Film > The Avengers
Ricorda la storia  |      
Autore: iron_spider    25/10/2019    2 recensioni
Peter si tende di nuovo, concentrando tutta la propria forza nel tentativo di romperle e liberarsi, ma le manette non cedono affatto, come se non sapessero che lui è un supereroe in grado di sbarazzarsi di loro senza problemi. O magari lo sanno, e non gli importa.
Peter sospira, col cuore che accelera un poco. Non è come se stesse marcendo nella cantina ammuffita di un qualche super-cattivo. È nel nuovo Complesso, in una delle armerie. E… e ha fatto tutto da solo.
In teoria dovrebbe riuscire a liberarsi. Era proprio questo il punto della questione, di quei test, e adesso è… adesso è in trappola.

[Traduzione // happy post-Endgame // Tony&Peter // whumptober: shackled]
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'whumptober'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bimbo-ragno compromesso



[whumptober 2019: #9. shackled]
 

 

 
“Oh, merda,” sussurra Peter, scuotendo i polsi nelle manette. “Okay,” sussurra di nuovo. “Okay, va tutto bene. Va tutto bene. Va tutto benissimo, è tutto a posto e non è successo assolutamente nulla.” Alza lo sguardo e fa forza per liberarsi, il labbro stretto tra i denti.

Forse non va tutto bene.

Ma non può pensare il contrario, quindi… va tutto bene. Può farcela. Può farcela di sicuro.

È riuscito a spezzare le altre tre senza alcun problema.

Si tende di nuovo, concentrando tutta la propria forza nel tentativo di romperle e liberarsi, ma le manette non cedono affatto, come se non sapessero che lui è un supereroe in grado di sbarazzarsi di loro senza problemi. O magari lo sanno, e non gli importa.
Peter sospira, col cuore che accelera un poco. Non è come se stesse marcendo nella cantina ammuffita di un qualche super-cattivo. È nel nuovo Complesso, in una delle armerie. E… e ha fatto tutto da solo.

In teoria dovrebbe riuscire a liberarsi. Era proprio questo il punto della questione, di quei test, e adesso è… adesso è in trappola.

“Maledizione,” impreca, facendosi male ai polsi per quanto li sta scuotendo e tirando con forza nel tentativo di aprirle. Si è immobilizzato al muro come ha fatto con le precedenti manette, e i resti spezzati di queste ultime giacciono nel cassetto a qualche metro da lì. Quella è stata robetta da nulla, ci ha messo due secondi netti a liberarsi.

Peter non si definisce esattamente paranoico, ma il suo nuovo amico Johnny è stato rapito la scorsa settimana, e lui è uno che riesce a dar fuoco al suo intero corpo come se nulla fosse [1]. Ma ciò che l’ha imprigionato per quattro giorni buoni, prima che la squadra lo trovasse, è stato il semplice paio di manette con cui quei criminali l’avevano immobilizzato. Tony e tutti loro si erano occupati del caso, e quel fatto… l’aveva reso nervoso. Gli aveva fatto venir voglia di testare la propria forza. Ma, vista tutta la recente storia della fine del mondo e del suo ritorno in vita, è un po’ esitante riguardo al, insomma, mettere Tony sotto stress. Quindi ha deciso di condurre in privato questo suo piccolo esperimento. Così non avrebbe messo Tony sotto stress. E così gli altri non l’avrebbero giudicato. Sam è sempre, sempre pronto a darsi alla pazza gioia coi giudizi.

Peter si è sentito piuttosto fiero nel riuscire a liberarsi da metodi di confinamento pensati per dei Vendicatori. E quelle manette in particolare non gli erano sembrate nulla di troppo fuori dall’ordinario, e sarebbe stato l’ultimo paio che avrebbe provato prima di uscire di qui un po’ troppo tronfio e pieno di sé, sicuro del fatto di potersi liberare velocemente se qualcuno avesse tentato di fare quello che avevano fatto a Johnny.

Ma ora è bloccato.

Si lascia sfuggire un grugnito, piantando entrambi i piedi a terra, e si alza in piedi inarcando la schiena. Non può distendere del tutto le braccia dietro di lui senza rischiare di disarticolarle, quindi se ne sta là in piedi come un idiota tenendole dolorosamente sollevate dietro la testa. Tira e stringe i denti e si lamenta, strizzando con forza gli occhi, e poi si accascia di nuovo all’indietro, con la catenella che sbatte rumorosamente contro il muro.

“Ugh, no, no, no,” ripete, roteando gli occhi a destra e a manca. Rimane seduto lì per un paio di lunghi secondi, ribollendo di nuova rabbia, e poi riprende a dibattersi qua e là, sbattendo le braccia e le mani contro il muro, scalciando a terra con le gambe, ancora e ancora, come quando faceva i capricci da bambino.

Ma non è abbastanza.

Gli si impigliano delle lacrime agli angoli degli occhi e non può nemmeno asciugarsele. Si poggia contro il muro, furioso con se stesso e con la propria idiozia, ed è davvero interessato al materiale di cui sono fatte queste manette dalle quali nemmeno lui riesce a liberarsi. Si è messo di proposito in una zona in cui le telecamere non possono inquadrarlo, e gli altri non scendono spesso qui, a meno che non ci sia una qualche grossa battaglia in vista, il che non è ancora successo, ultimamente.

Non ha idea di quando qualcuno lo troverà. Continua a provarci, a tirare e a forzare finché non sente la pelle che brucia e inizia a intaccarsi e, Cristo, è davvero un deficiente. È stato troppo arrogante, troppo pieno di sé; ma come diavolo avrebbe potuto immaginare che Tony avesse messo da parte qualcosa dal quale nemmeno Spider-Man può liberarsi?

In realtà ha senso, considerando che razza di cose ha dovuto affrontare Tony in passato. Tipo, alieni malvagi in carne ed ossa.

“Idiota, idiota, idiota,” borbotta tra sé, serrando le mani in pugni irati. Cerca di decidere cosa diavolo fare, e sente l’imbarazzo affiorargli alle guance. Questa è decisamente una delle cose più stupide che abbia mai fatto, e Tony sa che lui al momento è qui, al Complesso. Si starà chiedendo dove sia finito.

Il suo telefono giace, inutile, nella sua tasca.

Sospira, con le mani che già gli fanno male, e risucchia un grosso respiro. “Aiuto!” urla. “Tony… qualcuno mi aiuti! Aiuto! Sono qui dentro… mi, uh… mi serve aiuto!”

Grida e grida finché non gli fa male la gola. Un disco rotto. E, dopo quelli che sembrano miliardi di anni, sente il trillo della porta, che poi si apre.

“Aiuto!” grida. “Chiunque tu sia... sono–”

“Peter?” chiede la voce di Tony.

“Oddio,” dice Peter, disperatamente sollevato. “Tony. Sono quaggiù!”

Tony svolta l’angolo e, non appena posa gli occhi su di lui, il suo volto si deforma per l’orrore. “Chi diavolo ti ha ridotto così?” chiede, scattando verso di lui.

E con quella frase, il cervello di Peter fa cilecca e si riduce a una tabula rasa. Tutti i suoi pensieri vengono rimpiazzati dalla necessità di aggiustare le cose, di presentarle in modo migliore di quanto non siano, perché nonostante Tony sia come un padre, Peter odia fare la figura dell’idiota davanti a lui. E questo è un perfetto esempio del perfetto idiota.

“Un cattivo,” risponde quindi, in tono piatto, senza pensare. È, tipo, la cosa più stupida che il suo cervello avrebbe potuto sputar fuori.

Tony si inginocchia accanto a lui, con gli occhi che saettano dal suo volto alle manette. “Un… un cosa? Un cattivo? Che cattivo? C’è un cattivo nel Complesso?”
Peter ha un istante per rigirare la questione, per ritrattare, invece rimane con lo sguardo fisso, in uno stato di puro panico.

“Okay, ragazzo, ci sono,” dice Tony, dando un paio di pacche sulla sua spalla con la mano buona, non quella di metallo che ha da dopo quello che è successo con le Gemme dell’Infinito. “Cristo, dev’essere stato un tipo tosto, se ha avuto la meglio su di te.”

Si alza, avvicinandosi al punto in cui Peter ha trovato le manette, e lui sente il cuore precipitare direttamente nello stomaco quando lo vede allungare una mano verso il cassetto dove sono stipate le manette rotte. Invece apre quello subito sopra, frugandovi dentro. “Quegli arnesi sono in vibranio,” dice, guardandolo da sopra la spalla. “Scommetto che in caso contrario ti saresti già liberato.”

“Oh,” dice Peter, stolidamente. Può ancora salvarsi la faccia. Può rimangiarsi la bugia. Può farlo, senza problemi. Lo sta per fare. Sta per dirgli la verità. “Già, non– non volevo fargli capire che sono Spider-Man.”

No. No, non è assolutamente ciò che voleva dire.

“Hai fatto bene, ragazzino,” replica Tony, e tira fuori una chiave, riavvicinandosi. “Richiedo un avviso generale per un codice 49, isolamento completo,” dice poi, premendo qualcosa nel suo orecchio.

Oh, no. Oh, no.

“Bimbo-ragno compromesso, sto fornendo assistenza adesso,” conclude Tony. Torna da lui, infila la chiave nelle manette e quelle si aprono di scatto. Peter lascia ricadere le braccia mentre Tony getta via le manette, inginocchiandosi di nuovo con la testa inclinata verso di lui. “Stai bene, ragazzo? Sincero.”

Peter annuisce, con la lingua che sembra sabbia. Deve dirglielo. Deve farlo.

Tony preme di nuovo l’auricolare nel suo orecchio. “Sì, tutte le uscite. Dispiega i droni e… voglio Rhodey nell’armatura.”

Peter deglutisce a forza, sfregandosi i polsi. “Uh, Tony…”

“Dai, andiamo,” dice lui, prendendolo per le mani e issandolo gentilmente in piedi. Lo attira subito in un abbraccio, scompigliandogli i capelli. “Non riesco a credere che un testa di cazzo qualsiasi sia svicolato oltre la sicurezza– e abbia ammanettato uno dei miei ragazzi…”

Peter ricambia flebilmente l’abbraccio, vedendo la sua via d’uscita farsi sempre più piccola. “Ehm, uh, Tony, devo…”

Tony si ritrae, tenendolo per le spalle e fissandolo intensamente. Il braccio di metallo riluce di riflessi rossi sotto le luci. “Vado a prenderti il costume, e mi assicuro che May, Pep e Mo siano al sicuro, poi torno a prenderti; okay, Pete?”

Peter è il più grande deficiente di deficientilandia. Il più grande idiota di tutta New York. O di tutto il mondo. Probabilmente di tutto l’universo.

Tony gli rivolge un’occhiata curiosa, e Peter lo fissa a bocca aperta come un pesce lesso. “Sì, fa’ rimanere tutti dove sono,” dice poi, distogliendo lo sguardo mentre parla di nuovo sul canale delle comunicazioni. Torna a guardare Peter. “Aspetta qui, ragazzo, tieniti pronto e non farti sorprendere di nuovo, capito?” Gli dà una pacca sulla spalla, stringendogliela, e prima che Peter possa gracidare una sola altra parola si volta e si affretta verso la porta, uscendo di gran carriera.

Peter rimane lì, in piedi, e si copre la faccia con le mani. “Oddio,” geme tra sé. Deve inseguirlo, deve dirglielo. “Ma sarà dieci volte peggio!” sbotta ad alta voce, girando in tondo. “Dieci volte! Venti!” ringhia a sé stesso, prendendo due passi verso la porta con l’intento di accodarsi a Tony, per poi fermarsi bruscamente, roteando gli occhi con tanto vigore che gli fa male il cervello. “Che stupido. Che stupido.”

È un idiota. È un idiota.

 
§

 
Tony s’intrufola nella stanza in cui sono Pepper e May non appena uscito dall’ascensore, e vede che hanno ancora la trafila di video di sorveglianza proiettati sul muro.

“È ancora lì in piedi?” chiede Tony, guardandole interrogativo.

“Già,” risponde Pepper. “O meglio…”

“Credo che stia prendendo in considerazione l’idea di nascondere le manette rotte da qualche altra parte,” continua May, schioccando la lingua. “Ha veramente detto che è stato un cattivo?” chiede poi, suonando afflitta.

“Ha veramente detto che è stato un cattivo,” conferma Tony.

May scuote la testa. “Speravo di essermelo immaginato.”

“Avete ricevuto voi la mia chiamata d’emergenza, vero?”

“Forte e chiara,” dice Pepper.

“Bene, mi era venuto il dubbio di averla trasmessa per davvero,” dice Tony, assottigliando gli occhi verso gli schermi. “Mi stavo già preparando a Rhodey che faceva la sua entrata in scena sfondando il muro.”

“Il codice 49 non esiste nemmeno,” dice May. “Peter me li ha fatti imparare tutti un mese fa.”

“È proprio per questo che penso gli sia andato in tilt il cervello,” dice Tony. “Perché conosce senz’ombra di dubbio tutti i codici. Ci abbiamo fatto un quiz. Ha battuto Sam di venti punti e si è esibito in un balletto di vittoria sotto al suo naso.”

“Al mille percento, tutto questo è colpa della faccenda di Johnny Storm,” commenta Pepper, guardando Tony mentre lui si siede di nuovo accanto a loro.

“Già,” replica lui, incrociando le braccia sul petto e lasciando scorrere la mano sul metallo. “Comunque sia, è a questo che– che servono gli addestramenti, non ha bisogno di inchiodarsi a un cavolo di muro nell’armeria. E sa che ho modificato l’angolazione della telecamera. Gliel’ho detto.”

“Era chiaramente distratto, Dio solo sa da cosa,” osserva May.

Tony osserva Peter che prende le manette per poi lasciarle ricadere a terra, calciandole lontano con rabbia. Poi sussulta, chinandosi a strofinarsi un piede. Tony sente il petto riempirsi d’affetto ed empatia. Quel ragazzo gli dà del filo da torcere, a volte, ma lui ci va comunque a nozze. È così contento di riaverlo qui. Non importa che razza di follie si metta in testa di fare.

“Buon Dio,” dice Pepper.

“Già, non so che dire,” replica May.

Tony sospira. “Dovrei far partire l’allarme,” dice. “Ma mi sento in colpa.”

“Tu fallo, e vedrai che verrà di corsa qui a dirti che era una bugia,” replica May. “Di solito non lascia che le cose vadano avanti così a lungo.”

“Si vergogna,” dice Pepper, girandosi a guardare imbronciata Tony. “Poverino.”

Tony inarca le sopracciglia. “Lo sai che lo adoro, ma ormai dovrebbe aver capito come funziona qua dentro. Io in vita mia ho fatto le cose più assurde e nessuno ci fa nemmeno più caso. Va così e basta. Qualunque cosa succeda qui dentro, ci siamo tutti fatti il nostro viaggetto all’inferno. A nessuno importa. Ieri ho beccato Happy a mangiare un cespo di lattuga. E siamo ancora amici.”

Osserva Peter che si mette le mani nei capelli e, okay, sì, adesso si sta sentendo davvero in colpa. Stanno riprendendo l’abitudine di giocarsi qualche scherzo a vicenda di tanto in tanto, ma non si era aspettato che il ragazzo portasse avanti la farsa fino a questo punto. Di solito vuota il sacco abbastanza alla svelta. “Comunque, se vogliamo guardare il lato positivo... si è liberato da tutto, tranne che dal vibranio. Alcuni dei metalli più resistenti al mondo, di quelli che usiamo per… minacce extraterrestri e roba del genere. Dovremmo essere fieri. Non si troverà mai davanti un paio di manette in vibranio, qua. Quindi… siamo coperti, sul fronte rapimenti. Starà bene. È una vittoria.”

May rilascia un respiro. “Possiamo vederla così,” commenta.

Tony osserva Peter che disquisisce con se stesso, camminando avanti e indietro, e decide di smettere di torturarlo. Fa leva sui braccioli della sedia e si rimette in piedi, diretto alla porta. “Va bene, lo recupero, lo porto qua dentro e gli dico che stavamo assistendo alle sue pagliacciate. Poi fisseremo su carta il concetto di fare questo tipo di cose con altre persone intorno, in modo da non rimanere bloccati.”

“Non avrei mai pensato di dover dire a Peter che è meglio non ammanettarsi a qualcosa,” dice May. “Scusa, Tony.”

“Nah, è un viaggio di scoperta, May,” dice Tony, girandosi a sorriderle. “E non vedo l’ora di scoprire quale sarà il prossimo pasticcio in cui si andrà a cacciare.”

A patto che non scompaia di nuovo. Quella è l'unica cosa che conta.




 
 
Fine




Tradotto da spider-baby was compromised di iron_spider da _Lightning_

 
 
Note:
 
[1] Johnatan Storm, la Torcia Umana


Note della traduttrice:

Salve, Lettori!
Continuiamo il whumptober su una nota comica, che ogni tanto è bene metter fuori il naso dall'angst :')
Mi sono divertita molto a tradurre questa one-shot, e spero davvero la apprezziate quanto l'ho apprezzata io <3 E non dimenticate di andare a lasciare mille e mille kudos all'autrice originale tramite il link a piè di pagina!
Un grazie a chi continua a seguire le traduzioni, in particolare Paola Malfoy, che non se ne perde una :)
Alla prossima, spero tra pochi giorni,

-Light-




Disclaimer:
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare queste traduzioni altrove, anche se creditate e anche con link all'originale su EFP.

©iron_spider 
©_Lightning_

©Marvel
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: iron_spider