Libri > Le Cronache di Narnia
Ricorda la storia  |      
Autore: memi    29/07/2009    14 recensioni
Se n’era andata, alla fine.
A testa alta. Il sorriso incerto impresso sulle labbra rubino. Il passo lento e aggraziato – il passo di una regina -.
Era semplicemente scivolata via, leggiadra e silenziosa quasi stesse praticando una danza antica che sapeva già del retrogusto amarognolo dei ricordi, senza voltarsi ad osservare – nemmeno per un minuto, né per un istante o attimo effimero di vita – ciò che si stava lasciando indietro.

Legata al film "Le cronache di Narnia: il principe Caspian".
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando.”

(silenzio)

“Che sia troppo tardi, madame.”

[Oceano mare – Alessandro Baricco]

 

 

 

Attraverso il varco

 

 

Se n’era andata, alla fine.

A testa alta. Il sorriso incerto impresso sulle labbra rubino. Il passo lento e aggraziato – il passo di una regina -.

Era semplicemente scivolata via, leggiadra e silenziosa quasi stesse praticando una danza antica che sapeva già del retrogusto amarognolo dei ricordi, senza voltarsi ad osservare – nemmeno per un minuto, né per un istante o attimo effimero di vita – ciò che si stava lasciando indietro.

 

Per sempre.

Se lo lascia alle spalle per sempre.

 

Ma era giusto così, dopotutto. Lei aveva una vita appena oltre il varco. Lì dietro, invisibile ad occhi inesperti come i suoi – ad occhi che avevano sempre avuto paura di schiudersi -, c’era un mondo che attendeva di essere scoperto, giorno dopo giorno, ora dopo ora. Così come sarebbe dovuto essere, perché lei non apparteneva al suo mondo. Anche se, sembrava perfetta per lui.

E poi...

Non avrebbe funzionato, comunque.

...No?

Se assaggiava le proprie labbra, con la lingua, poteva ancora sentire il sapore dolce della sua bocca – bocca che era stata sua e sua soltanto, anche se per poco, troppo, troppo poco – e illudersi di stringerla ancora tra le braccia, di affondare nel suo morbido collo, di respirare il profumo selvatico dei suoi capelli...

“Re Caspian, sire, vi sentite bene?”

Avrebbe voluto buttarlo giù quel varco di pietre incorporee solo per rivedere i suoi occhi ancora un’ultima volta. Un’altra sola e poi basta. Sarebbe bastata, davvero.

 

Non basterà.

Lo sai.

Non basterà mai.

 

“Re Caspian...”

Ma come poteva un Re esistere senza la sua Regina?

L’aria. L’aria si era rarefatta. Era irrespirabile. Dov’era la sua aria? Lì, attraversando il varco...

“Susan.”

Anche il suo nome era dolce. Come le sue labbra. I suoi occhi. I suoi capelli. La sua pelle. Il suo profumo.

Se n’era andata veramente, alla fine.

 

 

≈♦≈♦≈♦≈

 

 

Peter camminava risoluto davanti a lei, lasciandosi guidare da Edmund per una volta – era cresciuto Peter, era proprio cresciuto -.

Dietro di lei poteva sentire il respiro pesante di Lucy e solo immaginare il velo sottile di lacrime depositatosi dinanzi ai suoi occhi sgranati.

Si morse il labbro per impedire alle parole di venire fuori da sole.

 

Ecco, sai, non dovresti piangere Lucy.

Tu hai la fortuna di poter tornare.

Tu puoi essere piccola ancora, Lucy.

 

Passare attraverso il varco aveva cancellato ogni speranza. Era la linea netta del non ritorno, la stessa che separava Narnia – lui – dal mondo caotico e fumoso di Londra – lei -. Il confine che le sue gambe non avrebbero mai più potuto valicare, perché c’era un tempo per tutto e lei, il suo, l’aveva gettato in mille inutili tentennamenti.

“Forse lui...

Magari io...

E comunque non è detto che...”

Ma Aslan aveva ragione. Lui aveva sempre ragione. E dopotutto, se lo avesse baciato prima, non avrebbe davvero più saputo farne a meno. Perciò, dunque, andava bene così. Era meglio così. Lei a Londra, lui a Narnia. Era giusto, giusto, giusto.

Doveva solo guardare avanti a sé e dimenticare ogni cosa – Narnia, Aslan, lui -. Doveva crescere. Cre-sce-re.

 

“Tu non vieni, Phillis?”

Era il ragazzo con gli occhiali. Quello che aveva incontrato davanti all’edicolante qualche ore prima – o forse erano giorni, mesi, anni -. La guardava incuriosito dal treno, ma lei non poteva notarlo perché si era già voltata a recuperare le sue valigie, come i suoi fratelli.

E fu allora che lo vide, il punto in cui tutto era finito – finito in un mondo, iniziato in un altro -. Durò solo una frazione di secondo, quasi impercettibile. Un’occhiata fugace, veloce come il treno alle sue spalle. Ma già non c’era più niente e il varco era ormai solo un ricordo – ma era esistito sul serio, in fondo? -.

 

Non verrà, Susan.

Il tempo è finito.

Cresci, adesso.

 

Affondò la mano nella maniglia e, con una determinazione che non le apparteneva davvero, si affrettò a salire sul treno.

Peter la fissava. Edmund cercava qualcosa nella borsa. Lucy pensava, pensava e basta.

Non aveva importanza, comunque. Era tutto finito. Era finito definitivamente stavolta.

E quando tutto finisce, non si torna indietro.

“Susan.”

 

Si voltò e il cuore dovette mancare una decina di battiti perché non lo sentiva più.

È tutto un sogno – le diceva una voce interiore – è solo un sogno.

Ma quando l’ombra di lui si avvicinò e le sue mani poterono sfiorare la giacca sdrucita – dove l’aveva presa? – e i suoi occhi cibarsi del suo viso sereno, la realtà la invase con prepotenza.

“Caspian...”

Lui era lì. Era lì seriamente. E Susan lo sapeva, cielo!, che era lì solo per lei.

E gli sguardi perplessi del ragazzo con gli occhiali, e quelli colpiti dei suoi fratelli, e la gente, e il treno che partiva, e il tempo...scivolavano, scivolavano via mentre lei affondava il viso nel suo petto – ancora, grazie a Dio, ancora e ancora! – e lui le cingeva la schiena con le braccia – reali, braccia reali -.

“Lo sai.” Le sussurrò in un sorriso felice nell’orecchio. “Mi devi altri milletrecento anni, Susan.”

Milletrecento anni più tutta se stessa.

“Ti devo un sacco di tempo, allora.”

 

 

The end

 

≈♦≈♦≈♦≈

 

 

Ecco, non so bene da dove sia uscita. Fatto sta che quando ho visto il film e la scena del bacio, l’idea mi è balenata alla testa come una saetta. Semplicemente non potevo lasciar morire l’emozione che mi ha dato l’ultima scena e, perciò, per forza di cose ho dovuto stenderla nero su bianco.

Fino al penultimo spezzone segue del tutto il film, ma poi non ce l’ho fatta a far morire così questa coppia.

Per me, Caspian si tuffa nel varco per raggiungere Susan, nonostante tutto.

Spero che mi lascerete un commentino, così. Giusto per capire se non ho fatto troppi pasticci a maneggiare questi personaggi. Alla prossima, spero!

Baci.

 

Memi J

 

 

  
Leggi le 14 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Le Cronache di Narnia / Vai alla pagina dell'autore: memi