Capitolo 1
Ore 6.55
Cavolo, anche oggi rischio di arrivare tardi a lezione, sì perché il mio treno è alle 7.00 e prima di arrivare in università mi aspetta un’ora e mezza di tragitto. L’ultimo ritocco al mio eyeliner e corro alla stazione. Mi presento, sono Francesca Caputo e sono una perenne ritardataria. Metto le mie cuffie e la giornata può cominciare. Amo la musica, le note delle canzoni dei One Direction, Briga ed Ultimo risuonano nelle mie orecchie ed ecco che subito mi rilasso.
Ore 8.30
Finalmente sono arrivata, ma i posti in aula sono terminati, così mi tocca sedermi a terra vicino la cattedra. Oggi iniziano i lettorati di arabo quindi avremo delle lezioni frontali con dei madrelingua, il lettore di oggi si chiama Malik, proprio come uno dei miei cantanti preferiti. Dopo pochi minuti dal mio ingresso in aula e da quello dei miei amici, arriva anche il prof. Se ve lo steste chiedendo, no, purtroppo non si tratta di Zayn Malik. I miei sogni si sono infranti. La lezione inizia, il prof ci dice delle frasi in arabo e noi dobbiamo ripeterle, poi ci informa che domani dovremo dire tutte le frasi al microfono davanti a tutti i nostri colleghi e davanti ad un ospite speciale. Dopo due ore la lezione termina, così io e i miei amici possiamo andare a fare il nostro solito aperitivo prima della lezione successiva. Arrivati al bar ci aggiorniamo su cosa abbiamo fatto durante il weekend e sulle nostre conquiste (più che altro sulle loro, io non ho molta fiducia nell’amore).
Ore 11.20
Terminato l’aperitivo mi accingo ad andare alla mia prossima lezione, però i miei amici seguono altri corsi quindi mi tocca rimanere sola. Sono nuovamente in ritardo quando vado a sbattere contro qualcuno, cavolo mi ha uccisa. “I’m so sorry, are you ok?” Uno dei soliti turisti che gironzolano per Spaccanapoli, mi sembra ovvio, troppo distratti a fare foto che non guardano nemmeno la strada. Però devo dire che era davvero un bel turista, almeno lo pensavo per quello che riuscivo a vedere: spalle larghe, alto, barba curata e…basta. È Ottobre ma si muore ancora di caldo, come fa a stare tutto coperto? Sciarpa, cappello e occhiali. Vabbè sono in ritardo, così lo rispondo così che possa raggiungere l’aula. “Yes, i’m ok, don’t worry”. E scappo. Arrivo a lezione ma non riesco a togliermi dalla testa quel ragazzo, almeno avrò qualcosa da fare mentre dovrei seguire questa noiosa lezione di Linguistica. Certo che io di gioie nella vita ne ho, ovviamente sono ironica. È vero che non credo nell’amore ma godere della vista di un bel ragazzo non mi dispiace mai, ma ora chissà dov’era e a far che, magari avrei potuto fargli da guida e portarlo a mangiare una bella pizza. Ok, sì stavo fantasticando su un ragazzo che a malapena avevo visto.
Ore 18.00
Casa dolce casa, uno dei motivi per cui odio l’università, arrivo a casa a ore assurde. Così ora ho un sonno infernale, mi sa che mangio e vado a letto. Che strano, qualcuno mi sta chiamando. Riconosco un numero inglese quindi non rispondo pensando sia uno dei soliti call center. Il numero continua a chiamare e richiamare così rispondo: “Senta non mi interessa nessuna vostra offerta, non chiamatemi più” Ma dall’altro lato non mi danno la risposta che mi aspettavo. “Mi sa che mi hai scambiato per un call center hahaha. Scusami, non volevo disturbarti, ma quando stamattina ti sono andato addosso ti è caduta l’agenda, ho trovato il tuo numero sopra e ti ho chiamato perché vorrei restituirtela”. Cavolo, è lui! E ora cosa faccio?! Devo incontrarlo, per forza, altrimenti come faccio senza agenda, ma c’è un problema, ho troppa vergogna. Maledetta timidezza. Ora gli rispondo e dico di tenersela. Oppure gli do un punto di incontro. Non so che fare. “Ehi ciao, hai fatto bene a chiamarmi se vuoi possiamo incontrarci al bar vicino a dove ci siamo praticamente scontrati hahah. Domani alle 10.00?” Speriamo dica di sì. “Sì, per me va bene. Allora a domani” “ A domani”. E ora chi dorme più, sono troppo euforica. Non vedo l’ora che sia domani.
 
SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti i lettori, spero che la storia vi abbia incuriosito almeno un po’. Nel primo dialogo ho scritto frasi in inglese, semplici, in modo che si possa capire la nazionalità del personaggio. In ogni dialogo, seppure scritto in italiano, in realtà i protagonisti parleranno in inglese. Scrivetemi cosa ne pensate e scrivetemi dei consigli che accetterò volentieri. Un bacio, ci vediamo al prossimo capitolo.