-Forza Vegeta, distruggi quel ficcanaso-
La voce del mago Babidi risuonava fastidiosamente nella testa di Vegeta, riempiendogli la mente e cercando di soggiogarlo.
Goku guardava il suo avversario con sguardo attento e in posizione di difesa.
Manjin Vegeta si coprì il viso e si piegò su di sé aggrappandosi ad un ricordo in particolare.

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La mano gelida di Frieza era premuta sul suo collo, impedendogli di respirare. La forza bruta che il tiranno gli stava mostrando lo buttò giù di morale: voleva davvero vedere quanto fosse potente e temibile ma mai si sarebbe immaginato una tale furia omicida. Vegeta boccheggiava e graffiava il braccio del suo padrone, in un disperato tentativo di fargli allentare la presa. Il suo mentore lo guardava quasi deluso.
-Cosa c’è, Vegeta? Ti stai arrendendo?-
Sussurrò con tono accusatorio. Vegeta digrignò i denti e ringhiando, i piedi che non toccavano il pavimento lo facevano sentire perso.
-Non ti permetto di gettare la spugna-
Le sue dita si allentarono di poco vedendo il viso abbronzato del principe passare da un colorito rosso ad un pallido spettrale. Lo strattonò per fare in modo che si riprendesse. Voleva che ascoltasse quello che aveva da dire.
-Da uno come te mi aspetto molto. Non tollero che ti arrendi. Un guerriero non si arrende. Mai-
Il giovane principe lo guardò con occhi liquidi e aprì la bocca.
-…tu… detto che… ugh… uno sch… schiavo…-
L’imperatore lo lasciò cadere ai suoi piedi, rivoli di saliva caddero dalla bocca del piccolo depositandosi sul pavimento della palestra mentre riempiva i polmoni di aria.
-Che cosa hai detto?- domandò Frieza con voce gelida, guardandolo dall’alto in basso, ma aspettando pazientemente che l’altro riprendesse colore in volto.
Vegeta respirò ancora e incontrò le sue iridi rosse e fiammeggianti.
-Sei stato tu a… a dire che sono solo uno schiavo. E ora… mi giudichi guerriero?-
Parlava a scatti cercando di riprendere fiato ma non fece in tempo a fare qualche respiro più profondo che Frieza si inginocchiò di fronte a lui e gli prese il mento tra le dita, baciandolo sulle labbra, mordendole e succhiandole e, nonostante il respiro affannoso, il sayian ricambiò il gesto con foga
-Prima di essere uno schiavo sei un guerriero, Vegeta- riprese Frieza, tenendo gli occhi fissi su di lui.
-Sei un guerriero orgoglioso, un guerriero che non sarà mai pienamente mio schiavo. Lo vedo sai? Vedo con che occhi mi guardi, con quanta invidia e quanto astio. Non sei fatto per eseguire degli ordini, non sarai mai schiavo di nessuno, con la testa che hai-
Le mani di Vegeta diedero una forte spinta sul petto dell’uomo e lo buttò per terra, sovrastandolo mettendosi a cavalcioni su di lui e puntandogli un dito alla gola, generando un raggio laser pronto a colpirlo.
-No, hai ragione. Io non sono un tuo sottoposto, non lo sarò mai…- sibilò a pochi centimetri dal suo viso, mentre con la mano libera gli afferrava un polso, bloccandolo contro il pavimento gelido.
Vide labbra nere curvarsi in un ghigno soddisfatto.
-Sei un guerriero, Vegeta- gli disse ancora.
“È la forza che hai che mi fa impazzire”
-Tieni bene a mente chi sei- gli premette un dito contro la fronte spaziosa coperta da una frangetta sfatta, intravedendo la coda scimmiesca agitarsi dietro di lui.
-Ricorda chi sei-

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-Hai capito?! È un ordine! Devi obbedire!- urlò Babidi ancora una volta e Vegeta sorrise.
-Sta zitto!- gli rispose.
Un guerriero che non sarà mai schiavo.