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Autore: Generale Capo di Urano    02/10/2019    0 recensioni
#Writober2019 | day two: bacio/fluff | Ucraina/Nyo!Turchia
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Ayse la fissò dritta negli occhi chiari, in evidente attesa, con lo sguardo vivace e speranzoso. «Allora?»
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Nyotalia, Turchia/Sadiq Adnan, Ucraina
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Rossetto

 
 
Ekaterina aveva una buffa espressione mentre si sfiorava le labbra con il pennellino, aggrottava le sopracciglia e faceva smorfie che provocavano risatine divertite da parte della ragazza che, accanto a lei, la osservava con curiosità ed impazienza. Poteva vedere la sua testa sbucare prima da un lato e poi dall’altro dello specchio, i suoi occhietti vispi e scuri cercare di spiare il risultato finale prima ancora che lei si voltasse per farsi guardare.
«Smettila, mi distrai!», ma nel suo tono non c’era stizza né rimprovero, e neanche la sua mano che cercava di allontanarla pareva del tutto decisa.
«Dai, fammi vedere…»
Ayse, con un ghigno soddisfatto, avvolse le braccia sotto il suo seno e, tenendosi sulle punte, appoggiò il mento sulla sua spalla destra. Ekaterina posò il rossetto con un lieve sospiro e appoggiò le proprie mani sulle braccia esili della compagna, sorridendo debolmente; quella, dispettosa, le infilò una mano sotto la maglietta per strizzarle giocosamente le maniglie dell’amore e godersi la sua espressione infastidita mentre rideva come una bambina e la stringeva ancora più contro di sé – era molto più bassa e mingherlina di lei, ma aveva una stretta di ferro e una volontà ancora maggiore.
«Sei bellissima» le disse, mentre strusciava la guancia contro la sua schiena e con le dita le solleticava la pancia morbida e rotondetta, quella su cui tanto amava addormentarsi durante le notti più fredde.
Ekaterina si scostò con dolcezza, voltandosi finalmente verso di lei e sistemandole lo hijab rosso e spiegazzato che le cadeva sul petto con morbide pieghe. Ayse la fissò dritta negli occhi chiari, in evidente attesa, con lo sguardo vivace e speranzoso. «Allora?»
La sua Katyusha rise, come una mamma ride delle sciocchezze del figlioletto, e le stampò un bacio veloce sulla guancia sinistra, lasciandole il segno rosso e vivido del rossetto. Ayse si guardò allo specchio, rise, ricambiò unendo le proprie labbra alle sue e colorando anch’esse dello stesso, brillante colore scarlatto.
«Adesso mi hai marchiata» scherzò la ragazza, gongolando soddisfatta. Dalla tasca dei jeans estrasse il cellulare e aprì la fotocamera interna, inquadrandole entrambe.
«Io a volte non ti capisco proprio…»
«Non devi capire, basta che sorridi.» Ayse sollevò il telefono, raggiante come il sole del mattino. «Voglio che tutti sappiano che sei l’unica persona a cui potrò mai essere legata! Voglio che tutti sappiano che siamo felici! Voglio che sappiano quanto ti amo! Voglio che lo sappiano!»
   
 
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