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Autore: Angels4ever    20/09/2019    0 recensioni
[Storia partecipante al contest "Le sei mogli di Enrico VIII" indetto da GiuniaPalma sul forum di EFP]
Fanfiction ambientata dopo i fatti avvenuti in "The spanish princess".
DAL TESTO:
"Il matrimonio con Catherine D'Aragona sarà la fine per la dinastia Tudor. Non darà figli maschi."
Sua madre ne era convinta.
Sua nonna ne era convinta.
Eppure Catherine era tranquilla, rilassata, sfoggiava il suo ventre gonfio rilucendo di meraviglia. Non l'aveva mai vista così bella. E lei era l'unica ad essere convinta che fosse un maschio.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Margaret Beaufort, Margaret Pole / Margaret of York, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto per l'Inghilterra

 

 

 

Catherine si era accorta che qualcosa era cambiato nel suo re da mesi ormai.
Non la guardava più come un tempo; non la sfiorava più con quella passione che aveva caratterizzato le prime notti del loro avventato matrimonio.
Più passava il tempo e più la nuova regina d'Inghilterra non faceva altro che riflettere su sua sorella Joanna e sulle parole del padre: Henry aveva davvero giaciuto con Joanna la pazza? L'aveva davvero umiliata in tal modo dopo averle giurato amore?
Era andato contro il padre, contro sua nonna Margaret pur di ottenerla in moglie, eppure era bastato perdersi nella furia degli occhi di sua sorella, nel suo corpo reso florido e sensuale dalla maternità per dimenticarsi di lei.
Suo marito la faceva davvero tanto sciocca? Tanto ingenua? Nemmeno per un attimo aveva creduto a quella bugia buttata lì, per farla star buona. Aveva capito subito che Joanna non aveva mentito: per quanto pazza, folle e caparbia, non era una bugiarda.
Eppure, aveva sposato ugualmente il giovane Henry Tudor, non per amore, no. Ma per diventare regina d'Inghilterra, ed era successo.
Ora tutti si inchinavano al suo passaggio e la guardavano con ammirazione mentre camminava seguita da Lady Pole e Lina, le sue dame di compagnia.
Persino la potente, determinata, tenace, Margaret Beaufort era costretta a chinare il capo di fronte alla sua presenza, lanciandole occhiate torve e mordendosi le labbra sottili per impedire a parole piene di rabbia, di risentimento, di uscire.
<< Vi vedo contrariato, mio amore. >> commentò Catherine durante una cena solitaria tra lei ed il suo re, quando lo sorprese a fissarla con intensità.
<< Lo sono, Catherine. >>
<< Posso fare qualcosa, Henry? >>
Il giovane re cercò di assumere un ruolo autoritario, ancora del tutto nuovo per lui. Forse cercava di intimidirla, di farla quasi rimpicciolire, di metterle addosso una sorta di “paura”.
Ma non funzionò. Lei non era solo la regina d'Inghilterra.
Era stata anche una principessa spagnola, e soprattutto era la figlia di una grande regina: Isabella di Castiglia. Nessuno era in grado di farle accapponare la pelle, men che meno un ragazzino che era salito sul trono da appena un anno, ma che aveva ancora molto da imparare.
Henry si mise comodo sulla sedia, cercando di trovare le parole più adatte alla situazione.
<< Mi chiedevo...perché non foste ancora incinta, mia signora. >>
Catherine non rimase sorpresa.
Quella frase, buttata lì come se niente fosse, era qualcosa di aspettato da tempo, ma era anche qualcosa a cui non era ancora del tutto pronta. Come poteva rispondere? Cosa poteva mai dire affinché il suo re non la ritenesse inadeguata a ricoprire il ruolo di madre di un erede? Sfortunatamente vivevano in un mondo ingiusto, un mondo nel quale l'assenza di un figlio maschio era colpa della donna, di colei la cui presenza poteva essere rimpiazzata.
Questo non lo avrebbe mai permesso.
<< Forse mia madre e mia nonna avevano ragione... >> mormorò il re, massaggiandosi le tempie, pensieroso, in un gesto che alla regina ricordò vagamente il padre, e che lo invecchiò di un decennio.
Catherine si alzò lentamente, gli abiti dorati frusciarono nel silenzio della stanza, i suoi passi risuonarono rumorosamente finché non si ritrovò inginocchiata accanto al marito, bella e viva come sempre.
Gli prese il viso tra le mani, costringendolo a guardarla. Occhi negli occhi, i cuori terribilmente vicini, che battevano veloci, all'unisono.
<< Henry...è peccato pensare una cosa del genere. Non c'è nessuna maledizione in questa famiglia. Noi avremo un figlio maschio. Hai la mia parola. >>
Lo sguardo di Catherine si accese di una luce vivida, facendo arrossire il giovane. Ci credeva davvero, ne era convinta.
Non c'era niente che non andasse in lei, in loro.
Erano fatti per regnare insieme e la dinastia dei Tudor sarebbe continuata. Ne era sicura.
Si avvicinò al suo orecchio sussurrandogli parole che sua madre avrebbe trovato sconvenienti; più tardi avrebbe pregato, e chiesto perdono a Dio per la lussuria a cui ogni tanto si lasciava andare.
<< Vieni, amor mio. Sono tenuta a servire e obbedire. Per il bene del nostro paese. Noi avremo un bambino. >>


Il sole splendeva alto in cielo, annunciando l'arrivo dell'estate.
Catherine si sentiva diversa. Non sapeva in che modo, non riusciva a capire cosa le stesse capitando. Avvertiva soltanto un forte mutamento in tutto il suo essere, in tutta la sua regale persona: credeva di star impazzendo. Forse avrebbe dovuto vedere un medico, ma come poter spiegare la sensazione che qualcosa avesse attecchito dentro di lei? Si sentiva oppressa da mille emozioni: provava rabbia per suo marito, e per le innumerevoli amanti che aveva e che pensava lei non sapesse; provava paura per il futuro, di non essere in grado di servire il suo paese come promesso, si sentiva triste, perché l'unica cosa che voleva era avere sua madre lì con lei in quel momento.
Lei aveva sempre tutte le risposte, la grande Isabella di Castiglia, e sicuramente sarebbe stata in grado di dirle cosa stava accadendo al suo corpo e alla sua mente, piena di pensieri.
Senza rendersene conto si era accasciata al suolo, con lacrime che le rigavano le guance. Da quand'è che non piangeva con così tanta intensità?Margaret e Lina, poco dietro di lei, si lanciarono uno sguardo stralunato, per poi raggiungerla.
<< Vostra maestà? >> Lady Pole tentò di sorreggerla, di consolarla per quanto possibile.
<< Oh Lady Margaret...non so cosa mi sia preso... >> si rialzò traballante, sentendosi più debole del normale.
Ella la guardò attentamente per un lungo istante, senza dir niente, non ve n'era bisogno. Aveva avuto abbastanza figli per diventar esperta.
Si limitò, con una sfacciataggine che la sua regina le avrebbe sicuramente perdonato, a poggiarle una mano sul ventre ancora piatto.
Si guardarono, e per Catherine tutto fu limpido.


Per Henry l'idea di diventare padre, l'idea di avere un erede, lo stava facendo impazzire di gioia. Ogni cosa che la regina chiedeva doveva essere fatto nei minimi dettagli. Tutti dovevano esaudire ogni suo desiderio e ogni sua voglia strampalata.
Ma un pensiero, spesso, oscurava il cuore del re.
<< Il matrimonio con Catherine d'Aragona sarà la fine per la dinastia Tudor. Non darà figli maschi. >>.
Sua madre ne era convinta.
Sua nonna ne era convinta.
Eppure Catherine era tranquilla, rilassata, sfoggiava il suo ventre gonfio rilucendo di meraviglia. Non l'aveva mai vista così bella. E lei era l'unica ad essere convinta che fosse un maschio.
Lady Margaret Beaufort non si era congratulata per la nascita di un erede, si aggirava per il palazzo lanciando occhiate saccenti alla futura madre, con la Bibbia sempre al petto, pregando. Per cosa nessuno lo sapeva con esattezza.
Ma poi, un giorno, si avvicinò alla nipote acquisita, fissandola come se la vedesse per la prima volta.
Era cambiata, più matura, più materna. Il seno era prosperoso, pieno di latte, la pancia tonda stava scendendo per prepararsi al parto, le guance erano rosse, e gli occhi brillavano di una luce nuova, più intensa.
<< Veglierò su di voi durante il parto. >> annunciò Lady Beaufort, con un breve cenno del capo, di fronte alla regina.
<< Sì, Henry me l'ha detto. >> commentò, guardandola altezzosa.
L'anziana donna toccò l'involucro che custodiva quel tesoro prezioso per i sovrani e per l'Inghilterra.
Sentì un piccolo calcio deciso e sorrise, senza ritrarre la mano.
<< Sembri radiosa, mia cara. >>
<< Lo sono. Sto servendo e obbedendo al mio Dio e al mio paese, mettendo al mondo un figlio maschio. >>
Margaret sorrise. << Sarà una bambina. >> sospirò teatralmente, puntando gli occhi scuri, incavati, in quelli ancora giovani della regina << O nascerà morto. >>
Catherine la schiaffeggiò brutalmente, facendola indietreggiare e quasi perdere l'equilibrio. La guardò con occhi pronti a lanciare dardi infuocati, le narici dilatate.
I pensieri di Lady Margaret Beaufort corsero veloci: c'erano mille cose che avrebbe voluto fare, ma non fece niente. Niente.
Perché lei adesso non era più l'infanta di Spagna arrivata anni addietro, andata in sposa ad Arthur Tudor.
Catherine ora era la sua regina, e per giunta era una regina gravida, che stava compiendo il suo dovere.
Si toccò la guancia perché mai nessuno aveva osato tanto, all'infuori di suo figlio.
Quella ragazza aveva fegato, dopotutto.


<< Avanti maestà! Spingete! >>
Catherine non poteva immaginare tanto dolore. Aveva corde a legarla al letto, perché questo era il metodo più “idoneo” secondo Lady Beaufort. La camicia da notte era madida di sudore, non si sentiva più nessuna parte del corpo, e qualcosa premeva per uscire con insistenza dalla sua vagina, aprendosi un varco con forza.
C'era sangue ovunque. Gente ovunque.
Lacrime, urla.
Tutto era confuso.
Lady Margaret in un angolo si godeva la scena.
Un pianto proruppe con più intensità di qualsiasi altro suono, facendo sentire dei polmoni perfettamente sani.
<< Voglio....voglio vederlo....datemi mio figlio. È un maschio, non è vero? >>


Lady Margaret Beaufort aprì le porte della camera della regina, lo sguardo vitreo.
Tutti aspettavano notizie.
Il re camminava lì davanti agitato come non mai, sentendo il peso del paese gravare sulle sue spalle.
<< Lady nonna...è stato terribile! Le urla... >> mormorò Henry, senza saper bene cosa dire, come comportarsi in certe situazioni.
<< E' un maschio, vero? >> la sua voce suonò incerta, e per un attimo sembrò tornare il bambino di cinque anni a cui aveva detto sarebbe diventato papa.
La donna non parlò, si limitò a spostarsi di lato, scura in volto, labbra serrate e il crocifisso stretto al petto.
<< Va' da tua moglie, Henry. >>
Non se lo fece ripetere due volte.


Tutto era in subbuglio, anche se Lina e Lady Pole stavano facendo del loro meglio per rendere la stanza più ospitale di modo che la regina potesse riposare dopo il suo primo parto.
Catherine era adagiata sui cuscini, scarmigliata, i capelli scompigliati e le gambe divaricate. Aveva tra le braccia un delicato involucro che guardava con amore, ancora incerta. Era davvero stato dentro di sé solo pochi attimi prima?
Piangeva. Piangeva silenziosamente.
Il re si avvicinò, non sapendo cosa dire. Cosa si aspettava che dicesse?
Ma ci pensò lei a rompere quel silenzio.
<< Henry...è un maschio. Avevo ragione. >> mormorò sorridendo, mostrandogli il bambino. Il bambino perfettamente sano uscito dal suo corpo.
<< Posso prenderlo in braccio? >>
<< Certo...attento alla testa. >>
<< Ciao Henry...duca di Cornovaglia, e principe ereditario d'Inghilterra >>.


Aver avuto un figlio, portò i sovrani a riscoprirsi innamorati, felici, ma Elizabeth aveva fatto una previsione...ed Elizabeth di York aveva ereditato un dono particolare, un dono che difficilmente sbagliava.
Cinquantuno giorni di gioia, d'amore, di vita.
Al cinquantaduesimo giorno la tragedia.
<< Maestà... >>
Lina era in lacrime. Inconsolabile.
Aveva un groppo in gola e non sapeva come dire alla sua regina che il suo bambino, il suo erede era morto nella sua culla, inspiegabilmente. Aveva semplicemente smesso di respirare.
<< Lina, che succede? Hai un aspetto terribile. >> commentò preoccupata.
<< Dovete venire nella stanza del piccolo Henry. Ora. >> sussurrò con la voce roca, asciugandosi le lacrime.
Catherine la fissò; era la sua migliore amica da anni...sapeva già tutto ciò che doveva sapere. Glielo leggeva negli occhi.
Corse da suo figlio, corse a piangere un corpo senza vita.
Non si accorse del tumulto di gente che la raggiunse, di Henry che la strinse a sé.
Le sussurrò di non preoccuparsi, che avrebbero avuto altri figli, anche se di questo lei in quel momento non era tanto certa.
Rimase a piangere in quella stanza finché non se ne andarono, sapendo di non poter consolare il dolore tanto forte di una madre.
Lady Margaret però rimase al suo fianco, si inginocchiò mentre la regina pregava il buon Dio di vegliare sul piccolo Henry, e le poggiò una mano sulla spalla, con forza.
<< Mia piccola Catherine....era inevitabile, lo sai. >> mormorò. << Ti avevo avvisata. Elizabeth lo aveva predetto. Non mi hai ascoltata. >>
Catherine fece finta di niente, iniziando però a sentir ribollire dentro un fuoco ardente, lo stesso fuoco che aveva sempre caratterizzato Isabella di Castiglia.
<< Una regina senza un erede perde potere. E presto non conterai più niente qui. >>
Catherine si alzò di scatto, fulminandola. << Io sono la figlia di una grande donna, di una grande regina che ha cresciuto quattro figlie e un figlio. Avete la mia parola Margaret, genererò un erede per l'Inghilterra, maschio o femmina che sia. E verrà ricordato. Farà grandi cose, e mentre voi sarete sottoterra divorata dai topi io sarò ancora qui, a fare in modo che mio figlio o mia figlia diventi un grande re o una grande regina. E da oggi in poi, Lady, la pregherei di camminare sempre dieci passi dietro di me. >>
Risoluta, fiera, coraggiosa, uscì dalla stanza, lasciando Lady Margaret a contare dieci passi.

 

 

Note autrice:

 

Eccomi qui, a scrivere questa OS per un contest che mi ha presa molto e per cui non potevo non partecipare! Ovviamente è ambientata dopo “The Spanish Princess”, nell'attesa della seconda stagione...spero vi sia piaciuta.

A presto.

 

Angels4ever.

  
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