Lo schermo si spense e la porta della stanza si spalancò.

Gabriele non sapeva che cosa fare.

Si sentiva la testa vuota e sotto i suoi occhi c’erano due enormi e orribili occhiaie. I suoi vestiti grigi ed eleganti avevano un aspetto trasandato e le scarpe erano piene di buchi. E i suoi capelli sempre perfetti… ricordavano un topo morto.

- Gabriele? Gabriele, mi senti?

Era la voce di Michele, ma Gabriele non riusciva a riconoscerla.

L’angelo avanzò verso la porta aperta e offrì la sua mano all’arcangelo.

- Gabriele…

La sua voce era rassicurante, fu l’unica cosa che convinse Gabriele ad uscire.

- Come ti senti, capo? Sono duecento anni che non abbiamo notizie di te!- chiese Michele.

Gabriele si guardò intorno. Era nel Quartiere Generale del Paradiso, come sempre, ma non lo riconosceva più.

- Gabriele?- lo chiamò ancora Michele, ma lui non l’ascoltò. Si mise a correre, diretto verso i muri di vetro, poi girò su di sé e… si mise a cantare.

- La musica va
per le valli in fiore
e canta il mio cuor la parola amor

La musica va
attraverso il cielo
e un angelo la canterà per me

Michele si spaventò. Pur sapendo della passione di Gabriele per il musical Tutti insieme appassionatamente, non lo aveva mai sentito cantare le canzoni, si limitava a citarle qualche volta.

- Gabriele, ma che cosa fai?

Finita la canzone, Gabriele si avvicinò a Michele e la invitò a ballare con lui mentre cantava Edelweiss.

- Gabriele, per l’amor del cielo, lasciami!- gridò lei disperata, ma l’arcangelo era come immerso nel suo mondo posizionato sulle sette note.

Inutile fu l’intervento degli altri angeli. Non bastava neanche schioccare le dita per far stare Gabriele zitto e fermo. Più ci provavano, più lui li incitava a cantare e ballare con lui Addio, Ciao Ciao, Auf Wiedersehen, Goodbye, Odelei, Do Re Mi e Le cose che piacciono a me. Erano a tanto così dal chiedere aiuto a Belzebù.

Aziraphale, seduto sul divano della sua libreria e intento a leggere il cinquantesimo libro di Harry Potter, tese le orecchie. Poi scoppiò a ridere.

- Che hai da ridere, angelo?- gli chiese Crowley sdraiato sulle sue gambe intento a giocare con il suo IPhone 4000.

- Oh, niente, caro, solo una parte divertente della storia.

Hai visto, Dio? Il tuo segreto è al sicuro con me, pensò tra sé e sé e tornò a leggere.