Potrebbe passare le vacanze in pace invece, Harold, decide di dare ripetizioni di storia ad una persona poco collaborativa.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harold, LeShawna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Era una bella giornata, una delle ultime delle vacanze pasquali. La
maggior parte delle persone avevano deciso di passare la giornata fuori
casa, ma per i due studenti seduti a quello che normalmente veniva
utilizzato come tavolo da cucina non era stato possibile.
Un quattrocchi piuttosto smilzo dai capelli castano ramato era intento
a sottolineare e parlare fra sé e sé per
organizzarsi un discorso, mentre la ragazza mora sedutagli accanto, in
carne e dalle ampie spalle, lo osservava dubbiosa e già
stanca. Non era probabilmente fra le studenti più attente e
volenterose, anzi, ma si sentiva esclusa quando il ragazzo si isolava
mentalmente per concentrarsi, anche se lo faceva in funzione di
facilitarle il lavoro.
-Allora...- disse Harold quando si sentì pronto per la
spiegazione e si voltò a guardarla. -I punti chiave da
ricordare quando parliamo del secondo conflitto mondiale sono...-
-Ho fame, non potremmo pranzare e riprendere dopo? - Lo interruppe
Leshawna cercando una scusa, non riusciva più a fare
attenzione.
-Non mi sembra una buona idea, dopo l'assunzione di carboidrati aumenta
l'attività della serotonina e diventa difficile mantenere la
concentrazione.-
-Viene l'abbiocco, quindi?- semplificò lei.
-Già... Ci converrebbe finire almeno questo capitolo, tanto
rimangono poche pagine e non dovremmo metterci molto.- disse il ragazzo
evitando di staccare gli occhi dal libro di storia. Temeva di non avere
abbastanza polso per dirle di no se avessero incrociato quegli occhi
scuri, così aveva deciso di tentare questa nuova tattica.
-Ma anche i lavoratori hanno una pausa pranzo.- obbiettò la
ragazza.
-Quello che sta lavorando gratuitamente sono io, ti ricordo che questi
non sono i miei “compiti per le vacanze”... -
-Vero!- lo interruppe bruscamente alzandosi. -Come ho potuto essere un
datore di lavoro così terribile da non concederti la pausa!
Tranquillo, vado a vedere cos'è rimasto in frigo!-
-M-ma...- la ragazza si era già diretta
all'elettrodomestico. -Leshawna!- provò inutilmente a farla
tornare indietro. -Almeno sul frigo dovrei poter comandare io.-
borbottò.
-Non è tuo, tesoro, è di tua madre.- lo corresse
beffarda.
-Ancora peggio, non dovresti poter far valere alcuna pretesa sul...-
-Visto che la pausa serve anche a te? Stai cominciando a parlare tutto
strano, messere.- lo prese in giro.
-...Messere? Ordunque persevera pure nel procrastinare senza
recalcitranza alcuna...- il ragazzo provò a stare al gioco.
-Ok...- e con sua delusione lei smise immediatamente di trovarlo
divertente.
Come aveva previsto, a Leshawna venne l'abbiocco...
-Che ti avevo detto?- disse senza soddisfazione.
-Riguardo a cosa?- cercò inutilmente si fingersi attiva e
non far capire che la sua attenzione fosse ulteriormente calata.
All'improvviso il ragazzo se la ritrovò appoggiata al
braccio.
“Se la situazione fosse inversa mi avrebbe già
schiantato da qualche parte?” si ritrovò a
chiedersi, un po' snervato dalla situazione che si era creata fra loro
da un po' di tempo.
Non aveva chiaro come lei lo considerasse, si era inizialmente convinto
che fossero una coppia, ma aveva dovuto abbandonare questa sua
convinzione dopo poco. Sembrava ritrarsi quando provava a toccarla o a
baciarla, una volta l'aveva spinto, giustificandosi inseguito dicendo
che era stato un riflesso involontario causato da un suo avvicinamento
improvviso.
Lei, dal canto suo, non si faceva problemi ad essere espansiva nei suoi
confronti e stargli addosso, si appoggiava spesso a lui come stava
facendo in quel momento. Lo faceva se era triste, quando sembrava che
le venisse da piangere. “Sarebbe già qualcosa
capire cosa intende quando dice di non piangere mai...” Lo
faceva anche se era preoccupata, per qualcosa o per qualcuno. Harold si
chiedeva se se ne accorgesse o se le venisse di farlo spontaneamente
senza farci troppo caso e darci peso.
Magari era lui a prestare troppa attenzione a qualunque azione della
ragazza e a cercare di interpretarla. Dava un significato anche al modo
in cui portava i capelli. Ultimamente non si preoccupava più
tanto di legarli e di quando diventavano più crespi e
arruffati “In realtà sta bene anche
così...” osservandola aveva escluso fosse legato
al suo umore. Gli piaceva pensare che non si preoccupava della natura
dei propri capelli perchè erano particolarmente in
confidenza.
“No, non si preoccupa di come appare perchè non ti
vede come probabile partner sessuale” gli aveva detto qualche
giorno prima la sorella più grande senza farsi troppi
problemi.
Parlarne con lei era strano... Beh, non aveva molti altri con cui
parlare delle proprie paturnie amorose e per Celia che aveva
già da lamentarsi della sua di vita sentimentale e non
provava molta simpatia per la ragazza, la situazione era piuttosto
chiara, o si decideva a comportarsi in modo chiaro con lui, o doveva
lasciarla perdere e allontanarla. Inquietato dalla prospettiva Harold
aveva invece deciso di essere più cauto nei confronti di
Leshawna ed evitare che si sentisse sotto pressione.
“Sottone” l'aveva simpaticamente apostrofato la
sorella, ma per Harold, Leshawna era diventata una persona molto
importante. Non poteva pensare di non parlarle più, non
passare più il tempo insieme a lei che cercava di
interromperlo durante le ripetizioni, distrarlo e prenderlo in giro.
Era un ipotetico strappo dolorosamente intollerabile. Forse era
perchè non aveva chissà quanti amici e
chissà che grande capacità di farsene, forse
sarebbe stato lo stesso anche se fosse stato mister
popolarità anziché uno sfigato
“Preferisco lupo solitario...” pensò
Harold chiedendo cortesemente alla propria consapevolezza di
patteggiare.
Si addolcì osservando l'assonnata amica accucciata
contro di lui “...Amica?” Ma le
picchiettò con le dita sulla testa per richiamarne
l'attenzione.
-Non che mi dispiaccia di questa situazione, anzi, ma così
finirai davvero per addormentarti...-
-Sei scomodo.- aveva commentato tastandolo. -Così magrolino
che sembra di stare appoggiati ad un modello anatomico...-
-Scusa tanto se non sono più soffice.- aveva risposto un po'
infastidito.
-Tranquillo.- rispose con una pacca sulla schiena. -Lo so, non
è colpa tua… - disse comprensiva.
Non le rispose ma non potè evitare di rivolgerle una smorfia.
Alla fine non ci arrivarono e dovettero finire il capitolo il giorno
successivo.
Quel giorno era il turno di Harold di essere poco sveglio. Aveva
passato la nottata appresso alla sua gatta in preda al delirio
febbrile, intenta ad attaccare e ferire qualunque cosa si muovesse.
-Ora come sta?- aveva domando Leshawna con tono apprensivo.
-Credevo la odiassi.-
“Mi evita come la peste, mi guarda come se fossi il
demonio...” pensò rievocando l'immagine di quel
grosso meticcio fulvo dagli occhi fiammeggianti e costantemente
arrabbiati. A preoccuparla era più l'umore di Harold che la
delirante gatta oltre ai vari graffi che il ragazzo presentava sul viso
e sul dorso delle mani. “Vorrei capire con cosa è
incrociata quella specie di piccolo puma...” non aveva avuto
gatti ma era sicura che le femmine dovessero essere un po'
più piccole...
-Kunoichi è stata operata, la febbre sembrerebbe essere
stata provocata da un'infezione alle ovaie, ora sta bene.
Però sarà un po' giù e indebolita nei
prossimi giorni. Potrebbe sentirsi piuttosto indifesa e insicura...-
disse la diagnosi pensoso.
“Indifesa... Quella belva?” era difficile
immaginarsela così, ma Leshawna aveva deciso che per quel
giorno era meglio dimostrare più tatto che poteva e non fare
battute.
Harold sbadigliò, era esausto, ma molto più
sereno dopo l'operazione.
“Kunoichi mi ha già massacrato... la scusa della
mancanza di sonno è credibile... facciamo questo
esperimento...” dopo essersi preparato mentalmente e
lentamente si adagiò sulla spalla di Leshawna fingendo di
essersi addormentato. In un primo momento la ragazza ebbe un sussulto.
-Ehi? ...Ehi?- fece qualche tentativo di chiamarlo, Harold era
già piacevolmente sorpreso dal mancato impulso di spingerlo
via, lei sospirò. Si limitò a carezzargli il capo
per qualche secondo.
Harold rimase confuso dall'esito dell'esperimento, ma
continuò la recita per qualche secondo poi si costrinse a
raddrizzarsi fingendo di essersi ripreso e sospirò
pensieroso passandosi la mano sulla testa.
-Domani non posso aiutarti...- annunciò improvviso. -
Faremmo meglio a darci una mossa.- ma anche quel giorno l'argomento
guerra mondiale rimase incompiuto...
-Se ti stai chiedendo perché non sono venuto da te, ti
ricordo che oggi avevo il partime. - rispose preventivamente il giorno
dopo, alla telefonata di Leshawna.
-Lo so, me lo avevi già detto. Stai avendo dei vuoti di
memoria o sbaglio?- aveva scherzato lei
-No, ma ho l’impressione che quando parlo tanto non mi
ascolti, volevo solo essere sicuro che te ne ricordassi e.... a
proposito di ascoltarmi e ricordare, cosa sai dirmi del New Deal?-
domandò a tradimento.
-Eh... ricordo che non c'entra direttamente con la seconda guerra
mondiale...-
-Ma oltre ad essere segnato fra le pagine da studiare serve per il
contesto degli USA... Va a riguardarti il New Deal.- disse severo
quando capì che la ragazza non stava più provando
a dargli una risposta.
-Consideralo fatto.- rispose infastidita -Non è che ti sei
trovato un lavoro partime proprio per avere una scusa per non aiutarmi
più? Vero? - chiese in tono apparentemente scherzoso.
-No…-
-Mi sei sembrato un po’ nervoso ultimamente…
Sopratutto ieri... -
-Era per Kunoichi, anche se pure darti ripetizioni può
essere stressante.- dovette ammettere. -Ho l'impressione che importi
più a me che a te… Dovresti essere più
responsabile.-
-Lo so. Lo so…- ripetè infastidita. -Non
è che non voglio concentrarmi, è che non posso.-
ripetè con voce ferma. “E se insisto mi viene mal
di testa...” era convinta che anche il suo corpo si opponesse
all'apprendimento “Ho bisogno di quelle pause, non
è un capriccio!” -Posso tranquillamente cavarmela
da sola se per te è pesante e se credi che non mi stia
impegnando.- era molto infastidita dalla situazione. Harold non rispose
subito, la cosa non la sorprese, ma non sapeva se esserne contenta.
-Sarà una semplice questione di stress...- rispose
abbastanza positivo. -In piccole dosi aiuta alcune persone a
concentrarsi, ma in altre compromette concentrazione e memoria.-
-Non capisco, perchè sei così determinato ad
aiutarmi? Non ti pago mica... Non fraintendere, mi fa comodo e se sei
disposto a soffrire insieme a me è meglio... da sola mi
annoio, ma...--
“Infatti io amo farti compagnia... spero che pensi lo
stesso... o che provi qualcosa di simile...”
-Domanda davvero stupida. Non voglio che ti boccino e mi sentirei in
colpa a non aiutarti se so di poterlo fare. E poi lo sai, se
c'è un problema ci sono sempre...- “Dovresti
saperlo” -Se c'è qualcosa che ti preoccupa,
puoi...- la ragazza lo interruppe.
-Bocciarmi? Mai successo! Me la sono sempre cavata in un modo o
nell'altro.- disse come se si stesse vantando. -E' solo la storia di
quest'anno a non volermi entrare in testa, ma evitiamo di essere
tragici...- sdrammatizzò la ragazza. Più che dal
non riuscire nella materia in sé era infastidita da altro.
Non voleva dargli l'impressione di starsi approfittando di lui senza
metterci neanche impegno, avvertiva qualcosa di sbagliato
nell'indebitarsi in quel modo col ragazzo.
-Gatta convalescente a cui sto poco simpatica o no, credo che anche
domani dovremmo spostarci a casa tua.- disse ricordandosi il motivo
della telefonata.
-Ok... ma è successo qualcosa?-
-Mio padre rimarrà a casa tutto il pomeriggio ed... non
è che tu gli sia particolarmente... come potrei dire?-
-Mi spieghi perchè non piaccio a tuo padre?- si
lamentò il ragazzo.
-Forse perchè la prima volta che lo hai visto ti sei messo a
fargli terrorismo psicologico su quella cosa al dente?-
-Ah, il granuloma silente che rischiava la setticemia, ma che lui non
si voleva togliere?- disse con tono lievemente accusatorio.
-Esatto!- sogghignò lei.
-Ma mica glielo ho fatto venire io? L'ho solo avvertito dei rischi che
correva! - Il fatto che l'uomo collegasse immediatamente Harold al
dentista e al rischio di un infezione era illogico, era convinta che
anche suo padre lo sapesse. Ma ogni volta che sentiva nominare Harold,
si tastava il lato sinistro della mascella con un espressione di
fastidio sul volto.-Mi avrebbe dovuto ringraziare per averlo convinto!
E poi non gli piacerei comunque...-
-Lo hai infastidito apposta?- lo punzecchiò vagamente
divertita.
-Continuava a squadrarmi e dire cose per mettermi a disagio... m-ma non
l'ho fatto apposta!- si discolpò malamente. -Stavo
innocentemente cercando qualcosa su cui deviare la sua concentrazione e
visto quel curioso gonfiore sulla mascella...- nonostante tutto quel
pomeriggio si era divertita a osservare Harold mentre cercava di
cavarsela con sua padre, anche se forse sarebbe dovuta intervenire in
difesa del ragazzo... si discolpò pensando che comunque
anche i familiari del ragazzo non facevano molto per metterla a suo
agio.
-Tranquillo, non è che io faccia proprio impazzire tua madre
e tua sorella... e nemmeno il gatto... sono abbastanza sicura che
pisciarmi nella borsa sia il suo pensiero fisso.-
-Beh, secondo te perchè ti ho detto di non lasciarla mai
incustodita? Ai gatti non piace che gli estranei invadano il loro
territorio, avresti almeno potuto darle da mangiare se volevi fare
amicizia. Ma per quanto riguarda mia madre, non ha mai detto nulla di
particolare su di te e...- non si erano neanche incrociate
granchè, la donna passava molto tempo a lavoro, ma
probabilmente non la considerava una criminale, era un ottimo punto.
-Per quanto riguarda Celia invece...-
-Eh... già, non è che la tua cara sorellina
è giusto un filino...-
-No, qualunque possa essere la tua etnia, religione o orientamento, lei
non si fida a prescindere del mio giudizio da quando la fidanzata che
avevo a dodici anni ha dato fuoco al tavolo.- disse in tono allegro
come se si stesse levando di torno un argomento spinoso. “Ti
trova antipatica anche per diverse cose successe durante il reality
ma...” questo preferì non dirglielo. -Leshawna?
Sei ancora li?- chiese un po' preoccupato.
-Hai avuto una fidanzata?!- esclamò sorpresa. -Ah scus...
No, aspe'... Una piromane?!-
-Abbiamo fatto tutti le nostre sciocchezze alle medie, no?-
-Il massimo che ho fatto è picchiare o minacciare qualcuno,
mai dato fuoco a nulla.-
-Forse mia sorella non ha tutti i torti...- mormorò il
ragazzo.
-Beh, mio candido fiorellino, non mi risulta che io abbia mai attentato
alla vita del preside.-
-Quello della freccia è stato un incidente...-
-E se le persone attorno a me diventassero o fossero manesche, giusto
due domande me le farei...-
-Ti senti quando parli? Stai giustificando la violenza sulla base della
simpatia che fa una persona?-
-Lo dicevo con affetto, zuccherino, con affetto...-
puntualizzò -E poi non sono io ad aver steso il povero
Duncan...- Harold sapeva quanto poco fosse dispiaciuta per il povero
Duncan, ma forse nemmeno lui era la persona giusta per criticarla.
-N... Non mi sono accanito su di lui... e poi non è che lui
sia mai stato delicato con me!- “Quasi nessuno è
mai stato delicato con me...”
-Uhm... quindi la violenza è giustificata se su una persona
di suo violenta?- gli domandò dando l'impressione di
divertirsi.
-N...- “Se non ci si accanisce e ci si limita a mettere fuori
combattimento l'altra persona... in base al contesto...”
-N-n...-
-Nnnnnn, cosa, tesoro?- sì, si stava davvero divertendo.
-Non è che nel frattempo ti è tornato qualcosa a
proposito del New Deal?- voleva divertirsi anche lui.
Entrando in casa di Harold il giorno seguente, a parte il ragazzo,
Leshawna si ritrovò una Kunoichi molto delusa all'ingresso,
sperava probabilmente che ad entrare fosse qualcun altro, magari la
madre di Harold con del cibo. Il ragazzo le lasciò sole per
andare a prendere il suo quaderno con gli appunti. La gatta rimase a
fissarla per qualche istante.
-Sono solo io, mi spiace.- le disse Leshawna. L'animale le
girò attorno annusando l'aria. -E non ho neanche da
mangiare...- si chinò provando a toccarle la testa.
“Magari la convalescenza l'ha addolcita un po'...”
-Mwrooo...- borbottò con voce meno potente del solito. Corse
in cucina e si tuffò con poco riguardo sulle gambe
di una lentigginosa castana seduta al tavolo con una tazza fumante. Lei
e il fratello, a parte per il colore dei capelli mantenevano un'aria di
familiarità, anche lei magrolina e spigolosa dal naso
sottile e adunco.
-Ahi!- esclamò a causa dell'impatto. Guardò male
la gatta in un primo momento, poi le accarezzò il capo e si
voltò a guardare l'ospite. Leshawna osservò che
pure le sue mani erano graffiate -Ciao...- mormorò Celia con
poco entusiasmo tirando su col naso.
“Piange? O forse è solo...”
-Raffreddata? ...Oppure è allergia?- Celia fece cenno di
sì con la testa. -Eh...- Leshawna cercò qualcosa
da dire per rompere il ghiaccio mentre aspettava che Harold si facesse
vivo. Provò a fare qualche domanda su Kunoichi. Non era un
argomento esaltante, ma le sembrava la cosa più sensata di
cui parlare. Fu un sollievo quando arrivò Harold.
-Per la cronaca, ti sorprenderesti di quanto è pulita la mia
fedina penale...- provò a scherzare goffamente prima che la
ragazza se ne andasse. “Davvero non ho trovato di
meglio?” si pentì immediatamente.
“P-perchè diavolo ho sentito il bisogno di
parlargliene?”
-E' quello che direbbe una con la pedina penale sporca...- le
rispose con voce nasale. Con un ritardo di diversi secondi
provò a fare una risata forzata. -Se avete bisogno di me,
sono di là...- diede la gatta al fratello e si
ritirò lanciando alla ragazza qualche occhiata sospettosa.
-Probabilmente il peggior tentativo di far colpo su mia sorella che
abbia mai visto.- commentò ridacchiando. Si sedette sul
divano la gatta gli rimase sulle ginocchia a zampettare, sembrava
più affettuosa del solito. Forse voleva ingraziarsi le
vittime del suo raptus febbrile, forse era solo contenta di essere
ancora viva.
-Non stavo provando a... Non mi importa piacerle...-
Resistette una ventina di minuti alle spiegazioni e appunti di Harold,
poi cercò una scusa per interromperlo e avere qualche minuto
di pausa. Sarebbe stato più onesto confessargli che non
riusciva più a stare attenta, ma decise di chiedergli degli
strani disegni che gli aveva trovato fra i suoi appunti. Grandi rettili
alati e squamosi, non erano brutti disegni, ma apparivano estremamente
disordinati. Le linee erano sporche, in alcuni punti decisamente troppo
calcate.
-Ti piacciono? Li ho fatti io! - aveva detto orgoglioso.
-Beh, sei bravo. - ammise la ragazza.
-Sai, avevo pensato di lavorare alle illustrazioni di libri fantasy o
di fare fumetti. - aveva detto lasciando perplessa Leshawna. -Ma mia
madre mi ha fatto fare le corse quando gliel'ho detto. - rise un
po’ malinconico.
-Ha fatto bene. - aveva commentato improvvisamente la ragazza. -Sei una
persona molto intelligente nonostante tutto.-
“Nonostante tutto?” pensò offeso.
-Sfruttando bene le tue capacità non dovresti avere troppi
problemi all'università e potresti trovare un buon lavoro,
anche guadagnare bene. Non dovresti perdere tempo con strade
insicure... - Harold rimase un po' sorpreso e disorientato dalla
fiducia che sembrava riporre nelle sue capacità.
-Beh, sono contento che ti preoccupi del mio futuro... anche se
dovresti farlo prima di tutto con il tuo...- sospirò, ma
pensò che scherzarci su potesse essere il modo migliore di
ritirare fuori l'argomento. -Oppure ti preoccupi del mio futuro
perchè pensi di appoggiarti a me?-
-In che senso?-
-Non so se ci serviranno cifre astronomiche se rimarremo a vivere con
mia madre...- disse cercando di darsi un'aria pensosa.
-Quand’è che ti avrei detto che sarei...? Stai
scherzando voglio sperare?- il ragazzo le rivolse un sorriso innocente.
Aveva imparato a non essere mai troppo certa del fatto che scherzasse o
fosse serio… Sì, in teoria era intelligente, ma a
volte se ne usciva con delle frasi assurde… tra alieni,
poteri psichici e vantaggi di avere le branchie…
-Non mi piace molto l'idea di lasciare sola mia madre...- almeno per
quella frase le era sembrato serio, anche se troppo prematuro.
-Mi sembra troppo presto per preoccuparsi di queste cose e magari
quando vorrai cominciare ad abitare per conto tuo...-
-Con te...- l'aveva interrotta il ragazzo. -Non mi piace l'idea di
vivere da solo...- ammise inarcando le spalle.
-Comunque, lei potrebbe essersi già risposata o avere
qualcun altro con cui convivere.- riprese Leshawna.
-Non neghi che potremmo vivere insieme, quindi.- osservò
Harold.
Ne era in qualche modo attratta, ne era cosciente e non aveva mai
sentito il bisogno di mentire sulle proprie pulsioni, ma non era
un'attrazione particolarmente forte e gli era molto legata sebbene
irragionevolmente. Era già strano che riuscisse a tenere i
contanti con qualcuno così distante da sé e dal
suo ambiente abituale, forse funzionava più che altro per le
ripetizioni, che altro avevano in comune?
-Non si può prevedere il futuro...- disse ragionevole.
-Riprendiamo a studiare prima che ti vengano altre strane idee... E
comunque non sei neanche così bravo... - prese la matita e
fece un velocissimo schizzo del ragazzo, lui osservò il
disegno molto sorpreso.
-W-wow... Ok, però disegnare un drago pieno di scaglie
è decisamente più difficile di abbozzare le
fattezze di una persona... - aggiunse infastidito. Leshawna era
abbastanza divertita dalla sua reazione. -Però impegnandoti
un po', fra te me e Gwen, probabilmente quella con più
probabilità di finire in un'accademia delle belle arti
potresti essere tu... - ammise stupito combattendo fra il proprio
orgoglio e l'ammirazione. -Forse è per questo che sostenevi
così tanto Gwen? Perchè lei a differenza tua
aveva intenzione aveva il coraggio e l'intenzione di sfruttare il suo
talento?- la stuzzicò il ragazzo. -Che carina!- rise.
-Smetti di farti film mentali su di me.- sbuffò la ragazza
-Non ho alcun interesse per l'arte, sono brava per caso. Al massimo ne
ho approfittato per far ridere qualche compagno o far abbassare la
cresta a qualche novello artista... Non c'è un grande
disegno dietro, le abilità vengono distribuite a caso e tu
ne sei la dimostrazione.- disse irremovibile.
-Le mie uniche doti che vanno bene sono quelle che mi permetterebbero
di avere una carriera solida? Che materialista... vorrei vedere la
faccia tua e di mia madre se un giorno me ne andassi a fare il
prestigiatore!- sorrise il ragazzo
-Ora se vogliamo continuare con la seconda guerra mondiale...-
-Ah giusto, giusto... però...-
-Che c'è?-
-Posso tenere il disegno?- chiese allegro.
-Ok...-
-E' la prima volto che qualcuno mi disegna senza farmi una caricatura
offensiva.-
“E' la prima volta che disegno qualcuno senza fargli una
caricatura offensiva...”
-E' il tuo secondo regalo.- Harold andò a posare il disegno.
-Eh? Quale sarebbe il primo?!- il ragazzo le indicò un
vecchio ombrello. -Stava piovendo... te l'ho dato per questo...-
-Però hai detto che non dovevo restituirtelo...-
puntualizzò pensoso. -E' un regalo quindi...-
“Mi sa che devo evitare di mollargli quella sciarpa che mi
hanno regalato per Natale...” pensò temendo che il
ragazzo potesse dare troppo valore al gesto.
“Però... odio le sciarpe, ma odio anche
sprecare...” sospirò.
Una volta tornato, Harold rimase chino al suo livello a fissarla
particolarmente concentrato sui propri pensieri, sembrava volersi
avvicinare col viso, poi ci ripensava e si ritirava leggermente
indietro cercando di non perdere l'equilibrio producendo un movimento
ondulatorio.
-Eh... tutto a posto?- lo richiamò facendolo sussultare. -Mi
verrà la nausea a guardarti dondolare in quel modo...- disse
sospettosa.
-Già scus...- perse l'equilibrio e cadde in avanti dandole
una facciata.
-M-ma che diavolo?!- esclamò portandosi la mano alla fronte
dolorante.
-Ahi!- esclamò l'altro tenendosi il naso. -Non l'ho fatto a
posta...- si discolpò sedendosi sul divano e prendendo
un'occhiataccia da Leshawna. -Volevo solo capire se potevo baciarti.-
si sfogò con voce non facendo caso al fatto che suonasse
patetico. -Se era il momento giusto...-
“Lo sospettavo...” -E per vendicarti hai deciso di
rompermi il cranio?- sorrise prendendolo in giro.
Il ragazzo si avvicinò di nuovo, ma non le diede una testata
come si era aspettata per un attimo, la baciò. Prima che
potesse reagire in qualche modo sentì un odore ferroso e un
liquido caldo scendergli sopra il labbro. Il ragazzo si ritrasse
comprendo con la mano la parte inferiore del viso con fare agitato.
-Sanguini...- constatò lei sfregandosi il labbro.
Sogghignò per un istante, un po' per la situazione, un po'
per il modo di fare di lui.
-Non me ne ero...- cominciò infastidito, spostava lo sguardo
come se non sapesse dove guardare, alla fine lo puntò verso
il basso, pessima idea... -Ah...- ritirò la testa
all'indietro per non favorire la fuoriuscita di sangue. -Beh, almeno
hai una scusa per evitare di baciarmi...- disse frustrato, sapeva che
la ragazza stava per ritrarsi dal bacio prima che fosse lui a farlo o
comunque lo presumeva. Leshawna lo guardò storto e
cercò di constatare a che punto fosse l'epistassi, forse si
stava fermando...
-Posso provarci lo stesso...- la prese come una sfida e
cercò di immobilizzarlo, doveva essere la parte
più semplice. “Che cosa sto facendo? A questo
punto era meglio la sciarpa...”
-Ferma, ferma!- cercò di allontanarla gesticolando con una
mano, l'altra la teneva davanti il viso. -Non potevi pensarci prima?
Adesso vorrei occuparmi del mio naso, grazie!- disse irritato alzandosi
per recuperare dei tovaglioli dal tavolo. Effettivamente il
sanguinamento sembrava peggiorare. Leshawna sospirò
sollevata. -Ah! Lo sapevo che ti faceva schifo!-
-Beh, dovresti essere contento che non mi ecciti vederti sanguinare.-
sorrise soddisfatta della propria spiegazione. Harold tornò
a sedere vicino a lei non trovando modo per ribattere.
-Continuiamo dopo...- Leshawna non capì subito che si
riferiva allo studio, si era dimenticata perchè era
lì. -Se abbasso la testa finisco per tingere di rosso tutto
il libro.-
-Alla professoressa verrebbe un colpo.- sogghignò Leshawna.
-E normale che ne esca così tanto? A furia di scavarti il
naso si sarà danneggiato.-
-Mai fatto nulla del genere.- negò il ragazzo. -La forza di
gravità e la tua testa hanno fatto tutto da sole, ma non mi
sembra rotto. Grazie per la preoccupazione comunque...-
-Prego.- Si sporse verso di lui “Che sto facendo?”
Lo baciò sulla guancia. Lui sorrise un po' sorpreso poi
premette più forte il fazzoletto contro le narici.
-Ah...- fece a disagio. -Vado a prenderne altri.-
Entrò in cucina anche Celia dirigendosi verso il tavolo,
anche lei lì per i fazzoletti, diede un'occhiata
insospettita.
-Le sono caduto a dosso e ho impattato contro la sua testa.-
spiegò Harold, Celia accettò la spiegazione,
conosceva bene l'equilibrio del fratellino.
-Si è fatta male anche lei?-
-Sì...- rispose guardinga Leshawna.
-Allora e tutto a posto.- constatò l'altra, a Leshawna
sembrò sorridesse.
“Non sono molto normali in questa famiglia...”
Note
-Il New Deal è il piano di riforme sociali ed economiche
promosso dal presidente Roosevelt fra 1933 e il 1937.
-Con kunoichi si intende un ninja di sesso femminile. Mi sembrava
adatto.
-Curiosando nelle wiki delle scene eliminate ne ho trovata una di
Harold che diceva di aver accidentalmente sparato una freccia
al preside. Bridgette potrebbe non essere il concorrente maldestro
più pericoloso.
-L'oneshot è di diversi mesi fa, infatti
l'abilità di Leshawna nel disegno è ripresa
dall'ending del primo episodio di Total Dramarama. Siccome sono una che
trova divertenti le cose stupide ho trovato buffo il fatto che Leshawna
a quattro anni disegnasse meglio di Gwen, poi va beh, alcuni di quei
bambini di quattro anni sembrano capaci di leggere e scrivere oltre a
molto altro che non dovrebbero fare e anche altri personaggi disegnano
meglio di Gwen(Carrie, Chet, Lorenzo, probabilmente Duncan) Harold non
mostra abilità e interesse nel disegno, ma nel contesto
della scena che stavo scrivendo mi sembrava adatto e poi interesse
più, interesse meno...
Angolo dell'autrice:
Ho qualche problema col sentimentale(è sentimentale
...giusto? Beh, non è uno splatter o... non è uno
splatter, vero?) a volte mi sento anche abbastanza in imbarazzo a
pubblicare oneshot di questo tipo, ma anche per questo vorrei un po'
allenarmi col genere e migliorare, sperando nel frattempo di aver
tirato fuori qualcosa di decente e di non aver fatto troppi errori.
Spero che la storia possa esservi piaciuta, se siete arrivati a leggere
fino a qui vi ringrazio. Mi farebbe molto piacere un vostro parere.
Alla prossima!