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Autore: BeautyLovegood    19/09/2019    5 recensioni
Dedicata soprattutto ad EcateC e ad un'altra persona speciale!
Con un piccolissimo riferimento a Ghost Whisperer!
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Novembre, il mese più triste dell’anno 1991.

Al Kensal Green Cemetery, dentro il West London Crematorium, trentasei persone stavano dando il loro ultimo saluto a Freddie Mercury. Mentre un sacerdote zoroastriano celebrava il funerale, Crowley, nascosto in un angolo buio, fissava dietro le lenti scure dei suoi occhiali la tomba di Freddie, cercando di non farsi notare da nessuno, nemmeno da David Bowie, Michael Jackson ed Elton John, non era il momento giusto per salutare i vecchi amici, tranne uno. O due.

- Mi dispiace tanto…

Crowley girò il capo verso quella voce bassa e sincera. Aziraphale aveva uno sguardo triste e si era vestito di nero per l’occasione.

Crowley lo trascinò nel suo angolo buio e lo afferrò per la giacca.

- Che cosa ci fai qui?- disse a voce bassa e a denti stretti fissando Aziraphale.

- Se pensi che sia stato io a provocare la morte di…

Aziraphale lo interruppe con un abbraccio che lasciò il demone senza parole. Le sue lacrime già scese sulle guance per Freddie aumentarono.

- So che non lo faresti mai ad una persona a cui tieni… sono venuto solo per starti vicino. E poi… l’ho promesso a Freddie.- disse Aziraphale dopo essersi staccato.

Dopo aver saputo della morte di Freddie dalla radio della sua Bentley, Crowley non aveva pensato neanche per un secondo che il suo idolo fosse finito all’Inferno. Se così fosse stato, Hastur e Ligur lo avrebbero informato che una rockstar li aveva raggiunti dopo aver passato gli ultimi anni della sua vita a soffrire per l’AIDS. Data la sua grande ammirazione per Freddie, Crowley non avrebbe permesso di lasciarlo marcire per sempre all’Inferno che conosceva lui. Lo faceva stare meglio sapere che era andato in Paradiso, ma non lo avrebbe mai detto a nessuno, nemmeno all’angelo che amava.

I due rimasero nell’angolo buio e in silenzio per tutto il resto del funerale. Crowley non riusciva a smettere di versare lacrime silenziose, neanche quando Aziraphale gli aveva preso la mano per confortarlo. Quando arrivò il momento della cremazione, Crowley rischiava di impazzire dalla tristezza e Aziraphale era “allergico” al fuoco, così trascinò il suo amico fuori dal cimitero e lo accompagnò alla Bentley.

- Questa volta posso dirti… grazie?- chiese Crowley dopo essersi tolto gli occhiali.

- Figurati…- disse Aziraphale e asciugò le lacrime del suo amico con un fazzoletto di stoffa bianca.

- Puoi… puoi stare ancora un po’ con me, angelo? Per favore?

Crowley sapeva essere almeno un po’ gentile solo con Aziraphale, senza perdere il suo atteggiamento demoniaco, ma il dolore per la perdita del suo idolo lo rendeva troppo debole per essere se stesso. O almeno così credeva.

- Possiamo stare insieme tutto il giorno… se vuoi, caro…

E così fu.

Fecero un lungo e tranquillo giro con la Bentley (Crowley era talmente triste da guidare come un essere umano) con l’impianto stereo spento, camminarono per St. James’s Park tenendosi per mano ma senza parlare e poi si chiusero nell’appartamento del demone per bere numerose bottiglie di vino rosso. Aziraphale non era in vena di alcool, ma preferì non unire la rabbia con la tristezza del suo amico.

Crowley riempì fino all’orlo il suo bicchiere e versò il resto in quello dell’angelo.

- Vorrei fare un brindisi…- disse dopo essersi asciugato con il dorso della mano le ultime lacrime versate e alzò il suo bicchiere all’altezza del suo mento.

- Ammetto di aver sempre avuto poco tempo per conoscere Freddie quando non era impegnato a incantare il Mondo con la sua voce e le sue dita, ma ti posso giurare, angelo, che io non c’entro niente con il male che ha iniziato a divorarlo nove anni fa… al contrario, avrei voluto farlo sparire, ma un demone non può finire il compito di un altro demone!

Aziraphale gli fece un piccolo sorriso per fargli capire che gli credeva.

- E comunque… quelle poche volte che l’ho incontrato… avrei potuto fare certe cose con lui… ma non l’ho mai fatto… non perché non fossi attratto da lui… era molto carino, mi piacevano persino i suoi strani denti… ma perché…

Crowley abbassò il bicchiere e si avvicinò ad Aziraphale guardandolo negli occhi.

- … non era con lui che volevo conoscere quella… pazza cosetta chiamata… amore.

Aziraphale sussultò colpito.

- Quando lui se ne rese conto… mi regalò una performance di… Love of my life… la cantò solo per me mentre guardavamo il cielo stellato insieme da una camera d’albergo. Sarebbe stato un momento perfetto se ci fosse stato anche… un certo angelo.

Aziraphale non poté fare a meno di versare una lacrima.

- Possiamo ancora rimediare… ma non dovrai dire niente, né adesso e neanche in futuro riguardo a stanotte. Mi fido di te, Crowley.- disse facendo sparire i bicchieri con uno schiocco.

- Che cosa stai dicendo, angelo?

 

- Love of my life, you've hurt me

 

Crowley si voltò di scatto, pronto a spegnere la musica, ma non era il suo stereo a diffonderla. Era Freddie Mercury in persona. O per la precisione… era il suo spirito. Indossava una veste bianca candida e sul suo volto trasparente non c’era più alcun segno della malattia che lo aveva prosciugato fino a spegnerlo per sempre due giorni prima.

 

- You've broken my heart and now you leave me
Love of my life, can't you see?

 

La sua voce era rimasta la stessa, angelica, delicata ma allo stesso tempo potente.

Aziraphale fece l’occhiolino a Freddie e prese per mano Crowley, ricordandogli con un dito posato sulle sue labbra di non parlare e di limitarsi ad ascoltare per l’ultima volta dal vivo il suo idolo.

 

- Bring it back, bring it back
Don't take it away from me, because you don't know
What it means to me

Love of my life, don't leave me
You've stolen my love, you now desert me
Love of my life, can't you see?
Bring it back, bring it back (back)
Don't take it away from me
Because you don't know
What it means to me

Gli occhi serpentini di Crowley sembravano due piccole cascate, non sarebbe bastata un’intera scatola di fazzoletti per asciugarli.

- You will remember
When this is blown over
Everything's all by the way
When I grow older
I will be there at your side to remind you
How I still love you (I still love you)

Freddie sorrise a Crowley e con un lieve cenno della testa indicò Aziraphale. Il rosso e commosso demone non riusciva ad interpretare il suo gesto, tranne che era positivo.

- Oh, hurry back, hurry back
Don't take it away from me
Because you don't know what it means to me
Love of my life
Love of my life

 

Crowley non aveva la forza di applaudire e neanche di urlare Bravo per paura di mettere nei pasticci Aziraphale, così si limitò a ringraziare Freddie con un sorriso commosso.

Lui si rivolse all’angelo, ma Crowley non poté sentire quello che gli stava dicendo.

- Glielo dirò al momento giusto, stanne certo.- disse Aziraphale e Freddie scomparì.

Il demone aveva perso la voglia di bere, ma il suo amico fece riapparire lo stesso i bicchieri con uno schiocco e gliene porse uno.

- A Freddie…

- A… a Freddie…

 

2019

 

- Cin cin… al Mondo!

- Al Mondo!

Crowley pensò che quello fosse il secondo miglior brindisi condiviso con Aziraphale, dopo quello avvenuto ventotto anni prima nel suo appartamento. Portava sempre nel suo cuore di demone la voce di Freddie ascoltata dal vivo per la prima ed unicaa volta insieme al suo amico. Si era arrabbiato con se stesso tante volte per non aver mai invitato Aziraphale ai concerti dei Queen, neanche a quello del Live Aid del 1985, che sicuramente avrebbe apprezzato dato che era stato organizzato per una buona causa, ma dopo quella bellissima sorpresa da parte sua, aveva dimenticato tutte le volte che si era guardato allo specchio chiamandosi a parolacce per non aver avuto coraggio a sufficienza. Mentre Freddie cantava, aveva capito che l’angelo ricambiava i suoi sentimenti, ma neanche lui aveva la forza di ammetterlo e così aveva chiesto aiuto all’unica persona in grado di aiutarlo. Nessuno in seimila anni aveva mai fatto una cosa così profonda, romantica, ma anche rischiosa, per lui.

Nonostante non avesse mai detto “Prometto che questa notte sarà il nostro piccolo grande segreto”, aveva mantenuto la parola.

Fino a quel momento.

- Angelo?

- Sì?

- Io… ti sono grato per…

- Per che cosa, Crowley?

Crowley lo guardò intensamente.

- … per non aver rovinato la mia giacca quando ti sei buttato nella vasca di acqua santa.

Aziraphale sorrise.

- Era il minimo dopo la macchia di vernice blu che hai tolto dalla mia giacca, caro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spero di non aver mancato di rispetto a nessuno con questa storia! Dedicata soprattutto ad EcateC!

A presto!

  
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