamani, una bacinella di acqua calda e una fiala del sangue di Klaus.” Rispose Hayley, quindi si legò i capelli in uno chignon improvvisato. Blake sbarrò gli occhi per l’ennesima contrazione.
“Perché il sangue di Klaus?”
“Per curare ogni tipo di lacerazione dopo la nascita. Anziché mettere i punti e stare in convalescenza, tu guarirai nel giro di due ore.”
“Il bello di aver sposato un vampiro.” Disse Klaus, e Blake rise nonostante il dolore. Si accasciò sul petto del marito respirando a fondo come aveva imparato al corso pre-parto.
“Niklaus …”
“Sono qui, tesoro. Sono qui.”
Klaus le baciò la fronte e la strinse a sé, desiderano che quel dolore sparisse subito. Aveva assistito alla nascita di Hope attaccato alla parete di una chiesa mentre Hayley subiva di tutto, ma questa volta aveva la possibilità di godersi il momento come un padre normale, eppure l’idea di quel dolore lo dilaniava anche ora.
“Sei pronta?” chiese Hayley. Alle sue spalle c’erano Rebekah e Freya, entrambe commosse dal momento. Blake non pensava che avrebbe partorito accerchiata da tutta quella gente, ma sua madre non c’era e lei voleva solo stare in compagnia della sua famiglia.
“Sono pronta … più o meno.”
“Spingi.”
Elijah strabuzzò gli occhi quando Blake gli stritolò la mano, non credeva una ragazza umana minuta avesse quella forza. Poteva scorgere l’ansia e l’eccitazione alternarsi sul viso di Klaus, ed era felice che suo fratello stesse vivendo ancora una volta una tale gioia.
“Non ce la faccio.” Biascicò Blake, la camicia da notte appiccicata al corpo dal sudore.
“Sì. – disse Klaus – Ce la fai, amore. La nostra bambina non vede l’ora di conoscere la sua fantastica mamma.”
Blake scoppiò a piangere, sorrideva e singhiozzava al tempo stesso. Klaus rafforzò la presa sulla sua mano e ne baciò ogni singola nocca.
“Guardami, io sono qui. E tra poco anche la nostra bambina sarà qui.”
“Devi solo tenere duro ancora un po’.” Le suggerì Elijah, e quasi sembrava suo padre con quella voce ferma ma farcita di tenerezza.
“Un’altra spinta, Blake. Dai!” la incoraggiò Freya. Blake fece un respiro profondo e spinse ancora, questa volta era davvero pronta.
“Ci siamo quasi!” disse Rebekah, gli occhi lucidi e la voce commossa. Qualche spinta dopo un vagito riecheggiò nella villa spezzando il silenzio della notte.
“Ecco la nuova arrivata!” annunciò Hayley con un sorriso trionfante. Blake vide un paio di lacrime scivolare lungo le guance di Klaus e seppe che la sua fatica era terminata.
Freya e Rebekah lavarono la bambina nella bacinella, la coprirono con una copertina e la affidarono alla madre. Blake scoppiò a piangere di felicità.
“Ciao, amore della mamma.”
“Come si chiama?” chiese Elijah accarezzando la guancia della nipote. Klaus baciò la testa di sua figlia e sorrise.
“Anna.”
“Benvenuta al mondo, Anna Mikaelson.” Sussurrò Blake.
 
 Un mese dopo
Uno spicchio di luna illuminava il cielo scuro di New Orleans gettando bagliori argentei sui profili dei palazzi. Blake si stava preparando per la grande serata: i Mikaelson avevano organizzato un party per presentare Anna alla città. I festeggiamenti si sarebbero tenuti nel castello di un barone nella campagna della Louisiana, a pochi chilometri dalla cittadina.
“Guarda un po’ che spettacolo.” Esordì la voce di Klaus, appoggiato allo stipite della porta. Blake indossava uno stretto tubino rosso senza spalline e con uno spacco sulla gamba destra, un ottimo acquisto consigliatole da Rebekah. Fortunatamente con il sangue di vampiro era tornata in buona salute due ore dopo il parto, e nel mese successivo si era allenata tutti i giorni con Hayley per recuperare la sua solita forma fisica.
“Sei troppo bello, Mikaelson. Immagino che tutte le donne avranno occhi solo per te.” replicò Blake sorridendo. Circondò il collo dell’ibrido con le braccia e gli diede un bacio a stampo.
“Ma io ho occhi soltanto per la mia regina.”
“Ti conviene, se non vuoi che ti strappi il cuore.”
“Sei davvero una cattiva ragazza, Blake.”
Klaus rise, sua moglie era decisamente migliorata nelle minacce. Fece scorrere le mani sulla schiena di Blake per poi stringerle i fianchi in una presa ferrea. Blake sollevò lo sguardo mordendosi le labbra tinte di rosso, al che Klaus deglutì. Lei leggeva negli occhi dell’ibrido il desiderio, era divertita dal mondo il cui l’Originale non riusciva a mascherare la sua volontà.
“Vedi qualcosa che ti interessa?”
“Assolutamente sì. – disse lui – Che ne dici di restare qui ancora un po’?”
“Abbiamo degli ospiti da intrattenere.” Disse Blake con falsa innocenza. Trasalì quando la mano di Klaus si posò sulla pelle tesa del seno sopra il cuore.
“Oh, ma io conosco un metodo sublime per intrattenere te.”
Blake sgusciò via dalle braccia del marito con una risata di scherno.
“Puoi intrattenermi con il tuo metodo sublime dopo la festa.”
Klaus rimase qualche istante a fissare la moglie che lasciava la stanza ondeggiando sui tacchi, una visione paradisiaca, doveva ammettere.
 
Elijah non riusciva a staccare gli occhi da Anna. Era così bella mentre sonnecchiava tra le sue braccia che quel momento sarebbe dovuto durare per sempre.
“Ma come sei carino nei panni di una babysitter!” esclamò Rebekah posando una mano sulla spalla del fratello.
“Beh, fa parte del mio fascino. Blake e Niklaus sono arrivati?”
“Sì, e sono bellissimi come sempre. Per quanto detesti dirlo, sono davvero una coppia perfetta.” Sbuffò la donna, i capelli biondi che svolazzavano intorno a lei come raggi solari.
“Anche noi siamo la coppia perfetta!” intervenne Freya dando una gomitata nelle costole a Rebekah.
“Sono siamo le zie sexy.”
“E io che posizione occupo?”
Elijah rimase interdetto quando vide Kol con le mani in tasca in mezzo al giardino del castello.
“Kol, come mai da queste parti?”
“Le nostre sorelle hanno un grande potere di persuasione. Inoltre, Blake mi ha convinto a conoscere la nuova arrivata. E’ lei?”
“Sì.”
Kol prese Anna fra le braccia e le baciò la manina, sembrava finta per quanto era bella.
“Ciao, Anna. Sei una piccola meraviglia.”
“Merito della madre.” Disse Klaus, che era appena entrato a braccetto con Blake.
“Fai sempre un’entrata ad effetto, fratello. Non ti smentisci mai.” Disse Kol, e porse la bambina alla madre. Anna si accoccolò contro il petto di Blake e sembrò riconoscere l’odore materno perché fece un mezzo sorriso.
“Papà!”
Klaus si voltò e per un soffio riuscì ad agguantare Hope che gli si lanciava addosso.
“Sei una spericolata, principessa.”
Hope, però, stava già ammirando la sorellina con un ampio sorriso.
“Anna è proprio piccola.”
“Ha solo un mese di vita, tra qualche anno sarà grande come te.” le disse Hayley, che già stava vicino ad Elijah.
“Che ne dite di andare a bere?” propose Rebekah, e tutti si accodarono a lei. Solo Blake e Kol rimasero in disparte.
“Marcel e Vincent hanno fatto il loro dovere?”
“Sì. Vincent ha già lanciato l’incantesimo di protezione sulle bambine e i vampiri di Marcel sono venuti con me. E’ tutto pronto, manca solo l’ospite d’onore.”
E come se Kol l’avesse invocata, Vivianne Lescheres fece il suo ingresso. I presenti si girarono a guardare la misteriosa donna vestita di nero che si incamminava verso il bar. Josh, collocato dall’altra parte del cortile, fece un cenno a Blake. Era stato lui a portare l’invito a Vivianne nella sua nuova casa, quella di fronte alla pasticceria, e lei aveva accettato volentieri.
“Che il divertimento abbia inizio!” disse Kol.
 
Klaus sarebbe svenuto se fosse stato umano. Rivedere Vivianne gli dilaniò l’animo. Elijah rimase col calice a mezz’aria e Rebekah emise un rantolo di sorpresa. La questione era la seguente: Vivianne doveva essere morta.
“Buonasera, famiglia Mikaelson.” Disse Vivianne nel tono più gentile che conoscesse. Klaus non riusciva a parlare, era come se il tempo si fosse fermato. Lei era bella come sempre, i capelli corvini e gli occhi scuri, la pelle di porcellana e le gote rosee.
“Tu non dovresti essere qui!” sbottò Rebekah, incurante dello champagne che si era versato a terra. Vivianne sorrise come solo lei sapeva fare, innocente ma intrigante al tempo stesso.
“Eppure ci sono. Blake mi ha fatto recapitare un invito ed io sono venuta per rivedere delle vecchie conoscenze.”
Klaus rivolse un’occhiataccia a Blake che, se avesse potuto, l’avrebbe incenerita.
“E’ così, Blake? Hai invitato tu questa donna?”
“Sì. – confessò Blake – L’ho invitata perché voglio sapere la verità. Quando ti ho chiesto se la conoscessi, tu mi hai mentito spudoratamente. Ogni bella donna che arriva in questa città è sempre connessa a te in qualche modo.”
“Uh, la gelosia è un’emozione corrosiva.” Disse Vivianne spostando una ciocca di capelli dal viso di Blake. La ragazza si tirò indietro indignata.
“Se mi è permesso, quello è mio marito e posso essere gelosa quanto mi pare!”
Klaus camminò in direzione di Blake con la furia che gli infiamma il corpo.
“Come hai osato tradirmi? Io ti amo e tu mi ripaghi con questo ridicolo teatrino. Oh, mi aspettavo molto di più da te.”
Tutti gli invitati stavano in silenzio, immobili ad osservare quella tragedia di famiglia che si consumava sotto il loro naso. Nessuno di loro si sarebbe perso la caduta del re di New Orleans, soprattutto quando a tradirlo era la sua regina.
“Non ti ho tradito, ti sto semplicemente dando la spinta per dirmi la verità!” ribatté Blake, la schiena dritta, gli occhi puntati in quelli del marito come a voler sostenere una sfida. Klaus le afferrò il braccio con forza e la strattonò avvicinandola a sé.
“Vuoi la verità? Io, invece, voglio il tuo cuore su un piatto di argento! Che ne dici, Blake? La verità per il tuo cuore, ci stai?”
“Niklaus, lasciala.” Ordinò Elijah, la mano sul gomito del fratello.
“Non ti immischiare, fratello. Questo è un primo litigio tra marito e moglie, che probabilmente si concluderà con la morte della moglie.”
La risata di Vivianne risuonò in tutto il castello, stridula come un vetro che va in frantumi.
“Vuoi la verità, Blake? Te la racconto io. Prego, mettiti pure comoda.”
Con uno schiocco di dita Klaus e Blake si ritrovarono bloccati su una sedia, impossibilitati a muovere un solo muscolo. Hayley aveva appena avanzato di un passo, ma Kol la trattenne per il polso. Elijah stava in mezzo a Freya e Rebekah, mentre Josh teneva Hope e Anna dietro il bancone del bar.
“Qual è la verità?” chiese Blake, una certa esasperazione colorava la sua voce. Vivianne si leccò le labbra per umettarle, prese una sedia per sé e si schiarì la gola.
“Era il 1722 quando conobbi Klaus, Elijah e Rebekah. Io ero la promessa sposa di un licantropo perché il nostro matrimonio era l’unica soluzione per risolvere la guerra tra esseri soprannaturali in città. Klaus si innamorò di me, mi fece la corte spietata per mesi e alla fine riuscì a conquistarmi. Lasciai il mio fidanzato per scappare da Klaus, ma nessun amore puro dura in eterno. Io sono per metà strega e per metà lupo, perciò New Orleans aveva bisogno di me, ma io avevo solo bisogno dell’amore. Una notte lupi e streghe assediarono la villa dei Mikaelson, ci fu un’esplosione ed io persi la vita. Te lo ricordi, Klaus?”
Klaus si agitò sulla sedia ma non poteva muoversi, quindi si limitò ad imprecare a bassa voce.
“Non potrò mai dimenticare una delle notti più brutte della mia vita.”
Blake capì allora che non si trattava di una semplice storiella d’amore giovanile, sotto c’era qualcosa di più.
“Continua. Voglio sapere tutto.”
“Come desideri. – disse Vivianne – Dopo quarantaquattro anni Klaus trovò una strega che mi riportò in vita. Fu allora che ci sposammo.”
“No! – gridò Blake – Non è vero! Questa è una menzogna!”
“Dice la verità. Io e Vivianne ci siamo sposati davvero nel ‘700, è stato il mio primo matrimonio.” Svelò Klaus, lo sguardo colpevole di chi aveva mentito. Blake sentì una lacrima bagnarle la guancia, la delusione era bruciante.
“Credevo di essere stata la prima, invece sono stata l’ennesima moglie di Klaus Mikaelson. Che stupida che sono stata!”
“Oh, piccola, non lamentarti. Devi conoscere ancora il resto.” Disse Vivianne toccando il naso di Blake con un buffetto.
“Avanti, continua! Immagino che il resto farà ancora più male.”
“E’ proprio in questo castello che io e Klaus abbiamo trascorso la prima notte di nozze. Ricordi? Fu una passione sfrenata! Facemmo l’amore sul tappeto per tutta la notte con un’intensità che mi fece quasi perdere i sensi!”
A quel punto Blake avrebbe voluto vomitare, però si costrinse a fingere indifferenza. Klaus aveva indurito la mascella, una collera mostruosa si dibatteva in lui come un secondo cuore.
“Racconti solo gli aspetti positivi, Vivianne. Dai, racconta che cosa facevi quando sei tornata in vita.”
Vivianne si oscurò in volto, per nulla soddisfatta da quell’affronto.
“Mangiavo cuori. Sì, avete capito bene: io divoravo cuori. La strega che mi aveva riportato in vita aveva fatto un incantesimo che mi aveva trasformato in un mostro perché voleva colpire i Mikaelson. Klaus ha dovuto uccidermi per spezzare l’incantesimo.”
“Ragion per cui non dovresti essere qui!” le fece notare Rebekah, le mani strette a pugno, l’espressione infuriata.
“Infatti, non sono davvero qui. Sono bloccata tra i vivi e i morti. Per tornare in vita devo mangiare il cuore di un ibrido come me. Devo mangiare il cuore di Anna Mikaelson. Sono venuta a New Orleans quando mi sono giunte voci di un matrimonio tra Klaus e una umana.”
Tra gli invitati serpeggiò stupore e paura, nessuno di loro pensava che quel party si sarebbe rivelato un infanticidio.
“Tu non avrai mai mia figlia!” gridò Blake, i capelli castani sparsi ormai in disordine sulle spalle.
“Vivianne, prendi il mio cuore e lascia stare Anna.” Disse Klaus. Vivianne, però, scoppiò a ridere.
“Prendere il tuo cuore? Ma tu sei un villano vampiro. Io ho bisogno del cuore di una strega e di un lupo. Anna è perfetta. E se non volete che io prenda lei, posso aspettare che voi concepiate un altro figlio.”
“Adesso basta. E’ evidente che tu non sei gradita. Sei pregata di andartene.” Disse Elijah avvicinando a Vivianne, ma lei lo scaraventò a terra con la magia.
“Ho sempre odiato il rispetto che nutri per la tua famiglia, Elijah. Devi capire che l’amore ti uccide.”
 “Anche la magia uccide.” Disse Freya. Pronunciò una parola liberando Klaus e Blake, che indietreggiarono subito. Vivianne fece per inseguirli ma Hayley l’aveva circondata con una polvere magica che intrappola le entità sovrannaturali.
“Beccati questo, stronzetta.”
“Come avete …? Voi lo sapevate?!”
Klaus si aggiustò i polsini della giacca e la cravatta, era giusto essere in ordine per un evento tanto speciale. Blake lo affiancò e gli mise il braccio sulla spalla.
“Sai una cosa, Vivianne? Mai sottovalutare la famiglia Mikaelson.”
“Era una messa in scena. Voi vi siete presi gioco di me!” piagnucolò Vivianne, la sua voce simile al gorgoglio di un mostro. Klaus sorrise compiaciuto.
“Ho raccontato la verità a Blake due mesi e mezzo fa dopo aver scoperto che nostra figlia è un ibrido. Insieme abbiamo condotto alcune ricerche e abbiamo capito che ti serviva il cuore di Anna per tornare completamente in vita una seconda volta. Abbiamo finto il tradimento per distrarti mentre Freya negli ultimi tempi raccoglieva le energie per un incantesimo.”
“Non sei così sveglia come credi.” Disse Blake facendo spallucce. Vivianne cadde sulle ginocchia portandosi le mani fra i capelli.
“Come puoi farmi questo, Klaus? Io sono tua moglie. Ci siamo tanto amati.”
“Non c’è nessun documento che attesti la nostra unione. Non sei mai stata davvero mia moglie, Vivianne. Eri solo un amore giovanile, uno dei tanti che hanno segnato la mia lunga vita.”
“Non puoi uccidermi. Il nostro è quel tipo di amore che dura per sempre!”
Klaus toccò la parete magica che ingabbiava Vivianne come se toccasse un vaso pregiato.
“Il mio per sempre sono Blake, Hope e Anna. Non c’è stato e non c’è spazio per nessun altro.”
“Klaus, non posso farcela ancora per molto.” Lo avvertì Freya, già bianca in volto.
“Addio, Vivianne.”
Una fiamma azzurra si avvolse intorno a Vivianne e sciolse la magia nera che la teneva legata al mondo terreno. La sua vita si spense in pochi secondi senza troppo dolore. Freya svenne tra le braccia di Elijah, e Hayley e Rebekah si assicurarono che le bambine stessero bene.
“Niklaus.”
Klaus si gettò tra le braccia di Blake inebriandosi di quel profumo che sapeva di casa.
“E’ finita, tesoro.”
 
Quando Blake varcò il cancello del castello, dovette affrontare Vincent e Marcel.
“Sul serio, Blake? Pensavo che tu fossi migliore dei Mikaelson.” La rimproverò Marcel.
“Io sono una Mikaelson, perciò forse sono terribile come loro.”
Vincent emise un verso strozzato di disgusto.
“Spiegami bene che cosa è successo perché io sono confuso.”
“Io sapevo di Vivianne, alla fine Klaus ha ceduto e mi ha detto tutto. Insieme abbiamo deciso di chiedere il vostro aiuto. Non sapevamo se Vivianne avrebbe portato rinforzi, ecco perché ci servivano i vampiri di Marcel. E Freya non poteva proteggere le bambine perché ha esaurito le forze per eliminare Vivianne, per questo serviva Vincent. L’unico modo che avevamo per convincervi era simulare un tradimento da parte mia.”
“Io ero al corrente.” Disse Kol, che era apparso alle spalle di Blake in silenzio. Vincent si batté una mano sulla fronte nel totale sconforto.
“Dovevo immaginare che voi due foste dalla parte dai Mikaelson. Pensavo fossimo amici, Kol, e invece fai pena come i tuoi fratelli. Tu, Blake, non smentisci mai il tuo essere viscida come un verme.”
“Lo so. – disse Blake – Ma almeno Anna è al sicuro. Mi dispiace aver approfittato di voi, ma non c’era altra via per salvare la mia bambina.”
Marcel sembrava stranamente tranquillo, non v’era traccia di offesa nel suo sguardo.
“Avevo la sensazione che fosse una messa in scena, ma ho accettato lo stesso. Una volta una persona mi ha detto che in fondo Anna è anche un po’ mia sorella.”
Blake annuì e abbozzò un sorriso. Kol le passò un braccio intorno al collo, poi si avviarono insieme verso casa. Era stata una serata fin troppo movimentata.
 
Blake cullava Anna e le canticchiava una vecchia filastrocca che sua madre era solita cantarle per farla addormentare. Nel buio e nel silenzio della stanza, poteva godersi un momento di pace.
“Si è addormentata?”
Klaus entrò in camera facendo attenzione a non interrompere quel magico legame tra mamma e figlia. Aveva da poco accompagnato Hope a casa e ora voleva solo riposarsi.
“Sì. – rispose Blake – E’ così bella.”
L’ibrido si distese accanto a loro e accarezzò la guancia paffuta di Anna, che sorrise nel sonno.
“E’ così innocente. Lei e Hope sono la parte migliore dei Mikaelson, la luce in mille anni di oscurità.”
“La luce splende per tutti.”
“Blake, ascolta. Mi dispiace di non averti raccontato subito di Vivianne. Ero convinto di potermela cavare da solo, di poterla cacciare senza metterti in mezzo. Sono stato uno sciocco.”
Blake gli passò un dito sotto il mento e gli sorrise, era stanca di essere arrabbiata.
“Non importa. Io lo so che hai amato molte donne nella tua vita, so di non essere la prima, so di non avere l’esclusiva con te. E’ una cosa con cui ho imparato a convivere. L’amore è multiforme, Niklaus, ed è bello che tu l’abbia sperimentato tante volte.”
Klaus le baciò il polso annusando il sangue che scorreva nelle vene.
“Cosa ho fatto per meritare una personale eccezionale come te? Sei un vero dono, il più grande che l’universo potesse farmi.”
“Sono la Mary Poppins della famiglia Mikaelson, il vento mi ha portato da voi quando ne avevate bisogno.” Scherzò Blake.
Klaus posò la testa sulla spalla della moglie lasciandosi consolare dal suo profumo; Blake sapeva di speranza, amore, di casa.
“Quello con Vivianne non era un matrimonio ufficiale, sappilo. Nel ‘700 ero perlopiù ubriaco e combinavo disastri per dar fastidio a Elijah e Rebekah.”
“Tu continui a combinare disastri, Niklaus.”
“E’ vero.”
Risero nella consapevolezza che certe cose – purtroppo – non sarebbero mai cambiate. Blake si accorse che Anna era nel pieno del sonno, così la sistemò nella culla e la coprì con un lenzuolo. Era talmente innocente da far credere che il mondo fosse un bel posto.
“Ci saranno sempre nemici da affrontare.”
“Già. – confermò Klaus – E’ una guerra perpetua. Però io ti prometto che nostra figlia sarà sempre al sicuro, non importa quello che dovrò fare pur di proteggerla.”
“Lo so, ma spero per il bene della mia sanità mentale che tu non debba uccidere nessuno.”
Klaus l’abbracciò da dietro facendo poi intrecciare le loro dita, e intanto guardavano la loro bambina dormire beatamente.
“Sei sposata con me, quindi la sanità mentale è un dato assai relativo.”
La risata di Blake vibrò attraverso il petto dell’ibrido, che rise con lei d’istinto.
“Su questo hai ragione.”
Klaus notò che il sorriso della ragazza si era affievolito, c’era qualcosa che la intristiva.
“Qualcosa non va? Sembri triste.” Disse baciandole la spalla scoperta.
“Quante altre donne pericolose ci sono del tuo passato? Nel giro di pochi mesi abbiamo avuto a che fare con Miranda e con Vivianne.”
Klaus fece un passo indietro e si sbottò la giacca, sembrava che nella stanza mancasse l’aria d’improvviso.
“Ci sono state molte donne, alcune più importanti e altre meno importanti, ma non so dirti quali siano ancora vive e quanto possano essere pericolose.”
“Quindi devo preoccuparmi della maggior parte delle donne di questo mondo.” Concluse Blake, che si stava sfilando le scarpe e gli accessori.
“Non ne ho idea! Non controllo tutte le donne con cui sono stato!”
Klaus lasciò la camera da letto stizzito e andò in cucina per versarsi da bere, nella speranza di placare i nervi. Blake lo raggiunse, scalza, con i capelli sciolti e l’espressione severa.
“Ascoltami bene, Nik …”
“No! – la interruppe Klaus – Ascoltami tu bene: non ho la risposta a tutte le tue domande. Sono in vita da più di mille anni, sono stato con tante di quelle donne che molte neanche me le ricordo!”
“Va bene.”
Le dita di Klaus si serrarono intorno al bicchiere tanto da far sbiancare le nocche. L’atteggiamento di Blake quando era infastidita lo faceva innervosire.
“Dove stai andando? Vieni qui.”
“Me ne vado a letto perché non ho voglia di litigare.”
L’Originale le tagliò la strada agguantandola per il braccio e facendola voltare. Lei cercò di svincolarsi ma la mano dell’ibrido sembrava una morsa di acciaio.
“Non vai da nessuna parte, Blake.”
“Lasciami.”
“No.”
“Non lo ripeterò ancora: lasciami.”
“No.”
“Niklaus …”
Il cuore di Blake rimbombava nelle orecchie di Klaus, era adirata come poche volte.
“Tu puoi ripetere il mio nome solo se stiamo facendo l’amore, tesoro.”
“Lasciami subito.”
Blake sussultò quando Niklaus l’attirò a sé cingendole la vita con un braccio. Un attimo dopo si stavano baciando in modo disperato. Era un bacio violento fatto di morsi e di ansimi, l’unica via per scacciare la tensione che si era venuta a creare. Quando si separarono, Klaus l’abbracciò stretta fino a sentire ogni curva del corpo di Blake.
“Perdonami, amore.”
Blake lo abbracciò a sua volta baciandogli la guancia.
“Scusami tu. Ho davvero esagerato. Lo so che non puoi prevedere quali siano le possibili donne pericolose del tuo passato, non le puoi certo controllare. E’ solo che ho paura per nostra figlia.”
Klaus si scostò per guardarla in faccia, e le accarezzò le guance con i pollici.
“Ed è giusto essere preoccupati per la propria bambina. Ti giuro che farò una lista di quelle donne e che controllerò le loro vite in modo da essere sicuri che non siano una minaccia. Farò il possibile per la nostra famiglia. Tu, Hope e Anna siete la mia vita e non permetterò a nessuno di farvi soffrire. Io vi amo.”
“Anche noi ti amiamo.”
Stavano per baciarsi di nuovo quando Anna si mise a piangere.
“E questa è tua figlia che ha fame.” Disse Blake con un sorriso.
“Che dire, il seno della mamma è prezioso!”
“Non riesco a capire se tu sia serio oppure se sia una delle tue solite battutine.”
Klaus buttò giù un sorso di bourbon e sorrise felino.
“E’ una delle mie solite battutine, tesoro.”
Blake rise, una vera risata dopo quella serata movimentata.
“Sei un vero idiota, Mikaelson.”
“Ed è anche per questo che mi ami!” disse lui afferrandola per mano e accompagnandola in camera da letto. Blake gli diede uno strattone per poi coinvolgerlo in un bacio pieno di passione.
“Assolutamente sì.”
Klaus scese a baciarle il collo mentre le sue mani si infilavano sotto il vestito.
“Adesso ci prendiamo cura di nostra figlia, e poi io ti faccio dimenticare questa brutta serata con un metodo infallibile.”
“Ah, sì?”
Blake fu scossa dai brividi quando le labbra di Klaus le sfiorarono il lobo dell’orecchio.
“Fidati, signora Mikaelson, che questa diventerà una delle notti migliori della tua vita.”
 
Salve a tutti!
Blake non ha davvero tradito Niklaus, anche questa volta la famiglia ha prevalso.
Non ho raccontato per filo e per segno chi è Vivianne perché, nel caso voleste approfondire, potete leggere i libri.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima.
Un bacio.

 
  
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