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Autore: The Edge    15/09/2019    0 recensioni
Sospiri.
E scendi dal ponte della ferrovia, le vertigini fanno il loro effetto, la testa gira, ma ti aggrappi e cerchi di non cadere: traballi, ma passo dopo passo, riprendi stabilità e t’incammini verso casa.
Sai bene che non starai bene a breve, ma farai del tuo meglio.
Ci provi.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sorriso che stira le tue labbra è triste, così come i tuoi occhi, sono spenti, vacui, senza espressione.
Ti senti così pieno di vuoto che ti fa quasi male, pensare a quello che stai passando in questo periodo.

Aprire gli occhi alla mattina e realizzare che ti aspetta un’altra giornata da affrontare ti fa sospirare, perché non hai voglia di fingere, ancora.
Vorresti solo stare a letto, con gli occhi chiusi, ignorando la vita là fuori. Quest’impotenza ti fa soffrire, non sei mai stato una persona che si arrende davanti alle difficoltà, questo tuo comportamento ti mette in difficoltà, non sai come gestirti, come superare tutto.
Oggi sei stanco, così come lo eri ieri e i giorni precedenti.
Sei stanco di portare avanti la tua vita, troppe responsabilità, troppi pensieri, troppo di tutto.
Sei riuscito ad andare avanti per inerzia, ignorando –quando possibile- la negatività che cercava di abbatterti, ti credevi forte abbastanza per ingannare te stesso e fingere di essere felice.
Questa tattica ha funzionato, per un tempo relativamente breve, ma ora non più. Ora la situazione è apparentemente ingestibile, sei cosciente del fatto che tutto passa, prima o poi.
La luce in fondo al tunnel c’è sempre, è una certezza. L’unico problema è trovare quella luce, superare il percorso ad ostacoli che ti separa dal tuo obiettivo.
Vorresti piangere, sciogliere quel macigno di negatività che ti schiaccia ogni mattina quando apri gli occhi, ma hai gli occhi solo un po’ umidi, non piangi come si deve da parecchio tempo.
Un sorriso ti increspa le labbra, nasce timido, quando ripensi alla vecchia fotografia che hai trovato qualche giorno fa: un piccolo te che sorride, felice e sereno, dall’alto dei grandiosi quattro anni.
Provi invidia per un poco la gioia che il piccolo te emana: quell’innocenza l’hai persa da tempo e sai per certo che non provi quella stessa felicità da una vita, pur essendo giovane e, stando a tutti quelli che ti conoscono, pieno di vita.
Il piccolo te ti sorride e non ti giudica, forse anche lui sa che non è tutto rosa e fiori, ti sorride e cerca di infonderti un briciolo di serenità, come a dirti che non sei solo, che il tuo passato c’è sempre, che ti fa da scudo e ti ricorda che, effettivamente, di periodi bui ne hai già superati e che anche questo passerà.
Il polso destro comincia a prudere, a testimonianza di quella che è la realtà. Hai superato quello, puoi superare tutto, ne sei cosciente. Tutto quello che ti manca al momento è una spalla su cui piangere, delle braccia che ti stringano e una voce che ti dica che tutto va bene.
Forse è proprio quello che manca nella tua vita, perché hai sempre superato tutto da solo e ti manca avere qualcuno accanto, che ti risollevi quando la luce si spegne e la disperazione banchetta avida e golosa con la tua anima tormentata.
Una mano che stringa la tua, una stretta veloce ma forte, carica di significato.
Tuttavia, nulla di tutto questo è possibile, al momento.
In questo momento puoi solo contare su te stesso. Devi solo ignorare la negatività, i pensieri intrusivi e cercare di pensare che, forse, la vita è bella e non ne vale la pena ammazzarsi.
Le cicatrici sparse sul tuo avambraccio sono un costante promemoria del fatto che il dolore superfluo non porta a nessuna soluzione. Ti sei già odiato abbastanza per una vita intera, ora basta.


Sospiri.
E scendi dal ponte della ferrovia, le vertigini fanno il loro effetto, la testa gira, ma ti aggrappi e cerchi di non cadere: traballi, ma passo dopo passo, riprendi stabilità e t’incammini verso casa.
Sai bene che non starai bene a breve, ma farai del tuo meglio.
Ci provi.
 
Piangi.
Ti senti meglio.
 


Angolo autrice:
Erano anni che non pubblicavo nulla, ma oggi le dita hanno cominciato a prudere.
  
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