Prologo
Semplicemente Grell si preoccupò innanzitutto di provare a respirare quando venne ripescato dalla gelida superficie dell'acqua, ricordandosi solo dopo alcuni minuti che non era affatto necessario visto che come dio della morte non aveva affatto bisogno di respirare. Era una fortuna, in effetti, che non respirasse più da un sacco di tempo perché altrimenti sarebbe morto annegato. Quindi, abbandonando i tentativi poco utili di tornare a respirare (lo avrebbe solo affaticato) tentò piuttosto di aprire gli occhi, incuriosendosi parecchio quando non vi riuscì. Naturalmente, caparbio com'era non si arrese di certo al primo tentativo. In realtà, riuscì davvero a far riprendere le proprie funzioni vitali solo quando venne furiosamente colpito più volte al viso, da una persona che riconobbe immediatamente. Era abbastanza facile riconoscerlo dalla forza con cui infondeva ogni colpo.
«Willy…» mormorò, riuscendo finalmente ad aprire gli occhi. Si massaggiò la testa dolorante un paio di volte alzandosi lentamente. Si inginocchiò guardando fuori dal bordo della barca di legno in cui era adagiato (stranamente, non pensò adagiata) e si ritrovò a fissare il disastro di corpi morti e barche di salvataggio che gli stava attorno, quasi stupito.
«Per colpa di voi due idioti sarò costretto a fare gli straordinari.» borbottò tra se William, fissando anche lui lo spettacolo attorno a loro. Grell sorrise, pensando che Willy alla fine andava sempre a lamentarsi della stessa cosa, ogni volta.
«Senpai… cosa è successo?» mormorò Ronald massaggiandosi la fronte, ancora stordito.
«Un bel disastro, ecco cosa.» gli rispose cupo William, senza smettere di fissare il punto in cui la barca ormai era affondata. Alcuni cadaveri galleggianti sembravano quasi tronchi d'albero.
«Bah,» sbuffò Grell, da dietro una coltre di capelli rosso fuoco gocciolanti d'acqua «meglio per noi in fondo, più anime da raccattare.»
«Sutcliff, il nostro lavoro non consiste certo in una gara a chi raccoglie più anime!» William gli riservò la solita occhiataccia truce, quella che faceva sempre quando Grell diceva una sciocchezza. Il che accadeva molto spesso, in fondo.
«Ma Will, se non lo rendo divertente finirò per annoiarmi a morte!!! A proposito, questa settimana ho battuto te e Ronald con un totale di quindici.» gongolò, cercando di non far notare quanto realmente lo avesse sfinito quella giornata di "lavoro". Willy comunque non la smetteva di lanciargli fulmini con gli occhi, notò.
«Se hai così tanto tempo libero da poterti permettere di contare il numero di anime raccolte da me e Knox vedrò di assegnarti più lavoro.»
Grell batté un piede sul legno del fondo della barca, stizzito. La gamba gli mandò un dolore sordo che vibrò per tutto il corpo non appena lo fece, ma cercò di non darlo a vedere.
«Sei solo geloso di aver perso.» borbotto, mentre William sbuffava spazientito aggiustandosi gli occhiali sulla punta del naso.
«Non vorrei interrompervi, ma qui c'è davvero tanto lavoro da fare, ed io sono stanco e voglio tornare a casa. Non potremmo sbrigarci?!» fece notare Ron. Si stava lamentando, come un bambino di cinque anni, ma Grell poteva perfettamente capirlo. Anche la sua batteria era quasi del tutto vuota, ed avrebbe volentieri schiacciato un pisolino da qualsiasi arte, anche sul fondo dell'oceano.
«Hai perfettamente ragione, Knox. Non ho voglia di fare straordinari per più tempo del necessario.» disse Will, interrompendo i suoi lamenti mentali.
Il rosso senza dar risposta alla richiesta di Ron strinse quasi con affetto il manico della sua motosega scarlatta, sapendo benissimo che una volta tornati William avrebbe trovato una ragione per confiscargliela e che quindi era meglio spassarsela finché possibile. Una strana sensazione lo invase, ma lui cercò di non farci caso. Si appoggiò in modo quasi teatrale al bordo della barca, e sorrise come mai aveva fatto. Sorrise in un modo che William trovò quasi inquietante, perché poco da Grell. Poco da Grell e tanto da demone in cerca di anime.
«Andiamo a strappare i fili di qualche bambola umana.» sussurrò maligno, in un tono che nessuno degli altri due shinigami gli aveva mai sentito usare. Troppo poco femminile.
E sia Ronald sia William notarono la strana ombra cupa negli occhi del rosso, ombra che li rendeva stranamente luminosi (un gran controsenso) e che li faceva sembrare così diversi. Ma, nonostante il brivido causato da quei dettagli fuori posto, entrambi cercarono di non farvi troppo caso, concentrandosi invece per finire quel lavoro al più presto. Eppure quei dettagli facevano sembrare sempre di più Grell uno squalo affamato di sangue.
Più del solito, almeno.
Ed ecco il mio primo capitolo!!! È più un prologo ma lasciamo stare. Come potete vedere, la storia si svolge nell'arco di Book of Atlantic, ma non credo che parlerò molto di quanto lì avvenuto.
Comunque, spero tanto che questo misero e breve capitolo vi piaccia, che non mi diate in pasto agli squali affamati (forse in pasto a Grell-sama sì) e accetto volentieri qualsiasi critica, naturalmente (sono la prima a criticarmi). Magari accetto anche voti o commenti (anche se mi pare di star chiedendo troppo). Qualche visualizzazione basterebbe.
Ciao a tutti, Ren.